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Autore: Nihal    05/05/2010    7 recensioni
-Naruto non è roba per cani, capito? Ora fuori!- Probabilmente non aveva digerito il fatto che Akamaru non si fosse pulito le zampe prima di entrare.
-Sa… kura… ma… quindi questo vuol dire…?-
-Sì.- Mormorò lei, tutta seria.
-Ma fammi un favore.-
-Tutto quello che vuoi!-
-Non provare mai più a dichiararti.-

Per il mio primo anno su EFP!^^
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Dichiarazioni


Quella che era appena iniziata aveva l’aria di profilarsi come una bellissima giornata all’insegna del divertimento e dello svago. O perlomeno quella era l’idea che Kiba si era fatto del suo primo giorno libero da settimane e sicuramente non l’avrebbe sprecato in cose futili e senza senso quali seguire Naruto Uzumaki nelle sue folli idee.
-Naruto, spiegami come hai fatto a convincermi.-
I fantastici piani che aveva preventivato si erano sciolti come neve al sole nell’esatto momento in cui il sopraccitato Uzumaki aveva avuto la catastrofica idea di attaccarsi come una vongola in cerca d’affetto alla sua porta, tentando di buttarla giù a suon di pugni. Senza successo, peraltro.
-Grazie al mio sguardo dolce immagino…-
Kiba socchiuse gli occhi scettico.
-… e alla promessa di cimentarmi in una sexy-no-jutsu canina per tirare su di morale il povero Akamaru che ultimamente sembra un po’ depresso.-
Ecco, lo faceva solo per Akamaru. Aiutava Naruto solo per quello, altrimenti non gli avrebbe neanche aperto la porta.
A pensarci, però, si disse mentre camminava, Naruto ha fatto la scelta migliore. Chi meglio di me potrebbe aiutarlo?
Shino? Sicuramente no. Troppo impegnato a mantenere la sua serietà. Inoltre era ancora offeso a morte per l’affronto che gli aveva fatto Naruto non ricordandosi di lui quando era ritornato a Konoha. Non poteva neanche dargli torto, a Naruto. Infagottato com’era in quel cappotto sarebbe potuto benissimo passare per sua nonna in incognito. Dopotutto la porzione di pelle che generosamente mostrava al mondo poteva benissimo essere fraintesa.
Choji? No, neanche lui. Era troppo impegnato nelle sue attività culinarie per potersi interessare al gentil sesso.
Shikamaru? Idem. Era troppo impegnato a non essere impegnato per preoccuparsi dei problemi sentimentali di Naruto.
Neji? Figurarsi. Se Naruto gli avesse chiesto un favore del genere avrebbe tentato di fare quello che all’esame di selezione dei Chuunin non gli era riuscito molto bene: ucciderlo.
Rock Lee? Certo, come no. Sicuramente sarebbe stato felicissimo di dare consigli ad un suo potenziale rivale in amore.
Sasuke? Un pochino troppo proiettato sulla vendetta e sulla raccapricciante pratica di fare amicizia con gli uomini serpente per curarsi dell’amico in difficoltà.
Ovviamente restava solo lui, l’unico in grado di risolvere la situazione. Non poteva sottrarsi per una questione di principio.
-Allora, ripassiamo il piano.- Cominciò, appoggiandosi ad un albero.
Naruto avvicinò il volto al suo, ascoltandolo come se pendesse dalle sue labbra.
-Tu porti Sakura qui, e la fai posizionare di schiena a quel cespuglio…- Così dicendo indicò il cespuglio di fianco a loro, cespuglio dietro il quale si sarebbe dovuto appostare lui, in modo da poter garantire a Naruto un sostegno completo senza abbandonarlo a se stesso. Sarebbe stata la fine. Prima sua e poi di Konoha. Sicuramente Sakura non si sarebbe limitata a togliere dal mondo l’amico/spasimante imbecille, avrebbe riversato la sua furia anche sull’innocente villaggio.
Perché Naruto non poteva essere innamorato di Hinata? Per lei non sarebbe servita nessuna dichiarazione, tanto alle prime parole che Naruto avrebbe pronunciato, fossero state ti amo o assomigli ad una scodella di ramen, lei sarebbe svenuta perdendosi tutto il resto.
-… poi le fai tutti quei complimenti poetici…-
Dopotutto lui mica era stupido. Era sicuro che Naruto non si sarebbe mai ricordato tutti i complimenti che avevano concordato quella mattina, chiedendo svariati consigli alle componenti femminili della famiglia Inuzuka che, dopo una sonora risata alla faccia dei due ragazzi, avevano acconsentito ad aiutare i poveri damigelli in difficoltà, come li avevano definiti.
Proprio per quel motivo avevano concordato di segnare per iscritto i suddetti complimenti e, in mancanza di foglietti che non dessero nell’occhio, Kiba aveva adoperato tutta la sua bravura per scrivere una ventina di frasi su entrambe le mani di Naruto in modo che fossero comprensibili ad occhio umano. Alla fine aveva ottenuto addirittura un risultato quasi decente.
-… e alla fine cadrà ai tuoi piedi. Perfetto, no?-
Naruto annuì contento e uscì dalla radura scelta apposta per l’appuntamento per trascinarci Sakura. Intanto che attendeva il ritorno dell’amico, Kiba spronò Akamaru, che fino a quel momento era rimasto steso per terra, a seguirlo e si posizionò dietro il cespuglio strategico. Povero Akamaru, era davvero triste! Era sempre così in quel periodo: tutte le cagnoline preferivano altri esemplari e lui rimaneva inevitabilmente solo. Chissà, magari prima o poi avrebbe trovato l’amore canino della sua vita…
-Dai Akamaru, tirati su! Sicuramente la tua vita sentimentale non può essere peggiore di quella di Shino…- Tentò di consolarlo.
-… o della mia.- Continuò pensieroso, deprimendosi.

