CAPITOLO
9.
Uno, due, tre, quattro…
Erano
già un paio d’ore che Tifa si trovava
lì,
nella chiesa.
Non
credeva che quella notte avrebbe riposato
così bene. Persino più del solito. Era normale?
Non se lo seppe spiegare.
Era
convinta che non avrebbe chiuso occhio per
giorni, invece…
Ripensava
ancora a ciò che era accaduto la sera
precedente e provava ancora rabbia per come si era comportata.
In
ogni caso lasciò scivolare via quel ricordo
velocemente. In fondo apparteneva già al passato.
Cinque,
sei, sette, otto…
“…nove….e…DIECI!!
AH, sono esausta!” disse e si
lasciò scivolare a terra sfinita. Aveva cominciato un duro
allenamento.
Era
da tanto che non si sgranchiva e ne aveva
sentito il bisogno.
Maestro
Zangan…mi sono proprio rammollita,
cosa pensereste?
Sorrise
dopodichè si rialzò in fretta.
L’ultima
volta in cui si era data da fare nella
lotta era stato un anno fa e già da allora era decisamente
arrugginita.
Si
stiracchiò e passò una mano sulla fronte
ormai bagnata.
Levò
via la corta giacca in pelle e serrò i
pugni.
Uno,
due, tre…ora!
Una
serie di calci e pugni e Tifa prese una
veloce rincorsa. Saltò e tentò di eseguire un
Meteor Strike. Purtroppo non vi
mise abbastanza potenza al che cadde a terra dopo pochi secondi.
“Ah!!”
toccò il ginocchio dolorante. “Anf…Che
palle! Eppure contro, anf, Loz mi uscì al primo
colpo…” poggiò la testa sulle
ginocchia. “Non c’è niente da fare! Con
le materia era tutto più facile.”
Dubito
che io sia capace di eseguire mosse
più complicate…accidenti! Prima riuscivo a
raggiungere persino il quarto
livello…
Si
riscaldò per qualche minuto, poi tentò la
mossa altre volte fallendo miseramente.
Il
suo livello era probabilmente sceso quindi
pensò bene di allenarsi solo nell’utilizzo delle
limit break più elementari.
“Ehi,
meni ancora di santa ragione!”
“Oh?”
Tifa si girò di colpo. Era appena entrato
Barrett Wallace. Le lanciò un asciugamano che la giovane
afferrò
tempestivamente.
“Anf,
anf…Barrett? Cosa ci fai qui?” chiese
sorpresa e prese da bere.
Barrett
sorrise con il suo solito volto fiero.
“Cosa
pensi? Che mi sia dimenticato della mia
bambina? Ah! Non ho una faccia da culo simile!” e si mise a
ridere. Si sedette
su uno dei muretti. “Continua, dai.”
“Okay…”
prima lo guardò perplessa, poi riprese
l’allenamento.
“Ho
visto che hanno messo un cartello…però ce ne
stanno mettendo di tempo quei contapalle!”
“Non
è facile cominciare i lavori...” disse
distratta non si accorgendosi del disagio di Barrett. Lui comunque
cercò di
camuffarlo.
“Sono
sicuro che stai facendo vedere loro chi
comanda, eh? Che soddisfazione! Un membro AVALANCHE che comanda a
bacchetta
quegli insulsi membri della Shin-Ra corporation!” disse
soddisfatto.
“Già,
già. Li tratto come vecchie scope…”
disse
senza troppa convinzione.
A
dire la verità non se la sentiva proprio di
raccontargli tutto ciò che le stava capitando
nell’ultimo periodo.
Se
solo avesse saputo che appena la sera prima
aveva soccorso Rufus Shinra…
“Ehm…so
che ti stai dando molto da fare. Che ti
fanno sgobbare quasi tutto il giorno…”
esitò “…Sicura che sia tutto a posto?
Sai bene che riempio loro il culo di piombo se ti trattano da
cane!” alzò il
braccio meccanico. Tifa sorrise.
“So
che ci sei. Me la so cavare, però. Lo sai.”
“Sì,
lo so, lo so. Tu sapevi cavartela a
quindici anni, figurati ora.” La guardò.
“…Te lo dico proprio perché voglio che
tu sappia che io ti sto vicino. Non fregartene della vita che a volte
ti butta
a faccia a terra. Tu sei forte, non lasciare che ti accada
questo.”
Quelle
parole la turbarono. Ebbe uno strano
presentimento.
“Barrett,
cosa stai cercando di dirmi?”
Barrett
di colpo si azzittì, poi cominciò a
farneticare.
“Nulla!
Ti ho detto solo che so che tu sei forte
e…NON DELUDERMI! AH, AH, AH!”
Rise,
ma la ragazza rimase molto perplessa.
“Non
sei venuto qui per caso, sbaglio forse?”
chiese oramai con più di un dubbio in mente.
Barrett
sospirò e decise di parlare.
Dall’espressione che fece, Tifa capì che avrebbe
preferito evitare di essere
diretto.
“Merda,
Tifa. Io l’ho sempre detto che quello lì
era un coglione dalla testa chiodata. Sai che mi hanno sempre dato i
nervi i
suoi modi di fare, però voglio provare a dire una parola
buona e…merda, come lo
dico? Ecco, fottitene!”
