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Autore: giadadarla    04/05/2010    3 recensioni
Bella e Alice vivono in un mondo in cui i vampiri,usciti allo scoperto, sono una minaccia per l'umanità. Il loro compito è ucciderli. Cosa accadrebbe se incontrassero i Cullen? Sarebbe possibile rinunciare a tutto ciò che l'odio ha nutrito in loro per anni ed anni e lottare contro se stesse per un amore incomprensibile? se vi incuriosisce almeno un pò ... correte a leggere!!!!!
Genere: Romantico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Bella

kris

 

Risveglio

 

 

 

 

“ E siamo di nuovo qui, con Arrow 9.31! Il sole splende, l'aria è calda, gente di Los Angeles, approfittiamo di queste ore di luce e godiamoci un nuovo classico del rock …”

Ancora assonnata, afferrai la sveglia e la scagliai a terra, ormai quello era diventato un rituale che facevo tutte le mattine.

Ore 13:30, orario in cui si sveglia una normale cacciatrice dopo aver passato tutta la notte ad inseguire ed eliminare la nuova feccia dell'umanità, i vampiri.

Mi trascinai in bagno e diedi un rapido sguardo allo specchio. Il mio aspetto era pessimo, come sempre del resto!

Mi infilai sotto la doccia e lasciai che il getto d'acqua calda rilassasse i muscoli indolenziti dalla lotta della sera precedente.

Lasciai i capelli bagnati, faceva troppo caldo per usare il phon, indossai le prime cose che trovai nel guardaroba e scesi al piano di sotto per fare colazione.

La casa era deserta, un po' di silenzio mi avrebbe fatto bene dato che la mia coinquilina lasciava poco spazio alla tranquillità.

Duecentocinquanta metri quadri di abitazione per due persone, la tranquillità era scontata se non si viveva con Alice Cullen, un folletto di poco più di un metro e cinquanta che a volte riusciva ad essere più fastidiosa di un branco di mocciosi.

Alice, come sarebbe stata la mia vita senza di lei?

Semplice, un vero inferno, sempre che la mia vita non lo fosse già.

Presi una grande tazza dalla credenza e la riempii di caffè bollente, recuperai il giornale e andai in giardino dove la mia amata poltrona mi stava già aspettando con sopra una bella scatola di ciambelle accompagnata da un post it rosa.

Buongiorno B., sono andata a correre, tu dormivi e non ti ho svegliata. Ti ho comprato la colazione, mangia! Ricordati che alle 16 abbiamo una riunione con il capo. Ci vediamo direttamente al D.S.D! Xoxo Alice “

Sorrisi pensando a quante forze avesse quella ragazza. Non le era bastata la nottataccia che avevamo avuto, doveva anche andare a correre?

Mi accasciai sulla poltrona e iniziai a massaggiarmi le tempie doloranti.

Quella vita mi stava distruggendo e prima o poi sarei morta dalla stanchezza, sempre che fossi riuscita a sopravvivere ancora.

Addentai svogliatamente la ciambella ripiena di cioccolato e iniziai a sfogliare il giornale.

Ogni giorno, ogni singolo giorno le notizie erano sempre le stesse.

Dal momento in cui quei dannati vampiri vennero allo scoperto la nostra esistenza cambiò radicalmente.

Durante il giorno potevamo fingere di vivere una vita normale ma la notte, beh la notte tutto cambiava!

Loro uscivano dalle loro tane, andavano a caccia, uccidevano, si nutrivano e noi umani non possiamo far altro che fuggire e nasconderci come animali o almeno è quello che fanno la maggior parte.

Mi chiamo Bella Swan, in realtà sarebbe Isabella ma il mio nome completo non mi è mai piaciuto, ho ventuno anni è lavoro al D.S.D., Dipartimento Speciale della Difesa.

È un'organizzazione autorizzata dallo stato Americano per la tutela del genere umano. Il nostro compito è quello di mantenere al sicuro la popolazione, proteggerla dai vampiri ed uccidere quest'ultimi.

Io e Alice siamo a capo della sezione di Fisica e di Chimica. Di giorno conduciamo esperimenti, brevettiamo nuove armi e di notte ci dedichiamo alla caccia.

Siamo state reclutate entrambe al M.I T. dopo aver affrontato numerosi test psicologici e fisici.

