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Autore: Jemei    07/05/2010    2 recensioni
"L’altro stringe fra le braccia Sonno, il fratello di Morte, e la malvagia notte, avvolta in una nuvola vaporosa. E là i figli della nera Notte hanno la loro dimora, Sonno e Morte, terribili dei."
La guerra distrugge e crea; domina tutti, anche i Vampiri che ingannano la Morte.
E questa volta, saranno loro a bagnarsi di strage le mani.
Genere: Generale, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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( They said, I won't find you, but now, I'm beside you
I'm not all, that stable,
You should, know by now that you are mine )


Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe arrivato quel giorno, prima o poi. La verità era che aveva sempre sperato non avvenisse – e al tempo stesso non attendeva altro.
Non si voltò subito, ma le dita cercarono quelle di Aster, serrandosi attorno alla sua mano in una presa persino disperata. Avvertì perfettamente i nobili inchinarsi, vide persino Kaname guardare perplesso quella figura, avvertendo quel potere che... faceva paura, tanto era forte. Un'energia vibrante, elettrica persino, antica – antica come il mondo stesso.
“Non mi saluti neanche ? Tuo fratello almeno mi ha guardato, anche se non sembra troppo felice.”
Si voltà lentamente, cercando di ignorare quella voce, cercando di ignorare le reazioni del suo corpo che istintivamente rispondeva a quelle parole, a quella presenza. Affondò le unghie nella mano di Aster, credendo di sentire le ginocchia cedere quando lo vide dopo un tempo che le era sembrato infinito.
C'era un poeta che diceva: “
Venga tu dal cielo o dall'Inferno, che importa, o Beltà”. E davvero non importava, quando si guardava lui, gettato giù dal paradiso – o risputato dall'inferno.
Il viso dai tratti affilati, piacevoli, sembravano persino efebici, seppur non femminili, solo delicati, a partire dagli zigomi alti fino alla linea della labbra sottili, e nonostante la parvenza androgina il corpo era forte e alto, dalle spalle larghe, protettive; ciocche corvine, talmente scure da appropriarsi dei riflessi circostanti, scivolano sulle spalle, lisce e morbide, arrivando fino alla mezza schiena – facevano venir voglia di affondare le dita in quella chioma, di scostare il ciuffo che accarezzava le labbra. Un bel contrasto, con la pelle estremamente chiara, alabastrina. E lì, in mezzo a quel bianco e a quel nero, spiccavano gli occhi: profondi come Abissi, come l'oblio, di quel blu troppo intenso e troppo feroce – blu, il colore proibito da Dio per la sua bellezza.
Di tutti i dipinti che erano stati fatti, di tutti i ritratti persi nel corso dei secoli... non c'era nulla, al di là di quella figura, che meglio rappresentasse Lucifero, portatore di Luce, portatore di Tenebre.
Ebbe l'istinto di avvicinarsi, di buttarsi tra le sue braccia, di abbandonarsi e dimenticare tutto, come era stato una volta; provò il desiderio bruciante di toccarlo, di baciarlo, di essere assieme a lui, una cosa sola. E l'avrebbe fatto, se le dita di Aster non si fossero conficcate nella sua mano, risvegliandola da quel torpore, da quell'incantesimo.
“Buonasera, Kyrie”, salutò senza alcuna inflessione nella voce, senza sfumature – solo la calma piatta e gelida di una lastra di ghiaccio, con quel nome pronunciato tra le labbra, accarezzato dalla lingua. Si voltò immediatamente dopo, affiancandosi a Kaname assieme al fratello, assicurandosi di guardare altrove.
“Pensavamo non sareste più arrivato, signore”, commentò Ichijou inchinandosi davanti al nuovo arrivato, senza osare guardarlo direttamente in quelle gemme blu – sarebbe stato un oltraggio. E soprattutto, Kyrie in quel momento guardava Kaname, osservandolo senza alcun sorriso, con uno sguardo che lasciava passare mille parole.