La
ragazza rimase sbalordita di quelle parole.
Abbassò il capo e riprese a sferrare pugni
all’aria.
“Hai
saputo di Aerith e Cloud, eh?” disse con
aria distratta.
“Merda,
Tifa! Io quando l’ho saputo a momenti
gli stavo staccando la testa dal collo! Quello lì
è una vera e propria testa di
cazzo, ma a te piaceva e io infondo…”
“Don’t
worry. Sto bene. Ho solo bisogno di un
po’ di tempo.”
“Mi
hanno detto che sono mesi che non ti fai
viva e che pensi solo a lavorare da quei leccapiedi. Tifa, io non
voglio che tu
reagisca in maniera avventata.”
“Ma
che vi siete messi in testa tutti? Avete
paura che mi ammazzo per Cloud..!!?” urlò di colpo
azzittendo Barrett che fu
colto alla sprovvista.
Tifa
sospirò.
“…Va
bene. Ovvio che non abbia fatto i salti di
gioia, ma ora basta! Sembro così depressa!?”
riprese a sferrare pugni, ma
subito si rese conto di non avere più la concentrazione
adeguata, al che si
avviò verso l’uscita.
“Tifa!
Ma dove vai..?” disse Barrett sentendosi
terribilmente in imbarazzo. Non aveva mai visto Tifa reagire
così bruscamente.
“Io
sto benissimo! Non morirò senza Cloud se è
QUESTO quello che volevi sapere!” e uscì
violentemente.
[…]
Le
auto passavano velocemente per le strade
ormai buie di Edge.
Era
una serata abbastanza movimentata.
Ragazzi
in comitiva che cazzeggiavano,
famigliole in zone più appartate, locali aperti by-night.
L’atmosfera
tipica dei giorni festivi, nel pieno
della movida.
Tifa
bevve un ultimo sorso di birra, poi guardò
apaticamente lo scenario che le si presentava davanti.
Era
interessante forse ciò che accadeva intorno
a lei, a quelle persone completamente estranee alla sua vita? Certo che
no.
Non
lo trovava neanche divertente.
In
quel momento c’erano solo lei e la sua birra.
Non se ne importava dei ragazzini che le si avvicinavano o che la
fischiavano.
Volevano
guardarla? Conquistarla?
Poteva
solo compatire la loro pateticità, ma non
aveva per niente intenzione di reagire. Per ottenere che cosa? Solo il
loro
gioco, nient’altro.
Alzò
il gomito, la bottiglia era finita.
Erano
diversi minuti che si ritrovava lì immersa
in quei vaghi pensieri. Sentì il bisogno di camminare un
po’.
Cominciò
a ciondolare senza meta, non
preoccupandosi di chi o cosa avesse davanti. Si sentiva come dentro una
bolla
d’aria, in un mondo parallelo dove nessuno la poteva vedere.
Sapeva che quella
sensazione era stupida, ma davvero sentiva di essere completamente
sola. Lei e
i suoi pensieri che comunque la stavano già abbandonando
anch’essi.
“Ehi,
guarda dove cammini.”
Le
si rivolse una voce familiare. Se non l’avesse
riconosciuta non si sarebbe nemmeno girata.
“Ma
sei proprio ovunque, tu.”
Cambiò
di colpo atteggiamento vedendo un ragazzo
biondo di sua conoscenza.
“Rufus.
Che ci fai in giro a quest’ora? Sbaglio
o ieri hai avuto un collasso?”
“Mi
sono ripreso da cose peggiori, cara.” Disse
lui con il suo solito modo di fare.
Era
strano incontrare Rufus che camminava per le
strade come un comune mortale.
Riflettendoci,
non lo aveva mai visto in
ambiente non lavorativo, in ‘borghese’.
Si
mostrava sempre il solito perfettino, con i
capelli ben pettinati, gli abiti firmati e in quel contesto, nonostante
la
marea di gente, continuava a spiccare.
Sarebbe
stato facile poter affermare che era un
normalissimo ragazzo dal bell’aspetto, ma era una presa in
giro perché lui era
riconoscibile in qualunque ambiente come Rufus Shinra.
Tifa
strinse le spalle.
“Che
posso dire? Io più che portarti a casa e
chiamare un dottore non potevo, quindi fatti tuoi.”
Lui
sorrise della finta noncuranza di Tifa.
“Già…mi
chiami idiota, imbecille e Shinra eppure
sei la prima a preoccuparti per me.” disse sorridendo. Lei
inarcò le
sopracciglia.
“Io?
Preoccupata per...te?” rise. “Mi piace il
tuo ottimismo.”
Il
biondo sembrò stranamente offeso. Portò una
mano sui capelli scostandoli dal viso.
“Ridi
pure. Intanto io ricordo bene il tuo viso
preoccupato, quando hai visto che stavo male.” Disse lui
sarcastico, ma serio.
“Non
ci fantasticare troppo. L’avrebbe fatto
chiunque.” Disse con fare ovvio.
