Light
and
Darkness
Capitolo
6
Damon
restò appollaiato sul
solito albero di fronte alla finestra di Elena, semplicemente
osservandola,
come faceva prima di conoscerla. Non si avvicinò e non
provò a chiamarla,
sapeva che doveva lasciarla sola. Così si limitò
a tranquillizzare la mente inquieta
della ragazza utilizzando il suo speciale potere da vampiro. Rimase
affascinato
nel sentire il cambiamento al di la della finestra.
Elena era davvero agitata, poteva
sentire i suoi tremiti anche da li. Mano a mano che dirigeva ondate di
caldo e
confortevole potere, la ragazza si calmava, scivolando lentamente
nell’incoscienza, nel caldo torpore di un sonno senza sogni.
Damon sorrise nell’oscurità. “Hai
visto principessa? Sono il tuo angelo custode. O dovrei dire
demone?” Il
sorriso gli si spense immediatamente.
Cercò di auto convincersi che la
lontananza di Elena in quel momento era la cosa migliore che potesse
capitare,
visto che in città c’era un altro vampiro, e lei
gli sarebbe solo stata
d’impiccio.
Sospirò, osservando il corpo di
Elena raggomitolato sul letto. L’impulso di sgattaiolare
dentro la sua stanza
era forte, ma Damon lo scacciò via immediatamente. Aveva
altre cose a cui
pensare, cose più importanti e più imminenti.
Decise che pensare davanti alla
finestra di Elena non era affatto una bella idea, così a
malincuore, gettando
un ultimo sguardo alla ragazza, scese dall’albero e si
allontanò dalla casa,
con un unico pensiero che lo potesse rincuorare: “Trova il
vampiro, e riavrai
Elena.”
Si mise a camminare senza meta,
facendo il punto della situazione e allontanando il più
possibile Elena dai
suoi pensieri, per restare lucido e tornare ad essere il vampiro senza
scrupoli
e determinato che era prima di conoscere la ragazza.
“Allora, le possibilità sul
nostro vampiro sono due: o è uno nuovo, talmente imbecille
da non provare
nemmeno a coprire le sue tracce, o è un vampiro molto
potente che sa della mia
presenza qui a Fells Church e cerca di infastidirmi senza alcun
motivo.” Pensò
lui, infilando le mani nelle tasche e continuando a camminare
distrattamente.
“E penso proprio che l’idea più
plausibile sia la prima. Non vedo perché un
vampiro dovrebbe venire qui per dar fastidio proprio a me.
La questione è semplice. Trovare il vampiro e
ammazzarlo.” Un
sorriso da predatore si dipinse sulle labbra di Damon
“Così capirà che vuol
dire mettersi contro di me e creare problemi tra me ed Elena.”
Senza accorgersene i piedi di
Damon lo avevano condotto al vecchio cimitero. Si guardò
attorno. Non c’era
nessuno, tranne qualche gufo che svolazzava e un lontano ululato di un
lupo. La
luna era piena nel cielo e risplendeva luminosa più che mai.
Fu allora che Damon percepì
qualcosa. La quiete di quel posto aveva spinto al massimo i suoi sensi.
Gli
sembrava di sentire urla in lontananza e poi…
sentì l’aura del vampiro. Non era
definita, ma era molto confusa e difficile da percepire, come le aure
dei nuovi
vampiri: instabili. Il ragazzo iniziò a correre verso la
direzione dalla quale
provenivano le urla.
“Questa sera sono fortunato.
Presto Elena si renderà conto dell’enorme errore
che ha commesso.” Di nuovo
sulle labbra si fece spazio un sorriso di vittoria. “La sua
aura è talmente
bassa che quasi non si può individuare. Sì,
l’avevo inquadrato bene allora. E’
solo un vampiro incapace di fare quello che deve.”
Damon spiccò un salto proprio nel
momento in cui la sua corsa aveva raggiunto la massima
velocità. Un normale
essere umano si sarebbe schiantato e sfracellato al suolo qualche
istante più
tardi, ma Damon non era umano. A metà salto si
trasformò in un corvo leggero e
aggraziato, che planava verso la periferia della città in un
frullare d’ali
indistinto.
Seguì gli urli che man mano
aumentavano d’intensità, il più veloce
possibile.
