Quinto
capitolo.
-Col, non sono
capace di mentire! Lo sai!- esclamò Eamon.
Colin
sbuffò e si appoggiò ad un albero.
Eamon era suo
fratello maggiore, si portavano 4 anni di differenza, non
erano pochi, ma neanche così tanti da non riuscire a trovare
interessi in
comune.
Ma comunque,
prima di essere fratelli, loro erano amici.
Il fatto che li
aveva uniti di più era stato che Eamon all'età di
15
anni aveva scoperto di essere omosessuale.
Questa scoperta
aveva fatto nascere dei pregiudizi sulla famiglia
Farrell; Eamon tornava a casa ogni volta con un occhio nero o qualche
livido
sul corpo.
Colin,
nonostante fosse più piccolo, lo aiutava a curare le ferite
e,
quando poteva, lo difendeva coraggiosamente.
Fin da piccolo,
aveva un animo da cavaliere.
-Il fatto
è che non vuoi aiutarmi mai!-
-Ma Colin! Come
puoi accusarmi di questo? Sai bene che ho fatto i salti
mortali per farti entrare nel corpo armato Irlandese. Ma ora mi stai
chiedendo
di mentire davanti al re e suo figlio! Cioè...-
-Per favore
Eamon! Ti rendi conto che è in ballo il mio lavoro? Se tu
non verrai a palazzo e fingerai di avere un qualche malore... il re mi
licenzierà!-
Colin si
avvicinò al fratello cercando di assumere un espressione di
completo dolore.
-Potevi
pensarci, prima di scoparti quella...quella...-
-Sìsì,
ho capito il concetto. Il guaio ormai è fatto comunque. Ora,
o
mi aiuti o mi prendi a vivere a casa tua-
Eamon
alzò gli occhi al cielo, e sospirò rassegnato;
gli sembrava di
essere tornato a quando erano bambini, e lui non riusciva mai a negare
niente
al suo fratellino.
-E va bene
Colin, ma...-
-Grazie, grazie,
grazie! E poi...vedila così: vivrai nella reggia del
re per un po'! Non ti sembra una prospettiva allettante?-
Colin gli diede
una gomitata sorridendo complice.
-Non ho di certo
intenzione di approfittare della gentilezza di
quell'uomo e di suo figlio-
-Gentilezza di
suo figlio? Certo, quel ragazzo è gentile come una spada
nel...-
-Colin! Cerca di
usare un linguaggio appropriato al tuo rango. E
comunque sei l'unico in Irlanda a pensarla così; da quello
che ho sentito, il
principe è di una bellezza e di una dolcezza da lasciare
senza parole, quindi
se hai un problema con lui, è il caso che ti fai un
bell'esame di coscienza e
inizi a pensare che forse, e dico forse, sei tu quello scontroso e
cinico-
Il cavaliere
fece una puerile linguaccia al fratello e incrociò le
braccia al petto.
-Beh, vedremo.
Sono sicuro che dopo averlo conosciuto, cambierai idea.-
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Eamon non
cambiò propriamente idea.
O meglio, la
cambiò, sì, ma in modo molto più
positivo.
Arrivarono a
palazzo verso il tardo pomeriggio; Colin sorreggeva per un
braccio il fratello, mentre quest'ultimo fingeva un malore allo stomaco.
Bussarono alla
porta e Francisco li accolse con uno sguardo
preoccupato.
-Cavalier
Farrell, cosa...-
Colin gli
sorrise rassicurante e gli diede una pacca affettuosa sulla
spalla.
Doveva dire la
verità, aveva un bel rapporto con lui e con tutto il
resto della servitù a palazzo, e a dirla tutta anche con lo
stesso re aveva una
bellissima amicizia.
L'unico che
proprio non riusciva a comprendere era il principe, quel bellissimo
principe, si trovò a pensare.
Suo fratello lo
tirò per la giacca e lo riscosse dai suoi pensieri.