Holland Menners, direttore generale del D.S.D. Di Los Angeles, è l'uomo che ci ha salvato la vita.

Avevamo perso tutto, la famiglia, la speranza e l'unica cosa che ci manteneva in vita era l'odio per i vampiri.

Il padre di Alice l'aveva addestrata a combattere dopo che il resto della sua famiglia fu ucciso da un branco di non-morti, finché non l'abbandonò anche lui.

Non ama molto ricordare il passato, e a chi piacerebbe riportare alla memoria quei terribili momenti? Io sono stata la prima persona con la quale lei si sia aperta, forse perché la nostra storia era simile.

Avevo capito subito che saremmo diventate amiche, sin dal primo momento in cui avevo guardato i suoi grandi occhi neri e vi avevo letto l'abisso, proprio come quello che vedevo ogni giorno riflesso nel mio sguardo.

I miei famigliari vennero trucidati in un bagno di sangue quando avevo sette anni.

Ero solo una bambina e pensavo che le storie dei vampiri fossero state create per spaventare quelli come me e invece era tutto vero.

Purtroppo la scoperta mi costò un caro prezzo.

Vivevo ancora a New York ed era una tranquilla serata di primavera quando qualcuno venne a bussare alla nostra porta.

Era un coppia, lui altissimo e dall'aspetto angelico, capelli biondi lunghi fino alle spalle, sorriso smagliante e lei sembrava essere uscita da una fiaba, una vera principessa.

La donna mi chiese se poteva entrare per fare una telefonata, la loro macchina si era guastata.

Sapevo che non dovevo permettere a degli estranei di varcare la soglia di casa ma loro sembravano così … normali.

Durò tutto un istante, il tempo di invitarli dentro e sentire le urla di mio madre che accorrevano verso di me pronto a portarmi via e poi … l'inferno.

Erano velocissimi e nessuno di noi ebbe il tempo di reagire o fare qualsiasi altra cosa.

Mio padre e mia madre vennero brutalmente uccisi sotto i miei occhi.

Mi nascosi dietro il divano della sala, vedevo la loro vita abbandonarli lentamente mentre quegli esseri immondi si nutrivano del loro sangue.

Io fui risparmiata perché ero stata gentile con loro, “ ci hai fatti entrare e per questo ti lasceremo in vita”, così mi aveva detto la donna.

Per anni ho odiato il fatto di essere sopravvissuta al massacro.

Sarebbe stato meglio morire piuttosto che affrontare giorno dopo giorno le conseguenze di ciò che era accaduto.

Andai a vivere da mia nonna poiché era il parente più prossimo. Lei era anziana ed io ero solo una bambina.

Imparai a crescere velocemente, ad occuparmi di tutto da sola. Facevo la spesa, cucinavo, pulivo, andavo a scuola e dentro di me covavo qualcosa di oscuro che primo o poi sarebbe esploso.

Iniziai a fare delle ricerche, dovevo sapere cosa era accaduto quella notte e come combattere quei mostri.

I vampiri erano già usciti allo scoperto ma nessuno era perfettamente consapevole di cosa doveva affrontare. Per secoli abbiamo pensato che fossero solo leggende e quindi fu difficile accettare che quella fosse la realtà.

Solo con l'aumentare esponenziale degli omicidi il genere umano ha cominciato a rispondere all'attacco.

Ma i vampiri sono forti, astuti e non si lasciano ingannare facilmente. Sono rimasti nascosti per generazioni, per loro è facile non farsi scovare.

Di giorno se ne stanno rintanati nei loro di rifugi perché la luce solare li renderebbe simili a delle torce ambulanti. Oltre il contatto diretto con il sole, ci sono altri metodi per eliminarli: il fuoco, un paletto di legno ben appuntito piantato nel cuore oppure la semplice decapitazione, metodo rapido e sempre efficiente!

Sembrano comuni umani a prima vista ma qui a Los Angeles è difficile non riconoscerli, non è facile trovare molte persone con il viso diafano con il sole che splende per quasi 365 giorni l'anno, eccetto me ovviamente.

Tranquilli, sono perfettamente umana è solo che la mia pelle non va molto d'accordo con il sole!

Chiusi gli occhi, feci un profondo respiro e mi abbandonai sulla poltrona godendo delle ore di luce che rendevano la nostra esistenza meno dolorosa.

