I due signori continuano ad urlarsi in faccia di tutto. I due insieme faranno almeno 150 anni.

Prue decide allora di seguire il suo istinto, bussando quindi alla porta.

-Chi è?-, urla burbero l’uomo.

-Ehm... Mi sono persa!-, risponde la ragazza un po’ nervosa.

La donna, allora, apre la porta.

I capelli bianchissimi erano raccolti in una cipolla, e gli occhi una volta verdi, esprimevano dolcezza e maternità.

-Oh, accomodati cara-, dice lei facendola entrare.

-Grazie, signora-, risponde la giovane.

Prue viene accompagnata in cucina, dove la donna gli prepara immediatamente del thé.

-Allora, come mai qui? Immagino una scampagnata con gli amici. Voi giovani di Liverpool... Chi vi capisce più.-, dice lei sorridendole versando la bevanda in una tazza,

-Liverpool?-, chiede sbalordita la giovane.

-Beh, sì. Non sei di Liverpool? Di solito vengono solo gente di Liverpool da queste parti-, continua lei sempre sorridendo.

-Ho sentito che prima lei e suo marito stavate litigando-, dice sfacciata Prue.

-Esattamente. E spero che tu mi darai una mano-, afferma la donna sorridendole.

-Ehm... Certo...-, acconsente Prue imbarazzata.

-So che sei un cupido. Ti ho chiamata io. Sono una strega, e il mio nome è Lilian, ma chiamami Lily-. Lei sorrideva beata, mentre l’altra era leggermente scossa.

-Ma... Allora perché mi ha chiamata?-, chiede Prue a disagio.

-Perché mio marito non smette di darmi l’assillo. Vuole che smetta di praticare la magia, e così ho chiamato un cupido per farlo ragionare-.

La giovane la guarda leggermente in imbarazzo mentre beve il thé. L’anello, infilato sul mignolo, inizia a diventare caldo.

-Non potrebbero farlo i suoi figli? O i suoi nipoti?-, chiede azzardata la ragazza.

-Purtroppo, non ho potuto avere una discendenza. Non posso avere figli, e sono l’ultima di una delle famiglie più potenti di streghe in tutta l’Europa-, dice sconsolata la donna che si siede su uno sgabello della grande cucina. Evidentemente, la motivazione era un’altra.

Ahimé, il nuovo potere di Prue, le stava facendo provare le sensazioni che provava la persona che aveva davanti.

Delusione, tristezza, e sensi di colpa.

-Mi scusi, visto che riesco a sentire le sue emozioni, capisco quanto si senta in colpa per aver litigato con suo marito-, ammette la novellina, dagli occhi lucidi.

-Oh no. Non mi sento in colpa per aver litigato. Mi sento in colpa per non avergli potuto dare una famiglia-.

Prue allora scoppia in pianto accennato, succube delle emozioni della donna, che riusciva a padroneggiare davvero molto bene.

-Non sei un’esperta a quanto pare, eh?-, chiede ridendo la donna, prendendo la tazza della giovane oramai vuota.

-Non proprio.-, ammette l’altra arrossendo leggermente.

-Comunque... Cosa posso fare?-, chiede l’anziana sempre leggermente preoccupata.

-Beh... Se non può insegnarlo ai suoi nipoti... Potrebbe trovare un’apprendista strega-, ipotizza il cupido facendo spallucce, apprezzando l’idea appena avuta.

-Beh, si potrebbe fare in effetti.-, accetta la donna.

In quel momento si sentono passi trascinati. Prue vede entrare in cucina un uomo anziano, dagli occhi castani come le nocciole.

-Ancora non se ne va?-, chiede burbero.

-Per favore, Emilian! Sii più gentile con la nostra ospite. E’ qui per aiutarci.-, risponde la donna al marito.

-Ci mancava solo questa. Cos’è una ninfa? Una strega?-, chiede alzando sempre più la voce.

-Sono un cupido!-, risponde irritata Prue, influenzata dalla rabbia dell’uomo.

-Non importa. Vattene-, ordina Emilian.

-Tranquilla tesoro. Ora lo faccio calmare-, assicura Lily che uscendo dalla cucina si avvicina al marito, il quale senza pensarci le tira un ceffone.

-Ma che diavolo ti prende? Da quand’è che picchi qualcuno?-, chiede la donna, per terra, guardandolo piena di delusione.

Prue si precipita ad aiutarla, e la fa alzare da terra.

Ma finalmente, la parte di Strega le fa capire molte cose.

Le emozioni che aveva provato prima l’uomo, erano sinistre, non umane. L’anello, ora scotta addirittura, forse è la vicinanza con l’uomo.

-Forse è posseduto-, azzarda Prue a Lily.

-Cosa??-, chiede sbalordita di rimando.

-E’ probabile. Le sue emozioni sono troppo malvagie per appartenere ad un essere umano.-, la sicurezza con cui parla del suo potere è palpabile.

-Posso provare ad esorcizzarlo, ma se mi sbagliassi potrebbe farsi male-, la donna esprime dubbi al riguardo.

Intanto Emilian la guarda impassibile.

-Provaci-, suggerisce Prue, messa in soggezione dallo sguardo dell’uomo.

Lily allora, stende le braccia, e pronuncia un piccolo incantesimo.

-Demone impostore

Perirai dal dolore

Vattene via

Senza lasciare scia!-

L’uomo si accascia a terra, ed un ombra nera si solleva da terra. Un demone malvagio e dagli occhi neri come la pece ride.

La donna lo guarda riducendo gli occhi a fessure. Questo implode silenziosamente.

Allora il pover’uomo riprende conoscenza, e chiama la sua amata.

-Tesoro! Che è successo?-, chiede ancora scosso.

-Oh no niente, è tutto finito-. Risponde rassicurante Lily, che si accascia a terra accanto all’uomo, per poi abbracciarlo.

In quell’istante, Prue sente l’anello diventare leggermente caldo. La pietra si faceva più luminosa.

-E’ ora di andare. Grazie tesoro-, dice la vecchia strega di cuore.

Un vorticare veloce, ed eccola a casa. Suo padre sul divano che guarda la tv, e Becks che apparecchia la tavola per la cena.