-Porca paletta- esclamò Bill vedendo suo fratello entrare dalla
porta- Lauren ti ha menato?
-No, ma più che una vacanza è stato un tour de force.
-Esagerato, sei tu che sei un pappa molla, mi ero scordata l'inutilità
dei Kaulitz e le loro proverbiali doti ginniche.
-Eppure quando siamo rimasti a mezz'asta sullo steccato del signor Schnell
dovevi averlo capito.
-Già Tom appeso per la felpa e tu dalla cinta, geniali, con il
cane che tentava di mordervi le chiappe, momenti indimenticabili- rise
divertita Lauren al ricordo.
-Oh, ma oltre la faccia piena di lividi vedo che il tuo incedere è
da novantenne con la prostata.
-Va fan culo Bill- rispose incavolato Tom mentre si sedeva a fatica
sul divano- questo è stato il colpo di grazia di oggi della mia
fragolina.
- Sei veramente vecchio dentro e fuori- commentò Lauren dando
un bacio sulla guancia al ragazzo che finalmente si riposava.
-Problemi di emorroidi?- fece Bill ridacchiando mentre schivava un cuscino
volante tirato come risposta da Tom.
***
-Orca cos'è questo inferno!- esclamò Tom lanciando un
cuscino sul comodino.
Lauren si alzò e pimpante, dopo che avevano dormito solo sette
ore, si avviò in bagno:
-Coraggio è ora, pigrone!- lo sollecitò con voce squillante.
Tom si riappallottolò sotto il piumone ripiombando nella fase
rem. Il suo sonno fu presto interrotto da un'altra sveglia una specie
di terrificante nitrito.
-Oddio una mandria di cavalli- scattò seduto guardandosi attorno,
non capiva da dove provenisse quell'orribile suono, ma senza demordere
si rigirò e mettendosi due cuscini in testa si sdraiò,
mentre il nitrito non si placava.
Dopo un po' un vero e proprio concerto di sveglie si scatenò
una più fastidiosa dell'altra, Lauren fece capolino dal bagno
mentre Tom porconava e inveiva.
-Sono le sei e trenta, cioè sono le sei e trenta! Ma sei fuori!
Io non ho dormito ieri notte- ululò Tom cercando di capire da
dove provenissero tutte quelle infernali suonerie.
-Nemmeno io tesorino- fece sorridente Lauren- se tu avessi preparato
la valigia in mezz'ora invece di metterci sei ore non è colpa
mia, avresti dormito di più.
-Uffi- borbottò- ti prego spegni questo zoo fastidiosissimo
-E' la mia sveglia con i puledrini- disse orgogliosa Lauren
-Ma va cagare te e i tuoi mini pony maledetti.
-Guarda!- Lauren tirò fuori la sveglia a forma di cavallino rosa
con le stelline- me lo ha regalato Bill al mio compleanno, l'anno in
cui ero tornata a Parigi
-Ecco solo Bill poteva scovare una cosa più kich di questa.
-Non hai visto ancora questa- Lauren mostrò la sveglia a maialino
rosa che a suon di grugniti riproponeva l'inno alla gioia.
-Oh, mio Dio, rimarrò cieco per sempre.
-No quello ti capita quando siamo lontani e ci dai di mano!- fece ridendo
la ragazza.
Tom arrossì come un pomodoro, ogni tanto le frasi da scaricatore
di porto di Lauren lo lasciavano senza parole, provò a coricarsi
sotto il piumone ma Lauren fu ferma, gli tolse le coperte e gli lanciò
una spugna fredda sulla faccia.
-"Docciati" e muoviti, metto su un caffè triplo per
il mio cucciolo rasta e se riesco, sveglio il leoncino arruffato di
là, volevo salutarlo.
Lauren preparò la colazione padrona della cucina, per fortuna
i cereali e il latte non mancavano mai nella casa dei ragazzi e la mamma
aveva provveduto ad una scorta di biscotti infinita, scaldò anche
nel microonde due profumati waffel. Poi riuscì a far interagire
Bill, il piccolo zombie, senza neanche aprire occhio, si sedette sulla
sedia in attesa del fratello.
Tom poco dopo fece capolino in cucina, nonostante la doccia avesse risvegliato
i sensi, il corpo era in modalità automatica, il cervello giaceva
ancora a letto.
I due gemelli seduti uno accanto all'altro sembravano due ectoplasmi,
la loro mente annebbiata.
-Uhm, avete inserito lo screen saver con i pesci?- domandò squillante
Lauren
-No, ti prego basta animali, le tue inquietanti sveglie mi rimbombano
ancora nelle orecchie- la scongiurò Tom tracannando d'un fiato
una tazza di caffè.
