Non voglio
perderti
Capitolo 12
Evie era particolarmente stanca quella mattina. La notte
precedente, non si sa perché, era riuscita a chiudere occhio solo per qualche
oretta.
Si
sentiva assonnata, stanca, annoiata: nemmeno la visione di Matteo le faceva
tornare il sorriso. Sarebbe stata disposta a fare qualunque cosa, tranne una:
dover subirsi una noiosissima lezione di storia.
Non
che odiasse la storia, le era praticamente
indifferente. Anzi, se era di buono umore, la trovava
anche parecchio interessante.
Ma quella mattina niente e nessuno sembrava essere in grado
di svegliarla da quello stato di dormiveglia.
-
Ragazzi, ho una buonissima notizia! – La professoressa di lettere fece la sua
allegra entrata in classe, sventolando in aria dei foglietti di carta sui quali
sorgeva la sua inconfondibile scrittura. – Vi ricordate di quando qualche
giorno fa, vi avevo accennato di una gita? – Si interruppe un attimo accomodandosi dietro la cattedra.
Alla
parola GITA tutti, ma proprio tutti, avevano alzato la testa dal banco e si erano
messi con attenzione in ascolto. L’intera classe aveva l’aria curiosa e
speranzosa, attenta a non perdersi nulla di quello che avrebbe detto
l’insegnante.
-
Dunque.. – Riprese squadrando da capo a piedi i 24
alunni che la fissavano lanciandole occhiate di impazienza. – Tutti i vostri
genitori avevano acconsentito al fatto che io mi dessi da fare per organizzare
una gita di una o più notti. Quindi.. – Si interruppe
ancora. Sembrava provasse gusto a lasciare i ragazzi sulla corda. – Ho una
proposta da farvi, che spero che voi e vostri genitori accetterete.
La mia proposta è quella di una gita a Varigotti, un
piccolo paesino appena sopra Finale Ligure, per 2 notti e 3 giorni. Il periodo
ideale sarebbe dal 23 al 25 maggio, che quest’anno sono
un mercoledì e un venerdì. Il prezzo è piuttosto basso e conveniente, appositamente studiato per permettere a tutti di
partecipare. Se qualcuno comunque avesse qualche
problema reale non si faccia problemi e lo dica. Alloggeremo in un albergo,
piccolo ma molto carino. Ho già anche contattato un guida del posto che è disposta a mostrarci il
paesino e a portarci a fare trekking lì vicino. Avremo l’occasione, per la
vostra gioia, di passare anche un giorno intero al mare, dove potrete fare il
bagno e abbronzarvi. –
La
classe era scoppiata in un mormorio di assenso
generale. Soprattutto dopo l’ultima parte del discorso, quella riguardante la
gita in spiaggia, le ragazze avevano iniziato a studiare che valigia portare, che
costume prendere, che vestiti mettere, quanti e quali trucchi ci sarebbero
stati in valigia e tutta una serie di altre cose di
questo genere.
-
Ora vi distribuirò questo foglietto che spiega bene come si svolgerà la gita e
l’autorizzazione che siete pregati di restituire
assieme ai soldi entro la fine di questa settimana. – Si interruppe
ancora un attimo, consapevole che ciò che avrebbe detto subito dopo avrebbe
scatenato la felicità dei suoi alunni. – Mi sa che per oggi, ragazzi, dovrete
fare a meno di un’interessantissima lezione di storia..
-
Evie sorrise. Anche lei,come i suoi
compagni, era veramente stra-felice. Si andava in gita e niente lezione di
storia per quel giorno.. cosa voleva in più dalla
vita?
Qualche settimana dopo…
Controllò
velocemente per l’ultima volta che nella valigia non mancasse
niente. Pantaloncini, mini, costume da bagno, asciugamano, cambio per il
giorno, cambio per la sera, trucchi, magliette, una o due felpe.. Sì. Sembrava proprio esserci tutto.
Chiuse
la valigia e lo zaino verde militare. Si sistemò il cellulare, la macchina
fotografica e il portafoglio in tasca, si diede un’ultima riguardata allo
specchio e uscì dalla stanza. Il tanto atteso giorno era finalmente arrivato:
tempo un’ oretta e sarebbe stata sul treno assieme ai
suoi compagni. Adorava le gite scolastiche: libertà, niente scuola,
divertimento a tutto spiano e soprattutto.. Matteo a
tempo pieno per tre giorni!
Posò
il trolley blu scuro nel portabagagli e salì in macchina.
-
Allora.. Contenta? – Le domandò sua madre mettendo in
moto la macchina.
-
Contentissima!! – Rispose Evie con un sorriso a
trentadue denti.