“Sarà…intanto
l’hai fatto tu.” la guardò
penetrante. “…a me questo basta.”
“Basta
per cosa? Oddio…era meglio se facevo
finta di non averti visto…”
“Tu
infatti non mi avevi visto. Ero io che ti
seguivo già da un po’.” Si accese una
sigaretta.
Tifa
sorrise e si voltò per tornare sui suoi
passi. Vedendola andar via, Rufus la fermò.
“Te
ne vai senza permettermi di ricambiare la
tua gentilezza di questi ultimi giorni?”
La
bruna si fermò e lo guardò negli occhi.
“…Stai
cercando di rimorchiarmi?”
“Cosa
devo sentirmi dire…” disse sospirando.
“Allora? Che hai deciso?” ammiccò.
“Okay.”
“Okay
che?” disse lui molto sorpreso. Non
pensava che Tifa avrebbe accolto così facilmente la sua
proposta.
“Se
proprio ci tieni, offrimi una birra.”
Rufus
fu esitante.
“…Birra?”
la guardò.
“Che
avevi capito..?” la ragazza cambiò tono,
infatti fu pungente.
“Nulla,
nulla. Andiamo.” Rise “…Ti fai ripagare
con poco.” costatò. Lei strinse le spalle.
“Allora
vorrà dire che prenderò la bottiglia
grande.”
“E’
poco lo stesso, cara.”
Si
fermarono al primo bar che videro sulla
strada.
Era
un locale piccolo, di quelli molto alla
mano.
“Buonasera.”
disse avvicinandosi al bancone del
locale.
“Oh?
Rufus!” gli si attaccò la cameriera
spingendosi dal bancone in maniera equivocabile, mostrando senza remore
la
provocante scollatura.
“In
cosa posso esserti utile?” disse
ridacchiando.
Tifa
rimase inorridita.
“Due
birre, Giselle.” Rispose lui stando al
gioco. La ragazza andò via con il sorrisetto malizioso.
Rufus
raggiunse Tifa che intanto aveva preso
posto su uno dei tavoli. Aspettò che il ragazzo le si
posizionasse di fronte.
“
…‘Giselle’ ? Ma chi frequenti,
PRESIDENTE..?”
disse accentuando le parole ‘Giselle’ e
‘presidente’. Lui fece finta di non
capire.
“E’
una ragazza molto gentile.” Disse parlando
in maniera ambigua in modo da infastidire Tifa.
“Certo.
Oserei aggiungere mooolto gentile.”
lanciò un’occhiataccia all’abbigliamento
ultra ridotto della ragazza in
questione.
“Non
sarai gelosa..?”
“No,
ma tu sei un cascamorto della miseria.” E
incrociò le braccia. Lui rise.
“Ma
dai, tesoro. Lo sai che la mia preferita sei
tu.” le disse strofinando un piede sulla caviglia di lei.
Tifa rispose con un
energico calcio negli stinchi.
“OUCH!”
Rufus si piegò dolorante. “Sei proprio
una stronza!”
“Allora
siamo in due, vedo.” Disse guardandolo
accattivante.
“…a
me piace quando cacci le unghie.”
“Ma
è fantastico! Allora te ne do un altro
subito?”
“No,
no! Va bene così!” disse non mettendo in
dubbio che Tifa fingesse. Bevve un sorso e ritornò a lei.
“Allora…?”
“
‘Allora’ cosa?” disse incuriosita.
Lui
poggiò il mento sul dorso della mano.
“Perché
eri così giù, prima?”
Tifa
rifletté un attimo. Non si aspettava quella
domanda.
“…Te
n’eri accorto?”
“U-uh.”
Annuì lui.
La
ragazza guardò la vetrata affianco a loro.
Cercò di non darlo a vedere, ma il sol pensiero la fece
rabbuiare di nuovo.
“Speravo
di distrarmi, ma non sono così brava a
farmi scivolare le cose addosso.” Cominciò a
passare il dito sull’orlo della
bottiglia.
“Riguarda
Strife, vero?” disse sicuro. Lei alzò
gli occhi di colpo.
“Perché
sei così sicuro che si tratti di lui..?”
“Quando
una donna si sente così è sempre per un
uomo.” Disse con ironia e sicurezza.
Tifa
annuì e ritornò alla domanda di Rufus.
“Sì,
centra Cloud. Cioè, riguarda il fatto
dell’altra volta però…questa volta
è un po’ diverso.”
Rufus
rimase in silenzio permettendole di
esprimersi con calma.
“Oggi
è venuto a trovarmi Barrett…” bevve un
sorso di birra. “E’ stato gentile con me. Troppo.
Questo mi ha infastidita.” Si
spiegò meglio.
“Cioè
è stato carino…ma non voglio essere
trattata come un cane bastonato!” ripensandoci le venne
rabbia.
“E’
vero. Cloud era importante per me, ma ci
manca solo che mi fanno le condoglianze e il quadretto funebre
è completo!”
disse stufa.
“Beh,
eri molto provata. Questo lo devi
ammettere.”
“Ma
tu mi hai vista quando l’avevo appena
saputo! E’ logico che fossi sconvolta!” si
alzò di colpo e uscì dal locale.