-Io, non ci sono- sussurrò Bill veramente addormentato.
-Lo vedo hai uno sbavino di saliva che ti scende dalla bocca.
Il ragazzo si appoggiò con la testa sul tavolo e si riaddormentò.
-Tu dici che se lo lasciamo così fra tre giorni, quando torniamo,
lo ritroviamo nella stessa posizione?
-Conoscendolo sì, potrebbe essere- affermò Tom versandosi
una seconda quantità industriale di caffè nella tazza
e attaccando con fame famelica la cialda calda con nutella spalmata
alta almeno tre centimetri.
Lauren fece la sua solita sana colazione, cereali e tè, rubò
un quadratino di cialda di Tom che non aveva la forza di difendere il
suo cibo.
-Coraggio, laviamoci i denti, carichiamo i bagagli siamo già
fuori tabella di marcia- lo sollecitò Lauren quando vide che
ormai in tavola era scomparso quasi tutto sotto le fauci di Tom.
-Oddio quando parli così mi fai paura, è una vacanza tesoro
vero?- disse titubante il ragazzo lasciando la cucina.
-Sì certo cucciolo rasta una bellissima vacanza.
-Qualcosa mi dice che i giorni trascorsi in Baviera sono stati solo
un assaggio, lo sapevo che questa volta dovevo organizzarla io- disse
Tom mettendosi il dentifricio sullo spazzolino e lavandosi i denti mentre
guardava di sottecchi Lauren che faceva altrettanto con una faccina
divertita.
-Tesoro mi hai dato carta bianca e poi mi hai detto che eri geloso di
quello che Bill ed io avevamo fatto in Normandia e io ho esaudito il
tuo desiderio.
-Ecco ora sono terrorizzato- concluse Tom aprendo la porta.
-Bill coraggio- lo esortò il fratello- vieni a chiudere, rimetti
l'allarme ci sentiamo.
-Uhm- rispose il ragazzo sulla soglia con la testa e penzoloni e una
guancia rossa per aver dormito con la faccia sul tavolo- buon viaggio,
ci sentiamo, telefonatemi.
-Sì cucciolino tinto ti telefoniamo e anche tu, non farti problemi,
quando sei malinconico perché sei senza la tua dolce metà,
telefona.
-Sì, idiota tinto telefona tutte le volte che vuoi.
I due ragazzi sarebbero stati separati per quasi tre giorni e sapevano
già quanto soffrivano per la lontananza, ma ormai cercavano di
farci l'abitudine.
***
-Bene dammi l'indirizzo che lo imposto sul Tomtom- spiegò il
ragazzo mentre salivano in macchina.
-Dobbiamo proprio prendere il truzzo catorcio?
-Sì, vedi altre macchine?
-Quella piccola e riservata di tua mamma?- domandò speranzosa
Lauren.
-No, il macinino assolutamente, mi rifiuto.
-Be' comunque non ti dico dove andiamo è una sorpresa, ti guido
io- affermò fiera la ragazza issandosi sul sedile della potente
macchina poi, aprendo una cartina, si tuffò nella miriade di
strade.
-Benissimo già mi vedo disperso nel cuore della Germania.
-No, carino sono un ottimo co-pilota, la Baviera lo ha dimostrato, le
due volte che hai preso in mano tu la cartina ci siamo persi.
-Comunque è scientificamente provato che le donne hanno capacità
inferiori agli uomini nel leggere le cartine perché hanno quella
parte del cervello meno sviluppata.
-E' scientificamente provato che il tuo cervello risiede tutto nei tuoi
boxer e ha un'autonomia di durata di dieci minuti al massimo, inoltre
è scientificamente provato che le donne novanta su cento mentono
al proprio uomo fingendo l'orgasmo. Credo che la tua media si alzi,
dovrebbero darmi l'oscar.
-Va fan culo stronza- fu la risposta offesa di Tom, mentre Lauren lo
osservava di sottecchi ridacchiando.
-Sai prendere la E 45?
-Da qui sì- affermò sicuro Tom.
-Benissimo, direzione la Danimarca.- fece esaltata Lauren
-Danimarca?
-Sì, andiamo da Amleto?
-Cosa?
-Tranquillo ad un certo punto svoltiamo- fece ridendo Lauren- è
proprio divertente prenderti per il culo e alle sette del mattino hai
veramente il neurone in standby.
I due ragazzi si misero in strada, Tom era taciturno, concentrato sulla
strada, ma lievemente offeso per le parole di Lauren che silenziosa
lo osservava tentando di trovare qualcosa di buffo da raccontare per
stemperare l'atmosfera, ma il viaggio cominciò all'insegna della
crisi.
