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Autore: Dita    08/05/2010    2 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction su True Blood. Anzi, questa è la mia prima fan fiction. E’ un racconto che all'inizio sembrerà sospeso... ma che poi troverà la giusta collocazione all'interno della saga. La fanfic è ispirata (più per la struttura, che per la trama) all'omonimo film "Before Sunrise - Prima dell'Alba" di Richard Linklater. La fan fiction non ha scopi di lucro ecc ecc, i personaggi appartengono a C. Harris, (a parte qualche piccolo personaggio di mia invenzione). Commentate senza pietà e buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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TB8 Scese le scale del stretto corridoio rosso, si sbucava in quella che doveva essere la sala principale del locale. Era buio, ma la pista aveva accecanti fari che andavano ad intermittenza, solo i banconi bar erano illuminati. Era colmo di gente, facevo fatica a camminare, tutti si spintonavano addosso gli uni con gli altri. Mi sentivo sballottata come una pallina da flipper. Sentivo la testa scoppiare, la musica era troppo alta e i pensieri delle persone mi violavano il cervello come fossero lampi. Sesso e sballo. Solo questo. 
Dov’era finito Eric?! 
Cercai di rimanere fuori dal centro della sala, e di rimanere vicino alle pareti. Non dovevo mettermi in mezzo a troppa gente, o mi avrebbero trascinato in mezzo al vortice. Il pavimento era bagnato da una poltiglia nera, e pieno di vetri rotti. Volevo chiedere informazioni a qualcuno, ma sui divanetti posizionati lungo il perimetro, c’era solo gente che scopava o che si faceva. 
Cercai il bagno. Non fu un panorama migliore, anche lì il pavimento era allagato e sporco, ma pieno di donne che aspettavano annoiate il loro turno per la toilette. 
“Scusa, hai per caso visto un ragazzo alto, biondo… stazza grossa, pelle bianca… non passa inosservato” chiesi alla prima tizia che mi venne a tiro. 
“Bella c’è molta gente qua dentro, come faccio ad averlo visto?! Chiedi all’entrata!” mi rispose in modo molto scortese. Era una bella ragazza, anche se un po’ sciupata. Riccia, molti capelli. Talmente truccata da sembrare Siouxsie Sioux, e secondo me, non aveva nemmeno ventun’anni. 
“Si ma all’entrata non ho visto nessuno che controllava…” cercai di spiegare, quando fui interrotta da un’altra ragazza, che era vicino alla tizia che mi aveva appena risposto. Le diede una pacca sulla spalla. “Ma si che l’abiamo visto, quello che è andato nel retro con Ricky!” 
“Ah! Il modello di Abercrombie!” ormai parlavano tra di loro. “Penso intendesse lui. Ricky ha detto che aveva appena incontrato uno che poteva darci una scorta di ottima qualità!” parlavano talmente veloce che non riuscivo a starle dietro. Erano su di giri. “E quando poi è andato nel retro, non era mica con quel bestione biondo?!” 
“Si, si” la riccia si girò nuovamente verso di me. “Ma se vuoi la roba devi aspettare, ci impiegheranno un po’” mi disse con uno sguardo alla sai cosa intendo. 
“Cosa?!” ero scioccata, e non riuscivo a capire se lo ero di più per il fatto che mi avevano appena preso per una di loro, o per aver scoperto che Eric mi aveva piantata su un marciapiede per andare a spacciare sangue! 
“Sembra sia roba buona. Ricky ha detto che però questa va pagata 425 dollari a fiala, anziché i soliti 225” erano tornate a discutere fra di loro. 
“No, no! Non mi interessa quello. Dove si trova il retro?” ero furibonda. 
“Ehi stai calma bella… si trova a destra dell’entrata” 
Dovevo rifare il giro della sala. Faceva un caldo pazzesco, persino i muri erano coperti dalla condensa. Come dannazione ci ero finita in quel buco?! Mi sembrava incredibile, un attimo prima ero a fare Rossella O’Hara tra le braccia di un pallido Rhett Butler; e ora mi ritrovavo in mezzo alla più Doom delle Generation. 
Tornai nuovamente vicino all’entrata. Vidi una porta aprirsi, e uscire, con fare furtivo, l’alto e rachitico punk. Dietro di lui c’era Eric. Gli corsi in contro. 
“Cosa ci fai qui?!” non si aspettava di trovarmi lì sotto, ed era visibilmente irritato. “Ti avevo detto di aspettarmi fuori!” 
“Beh non mi andava! Chi ti credi di essere per piantarmi in quel modo?! Cosa stai facendo?! Perché te ne sei andato?!” avrei fatto altre mille domande, a cui sapevo tutte rispondere, ma ero così confusa e così a disagio, da non riuscire a riordinare le idee . 
Lanciò uno sguardo a quello che avevo capito chiamarsi Ricky, poi mi guidò verso le scale. Capii che mi stava liquidando. 
“Da quando ti sei messo a spacciare V?!” chiesi sconvolta. Non ebbi tempo di finire la frase che mi ritrovai spinta al muro, con le zanne di Eric davanti agli occhi, che mi minacciavano. 
“Chiudi la bocca” sibilò. “Non dovrai mai farne parola con nessuno. Guai a te se fai uscire il mio nome.” Mi guardava con occhi talmente glaciali da sembrare bianchi. 
Mi teneva le spalle schiacciate al muro. “Eric, così mi fai male.” 
Allentò la presa, e quando vidi i suoi occhi tornare normali, lo supplicai. “Portami via di qui, andiamo via.” 
Fece un sospiro di rassegnazione, e prese ad accarezzarmi le braccia, come per rassicurarmi. 
“Sookie, io non posso venire via adesso, ho un affare in ballo, e tu non puoi stare qui. Devo incontrarmi con delle streghe.” Mi stava trascinando verso l’uscita. 
“Le streghe sono pericolose ed imprevedibili. Vai a casa.” Mi diede in mano le chiavi della sua macchina, e si allontanò. 
In quel momento sentii il fuoco uscirmi dalla bocca, e con tutta la forza che avevo, gli lanciai le chiavi in faccia.
  
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