Ho solo fatto un po' tardi”, replicò laconicamente, distogliendo gli occhi e spostandoli verso i nobili che sembravano attenderlo; non avevano più il sostegno dei giovani vampiri, forse, né quello di Kaname Kuran, ma avevano dalla loro parte qualcuno di ben più forte e potente. Kaname, durante tutto questo, non aveva detto nulla, limitandosi ad intrecciare le dita sotto al mento, guardando quanto accadeva nella sala.
“Tocca a voi scegliere.”
Si voltarono entrambi – sia Kaname che Kyrie – verso Ichijou, che ormai non la finiva più di parlare. Sospirando, il vampiro moro tornò a guardare il purosangue, alzando quindi gli occhi sui due gemelli. Lamia schiuse le labbra quasi per dire qualcosa, ma si zittì all'ultimo.
“A dire il vero preferirei restare neutrale. Ormai sono troppo vecchio per queste cose...”, sospirò divertito, ridendo a bassa voce. Nella sala qualcuno trattenne il fiato, qualcuno si rilassò, qualcuno borbottò.
“... ma considerando come si sono divise le parti, credo opterò per il Conciglio. Senza offesa, Kaname.”
Non usò nessun suffisso, nessun tono di rispetto, piuttosto un tono giocoso e quasi infantile che si usa tra due amici; il purosangue rispose con un cenno, sentendo le dita di Lamia serrarsi così forte sulla sua sedia da rischiare di spaccare il legno, gli occhi viola liquido fermi sulla figura del moro che aveva rivolto loro le spalle – per l'ennesima volta. Il rancore era così forte, così profondo, da dilaniarla, da invadere l'intera sala come una nube scura.
“Bene. Allora è deciso. Kaname – sama...”, iniziò l'anziano, spostando gli occhi sul suo pupillo allevato con tanta cura.
“... la Guerra ha inizio”, concluse l'ultimo erede del casato Kuran, alzandosi in piedi e fronteggiando con gli occhi cremisi i nobili schierati contro di lui. Contro di loro.
Nobili e adulti contro ragazzini.
Nobili e purosangue contro un purosangue.
Era una lotta fratricida, fatta solo per il dominio – alla fine di tutto, ci sarebbe stato solo sangue versato.
Lentamente i vampiri si dispersero, i genitori guardarono i figli delusi e preoccupati, perchè sapevano che qualcuno di loro sarebbe potuto morire; i figli guardaono i genitori preoccupati e delusi, ma con quella fierezza nello sguardo tipico di chi è giovane e convinto delle proprie scelte.
Aster avvolse un braccio attorno alla vita della gemella, voltandosi per portarla con sé, accarezzandole piano un fianco.
“Lamia.”
Si fermarono entrambi, ma a voltarsi fu solo il ragazzo, con gli occhi bicromi fissi in quelli blu scuro dell'altro.
“Ti aspetto più tardi.”
Se ne andò così, con un sorriso beffardo e soddisfatto sulle belle labbra, ignorando la rigidità del corpo della ragazza greca – che poteva provare a resistere a quel comando, ad opporsi, affondando le unghie nella pelle...

Ma nessun vampiro può opporsi al suo Master.

(( I wanna hurt you just to hear you screaming my name

Don't wanna touch you, but you're under my skin

I wanna kiss you but your lips are venomous poison ))