Lui
rimase smarrito per un attimo. Si affretto a
pagare per poi seguirla velocemente.
“Tifa!
Ti sembra il modo di comportarsi..?” le
disse raggiungendola a passo svelto.
Tifa
era ferma vicino un palo della luce.
“Lo
so che sono patetica.” disse stanca.
“Non
sono ancora sicura di quello che provo. Il
fatto è che…Uff!!”
Turbata,
prese a camminare.
“Ferma.”
Il biondo l’afferrò per un braccio. “
Preferirei evitare di rincorrerti ogni volta che parlo.”
Tifa
lo guardò prima con disapprovo, poi
comprese il suo punto di vista. Stesso lei trovò
insopportabile il suo
comportamento.
“Scusa…”
Rufus
le mise un braccio attorno alle spalle e
presero a camminare per la strada che lentamente si stava svuotando.
[…]
HEAVEN’S
NIGHT*
Tifa
lesse la fluorescente insegna del locale
notturno dove stavano per entrare.
“Heaven’s
Night? Ma dove mi stai portando?”
disse incerta.
“E’
solo un pub, tranquilla.” Le rispose lui,
inoltrandosi dentro.
Entrati,
subito si sentirono le assordanti
musiche da discoteca tipiche di questo genere di locali. Era buio, le
poche
luci provenivano solo dalla zona bar e dalla pista da ballo. Si
sedettero sugli
sgabelli vicino al bancone.
“Perché
mi hai portata qui ?” disse scandendo
bene le parole per via della musica altisonante.
“Così.
Ho pensato di farti divertire un po’.”
ordinò dei drink.
“Non
mi diverto con queste cose squallide.”
“Dillo
dopo aver provato.” Disse
allungandole il bicchiere. Tifa bevve in un sol sorso.
“Non
era forte. I miei cocktail sono migliori..”
Costatò maligna.
“Non
è mia intenzione farti sballare con un
alcolico.” Detto questo scese dalla sedia e le
afferrò la mano trascinandola in
pista.
La
ragazza non riuscì in nessun modo ad opporsi.
Non
appena furono al centro della zona riservata
ai balli, lui si bloccò e portò una braccio
attorno alla vita di lei.
“Ma
che fai..?? Io non voglio ballare!” disse
con un po’ di imbarazzo.
“Perché,
no? Lasciami provare.” Le sorrise
beffardo mentre prendeva un braccio della ragazza e se lo portava
attorno al
collo.
“Provare
che..?”
“…A
farti dimenticare dei tuoi problemi per una
notte.” Disse ammiccando.
Tifa
rimase incredula.
Di
colpo si mise a ridere e si lasciò trascinare
da Rufus.
[…]
“Ora
spiegami come diavolo fai!” disse Tifa
sedendosi bruscamente sul ciglio della strada.
Erano
usciti da poco dal locale, ancora storditi
dall’alcool e da quel caotico ambiente. Le strade erano buie
e completamente
deserte. Il ragazzo si sedette accanto a lei.
“Benvenuta
nel mio mondo!”
“Non
scherzare!” Disse cercando di recuperare un
po’ di serietà. “…Tra meno di
sei ore tu devi essere al lavoro e noi che
facciamo?” bevve un altro sorso di birra. “Ci
sbronziamo tutta la notte sul
ciglio di una lurida strada..?”
“Tu
ti stai sbronzando. Direi che per stasera
può bastare.” Disse levandole la bottiglia di mano.
“Che
stai dicendo? Una birra non è così
pesante!” disse riprendendosi la bottiglia.
“Una
birra no.” precisò. “…Ma sei,
sì!”
Con
forza glie la sottrasse nuovamente di mano.
Tifa
abbassò il capo e rise.
“Sarò
pure ubriaca, ma sono ancora perfettamente
cosciente!” lo guardò. “Sul serio. Come
fai?” lo guardò con occhi limpidi.
Lui
la ricambiò. Tifa riprese a parlare.
“Tra
incidenti, lavoro, tu e tutto quello che
rappresenti…come fai a non desiderare solo un po’
di riposo?” fu molto onesta.
“Facile.”
Disse con fare ovvio, quasi come fosse
abituato a rispondere a domande del genere.
“Dopo
che sopravvivi ad eventi del genere ogni
cosa diventa superflua e diventi consapevole di quanto la vita sia
fragile.”
Fece
una pausa.
“Omega
Weapon. Subire un attacco così diretto ti
fa riflettere su molte cose.”
Bevve
un sorso dalla medesima birra.
“…Sarei
dovuto morire, ma non è successo. Come
vivo? Con questa consapevolezza! Che tutto può svanire in un
attimo. Così.”
Guardò
Tifa.
“…per
questo faccio tutto quello che mi va di
fare e non opprimo i miei desideri. C’è gente che
mi vuole ancora morto. Un
esempio è il mio recente incidente.” Rise.
“So
bene quanta gente esulterebbe se io
crepassi, ma io vivrò a modo mio e quando
sarà…sarà.”
Tifa
lo guardò sbigottita, poi rifletté
intensamente sulle sue parole.
