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Autore: Sarty    06/05/2010    6 recensioni
"Ludos si era ripreso, stava guardando la scena e rideva. Ma Damon non lo sentiva nemmeno: cercava con tutte le sue forze di scacciare l’immagine delle sue mani che stringevano il collo del suo uccellino, cercava di scacciare l’immagine di Bonnie senza vita. Perché quell’immagine gli causava un dolore che non aveva mai provato durante tutti i suoi anni di esistenza. Perché quel dolore stava portando con lui una verità che Damon non voleva ascoltare." E se per una volta fosse la dolce Bonnie a salvare la vita a Damon? Come reagirebbe il vampiro se si trovasse davanti la sua piccola streghetta diventata più potente di lui? Tra odio e amore, i miei protagonisti preferiti...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata trascorse tranquilla, Stefan tenne sempre i suoi sensi all’erta, mentre Elena fissava continuamente fuori dalla finestra.

La scena rimase statica e immobile fino al tardo pomeriggio, quando il vampiro si alzò di scatto dai piedi del letto e disse: “Sento l’aura di Damon, stà arrivando”.

Elena si alzò a sua volta ed iniziò a scendere le scale di corsa, con Stefan alle sue spalle.

Rimasero qualche istante nel porticato della pensione e poi dai fitti rami della boscaglia comparse Damon.

Il suo sguardo era indecifrabile.

Elena corse da lui, lo abbracciò e poi gli chiese se fosse riuscito a trovare le informazioni che gli servivano. Lui fece lentamente un cenno di assenso col capo.

“E quindi?” suonò la voce di Elena “Cosa dobbiamo fare?”

Damon la fissò per qualche istante, prima di rispondere “Aspettare…”

“Cosa? Aspettare? Perché?”

“Non ci sono mezzi per ucciderlo… solo lei può farlo”

“Ma se Bonnie fosse già sotto il suo controllo?” lo sguardo di Elena passava disperato dal volto di Damon a quello di Stefan, che si stavano fissando, impassibili.

Stefan vide nella mente di Damon la conversazione avuta con Alexander e sospirò.

“Allora?!” la voce di Elena era quasi un urlo.

Damon prosegui, stancamente “Possiamo solo provare a far tornare Bonnie in sé. Se riprendesse il controllo, potrebbe eliminarlo…”.

“Ma come? Cosa dobbiamo fare?”

Stavolta fu Stefan a parlare “Dobbiamo provare ad arrivare a lei… In realtà la volontà di Bonnie, il suo io, sono ancora in lei. Bisogna farli riemergere, provando a fare leva sui suoi sentimenti.”

“E se non ci riuscissimo?”

Il viso di Damon fù attraversato da una smorfia di dolore, mentre Stefan osservava l’immagine mentale che ne era la causa.

“No, Damon, non puoi farlo!”

Stefan si era sporto verso di lui, afferrandolo per le spalle.

“Non avrei alternative”

“No, non puoi, non puoi, deve esserci un altro modo!”

“Non c’è… hai visto anche tu, Alexander non ne fù capace ed ora è lacerato dai rimorsi e dal dolore”

“Ed è solo per questo?”

Un moto di rabbia attraversò Damon, che spinse via il fratello.

“Cosa faresti tu?” iniziò ad urlargli “Se fosse lei? Cosa faresti! Dimmelo!”

Stefan abbassò lo sguardo e sottovoce rispose “Lascia almeno che sia io a farlo, non posso farti vivere con questo peso sulle spalle…”

“No, se sarà necessario lo farò io… Le ho fatto una promessa…”

Calò il silenzio.

Lo sguardo di Elena passava inesorabilmente da un volto all’altro, mentre ripensava a quanto si erano detti Damon e Stefan. Poi ad un tratto si bloccò. Il suo respiro accelerò, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.

Stefan la strinse in un abbraccio, mentre cercava di calmarla “Elena, non arriveremo a questo, vedrai, riusciremo a salvarla…”

Ma Elena non lo ascoltava: tutto il suo corpo tremava, mentre ripeteva in continuazione “Volete ucciderla, voi volete uccidere Bonnie! Non potete, non potete!”.

Stefan la strinse ancora più forte a lui. Mentre con il suo potere le induceva il sonno.

