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Autore: EleZero    04/05/2010    6 recensioni
Ma c'è ancora un attimo, un momento così calmo, mentre sono sotto le coperte e Harry si stringe più forte a Severus, il suo Severus, e sono gli ultimi i istanti di sincerità, i loro istanti, prima che... < è ora di andare, Potter. >
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Your Fiction


Amporta nen

se gnanca 'na gussa

j'eucc lassu druché

L'è 'l cor che

gunfi me 'n balun

al fa finta de ghighé

ma 'nveci 'l pians

e par sagrin o cumussiun

la star par scupié [1]

[Cumussiun, Anita Crovella]

Gli occhi non lacrimano.

Il ghigno non si incrina.

L'espressione rimane gelida.

La maschera è integra.

Ma il cuore lacrima -piange-, è incrinato -si spezza-, si scalda -brucia-, è ferito -sanguina.

Non importa se tutto questo non appare: c'è.

L'uomo vorrebbe smettere di soffrire, Harry lo sa. Nulla lo dimostra, ma Harry sa.

La vede in tutti i gesti di Severus, la finzione, -quasi- tutti. Quando fanno l'amore Severus è Severus.

Se stesso, per una volta. Non deve indossare una maschera, non deve mentire. Harry sente che è sincero.

Severus non si è mai fatto scrupoli a mentire, ma la guerra lo sta segnando profondamente, dentro.

Il cuore piange, si spezza, brucia, sanguina. La finzione no. La finzione è sempre lì, intatta, impalpabile eppure onnipresente.

Ma c'è ancora un attimo, un momento così calmo, mentre sono sotto le coperte e Harry si stringe più forte a Severus, il suo Severus, e sono gli ultimi i istanti di sincerità, i loro istanti, prima che...

< è ora di andare, Potter. >

...la finzione ritorni a reclamare il suo posto, ricordando loro che nella finzione sono dalle parti opposte. Rivali. Nemici. Non amanti.

Un movimento fluido come di serpente e Severus sguscia via dall'abbraccio di Harry.

Harry vorrebbe restare ancora con lui, darebbe tutto per avere ancora quel corpo accanto, anche solo per altri pochi secondi, ma Severus già si sta rivestendo.

Harry stringe a sé il lenzuolo, affondandoci il viso dentro per respirare i loro odori, mentre non riesce a non pensare che poco prima, tra le braccia, non aveva un pezzo di stoffa ma Severus.

< Potter. >

La voce fredda di Severus lo raggiunge all'interno del suo paradiso olfattivo.

Alza gli occhi sul suo amante: è già completamente vestito e lo fissa a braccia conserte.

Harry si perde nelle rassicuranti tenebre di suoi occhi, che a lui non appaiono gelidi ma caldi e avvolgenti, finché -di nuovo- la voce di Severus lo riscuote dall'estasi.

Harry sospetta che il suo inconscio lo faccia imbambolare così spesso solo per sentire ancora la voce di Severus. Harry pensa che, se davvero è così, allora vuol dire che il suo inconscio è davvero fantastico.

< Potter! >

Ancora.

Harry sorride, anche se forse non è la cosa più adatta da fare, dopo il tono seccato di Severus.

< Vestiti e vai > strascica lui.

Harry di malavoglia obbedisce. Deve andare a recuperare i suoi vestiti per tutta la stanza data la foga con cui Severus glieli ha strappati, prima, ma riesce ad essere pronto in pochi istanti.

Segue Severus già per le scale fino all'ingresso, che ora per lui è l'uscita.

Com'era bello arrivare, superare quella porta e incominciare a baciare Severus, mentre ora che le loro labbra si incontrano in un bacio d'addio, tutto è più triste. Un addio, appunto.

Severus si stacca all'improvviso da Harry, reprimendo un gemito tra i denti.

Harry segue il suo sguardo fino ad incontrare le dita della mano destra che gli artigliano l'avambraccio sinistro.

Dopo pochi secondi, però lo lascia andare di botto, segno che il Marchio ha smesso di bruciare -o, almeno, di bruciare così tanto.

Voldemort ha chiamato Severus.

La finzione non lascia loro nemmeno un ultimo bacio.

L'ultimo bacio della giornata. O della settimana. O del mese, se proprio Harry non riuscirà a ritornare presto da Severus.

Perché ci tornerà, faranno ancora l'amore. Riuscirà a tornare. Severus ci sarà ancora.

Harry alza lo sguardo su Severus, che si sta allacciando il mantello.

< Ci rivedremo. > gli assicura lui, e Harry vede passare davanti agli occhi le immagini di tutte le volte che ha avuto l'impressione che Severus (o, a quel tempo, Snape) gli stesse leggendo nella mente.

< Quando finirà la tua finzione? > chiede Harry. Perché non può farne a meno. Perché vuole, perché deve sapere.

Severus si concede un ghigno, ma Harry sa che dentro piange, si spezza, brucia, sanguina.

< Io sono finzione. >

***


Harry cammina nel cimitero. Si ferma davanti ad una tomba. Nel leggere il nome, una lacrima gli solca la guancia in un percorso imparato a memoria. Il ricordo delle ultime parole che si sono detti si fa largo nella mente, e Harry mormora una frase perduta nel vento mentre la lacrima cade sul terreno con un rumore soffocato, inudibile ad orecchio umano.

< Non eri finzione, Amore... Fingevi di essere finzione. >



[1] Non importa/Se neppure una goccia/Gli occhi lasciano cadere/è il cuore che/Gonfio come un pallone/Fa finta di ghignare/Ma invece piange/E per dolore o commozione/Sta per scoppiare. (più o meno)

 

Note dell'Autrice

Questa è la mia prima Snarry, e proprio non so come valutarla. Quindi, per darmi un'idea di come è venuta, perché non mi lasciate una recensione?

   
 
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