“Sai…
hai ragione…” il tono era molto profondo.
“Si vive una volta sola, questo lo dimentichiamo troppo
spesso. Per quanto io
non ti condivida…ammiro il tuo modo di fare.”
“E’
l’alcool a farti parlare così?” disse
sarcastico.
“Stupido!
Dico sul serio…! Fino ad adesso io non
ho fatto ad altro che pensare agli altri. Ho sempre dato
così poco spazio a me
stessa, alla mia felicità. E adesso?” Si
guardò intorno. “Adesso che mi
rimane?”
Si
avvolse nel silenzio per qualche attimo.
“Sai…Aerith
è venuta a trovarmi.”
Rufus
ascoltò incuriosito.
“Te
la puoi immaginare. Tutta carina, col bel
vestito rosa e i lacrimoni agli occhi! L’avrei presa a
schiaffi solo per come
si è presentata!” disse sinceramente
“…e
io a fare la figura della strega cattiva
senza cuore, ormai troppo sconvolta per ragionare.” Fece una
pausa.
“E’
per questo che me la sono presa con Barrett
oggi. Perché…sono sicura che hanno parlato di me.
Lui, Aerith e…anche Cloud. Si
sono fatti un’idea di me che…non voglio neanche
immaginarla!”
Poggiò
violentemente la testa sulle ginocchia.
“L’ho
cacciata via quando avrei potuto risolvere
la questione una volta per tutte. Ho sbagliato?”
“Secondo
me no.”
Tifa
si sorprese di quella risposta. Lui la
guardò dritto negli occhi.
“Questa
storia dovrai essere tu a superala col
tempo, non possono pensare di starti vicino ora. Non sono nella
posizione di
poterti consolare. E’ un qualcosa di cui devono prendere
consapevolezza e
basta, per avere deciso di agire così nascondendoti
tutto.”
“Davvero
lo pensi..?”
“Sì.
Io penso che è davvero da idioti pensare di
ammansirti così. Saresti stata falsa se avessi accolto
Aerith. È giusto che
provino anche loro un po’ di amarezza.”
Tifa
lo guardò grata di quelle parole e sentiva
di potergli credere. Rufus era sempre stato sincero. Anche da nemici.
Si
poggiò sulla sua spalla.
“Grazie…”
Il
biondo per un attimo sussultò.
“Tu
dici ‘grazie’ a me..? A cosa devo tanto?”
sorrise.
Lei
sospirò.
“E’
anche grazie a te se ho reagito così bene a
questa vicenda.” Chiuse gli occhi. “Mi hai dato
così tanti pensieri che non ho
avuto nemmeno il tempo di abbandonarmi allo sconforto.”
Lui
annuì fingendosi noncurante. Tifa sorrise
vedendolo così dopodichè riprese la sua bottiglia
dalla mano di Rufus.
“Questo
volevo dire a Barrett! Io a Cloud non
l’ho proprio cagato! Perché non ho fatto altro che
pensare a te! Ma mi
ucciderebbe se sapesse una cosa del genere.”
Rufus
rise mentre Tifa fece per bere un sorso di
birra, ma rimase a bocca asciutta.
“…Ma
è finita..?” disse lei a malincuore,
piagnucolando.
“Buona
tu.” le buttò la bottiglia a terra.
“Peccato.”
Si
allontanò dalla sua spalla.
Lo
guardò e stranamente incrociare i suoi occhi
le portò imbarazzo.
“Mi
sento scema. Devo averti dato un’impressione
terribile. Io non sono sempre così, è
che..!”
Le
labbra di Rufus le bloccarono il respiro con
un bacio così inaspettato che non poté evitarlo
in nessun modo.
Rimase
incredula per pochi istanti.
Sapeva
che lo avrebbe dovuto allontanare.
Questo
era il volere di Tifa.
Questa
era la cosa giusta da fare, per due
persone come loro. Rufus Shinra e Tifa Lockheart.
Sapeva
che doveva farlo.
Eppure,
la sua mente non volle sentire la
ragione che la richiamava a gran voce.
Era
un completo abbandono del suo corpo, dei
suoi pensieri…. a quel gesto, a quell’uomo, a
quell’attimo… a quella bocca, che
la stava devastando.
Velocemente
si fece sopraffare e non sentì più
nulla.
Sentiva
solo una scarica invaderla per tutto il
corpo, che la voleva lì, abbandonata tra le sue labbra.
Sentì
la sua bocca schiudersi e lasciarsi andare
a quel gesto.
Chiuse
gli occhi.
Forse
era l’alcool, la sensualità di Rufus,
l’atmosfera, oppure chissà quale illogico fattore.
Fatto sta che fu in balia di
quel piacere che la stava divorando e la stava facendo cadere in un
oblio
piacevole ed insensato.
Non
fu un bacio prepotente e provocatorio come
la prima volta, del quale ricordava ancora perfettamente la rabbia e la
mortificazione di quell’istante.
Questa
volta era bello, piacevole, sincero.
Lo
voleva.
Forse
se ne sarebbe pentita. Ma ora non le
importava.
Rufus
si allontanò.