-
Mi raccomando divertiti e fatti sentire! Divertiti con moderazione però.. –
-
Tranquilla, mamma! Di me ti puoi fidare! – Le disse facendole l’occhiolino.
La
stazione Centrale distava poco meno di quindici minuti da casa di Evie. Alle 7.15 in punto erano
arrivate: persino in anticipo di 5 minuti! Scaricati i bagagli raggiunsero la
farmacia, davanti alla quale avrebbero dovuto trovare professoresse e compagni.
-
Giuly! Giuly! – Evie si precipitò fra le braccia della sua migliore amica.
– Si va in gita!! – Disse sorridendole. Il suo entusiasmo fu frenato da
Arianna.
-
Evie, Evie! Ho sentito
Matteo che quando sei arrivata diceva a suo padre: “Questa è quella che mi
sbava dietro” –
Quell’affermazione la fece rimanere un attimo in trance. Si immaginava che Matteo
avesse comunicato a tutta la famiglia che in classe aveva una spasimante, ma
non in questi termini. Insomma! Va bene tutto ma lei non sbavava proprio dietro
a nessuno.. O quasi.
Si
girò un attimo verso Matteo che era impegnato in un accesa
discussione con un suo amico. Non sapeva perché ma le dava fastidio che
lui si montasse in questo modo. Non gli andava dietro perché lui si “gasasse” con parenti e amici! Magari però Arianna si era
inventata tutto! Non c’era da meravigliarsi.. Era la
più scatenata della classe e sparava talmente tante cavolate al giorno che non
si riusciva neanche più a distinguere quando dicesse il vero e quando il falso.
“Uff! Ma alla fine chissene frega! Non mi rovinerò certo la gita per questa
cosa.. che non sono neanche sicura sia vera!” Pensò
riprendendo poi a parlare con le sue amiche del più e del meno.
Il
treno arrivò puntuale alle 8 meno 20. Ragazzi e ragazze salutarono rispettivi
genitori e salirono sul treno, cercando uno
scompartimento libero.
Alle
8.00 puntuali fischiò e partì; destinazione Finale Ligure.
Erano
ormai passate circa due orette dall’inizio del viaggio. Ancora un’ora circa e
sarebbero giunti a destinazione. I ragazzi continuavano a muoversi, a gridare, a urlare, a cantare tanto che le professoresse avevano
dovuto rimproverarli parecchie volte. Evie aveva
passato la prima parte del viaggio a chiacchierare, a confrontarsi con le sue
amiche su ciò che avevano portato.
-
Ragazze, cheese!! – Disse Dave
arrivando fornito di macchina fotografica.
-
A proposito di foto.. Katy?
Mi vai a fare una foto a Matti? Ti prego ti prego ti prego..
– La guardò con un aria da cane bastonato, sapendo che l’amica non avrebbe
resistito a una richiesta così.
-
E va bene! Ma solo perché sei
tu! – Disse prendendo dalle mani di Evie la macchina fotografia “usa&getta”
e avvicinandosi ai sedili dove si trovavano Matteo e i suoi amici.
-
Matteo, posso farti una foto? –
-
Ok.. Però anche con Luca! –
Disse mettendosi in posa e abbracciando uno dei suoi migliore
amici.
-
È per Evie la foto? – Domandò Marco, scoppiando poi a
ridere, seguito a ruoto da tutti quelli che lo
circondavano.
Katia scattò e tornò dalle sue amiche, ignorando le
domande del ragazzo.
-
Certo che è proprio uno stronzo Marco! Certe battute potrebbe anche risparmiarsele.. – Disse Maria,
cercando di far riprendere Evie che, dopo la battuta
di Marco, era diventata rosso peperone assumendo un’espressione del tipo “mi
hanno beccato”.
Penso
che le foto abbiano un valore inestimabile. Sono quelle cose che possiamo rivedere a distanza di anni, che ci riportano alla
mente tanti ricordi.
È
come un’immagine che si ferma e resta lì immobile negli anni. E quando dopo tempo ti ritrovi a riguardare le fotografie della
tua infanzia, dei tuoi amici o dell’adolescenza tutti i ricordi ti ritornano
alla mente. Come degli scatoloni che chiudi in soffitta e
dopo anni rispolveri. Poco alla volta li svuoti e rivivi i periodi della
vita ai quali ti legano. Ciò che ti sembrava aver dimenticato torna alla mente nitido, chiaro, come se fosse stato sempre lì ad
aspettare solo che tu lo rispolverassi. Anche con le
amiche si ride, si scherza.
“Ti
ricordi? Questa è quella volta che…” oppure “Ma questo è…? Quello
che aveva un sacco di spasimanti ai tempi delle medie?”
