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Autore: Linktroll    05/05/2010    3 recensioni
Brutte notizie in villa Carriedo. Antonio sembra non essere tornato più, dopo aver intrapreso una battaglia contro Arthur, facendo sfoggio della sua invincibile armata. Lovino continua ad aspettare a casa il suo Antonio, fino a che un Francis abbastanza preoccupato non lo avverte del peggio… Se l’invincibile armada ha perso, a Lovi spetta reclamare la sua… invincibile vendetta!
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giudizio dell’autore: Dovevo per forza unire le due coppie che shippo prevalentemente e inserirle nella stessa fiction, per creare la fiction suprema. Gli amanti delle due coppie sicuramente gradiranno e, visto che giudico già questa fiction il mio orgoglio, farò di tutto perché possa essere leggibile ed entusiasmante.

 

Capitolo 1: L’alba del decadimento.

Vendetta, vendetta, mia dolce vendetta.
Sospendi il mio corpo,
fallo vibrare d’odio,
disegna cerchi di
rabbia,
legami le mani
e poi fammi librare,
verso l’umana, l’umana beltà.

La stessa sedia.
La stessa scrivania.
Lo stesso calamaio con lo stesso inchiostro.
Coperti ormai da uno spesso strato di polvere.
Quanto era passato? Un mese forse, ormai. Nessuna risposta.
Fare le pulizie di casa era ormai diventata una vaga routine. Non era nemmeno obbligato a farle. Eppure continuava a farle, nella speranza che da un momento all’altro, tornasse il suo Antonio, e si meravigliasse di quanto la stanza fosse pulita e in ordine.
“Vaffanculo. Antonio, dove sei?” Il piccolo Lovino aveva gettato la scopa per terra, gonfiando le guance, in uno sbuffo d’aria liberatore. Il rumore dello sbattere della scopa per terra, era stato troppo forte, a suo avviso.
L’attimo dopo, si accorse che il rumore persisteva, prolungato: non si era trattato della scopa caduta a terra. Qualcuno aveva bussato alla porta e stava continuando a farlo.
Più veloce del vento, ed entusiasmato all’idea che potesse essere Antonio, Lovino si slegò il grembiule, in una folle corsa verso la porta.
Poggiò subito una sedia accanto ad essa, per arrivare a tirare la maniglia, senza neanche chieder chi fosse, pervaso dall’idea che si trattasse sicuramente di Antonio, ma non appena la porta, col suo lento cigolare, lasciò intravedere minimamente chi dietro vi fosse, con un colpo al cuore Lovino tentò di richiuderla di scatto, ma lo stivale dello sconosciuto si inserì nell’uscio, bloccandone la chiusura.
“Nghh… Chiuditi, dannata porta!”
“Non è il caso di agitarsi così tanto, enfant terrible. Non mi inviti dentro?”
“Muori! Sei venuto qui per catturarmi mentre non c’è Antonio, vero?”
Lo scontro era impari: con una semplice spinta delle braccia, la porta si spalancò, facendo cadere dalla sedie e ruzzolare a terra il chibi Lovino. Sopra di sé, un imperioso Francis dagli abiti rinascimentali, con tanto di stocco sul fianco, lo stava guardando con fare interrogativo.
“Allora ciò che mi ha detto Antonio è vero. Non fai altro che dargli grane.”
“Moschettiere dei miei stivali, che cazzo vuoi? Ahia, che male alla testa!”
Mentre si rialzava da terra dolorante, strizzò gli occhi verso il francese, notando un particolare che prima non aveva afferrato. Un piccione viaggiatore stava quieto sulla spalla destra del francese, con aria assorta e stanca, le occhiaie nere e una postura abbacchiata.
“Ma che cazzo… hai portato pure quel coso qui dentro? Finirà per scacazzare e sporcare tutto!”
“… E’ proprio lui la causa della mia venuta. Se mi farai accomodare, ti spiegherò tutto con calma.” Uno dei suoi sorrisi pieni di charme, e l’attenzione dell’italiano era stata catturata. Pregò il francese di chiudere la porta di casa, e lo fece accomodare su un divanetto, come se fosse lui stesso il padrone, in mancanza di Antonio.
“Allora, parla.”
“Ehi, ehi, ehi, che caratteraccio! Hai già avuto modo di conoscere Pierre, sì?” Gli chiese il francese con tono affabile, indicando il pennuto sulla sua spalla, impegnato in un energico sbadiglio.
“Ehr… quella specie di pennuto zombie? A guardarlo meglio, credo di averlo visto qualche volta insieme ad Antonio.”
“E’ il nostro mezzo di comunicazione privilegiato. Sai, io e Antonio siamo grandi amici.”
“Sai che spreco avere un amico come te. Antonio mi ha sempre raccontato dei tuoi fallimenti contro Inghilterra.”
Parbleu!” Il viso di Francis si imporporò, mentre con fervore scagliava un pugno sul tavolo in legno pregiato situato giusto davanti al tavolinetto. “Stavolta non sono io quello che ha perso contro Arthur, ragazzino.”
“Cos…”
L’invencible armada è stata sconfitta.”
Quelle parole di Francis furono come mattoni sull’anima di Lovino. I suoi occhi divennero come due vetri pieni di crepe, quasi sul momento di spezzarsi, esplodere in mille frammenti di lacrime. Le parole gli mancarono in gola e si sentì il peso del mondo crollargli addosso, precisamente nel petto, facendogli mancare il fiato.
Come una iena, si alzò dal comodo cuscino del divano, saltando in groppa al petto del francese, afferrandolo per il colletto e una chioma bionda.