Tifa
rimase con gli occhi socchiusi, ancora inebriata
per quelle emozioni. Lui le toccò il mento con le dita.
Lei
gli si avvicinò.
“Ancora
un po’…”
Rufus
sorrise a quelle parole e si riavvicinò a
lei. Le prese il viso tra le mani e riprese a baciarla. Questa volta
con più
passionalità.
[…]
Se
le circostanze fossero state diverse,
sarei qui?
…se
Aerith non fosse venuta da me al bar, se
Barrett in chiesa non mi avesse innervosita con il suo tentativo di
consolarmi,
se non mi fossi fermata a riflettere prima di comprare una
birra questa
sera … mi troverei comunque qui?
Che
discorso banale, eppure… ci sto pensando.
Se
le cose vanno in un certo modo è un caso..?
oppure
è destino…?
Nel
caso fosse destino…allora era mio destino
essere fra le braccia di Rufus quella sera?
La
mia testa scoppia, non riesce a riflettere.
Trovo
solo che ciò che sto vivendo è
impossibile, paradossale, confuso… mi sento avvolta da una
nebbia che
disorienta i miei sensi…
Quando
c’è lui il tempo si ferma.
È
come essere in una dimensione parallela. Una
dimensione dove io e lui siamo semplicemente noi. Dove nessuno
può giudicarci.
Dove
nessuno può dire chi è Tifa Lockheart e chi
è Rufus Shinra.
Non
lo so… non riesco a ragionare. Riesco solo a
sentire i miei impulsi che mi dicono: lo voglio.
Tifa
aveva ancora le labbra vincolate a quelle
di Rufus.
Quel
bacio dato con frivolezza, per il semplice
e solo desiderio di farlo… si era trasformato in una
sfuriata di sentimenti
contrastanti e sfuggenti.
Lui,
poggiato con le spalle sulla porta di casa,
incastrò la chiave nella fessura di essa non allontanando
mai Tifa da sé. Non
si erano distaccati neanche una volta, totalmente immersi in quella
passione.
Entrarono
e salirono le scale.
La
mente di Tifa era divisa tra il piacere e
l’incertezza di ciò che stava accadendo.
Fare
l’amore con Rufus Shinra era qualcosa che
non poteva esprimersi a parole. Questo per Tifa Lockheart.
Sentiva
il suo cuore battere forte e desiderare
fortemente qualcosa.
Quel
desiderio indescrivibile si appagava ogni
qual volta Rufus la comprimeva sul suo corpo e la baciava con ardore,
inebriandola con il suo calore eccitante ed intenso.
Con
un gesto veloce, Rufus levò via la sua lunga
giacca bianca e adagiò la ragazza sul letto.
Si
allungò sopra di lei ed avvicinò nuovamente
le sue labbra alle sue.
La
sua forza era tale che sembrava come se
volesse entrare dentro di lei.
Si
sollevò leggermente per disfarsi del solito
gilet nero e di una delle camicie, poi si riabbandonò su di
lei.
Fu
un momento lungo, passionale.
Prese
a baciarla fortemente, accarezzandola,
abbracciandola, scomponendole i capelli e i vestiti che ormai non erano
più al
loro posto.
Il
buio della stanza aiutò Tifa a sentirsi più
sicura, meno dubbiosa.
Lasciò
che il ragazzo la sfiorasse lungo tutto il
corpo, che le si avvicinasse e facesse per sentirla sua.
Lui
le sfilò la giacca e dopo, con lentezza, le
alzò la maglia fino a portarla via completamente.
Tifa
allungò le mani su di lui e prese il
colletto della sua camicia.
Con
delicatezza gliela scese fino alle spalle.
Ad
un tratto si fermò, esitante.
Fu
lui ad incoraggiarla a continuare
riportandole le braccia sul suo petto.
La
ragazza così si unì a lui e uno dopo
l’altro,
quei bottoni lasciavano fuoriuscire il corpo di Rufus.
Un
corpo eccitante, formato, muscoloso, che
trasmetteva però la devastazione di ciò che aveva
subito.
Questo
dalle ustioni ancora rosse che aveva sul
torace.
Gli
occhi di Tifa si fecero tristi, come quella
volta in ospedale quando aveva visto per la prima volta le sue
condizioni.
Ebbe
paura se accarezzandolo gli avrebbe fatto
del male.
Portò
delicatamente una mano su quelle ferite,
sfiorandolo, come se avesse voluto farle guarire o almeno fargli
provare
sollievo.
Ancora
una volta il ragazzo si accorse del
momento di esitazione della ragazza. Si guardò il petto, poi
le sorrise
capendo.
“E’
acqua passata. Non fa più male.”
A
quelle parole si riabbandonò su di lei,
tranquillizzandola. Così la bruna riprese a scoprire quel
corpo che fino a
qualche giorno prima aveva invece aiutato a coprire.
I
respiri si fecero intensi.
La
bruna sussultò più volte quando Rufus
l’avvicinò a sé con un più
forte desiderio di possederla.
Non
aveva mai provato delle emozioni così forti
e inebrianti, non sapeva cosa fare, dire… oppure se dovesse
scappare…
Era
il suo corpo a comandare tutto.