Probabilmente mi addormentai di nuovo, con il mio lavoro bisognava approfittare di ogni minuto di relax perché potevano capitare giorni in cui non dormivo affatto.

Mi svegliai di soprassalto.

Avevo di nuovo fatto un incubo. Ormai erano diventati sempre più frequenti, nemmeno nei sogni riuscivo ad avere un po' di pace.

Assistevo quotidianamente a massacri di ogni genere, donne, uomini, bambini e non sempre riuscivamo a salvare tutti.

Le vittime erano una costante nelle nostre operazioni.

Avevamo cercato di rendere Los Angeles una città sicura ma non tutti rispettavano le regole di tutela che aveva stabilito.

Logicamente al calare del sole scattava il coprifuoco. Nessuno poteva uscire dalle proprie case, per nessuna ragione al mondo.

I vampiri non potevano entrare senza essere prima invitati, per questo la propria abitazione era il posto più sicuro.

In casi urgenti, come malattie o incidenti, ci occupavamo noi di scortare personalmente la gente in strutture protette.

Non sempre il nostro lavoro veniva apprezzato. Il fatto che i vampiri fossero usciti allo scoperto non era stata interpretata da tutti come una catastrofe, c'era una piccola minoranza che ne era entusiasta. Erano loro il nostro secondo problema.

Non era facile proteggere quegli incoscienti se non rispettavano i nostri ordini. Il loro scopo era quello di passare nell'altro fronte.

Erano attratti dall'immortalità, dall'eterna giovinezza senza considerare che sarebbero diventati dei veri e propri mostri.

I vampiri non hanno sentimenti, non hanno anima … sono solo degli animali che seguono il loro istinto di cacciatori.

Uccidono e distruggono.

Salii di nuovo in camera per cambiarmi. La riunione con il capo richiedeva un abbigliamento diverso da quello di tutti i giorni.

Holland era molto esigente, per lui l'aspetto era fondamentale. Era il nostro biglietto da visita.

Bella, nessuno si fiderà di te se vai vestita con degli stracci!” queste furono le sue parole quando mi presentai al primo consiglio di amministrazione e da quel giorno seguii il suo suggerimento.

Aveva fatto tanto per me, potevo anche concedergli quest'inezia!

Indossai un pantalone nero aderente, un top di seta grigio e una giacca coordinata al completo. Le decoltè con il tacco mi lasciavano ancora perplessa ma non potevo farne a meno. Raccolsi i capelli in una coda di cavallo, un velo di trucco per eliminare la stanchezza dal mio volto e poi fui pronta per andare.

Scesi in garage e salii a bordo della mia Aston Martin, piccolo regalo di benvenuto del D.S.D e sfrecciai a tutta velocità lungo le strade di L.A..

La città degli angeli, così la chiamavano … peccato che gli angeli ci avessero abbandonato decenni fa!

Il D.S.D, erano un immenso edificio situato nella parte est della città, in una zona protetta e inaccessibile ad ogni forma di vita.

I sistemi di sicurezza erano all'avanguardia, riconoscimenti vocali, impronte digitali, scanner della retina, solo il personale autorizzato poteva varcare la soglia e un sistema di riconoscimento per vampiri, ci evitava attacchi improvvisi.

Passai la mano sullo scanner e la porta di ingresso si aprì emettendo un suono metallico.

“ Buonasera, signorina Swan.” mi salutò Jessica, la segretaria del mio dipartimento, porgendomi il programma della riunione.

Risposi con un cenno della mano e proseguii ignorandola.

Detestavo quella ragazza ,aveva qualcosa che mi inquietava. Era fin troppo calma e tranquilla per poter essere normale. Nessuno era veramente sano di mente in quel posto perché in un modo o nell'altro quel lavoro ti cambiava.

“ Hei, Bells!” la voce proveniva da qualcuno alle mie spalle.

Riconoscendo quel qualcuno, accelerai il passo. Non avevo voglia di discutere.

“ Bella, dannazione, fermati!” Jacob mi bloccò per un braccio costringendomi a voltarmi verso di lui.

Jacob Black era il comandante della squadra dei licantropi.

Ebbene si, esistevano anche loro!

Gli avevamo reclutati perché la loro forza fisica era eccezionale ed in più erano i nemici giurati dei vampiri.

La componente dell'odio li rendeva ancora più temibili.

