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Autore: Saju    07/05/2010    0 recensioni
"Voglio vedere la Ino di una volta…Stasera voglio farti vedere quello che ti sei persa in questi anni!" "Tu sei pazzo..."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata! =)

 

 

RUN AWAY

 

 

- Sasori, presto! I fiori!-

- Si, Tsunade -

- Deidara, per favore consegna queste buste al signor Yamanaka..-

- Subito Tsunade -

- Santo cielo, Tobi! Muoviti! Presto! Riporta queste tovaglie indietro e metti quelle di raso bianco! - – Ma le ho appena cambiate…-

- Ricambiale! -

- Sì, Tsunade –

- Tsunade, il signore vuole sapere se è tutto pronto…-

- Tutto pronto? Certo che è tutto pronto! Oh santo cielo…mi manca l’aria…-

- La prego signora Tsunade, si calmi…-

- Shizune, sei per caso la governante di questa casa? –

- No, signora…-

- Avrai l’intera responsabilità  a carico se qualcosa andasse storto questa sera? –

- No, signora…-

- E allora taci! Non sono calma!!! –

- Mi scuso per l’impertinenza, signora…-

- Sì, sì va bene…Ehm, Shizune, hai visto la signorina? –

- La signorina Ino è sotto al gazebo con il giardiniere…-

 - É con Pain?! –

- S-sì signora…-

- Ecco, ci mancava questa! La signorina sarà tutte le furie…-

- Mi dispiace, i-io mi sono assentata un attimo e l’attimo dopo lui è arrivato e ha insistito per farle vedere le orchidee e..-

- Non voglio sentire altro! Forza, forza, gli ospiti saranno qui tra poche ore, finisci tu i preparativi, io andrò dalla signorina…-

- Certamente Tsunade –

La lussuosa villa dell’imprenditore Inoichi Yamanaka era stata edificata in un importante e rinomato quartiere di Tokyo: il quartiere di Ginza.

La famiglia Yamanaka possedeva da generazioni una delle più grandi e ricche catene di negozi di fiori del Giappone. Aveva contatti con tutta l’isola e a volte con alcuni importanti centri del continente dell’estremo est.

Inoichi girava molto per lavoro e dopo la morte di sua moglie decise di lasciare a Tsunade, la quale era la sua balia da bambino, il compito di curare la casa e far sì che “tutto andasse sempre per il meglio”.

La governante era una donna estremamente severa e nevrotica, ma non per questo era una cattiva persona. Attorno a lei Shizune e molti altri addetti del personale facevano sì che le cose all’interno e all’esterno della villa girassero per il verso giusto e ovviamente dovevano anche prendersi cura della figlia del signore, la signorina Ino Yamanaka.

Quest’ultima era amatissima dal padre. L’adorava più di qualunque altra cosa ed era solito chiamarla chiamava “hime”, principessa. Al ritorno dai suoi viaggi le portava sempre qualche regalo costoso e faceva di tutto pur di vedere splendere la felicità negli occhi della sua bambina.

Purtroppo qualche anno prima, successe una tragedia.

In quella tragedia l’imprenditore perse la moglie, mentre il destino della figlia non fu dei migliori.

La ragazzina fu costretta su di una sedia rotelle e non potendo più condurre una vita “normale” come tutte le sue coetanee di famiglia nobile, stava sempre all’interno delle mura della villa.

Studiava con un maestro privato che odiava e passava le giornate a infastidire i domestici e a far disperare la povera Tsunade. Non aveva più amici o amiche, non aveva più passioni o sogni.

Ma agli occhi del padre restava comunque la sua bambina, la più bella e la più dolce del mondo, nonostante i suoi ormai diciassette anni.

- Signorina Yamanaka, finalmente l’ho trovata…-

- Tsunade! Ti prego portami via di qui! –

Una ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon e con gli occhi azzurro cielo stava seduta su di una panchina sotto ad un gazebo bianco, al fianco di un ragazzo dai capelli arancioni.

Il suo abito bon ton color panna in tinta col fiocco che teneva a bada l’acconciatura svolazzava a causa della brezza primaverile.

- Ma no Ino, non ho finito di raccontarti della petunia…La petunia è un fiore molto interessante, nasce in Brasile ed appartiene alla famiglia delle Solanaceae, ovvero una famiglia di angiosperme dicotiledoni che comprendono moltissime altre specie…-

- Grazie Pain, va bene così! Riporto la signorina Ino in casa. Vedi piuttosto di dare una tagliata a quei cespugli, gli ospiti stanno arrivando! –

- Ho capito, signora Tsunade…-

- Coraggio signorina, venga a cambiarsi d’abito...Pain aiutala…-

Il ragazzo prese in braccio Ino e la poggiò delicatamente sulla sua carrozzella.

- Ciao ciao Pain! – rise Ino, allontanandosi con la sua sedia spinta dalla donna.

A seguito dell’incidente la villa era stata sistemata con le dovute misure di sicurezza e di comfort per facilitare gli spostamenti a Ino.