“Ehi! A che gioco stai giocando? Stai dicendo sul serio? Che cazzo di fine ha fatto Antonio?” Il piccoletto iniziò a strattonarlo, esigendo una risposta fulminea e che fosse plausibile e – sperava – positiva.
“Avevo mandato Pierre da Antonio per ricevere sue notizie. E quando è tornato, ieri, mi ha riferito che Antonio è stato catturato da Arthur, mentre il resto del suo esercito è stato annientato in parte dalle tempeste e in parte dalla flotta inglese. Non appena ho appreso la notizia, mi sono mosso per avvisarti. Sono sicuro che è ciò che avrebbe voluto Antonio.”
Lovino mollò la presa, incredulo di fronte a quelle parole. Gli occhi gli si spensero e cominciarono ad emettere lacrime come azione riflessa, mentre il corpo non dava quasi segnali di ripresa.
“Ehi… petit enfante? Petit enfante! Ne jetez pas altre lacrimè! Se sono venuto qui è proprio per proporti il mio aiuto!”
“Uhn…?” In un attimo solo, le lacrime di Lovino si bloccarono, e il suo sguardo ritrovò segni di interessamento. “Non mi fido di te. Tu non fai mai niente per niente.”
“Antonio è un mio amico. Inoltre io lotto per la sopravvivenza dell’amore in questo mondo, e visto che tra te e Antonio…”
“Tra me e Antonio… cosa?! Non so che ti abbia detto quel bastardo di Antonio, ma tra me e lui non c’è assolutamente niente!” Lovino balzo giù dal petto di Francis, andando a dare un calcio dritto nel suo stinco, preso da un raptus di rabbia e imbarazzo commisto.
“Ahia! Va bene, va bene! Allora ti dirò che lo faccio anche per riscattare il mio orgoglio contro Inghilterra, va bene?” E in quel momento il pugno del francese si strinse forte, mentre le sue pupille e il corpo intero avvamparono di un vivace fuoco.
“… Così va meglio.” Lovino annuì con la testa, riposizionandosi sul suo adorato cuscino del divano, abbandonato nel momento della tragica notizia.
“Come dicevo, ho in mente di far scendere in campo il mio esercito contro quello anglosassone, per liberare il tuo An…”
Neanche ebbe finito la frase, che un altro calcio nello stinco si ripropose, spingendolo ad una brusca correzione:
“Ouch! Va bene, per liberare il mio An…”
“NEANCHE!” E giù con un altro calcio nello stinco.
Merde! Per liberare Antonio, okay?”
“Perfetto.”
“Ora che ti ho reso partecipe di questa notizia, e ti ho tranquillizzato a sufficienza, posso andare.” Francis fece per alzarsi dal divano, ma il mocciosetto, con uno scatto senza eguali, si aggrappò al bavero della veste francese, rozzamente come farebbe una scimmia, fissando il biondo dritto negli occhi:
“Non penserai certo di lasciarmi qui, vero?”
“Tu…? Ma… ma ti sei visto? Sei ancora un bambino! Cosa mai potresti fare?”
“Fottiti. Se Antonio è nei guai io di certo non starò qui ad aspettare il suo ritorno. E poi, il buonsenso mi dice che se lascio tutto nelle tue mani…”
“E-ehi! Questo è il mio secolo d’oro, non ti permetto di dirlo! Presto un nuovo sole sorgerà su tutta la Francia!”* (Vedi nota a fine testo)
“Come desideri. In ogni caso…” E si interruppe, mentre con un balzo, si staccava dal francese: “Devo liberare Antonio a tutti i costi!” E il suo corpo e le sue pupille avvamparono mentre, stringendo il pugno, assumeva la stessa posa che Francis aveva adottato precedentemente.
“Va bene, va bene, va bene! Ho sempre sfottuto Antonio dandogli del babysitter, e ora guarda cosa mi tocca fare. Lo sai, credo proprio che una volta cresciuto, potresti diventare un ottimo…”
“Leva quello sguardo pervertito da me. O te la vedrai con Antonio.”
“Uhn? Che strano. Eppure prima avevi detto che…”
“Chiudi il becco. Sarebbe nell’interesse di Antonio difendermi, non nel mio.”
“Uhm, sì, sì, okay…” Il francese non aveva nemmeno ascoltato le parole dell’italiano, preso com’era dal contemplarlo. Ma mise da parte i suoi egoistici desideri, per aiutare il pargolo a realizzare i suoi.
“Andiamo. Ho bisogno di perseguire la mia vendetta contro quell’inglesucolo.”
“Prima Giovanna, adesso questo bambino. Mi chiedo se è uno scherzo di dio il fatto ch’io debba combattere le mie battaglie a fianco di questi personaggi stravaganti.”
“Muoviti! Porta il tuo culo fuori di qui e andiamo a salvare Antonio!”
“Vado, vado!”
Lovino spinse le virili gambe del francese oltre l’uscio, lasciando la casa pulita e nel silenzio più assoluto.
Ah, vendetta, dolce vendetta.

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Finisce qua il primo capitolo della long fic! Quest’idea della rivincita di Lovino è nata come un fulmine a ciel sereno. A me piace immaginare che sia stato l’amore che nutro per Ily ad ispirarmela xD D’altronde, dove c’è AntoLovi c’è lei, e ovviamente, anche dietro questa fiction è nascosto il desiderio di poterle fornire qualche bella fiction su cui sclerare. Ci si vede nel secondo capitolo, in cui vedremo un Lovino intento nel suo addestramento per fronteggiare l’esercito inglese con il supporto di quello francese! Continuate a seguirmi!


NOTA A FINE TESTO: Si riferisce ovviamente a Luigi XIV, chiamato Il re Sole.


   
 
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