-Oh, ehm,
sì, ora andiamo Eamon, tranquillo. Francisco, sai dove sono
il re e suo figlio?-
Il giovane ci
pensò un attimo e poi rispose:-Sì! Il re
è andato ad una
conferenza molto importante e mi ha detto che non tornerà
prima della tarda
notte, invece il principe Jared è in camera sua, cavaliere.
Penso stia
disegnando, vuole che glielo vada a chiamare?-
Colin sorrise.
-No Fran, non ti
scomodare, tanto il principe aspettava il mio arrivo,
quindi salirò da solo. Ah, comunque lui è mio
fratello e vivrà qui a palazzo
per un po'.-
Il servo
salutò affettuosamente con un inchino Eamon, e quest'ultimo
ricambiò.
-Col, posso
farle anche da solo le scale, ora non ci sta guardando
nessuno!-
Disse Eamon
mentre salivano le scale per arrivare alla stanza del
principe.
-Ok, ok, non
fare lo scorbutico però, sai che è per il bene di
tuo
fratello!-
-Quante volte
dovrai ricordarmela questa cosa, Colin?-
-Finchè
non ti deciderai a tacere e fare quello che ti dico.-
Eamon si
fermò improvvisamente e incrociò le braccia al
petto.
-Caro
fratellino, ti ricordo che sono io il più grande e quindi
sono io
che do ordini.-
-Sì,
ok. Ora siamo arrivati comunque, ti conviene rinviare la predica a
quando saremo fuori di qui, non credi?-
Arrivarono
davanti la camera di Jared, ma non bussarono.
-Ok, mi
raccomando, fingi bene, mi fido di te, Eamon.-
-Sìsì,
va bene Colin, vuoi bussare? Non ce la faccio più! Mi sta
venendo davvero l'ulcera!-
Colin
ridacchiò e bussò senza fare troppo rumore.
Lievi passi si
avvicinarono alla porta.
Nello stesso
momento in cui il principe aprì, Eamon rimase abbagliato
da due stupendi fari blu.
No, stupendi era
davvero riduttivo, pensò il fratello di Colin.
-Ow, Colin,
cioè, cavalier Farrell! Non...non vi aspettavo-
Si vedeva
lontano un miglio che Jared era sorpreso di vederlo lì.
-Beh, principe,
mi avevate detto che potevo portare mio fratello, no?
Eccolo qui. Lui è il malato Eamon- rise Colin.
Eamon gli diede
una gomitata e sorrise dolcemente all'essere perfetto
che aveva di fronte ai suoi occhi.
-Buonasera,
principe. Mi dispiace averla disturbata ma...- si girò a
guardare male suo fratello - mio fratello mi ha detto che potevo venire
a
curarmi qui a palazzo e...cioè, non sono un malato
terminale, ho solo un po' di
mal di stomaco che non mi lascia riposare in pace, purtroppo, e
quindi...-
Jared non lo
lasciò finire, lo prese per un braccio trascinandolo in
camera e lasciandolo spiazzato.
-Oh, Eamon,
giusto? Vieni, entra pure, e dammi del tu, ti prego.
Chiamerò subito il medico di corte e vedrai che stanotte
riuscirai a dormire
benissimo, sai, è un medico davvero bravo! Comunque,
resterai qui a palazzo
quanto vorrai, davvero, sentiti il benvenuto e fai come se fossi a casa
tua, ci
tengo.-
Colin rimase
più spiazzato del fratello.
Quello non
poteva essere davvero il principe Jared.
Il principe era
un essere cinico e senza cuore, che amava far
imbarazzare le persone.
Non poteva
essere quello che ora gli era davanti e si era inchinato per
aiutare Eamon a sdraiarsi sul suo letto.
Forse...forse
Eamon non aveva tutti i torti; era il momento che Colin
si facesse un bell'esame di coscienza.
*******
Colin si
rigirava ansiosamente nel letto ormai da due ore.
Non riusciva
proprio a dormire.
Il cavaliere
aveva sempre sofferto di insonnia, ma quella notte si
sentiva particolarmente agitato.
E il fatto che
il letto dove era sdraiato non fosse il suo, non aiutava
di certo.
