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Autore: Linktroll    05/05/2010    5 recensioni
Brutte notizie in villa Carriedo. Antonio sembra non essere tornato più, dopo aver intrapreso una battaglia contro Arthur, facendo sfoggio della sua invincibile armata. Lovino continua ad aspettare a casa il suo Antonio, fino a che un Francis abbastanza preoccupato non lo avverte del peggio… Se l’invincibile armada ha perso, a Lovi spetta reclamare la sua… invincibile vendetta!
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Addestramento coriaceo. Le ferite non lasciano spazio al cuore.


Che sensazione di tranquillità.
Pace.
Quella rondine che sta svolazzando al di fuori di questa finestra continua a ripetere sempre lo stesso percorso. Mi chiedo se sia cosciente di quello che fa.
Forse sta semplicemente svolazzando senza pensieri. Dovrei prendere spunto da lei.
Invece perché, perché mi basta pensare ad Antonio perché mi faccia male il cuore?
Fottuta fottutaggine di quel fottuto bastardo. Non è giusto.
Mi manca… mi manca da morire.
Questi erano i pensieri in cui era immerso Lovino, appoggiato sul davanzale della finestra, nella lussuosa e opulenta reggia di Francis. Il francese non aveva perso tempo: come gli aveva annunciato, avrebbe richiamato subito il suo esercito e avrebbe sottoposto il piccolo Lovino ad un allenamento massacrante, visto il suo obsoleto (ma comprensibile) desiderio di voler combattere in prima persona.
“Lovino! Lovino!”
La voce del francese gli appariva così fastidiosa. Avrebbe fatto finta di non sentire.
“Lovino! Écoutez moi!” Senza alcun cenno di gentilezza, il francese prese a strisciare il suo pugno chiuso sulla testa del piccoletto, sordo ai suoi lamenti di dolore. “Enfant terrible, non mi degni di alcun rispetto!”
“Ahi! Stavo fissando solo il cielo, lumacone!”
“Non tirare in ballo le mie escargot, villico! O te le faccio mangiare tutte, e senza contorno di pomodori!”
“Lasciami! Sei solo un fallito, cosa cazzo può insegnarmi un tipo come te? Se ha perso Antonio, perché mai dovresti farcela tu?
“… Pardon. I bisogni fisiologici mi chiamano.” Con la compostezza degna di un vero signore, Francis si asciugò le labbra leggermente col bavero, e con un inchino si ritirò nel bagno, come aveva preannunciato.
Si gettò contro il muro, lasciandosi andare pian piano, fino ad appoggiare col sedere a terra. Tirò di tasca il fazzoletto che usava mordicchiare nei momenti tragici, fissandolo con sguardo nostalgico.
Una lacrima sola gli uscì mentre stringeva forte quel fazzoletto, e invocava il suo nome:
Arthur…
Una sensazione di nausea che riuscì a trattenere a stento gli salì su per l’esofago.
“Hai visto, Arthur…? E’ questo che pensano adesso di me. Un fallito.”
Calò la testa, nascondendosi il volto tra le mani. Aveva bisogno di riflettere.

“Capitano! Capitano! Un dispaccio urgente!”
“Da dove?”
“… Dalla Francia.”
“Nnngh. Fa’ leggere.”
Il capitano aprì in un attimo la lettera, trovandovi all’interno, con sua grande sorpresa e suo grande sdegno, un foglio di carta leggero e di colore rosa, riempito di una gradevole scrittura elegante e qualche cuore disegnato, sparso qua e là.
What the hell… quella stupida rana è proprio fuori di sé!”
Il testo della lettera appariva così ai suoi occhi:

“Ehi, bel biondone, sì?
Scommetto che in questo momento sei nella tua lurida tana, circondato da super alcolici e tanfo maleodorante e stagnante… Che caduta di stile per un gentleman come te!
Avrai ormai sostituito l’odore del sudore dovuto ai nostri continui litigi e lotte, con quello della tua amata polvere da sparo.
Eppure… ti trovo ancora tremendamente sexy, sì? <3 <3 <3
Quel vestito da pirata ti rende così… virile. Anche se le tue sopracciglia e i tuoi capelli fanno cagare. Ma non si può avere tutto dalla vita, no?
Aaaah, già, già, già. Stavo per dimenticare la cosa più importante. Ti ho appena dichiarato guerra, mio piccolo bruco dorato. <3
Lascerai andare Antonio, vero? Non vuoi che io e il suo ciccipucci Lovino – anche lui parteciperà in prima persona – ti facciamo del male, eh?
Siamo degli avversari leali, ti concediamo la resa incondizionata, se vuoi usufruirne. Se sei a corto di bandiere bianche, te ne faremo recapitare una dal fratellino di Lovino.
A presto, mon amour <3

Francis Bonnefoy, il tuo rospetto <3”

 
“E’ una presa in giro spero.”
Con una naturalezza invidiabile Arthur appallottolò la carta rosata, gettandola dietro le sbarre della cella in cui aveva segregato Antonio.
“Toh, leggi pure cosa ha scritto il tuo amico e fatti due risate, failer.”
Antonio raccolse la lettera senza farselo dire due volte. Almeno aveva la libertà di potersi muovere liberamente dentro quella cella, senza venir legato, sottoposto a torture o altro.
La lesse velocemente, sorvolando sulle avances francesi così spudorate e di cattivo gusto finchè, sul finire della lettera, si paralizzò completamente.
“Lovino… anche lui?”
“Nhahahahaha! Vatti a fidare di quel francese rincitrullito! Muovere guerra contro di me! La più grande potenza di questo secolo! E lui si sente forte di cosa? Del suo pessimo esercito e… dell’appoggio di un bambino. E’ patetico.”
“Lovi… ehi, ehi, se provi soltanto a torcere un capello al mio adorato Lovi…!” Lo spagnolo afferrò le sbarre con rabbia, stringendole nel tentativo di piegarle e creare un varco in esse, tanta era la foga con cui voleva scagliarsi contro l’inglese.
“Ehi, ehi, calma, gringo. Non sei nella situazione di porre delle condizioni. Mentre tu sarai lì dentro a marcire, io sbaraglierò il loro stupido dispiegamento di forze. E’ questo il giudizio finale che spetta a chi si ribella contro la supremazia britannica!
Un veloce movimento del braccio, e la scrivania dell’inglese si ritrovò spoglia, privata di tutto ciò che vi era poggiato sopra, finito rovinosamente a terra. L’odore pungente del rum iniziò a diffondersi per la stanza, proprio a ricreare quel disgustoso tanfo predetto da Francis.
“… Non osare.”
“Scusami, ma ho una strategia da pianificare.”
“Non vorrai usare lo stesso miserabile trucchetto che hai usato con me, spero.”
“Quel miserabile trucchetto ha funzionato alla perfezione. I miei cannoni più leggeri e con un tempo di carica ridotto, sono riusciti senza problemi a tenere a distanza le tue navi cariche di miseri guerrieri eccelsi solo nel corpo a corpo. Non mi hai potuto abbordare, e le tempeste hanno fatto il resto. E pensi che quel misero francese potrà mai immaginare una cosa del genere? Cadrà nella mia trappola prima che se ne possa accorgere!”
Antonio sorrise sotto i baffi, stando bene attento a non farsi scoprire: e aveva ben da ridere; Arthur non poteva mica sapere che Antonio aveva già rivelato tutti i particolari a Francis, grazie all’aiuto di Pierre. Adesso era tutto nelle sue mani.