La prese tra le braccia e prima di salire nella loro camera fissò il fratello per un istante. Poi lentamente si voltò ed entrò.

Damon a sua volta si allontanò da li: voleva restare solo, voleva pensare senza doversi preoccupare di schermare i suoi pensieri.

Si trasformò in corvo e iniziò a volare sopra la città, passando in rassegna ogni luogo che aveva un qualche significato, pensando che se Bonnie doveva apparire, lo avrebbe fatto in uno di quei luoghi: la sua casa – quante notti passate su quel ramo a guardarla dormire – la scuola – quel misto di attrazione e paura negli occhi quando tornai insieme a Stefan – la casa di Caroline – quel primo bacio dato volontariamente, quella dolcezza, quell’audacia – il vecchio cimitero e la radura – il suo sguardo determinato mentre si frapponeva tra Stefan e Klaus – per poi tornare al pensionato - dove le nostre vite si sono legate per sempre, quando la salvai donandole il mio sangue, quando distrusse la prima volta la mia corazza, quando riuscì ad entrare nel mio cuore morto, senza che me ne rendessi conto…

E quale luogo poteva essere più adatto alla fine, se non quello dove tutto ebbe inizio?

Era così concentrato nei suoi ricordi che non si era accorto dell’appello del fratello.

Guardò in basso e vide Stefan ed Elena appena fuori dal pensionato, a terra, feriti. Scese in picchiata e riprese la sua forma umana.

“Tutto ok?” chiese a Stefan, mentre un moto di rabbia iniziava a crescergli dentro.

“Si, ma non li ho nemmeno sentiti arrivare… non ho avvertito la loro presenza finché non ci hanno attaccato…”

Perché parla al plurale? Avverto un solo potere…

Si voltò e vide Ludos: lo sguardo fiducioso, malvagio e strafottente, il solito sorriso sadico sulle labbra, quella stessa espressione che gli faceva venire voglia di uccidere.

Poi la sorpresa lo immobilizzò: piegò leggermente la testa di lato… e la vide.

Lei era li, al suo fianco.

La stessa identica espressione, lo stesso identico sorriso.

Sembrava un tutt’uno con quel demone.

Il suo corpo era fasciato da una veste rosso sangue, che le aderiva fin sopra le ginocchia e terminava con degli strascichi svolazzanti nell’aria, i suoi piedi nudi, il suo corpo fluttuava un metro sopra la terra.

Lentamente, sempre sorridendo, si fece avanti e mise il suo braccio attorno a quello di Ludos, che le rivolse uno sguardo compiaciuto e poi parlò senza staccarle gli occhi di dosso.

“Sai Damon, mi ha fatto… lavorare. Mi ha tenuto testa, per un po’. E’ stata la strega più difficile da piegare - e ne ho piegate tante - ma questo le ha fatto guadagnare punti.”.

Detto questo si voltò a fissare il vampiro, prima di proseguire “Lei sarà veramente una principessa delle tenebre… la mia!”.

E mentre realizzava quelle parole, Bonnie alzò la mano e la passò delicatamente sul volto di Ludos.

Non poteva vederla così.

La sua mente si rifiutava di convincersi che fosse veramente lei.

L’aura che emanava era potente, ma scura come una notte senza stelle.

Quello era il suo corpo, ma era rimasto solo quello del suo uccellino.

Un involucro di carne e ossa, vuoto.

Da lei arrivava solo malvagità. La stessa che aveva pervaso lui per tanto tempo, troppo.

E questo lo fece decidere.

Doveva farlo, glielo doveva!

Non poteva lasciare che lei diventasse come era stato lui, prima di conoscerla.

Prendere quella decisione provocò un dolore lancinante a Damon.

Bonnie se ne accorse ed iniziò ad avvicinarsi a lui, con un sorriso sadico sul volto “Un vampiro del tuo stampo non è abituato al dolore? Questo è ancora poco rispetto a quello che proverai…”

“Bonnie, Uccellino… Me lo sono meritato, per tutto quello che ho fatto in passato, ma tu… non è giusto, non per te.”

A quelle parole una lacrima luccicò sul volto di Damon e Bonnie si bloccò. I suoi occhi erano fissi su quella piccola gocciolina che stava scendendo lungo la guancia del vampiro.

