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Autore: Clovely    02/05/2010    7 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Light and Darkness

Capitolo 6

Damon restò appollaiato sul solito albero di fronte alla finestra di Elena, semplicemente osservandola, come faceva prima di conoscerla. Non si avvicinò e non provò a chiamarla, sapeva che doveva lasciarla sola. Così si limitò a tranquillizzare la mente inquieta della ragazza utilizzando il suo speciale potere da vampiro. Rimase affascinato nel sentire il cambiamento al di la della finestra.
Elena era davvero agitata, poteva sentire i suoi tremiti anche da li. Mano a mano che dirigeva ondate di caldo e confortevole potere, la ragazza si calmava, scivolando lentamente nell’incoscienza, nel caldo torpore di un sonno senza sogni.
Damon sorrise nell’oscurità. “Hai visto principessa? Sono il tuo angelo custode. O dovrei dire demone?”  Il sorriso gli si spense immediatamente.
Cercò di auto convincersi che la lontananza di Elena in quel momento era la cosa migliore che potesse capitare, visto che in città c’era un altro vampiro, e lei gli sarebbe solo stata d’impiccio.
Sospirò, osservando il corpo di Elena raggomitolato sul letto. L’impulso di sgattaiolare dentro la sua stanza era forte, ma Damon lo scacciò via immediatamente. Aveva altre cose a cui pensare, cose più importanti e più imminenti.
Decise che pensare davanti alla finestra di Elena non era affatto una bella idea, così a malincuore, gettando un ultimo sguardo alla ragazza, scese dall’albero e si allontanò dalla casa, con un unico pensiero che lo potesse rincuorare: “Trova il vampiro, e riavrai Elena.”
Si mise a camminare senza meta, facendo il punto della situazione e allontanando il più possibile Elena dai suoi pensieri, per restare lucido e tornare ad essere il vampiro senza scrupoli e determinato che era prima di conoscere la ragazza.
“Allora, le possibilità sul nostro vampiro sono due: o è uno nuovo, talmente imbecille da non provare nemmeno a coprire le sue tracce, o è un vampiro molto potente che sa della mia presenza qui a Fells Church e cerca di infastidirmi senza alcun motivo.” Pensò lui, infilando le mani nelle tasche e continuando a camminare distrattamente. “E penso proprio che l’idea più plausibile sia la prima. Non vedo perché un vampiro dovrebbe venire qui per dar fastidio proprio a me. La questione è semplice. Trovare il vampiro e ammazzarlo.” Un sorriso da predatore si dipinse sulle labbra di Damon “Così capirà che vuol dire mettersi contro di me e creare problemi tra me ed Elena.”
Senza accorgersene i piedi di Damon lo avevano condotto al vecchio cimitero. Si guardò attorno. Non c’era nessuno, tranne qualche gufo che svolazzava e un lontano ululato di un lupo. La luna era piena nel cielo e risplendeva luminosa più che mai.
Fu allora che Damon percepì qualcosa. La quiete di quel posto aveva spinto al massimo i suoi sensi. Gli sembrava di sentire urla in lontananza e poi… sentì l’aura del vampiro. Non era definita, ma era molto confusa e difficile da percepire, come le aure dei nuovi vampiri: instabili. Il ragazzo iniziò a correre verso la direzione dalla quale provenivano le urla.
“Questa sera sono fortunato. Presto Elena si renderà conto dell’enorme errore che ha commesso.” Di nuovo sulle labbra si fece spazio un sorriso di vittoria. “La sua aura è talmente bassa che quasi non si può individuare. Sì, l’avevo inquadrato bene allora. E’ solo un vampiro incapace di fare quello che deve.”
Damon spiccò un salto proprio nel momento in cui la sua corsa aveva raggiunto la massima velocità. Un normale essere umano si sarebbe schiantato e sfracellato al suolo qualche istante più tardi, ma Damon non era umano. A metà salto si trasformò in un corvo leggero e aggraziato, che planava verso la periferia della città in un frullare d’ali indistinto. 
Seguì gli urli che man mano aumentavano d’intensità, il più veloce possibile.
“Forza, ancora una curva… ci sei quasi!”
Quando sentì di essere arrivato si trasformò in umano, atterrando con grazia al suolo. Si guardò attorno, sorpreso dalla quiete che sentiva. Eppure ne era sicuro, non poteva essersi sbagliato. Il suo infallibile udito da predatore non mentiva. Mosse qualche passo nell’oscurità, e subito capì. L’odore del sangue era intenso, e c’era un perché. Esso era sparso copiosamente a terra. Poco distante giaceva un corpo accasciato e con il collo a penzoloni, in un strana inclinazione. Si avvicinò di poco, i sensi all’erta.
Era una donna, ed era visibilmente morta. “Non da molto però.” Subito si guardò attorno e lanciò ondate di potere per ricercane la fonte, ma nulla. Proprio come alla fiera.
“Stupido dilettante.” Damon era davvero irritato. Non aveva trovato quell’idiota e per di più ora gli toccava ripulire i suoi resti.
Con riluttanza si avvicinò alla donna, lanciandole uno sguardo vuoto, privo di sentimenti; e con riluttanza la sollevò, cercando di non sporcarsi di sangue.
“Il lavoro sporco tocca sempre a me, anche quello degli altri.”
Pensò il ragazzo, mentre si accingeva ad eliminare le prove dell’omicidio del vampiro.

