ATTENZIONE! La fanfiction il giorno 21/05/2012 è stata revisionata completamente dall'inizio, e molte scene sono state modificate e tagliate.
Questo poichè molti concetti espressi non facevano più parte del mio modo di concepire alcune situazioni e personaggi di bleach.
Tutte le relazioni secondarie alla ByaYoru non sono più presenti in quanto, se ho intenzione di completare questa fanfiction, voglio dedicarmi solo e per bene alla coppia principale.
Grazie per l'attenzione.^^
E grazie anche a chi mi ha recensita in questo grande frangente in cui ho smesso di aggiornare. Non prometto di continuarla, ma volevo almeno apportare tali modifiche.
Farò comunque il possibile per scrivere presto o tardi dei capitoli conclusivi.
CAPITOLO 10.
La notte passò velocemente.
La quiete era riuscita ad entrare in quella casa oltre le due di notte, dopo una giornata già molto pesante.
Per cui tutti si erano addormentati molto stanchi, tanto da non riuscire a godere di quelle poche ore di riposo, che fecero largo al mattino in un batter ciglio.
Byakuya mosse leggermente le palpebre.
Non aveva voglia di aprire gli occhi.
Era ancora profondamente stanco.
In realtà, nonostante l’ora tarda in cui era riuscito finalmente a coricarsi, aveva faticato a prendere sonno. Colpa di tutti i pensieri che aveva accumulato la sera prima.
O piuttosto era il fatto di aver rievocato alla mente Hisana, sua defunta moglie.
Erano passati più di cinquant’anni.
Aveva superato il lutto abbondantemente.
Realizzare che non sarebbe più stata al suo fianco, dopo aver lottato così tanto, per stare assieme solo cinque anni del resto, gli bruciava dentro in maniera ancora così forte da sentire ardere il suo corpo, il suo spirito…che sprofondava sempre di più in un oblio insostenibile ed ormai incolmabile.
Ma non rimpiangeva nessuno di quegli anni in cui era stato con lei, e nessuno di quelli che aveva passato successivamente ancora rintanato nel suo ricordo.
Agli occhi degli altri si era riuscito a rimanere come tutti si aspettavano di vederlo: aristocratico, inscalfibile, rigoroso.
Pienamente padrone di se.
Ma chi lo conosceva, aveva letto dentro di lui l’amarezza e la delusione verso quell’ infausto destino che crudamente aveva portato via una creatura che lui amava così tanto.
Ancora di più se in un amore non consumato come il loro.
Ricominciare sarebbe stato difficile.
Ma il lavoro, l’arrivo di Rukia, le sue responsabilità, nonché le innumerevoli battaglie che aveva affrontato, l’avevano aiutato a distendersi, e col tempo a conservare quella fetta del suo cuore in un cassetto.
A chiudere quella porta.
Questo tipo di ricordi, però…
…rievocati sapevano fare ancora male, e avrebbero fatto male per sempre.
Non si poteva sperare di guarire.
Non si poteva dimenticare.
Ci si poteva solo rassegnare di fronte alla realtà: Lei non c’era più. E non sarebbe tornata.
Tutti i giorni avrebbe dovuto fare i conti con la realtà e sapeva di doversi alzare, e guardare dritto a testa alta.
Perché nonostante tutto, la sua strada sarebbe continuata.
E da quel giorno, aveva continuato già per cinquant’anni…e in qualche modo ce l’aveva fatta.
Alzò una mano per proteggersi dai raggi solari che picchiavano sui suoi occhi.
Dalla leggera brezza che girava per la casa, dedusse che Yoruichi doveva aver lasciato il balcone aperto.
Si guardò attorno.
Le luci tinteggiate di colori sull’arancio gli fecero capire che doveva essere appena l’alba.
Allontanò quindi la coperta da se.
Non ricordava quando lei fosse rientrata nella stanza.
Era stata fuori al balcone per così tanto tempo dopo la loro breve conversazione, che aveva avuto il tempo di addormentarsi.
Così si alzò in piedi, piegando intanto sul braccio il lenzuolo, e i suoi occhi vitrei si posarono sulla figura di Yoruichi, accoccolata sul divano dove si aspettava di vederla.
A differenza sua, il sonno era stato più gentile.