Lo
voleva, lo desiderava. Lui la baciava, si
spogliava, la toccava… un sentimento così intenso
che non poteva essere
spiegato. Non avrebbe mai potuto farlo.
Il
tocco di quella pelle ormai nuda che si
comprimeva contro la sua era qualcosa di nuovo per lei.
Un
tipo di emozione che aveva immaginato nella
sua vita, ma avvertirla su di sé era tutt’altro.
Era
come sentirsi esplodere dentro tanta
l’eccitazione, e l’unico modo per non soccombere
era quello strofinarsi di quei
corpi, della loro bocca.
In
quel momento era la sua ancora, il suo
respiro.
Qualche
volta Rufus le parlava, ma lei non era
assolutamente in grado di risponderlo. Forse per la paura di spezzare
tutto.
La
sua mente, i suoi pensieri, le avevano dato
tregua e volevano che lei, pur sbagliando oppure no, vivesse
quell’esperienza e
quelle emozioni.
Così
anche lei si avvicinava a lui,
comprimendosi su di lui, baciandolo, facendosi toccare, accarezzandogli
i
capelli con forza, i quali si scomponevano rendendolo ancora
più bello.
Il
suo bel presidente adesso era spoglio di
tutto.
Naturale,
con i suoi bei capelli lisci biondo
ramati senza gel, senza quei vestiti formali, senza quello sguardo da
superiore. Quello era il vero Rufus.
L’ardore
del ragazzo le fece pensare una cosa:
da quanto la desiderava?
Lo
sfogo di un momento era davvero capace di
generare tutto questo?
E
lei..?
Lo
desiderava così perché era lui a volerlo,
oppure dopotutto...?
La
risposta ora come ora non le interessava.
Era
inebriante sentire tutta la passionalità che
Rufus aveva sempre trasmesso e che ora si sfogava completamente
facendola
sentire desiderata.
[…]
*Heaven's
night: piccolo tributo a chi conosce
il bellissimo videogame Silent Hill 2.
E
qui davvero mi volevo. Siate clementi,
non ho mai descritto scene di sesso e questa è la mia prima
in assoluto (alza
bandierine). Creare tutta l’atmosfera nel complesso
è stato interessante (*ç*)
spero l’abbiate gradito! Anche perché
l’humor e l’immancabile sarcasmo dei due
protagonisti si bilancia bene con le scene più serie
dedicate alle riflessioni
e alla loro introspezione. O almeno credo…
Mi
premeva molto realizzare il tratto
iniziale. Tifa che cerca di distrarsi allenandosi (mi piace immaginare
una Tifa
che ogni tanto continua a sferrare pugni^^) e Barrett che per
consolarla
finisce per ferirla ulteriormente.
Poi
vi è la descrizione della città dove
Tifa beve apaticamente una birra (la prima di una lunga serieXD) mentre
osserva
le persone ed avverte ancora il peso della grande svolta della sua
vita. Ecco,
l’inizio devo dire che mi premeva molto farlo per bene!
Poi
beh, c’è Rufus che come sempre è
un’impresa troppo eccitante caratterizzarlo! Adoro rendere al
meglio la sua
personalità e spero che non vi deluda nemmeno questa volta.
Ho voluto mostrare
ancora una volta che lui è un tipo alla mano, che non
partecipa solo a riunioni
o fa il bastardo, ma è anche il tipo che porta una ragazza
in birreria, la
trascina in discoteca (a proposito, l’heaven’s
night è un piccolissimo tributo
al locale dove lavora Maria di Silent Hill 2 XD) e si siede sul ciglio
di una
strada senza problemi (vestito di bianco, precisiamolo
ò_ò).
Ecco,
in questo io sono come Tifa.
Non riesco a vederlo in quei gesti abitudinari che non sono tipiche di
un
“presidente”. Lo dice anche lei quando lo incontra
per le strade e io condivido
in pieno^^
Ora
torniamo al loro ehm…momento XD! Mi
premeva molto di più esprimere le loro emozioni. Odio le
“lezioncine
anatomiche”. :P
Ah,
una piccola comunicazione: siccome
l’ultimo capitolo ha avuto molte meno letture rispetto ai
capitoli precedenti,
ho deciso di rallentare un po’ la pubblicazione,
così da dare tempo anche a chi
va a scuola, all’università, a lavoro o ha impegni
di vario di leggere. Così
che magari lasci anche un commentino^^
Grazie
a tutti ci vediamo al
capitolo 10. Vi avviso che l’inizio è
già uno dei miei punti preferiti XD
Ringrazio
Yukino_lango8 e Chiyochan8
che mi hanno aggiunto nei preferiti/seguiti!
Ora
passo alle vostre recensioni *__*
Risposta
per White Shadow: Macchè,
le tue recensioni sono sempre un piacere! Lunghe, corte…poi
la
lunghezza non fa il commento, ma il contenuto che ha e nel tuo caso mi
lasci
sempre soddisfatta.