***



Dall’altra parte di Konoha Shino starnutì improvvisamente.
-Stupido Kiba. Se non la smette di fare commenti sulla mia vita sentimentale potrei fare in modo che si trovi i miei insetti ovunque.-

***



Non appena l’odore di Sakura e Naruto iniziò a farsi più distinto, Kiba tacque e si sistemò meglio dietro il cespuglio, di modo che nessuna parte di lui fosse visibile. Quando Sakura avrebbe scatenato la sua ira – e sarebbe successo dal momento che Naruto aveva tante probabilità di imbastire una dichiarazione decente quante ne aveva Akamaru di diventare il sesto Hokage – voleva essere il più nascosto possibile, in modo che una sua eventuale fuga potesse essere attuata senza che qualcuno lo notasse.
-Naruto, adesso mi dici cosa vuoi?- Alla domanda un po’ irritata di Sakura, che probabilmente era stata trascinata lì senza spiegazione alcuna, Kiba si mise in ascolto in caso Naruto avesse avuto bisogno del suo inestimabile aiuto. Naruto, già esageratamente nervoso in assenza di Sakura, in quel momento aveva iniziato a sudare copiosamente e, invece di essere il solito scalmanato, dava l’aria di essere una copia in versione maschile di Hinata.
-B-beh, vedi… io… cioè, sai no?- Cincischiò, evitando di guardare Sakura negli occhi.
-No, non so.- Ribatté quella, alquanto irritata. Kiba fiutando odore di guai, venne in aiuto all’amico, mimandogli un silenzioso leggi i complimenti!. Naruto, dopo aver afferrato il concetto, cosa non del tutto semplice per lui evidentemente, visto che la sua faccia aveva preso tutte le espressioni possibili e immaginabili sotto gli occhi di un’allibita Sakura prima di comprendere cosa Kiba volesse dirgli.
-Allora? Se non c’è nulla me ne vado. Devo lavorare io.-
Perfetto. Naruto l’aveva addirittura rapita dall’ospedale. Non poteva aspettare che finisse di lavorare?
-No, no aspetta! Sakura, tu… tu... sei leggiadra come…- Strabuzzò gli occhi nel tentativo di decifrare ciò che era scritto sulla sua mano sudaticcia.
Un attimo. Sudaticcia? Cavolo!, esclamò Kiba mentalmente, passandosi una mano sulla faccia. Adesso sì che erano fregati. Sicuramente Naruto non sarebbe riuscito a leggere nulla.
Kiba indicò i fiori intorno a lui, per aiutarlo a completare la frase. Possibile che non ci riuscisse da solo?
Naruto si illuminò vedendo ciò che Kiba stava indicando.
-… sì, sei leggiadra come un garofano!-
Cazzo. Kiba si passò nuovamente una mano sulla faccia. Io non intendevo il garofano in sé, imbecille!, imprecò mentalmente.
-Un garofano? Naruto che cavolo stai dicendo?-
Stava per perdere la pazienza e quello non era affatto un buon segno. Kiba non aveva neanche il coraggio di darle torto. Essere come un garofano non era poi quel grande complimento.
-No, no! Dimentica tutto, volevo dire un’altra cosa!- Nel nervosismo Naruto strofinò le mani sui pantaloni, per asciugarle. E per eliminare quel poco che era rimasto dei complimenti che aveva concordato.
-Volevo dire che...-
Altra occhiatina all’ormai inutile mano.
-… che tu sei la mia mucca ispiratrice!-
Kiba avrebbe potuto giurare di aver visto del fumo uscire dalle narici di Sakura. Quest’ultima serrò i pugni e si avvicinò all’Uzumaki con fare minaccioso.
-Come osi, brutto baka! Mi hai forse portata qui per insultarmi? Mucca a chi, eh?-
L’arrivo intempestivo di Kakashi non fu neanche notato. Prima che lui potesse dire qualcosa o che Sakura potesse vederlo e iniziare a sfogare la sua rabbia anche su di lui, Kiba lo tirò dietro il cespuglio, dove, dopo avergli sequestrato Icha Icha Paradise in seguito ad un’ispirazione dell’ultimo minuto, lo aggiornò sulla situazione.
