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Autore: fiammah_grace    06/05/2010    1 recensioni
Periodo indefinito, post Bleach. A Karakura vi è ancora movimento per via degli hollow e alla Soul Society viene deciso di mandare gli shinigami, così da ristabilire al più presto l’ordine.
Tra i capitani verrà inviato Byakuya Kuchiki che, per un caso del tutto fortuito, tra uno scontro e l’altro, si ritroverà ad avere a che fare con una vecchia compagnia risalente a 100 anni prima, Yoruichi Shihoin. La donna ormai era scomparsa dalla sua vita e non pensava avrebbe avuto più contatti diretti con lei, specie per le profonde differenze che le loro strade avevano preso ormai.
Il tutto si complicherà per entrambi, quando a Byakuya verrà chiesto di rimanere a tempo indeterminato a Karakura.
Un po’ per gioco, Yoruichi sarà entusiasta di dare un posto dove stare al “Piccolo Byakuya”, dando inizio ad una convivenza di necessità in onore ai “vecchi tempi”, ma poi…
“…should we try again?”
[ByakuyaxYoruichi]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Un pò tutti, Yoruichi Shihoin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9.





Uno, due, tre, quattro…



Erano già un paio d’ore che Tifa si trovava lì, nella chiesa.
 
Non credeva che quella notte avrebbe riposato così bene. Persino più del solito. Era normale? Non se lo seppe spiegare.
Era convinta che non avrebbe chiuso occhio per giorni, invece…
Ripensava ancora a ciò che era accaduto la sera precedente e provava ancora rabbia per come si era comportata.
 
In ogni caso lasciò scivolare via quel ricordo velocemente. In fondo apparteneva già al passato.
 


Cinque, sei, sette, otto…


“…nove….e…DIECI!! AH, sono esausta!” disse e si lasciò scivolare a terra sfinita. Aveva cominciato un duro allenamento.
 
Era da tanto che non si sgranchiva e ne aveva sentito il bisogno.

Maestro Zangan…mi sono proprio rammollita, cosa pensereste?

Sorrise dopodichè si rialzò in fretta.
L’ultima volta in cui si era data da fare nella lotta era stato un anno fa e già da allora era decisamente arrugginita.

Si stiracchiò e passò una mano sulla fronte ormai bagnata.
Levò via la corta giacca in pelle e serrò i pugni.

Uno, due, tre…ora!

Una serie di calci e pugni e Tifa prese una veloce rincorsa. Saltò e tentò di eseguire un Meteor Strike. Purtroppo non vi mise abbastanza potenza al che cadde a terra dopo pochi secondi.

“Ah!!” toccò il ginocchio dolorante. “Anf…Che palle! Eppure contro, anf, Loz mi uscì al primo colpo…” poggiò la testa sulle ginocchia. “Non c’è niente da fare! Con le materia era tutto più facile.”


Dubito che io sia capace di eseguire mosse più complicate…accidenti! Prima riuscivo a raggiungere persino il quarto livello…


Si riscaldò per qualche minuto, poi tentò la mossa altre volte fallendo miseramente.
 
Il suo livello era probabilmente sceso quindi pensò bene di allenarsi solo nell’utilizzo delle limit break più elementari.


“Ehi, meni ancora di santa ragione!”


“Oh?” Tifa si girò di colpo. Era appena entrato Barrett Wallace. Le lanciò un asciugamano che la giovane afferrò tempestivamente.

“Anf, anf…Barrett? Cosa ci fai qui?” chiese sorpresa e prese da bere.

Barrett sorrise con il suo solito volto fiero.

“Cosa pensi? Che mi sia dimenticato della mia bambina? Ah! Non ho una faccia da culo simile!” e si mise a ridere. Si sedette su uno dei muretti. “Continua, dai.”

“Okay…” prima lo guardò perplessa, poi riprese l’allenamento.

“Ho visto che hanno messo un cartello…però ce ne stanno mettendo di tempo quei contapalle!”

“Non è facile cominciare i lavori...” disse distratta non si accorgendosi del disagio di Barrett. Lui comunque cercò di camuffarlo.

“Sono sicuro che stai facendo vedere loro chi comanda, eh? Che soddisfazione! Un membro AVALANCHE che comanda a bacchetta quegli insulsi membri della Shin-Ra corporation!” disse soddisfatto.

“Già, già. Li tratto come vecchie scope…” disse senza troppa convinzione.
 

A dire la verità non se la sentiva proprio di raccontargli tutto ciò che le stava capitando nell’ultimo periodo.
 
Se solo avesse saputo che appena la sera prima aveva soccorso Rufus Shinra…

“Ehm…so che ti stai dando molto da fare. Che ti fanno sgobbare quasi tutto il giorno…” esitò “…Sicura che sia tutto a posto? Sai bene che riempio loro il culo di piombo se ti trattano da cane!” alzò il braccio meccanico. Tifa sorrise.

“So che ci sei. Me la so cavare, però. Lo sai.”

