Oscar in Normandia per la prima volta senza Andrč. Da sola ha il tempo di riflettere su se stessa, sul rifiuto di Fersen, sul rifiuto ad Andrč. E sulla Francia. Pezzo vecchissimo, pių una poesia, forse. 




E' inverno.
E' inverno ovunque, nel Paese;
in ogni cittā, in ogni villaggio,
ma sembra che
in questa antica terra di Normandia
faccia molto pių freddo che in ogni altro luogo.
E' sempre stato cosė,
ma soltanto ora me ne accorgo.
Sono sola,
sola per pensare,
per cercare di capire
i contrasti che sono in me.
Cammino sulla spiaggia.
Le onde
si gettano sulle mie impronte, cancellandole;
si arrestano ad un palmo dal mio stivale
per poi indietreggiare velocemente.
Anch'io mi comporto come l'onda.
Mi scaglio violenta
contro ciō che feci in passato
e cerco di cancellarlo dalla mia mente.
Tento di farlo col presente,
ma all'ultimo momento mi ritraggo timorosa.
Continuo a camminare,
passo dopo passo,
con il rumore del vento e del mare
che mi circonda.
Alzo lo sguardo e vedo un cane.
Una bestia sporca e lacera
che, passo dopo passo,
col muso chino,
procede nella direzione opposta alla mia.
Mi fermo.
Il cane, immobile,
solleva il muso dalla sabbia
e mi guarda.
C'č un oceano di tristezza
in quegli occhi di cane.
Ci sono tragedie, ingiustizie,
rabbia.
Mi chino.
Lo chiamo:
"Vieni, bello, vieni!"
Il cane mi fissa,
quasi fosse pietrificato.
Poi, come se io non fossi mai apparsa
sulla sua strada,
torna ad abbassare i suoi stanchi occhi gialli
e riprende a camminare.
Il mio Paese
č come quel cane:
stanco, affamato, distrutto.
E' diventato sordo alle chiamate dei potenti.
Non si arrende,
non accetta compromessi.
Non ha pių nulla da perdere.
Vorrei fare qualcosa
per questo mio Paese.
Ma cosa posso fare, io,
che sono stata capace
di scacciare
l'unico mio amico,
di allontanare un uomo che,
se troppo ha osato,
lo ha fatto per la disperazione
alla quale io stessa l'ho portato.
Cosa posso fare, io,
che per una sciocca delusione d'amore,
ho distrutto il mio passato
e posto un limite al mio futuro.
Fa freddo nel mio Paese.
E' inverno
e fa freddo dovunque.
Qui, in Normandia,
ha sempre fatto pių freddo.
Ma il freddo che ora sento
č diverso.
E' un freddo che sente il Popolo
nel suo animo.
Un freddo al quale non si puō resistere.
Un freddo che molti
hanno giā a lungo sopportato,
ma per il quale
si sta giā preparando
un enorme fuoco.