“Forza, ancora una curva… ci sei
quasi!”
Quando sentì di essere arrivato
si trasformò in umano, atterrando con grazia al suolo. Si
guardò attorno,
sorpreso dalla quiete che sentiva. Eppure ne era sicuro, non poteva
essersi
sbagliato. Il suo infallibile udito da predatore non mentiva. Mosse
qualche
passo nell’oscurità, e subito capì.
L’odore del sangue era intenso, e c’era un
perché. Esso era sparso copiosamente a terra. Poco distante
giaceva un corpo
accasciato e con il collo a penzoloni, in un strana inclinazione. Si
avvicinò
di poco, i sensi all’erta.
Era una donna, ed era
visibilmente morta. “Non da molto però.”
Subito si guardò attorno e lanciò
ondate di potere per ricercane la fonte, ma nulla. Proprio come alla
fiera.
“Stupido dilettante.” Damon era
davvero irritato. Non aveva trovato quell’idiota e per di
più ora gli toccava
ripulire i suoi resti.
Con riluttanza si avvicinò alla
donna, lanciandole uno sguardo vuoto, privo di sentimenti; e con
riluttanza la
sollevò, cercando di non sporcarsi di sangue.
“Il lavoro sporco tocca sempre a
me, anche quello degli altri.”
Pensò il ragazzo, mentre si
accingeva ad eliminare le prove dell’omicidio del vampiro.
***
Elena
venne
svegliata il mattino successivo da un costante bussare alla sua porta. Aprì piano gli
occhi,m sentendosi
intorpidita, fisicamente e psicologicamente.
«Elena?» Era
zia Judith. «Elena tesoro? Ci sono giù Bonnie e
Meredith!»
La ragazza
si mise a sedere con fatica. «Di loro che scendo!»
Farfugliò
ancora mezza addormentata. Dopo che la zia scese le scale, i ricordi
della sera
prima le ripiombarono addosso. Non capiva come avesse riuscito a
dormire senza
sognare.
C’era una
sola cosa che doveva fare ora. Trovare Damon. Parlare con Damon.
Scusarsi con
Damon.
Ciò che
aveva fatto era imperdonabile. Anche se aveva scoperto da poco la
storia dei
vampiri, aveva tradito la persona alla quale teneva di più
al mondo. E questo
era imperdonabile. Avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare. “Di
tutto…” Pensò.
Si vestì in
fretta e scese, pronta a affrontare le amiche. Sapeva perché
erano li, e
sperava che non fosse una cosa lunga. Probabilmente le avrebbero fatto
la
ramanzina, ma lei non ne aveva tempo.
Arrivò in
salotto e vide le amiche sedute sul divanetto che parlottavano.
Annunciò la sua
presenza schiarendosi la voce.
«Ciao.»
«Elena!»
Esclamò Meredith vedendola entrare. Entrambe la guardarono.
«Stai… bene?»
Se lo
sguardo di Bonnie era semplicemente indagatore, quello di Meredith era
come
quello di un dottore che parlava ad un bambino con parecchi problemi,
come se
potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
«Sì, sto
bene.» Evidentemente le due rimasero stupite dalla sua
risposta.
«Ma Elena…
ieri sera sei stata tu…» Bonnie non
riuscì a finire la frase.
«Sì.» Ma
Elena capì lo stesso. «Sì,
l’ho trovato io il corpo.» Ore le ragazze avevano
uno sguardo alla “ok, è completamente
impazzita.” Meredith la guardò, non in
faccia, ma esaminò il suo corpo, in cerca di qualcosa. Elena
decise di chiarire
tutto, ed il più in fretta possibile.
«Sentite,
Damon non mi ha cancellato la memoria o influenzato in qualche modo, ho
addosso
la verbena, Meredith, non l’ho mai tolta.» Disse
mostrando all’amica la prova
che cercava. «E non è stato Damon a uccidere
quell’uomo.»
Bonnie non
parlò, ma Meredith, come una perfetta investigatrice, prese
la parola. «Vi
abbiamo visti litigare. E tu non volevi che lui ti accompagnasse a
casa.»