-Cavolo che palle che cazzo ci fa tutta sta gente alle sette del mattino-inveì
Tom dopo uno sbadiglio da slogarsi la mascella.
-Forse va a lavorare?- rispose Lauren ironica.
-Il 2 di gennaio.
-Sai è un mercoledì, di solito si va a lavorare.
-Che palle, staremo fermi un'ora a saperlo me ne stavo a letto.
-Minchia che mollusco guasta feste, se vuoi guido io nel traffico cittadino
ho molta pazienza- poi senza controllarsi- ehi nonno se non sai guidare
stattene a casa!- inveì la ragazza contro la macchina che indugiava
al semaforo.
-Una calma serafica vedo- ridacchiò Tom.
-Certo a parte le parolacce e gli sproloqui, sono zen.
-Mi ricordo un "ehi bionda rifatti la ricrescita e metti la testa
nell'acqua ossigenata per favore, non rimetterti in strada"
-Ma sì quello è un classico del mio frasario perché
non hai sentito " la patente l'hai presa con i punti o l'hai pescata
nelle patatine?" oppure "le frecce le usano solo gli indiani?"
e infine il must che non muore mai " ma un caffè prima di
mettersi in viaggio?"
Il tragitto nel traffico fu per fortuna breve e una volta presa l'autostrada,
il ragazzo diede sfogo alla sua proverbiale voglia di dar gas.
-Uhe, uomo, con me segui il codice della strada, fai il favore di non
superare i 130 o nella vacanza romantica non avrai accesso alla porta
dell'eden.
-Ma uffi la mia cicci scalpita.
-Scegli o la tua cicci o il tuo minipony nei pantaloni.
-Chi sarebbe mini pony?
-Tillo, Grisù, il gioiellino di famiglia.
- Il mio Drago, vorrai dire, insomma, ma perché con te va sempre
a finire con un ricatto?
-La vita è piena di scelte e compromessi- disse divertita Lauren
mentre dava un bacio sulla guancia all'autista.
Il ragazzo si rassegnò, si mise ligio, ligio a seguire le direttive
di Lauren che accese lo stereo: dalle casse uscì un tunz tunz
impressionante che la fece spaventare.
-Ma sei fuori a sentire la musica a questo volume?
-No, è l'idiota di Bill che schiaccia sempre i bottoni sbagliati.
-Cos'è confonde i simboli più e meno con le frecce dell'avanti
e indietro?
-Esatto perché, sostiene, sarebbe più comodo farle così
-Ma è veramente biondo.
-Irrimediabilmente biondo.
-Comunque mi fa schifo metto su un cd- la ragazza prese un cofanetto
con i cd e lo sfogliò- che palle, che schifo, ma che merda è?
- poi risoluta tirò fuori il suo cellulare e lo attaccò
all'impianto facendo partire la musica.
-No ti prego, mi addormento.
-Uffi, la tua musica mi fa venire il mal di testa, facciamo così
una playlist mia e una tua.
-Va bene sopporterò anche quel gruppo di deficienti che cantano
monsoon.
-Ah, ah- concluse la ragazza un po' ironica ma soddisfatta per la piega
che stava prendendo il viaggio. Cominciò poi a inondare l'abitacolo
con infinite chiacchiere, in questo assomigliava molto a Bill. Raccontò
delle sue disavventure in teatro con le sue compagne, spiegò
nei minimi dettagli la coreografia che stava montando per la serata
al Bolshoi ed infine si soffermò con un'infinità di dubbi
e perplessità mista a paura sul documentario che dovevano girare
su di lei, una famosa nuotatrice e una campionessa di ginnastica artistica.
Dopo due ore senza sosta finalmente giunsero in una cittadina portuale
dallo scarso fascino.
***
-Be' mi hai portato in questo buco di città costiera praticamente
in Danimarca e mi fai parcheggiare in questo pidocchioso parcheggio
al porto, cos'è dobbiamo prendere una nave?
-Esatto- fece trionfale la ragazza, mentre il viso di Tom cominciava
a diventare pallido.
-Stai scherzando spero?- fece il ragazzo preoccupato.
-No, ecco la nostra nave che ci aspetta.
-Ma che fidanzata carina, premurosa e affettuosa a cui piace fare la
burlona- e la colpì con un buffetto prendendole la testa e strofinandogliela
spettinando la sua lunga chioma che ricadeva sulle spalle fluente.
-Perché hai paura, soffri il mal di mare?
-Esatto- affermò Tom
-Ma Bill non soffre, tanto è vero che avevamo programmato la
pesca al gamberetto e poi siamo dovuti rientrare prima.