-Non vorrei essere al posto di Naruto- Asserì, tentando di riprendersi il libro.
Kiba lo zittì e cercando di attirare l’attenzione di Naruto, troppo intento ad evitare i colpi micidiali dell’amica, iniziò ad indicare il libro.
Non seppe mai quale Kami avrebbe dovuto ringraziare, ma Naruto, nell’evitare un colpo, lo notò.
Kiba spiaccicò il dito sulla parola Paradise per far comprendere a Naruto il complimento che doveva fare a Sakura. Una cosa in stile sei come un angelo del Paradiso. Una di quelle cose che piacevano tanto alle ragazze.
Naruto sorrise e afferrò al volo l’occasione. Allora non è del tutto stupido, rifletté rincuorato Kiba, porgendo il libretto osceno al suo legittimo proprietario ormai in crisi d’astinenza.
-No, Sakura, aspetta!-
Probabilmente grazie alla stessa divinità di prima, Sakura placò la sua furia distruttrice.
-Cosa vuoi ancora?-
-Dirti che tu per me sei come un libro vietato ai minori!- Sentenziò, sorridendo come un ebete. Evidentemente riteneva di aver fatto colpo, quella volta.
Come non detto. È proprio stupido.
-Naruto inizia a correre.- Ordinò, mentre una tempia iniziava a pulsare molto pericolosamente. Perché era diventata allieva di Tsunade, perché? Non era già abbastanza irascibile prima? E perché lui aveva accettato di aiutare quella causa persa, perché? Forse quello davvero stupido era lui, dopotutto.
In un ultimo disperato tentativo prese ad indicare i capelli di Kakashi con il chiaro intento di proporre a Naruto il seguente messaggio: falle dei complimenti sui capelli!. Quel suggerimento era chiarissimo, si disse, convinto che almeno quella volta Naruto avrebbe fatto bella figura davanti a Sakura. A nessuno, tanto meno a Kiba, importava delle facce perplesse che metteva su il povero Kakashi di tanto in tanto, ogni volta che era costretto a fare attenzione a ciò che stava accadendo di fronte a lui disturbato dalla sua attività preferita: leggere libri osceni.
-Sakura… senti scusami! È che sono un po’ nervoso!- Tentò Naruto, per placare l’ormai imbestialita amica.
Addirittura la fauna – che al contrario della flora aveva i mezzi per scappare – aveva deciso di cercarsi un posto migliore per continuare a svolgere le loro abituali attività.
Sakura prese un respiro per calmarsi: non doveva prendersela così, tanto lo sapeva che Naruto era un baka. Non le faceva proprio bene arrabbiarsi.
Abbassò il pugno che fino a pochi secondi prima si trovava a due centimetri netti dal viso del disperato Naruto. Non gliene andava una giusta quel giorno! Prima aveva dovuto subire le grida di Shizune perché aveva inciampato in Ton-Ton, adesso doveva ascoltare i deliri senza senso di Naruto.
-Naruto, per il tuo bene, dimmi quello che devi dirmi e poi fammi ritornare a lavorare.-
-D’accordo. Io penso che… che i tuoi capelli siano uguali a quelli di Kakashi, ecco.- Naruto sorrise. Quel complimento a Sakura sarebbe piaciuto. Sinceramente a lui i capelli di Kakashi non piacevano, ma si fidava dei suggerimenti di Kiba.
Aspettò la reazione di Sakura.
Un attimo. Se era felice, perché abbassava la testa?
Perché stringeva i pugni?
Perché la vena sulla sua tempia iniziava a pulsare in modo orribilmente simile a quella della vecchia Tsunade? Oh, no! Tsunade si è impossessata del corpo di Sakura per sembrare più giovane!, pensò sconvolto. Ma gliel’avrebbe pagata!