“Sì, lo so, lo so. Tu sapevi cavartela a quindici anni, figurati ora.” La guardò. “…Te lo dico proprio perché voglio che tu sappia che io ti sto vicino. Non fregartene della vita che a volte ti butta a faccia a terra. Tu sei forte, non lasciare che ti accada questo.”

Quelle parole la turbarono. Ebbe uno strano presentimento.

“Barrett, cosa stai cercando di dirmi?”
 

Barrett di colpo si azzittì, poi cominciò a farneticare.

“Nulla! Ti ho detto solo che so che tu sei forte e…NON DELUDERMI! AH, AH, AH!”
 

Rise, ma la ragazza rimase molto perplessa.

“Non sei venuto qui per caso, sbaglio forse?” chiese oramai con più di un dubbio in mente.

Barrett sospirò e decise di parlare. Dall’espressione che fece, Tifa capì che avrebbe preferito evitare di essere diretto.

“Merda, Tifa. Io l’ho sempre detto che quello lì era un coglione dalla testa chiodata. Sai che mi hanno sempre dato i nervi i suoi modi di fare, però voglio provare a dire una parola buona e…merda, come lo dico? Ecco, fottitene!”
 

La ragazza rimase sbalordita di quelle parole. Abbassò il capo e riprese a sferrare pugni all’aria.

“Hai saputo di Aerith e Cloud, eh?” disse con aria distratta.

“Merda, Tifa! Io quando l’ho saputo a momenti gli stavo staccando la testa dal collo! Quello lì è una vera e propria testa di cazzo, ma a te piaceva e io infondo…”
 

“Don’t worry. Sto bene. Ho solo bisogno di un po’ di tempo.”

“Mi hanno detto che sono mesi che non ti fai viva e che pensi solo a lavorare da quei leccapiedi. Tifa, io non voglio che tu reagisca in maniera avventata.”

“Ma che vi siete messi in testa tutti? Avete paura che mi ammazzo per Cloud..!!?” urlò di colpo azzittendo Barrett che fu colto alla sprovvista.
 

Tifa sospirò.
 

“…Va bene. Ovvio che non abbia fatto i salti di gioia, ma ora basta! Sembro così depressa!?” riprese a sferrare pugni, ma subito si rese conto di non avere più la concentrazione adeguata, al che si avviò verso l’uscita.

“Tifa! Ma dove vai..?” disse Barrett sentendosi terribilmente in imbarazzo. Non aveva mai visto Tifa reagire così bruscamente.

“Io sto benissimo! Non morirò senza Cloud se è QUESTO quello che volevi sapere!” e uscì violentemente.



[…]



Le auto passavano velocemente per le strade ormai buie di Edge.
Era una serata abbastanza movimentata.
 
Ragazzi in comitiva che cazzeggiavano, famigliole in zone più appartate, locali aperti by-night.
L’atmosfera tipica dei giorni festivi, nel pieno della movida.

Tifa bevve un ultimo sorso di birra, poi guardò apaticamente lo scenario che le si presentava davanti.
Era interessante forse ciò che accadeva intorno a lei, a quelle persone completamente estranee alla sua vita? Certo che no.
 
Non lo trovava neanche divertente.
In quel momento c’erano solo lei e la sua birra. Non se ne importava dei ragazzini che le si avvicinavano o che la fischiavano.

Volevano guardarla? Conquistarla?

Poteva solo compatire la loro pateticità, ma non aveva per niente intenzione di reagire. Per ottenere che cosa? Solo il loro gioco, nient’altro.

Alzò il gomito, la bottiglia era finita.

Erano diversi minuti che si ritrovava lì immersa in quei vaghi pensieri. Sentì il bisogno di camminare un po’.
 
Cominciò a ciondolare senza meta, non preoccupandosi di chi o cosa avesse davanti. Si sentiva come dentro una bolla d’aria, in un mondo parallelo dove nessuno la poteva vedere. Sapeva che quella sensazione era stupida, ma davvero sentiva di essere completamente sola. Lei e i suoi pensieri che comunque la stavano già abbandonando anch’essi.

“Ehi, guarda dove cammini.”
 

Le si rivolse una voce familiare. Se non l’avesse riconosciuta non si sarebbe nemmeno girata.

“Ma sei proprio ovunque, tu.”
 

Cambiò di colpo atteggiamento vedendo un ragazzo biondo di sua conoscenza.
 

“Rufus. Che ci fai in giro a quest’ora? Sbaglio o ieri hai avuto un collasso?”

“Mi sono ripreso da cose peggiori, cara.” Disse lui con il suo solito modo di fare.

Era strano incontrare Rufus che camminava per le strade come un comune mortale.
Riflettendoci, non lo aveva mai visto in ambiente non lavorativo, in ‘borghese’.

Si mostrava sempre il solito perfettino, con i capelli ben pettinati, gli abiti firmati e in quel contesto, nonostante la marea di gente, continuava a spiccare.
 

Sarebbe stato facile poter affermare che era un normalissimo ragazzo dal bell’aspetto, ma era una presa in giro perché lui era riconoscibile in qualunque ambiente come Rufus Shinra.
Tifa strinse le spalle.