Spesso mirano ad agire fuori dagli schemi dato che a volte tendono ad essere un po' impulsivi ma è una cosa che possiamo accettare. In fondo sono loro che fanno il lavoro sporco.

“ Jake, non è il momento. Abbiamo una riunione.” lo zittii bruscamente.

Detestavo le persone insistenti.

“ Dato che no hai risposto alle mie ventidue chiamate, questo è l'unico modo che ho per parlare con te.” protestò incrociando le braccia la petto.

“ Se non si tratta di lavoro sarò costretta a rimandare.”

“ Sai di cosa di tratta.”

Roteai gli occhi al cielo e sbuffai pesantemente.

“ Non puoi continuare a comportarti così.” mi rimproverò lui.

“ Jake sei tu che fraintendi le cose. “ e mi avvicinai di più a lui, non volevo che le nostre discussioni diventassero di dominio pubblico “ ero stata molto chiara la prima volta che ti sei infilato nel mio letto.”

“ Certo ma ricorda che sei stata tu ad infilarti nel mio.” precisò con un'aria di superiorità.

“ Scendi da quel piedistallo Jake, sai perfettamente che sei solo un gioco piuttosto piacevole per me.”

Il ragazzo indurì la mascella. Colpito e affondato.

Girai sui tacchi e ripresi il mio cammino verso la sala riunioni.

“ B., ma che fine hai fatto?” mi corse in contro Alice non appena mi vide.

Con la testa accennai al licantropo che ci stava raggiungendo.

“ Ancora?” sorrise lei portandosi una mano davanti alla bocca “ non si arrende?”

“ Credo che la sconfitta non faccia parte del suo patrimonio genetico.”

“ Beh, sai cosa devi fare.” continuò tornando seria.

“ Non smetterò di andarci a letto, sarebbe uno spreco.” le feci l'occhiolino e mi accomodai al mio posto.

Holland Menner fece il suo ingresso trionfale nella stanza.

Era un uomo sulla cinquantina, dall'aspetto simpatico. Un perfetto oratore ed intrattenitore, la sua dialettica riusciva ad abbindolare chiunque.

Era un direttore onesto ed esigente, pretendeva il massimo da tutti noi ed è per questo che spesso era temuto.

Non da me e Alice naturalmente, noi sapevamo come trattare con lui!

“ Buona sera a tutti.” sorrise cordialmente “ sedetevi, prego.”

Ognuno si noi prese posto pronti per iniziare la riunione.

“ Bene.” e si schiarì la voce “ per prima cosa vorrei congratularmi con voi, ragazze.” disse rivolgendosi a me e la mia compagna “ avete fatto un 'ottimo lavoro la scorsa notte.”

“ Avremmo potuto fare meglio se il clan di James non ci avesse interrotte.” precisò Alice prendendo la parola.

“ Non ti preoccupare, cara, arriverà anche il suo momento.” continuò l'uomo pienamente soddisfatto.

Eliminare uno dei clan minori era stato un vero colpo di fortuna per noi, tutto merito di una soffiata ricevuta da uno dei nostri informatori vampiro.

“ Bella, vedo che il controllo della personalità sta funzionando alla perfezione.”

“ Beh, non proprio.” risposi “ il soggetto beta ha risposto alla prima parte del programma ma una volta rientrato alla base … si è rivoltato contro di noi e in maniera molto più violenta. Abbiamo dovuto abbatterlo.”

“ Non importa, voglio che andiate comunque avanti con questo progetto. Le spie sul fronte nemico sono necessarie per il nostro lavoro.” commentò mentre firmava il lascia passare per portare a termine le mie ricerche.

Iniziai a fare quel genere di esperimenti non appena arrivai al D.S.D., dato che al M.I.T non erano permesse.

Volevo cercare di modificare il comportamento dei vampiri, addomesticarli in un certo senso.

Accumulai un certo numero di fallimenti finché Alice non ebbe la brillante idea di introdurre nel meccanismo un formidabile cocktail di tranquillanti.

Non eravamo ancora riuscite ad creare un prototipo efficiente ma avremmo portato avanti il nostro progetto.

Passammo a rassegna velocemente gli altri punti della giornata finché il capo non ci lasciò andare.

Era arrivato il momento di uscire per procurarci nuovi soggetti da lavoro.

   
 
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