C’erano quattro ascensori, scale affiancate da pedane e ringhiere, i sette bagni dislocati sui cinque piani erano stati modificati su misura per la ragazza e la sua camera era il massimo della comodità per chi avesse determinate difficoltà motorie, come lei.

La stanza della signorina era ampissima con un lussuoso letto a baldacchino, un comodo divano con un piccolo tavolino per il tè, la cabina armadio occupava quasi un quarto della stanza e l’ampia portafinestra dava sul balcone centrale della villa. Da lì la ragazza aveva sotto controllo l’intero giardino che si estendeva per diversi metri quadri.

- Allora, signorina, che ne dice di questo vestito? -

- Si può sapere chi deve arrivare? – domandò la ragazza seduta sul letto con addosso solo la biancheria intima.

- La famiglia Uchiha e la famiglia Haruno sono state invitate a pranzo oggi! Non è contenta di vedere i suoi due amici? –

Un silenzio gelido piombò nella stanza.

- Sakura non è mia amica! E rimetti nell’armadio quel Burberry, voglio il vestito di Chanel!-

- Non le pare esagerato? E’ solo un pranzo signorina…-

- Tsunade, se si tratta si Sakura non è solo un pranzo! L’ultima volta che mi ha invitata a casa sua io ero vestita con un misera gonna di jeans e una polo bianca, mentre lei aveva addosso un Bulgari! Non voglio fare la figura della poveraccia! –

- Ma signorina, con questo vestito non sarà ridicola? –

Gli occhi di Ino s’incendiarono di odio.

- Puoi ripetere, Tsunade?-

- Oh signorina, non era mia intenzione offenderla, ma penso che questo vestito sia del tutto inappropriato per…-

- Zitta! Esci da questa camera, subito! –

- M-ma signorina Ino…-

- Vai! –

- Come vuole signorina…-

- Mandami papà! Voglio papà qui, subito! Muoviti! –

- Signorina, suo padre sarà impegnato ad intrattenere gli ospiti, non credo che…-

- Papà! Papà! –

- Signorina, la prego, non urli…-

- Voglio mio padre! Vallo a cercare! –

- Oh buon cielo…Signor Yamanaka, Signor Yamanaka! –

Tsunade schizzò fuori dalla stanza e immediatamente comparve al suo posto il padrone di casa, che trovò Ino in preda a una crisi isterica.

- Principessina mia, tesoro, confettino dorato, cos’è successo? – domandò preoccupato sedendosi accanto alla figlia.

- Tsunade ha detto che sono ridicola col vestito che mi hai portato da Parigi la settimana scorsa! Mi ha offesa! –

Ino piangeva e mugugnava abbracciata al padre.

- Ma no tesoro, sono sicuro che non intendeva ferirti…Non trovi che in fondo sia un po’ troppo formale con tutti quei pizzi? Coraggio, vediamo se ne troviamo uno più adatto…-

Il padre entrò nella cabina armadio e tirò fuori un vestitino bianco e blu in stile marinaresco.

- Che ne dici di questo? E’ molto bello e sono certo che non farai una brutta figura con Sakura, vedrai… -

L’occhiolino fece scappare un sorriso alla ragazza.

- E tu che ne sai che non farò la figura della barbona? -

- Perché Sakura è in jeans…-

- Sono già arrivati?! –

Il padre le sorrise affettuosamente

- Coraggio tesoro, sei sempre bellissima! Ti mando Shizune per aiutarti, ma provvedi a scusarti con Tzunade più tardi, mi raccomando! -

- D’accordo papà, grazie…Ti voglio bene! –

- Te ne voglio anch’io, piccola mia! –

Dopo un lungo abbraccio i due si separarono.

Quando il sole si trovava a picco sul tetto della villa, gli invitati e i padroni di casa sederono al lungo tavolo imbandito in soggiorno.

Ino, Sakura e Sasuke sedevano vicini in fondo al tavolo, mentre dalla parte opposta sedevano i genitori.

- Ino che bel vestito! Sei sempre così elegante…Io ho optato per un look più casual, sai, più tardi io e Sasuke andremo al cinema, vuoi unirti a noi? -

- Ti ringrazio Sakura, ma sarò ben più felice qui a casa coi miei peluches e i miei dvd –

- Non farti problemi Ino, non saresti di troppo…Ouch! –

Ricevere il tacco della propria ragazza sull’alluce non fu del tutto piacevole per il povero ragazzo.

- Sei gentile Sasuke, ma lo sai bene anche tu quanto poco io e la tua ragazza ci sopportiamo -

- Ehm..eheh…già…-

Le conversazioni che seguirono non furono delle migliori. Purtroppo Ino e Sakura erano davvero cane e gatto, in perenne competizione tra di loro e in perenne lotta per ottenere successo.

E il povero Sasuke? In balia delle due a fare da mediatore per tutto il tempo.

Finalmente arrivò la fine di quel terribile pranzo ed una volta salutati gli ospiti…

- Spero che prima di rivederti passino come minimo sei mesi…-

- Lo stesso vale per me, Ino…-

- Sasuke tu sei sempre il benvenuto qui a casa mia…-

- G-grazie Ino…Ouch! –

Un’altra taccata, ma questa volta è toccato al mignolo, ahia!.

