Wrong

È il momento sbagliato per pensare a te

No, non devo.

Non devo cedere ai sotterfugi della mia stessa mente.

Non devo.

Non posso.

Soprattutto se si tratta di te.

Proprio non devo farlo, ne va della mia salute.

Non devo portare il mio pensiero a te.

Tanto ormai non ci sei più, e niente ti riporterà indietro.

È orribile pensare che non potrò più parlarti, litigare, discutere, bere in tua compagnia.

Quella compagnia che tanto mi piaceva anche se non lo dimostravo apertamente.

Ma sapevo che tu capivi, che sapevi quello che mi passava per la testa. Tu mi hai sempre capita meglio di chiunque altro.

È orribile pensare che tu mi abbia lasciata sola.

È assolutamente orribile pensare che tu sia morto.

Avevo scommesso che saresti tornato, e questa volta speravo di aver ragione, ma mi sbagliavo. Come sempre.

Ed io non ho scuse

Non so come difendermi, non so come trovare una scusa diversa da quella di averti mandato a combattere, quasi come se fossi carne da macello.

Mi odio per questo.

Mi dilania il senso di colpa, mi sento colpevole di quello che ti è accaduto.

D'altronde lo sapevo che se ti avessi mandato in missione, ci sarebbe stata questa possibilità.

Ma speravo di non averci a che fare subito.

Speravo di non doverci fare subito i conti, di non saltare a conclusioni affrettate.

Ma quelle conclusioni affrettate si sono rivelate vere.

Non mi darò mai pace.

Mai, mai, mai.

“Signorina Tsunade, la cena è pronta.” dice Shizune entrando dalla porta e appoggiando un piatto che stra borda di cibo sulla mia scrivania affollata di scartoffie.

“Grazie...” dico guardandola, e cogliendo la sua espressione preoccupata “Vai pure...” concludo abbassando gli occhi, conscia che mi sta guardando con compassione e tanta preoccupazione.

Vorrebbe chiedermi spiegazioni, ma qualcosa in me glielo impedisce.

E lo ringrazio quando lei, obbediente, esce dalla stanza chiudendo piano la porta da dove era entrata.

Non ho proprio voglia di parlare con qualcuno.

Ho già fatto troppa fatica a sputare quelle parole dalla bocca, che mi sembrava di soffocare.

Guardo il piatto davanti ai miei occhi stanchi che, avari, non hanno nemmeno versato una lacrima.

Vedo tutto quel cibo, troppo vicino da poterne sentire l'odore pungente.

Ho la nausea.

Tutto quell'ammasso di roba commestibile mia fa venire il voltastomaco.

Lo stomaco mi si è chiuso in una morsa letale, non volendo che nulla gli venga buttato dentro.

Sembra che anche lui stia soffrendo tanto quanto me.

In fin dei conti, è sempre un pezzo della mia persona.

E la mia persona in questo momento è confusa, triste e arrabbiata.

Tremendamente arrabbiata.

Con uno scatto d'ira, do un colpo all'oggetto bianco e rotondo, facendolo cadere sul pavimento di marmo e spargendo tutto il suo contenuto intorno.

Il tutto provoca un insopportabile rumore alle mie orecchie.

Mi prendo la testa tra le braccia, stringendola e cercando di recuperare la calma.

Rimango in quella posizione per alcuni minuti, aspettando che succeda qualcosa che invece non accade.

Dondolo avanti e indietro e quando finalmente mi calmo, alzo la testa per guardare intorno a me, i cocci di ceramica che splendono sotto la luce del sole.

Ne prendo uno in mano, osservandolo attentamente.

Noto che riflette la mia immagine stanca e triste, grigia e senza più una vera e serie ragione di vita,

essendo l'Hokage dovrei avere come massima aspirazione, dettata certamente dal mio lavoro, quella di proteggere Konoha.

Ma in questo momento non mi interessa.

Perché per proteggere questo villaggio, ho sacrificato la vita della persona a me più cara che mi fosse rimasta.

Guardo di nuovo il coccio tra le mie dita, vedendo ancora il mio volto irragionevolmente provato dalla vita e troppo giovane per la mia età. Innaturale.

Non sono più né una bambina, né tanto meno una ragazzina capricciosa.

Oramai sono una donna quasi appassita che cerca di essere quella che in realtà non è.

Poi, improvvisamente, alla mia immagine si sovrappone la tua.

