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Autore: miseichan    07/05/2010    11 recensioni
Un ricevimento di nozze che dura ben dodici ore. Fra alcool a fiumi, angeli, pioggia e bugie in una notte ne possono succedere tante, ma proprio tante. Bella conosce tanti luoghi comuni: “Non tutto il male vien per nuocere” è uno di questi, e quando il male si chiama Edward non trova niente di che lamentarsi; un altro però è “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” e anche questo, in una All night long, va tenuto bene in mente. STORIA SOSPESA PER VACANZE ( brevi )… scusate!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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All night long

 

* 21.05 *

 

Era sposato!

Ancora non riuscivo a farmene una ragione: era sposato.

Lui… lui aveva una moglie! Aveva già una moglie!

E anche dei figli Santo Dio!

Io poi, cosa diavolo mi aspettavo?! Non dovevo rimanerci male: non mi era concesso.

Ero sposata anch’io, perché tendevo a dimenticarlo quella notte?

Mi poggiai al muro con la schiena, improvvisamente stanca.

Mi sembrava di non riuscire più a sorridere.

Era uno stronzo. Nient’altro che uno stronzo.

- Qualche problema?-

Mi girai lentamente verso il punto da cui era arrivata la voce, accorgendomi con sgomento che era a pochi centimetri da me. Mi scostai di scatto, riconoscendo lo stesso uomo che era uscito dietro di me. Non mi piaceva, per niente.

Aveva uno strano sguardo, come se avesse bevuto troppo o semplicemente non ci stesse tanto con la testa. In ogni caso nessuna delle due ipotesi mi piacque.

Scossi la testa e lui si avvicinò pericolosamente.

Socchiuse gli occhi completamente neri e si accarezzò con due dita la sottile barbetta sul mento.

- Ti va di venire con me, bellezza?-

Scossi ancora la testa, con decisione questa volta, facendo per allontanarmi.

Lui non me lo permise: con una mano mi afferrò saldamente l’avambraccio, stringendolo violentemente. Mi guardò con cattiveria, sorridendomi tetro:

- Non era davvero una proposta, bambola. Voglio solo divertirmi, non preoccuparti. Ora usciamo e andiamo in un bel posto-

Sentii un brivido di paura pervadermi tutta mentre diceva quelle cose.

Lo guardai con terrore, rendendomi conto che non scherzava per niente e che era davvero fuori.

Scossi ancora la testa, disperatamente stavolta e cercai di divincolarmi dalla sua stretta.

Lui sembrò sul punto di scoppiare a ridermi in faccia per quell’inutile tentativo e io stavo per crollare quando una parola mi giunse alle spalle:

- Lasciala-

Riconobbi subito quella voce.

Sospirai e sentii gli occhi inumidirsi tanto era il sollievo di sentirla.

Mi ero completamente dimenticata della sua presenza: Edward.

- Non mi hai sentito? La signora ti ha già risposto: non vuole venire. Lasciala immediatamente-

Quasi stentai a credere che fosse davvero Edward a parlare: c’era una vibrazione minacciosa e tremendamente intimidatoria nella voce che mise paura anche a me.

Mi sembrava incredibile che potesse cambiare tanto un modo di parlare: da che lo avevo sentito rivolgersi a me sempre dolcemente, con un modo di fare gentile anche quando non doveva, ascoltarlo ora che sembrava pronto a ricorrere alle mani mi stordì non poco.

L’uomo di fronte a me non allentò la presa nemmeno un po’ e soltanto si voltò a guardare Edward, ormai al mio fianco. Quando parlò lo fece con una voce strascicata e monca, mangiandosi alcune lettere e unendo parole diverse fra di loro.

- Non ti impicciare stronzetto. Non sono affari tuoi-

Edward rise di una risata che metteva i brividi, breve e sarcastica.

- Non mi sono spiegato: hai dieci secondi per lasciarla e sparire-

La presa sul mio braccio a quelle parole si irrigidì, arrivando a sembrare quella di una morsa.

Mi lasciai sfuggire un gemito quando le unghie dell’uomo mi penetrarono la carne, ma non passò nemmeno un secondo che quell’accenno di dolore sparì del tutto.

Quasi non ebbi modo di rendermi conto dello svolgersi delle azioni e solo in seguito riuscii a capire cosa era successo: Edward non era più riuscito a mantenersi e aveva colpito l’uomo.

Un sinistro micidiale.

Proprio sotto il mento, di una potenza brutale.

Ogni pressione sul mio braccio sparì e l’uomo crollò sul pavimento, momentaneamente fuori uso.

Edward al mio fianco respirava con affanno, come se stentasse a trattenersi dal continuare a pestarlo a sangue. Non riuscivo a trovarmi in disaccordo: quel rifiuto umano si meritava quello e molto di più. Non era però il caso e tantomeno il luogo.

Sembrò arrivare a quelle stesse conclusioni anche Edward: mi prese gentilmente a braccetto guidandomi verso la porta del bagno. Lo seguii docilmente, ancora sotto shock.

Sentii distintamente il gelido contatto con le piastrelle di marmo contro cui mi aveva fatto appoggiare, eppure in quel momento non riuscivo a sentire nemmeno il freddo: fissavo semplicemente due iridi di ghiaccio che non mi perdevano di vista neanche per un istante.

Lui si fermò di fronte a me, a meno di un respiro di distanza, reggendomi con le mani sui miei fianchi, come se temesse che potessi svenire di lì a qualche minuto.

- Come stai?-

- Bene-

Avevo risposto subito, senza pensarci. Ed ero convinta fosse la verità.

Non mi aveva fatto niente quel bastardo: solo aveva una stretta un po’ pesante.