 

***

 

Elena venne svegliata il mattino successivo da un costante bussare alla sua porta.  Aprì piano gli occhi,m sentendosi intorpidita, fisicamente e psicologicamente.
«Elena?» Era zia Judith. «Elena tesoro? Ci sono giù Bonnie e Meredith!»
La ragazza si mise a sedere con fatica. «Di loro che scendo!»
Farfugliò ancora mezza addormentata. Dopo che la zia scese le scale, i ricordi della sera prima le ripiombarono addosso. Non capiva come avesse riuscito a dormire senza sognare.
C’era una sola cosa che doveva fare ora. Trovare Damon. Parlare con Damon. Scusarsi con Damon.
Ciò che aveva fatto era imperdonabile. Anche se aveva scoperto da poco la storia dei vampiri, aveva tradito la persona alla quale teneva di più al mondo. E questo era imperdonabile. Avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare.  “Di tutto…” Pensò.
Si vestì in fretta e scese, pronta a affrontare le amiche. Sapeva perché erano li, e sperava che non fosse una cosa lunga. Probabilmente le avrebbero fatto la ramanzina, ma lei non ne aveva tempo.
Arrivò in salotto e vide le amiche sedute sul divanetto che parlottavano. Annunciò la sua presenza schiarendosi la voce.
«Ciao.»
«Elena!» Esclamò Meredith vedendola entrare. Entrambe la guardarono. «Stai… bene?»
Se lo sguardo di Bonnie era semplicemente indagatore, quello di Meredith era come quello di un dottore che parlava ad un bambino con parecchi problemi, come se potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
«Sì, sto bene.» Evidentemente le due rimasero stupite dalla sua risposta.
«Ma Elena… ieri sera sei stata tu…» Bonnie non riuscì a finire la frase.
«Sì.» Ma Elena capì lo stesso. «Sì, l’ho trovato io il corpo.» Ore le ragazze avevano uno sguardo alla “ok, è completamente impazzita.” Meredith la guardò, non in faccia, ma esaminò il suo corpo, in cerca di qualcosa. Elena decise di chiarire tutto, ed il più in fretta possibile.
«Sentite, Damon non mi ha cancellato la memoria o influenzato in qualche modo, ho addosso la verbena, Meredith, non l’ho mai tolta.» Disse mostrando all’amica la prova che cercava. «E non è stato Damon a uccidere quell’uomo.»
Bonnie non parlò, ma Meredith, come una perfetta investigatrice, prese la parola. «Vi abbiamo visti litigare. E tu non volevi che lui ti accompagnasse a casa.»
Elena sospirò. «Lo so. Ecco… ieri sera la pensavo come voi, ma ora ho capito di sbagliare. Io mi fido di lui, e lui ha detto di non averlo fatto. Perciò gli credo.» Terminò lei stringendosi nelle spalle. Meredith stava già per controbattere, e anche Bonnie aveva aperto la bocca, ma Elena le anticipò entrambe.
«Sentite, io so quello che faccio. E so anche che in città c’è un altro vampiro e che, probabilmente, ora Damon lo sta cercando. E io ho bisogno di parlargli, e di aiutarlo, se mi sarà possibile. Voi potete continuare a fidarvi di me… oppure…»
«Elena, noi ci fidiamo di te!»
«Ma non di lui!»Terminò Bonnie.
Elena scosse la testa e si avviò alla porta.
«Ne abbiamo già parlato e non ho intenzione di farlo di nuovo.»
Uscì di casa seguita dalle ragazze.
«Elena, ma dove vai?!»
«E se ti succedesse qualcosa? Che sia o no il tuo ragazzo, c’è in giro un assassino, Elena. Devi stare a casa.»
«Non mi succederà niente, devo solo trovare Damon.»
Le due non provarono più a fermarla, così lei si incamminò. Continuò a pensare alle sue amiche. Non poteva biasimarle, anche lei aveva dubitato.
Solo quando fu a metà strada, si rese conto di non sapere dove cercare Damon. Ma l’abitudine l’aveva portata nei paraggi del cimitero. “Non dovrei essere qui.” Non sapeva perché, ma ne era certa. Il cimitero non era il posto adatto, proprio per niente.