L’espressione del suo volto era rilassata, completamente abbandonata sul bracciolo del divano. Tanto che la sua bocca era anche leggermente aperta.
Quella visione talmente pura, scaturì in lui una sensazione di dolcezza che deformò le sue labbra in un sincero e tenero sorriso che probabilmente pochi gli avevano mai visto.
Corrucciò la fronte sorprendendosi lui stesso di quei strani sentimenti che lo stavano travolgendo.
Posò le dita sull’imboccatura del naso, un movimento che gli veniva meccanico quando voleva ritornare in se. Si chiedeva talvolta cosa ci fosse dietro la spavalderia e l’arroganza della bella stregatta, ma ogni volta che si avvicinava a scoprirlo, puntualmente faceva un passo indietro.
Forse perché era più che consapevole che conoscere per davvero Yoruichi lo avrebbe coinvolto a tal punto da non sopportare più la sua lontananza, ancora una volta.
Perché lei era fatta così. Fuggente, elegante…
Meglio piuttosto rifiutare direttamente qualcosa che si sarebbe perso comunque, cosa che era già accaduta in passato e che nulla negava che si sarebbe ripetuto.
Nonostante non lo pensasse sul serio, il suo cuore gli chiedeva di non soffrire.
La sua bocca parlò da sola, come se in realtà non fosse lì per davvero.
La sua bella Yoruichi addormentata lo mise completamente a suo agio, tanto da indurlo a parlare senza pensar troppo, cosa che solitamente non era neppure immaginabile per uno come Byakuya.
Infatti, i suoi occhi si fecero più dolci, in contrapposizione col fatto che aveva detto di averla odiata.
L’aveva odiata, eppure non l’aveva mai dimenticata.
Ripensò improvvisamente al loro piccolo bacio, che lei gli aveva dato qualche sera prima. Stranamente lo ricordò con piacevolezza. Se ne sorprese persino lui.
Ma fu quel pensiero stesso che lo fece desistere nello stabilire un contatto fisico di qualsiasi genere con lei, di qualunque tipo.
Ella aprì debolmente gli occhi e sembrò ricambiare il suo sguardo per un istante. Il ragazzo deglutì, ma si rilassò notando che invece di svegliarsi, lei si riabbandonò fra le coperte.
A quel punto lo shinigami si alzò.
Si affacciò al balcone e si lasciò accarezzare dalla fredda brezza del primo mattino.
Chiuse gli occhi.
La guardò appena, poi tornò al paesaggio di fronte a se.
Alzò le spalle, poi tornò a guardare Yoruichi. Si piegò vicino a lei e si chiese se doveva davvero riportarla nella sua stanza da galantuomo. In realtà non ci stette a pensare troppo. Portò un braccio della ragazza attorno al suo collo e le cinse la schiena. Poi le sollevò le gambe con l’altro braccio, e si mise in piedi.
Stette attento a camminare lentamente, in modo da non svegliarla. Il suo sguardo si posò nuovamente su di lei.
Yoruichi era molto leggera fra le sue braccia. La sua testa, abbandonata sulle sue spalle, faceva appena intravedere il viso beatamente addormentato.
Prese a salire le scale e mentre era a metà della rampa, vide la ragazza muoversi.
Lo shinigami era a testa in giù, col capo sul pavimento e il corpo sdraiato sulle scale, in posizione supina.
Addosso, una Yoruichi irruenta appena svegliata.
La ragazza mugugnò qualcosa, sollevò poi la testa sprofondata nel suo petto e lo rimproverò sonoramente.
Yoruichi girò lo sguardo. Byakuya si sorprese di quell’atteggiamento. Era sicuro avrebbero litigato, invece lei…lo stava ignorando palesemente.
La gatta prese a camminare per la casa, poi si diresse in cucina annunciando che avrebbe mangiato qualcosa.
Lui rimase impietrito.
Lui entrava nella stanza e lei usciva. Se lui doveva combattere qualche hollow lei lo faceva fare non insistendo per venire come faceva solitamente. Anzi, ne approfittava per starsene sola, e se poteva, usciva proprio di casa.
Così si ritrovarono a vivere fra le stesse quattro mura di sempre, ma senza incontrarsi mai.
Capitava di scambiare poche parole, ma che rimanevano asciutte e prive della solita vivacità che caratterizzava le loro conversazioni.