“Che posso dire? Io più che portarti a casa e chiamare un dottore non potevo, quindi fatti tuoi.”
 

Lui sorrise della finta noncuranza di Tifa.

“Già…mi chiami idiota, imbecille e Shinra eppure sei la prima a preoccuparti per me.” disse sorridendo. Lei inarcò le sopracciglia.

“Io? Preoccupata per...te?” rise. “Mi piace il tuo ottimismo.”

Il biondo sembrò stranamente offeso. Portò una mano sui capelli scostandoli dal viso.

“Ridi pure. Intanto io ricordo bene il tuo viso preoccupato, quando hai visto che stavo male.” Disse lui sarcastico, ma serio.

“Non ci fantasticare troppo. L’avrebbe fatto chiunque.” Disse con fare ovvio.

“Sarà…intanto l’hai fatto tu.” la guardò penetrante. “…a me questo basta.”

“Basta per cosa? Oddio…era meglio se facevo finta di non averti visto…”

“Tu infatti non mi avevi visto. Ero io che ti seguivo già da un po’.” Si accese una sigaretta.

Tifa sorrise e si voltò per tornare sui suoi passi. Vedendola andar via, Rufus la fermò.

“Te ne vai senza permettermi di ricambiare la tua gentilezza di questi ultimi giorni?”

La bruna si fermò e lo guardò negli occhi.

“…Stai cercando di rimorchiarmi?”

“Cosa devo sentirmi dire…” disse sospirando. “Allora? Che hai deciso?” ammiccò.

“Okay.”

“Okay che?” disse lui molto sorpreso. Non pensava che Tifa avrebbe accolto così facilmente la sua proposta.

“Se proprio ci tieni, offrimi una birra.”
 

Rufus fu esitante.

“…Birra?” la guardò.

“Che avevi capito..?” la ragazza cambiò tono, infatti fu pungente.

“Nulla, nulla. Andiamo.” Rise “…Ti fai ripagare con poco.” costatò. Lei strinse le spalle.

“Allora vorrà dire che prenderò la bottiglia grande.”

“E’ poco lo stesso, cara.”
 

Si fermarono al primo bar che videro sulla strada.
Era un locale piccolo, di quelli molto alla mano.

“Buonasera.” disse avvicinandosi al bancone del locale.

“Oh? Rufus!” gli si attaccò la cameriera spingendosi dal bancone in maniera equivocabile, mostrando senza remore la provocante scollatura.
 
“In cosa posso esserti utile?” disse ridacchiando.
 

Tifa rimase inorridita.

“Due birre, Giselle.” Rispose lui stando al gioco. La ragazza andò via con il sorrisetto malizioso.

Rufus raggiunse Tifa che intanto aveva preso posto su uno dei tavoli. Aspettò che il ragazzo le si posizionasse di fronte.

“ …‘Giselle’ ? Ma chi frequenti, PRESIDENTE..?” disse accentuando le parole ‘Giselle’ e ‘presidente’. Lui fece finta di non capire.

“E’ una ragazza molto gentile.” Disse parlando in maniera ambigua in modo da infastidire Tifa.

“Certo. Oserei aggiungere mooolto gentile.” lanciò un’occhiataccia all’abbigliamento ultra ridotto della ragazza in questione.

“Non sarai gelosa..?”

“No, ma tu sei un cascamorto della miseria.” E incrociò le braccia. Lui rise.

“Ma dai, tesoro. Lo sai che la mia preferita sei tu.” le disse strofinando un piede sulla caviglia di lei. Tifa rispose con un energico calcio negli stinchi.

“OUCH!” Rufus si piegò dolorante. “Sei proprio una stronza!”

“Allora siamo in due, vedo.” Disse guardandolo accattivante.

“…a me piace quando cacci le unghie.”
 

“Ma è fantastico! Allora te ne do un altro subito?”
 

“No, no! Va bene così!” disse non mettendo in dubbio che Tifa fingesse. Bevve un sorso e ritornò a lei. “Allora…?”

“ ‘Allora’ cosa?” disse incuriosita.

Lui poggiò il mento sul dorso della mano.

“Perché eri così giù, prima?”

Tifa rifletté un attimo. Non si aspettava quella domanda.

“…Te n’eri accorto?”
 

“U-uh.” Annuì lui.

La ragazza guardò la vetrata affianco a loro. Cercò di non darlo a vedere, ma il sol pensiero la fece rabbuiare di nuovo.
 

“Speravo di distrarmi, ma non sono così brava a farmi scivolare le cose addosso.” Cominciò a passare il dito sull’orlo della bottiglia.

“Riguarda Strife, vero?” disse sicuro. Lei alzò gli occhi di colpo.

“Perché sei così sicuro che si tratti di lui..?”

“Quando una donna si sente così è sempre per un uomo.” Disse con ironia e sicurezza.

Tifa annuì e ritornò alla domanda di Rufus.

“Sì, centra Cloud. Cioè, riguarda il fatto dell’altra volta però…questa volta è un po’ diverso.”
 

Rufus rimase in silenzio permettendole di esprimersi con calma.
 