È un attimo, solo un attimo.

Ma ti rivedo.

Mi stavi sorridendo.

Dopo tutto quello che ti ho fatto mi stavi sorridendo.

Faccio uno scatto all'indietro, lasciando cadere nuovamente il coccio sul pavimento lucido.

Guardo in quella direzione impaurita, spaventata, non muovendo un muscolo.

Non voglio avere la conferma che quella sia solo un'illusione.

Non voglio sperare di averti vicino e scoprire che in realtà non ci sei più.

Gli occhi mi pizzicano forte, lasciando uscire le mie prime lacrime.

Lacrime amare.

Lacrime di colpa.

Lacrime di dolore per un uomo che se le merita.

Un uomo che resterà nella storia dei ninja.

Un uomo che era un eroe.

Ma soprattutto un uomo che ha lasciato il segno.

Anche in me.

La rabbia sale di nuovo, ed io non riesco più a contenerla.

È troppo forte, non ce la faccio.

Per una volta voglio fare quello che mi sento.

Voglio ascoltare il cuore e non la testa.

Anche se il cuore non sempre ha ragione.

Ma voglio tentare almeno una volta nella vita.

“Perché mi hai lasciata sola?!?” urlo con tutto il fiato che ho in corpo, fino a farmi male.

“TI ODIO JIRAYA!!"

Ed ecco il giudizio (:

Grammatica e Stile: 8/10
Originalità: 7/10
IC: 10/10
Miglior coppia estratta: 7,5/10
Momento dell’abbandono: 8/10
Lato introspettivo: 9/10
Attinenza al Tema: 9/10
Giudizio personale: 8/10

Tot: 64/80

Giudizio: Dal punto di vista grammaticale ho notato varie virgole fuori posto. Con una buona rilettura potrai sistemarle meglio, tranquilla^^ Lo stile è difficile da seguire, poco scorrevole e tratti ed il lessico poco ampio. Il tuo modo di descrivere è poco intrigante, non attira molto. Dipende soprattutto dai periodi nel testo e dalle virgole messe dove non dovrebbero. Ripeto che sono poca cosa e che rileggendo si può correggere. Per il resto tutto bene, non ho notato che altri due errorini di distrazione^^ La storia non è complessivamente originale, comunque la trovo buona e non ho nulla da dire in merito. In fondo, è una storia introspettiva, no? Tsunade mi è parsa IC e preda del proprio dolore per la perdita di Jiraya. Nulla potrà restituirglielo, no. E’ triste, ma comunque si intravede il suo carattere forte e deciso, la sua sopportazione. Molto IC, complimenti! J La JiraTsu non è una coppia molto usata e la vedo di rado, giusto qualche volta, quindi non ho molto da dire se non “brava”! Questo Pairing è stato trattato bene^^ Il momento dell’abbandono non è proprio descritto, ma è rappresentato dal dolore della protagonista, che si sente sola e schiacciata da ciò che è successo. La sua voglia di non mangiare, la sua nausea, l’inquietudine. Si sente sola perché credeva - ci ha creduto, purtroppo - che lui sarebbe tornato. Ma non l’ha fatto, e si sente illusa e abbandonata. Hai descritto bene i suoi sentimenti - alle volte anche in modo un po’ confuso - e mi hai resa partecipe della sofferenza che, pian piano, si è trasformata in odio nei confronti di Jiraya, un sentimento sentito fortemente da coloro che hanno perso qualcuno a loro caro. Triste, davvero. Nel complesso questa storia mi è piaciuta. Non in modo eccessivo, lo ammetto, tuttavia s’intravede quel sentimento di dolore che caratterizza la persona abbandonata. Per questo ti faccio i miei complimenti J Brava, Itachi_love! XD

Si, a dire il vero mi aspettavo un pochino di più, ma va benissimo anche così. (:
Mannaggia a me e alla mia grammatica! Riuscirò a migliorarla prima o poi! :(
Però il Premio IC mi fa molto felice (:
Amando questa coppia, non c'è niente di meglio che sapere che qualcuno l'ha apprezzata come me (:
Grazie!
Comunque sia andata, ringrazio la giudicia per il suo giudizio sincero che mi ha fatto capire molte cose (:
Ringrazio e faccio i complimenti alle altre partecipanti a questo contest (:
E' stato un onore gareggiare con voi (:
P.s. I banner sono splendidi *.*
Complimenti a Shurei (:

<3