Byakuya si rese perfettamente conto di quella situazione. Avrebbe dovuto esserne felice, tuttavia non riuscì a mandare giù quello stranissimo atteggiamento.
Verso sera, all’incirca verso le nove, si ritirò dopo l’ennesima caccia all’hollow. Attraversando la porta d’ingresso, vide Yoruichi sul divano intenta a leggere. La guardò accigliato, percependo chiaramente che lei facesse finta di essere assorta nella lettura. Così le si parò davanti e le chiuse con forza quel volumetto che aveva fra le mani.
Cercò di tornare padrone di se, abbassò le spalle e si sedette accanto a lei. La ragazza seguì il suo movimento.
Byakuya si girò e la trafisse con i suoi occhi grigi.
Cosa avrebbe dovuto dirgli?
Che l’aveva fatta sentire una stupida? Che si era resa conto di aver ferito più volte i suoi sentimenti facendo battute su di lui senza ragionare sulla vita tortuosa che lui aveva vissuto ma che lei non conosceva?
Si sentì avvolta dalle fiamme.
Tuttavia non aveva niente da dirgli. Così si mise in piedi, deviandolo ancora una volta.
Cosa era successo? Uno scambio di ruoli?
Attraente, seducente, accattivante…erano tutte caratteristiche che appartenevano a Yoruichi Shihoin, non avrebbe potuto negarlo.
Improvvisamente sentì uno strano nodo alla gola.
Quei sentimenti così familiari cominciarono a renderlo inquieto.
Possibile?
Possibile che lei riuscisse ancora a suscitare in lui quei sentimenti d’inettitudine?
Non poteva certo ricordare alla perfezione ciò che provava all’epoca verso di lei.
Ricordava solo che era il capitano della seconda brigata del gotei, nonché una collega del nonno, e che per di più fosse più grande di lui.
Anche se per età, effettivamente, no.
Però dubitava di provare già dall’epoca sentimenti del tipo.
Era troppo giovane, e non è che pensasse tanto alle donne, preso com’era dallo studio.
Già all’epoca era pienamente consapevole delle responsabilità cui sarebbe andato incontro e quindi della maturità e serietà che doveva raggiungere.
Per questo non poteva certo avere un qualche potenziale interesse per lei dal punto sentimentale.
Sbarrò gli occhi.
Stava letteralmente delirando.
Sbirciò in direzione di Yoruichi che svogliatamente montava la macchinetta del caffè non curandosi di lui.
Di che natura erano i suoi sentimenti per lei all’epoca?
…E adesso?
La ragazza si girò e stranamente gli sorrise debolmente. Poi gli diede nuovamente le spalle.
Perché? Perché sentiva quei sentimenti che lo stavano lacerando? Proprio ora, quando lei stessa sembrava mettere finalmente le distanze fra loro?
Si voltò in un’altra direzione e cercò di concentrarsi su qualsiasi altra cosa, sentendosi leggermente accaldato.
Stava diventando insostenibile.
Improvvisamente decise di cambaire aria. Fece così per lasciare la casa.
“Byakuya, dove vai?” disse.
“Devo uscire.” e si diresse presso la porta d’ingresso.
Yoruichi intanto lo seguì e si poggiò vicino al muro.
“Byakuya, aspetta.”
Il ragazzo si immobilizzò di colpo.
Lei abbassò gli occhi e si strofinò le braccia fuggendo il suo sguardo.
“Scusa, non…” tentennò imbarazzata di non sapere che dirgli. “Vai, Byakuya. Ci vediamo poi.”
Byakuya assunse un’espressione perplessa.
Si accorse di quella nota di malinconia che man mano stava sempre più demolendo lo spirito vivace della ragazza, e che l’aveva resa strana fino a tenerli separati per tutta la giornata.
Istintivamente le si avvicinò fino ad esserle di fronte.
La guardò intensamente e sentì di nuovo smuoversi dentro di lui quelle sensazioni che stava reprimendo da quando era cominciata quella mattina.
La sua mente si fece inspiegabilmente annebbiata e l’unica cosa che riusciva a sentire era il desiderio…
Un fortissimo desiderio…
Un fortissimo desiderio di non trattenersi e di assecondare quelle emozioni.
Quella voglia di sentire il suo corpo, le sue labbra…che lei non faceva che sfiorargli, fargli desiderare, per poi lasciarlo senza dargli il tempo di assaporarle.