“Oggi è venuto a trovarmi Barrett…” bevve un sorso di birra. “E’ stato gentile con me. Troppo. Questo mi ha infastidita.” Si spiegò meglio.
 
“Cioè è stato carino…ma non voglio essere trattata come un cane bastonato!” ripensandoci le venne rabbia.
“E’ vero. Cloud era importante per me, ma ci manca solo che mi fanno le condoglianze e il quadretto funebre è completo!” disse stufa.

“Beh, eri molto provata. Questo lo devi ammettere.”

“Ma tu mi hai vista quando l’avevo appena saputo! E’ logico che fossi sconvolta!” si alzò di colpo e uscì dal locale.
 

Lui rimase smarrito per un attimo. Si affretto a pagare per poi seguirla velocemente.

“Tifa! Ti sembra il modo di comportarsi..?” le disse raggiungendola a passo svelto.
 

Tifa era ferma vicino un palo della luce.
 

“Lo so che sono patetica.” disse stanca.
 
“Non sono ancora sicura di quello che provo. Il fatto è che…Uff!!”
 
Turbata, prese a camminare.

“Ferma.” Il biondo l’afferrò per un braccio. “ Preferirei evitare di rincorrerti ogni volta che parlo.”

Tifa lo guardò prima con disapprovo, poi comprese il suo punto di vista. Stesso lei trovò insopportabile il suo comportamento.

“Scusa…”
 

Rufus le mise un braccio attorno alle spalle e presero a camminare per la strada che lentamente si stava svuotando.
 



[…]




HEAVEN’S NIGHT*




Tifa lesse la fluorescente insegna del locale notturno dove stavano per entrare.

“Heaven’s Night? Ma dove mi stai portando?” disse incerta.

“E’ solo un pub, tranquilla.” Le rispose lui, inoltrandosi dentro.
 

Entrati, subito si sentirono le assordanti musiche da discoteca tipiche di questo genere di locali. Era buio, le poche luci provenivano solo dalla zona bar e dalla pista da ballo. Si sedettero sugli sgabelli vicino al bancone.

“Perché mi hai portata qui ?” disse scandendo bene le parole per via della musica altisonante.

“Così. Ho pensato di farti divertire un po’.” ordinò dei drink.

“Non mi diverto con queste cose squallide.”

“Dillo dopo aver provato.”  Disse allungandole il bicchiere. Tifa bevve in un sol sorso.
 

“Non era forte. I miei cocktail sono migliori..” Costatò maligna.

“Non è mia intenzione farti sballare con un alcolico.” Detto questo scese dalla sedia e le afferrò la mano trascinandola in pista.
 

La ragazza non riuscì in nessun modo ad opporsi.
 
Non appena furono al centro della zona riservata ai balli, lui si bloccò e portò una braccio attorno alla vita di lei.

“Ma che fai..?? Io non voglio ballare!” disse con un po’ di imbarazzo.

“Perché, no? Lasciami provare.” Le sorrise beffardo mentre prendeva un braccio della ragazza e se lo portava attorno al collo.

“Provare che..?”
 

“…A farti dimenticare dei tuoi problemi per una notte.” Disse ammiccando.
Tifa rimase incredula.
Di colpo si mise a ridere e si lasciò trascinare da Rufus.



[…]



“Ora spiegami come diavolo fai!” disse Tifa sedendosi bruscamente sul ciglio della strada.

Erano usciti da poco dal locale, ancora storditi dall’alcool e da quel caotico ambiente. Le strade erano buie e completamente deserte. Il ragazzo si sedette accanto a lei.

“Benvenuta nel mio mondo!”

“Non scherzare!” Disse cercando di recuperare un po’ di serietà. “…Tra meno di sei ore tu devi essere al lavoro e noi che facciamo?” bevve un altro sorso di birra. “Ci sbronziamo tutta la notte sul ciglio di una lurida strada..?”

“Tu ti stai sbronzando. Direi che per stasera può bastare.” Disse levandole la bottiglia di mano.

“Che stai dicendo? Una birra non è così pesante!” disse riprendendosi la bottiglia.

“Una birra no.” precisò. “…Ma sei, sì!”
 

Con forza glie la sottrasse nuovamente di mano.
 

Tifa abbassò il capo e rise.

“Sarò pure ubriaca, ma sono ancora perfettamente cosciente!” lo guardò. “Sul serio. Come fai?” lo guardò con occhi limpidi.

Lui la ricambiò. Tifa riprese a parlare.

“Tra incidenti, lavoro, tu e tutto quello che rappresenti…come fai a non desiderare solo un po’ di riposo?” fu molto onesta.

“Facile.” Disse con fare ovvio, quasi come fosse abituato a rispondere a domande del genere.
 

“Dopo che sopravvivi ad eventi del genere ogni cosa diventa superflua e diventi consapevole di quanto la vita sia fragile.”
 

Fece una pausa.
 

“Omega Weapon. Subire un attacco così diretto ti fa riflettere su molte cose.”
 

Bevve un sorso dalla medesima birra.
 