“Perdonami,  per quello che ti ho fatto, per il dolore che ti ho causato… per quello che sto per fare…” Damon si concentrò tentando di racchiudere tutto il suo potere in un unico punto della sua mano, per sferrare poi il colpo.

“Damon fermati, ti prego! Non puoi farlo, non puoi! Lei è Bonnie, lei è la mia amica” Elena stava urlando quelle parole, tra un singhiozzo disperato e l’altro.

“Non più Elena… Lei non è più Bonnie e io devo tenere fede a una promessa che le ho fatto”.

“Come puoi farlo, come?! Allora non è vero che la ami!” le urla disperate di Elena riempivano l’aria.

Damon la fissò, arrabbiato “E’ proprio perché la amo più della mia stessa esistenza che lo faccio! Se non l’amassi così tanto, non potrei accettare di perderla per salvarle l’anima!”.

E sotto il peso di quelle parole, il corpo di Bonnie si piegò.

Ludos si voltò di scatto verso di lei, avendo intuito cosa le stava accadendo, anche se non riusciva a crederci. Quella ragazzina umana non poteva annullare il suo controllo mentale, era impensabile!

Eppure…

Il corpo di Bonnie tremava, il suo sguardo era fisso su un punto lontano e perso nel vuoto.

Ludos le fu accanto in un secondo e solo in quel momento Damon si accorse di cosa stava succedendo, perché il demone aveva iniziato a riversare nuovamente il suo potere nero su Bonnie.

“La stai perdendo! Lei sta cercando di riprendere il controllo della sua mente!”

E al termine di quella frase, il cuore di Damon iniziò inspiegabilmente a battere di nuovo.

Speranza.

Elena era ancora accanto al corpo di Stefan, entrambi fissavano la scena immobili, in silenzio.

Ma non Damon: le sue parole l’avevano scossa, le sue parole le erano entrate talmente in profondità da ridestarla, la sua voce…

“Bonnie, Bonnie! Reagisci, ti prego! Ascoltami, segui la mia voce, ti prego… torna da me!”

Un nuovo fremito scosse il corpo della ragazza.

Ed in risposta Ludos aumentò il suo potere.

“Lasciala, maledetto bastardo!” Damon avrebbe voluto colpirlo con tutta la sua forza, ma il demone era posizionato alle spalle di Bonnie: non poteva attaccare senza colpire anche lei.

“Torna con me, Bonnie, torna da me!” Ludos non sembrava aver nemmeno sentito le parole del vampiro, che per tutta risposta emise un ringhio terribile.

Altro potere nero, un altro fremito e poi Bonnie tornò immobile.

“Hai visto, Damon? Il mio potere è troppo grande, il male è troppo forte, anche per lei!” il demone sembrava compiaciuto del suo operato, con quel solito ghigno stampato sulle labbra.

“Damon…” la voce di Bonnie risuonò decisa e chiara, almeno per il vampiro.

Quella era la sua voce, quel timbro lo avrebbe riconosciuto anche tra migliaia… quella era la voce del suo uccellino!

Bastò loro solo uno sguardo e si intesero alla perfezione. Bonnie si buttò a terra nello stesso istante in cui Damon scagliò un’ondata di potere verso Ludos, che fù colpito in pieno e volò qualche metro indietro.

In una frazione di secondo, Damon fu accanto a Bonnie e la prese tra le braccia: non fece altro che guardarla negli occhi, con un’intensità tale che lei iniziò a tremare, come aveva sempre fatto.

Nessuno dei due aveva mai vissuto un momento così dolce, intimo e appagante.

“Streghetta…” le disse Damon accarezzandole dolcemente la guancia.

Era solo una parola, ma per Bonnie fu sufficiente. Non era quello che le diceva che contava, era il modo in cui lo diceva. La sua voce e i suoi occhi non erano mai stati così chiari… Ci lesse tutto l’amore che il vampiro provava per lei ed il moto di felicità che ne seguì fu inebriante.

“Non è possibile! Tu non puoi averlo fatto, tu sei solo una piccola ragazzina umana!” La voce stridula di Ludos li fece ridestare entrambi.