- Bye bye! -

- Ciao! –

Ino si riposò in giardino sotto il gazebo dov’era solita prendere il tè delle cinque durante la bella stagione.

- Signorina, ecco il suo tè nero e una fettina di torta con le fragole, come piace a lei…-

- Grazie Tsunade e…Un’altra cosa...-

- Mi dica signorina…-

- Scusami per il comportamento di stamattina, sono stata troppo impulsiva e acida, come al solito…-

- Ma si figuri signorina! Non si doveva scusare!–

Un sorriso apparve sulle labbra di entrambe.

CRASH.

- Oh mio dio! -

- Cos’è successo Tsunade?! –

- Guardi in alto…-

Il signor Yamanaka era appoggiato sul davanzale della finestra, o meglio, di quel che era rimasto della finestra del suo studio. Delle innocue imprecazioni iniziarono ad uscire dalla sua bocca.

- Voglio sapere chi è il responsabile!  Di chi è questo pallone?!-

Una debole voce al di là del cancello della villa si fece avanti.

–È -è colpa mia signor Yamanaka…-

La faccia di un ragazzo dai capelli castani spuntava vergognosamente tra le grate del cancello.

Indossava una divisa da calcio e dietro di lui altri ragazzi cercavano di nascondersi.

- Tsunade, fallo entrare! Scendo immediatamente! -

Il ragazzo entrò timidamente nel giardino, sotto gli sguardi impauriti, ma curiosi, degli amici al di là del cancello.

Ino lo vide e noto degli strani segni rossi sul viso. Scrutò il ragazzo con una punta di disprezzo e indifferenza, quando incrociò per un attimo il suo sguardo. Ino voltò immediatamente il viso in direzione del padre che si stava avvicinando.

- Ecco, io…sono mortificato, non…non ho fatto apposta, sta-stavamo giocando in strada e…-

- Credo di poter immaginare cosa sia successo e mi auguro che si sia trattato solo di un incidente, non è così, Kiba Inuzuka? –

- Incidente, assolutamente signore!!! M-ma, se posso chiedere, come fa a sapere il mio nome? –

- Sei quello che porta i giornali, non è vero? Centri sempre la cuccia del cane…-

- I-io…-

Inoichi scoppiò in una sonora risata.

- Figliolo, non sporgerò denuncia, stai tranquillo. Però dovrai ripagare in qualche modo quel vetro rotto…Che cosa puoi fare? -

- E-ecco, glielo potrei cambiare e…-

- Suvvia, non preoccuparti. Era solo una vecchia finestra in vetro di Murano …–

- Bè, potrei chiedere a mia madre e ripagargliela! -

- Tranquillo ragazzo, non voglio denaro, ma solo una piccola punizione. Vediamo, Ino, hai qualche idea? –

La ragazza saltò sulla sedia.

- Non spetta a me decidere papà e poi che sarà mai per un vetro rotto, lascialo andare - disse con un sorriso.

Ino recitò la parte della figlia dolce, ma sotto tremava di rabbia. Anche solo la presenza di quel ragazzo la infastidiva inspiegabilmente.

- Tesoro, mi dispiace, ma questo ragazzino deve scontare in qualche modo una pena, anche se piccola...Mmm…Ho trovato. Pagherai il tuo debito lavorando per me. Lavorerai con Pain al giardino, dopotutto sono mesi che si lamenta di aver bisogno di un aiutante. Ti voglio domani mattina alle otto qui. Siamo d’accordo? -

- M-ma signore, io ho il giornale…-

- Il direttore Sabaku è un mio caro amico. Farò in modo che ti sostituisca senza causare problemi, siamo intesi? –

- Certamente signore,la ringrazio di questa possibilità, è stato molto buono con me! –

- Vedi di non farmene pentire. Sò che sei un bravo ragazzo. Ora puoi andare e…credo che questo sia tuo –

Inoichi consegnò il pallone al ragazzo.

- Grazie signore e mi scusi ancora per il disagio! -

- A domani Kiba! -

- A domani, signore! Signora, signorina…-

Con tre inchini Kiba se la cavò egregiamente, prima di scappare di corsa in strada.

- Papà! Ma vuoi davvero che quel ragazzo lavori qui?! -

- Certo tesoro, non ti piace l’idea? –

- No ehm..certo che no, come vuoi – gli sorrise falsamente.

- Brava la mia principessa! Vado a cercare Jiraya per farmi sistemare la finestra…Ci vediamo a cena – disse salutandola con un bacio un fronte.

-Signorina, è ora di rientrare, si sta facendo fresco qui fuori…-

- Tsunade, tu conosci quel ragazzo? –

- É il ragazzo che porta i giornali, signorina. Abita nel quartiere Ichikaru…-

- Mpf, immaginavo…un poveraccio…-

- Signorina, non dovrebbe permettersi di giudicare così quel povero ragazzo, lo sanno tutti che è buono quanto un pezzo di pane…-

- Tsunade basta. Riportami dentro. Subito –

- Sì, signorina…-

***

 

  
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