“…Sarei dovuto morire, ma non è successo. Come vivo? Con questa consapevolezza! Che tutto può svanire in un attimo. Così.”
 

Guardò Tifa.
 

“…per questo faccio tutto quello che mi va di fare e non opprimo i miei desideri. C’è gente che mi vuole ancora morto. Un esempio è il mio recente incidente.” Rise.
 

“So bene quanta gente esulterebbe se io crepassi, ma io vivrò a modo mio e quando sarà…sarà.”

Tifa lo guardò sbigottita, poi rifletté intensamente sulle sue parole.

“Sai… hai ragione…” il tono era molto profondo. “Si vive una volta sola, questo lo dimentichiamo troppo spesso. Per quanto io non ti condivida…ammiro il tuo modo di fare.”

“E’ l’alcool a farti parlare così?” disse sarcastico.

“Stupido! Dico sul serio…! Fino ad adesso io non ho fatto ad altro che pensare agli altri. Ho sempre dato così poco spazio a me stessa, alla mia felicità. E adesso?” Si guardò intorno. “Adesso che mi rimane?”
 

Si avvolse nel silenzio per qualche attimo.

“Sai…Aerith è venuta a trovarmi.”

Rufus ascoltò incuriosito.

“Te la puoi immaginare. Tutta carina, col bel vestito rosa e i lacrimoni agli occhi! L’avrei presa a schiaffi solo per come si è presentata!” disse sinceramente
“…e io a fare la figura della strega cattiva senza cuore, ormai troppo sconvolta per ragionare.” Fece una pausa.

“E’ per questo che me la sono presa con Barrett oggi. Perché…sono sicura che hanno parlato di me. Lui, Aerith e…anche Cloud. Si sono fatti un’idea di me che…non voglio neanche immaginarla!”
 

Poggiò violentemente la testa sulle ginocchia.
 

“L’ho cacciata via quando avrei potuto risolvere la questione una volta per tutte. Ho sbagliato?”
 

“Secondo me no.”
 

Tifa si sorprese di quella risposta. Lui la guardò dritto negli occhi.

“Questa storia dovrai essere tu a superala col tempo, non possono pensare di starti vicino ora. Non sono nella posizione di poterti consolare. E’ un qualcosa di cui devono prendere consapevolezza e basta, per avere deciso di agire così nascondendoti tutto.”

“Davvero lo pensi..?”

“Sì. Io penso che è davvero da idioti pensare di ammansirti così. Saresti stata falsa se avessi accolto Aerith. È giusto che provino anche loro un po’ di amarezza.”

Tifa lo guardò grata di quelle parole e sentiva di potergli credere. Rufus era sempre stato sincero. Anche da nemici.
Si poggiò sulla sua spalla.

“Grazie…”

Il biondo per un attimo sussultò.

“Tu dici ‘grazie’ a me..? A cosa devo tanto?” sorrise.

Lei sospirò.

“E’ anche grazie a te se ho reagito così bene a questa vicenda.” Chiuse gli occhi. “Mi hai dato così tanti pensieri che non ho avuto nemmeno il tempo di abbandonarmi allo sconforto.”

Lui annuì fingendosi noncurante. Tifa sorrise vedendolo così dopodichè riprese la sua bottiglia dalla mano di Rufus.

“Questo volevo dire a Barrett! Io a Cloud non l’ho proprio cagato! Perché non ho fatto altro che pensare a te! Ma mi ucciderebbe se sapesse una cosa del genere.”
 

Rufus rise mentre Tifa fece per bere un sorso di birra, ma rimase a bocca asciutta.
 

“…Ma è finita..?” disse lei a malincuore, piagnucolando.

“Buona tu.” le buttò la bottiglia a terra.

“Peccato.”
 

Si allontanò dalla sua spalla.
 
Lo guardò e stranamente incrociare i suoi occhi le portò imbarazzo.
 

“Mi sento scema. Devo averti dato un’impressione terribile. Io non sono sempre così, è che..!”
 



Le labbra di Rufus le bloccarono il respiro con un bacio così inaspettato che non poté evitarlo in nessun modo.
 




Rimase incredula per pochi istanti.



Sapeva che lo avrebbe dovuto allontanare.
 
Questo era il volere di Tifa.
Questa era la cosa giusta da fare, per due persone come loro. Rufus Shinra e Tifa Lockheart.
Sapeva che doveva farlo.
 

Eppure, la sua mente non volle sentire la ragione che la richiamava a gran voce.
 

Era un completo abbandono del suo corpo, dei suoi pensieri…. a quel gesto, a quell’uomo, a quell’attimo… a quella bocca, che la stava devastando.

Velocemente si fece sopraffare e non sentì più nulla.
Sentiva solo una scarica invaderla per tutto il corpo, che la voleva lì, abbandonata tra le sue labbra.

Sentì la sua bocca schiudersi e lasciarsi andare a quel gesto.
 



Chiuse gli occhi.



Forse era l’alcool, la sensualità di Rufus, l’atmosfera, oppure chissà quale illogico fattore. Fatto sta che fu in balia di quel piacere che la stava divorando e la stava facendo cadere in un oblio piacevole ed insensato.
 