Bonnie si alzò di scatto voltandosi verso il demone, lo sguardo deciso e arrabbiato.

“Non ti permetterò di fare ad altri quello che hai fatto a me!”, ma Ludos non sembrava sentirla… continuava a ciondolare la testa, farfugliando un fiume di parole.

“Non è possibile, non è mai successo, nessuno ci è mai riuscito, nessuno, mai…”

“Il super demone mi sembra un tantino scosso…” disse Damon con un sorriso beffardo sulle labbra.

“TU! Maledetto vampiro! TU non puoi portarmela via! Lei oramai mi appartiene!” Ludos si stava avvicinando, un passo ad ogni parola pronunciata.

Damon si mise davanti a Bonnie, per farle da scudo con il corpo, mentre gli rispondeva con un ringhio “Lei non ti è mai appartenuta! Tu non sei mai riuscito a piegarla, non ci riuscirai mai!”

“TACI!” l’urlo di Ludos fù accompagnato da una scarica di potere.

Bonnie si spostò al fianco di Damon e con un incantesimo creò uno scudo che assorbì il colpo del demone e lo riversò nuovamente su di lui.

La cosa non lo scalfì minimamente.

“Non obbligarmi a ucciderti, Bonnie. Ho già scritto un futuro per te, non vorrei dover cambiare i miei piani…”

“Beh, preferisco di gran lunga morire, piuttosto che dover passare la mia vita al tuo fianco!” la voce di Bonnie non lasciava dubbi sulla veridicità delle sue parole.

“E sia! Ma prima dovrai assistere alla morte di tutti i tuoi amici, poi a quella del tuo amato Damon!”

Ludos iniziò a raccogliere tutte le sue energie.

Bonnie spostò il suo sguardo prima su Stefan ed Elena, poi su Damon.

“Puoi batterlo, Uccellino, tu puoi riuscirci!” le disse lui in risposta prendendola per le spalle.

Bonnie fissò il vampiro, che vide nel suo sguardo insicurezza e paura.

“Io sono sicuro di ciò che ho detto. Ti fidi di me?”

“Si, ma io non sono sicura di riuscirci senza che voi vi facciate del male…dovete andarvene…”

“Non mi sposterai di un millimetro… lo affronteremo insieme, qualsiasi cosa accada!” e detto questo, Damon avvicinò il suo volto a quello di Bonnie, lo sguardo fisso nei suoi occhi, e poi le diede il più dolce, delicato, puro bacio che due amanti si siano mai scambiati.

Quel lieve tocco di labbra creò in entrambi un’ondata di emozioni talmente forti ed intense che furono avvertite perfino da Stefan ed Elena, sempre immobili ad osservare la scena.

E poi in Bonnie scattò qualcos’altro: sentì un’energia crescere in lei, sempre più forte, sempre più potente, sempre più incontrollabile. L’amore che provava per Damon le stava dando potere.

Così quando Ludos sferrò il suo colpo, Bonnie fece altrettanto.

Le energie sembravano eguagliarsi, nessuno dei due sembrava cedere o soccombere, i due poteri si scontravano nell’esatta metà della distanza che separava Bonnie dal demone.

Finché Damon si mise dietro Bonnie e le prese dolcemente le spalle: non le stava trasmettendo potere, le stava trasmettendo amore.

La ragazza fece uno sforzo, si concentrò e aumentò l’intensità del potere, accedendo a tutta la forza di cui disponeva: Ludos fù investito in pieno da un fascio di luce e scomparve in esso.

Non era tanto per la forza del colpo, ma per ciò che essa rappresentava: amore.

Quel demone era stato distrutto dall’amore, vero, semplice, unico.

 

CIAO !

Come promesso, ecco il nuovo capitolo… e forse sarà il penultimo… non mi sembrava il caso di spezzarlo!

Vale, BennyRobin, Ila_D, BonnieMora mille grazie per le recensioni e scusate per l’attesa… e un grazie anche a tutti quelli che hanno letto.

A chi interessasse, passando dalla mia pagina autore potete accedere alla one shot che ho scritto su Twilight, ossia l’incontro tra Edward e Bella a Volterra dal punto di vista di Edward.

A PRESTO ! 

 

  
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