-Sakura torna in te!- Naruto la prese per le spalle e iniziò a scuoterla talmente forte che Sakura, per la sorpresa, si dimenticò di reagire.
Solo per qualche secondo ovvio. Il pugno che aveva trattenuto a lungo non tardò a colpire lo zigomo di Naruto che la lasciò andare subito.
-Naruto. Che stai facendo? Ti sei riempito il cervello di ramen? Ti sei ficcato un kunai su per il naso fino ad arrivare alla materia cerebrale?-
Poteva arrivare al cervello attraverso il naso? Quella non la sapeva. In compenso sapeva molto bene che Sakura o Tsunade che fosse in quel momento era parecchio incavolata, quindi forse quello era il momento di battere in ritirata. Sicuramente avrebbe avuto altre occasioni per dichiararsi e sicuramente in quelle altre occasioni non si sarebbe fatto aiutare da Kiba. Quel cagnaccio fedifrago! Lui era in pericolo di vita e quello cosa faceva? Si giocava a carte Icha Icha Paradise con un Kakashi spuntato da non so dove.
-No, senti… è che…- Fece, grattandosi la testa imbarazzato, abbassando lo sguardo. Manovra che, per altro, gli impedì di notare il vigoroso pugno che l’amica gli sferrò proprio sotto la mandibola, facendolo quasi volare.
-Inutile. Soltanto tu sei capace di farmi innervosire tanto!- Asserì, allontanandosi e lasciando un povero Naruto appoggiato contro l’albero a massaggiarsi la faccia.
Inutile constatare che il suo piano, quello che aveva studiato tanto accuratamente con Kiba, non era andato a segno. Anzi. Era solo riuscito a fare una pessima figura con Sakura.
Proprio a causa di quello non era dell’umore adatto quando Kiba, illeso, uscì dal cespuglio a reclamare la sua ricompensa.
-Ricompensa per cosa? Il tuo piano era inutile!-
-Il mio piano era perfetto! Sei tu che hai deciso di dare della mucca ad una pazza psicopatica, non io.- Ribatté Kiba piccato.
Come se l’Inuzuka non fosse bastato, dal cespuglio spuntò fuori anche Kakashi, che trovava interessante l’osservare il rituale di corteggiamento dei giovani ninja come lo chiamava lui.
-Beh, non è che abbia tutti i torti, eh! Un patto è un patto.- Gli ricordò.
-Adesso ci si mette anche lei, maestro Kakashi?- Chiese Naruto, che in quel momento non si sentiva proprio in vena di dare mostra delle sue abilità pornografiche in ambito canino.
Eppure non si sarebbe rifiutato, dopotutto lui era un ninja quindi doveva mantenere la parola data, anche se il suo rituale di corteggiamento fallito lo aveva depresso oltre ogni dire.
-E va bene. Akamaru, tieniti pronto!-
Il cane alzò appena la testa prima di riportarla tra le zampe e ricominciare ad ignorare il mondo.
-Se ti viene bene posso ingaggiarti per allietare qualche serata a Pakkun?- Domandò innocentemente Kakashi, alzando appena gli occhi dal suo adorato libricino.
-No che non può! E adesso lasciatemi fare il mio lavoro!-
In men che non si dica una versione femminile pelosa e pulciosa di Naruto fece capolino davanti ai due sbalorditi ninja e ad un Akamaru che sembrava aver riacquistato tutta la sua vitalità.
-Beh, mica male! Anche se avresti potuto risparmiarti il collare arancione…- Commentò Kiba colpito. Lui aveva raggiunto il suo scopo, Naruto mica tanto. Anzi, l’unica cosa che era riuscito a raggiungere era stato il cuore di Akamaru, che sembrava intenzionato a non lasciargli più via di scampo. Naruto guaì, tentando di allontanarsi.
-Beh, divertitevi eh! Noi ce ne andiamo!-
Che ingrati.