Non fu un bacio prepotente e provocatorio come la prima volta, del quale ricordava ancora perfettamente la rabbia e la mortificazione di quell’istante.



Questa volta era bello, piacevole, sincero.




Lo voleva.
 




Forse se ne sarebbe pentita. Ma ora non le importava.


Rufus si allontanò.
 


Tifa rimase con gli occhi socchiusi, ancora inebriata per quelle emozioni. Lui le toccò il mento con le dita.
 
Lei gli si avvicinò.
 

“Ancora un po’…”

Rufus sorrise a quelle parole e si riavvicinò a lei. Le prese il viso tra le mani e riprese a baciarla. Questa volta con più passionalità.
 




[…]



Se le circostanze fossero state diverse, sarei qui?

…se Aerith non fosse venuta da me al bar, se Barrett in chiesa non mi avesse innervosita con il suo tentativo di consolarmi, se non mi fossi fermata a riflettere prima di comprare una birra  questa sera … mi troverei comunque qui?

Che discorso banale, eppure… ci sto pensando.

Se le cose vanno in un certo modo è un caso..?
 

oppure è destino…?

Nel caso fosse destino…allora era mio destino essere fra le braccia di Rufus quella sera?

La mia testa scoppia, non riesce a riflettere.
 
Trovo solo che ciò che sto vivendo è impossibile, paradossale, confuso… mi sento avvolta da una nebbia che disorienta i miei sensi…

Quando c’è lui il tempo si ferma.
 
È come essere in una dimensione parallela. Una dimensione dove io e lui siamo semplicemente noi. Dove nessuno può giudicarci.
 
Dove nessuno può dire chi è Tifa Lockheart e chi è Rufus Shinra.

Non lo so… non riesco a ragionare. Riesco solo a sentire i miei impulsi che mi dicono: lo voglio.


Tifa aveva ancora le labbra vincolate a quelle di Rufus.
 
Quel bacio dato con frivolezza, per il semplice e solo desiderio di farlo… si era trasformato in una sfuriata di sentimenti contrastanti e sfuggenti.

Lui, poggiato con le spalle sulla porta di casa, incastrò la chiave nella fessura di essa non allontanando mai Tifa da sé. Non si erano distaccati neanche una volta, totalmente immersi in quella passione.
 

Entrarono e salirono le scale.

La mente di Tifa era divisa tra il piacere e l’incertezza di ciò che stava accadendo.

Fare l’amore con Rufus Shinra era qualcosa che non poteva esprimersi a parole. Questo per Tifa Lockheart.
Sentiva il suo cuore battere forte e desiderare fortemente qualcosa.
 

Quel desiderio indescrivibile si appagava ogni qual volta Rufus la comprimeva sul suo corpo e la baciava con ardore, inebriandola con il suo calore eccitante ed intenso.
 

Con un gesto veloce, Rufus levò via la sua lunga giacca bianca e adagiò la ragazza sul letto.
 

Si allungò sopra di lei ed avvicinò nuovamente le sue labbra alle sue.
 

La sua forza era tale che sembrava come se volesse entrare dentro di lei.

Si sollevò leggermente per disfarsi del solito gilet nero e di una delle camicie, poi si riabbandonò su di lei.
 
Fu un momento lungo, passionale.
Prese a baciarla fortemente, accarezzandola, abbracciandola, scomponendole i capelli e i vestiti che ormai non erano più al loro posto.
 

Il buio della stanza aiutò Tifa a sentirsi più sicura, meno dubbiosa.

Lasciò che il ragazzo la sfiorasse lungo tutto il corpo, che le si avvicinasse e facesse per sentirla sua.

Lui le sfilò la giacca e dopo, con lentezza, le alzò la maglia fino a portarla via completamente.
 
Tifa allungò le mani su di lui e prese il colletto della sua camicia.
 
Con delicatezza gliela scese fino alle spalle.
 

Ad un tratto si fermò, esitante.
Fu lui ad incoraggiarla a continuare riportandole le braccia sul suo petto.
 
La ragazza così si unì a lui e uno dopo l’altro, quei bottoni lasciavano fuoriuscire il corpo di Rufus.
 

Un corpo eccitante, formato, muscoloso, che trasmetteva però la devastazione di ciò che aveva subito.
 

Questo dalle ustioni ancora rosse che aveva sul torace.
 

Gli occhi di Tifa si fecero tristi, come quella volta in ospedale quando aveva visto per la prima volta le sue condizioni.

Ebbe paura se accarezzandolo gli avrebbe fatto del male.
 

Portò delicatamente una mano su quelle ferite, sfiorandolo, come se avesse voluto farle guarire o almeno fargli provare sollievo.

Ancora una volta il ragazzo si accorse del momento di esitazione della ragazza. Si guardò il petto, poi le sorrise capendo.
 

“E’ acqua passata. Non fa più male.”
 

A quelle parole si riabbandonò su di lei, tranquillizzandola. Così la bruna riprese a scoprire quel corpo che fino a qualche giorno prima aveva invece aiutato a coprire.

