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Autore: Chichilina    08/05/2010    19 recensioni
Ogni tre giorni al tramonto lei avrebbe aspettato lui e lui avrebbe aspettato lei per spegnere la mente e accendere il corpo, per dimenticare il mondo e ricordarsi di loro, solo di loro, con un letto e un raggio di sole
Genere: Romantico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Serenity, Usagi/Bunny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’ODORE DELLA FELICITA’

 

"Io non sono Usagi … ".

Mamoru ripeteva nella sua mente queste parole come una cantilena, unica spiegazione per una serie di eventi inattesi e del tutto sconvolgenti.
Aggrapparsi a quell’unica frase senza senso era quanto di meglio poteva permettersi.
Confidare in quelle sei parole misteriose era tutto quello che gli era rimasto.

Ed era davvero poco.

"Io non sono Usagi …".
Cosa poteva mai significare? Di certo le avrebbe chiesto una spiegazione, anzi l’avrebbe pretesa. Ne aveva diritto. O forse no.

Infondo al suo cuore Mamoru sapeva bene di non avere diritti con lei se non l’orgoglio di un sentimento che rubava spazio alla ragione.

Forse era stata quella consapevolezza  a renderlo incapace di porle alcuna domanda quando lei gli era vicino.
L’abbraccio umido di lacrime che Usagi gli aveva riservato gli era bastato.
La dolce consistenza del suo corpo profumato aveva guarito ogni ferita e spento ogni focolare di rabbia.

Per il tempo di un abbraccio tutto gli era apparso giusto e in ordine. La luce aveva fatto pace con il buio. Non c’era traccia del fuoco che incendiava le vene in quell’abbraccio. Era piuttosto acqua che dava sollievo, profumo che rilassava i sensi. Come faceva quella donna ad essere acqua e fuoco insieme era un altro dei tanti misteri.

Con quell’abbraccio aveva anche dimenticato, per un colpevole momento, di aver picchiato un altro uomo.

Si, aveva picchiato un uomo, uno sconosciuto che non aveva mai visto prima e che non gli aveva fatto assolutamente niente, se si esclude chiamare “fidanzata” la sua Usagi.  
Sentiva viscida la vergogna scivolare sulla sua schiena. Era ricorso alla violenza, proprio lui che la detestava, e lo aveva fatto per lei.

No, non era vero, sapeva di averlo fatto per lui, lui soltanto.

 Aveva rinnegato se stesso e i suoi principi accecato da una gelosia senza tempo ne frontiere e lo aveva fatto in nome di un qualcosa che aveva a che non aveva a che fare  con quell’amore che sentiva strabordare dal cuore ogni volta che solo pronunciava il suo nome. Piuttosto aveva a che fare con l’orgoglio di chi non sa cedere ad altri ciò che desidera con tutto se stesso anche a costo di non rispettare le regole e i sentimenti degli altri. Sentimento meschino. Lo sapeva.

 

"Usagi, Usagi…".

Quel nome era lei eppure lei stessa lo rinnegava. Non capiva.

L’amore, sentimento nuovo e fino a poco tempo prima sconosciuto, aveva portato nella sua vita confusione, violenza e sconforto.

Ne valeva la pena?

Eppure  era certo, non poteva mentire a se stesso,  per lei avrebbe ruicominciato tutto dall’inizio e di fronte alla medesima situazione avrebbe reagito allo stesso sbagliato modo.

Sentiva ancora gli occhi bruciargli dalla rabbia. Averla vista con un altro che non era lui continuava a dargli il tormento. 
La donna che aveva visto era davvero identica alla persona che lui amava e sulla quale non aveva, suo malgrado, diritti.
Come poteva non essere lei?
Come poteva Usagi avergli detto la verità negando tutto?

Non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stesso ma le aveva creduto, stordito e reso indifeso da quelle lacrime di gioia.
Gioia. Perché?

Un’altra domanda senza risposta. Lei non c’era, era fuggita via. Non aveva a chi porre le sue domande. Non gli restava che continuare a cantilenare il suo nome stringendo la testa tra le ginocchia.

