E
affondo ancor più le mani nel cappotto,per proteggermi da
questo freddo
invernale,che colpisce violento sul tessuto “Dieci anni
mamma” sussurro quasi a
me stessa , mentre prendo a percorrere
con lo sguardo , i bordi della lapide ..
10Maggio
del 2000 …una
corsa all’ospedale … il panico.. le lacrime .. le
nostre speranze dissolte ….
“mamma
ti prego .. devi
resistere “ le stringevo le mani..
“R.ss..a
“ …
“Sono
qui mamma.. s..sono
qui vicino a te”
“ti
v..gli b..ne “ dolore…
“Ti
voglio bene anch’io
mamma… tanto!!”poi il rumore della porta che si
chiudeva alle mie spalle e il
respiro affannoso di Akito, furono gli ultimi suoni* che riuscii ad
immagazzinare…
“No,non
sono triste,tranquilla “ dico come se lei potesse realmente
sentirmi ..
”
Ok,Ok!Mi mancavi più dl solito…
contenta?” sorrido… per i curiosi occhi dei
passanti che continuano a sbirciare in questo mio monologo col marmo.
“Ora
devo andare …ma torneremo presto mamma “ aggiungo
,mentre accompagno con un
bacio regalato prima al bordo delle mie dita,i caratteri cubitali del
suo nome.
E così mi
congedo,tirando all’indietro il
lembo di scarpa, mentre un braccio forte,quello di mio marito. Mi cinge
le
spalle,accostandomi di più al suo torace….
“Andiamo
a casa,adesso?” chiede con quel suo sguardo dolce,che sin da
piccola è stato
complice dei miei sogni ..
“Si”
..e lo stringo a mia volta….
mentre lentamente percorriamo quel viottolo,alla cui
estremità,un bimbo dai
capelli oro si dimena e sventola le
braccine,per attirare l’attenzione della sua mamma e del suo
papà .