Elena
sospirò. «Lo so. Ecco… ieri sera la
pensavo come voi, ma ora ho capito di
sbagliare. Io mi fido di lui, e lui ha detto di non averlo fatto.
Perciò gli
credo.» Terminò lei stringendosi nelle spalle.
Meredith stava già per
controbattere, e anche Bonnie aveva aperto la bocca, ma Elena le
anticipò
entrambe.
«Sentite, io
so quello che faccio. E so anche che in città
c’è un altro vampiro e che,
probabilmente, ora Damon lo sta cercando. E io ho bisogno di parlargli,
e di
aiutarlo, se mi sarà possibile. Voi potete continuare a
fidarvi di me… oppure…»
«Elena, noi
ci fidiamo di te!»
«Ma non di lui!»Terminò
Bonnie.
Elena scosse
la testa e si avviò alla porta.
«Ne abbiamo
già parlato e non ho intenzione di farlo di nuovo.»
Uscì di casa
seguita dalle ragazze.
«Elena, ma
dove vai?!»
«E se ti
succedesse qualcosa? Che sia o no il tuo ragazzo,
c’è in giro un assassino,
Elena. Devi stare a casa.»
«Non mi
succederà niente, devo solo trovare Damon.»
Le due non
provarono più a fermarla, così lei si
incamminò. Continuò a pensare alle sue
amiche. Non poteva biasimarle, anche lei aveva dubitato.
Solo quando
fu a metà strada, si rese conto di non sapere dove cercare
Damon. Ma
l’abitudine l’aveva portata nei paraggi del
cimitero. “Non dovrei essere qui.”
Non sapeva perché, ma ne era certa. Il cimitero non era il
posto adatto,
proprio per niente.
***
Non
riuscì
più ad individuare il vampiro dopo quella sera.
Così, alle prime luci
dell’alba, tornò da Elena, per vegliare sul suo
sonno. Si trasformò in corvo e
si posò sul solito ramo.
E li rimase,
fin quando la ragazza non si svegliò chiamata dalla zia. Nel
salotto la
attendevano le sue amiche.
Damon decise
che era il momento di andare e così fece.
Il resto del
giorno lo passò a cercare il vampiro, ma senza trovarlo.
Solo mentre
il sole stava già calando, sentì la sua presenza.
Era un aura debole, che si
aggirava nei pressi del cimitero.
Si diresse
immediatamente li, cercando di non essere percepito. Ma mentre si
avvicinava,
sentì un’altra presenza. Non era un vampiro, era
un umano.
Correzione:
un’ umana.
“Accidenti
Elena! Che cosa diavolo sei venuta a fare qui?! Accidenti!”
Imprecò
Damon, cambiando direzione e dirigendosi verso l’aura della
ragazza.
Subito la
vide, avanzare fiera tra le vecchie lapidi decadenti. Sotto la sua
sicurezza
però Damon poteva cogliere l’incertezza.
Tornò di
nuovo ad essere il bellissimo ragazzo, abbandonando le ali del corvo, e
apparendo improvvisamente davanti ad Elena, che sobbalzò.
«Damon!»
Esclamò presa alla sprovvista. Con stupore Damon non
trovò tracce dell’odio che
vi aveva visto fino al giorno prima.
«Io… ti devo
parlare.» Disse lei, accesa da una ceca determinazione.
Damon si
guardò attorno con fare teatrale.
«Qui?»
«Sì. Io… non
sapevo dove trovarti.»
“Bè, non mi
sono mai realmente allontanato Elena, ma tu questo non lo
sai…”
«Non è il
momento. Il vampiro, che tu ci creda o no, sta venendo qui, e io gli
avrei dato
il benvenuto, se tu non fossi spuntata così.»
Disse aspramente.
Damon vide
nell’espressione della ragazza che le sue parole
l’avevano ferita, ma questo
non era il momento per certi pensieri. Non aveva tempo, il vampiro
sarebbe
arrivato, e il suo profumo era così delizioso…
«Devi
andartene da qui, Elena, subito. Non sei al sicuro. Non posso
fare… quello che
devo se tu sei nei paraggi.»
«Ma, Damon…»
«No, Elena!»
Damon la interruppe bruscamente. Non era felice di trattarla in questo
modo, ma
doveva farlo, c’era poco tempo. «Non
riuscirò mai a concentrarmi se non avrò la
certezza che tu starai al sicuro in casa tua!»