Domande,
risposte, scherzi, risate.. Una foto non è un’immagine
ferma senza nessun significato. Le foto sono attimi di vita, le foto sono
piccoli momenti che vivranno per l’eternità. Dentro le fotografie ci siamo noi.
Dentro le fotografie c’è la nostra storia.
...Cerco
su ogni volto un ricordo e sembra che il tempo non sia mai
trascorso e un
brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e
so che le emozioni
non muoiono mai...
-
Matti? L’hai fai una foto con Evie?
Dai! Falle questo regalo! – Era Dave che aveva preso
parola.
-
Ok, ok! Non c’è problema.. – Rispose lui tranquillamente. Dave
e la scorta di amiche di Evie
lo portarono vicino a lei. Il cuore le mancò un colpo e poi iniziò a battere
sempre più veloce. Possibile che si dovesse emozionare in questo modo per ogni
minima cosa? Anche per una banalissima foto?
-
Mettevi vicini e sorridete..!! –
-
Allora la facciamo questa foto? – Disse lui avvicinandosi e sorridendole.
-
Ehm.. Sì! – Balbettò incerta.
Lui
le si avvicinò. Le mise il braccio dietro la schiena.
La strinse. Così vicini. Sentì la sua mano appoggiarsi sopra il suo fianco.
Sentì
un brivido percorrerle la schiena. Sembrava tutto così irreale.. Loro due così vicini, così abbracciati come una timida
coppia di neo-fidanzatini. Loro due stretti, sorridenti, felici. Fu un attimo.
Qualche secondo e la macchina fotografica scattò.
Immortalando quella coppia all’apparenza unita. Immortalando quel momento.
Immortalando quella piccola spiaggetta di un piccolo
paesino. Sentimenti, emozioni incancellabili.
Qui tra
mille foto impolverate vedo così le mie emozioni immortalate..
Troppi ricordi, momenti incancellabili..
I
tre giorni della gita trascorsero in fretta. Quasi troppo in fretta. Il venerdì
pomeriggio arrivò velocemente, portando via con sé quei tre giorni divertenti e
indimenticabili.
Il
trekking che erano “stati costretti” a fare.. La
spiaggia.. Il bagno in mare tutti insieme, uniti.. Il caos in camera fino a
notte fonda tra nutella, balli, scherzi, risate.. Il
viaggio di andata e di ritorno.. Tutto era passato così rapidamente.
Probabilmente dopo anni quasi nessuno si sarebbe ricordato
di quella breve gita scolastica delle medie in un piccolo paesino della Liguria. Le foto però
sarebbero rimaste nell’eternità. Scattate magari da una stupida macchinetta usa&getta che subito dopo lo sviluppo sarebbe stata buttata.
Ma sarebbero rimaste lì. Magari sul fondo
di uno stupido scatolone messo da qualche parte in soffitta. E forse un giorno, rispolverandolo, Evie
si sarebbe ricordata di quegli attimi apparentemente insignificanti rispetto
alle grandi emozioni che la vita ci riserva. Forse però guardando quella foto
che la ritraeva sorridente, abbracciata a quel ragazzotto
piccolo e gracile si sarebbe ricordata di quella gita. Di quegli anni. Di
Matteo. Di lei. Di loro due.
...Cerco
su ogni volto un ricordo e sembra che il tempo non sia mai
trascorso e un
brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e
so che le emozioni
non muoiono mai...
FINE CAPITOLO 12
Lo so che alla fine in
questo capitolo ho parlato poco e niente della gita..
Ma non avevo niente di importante da dire e avevo paura risultasse monotono,
noioso! Insomma di gite ognuno ne fa un casino.. e si
sa che alla fine sono è più o meno tutte uguali! E considerando che questa è la
storia di Evie e Matteo ho
deciso di soffermarmi su una cosa semplice, ma per me importante come una
fotografia.
Domani mattina presto
parto per l’ultima settimana di vacanza ma, visto che vi ho
già lasciato 20 giorni senza nessun capitolo, ho voluto farvi un ultimo regalo
prima della partenza!! Tra una settimana tornerò definitivamente e fino a
prossime festività non mi muoverò più da casa..
A me questo capitolo
non piace niente.. vi avviso!! Giudicate voi quindi..
GRAZIE A TUTTI I MIEI
LETTORI CHE VERAMENTE MI DANNO UN GRANDE SOSTEGNO!! Lo so che sto diventando un
po’ monotona e ripetitiva.. ma ve lo meritate..
GRAZIE!!! SIETE SPAZIALI”
Per la cronaca le strofe che sono scritte in corsivetto
sono strofe della canzone “Fotoricordo” dei Gemelli
Diversi.
Bacioni
Diddly