Quello gli dissi quando mi ripose la domanda, con tono preoccupato e inquieto: non mi credeva e da come mi osservava non dovevo avere un bell’aspetto.

Non era colpa dell’energumeno, avrei voluto dirgli: la colpa è tua. Di te che non sei altro che uno stronzo. Un maledettissimo stronzo.

- Non piangere, dolcezza-

Aveva detto anche altre cose, di incoraggiamento sicuramente, per rassicurarmi.

Io non lo avevo sentito, come al solito, distratta dai miei assurdi pensieri.

Non mi ero accorta di star piangendo.

La cosa di cui purtroppo mi accorsi però, fu l’effetto che mi facevano i pollici di Edward sulle guance che si muovevano piano, asciugandomi le lacrime.

Le stava asciugando tutte, con cura meticolosa.

E la cosa peggiore era che il sentire la sua presenza lì, mi faceva tremendamente piacere.

Anche quel piccolissimo gesto, dolce e delicato, mi stava facendo impazzire.

Ma non poteva essere così.

Non doveva essere così.

Lui era sposato.

E più di tutto, io ero sposata!

Lanciai un’occhiata alla fede che portavo all’anulare e fu un riflesso incondizionato guardare anche la sua. Lui si accorse di quel mio gesto e ritrasse la mano, come per nasconderla.

Si fermò giusto in tempo, bloccandola a metà strada, lasciandola pendere sopra la tasca dei pantaloni, con un dito appeso ai passanti della cintura.

- Sei sposato-

Non era una domanda, non era un’affermazione.

Non sapevo nemmeno io cos’era.

Lui non rispose, annuì semplicemente, continuando a guardarmi negli occhi.

Lo odiai per quello: non abbassò lo sguardo.

Non se ne vergognava, non si vergognava di avermi mentito.

Fu proprio perché non abbassò lo sguardo però che notai un lampo di dolore passare veloce per i suoi occhi. Lì per lì comunque non ci feci caso, troppo sconvolta dalla mia personale tragedia interiore per accorgermi che anche lui poteva starci passando.

- Stronzo-

Continuai a ripeterlo, alzando ogni volta un po’ di più la voce.

Non riuscivo a fermarmi: era come se in quel modo sperassi che a soffrire non sarei stata più soltanto io. Pretesa assurda, ma reale per me, assolutamente reale.

- Perché?-

Bastò quella domanda a fermarmi. Mi zittii all’istante, guardandolo come se fosse pazzo.

Lo allontanai da me con un gesto stizzito prima di rispondere, con rinnovato odio:

- Non me lo hai detto! Non me lo hai detto! Mi hai fatto credere…-

- Cosa? Cos’è che ti ho fatto credere? Ho parlato fin dall’inizio di finzione o sbaglio?-

Mossi qualche passo verso i lavandini, poggiandomi a quel piano di marmo mentre parlava e la verità delle sue parole mi colpiva appieno: aveva ragione.

Finsi di aggiustarmi i capelli allo specchio, osservando la sua figura che mi dava le spalle percossa da un leggero tremore. Osservai per un po’ il mio viso tornare a passare da un bianco cadaverico ad un rosso diffuso. In fondo era meglio così, mi dissi.

Era meglio che avessi continuato ad avercela con lui, anche se non ce n’era ragione.

Non potevo fare la pace, come fosse niente. Non dovevo.

Mi girai ancora verso di lui, questa volta decisa a continuare la lotta.

- Dovevi dirmelo. Dovevi dirmi che eri sposato!-

- Come si chiama tuo marito?-

- Mike-

Non mi resi conto del tranello implicito finchè non risposi alla domanda che mi aveva posto placidamente, girandosi verso di me senza sorridere, con uno sguardo malinconico.

- Sei sposata-

Era un’affermazione la sua. Una pura e semplice constatazione.

- L’ho sempre saputo: dal primo momento in cui ho visto la fede al tuo dito-

Continuò a parlare, con tono di voce incolore, basso e mesto, passandosi una mano fra i capelli:

- Anche io portavo la fede: non l’ho nascosta. Mai. Neppure un attimo. Se avessi prestato un po’ di attenzione…-

Si bloccò, indeciso se continuare o meno per quella strada che sapeva essere un mio punto dolente. Preferì di no e cambiò tattica, alzando di qualche decibel il tono di voce, avvicinandosi a me:

- Tu non l’hai voluta vedere. Non volevi. Per questo non l’hai vista. Non puoi incolpare me-

La porta del bagno si aprì in quel momento, prendendo entrambi di sorpresa.

Entrò a passo svelto la capo-iena che avevo conosciuto ad inizio serata: si accorse subito di noi e ci lanciò diverse occhiate senza ritegno. Cercava di capire se fossimo sul punto di fare qualcosa o se per caso avesse interrotto qualcosa, cosa di cui ero sicura sarebbe stata solo felice.

Non si scusò, non disse niente. Continuò a guardarci.

Edward uscì per primo, rivolgendosi a me con un tono freddo ed impersonale che mi fece venire la pelle d’oca. Le parole che disse erano in netta contrapposizione con la voce che le pronunciò:

- Amore, ti aspetto in sala: ormai avranno servito il primo. Non fare tardi mi raccomando, lo sai che non resisto a lungo senza di te-

Rimasi bloccata sul posto, non credendo alle mie orecchie.

Era una situazione assurda, più di quanto non lo fosse stata fin dall’inizio.

 

*

 

Ed ecco un’altra parte della storia ^^

Ora: devo dire che inizio ad avere sempre più dubbi: cioè se la trovate noiosa, banale, stupida…

… fatemi sapere e la cancello subito! Perché non potrei proprio biasimarvi! =D

Grazie comunque a tutte!

   
 
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