Gli occhi
della ragazza si fecero lucidi, anche se Damon non capì il
perché, e non ebbe
il tempo di indagare.
«Devo
portarti a casa. Subito.»
Lui le porse
la mano, e lei l’afferrò, capendo che non
c’era modo di parlare in quel
momento, e che la situazione era davvero grave.
Lui la tirò
a se, stringendola per un istante.
“Ok, non è
il momento per… accidenti.” Quel contatto lo
mandò in tilt. “No, no.
Concentrati Damon.”
La sollevò
delicatamente da terra ed iniziò a correre.
Elena si
strinse a lui, presa alla sprovvista, per la seconda volta in pochi
minuti.
Ed in
altrettanto poco tempo si ritrovarono davanti a casa sua.
Lui la
depositò sulla soglia.
«Ora entra
dentro e, ti prego, promettimi che ci resterai!»
Disse
stringendole le spalle.
«Te lo prometto
Damon.»
Rimasero per
qualche istante a fissarsi, occhi neri dentro ad occhi blu. Notte
dentro il
giorno, buio dentro la luce.
Poi la magia
finì, e Damon la lasciò, aspettando che lei
aprisse la porta ed entrasse in
casa. Poi si voltò pronto ad andarsene.
«No! Damon
ti prego, aspetta un minuto!»
Urlò Elena. Lui
si bloccò e voltò di poco la testa, continuando a
dare le spalle alla ragazza.
Aspettò che
parlasse, anche se il tempo scorreva, e lui doveva andare.
Ahahaha! Ok dai, ora passiamo ai ringraziamenti per tutti i fantastici
lettori! Ancora un grazie enorme!!!
Per questa volta, avendo tempo, vi ringrazierò una per una,
e vi anticipo che non ci metterò tantissimo a postare il
capitolo 7, perchè l'ho già scritto in questo
magnifico piccolo ponte dell'1 maggio! xD
Già, a volte Bonnie proprio non la sopporta... ci prova
sempre con Damon!!! ç____ç è anche per
questo che ho di gran lunga preferito "l'anima nera" ai libri
precedenti partendo dal ritorno! xD
Hihihi! Son contenta che ti piaccia il barista! xD E... no mi spiace,
Stefa non è andato a beeeep! xD
Grazie davvero per le tue recensioni, spero ti piacciano anche i
prossimi capitoli! =)
Hihihi, ok, sono stata un po prevedibile sul barista?! Bà, e
chi lo sa! xD
Grazie davvero per le recensioni!! ;)
okkidacerbiatta:
grazie Lisa per le tue recensioni!! Sei sempre gentilissima!!
Eheh, non preoccuparti, Elena e Damon torneranno a essere un dolce
coppietta... forse... un giorno... chi lo sa?
Ok scehrzo, non uccidermi! xD
Hihi, belle intuizioni per il vampiro davvero!
Spero che troverai presto il tempo per continuare a scrivere,
perchè sei davvero brava!!
Grazie ancora bella!!! =)
biafin:
grazie davvero per la bellissima recensione!!! Eh già, hai
ragione, in giro si vedono solo storie su Dmaon e Bonnie! =(
Sono felice che tu pensi che abbia reso bene i personaggi! Certe volte
è difficile immedesimarmi in Damon, e a volte ho paura di
farlo troppo sdolcinato o troppo diverso da quel che è in
realtà! Come ho detto prima, Elena a poca esperienza con i
vampiri, per questo reagisce in modo così impulsivo vedendo
il cadavere!!
Ok, spero che ti piacereanno anche i capitoli successivi, grazie mille
per la recensione!!! =)
Deliah_
: grazie per le recensioni sempre gentilissime!!! Allora,
come ho scritto nelle righe precedenti, Elena ha reagito
così perchè a poca esperienza con i vampiri, ma
poi, azionando il suo cervello, capisce il suo errore! ^^
Hihihi, ok, sono stata prevedibile con la storia del barsita! Eh
vabbè! xD
Spero che aggiornarai presto la tua storia, Follia, perchè
è magnifica!!! **
Grazie ancora, comunqe!!! =)