No, Rufus non ha malattie strane (avevi pensato questo? XD) ma
è un uomo che
tende a trascurarsi e a volere troppo da sé. Questo
perché è molto altezzoso ed
arrogante.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la lite tra Aerith e Tifa. In
realtà mi
avevano detto che era stata troppo “animata” quindi
io ho preferito non esagerare^^
In realtà è anche perché io non mi
sento di andare troppo addosso ad Aerith
perché un lato di me le da ragione o_o
Ah, sta piacendo il mio Reno? Ne sono davvero lieta! Anche
perché dopo Rufus e
Tifa è lui il più presente. Tornerà
presto non ti preoccupare anzi, durante la
storia, avrà anche un ruolo sempre più decisivo
anche perchè…beh si capisce,
penso, che nella mia fanfic sia decisamente attratto da Tifa^^
Il mio nome su DeviantArt e FiammahGrace e questo è il link
alla mia gallery
così se ti va ci dai uno sguardo (in ogni caso, stava anche
nel mio profilo^^)
http://fiammahgrace.deviantart.com/gallery/
Grazie mille pere i complimenti, continua a seguirmi e a darmi
consigli^^
Saranno utili per far crescere sana e forte questa fic +_+
Risposta
per Stuck93: La
nostra fedelissima recensitrice <3
Vedere che tu apprezzi queste piccole cose da me aggiunte mi riempie di
gioia
come Rufus nel suo “vero ambiente”.
Rufus poi è un ragazzo che non si nasconde dietro un dito
nonostante quello che
faccia e sotto questo punto di vista è luce e ombra allo
stesso tempo.
Mi fa piacere che ti abbia colpito Rufus malato. Cioè, a me
dispiace vederlo in
quello stato, ma per me era doveroso fare un tributo alla sua salute.
Inoltre
Tifa di base è una ragazza dolce, alla fine si scioglie
anche lei con il bel
presidente *W* Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questo modo di
fare di
Tifa che nonostante l’odio prova molta tristezza nel vedere
Rufus non trattato
da “essere umano”. Sono contenta nel sentirtelo
dire, davvero ç_ç
E’ bello quando un lettore sottolinea quegli aspetti che
stesso allo scrittore
premevano trattare <3 Eh, Rufus è pur sempre un
ragazzo di 23 anni, usa in
maniera smoderata dei farmaci con cui dovrebbe stare attento
ò_ò cretino!
Si, la casa non è per niente cambiata, anche
perché la casa di Rufus non so
voi, ma io la immagino proprio “da manuale”. Ah,
quanto la vorrei anche io, una
casa così. Povero Rufus che dormiva, però!
Sarebbe stato felice di sapere che,
dopotutto, Tifa non è solo capace di strillargli dietro
(anche se io credo che
a lui piace proprio perché non è un’oca
che gli sbava dietro o_o). Sì, Cloud
che chiamava era d’obbligo! Anche perché
è sempre Tifa a chiamare Cloud e una
volta tanto che lui telefona lei, Tifa gli invia il segnale di
occupato! Ah,
ben gli sta +_+ (il lati anti-cloti è emerso XD).
Per quanto riguarda Aerith è stato molto difficile trattare
questa scena anche
perché io, se devo essere sincera, non mi sento di
addossarle tutta la colpa.
Tifa è accecata dalla rabbia verso di lei, verso di Cloud e
ha addosso tutto lo
stress accumulato nei mesi di lavoro nell’azienda di Rufus.
Per non parlare di
questo famoso triangolo amoroso che dopo tre anni ha trovato
“epilogo”.
Praticamente ogni cosa che Aerith avrebbe potuto dire Tifa avrebbe
reagito
male. Da un lato ci credo, ma dall’altro penso io che il loro
triangolo amoroso
non poteva che concludersi così. Una delle due che di botto
avrebbe fatto la
prima mossa. Cloud non avrebbe mai scelto e quindi è
spettato ad Aerith che,
secondo la mia concezione del personaggio, non è capace di
aspettare Cloud per
tutta la vita come invece fa la nostra protagonista. Inoltre
ciò che dice è
crudo, ma infondo che poteva fare? Dire: “ mi spiace di
averti ferita e aver
fatto le avanche a Cloud?” questo avrebbe potuto turbare
ancora di più Tifa.
Inoltre alla nostra bruna irrita parecchio anche
l’atteggiamento di Cloud che
non le dice chiaramente i suoi sentimenti al che lei ipotizza
addirittura che
si sia messo con Aerith solo perché con le spalle al muro
(cosa molto
squallida). Tutto questo per dire che io condivido il tuo parere ma non
mi
sento di dare addosso ad Aerith al 100%
Per il tempo verbale, andrò a rivedere, promesso!
Eh, eh…mi fa piacere che ti è rimasta parecchio
impressa la gag con Reno che
beve solo caffé macchiato! In realtà è
tratta dal primo film di tomb raider
dove uno dei protagonisti prendeva un caffè che non era un
caffé: “caffé
decaffeinato con latte scremato” XD
E ora fa parte delle cose d’obbligo come il the pompadour *W*
Grazie ancora del
commento, sono felicissima di trovare sempre i tuoi commenti e
risponderli
quasi fosse un appuntamento fisso! Un bacio, spero ti piaccia anche
questo nono
capitolo ^///^