Quando tutti iniziarono a dirigersi verso le loro stanze anche Zero pensò di farlo, lasciando il purosangue solo.
Però non lo fece. Rimase lì guardando Kaname seduto sulla poltrona di velluto morbido, poco distante dal fuoco che scoppietteva nel camino e gettava bagliori dorati nei suoi occhi scuri.
Non sapeva ancora perchè aveva deciso di seguirlo. Non sapeva neanche perchè era in mezzo a quella guerra – ah, sì. Perchè era un vampiro, volente o nolente.
Forse perchè il nemico che si conosce è sempre meglio di quello che non si conosce e per quanto Kuran fosse un maledetto opportunista sadico ed arrogante – più tanti altri epiteti poco carini – era leale verso il suo popolo. Del Consiglio invece... non sapeva nulla. Le dita strinsero la Bloody Rose per istinto, quasi per sicurezza.
“Non vai a dormire?” chiese improvvisamente il purosangue, la voce morbida e vellutata come una carezza sulla pelle, sul cuore.
Zero alzò gli occhi viola senza rispondere, avvicinandosi di qualche passo.
“Perchè mi hai chiesto di rimanere al tuo fianco?” ribattè, cambiando completamente discorso. Non era mai stato uno da troppi giri di parole, Zero. E non lo era nemmeno ora.
Lo sguardo rossastro di Kaname scivolò su di lui, accarezzandolo con piacere e con un'espressione così intima che lo fece rabbrividire.
“Perchè volevo rimanessi al mio fianco”, replicò con tranquillità tornando ad osservare il camino.
Bella risposta. Davvero.
Zero cercò di non chiedersi perchè il suo cuore aveva perso un battito, perchè improvvisamente il volto si era accaldato.
Avanzò di qualche passo raggiungendo il più grande, fermandosi davanti a lui.
“Perchè?”
non sembrava saper chiedere altro quella notte l'Hunter. Troppi dubbi, troppi interrogativi, troppe cose nascoste e celate. Questa volta, però, la risposta di Kaname lo lasciò sconvolto.
Senza aprire bocca, senza dire una mezza sillaba, il purosangue allungò velocemente una mano, come un serpente che s'avventa sul povero topolino per divorarlo, afferrando il colletto della camicia dell'ex umano e strattonanolo verso di sé, verso il basso.
Le loro labbra si incontrarono in una carezza violenta, feroce, più uno scontro accidentale che un bacio; ma poi la bocca del purosangue divenne morbida contro la sua, per quanto veemente, la lingua si sporse curiosa a cercare l'ingresso e, quando lo ottenne, divorò la gemella, suscitando un gemito indecente da parte di Zero, costretto in quella posizione. Presto Kaname lasciò la sua camicia solo per far scorrere le dita sul petto tonico del guardiano, fino ad arrivare ad un fianco. Affondando lì le unghie lo trasse verso il proprio corpo, facendolo sedere a cavalcioni sul grembo. E per quanto Zero protestasse, per quanto sibilasse 'Kuran, Kuran' sottovoce, interrotto sempre da un bacio, Kaname non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Nessuna.
Circondò la sua vita con le braccia imprigionandolo, affondando ancora una volta la bocca contro la sua, tormentando e violentando quelle labbra presto rosse, spingendo la lingua contro di lui ed ingaggiando una lotta con il muscolo del Level D. Il cuore di entrambi batteva più forte, violenti e furiosi, una scarica elettrica sottopelle – soprattutto quando Kaname, neanche tanto accidentalmente, fece scontrare i loro bacini. Mugulii e gemiti, voluti o meno non importava.
C'era passione, lussuria, desiderio – c'era tutto ciò che l'animo umano nascondeva, l'istinto e l'irrazionalità, la fame di un vampiro, la ferocia di quegli esseri sovrannaturali che molti definivano solo animali, solo bestie.
Non seppe quando iniziò a ricambiare, Zero, ma si ritrovò a cercare la bocca del purosangue, a desiderare quelle carezze e a tremare ad ogni sfioramento, afferrando il labbro inferiore di Kaname tra i denti e mordendolo piano con le zanne acuminate, facendo sgorgare il sangue simile all'ambrosia divina, al nettare che veniva servito sul monte Olimpo. Ma non erano Ebe o Ganimede a versalo e non era Zeus a nutrirsene; quel sangue era... era...
Con un gemito violento, agognando di avere qualcosa di più, si spinse contro l'altro ragazzo conficcando le unghie nella sua spalla, mordendo e lacerando la pelle, bramando sangue e carne.
Sangue e carne.
L'essenza stessa dei vampiri, la loro natura più profonda e oscura – erano fatti di carne e sangue, ma non erano umani.
“Kuran...”
Fu un sussurro basso, leggero, ricco di piacere e tortura, qualcosa che fece fremere Kaname di desiderio.
“Sei mio, Kiryuu. Ecco perchè. Sei mio...”
Si scostò da lui solo per guardarlo, per affondare gli occhi di rubino in quelli di un viola lucido e bagnato di Zero, alzando le mani per circondargli il viso e abbassarlo verso il suo, soffiandogli quelle parole direttamente all'orecchio – con voce bassa, roca, simile a quella di un serpente sibillino ed incantatore. La punta dei canini sfiorò la pelle dell'Hunter, senza morderla ma accarezzandola.
Tremò, Zero. Tremò per paura, tremò per desiderio, tremò per quel qualcosa che sentiva nel petto ma non riusciva ad identificare.
Tremò per quelle parole...
“Sei mio, Zero.”

((Verso il paradiso con piacere tormentato dalla paura ))


Author's Notes: Et voilà! Come sempre ci ho messo...boh, non voglio neanche sapere quanto, ad aggiornare; ma ahimè l'esame si avvicina e la scuola è sempre più pressante – prima o poi avrò una crisi isterica. Spero comunque vi sia piaciuto, sto cercando di 'eliminare' il blocco che ormai mi attanaglia da un bel po'>_>
Ma sono tanto contenta di essere finalmente riuscita ad inserire Kyrie *_* Per cui provo un amore spassionato, se non si era capito. Al solito, citazioni e spiegazioni finali:
The End of this Chapter - Sonata Arctica
Groove Coverage – Poison
Wishmaster – Nightwish
La frase 'sono di carne e sangue, ma non sono umano' è di Intervista col Vampiro di Anne Rice.
Ganimede ed Ebe erano i coppieri degli dèi, il primo rapito da Zeus per la sua bellezza, la seconda la divinità della giovinezza, in futuro sposa di Ercole. Un ringraziamento ad Avly e a chi ha commentato*_*
See ya!
Jemei

  
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