_____________________________________


Non si stupì nel costatare  che nulla era cambiato.  Gli anni non avevano cancellato il grigiore delle persiane e di quello stesso giardino incupito da giorni di tristezza senza fine.

Il fianco le doleva per la corsa forsennata ma era il cuore quello che faceva più male.

 Aveva corso per arrivare. Più veloce che poteva. Nemmeno l’intuizione di prendere un taxi.

Aveva desiderato con tutta se stessa di non rivedere mai più quella casa. Luogo di dolore per quello che non era più. Non avrebbe voluto vederla nemmeno dall’esterno, nemmeno di passaggio.  Nessun motivo sarebbe stato abbastanza valido.  Sbagliava. C’era qualcosa per cui valeva la pena di tornare, ed era lì per quello..

Mamoru l’aveva vista. Lei c’era.

Lui non poteva essersi sbagliato. Aveva visto Usagi. La sua Usagi. Chi altro avrebbe potuto assomigliarle così tanto da far si che nemmeno l’uomo che conosceva di lei ogni centimetro si accorgesse della differenza?

Gocce di sudore freddo accompagnavano ogni lettera di quel nome che non era più il suo.

Ancora nessuno le apriva il cancello nonostante il lungo pigiare sul campanello.

Si, si sarebbero meravigliati nel vederla, probabilmente non  l’avrebbero nemmeno fatta entrare ma…lei doveva tentare.

Doveva sapere.

Le emozioni giocavano a spremerle il cuore con un ritmo sincopato. Ricordi, speranze e preghiere nascoste in fondo all’anima rivedevano una luce capace di ferire gli occhi.

Strinse le palpebre più forte che poteva. Raccolse i pensieri in una supplica che aveva due sole parole “ti prego!”.
 Aprire gli occhi le avrebbe fatto male. Ma ne sarebbe valsa la pena e quell’istante non l’avrebbe più dimenticato.

L’oro aveva ridato colore al giorno e il cielo si era ripreso il suo azzurro. Tutto in un solo momento.

    Un miracolo non avrebbe potuto avere colori o tempi diversi.
Mai istante sembrò più perfetto. 
Una voce al di là del cancello a confermare che non era l’illusione di un cuore ferito. Una voce di sgomento e commozione.
-  
Serenity?! Ma…sei proprio tu?

Le parole le morirono in gola. Non riuscì proprio a risponderle.
Si aggrappò invece al cancello per arrivare prima a toccare la pelle di quello stesso sangue che la vita le aveva  portato via ingiustamente.
Il cuore sciolto in fiumi di lacrime.

 

Quello che mai avrebbe creduto possibile si materializzò fra le sue braccia.

Una sorella persa nell’oblio di un dolore senza redenzione la stava stringendo come nessun altro avrebbe potuto. Piena di vita.
Come era possibile? Da quando era possibile? Nemmeno il cancello sembrava più un impedimento. C’erano solo loro due. Serenity e Usagi. Sole e Luna di una famiglia che un tempo era felice.

Lei si era risvegliata. Lei non era più morta. Pallida figura senza luce in un letto per anni senza fine.
Il coma gliel’aveva restituita.
A lei e al mondo.

Avrebbe smesso di pensare a sua sorella come ad un sonno senza risveglio, avrebbe smesso di odiare il suo stesso nome per un diritto alla vita che non sentiva più di avere e, tra le sue braccia di sorella, in quel momento,  sentì di nuovo, dopo tanto tempo, l’odore della felicità.

 

Cari, non sono per nulla contenta di come ho scritto questo capitolo. Mi sembra freddo e distaccato. E’ tanto che l’ho scritto ma…vi giuro, che non sono ancora riuscita a trovare il tempo per sistemarlo (tra ufficio, casa da ristrutturare e impegni familiari impazzisco!) .
Non volendo  aspettare ancora oltre con l’aggiornamento, ho deciso di pubblicare il capitolo lo stesso sperando nella vostra clemenza.