I respiri si fecero intensi.
 

La bruna sussultò più volte quando Rufus l’avvicinò a sé con un più forte desiderio di possederla.
 
Non aveva mai provato delle emozioni così forti e inebrianti, non sapeva cosa fare, dire… oppure se dovesse scappare…

Era il suo corpo a comandare tutto.

Lo voleva, lo desiderava. Lui la baciava, si spogliava, la toccava… un sentimento così intenso che non poteva essere spiegato. Non avrebbe mai potuto farlo.

Il tocco di quella pelle ormai nuda che si comprimeva contro la sua era qualcosa di nuovo per lei.
 
Un tipo di emozione che aveva immaginato nella sua vita, ma avvertirla su di sé era tutt’altro.
 

Era come sentirsi esplodere dentro tanta l’eccitazione, e l’unico modo per non soccombere era quello strofinarsi di quei corpi, della loro bocca.
 
In quel momento era la sua ancora, il suo respiro.

Qualche volta Rufus le parlava, ma lei non era assolutamente in grado di risponderlo. Forse per la paura di spezzare tutto.

La sua mente, i suoi pensieri, le avevano dato tregua e volevano che lei, pur sbagliando oppure no, vivesse quell’esperienza e quelle emozioni.
 

Così anche lei si avvicinava a lui, comprimendosi su di lui, baciandolo, facendosi toccare, accarezzandogli i capelli con forza, i quali si scomponevano rendendolo ancora più bello.

Il suo bel presidente adesso era spoglio di tutto.
 
Naturale, con i suoi bei capelli lisci biondo ramati senza gel, senza quei vestiti formali, senza quello sguardo da superiore. Quello era il vero Rufus.


L’ardore del ragazzo le fece pensare una cosa: da quanto la desiderava?
 


Lo sfogo di un momento era davvero capace di generare tutto questo?
 

E lei..?
 
Lo desiderava così perché era lui a volerlo, oppure dopotutto...?
 

La risposta ora come ora non le interessava.
Era inebriante sentire tutta la passionalità che Rufus aveva sempre trasmesso e che ora si sfogava completamente facendola sentire desiderata.



[…]






*Heaven's night: piccolo tributo a chi conosce il bellissimo videogame Silent Hill 2.
 









 

E qui davvero mi volevo. Siate clementi, non ho mai descritto scene di sesso e questa è la mia prima in assoluto (alza bandierine). Creare tutta l’atmosfera nel complesso è stato interessante (*ç*) spero l’abbiate gradito! Anche perché l’humor e l’immancabile sarcasmo dei due protagonisti si bilancia bene con le scene più serie dedicate alle riflessioni e alla loro introspezione. O almeno credo…

Mi premeva molto realizzare il tratto iniziale. Tifa che cerca di distrarsi allenandosi (mi piace immaginare una Tifa che ogni tanto continua a sferrare pugni^^) e Barrett che per consolarla finisce per ferirla ulteriormente.

Poi vi è la descrizione della città dove Tifa beve apaticamente una birra (la prima di una lunga serieXD) mentre osserva le persone ed avverte ancora il peso della grande svolta della sua vita. Ecco, l’inizio devo dire che mi premeva molto farlo per bene!

Poi beh, c’è Rufus che come sempre è un’impresa troppo eccitante caratterizzarlo! Adoro rendere al meglio la sua personalità e spero che non vi deluda nemmeno questa volta. Ho voluto mostrare ancora una volta che lui è un tipo alla mano, che non partecipa solo a riunioni o fa il bastardo, ma è anche il tipo che porta una ragazza in birreria, la trascina in discoteca (a proposito, l’heaven’s night è un piccolissimo tributo al locale dove lavora Maria di Silent Hill 2 XD) e si siede sul ciglio di una strada senza problemi (vestito di bianco, precisiamolo ò_ò).

 Ecco, in questo io sono come Tifa. Non riesco a vederlo in quei gesti abitudinari che non sono tipiche di un “presidente”. Lo dice anche lei quando lo incontra per le strade e io condivido in pieno^^

Ora torniamo al loro ehm…momento XD! Mi premeva molto di più esprimere le loro emozioni. Odio le “lezioncine anatomiche”. :P

Ah, una piccola comunicazione: siccome l’ultimo capitolo ha avuto molte meno letture rispetto ai capitoli precedenti, ho deciso di rallentare un po’ la pubblicazione, così da dare tempo anche a chi va a scuola, all’università, a lavoro o ha impegni di vario di leggere. Così che magari lasci anche un commentino^^

 Grazie a tutti ci vediamo al capitolo 10. Vi avviso che l’inizio è già uno dei miei punti preferiti XD

 Ringrazio Yukino_lango8 e Chiyochan8 che mi hanno aggiunto nei preferiti/seguiti!