 

***

 

Non riuscì più ad individuare il vampiro dopo quella sera. Così, alle prime luci dell’alba, tornò da Elena, per vegliare sul suo sonno. Si trasformò in corvo e si posò sul solito ramo.
E li rimase, fin quando la ragazza non si svegliò chiamata dalla zia. Nel salotto la attendevano le sue amiche.
Damon decise che era il momento di andare e così fece.
Il resto del giorno lo passò a cercare il vampiro, ma senza trovarlo.
Solo mentre il sole stava già calando, sentì la sua presenza. Era un aura debole, che si aggirava nei pressi del cimitero.
Si diresse immediatamente li, cercando di non essere percepito. Ma mentre si avvicinava, sentì un’altra presenza. Non era un vampiro, era un umano.
Correzione: un’ umana.
“Accidenti Elena! Che cosa diavolo sei venuta a fare qui?! Accidenti!”
Imprecò Damon, cambiando direzione e dirigendosi verso l’aura della ragazza.
Subito la vide, avanzare fiera tra le vecchie lapidi decadenti. Sotto la sua sicurezza però Damon poteva cogliere l’incertezza.
Tornò di nuovo ad essere il bellissimo ragazzo, abbandonando le ali del corvo, e apparendo improvvisamente davanti ad Elena, che sobbalzò.
«Damon!» Esclamò presa alla sprovvista. Con stupore Damon non trovò tracce dell’odio che vi aveva visto fino al giorno prima.
«Io… ti devo parlare.» Disse lei, accesa da una ceca determinazione.
Damon si guardò attorno con fare teatrale.
«Qui?»
«Sì. Io… non sapevo dove trovarti.»
“Bè, non mi sono mai realmente allontanato Elena, ma tu questo non lo sai…”
«Non è il momento. Il vampiro, che tu ci creda o no, sta venendo qui, e io gli avrei dato il benvenuto, se tu non fossi spuntata così.» Disse aspramente.
Damon vide nell’espressione della ragazza che le sue parole l’avevano ferita, ma questo non era il momento per certi pensieri. Non aveva tempo, il vampiro sarebbe arrivato, e il suo profumo era così delizioso…
«Devi andartene da qui, Elena, subito. Non sei al sicuro. Non posso fare… quello che devo se tu sei nei paraggi.»
«Ma, Damon…»
«No, Elena!» Damon la interruppe bruscamente. Non era felice di trattarla in questo modo, ma doveva farlo, c’era poco tempo. «Non riuscirò mai a concentrarmi se non avrò la certezza che tu starai al sicuro in casa tua!»
Gli occhi della ragazza si fecero lucidi, anche se Damon non capì il perché, e non ebbe il tempo di indagare.
«Devo portarti a casa. Subito.»
Lui le porse la mano, e lei l’afferrò, capendo che non c’era modo di parlare in quel momento, e che la situazione era davvero grave.
Lui la tirò a se, stringendola per un istante.
“Ok, non è il momento per… accidenti.” Quel contatto lo mandò in tilt. “No, no. Concentrati Damon.”
La sollevò delicatamente da terra ed iniziò a correre.
Elena si strinse a lui, presa alla sprovvista, per la seconda volta in pochi minuti.
Ed in altrettanto poco tempo si ritrovarono davanti a casa sua.
Lui la depositò sulla soglia.
«Ora entra dentro e, ti prego, promettimi che ci resterai!»
Disse stringendole le spalle.
«Te lo prometto Damon.»
Rimasero per qualche istante a fissarsi, occhi neri dentro ad occhi blu. Notte dentro il giorno, buio dentro la luce.
Poi la magia finì, e Damon la lasciò, aspettando che lei aprisse la porta ed entrasse in casa. Poi si voltò pronto ad andarsene.
«No! Damon ti prego, aspetta un minuto!»
Urlò Elena. Lui si bloccò e voltò di poco la testa, continuando a dare le spalle alla ragazza.
Aspettò che parlasse, anche se il tempo scorreva, e lui doveva andare. 