Perdonatemi se vi deludo.

Sono dispiaciuta, ve lo confesso, perché in questo cappy svelo il mistero e non lo faccio come vorrei. Non era come sembrava. Usagi non era morta, era in coma, anche se per Serenity era come se fosse morta.

Nel prossimo cappy svelerò la seconda parte del mistero: da quando Usagi si è svegliata? perché Serenity non lo sapeva?  come mai i rapporti con la sua famiglia erano così infelici?

Naturalmente c’è ancora da vedere come si svilupperà il rapporto con Mamoru e… …un ulteriore colpo di scena.

 

Ho deciso che non appena finirò questa storia la rivedrò completamente nello stile e nella tecnica rifacendomi ai meravigliosi modi di scrivere di molti di voi che con le vostre storie mi avete fatto riflettere sul mio modo di scrivere. Concludo postando il bellissimo disegno di maryUsa, copertina ufficiale di questa storia. Inserisco questa immagine sia in questo cappy (così la vedete tutti) che nella prima pagina del primo capitolo). I ringraziamenti a MaryUsa sono d’obbligo. Con il suo lavoro meraviglioso ha reso più belle le mie umili storie. Non smetterò mai di ringraziarti cara!!!!!

 

Un salutone a tutti. Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate comunque, tutti i vostri pareri sono importanti. Preferisco una critica all’indifferenza! Vi abbraccio. Grazie di continuare a seguirmi!

 

Ringrazio in particolare per le recensioni del precedente cappy:

 NEPTUNE 87

Grazie dei complimenti mina-chan. Spero di aver chiarito qualcuno dei tuoi dubbi. Aspetto il tuo preziosissimo parere. Ti voglio tanto bene

 maryusa

Bhè…sullo sdoppiamento della personalità non ci hai propro azzeccato tesora. Spero comunque di non averti delusa troppo. Ho cercato in tutti i modi di convincere del fatto che la sorella di Serenity fosse morta anche se in realtà era in coma. Grazie infinitamente per i tuoi meravigliosi lavori che impreziosiscono le mie storie. Ti voglio tanto tanto bene!

 lagadema [

Grazie mille! Sapere che per qualcuno le mie storie dovrebbero andare nelle “scelte” mi onora e mi fa gongolare (anche se,sinceramente non credo di avere uno stile degno). CVhe ne pensi dello sviluppo di questa storia? Come pensi proseguirà? Aspetto il tuo importante parere. grazie

 romanticgirl

Grazie del tuo entusiamo. Spero tanto di nojn averti delusa troppo con questo capitolo. Che ne pensi? Era come ti immaginavi? Un abbraccio forte forte

 luciadom

Mako-chan!!! Che te ne pare!?!?!? Vorrei vedere anche adesso la tua faccina 8sperando non sia disgustata).  Aspetto di sentire (ehm… leggere) cosa ne pensi. Ti voglio tantissimo bene.

 shalya

Cara, scusami se ti ho fatto aspettare troppo. Sono davvero incasinata! Che ne pensi? Immaginavi che l’incontro tra le due sorelle arrivasse così presto? Ho tanto ancora da dire ma spero di non perderti come lettrice a causa di questo aggiornamento poco di mio gusto. Aspetto il tuo parere!

 Franceschita

 

Sono onorata della tua lunga recensione e ancora di più perché hai detto che questa è la tua storia preferita. E’ un privilegio avere una lettrice/autrice come te tra i fun di questa storia. Spero davvero di non averti delusa con questo aggiornamento di cui non sono per nulla soddisfatta. Ho pubblicato perché mi dispiaceva farvi aspettare ancora. Ho tanta voglia di sentire il tuo parere. Anche se fosse negativo non farti problemi. Le critiche aiutano a migliorarsi e le tue saranno sicuramente costruttive e utili. Sono felice di averti conosciuta su questo meraviglioso sito. Grazie di tutto!

 

   
 
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