Ora passo alle vostre recensioni *__*

 

 

 

Risposta per White Shadow: Macchè, le tue recensioni sono sempre un piacere! Lunghe, corte…poi la lunghezza non fa il commento, ma il contenuto che ha e nel tuo caso mi lasci sempre soddisfatta.
No, Rufus non ha malattie strane (avevi pensato questo? XD) ma è un uomo che tende a trascurarsi e a volere troppo da sé. Questo perché è molto altezzoso ed arrogante.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la lite tra Aerith e Tifa. In realtà mi avevano detto che era stata troppo “animata” quindi io ho preferito non esagerare^^
In realtà è anche perché io non mi sento di andare troppo addosso ad Aerith perché un lato di me le da ragione o_o
Ah, sta piacendo il mio Reno? Ne sono davvero lieta! Anche perché dopo Rufus e Tifa è lui il più presente. Tornerà presto non ti preoccupare anzi, durante la storia, avrà anche un ruolo sempre più decisivo anche perchè…beh si capisce, penso, che nella mia fanfic sia decisamente attratto da Tifa^^
Il mio nome su DeviantArt e FiammahGrace e questo è il link alla mia gallery così se ti va ci dai uno sguardo (in ogni caso, stava anche nel mio profilo^^) http://fiammahgrace.deviantart.com/gallery/
Grazie mille pere i complimenti, continua a seguirmi e a darmi consigli^^ Saranno utili per far crescere sana e forte questa fic +_+

 Risposta per Stuck93: La nostra fedelissima recensitrice <3
Vedere che tu apprezzi queste piccole cose da me aggiunte mi riempie di gioia come Rufus nel suo “vero ambiente”.
Rufus poi è un ragazzo che non si nasconde dietro un dito nonostante quello che faccia e sotto questo punto di vista è luce e ombra allo stesso tempo.
Mi fa piacere che ti abbia colpito Rufus malato. Cioè, a me dispiace vederlo in quello stato, ma per me era doveroso fare un tributo alla sua salute. Inoltre Tifa di base è una ragazza dolce, alla fine si scioglie anche lei con il bel presidente *W* Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questo modo di fare di Tifa che nonostante l’odio prova molta tristezza nel vedere Rufus non trattato da “essere umano”. Sono contenta nel sentirtelo dire, davvero ç_ç
E’ bello quando un lettore sottolinea quegli aspetti che stesso allo scrittore premevano trattare <3 Eh, Rufus è pur sempre un ragazzo di 23 anni, usa in maniera smoderata dei farmaci con cui dovrebbe stare attento ò_ò cretino!
Si, la casa non è per niente cambiata, anche perché la casa di Rufus non so voi, ma io la immagino proprio “da manuale”. Ah, quanto la vorrei anche io, una casa così. Povero Rufus che dormiva, però! Sarebbe stato felice di sapere che, dopotutto, Tifa non è solo capace di strillargli dietro (anche se io credo che a lui piace proprio perché non è un’oca che gli sbava dietro o_o). Sì, Cloud che chiamava era d’obbligo! Anche perché è sempre Tifa a chiamare Cloud e una volta tanto che lui telefona lei, Tifa gli invia il segnale di occupato! Ah, ben gli sta +_+ (il lati anti-cloti è emerso XD).
Per quanto riguarda Aerith è stato molto difficile trattare questa scena anche perché io, se devo essere sincera, non mi sento di addossarle tutta la colpa. Tifa è accecata dalla rabbia verso di lei, verso di Cloud e ha addosso tutto lo stress accumulato nei mesi di lavoro nell’azienda di Rufus. Per non parlare di questo famoso triangolo amoroso che dopo tre anni ha trovato “epilogo”. Praticamente ogni cosa che Aerith avrebbe potuto dire Tifa avrebbe reagito male. Da un lato ci credo, ma dall’altro penso io che il loro triangolo amoroso non poteva che concludersi così. Una delle due che di botto avrebbe fatto la prima mossa. Cloud non avrebbe mai scelto e quindi è spettato ad Aerith che, secondo la mia concezione del personaggio, non è capace di aspettare Cloud per tutta la vita come invece fa la nostra protagonista. Inoltre ciò che dice è crudo, ma infondo che poteva fare? Dire: “ mi spiace di averti ferita e aver fatto le avanche a Cloud?” questo avrebbe potuto turbare ancora di più Tifa. Inoltre alla nostra bruna irrita parecchio anche l’atteggiamento di Cloud che non le dice chiaramente i suoi sentimenti al che lei ipotizza addirittura che si sia messo con Aerith solo perché con le spalle al muro (cosa molto squallida). Tutto questo per dire che io condivido il tuo parere ma non mi sento di dare addosso ad Aerith al 100%
Per il tempo verbale, andrò a rivedere, promesso!
Eh, eh…mi fa piacere che ti è rimasta parecchio impressa la gag con Reno che beve solo caffé macchiato! In realtà è tratta dal primo film di tomb raider dove uno dei protagonisti prendeva un caffè che non era un caffé: “caffé decaffeinato con latte scremato” XD
E ora fa parte delle cose d’obbligo come il the pompadour *W* Grazie ancora del commento, sono felicissima di trovare sempre i tuoi commenti e risponderli quasi fosse un appuntamento fisso! Un bacio, spero ti piaccia anche questo nono capitolo ^///^

 

  
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