Dopo l'ennesimo
sbuffo, decise che forse sarebbe stato meglio andarsi a
fare un giro a cavallo, magari l'avrebbe rilassato e fatto sentire
meglio.
Si
alzò dal letto sfarzoso; indossò il suo
inseparabile mantello blu ed
uscì dalla stanza.
Sorrise, non
appena chiuse la porta alla sue spalle.
Quella camera
era grande quanto casa sua e di Eamon messe insieme;
eppure, il re non era un uomo altezzoso che amava il lusso e la
ricchezza
eccesiva.
Che paradosso:
un uomo così buono ed umile era il re di un impero
così
vasto, uno dei più importanti d'Europa.
Ma si sa, la
vita è piena di contraddizioni.
A Colin,
però, in quel momento, ne venne in mente una sola:
perchè il
principe Jared si comportava così diversamente con lui
rispetto a come era
solito fare con gli altri?
Certo, magari
gli poteva essere antipatico a pelle. Ma Colin sentiva
che c'era di più in quel comportamento tanto sgarbato, che
non era solo un
antipatia tra giovani coetanei.
Sentiva che ogni
qualvolta che si guardavano negli occhi, tra loro
scorreva una scarica di elettricità superiore all'
intensità di un qualsiasi
fulmine.
E questo lo
spaventava a morte, perchè il cavaliere era abituato a
provare tali sensazioni contro coloro con cui combatteva, ma mai in
vita sua
aveva sentito tale adrenalina, solamente guardando un altro uomo negli
occhi.
Ed il fatto che
gli occhi di Jared erano i più belli che lui avesse mai
visto, influiva di sicuro.
Scese piano le
scale. Non voleva svegliare nessuno, specialmente il
principe. Se solo lo avesse disturbato, chissà che bel
siparietto avrebbe
inscenato!
Passando davanti
la camera dove alloggiava Eamon, si chiese se il
fratello gliel'avrebbe fatta pagare presto.
Era sicuro di
sì, ma adesso l'importante era tenersi stretto il lavoro.
E soprattutto
andare d'accordo con Jared. Quest'ultima gli sembrava la
cosa più importante e allo stesso tempo la più
complicata. Praticamente impossibile.
Ma a Colin
piacevano le cose impossibili, e sarebbe riuscito a
conquistare anche quel principe. Gli serviva solo un po' di tempo e
alla fine
Jared sarebbe caduto davanti ai suoi piedi, come tutti.
Arrivato
all'ultimo scalino, si accorse che la luce di una candela
illuminava lievemente tutta la sala da ricevimento.
Incuriosito, si
affacciò dietro il muro della sala e vide una figura
sottile concentrata a dipingere.
Pochi secondi
dopo, accorgendosi che quella figura apparteneva al
principe, restò lì ad osservare il profilo del
ragazzo, notando quanta passione
e quanto sentimento mettesse nel disegnare quel quadro.
Passarono
momenti interminabili, Jared illuminato solo dalla fioca luce
del candela e Colin nella penombra a guardarlo ammaliato.
La magia
finì, quando il principe si accorse che qualcuno lo stava
fissando, e quindi si girò. Colin arretrò subito
di qualche metro e arrossì
violentemente.
Sperò
con tutto se stesso che non l'avesse visto. Sarebbe voluto
ritornare dietro il muro, così da poterlo continuare a
vedere: era bellissimo
con quella luce che gli illuminava i capelli castani e gli rendeva la
pelle
ambrata.
Ma decise che si
era esposto anche abbastanza quella sera, e non
avrebbe mai accettato il fatto che, forse, quell'elettricità
che sentiva nei
confronti di Jared, non era solo adrenalina.
Scosse la testa
come per scacciare quel pensiero, che però, purtroppo,
rimase lì dov'era.
Ora la cavalcata
era diventata indispensabile.
Si
avviò velocemente alla porta principale e sparì
dietro di essa.
Non si
sentì nessun altro rumore, apparte dei passi leggeri che
rientrarono nella sala da ricevimento.