Baciami, baciami ancora. Non fermarti mai.
Non si ha mai il coraggio di fare nulla che possa renderti fragile. Si cerca sempre di scappare dal dolore, di non guardarlo mai in faccia, ma lui ti insegue. Ti prende e ti sequestra, ti porta lontano nella sua prigione oscura.
“Sabina? Ci sei?”
Ed ecco il modo più facile per scappare: viaggiare con la testa, mentre lei ti sta parlando e forse desidera veramente che vi capiate una volta ogni tanto.
Mi accusa di non capirla, di fraintendere ogni cosa, dice di sapere che io capisco ciò che mi fa più comodo. Ma quel che lei non sa è che dopo qualche minuto da che io e lei parliamo mi dimentico ogni cosa. Non so, ma scivola via. Non perché non sia importante, tutt’altro, ma forse è una forma di difesa che il cervello adotta.
“Sì, ci sono, scusa. Dicevi?”
“Ti ho chiesto cosa pensi della verifica di inglese”
Lasciati toccare dal mio amore, lasciati prendere le mani, lasciati amare e non fuggire più.
“Mah, l’ho fatta un po’ così. Non c’ero con la testa”
“Sì? Invece secondo me era…”
E puntualmente non mi chiede mai se c’è qualcosa che non va. Ha la sua amica, il suo amore, la sua vita. Io sono qualcosa di folle, che la guarda silenziosa. Sono solo una fastidiosa ragazza che ne ha amata un’altra, ma quell’altra era quella sbagliata.
Ecco perché non l’ascolto. Forse mentalmente parlo con un’altra lei, una lei come la vorrei, o forse una lei di prima, prima che si tagliasse i capelli e legasse con Victoria. Prima che amasse qualcun altro. Prima che io scomparissi così, da un giorno a un altro.
“Sabina? Oh!”
“Scusa ancora… scusa”
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Tutto ciò che avete letto non si ispira a fatti veramente accaduti ma è solo frutto della mia immaginazione.