 

 Note d'autrice:

Allora ragazze, eccovi il sesto cpaitolo!!! Scusate se ci ho messo una vita, ma come vi avevo detto, ero andata in gita! ^^ E KeLsey e Deliah_ se vi interessa sono andata una settimana in Inghilterra! ** e "grazie" al vulacno Islandese, sono rimasta bloccata la un paio di giorni!!! xD Siamo dovuti tornare in bus, con un viaggio di ben 24 ore!! o.O
Ahahaha! Ok dai, ora passiamo ai ringraziamenti per tutti i fantastici lettori! Ancora un grazie enorme!!!
Per questa volta, avendo tempo, vi ringrazierò una per una, e vi anticipo che non ci metterò tantissimo a postare il capitolo 7, perchè l'ho già scritto in questo magnifico piccolo ponte dell'1 maggio! xD

Erika90:  no ti prego, non venire ad uccidermi con torce e forconi!!! In fondo, l'amore non è bello se non è litigarello!!! xD no?? Penso che questo valga anche per i vampiri!!! xD
Già, a volte Bonnie proprio non la sopporta... ci prova sempre con Damon!!! ç____ç è anche per questo che ho di gran lunga preferito "l'anima nera" ai libri precedenti partendo dal ritorno! xD
Hihihi! Son contenta che ti piaccia il barista! xD E... no mi spiace, Stefa non è andato a beeeep! xD
Grazie davvero per le tue recensioni, spero ti piacciano anche i prossimi capitoli! =)

KeLsey: oh ti capisco, la scuola è davvero una cosa indecente in questo periodo... comunque no, non odiare Elena poverella! xD Devi tenere presente che nella mia storia lei conosce da pochissimo tempo la verità sui vampiri, e l'unico vampiro che conosce è apputno Damon... quindi con lo shock il suo cervello ha reagito impulsivamente... ma poi si è ricreduta, per fortuna! xD
Hihihi, ok, sono stata un po prevedibile sul barista?! Bà, e chi lo sa! xD
Grazie davvero per le recensioni!! ;)

okkidacerbiatta:  grazie Lisa per le tue recensioni!! Sei sempre gentilissima!! Eheh, non preoccuparti, Elena e Damon torneranno a essere un dolce coppietta... forse... un giorno... chi lo sa?
Ok scehrzo, non uccidermi! xD
Hihi, belle intuizioni per il vampiro davvero! 
Spero che troverai presto il tempo per continuare a scrivere, perchè sei davvero brava!!
Grazie ancora bella!!! =)

biafin: grazie davvero per la bellissima recensione!!! Eh già, hai ragione, in giro si vedono solo storie su Dmaon e Bonnie! =(
Sono felice che tu pensi che abbia reso bene i personaggi! Certe volte è difficile immedesimarmi in Damon, e a volte ho paura di farlo troppo sdolcinato o troppo diverso da quel che è in realtà! Come ho detto prima, Elena a poca esperienza con i vampiri, per questo reagisce in modo così impulsivo vedendo il cadavere!!
Ok, spero che ti piacereanno anche i capitoli successivi, grazie mille per la recensione!!! =)

Deliah_ :  grazie per le recensioni sempre gentilissime!!! Allora, come ho scritto nelle righe precedenti, Elena ha reagito così perchè a poca esperienza con i vampiri, ma poi, azionando il suo cervello, capisce il suo errore! ^^
Hihihi, ok, sono stata prevedibile con la storia del barsita! Eh vabbè! xD
Spero che aggiornarai presto la tua storia, Follia, perchè è magnifica!!! ** 
Grazie ancora, comunqe!!! =)

 

 

   
 
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