Ripensò al delicato tocco delle sue labbra quella sera.
Impercettibili…
Fastidiosamente impercettibili e sfuggenti.
Voleva sentirle.
Dopo tanto tempo, voleva sentire quella sua bocca seducente premere sulla sua, e quella sfuriata di sentimenti passare attraverso il suo corpo mentre le si stringeva, cingendola e facendole sentire la sua brama di averla fra le sue labbra.
Così il capitano Kuchiki mosse appena le labbra piegandosi verso di lei, quasi come se non fosse padrone del suo corpo in quel momento.
Yoruichi aveva ancora uno sguardo perso, e quando si accorse che la distanza tra lei e Byakuya stava diminuendo, alzò il viso.
Indietreggiò leggermente, non capendo, ma si bloccò immediatamente quando sentì il muro dietro di sé.
Spalancò gli occhi confusa e, senza avere neanche il tempo di ragionare, si sentì avvolgere dalle sue braccia che la strinsero con una forza inaspettata.
Mosse appena le mani imprigionate sul suo petto quando lui le serrò la bocca con le sue labbra.
Sentì la bocca di Byakuya muoversi violentemente e la sua lingua esplorare al suo interno, spingendosi sempre più violentemente dentro di lei.
Impreparata a quel contatto, sentì tutto in una volta il fiato abbandonarla, così cercò di schiudere le labbra appena un po’, ma Byakuya era vincolato a lei con una forza tale da non permetterle alcun movimento.
Quel gesto così improvviso e passionale li portò a sbattere contro il muro, tuttavia lui continuò a baciarla, muovendo le mani sulla sua schiena e facendole scorrere man mano anche sui capelli.
Il suo cuore batteva fortissimo e Yoruichi non riuscì a sbattere le palpebre neanche per un secondo.
Sentiva il fiato di Byakuya soffiarle sul viso, facendole chiedere quanta aria avesse in corpo per riuscire a starle attaccato per così tanto tempo.
Il suo viso cominciò ad accaldarsi.
La ragazza cercò di dimenare il viso, sgomentata, per allontanarsi da quella morsa, ma quella bocca la stava devastando e per un attimo la pervase una scossa di piacere che la invitò a condividere quel bacio appassionato.
Mosse poi le mani e in qualche modo, nonostante fosse ancora in balia di quella forte stretta, riuscì a raggiungere le braccia dello shinigami.
Le afferrò e istintivamente premette con forza con le dita per trattenerlo, presa dal panico.
Fu un attimo.
Un secondo in cui, scostandosi finalmente, i loro occhi si incrociarono e si guardarono immobili, fermi, incapaci di spostarsi.
Erano ancora a pochissimi centimetri di distanza.
Yoruichi sentiva le sue labbra pulsare fortemente, quasi come se volessero di nuovo raggiungere quelle del ragazzo.
Ma rimasero così. Fermi.
Uno strano rimescolio la fece irrigidire fino a impedirle addirittura di respirare, nonostante fosse ancora ansimante.
Poi…un batter ciglio.
Nel momento nel quale chiuse le palpebre, per poi riaprirle, Byakuya si era già allontanato da lei, recuperando le loro abituali distanze.
La gatta così riprese lentamente a respirare.
La sua mente era confusa, incapace di ragionare, e sentiva il collo intirizzito assieme al resto del corpo.
Osservò lo shinigami, che sembrava sgomentato quasi quanto lei.
Il suo petto si gonfiava e si sgonfiava seguendo il ritmo dei suoi respiri, con un movimento che quasi le impedì di guardare altrove.
Velocemente però lui aprì la porta e uscì di casa.
Il rumore della porta che si chiudeva le provocò un insolito sollievo, che le fece sentire le gambe così molli da non riuscire quasi a tenersi in piedi.
Appoggiò le mani sul muro, sul quale era ancora attaccata, ed emise un profondo sospiro che la costrinse a piegarsi sulle ginocchia.
Portò le dita sul viso e la tensione che aveva accumulato cominciò a farla tremare.
Cosa… cosa stava facendo Byakuya…?
Si era probabilmente accorto del suo stato di confusione, e per questo si era fermato.
E se invece non lo avesse fatto…allora…
Si pietrificò.
Che situazione difficile! Accidenti!
[...]