“Non esiste! Non riuscirò mai a maneggiare un’arma come questa!”
Francis osservava, mentre si passava una mano sulla morbida barbetta, Lovino con in mano lo stocco, che a malapena riusciva a tenere dritto. “E’ troppo pesante per me!”
“Te lo scordi che io ti addestri ad un usare un’arma che non sia uno stocco! Le altre son fatte per la plebaglia! Un vero cavaliere, combatte da signore. Quell’esercito inglese è formato solo da un’accozzaglia di rozzi e barbari pirati che non potranno mai contrastare l’eleganza di un’arma sinuosa e penetrante come lo stocco! La forza dell’amore oltrepassa qualsiasi ostacolo, che sia fatto di carne o di ossa o di illusioni!” E strinse ancora il pugno, mentre le sue pupille e il corpo intero si andavano avvampando di un passionale fuoco.
“Ehr, sì… fatto sta che non riesco ad impugnarlo, quindi è inutile, brutta merda. Trovami un’arma migliore.”
Giovanna Santissima! Sei incontentabile. Tieni, prova con questo.” Francis raccolse dalla mensola su cui era collocato, un piccolo pugnale con una rosa rossa in rilievo sull’elsa, rossa e trasparente allo stesso tempo, come se si trattasse di un rubino.
“E’… splendido!”
“L’ho fregato ad Arthur. Diceva fosse un cimelio della guerra delle due Rose.”
“Dovrei usare un’arma di quello sporco inglese?”
“Servirà a catalizzare il tuo odio in essa. D’altronde Arthur ha sempre sostenuto che l’unico che potrebbe mai sconfiggerlo sarebbe solo e soltanto se stesso. Lo sconfiggerai con la sua stessa arma. Dovrà avere l’impressione di avere un altro Arthur davanti, quando ti avrà di fronte. La paura si impossesserà del suo corpo, e si ritirerà come niente.”
“Se devo proprio assomigliargli… allora perché devo indossare questi ridicoli abiti da moschettiere?” Lo tsundere contrariò il francese, con un po’ di imbarazzo nella voce, costretto com’era stato ad indossare gli abiti tipici di Francis.
“Puoi fare di meglio! Non sei qui per lamentarti, ma per imparare a combattere! Fammi vedere quello di cui sei capace!” Francis disegnò una X nell’aria col suo stocco, dopo di che lo indirizzò verso il terreno, aspettando la risposta dell’italiano, che non tardò ad arrivare.
Lovino corse dritto verso il francese, lanciandogli un pomodoro addosso, mirando al suo volto.
“Ehi! Che scherzo è questo? Non vedo più niente!”
Quando Francis riuscì a liberarsi gli occhi da quel fastidioso ripieno di pomodoro, Lovino era già sotto di lui. Spiccò un balzo, con aria convinta, per andare a mettere a segno un colpo fatale:
Mega Patada Española!”
Eccolo là. Un calcio dritto nei gemelli di famiglia.
Francis cadde a terra rantolante, mentre imprecava usando colorate espressioni francesi, incomprensibili alle orecchie di Lovino. L’unica cosa che riuscì a comprendere fu quell’elevato urlo che comprendeva quelle parole, tormentone che così tante volte aveva sentito usare:
Enfaaaaaaaaaaaant terribleeeeeee!”
Lovino salì sopra il corpo di Francis, in segno di vittoria, mentre il biondo continuava a lamentarsi senza sosta per il trattamento ricevuto.
Se gli allenamenti erano iniziati così, c’era da pensare che la liberazione di Antonio fosse più un’utopia che un sogno.

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Ossalve, un altro capitolo andato in porto!
Devo dire che la stesura di questo mi ha divertito parecchio nella parte finale, e mi sono stupito della piega che ha preso, dal momento che era cominciato in ambito sentimentale/drammatico.
Arthur qui appare come un cattivone, ma nonostante questo la parte Francis di me continua ad amarlo <3 Dopotutto Arthur qui si trova nella sua fase da pirata, è comprensibile che si comporti in maniera così cinica. Inoltre, agli inizi del ‘600 la guerra era quasi un fatto all’ordine del giorno, per questo anche un bambino come Lovino mostra di non essere per nulla impaurito da un evento del genere. Quando penso a queste cose, sono felice di vivere nell’età della civilizzazione, nella quale le guerre di espansionismo o di colonizzazione non esistono più (anche se è opinione comune che molte continuino in forma velata, proprio di fronte ai nostri ingenui occhi…); in ogni caso, non mi dilungo con altre ciance inutili, e vi avviso che presto arriverà anche il terzo capitolo, in cui un nuovo ospite farà capolino nella reggia francese, per aiutare l’inesperto Francis a stabilire una strategia vincente!

   
 
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