***



Un Naruto tutto trafelato e scarmigliato si presentò davanti alla porta di Sakura, implorando asilo.
-Naruto, cosa ti è successo?- Si informò, esasperata. Quella mattina aveva deciso di insultarla, quella sera voleva farla impazzire. Cosa aveva fatto di tanto sbagliato, nella sua vita?
-Dopo… ora… entrare… per favore!- Ansimò, tentando di scavalcarla per rifugiarsi in quel luogo sicuro. Sakura si spostò perplessa e dopo averlo fatto entrare richiuse la porta.
-Allora, adesso mi dici cos’hai?- Chiese, cercando di scoprire il motivo del suo strano comportamento. Sembrava fosse inseguito da qualcuno: continuava a guardarsi intorno come se un nemico avesse potuto comparire da un momento all’altro.
Naruto si sedette con circospezione e iniziò a raccontarle tutto, preoccupato che in caso contrario Sakura avesse potuto decidere di cacciarlo fuori. Le raccontò del patto con Kiba e del suo tentativo di farsi aiutare in una dichiarazione. A quel punto Sakura bofonchiò un ‘ah, ecco perché ti esprimevi da cani’ e poi lo lasciò continuare.
-… e Akamaru non vuole lasciarmi stare! È da stamattina che mi corre dietro e neanche più casa mia è sicura! Continua a pisciare davanti alla porta per marcare il territorio!- Affermò sconvolto.
-E Kiba?- Sakura si alzò per preparare una tazza di tè visto che Naruto sembrava in procinto di collassare.
-Ha detto che ad Akamaru fa bene trastullarsi un po’. Sakura devi aiutarmi! Posso restare qui, stanotte?-
Sakura sospirò, ma poi acconsentì. Dopotutto le dispiaceva per l’amico. La calma apparente che si era instaurata in quella casa fu rotta dall’improvviso colpo battuto sulla porta.
-E adesso chi è?- Fece Sakura infastidita. Era appena tornata a casa, avrebbe avuto piacere di starsene in santa pace.
Naruto non fece in tempo ad avvertirla che un esuberante Akamaru fece il suo trionfante ingresso, non curandosi affatto di pulirsi le zampe davanti alla porta, peraltro.
-Oh, no!-
-Pensa che tu sia di sua proprietà!- Spiegò Sakura professionalmente.
Peccato che a Naruto interessava più la soluzione per togliersi Akamaru di torno piuttosto che la spiegazione scientifica del suo comportamento. Iniziava a trovare imbarazzante lo strusciarsi del cane sulle sue gambe.
-Bisogna fargli capire che tu appartieni a qualcun altro!- Continuò agitando un dito, come se stesse impartendo una lezione.
-E come?- Chiese Naruto, tentando di non soccombere alle sue leccatine.
-È facile.- Rispose Sakura avvicinandosi a lui.
E ora cosa voleva fare? Voleva picchiarlo per far spaventare Akamaru? Naruto giunse le mani implorante: ne aveva avute abbastanza di botte per quel giorno.
Invece Sakura fece un gesto inaspettato. Le sue labbra sfiorarono leggermente quelle di Naruto, prima di iniziare ad urlare contro il povero Akamaru che spaventato aveva iniziato ad indietreggiare.
-Naruto non è roba per cani, capito? Ora fuori!- Probabilmente non aveva digerito il fatto che Akamaru non si fosse pulito le zampe prima di entrare.
-Sa… kura… ma… quindi questo vuol dire…?-
-Sì.- Mormorò lei, tutta seria.
-Ma fammi un favore.-
-Tutto quello che vuoi!-
-Non provare mai più a dichiararti.-


Fine!


O_o Ho scritto una NaruSaku? Io, fan della NaruHina? Beh, sì, ho scritto una NaruSaku e anche un po’ penosa!^^ E no, non credo di essermi fatta una dose di funghi allucinogeni, almeno che in quel momento non fossi addormentata e potrebbe anche essere!xD
C’è da fare una doverosa precisazione: l’idea di questa storia è partita grazie ad una conversazione delirante con Sakuchan sulla sigla italiana di Naruto… non chiedetemi cosa c’entri, fatto sta che se volete tirare pomodori a qualcuno, beh, prendetevela con lei!^^’
Ho pubblicato oggi questa storia, perché oggi per me è una data molto importante: è il primo anniversario dalla mia iscrizione su EFP! Ok, probabilmente a voi non fregherà un emerito cippolo!xD
Sono qui da un anno soltanto, eppure mi sembra di esserci da tantissimo tempo! Ormai da mesi faccio pianta stabile su questo sito, tentando di evitare attacchi isterici i giorni in cui non posso connettermi!^^’
Una storia per questa data, quindi, era d’obbligo!
D’accordo, vi risparmio i miei deliri!xD

Post Scriptum: una NaruSaku?O_o

*evapora*
Ciao!^^

Nihal
  
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