-Ok, ma io sono Tom- rispose risentito il ragazzo
-Sì ma credevo - a Lauren non fu dato neanche il tempo per finire.
-Credevi male- fece in collera il ragazzo.
-Scusa- fece timidamente la ragazza cercando di smorzare i toni- soffri
tanto, tanto?
-Sì.
-Ma se ti prendi della xamamina e ti tramortisci con il valium puoi
resistere?
-E se prendessi l'auto e andassimo in un altro luogo?
-No, ti prego, ti prego ho previsto tutto, ogni minimo particolare,
ogni minima virgola, tutte le passeggiate, ho studiato tutta la geografia
e la storia del posto so già che ricordino comprare per il piccolo
Bill.
- Un filo di elasticità o di improvvisazione?- accennò
il ragazzo ben sapendo di rischiare la vita.
-Facciamo così, io salgo con la mia valigina sul battello, mi
faccio i tre giorni sull'isola come previsto e tu, adesso tiri fuori
le palle, ti attacchi un cazzo di cerotto sul culo, mastichi le gomme
e taci.
-Bella la tua elasticità.
-Sì, vero, sarò molto comprensibile e sopporterò
tutte le tue lagne da lattante di due anni sul ferry.
-Quindi, un piccolo cambio non è previsto?
-No nella modalità Lauren si fa un culo quadro per essere qui
mettendo a rischio la sua carriera no, non sono ammessi cambiamenti,
la prossima volta decidi e prenoti tu allora farò quello che
vuoi.
-Allora possiamo che ne so andare a vedere un rally o delle auto da
corsa e magari farci un giro?
-Benissimo, adoro la velocità, i motori e il grasso di macchina.
-Visitare un rettilario e comprare un'iguana.
-Sì, sì quelle con gli occhietti che girano, mi piacciono.
-Una vasca di piranha?
-Ma se ci vuoi lasciare un arto fa pure, difficilmente troverai una
cosa che non mi piace e poi alcune cose che mi irriterebbero anche a
te fanno schifo quindi.
-Sono fottuto.
-Esatto appiccicati, sto cerotto, prima lo fai e meno ti sentirai male,
per fortuna le due gauffre le hai digerite e prima ti ho impedito di
fare rifornimento di schifezze in autogrill se no.
-Salve sono il waffel mi presento.
Lauren con un sorriso ritrovato si premurò di attaccare bene
il cerotto al braccio del ragazzo che rassegnato si lasciò rivoltare.
-Adesso mi dici perché del terrore che hai per i battelli, sei
per caso uno dei sopravvissuti del Titanic?
-Sì sono il figlio mancato di Jack e Rose, no è colpa
di una cotoletta.
-Cotoletta? Cos'è sei caduto dal battello per inseguire una cotoletta?
-No, in una delle prime vacanze che ho fatto con mia madre e Gordon,
i nostri simpatici genitori ci hanno portato in un' inculatissima isola
nel mediterraneo, ma per arrivarci abbiamo preso il battello- il ragazzo
cominciò il suo racconto mentre Lauren lo guardava divertita
se lo vedeva con i bermudini blu e la camicina a quadrettini che faceva
pendant con Bill- siamo andati sul ponte di prima classe e abbiamo cenato.
Tutti hanno preso una semplice pasta al sugo, io no, una super bistecca
di brontosauro panata e fritta con una colata lavica di purè.
-Il solito ingordo.
-La mamma mi ha detto "non mangiarla tutta, sei sicuro che sia
buona?"
-E io sì, sì, in realtà aveva un colorino marroncino
non molto rassicurante e sembrava una suola di scarpe, chissà
con che olio l'avevano fritta.
-Probabilmente quello dei motori della sala macchine- suggerì
Lauren
-Comunque dopo cena giro sul ponte, noi due tremendi su e giù
dentro e fuori sul ponte fino a che non siamo crollati, stanchi morti.
Ad un certo punto della notte, si alzato il mare e ha cominciato ad
ondeggiare tutto, io mi sono svegliato e sul mio lettino in alto si
muoveva tutto, ho iniziato a sboccare. Sono andato avanti tutta notte,
rimettevo come un matto. La cosa che mi ha fatto più incazzare
è la mattina Bill che si sveglia e fresco come una rosa zompetta
fuori dal suo lettino sorridente. Avrei voluto lanciarlo fuori bordo,
io ero febbricitante, stanco morto, colorino verde pisello.
-Quindi la tua paura è solo un brutto ricordo non una vera sofferenza.
-Il mio è puro terrore, odio vomitare.
-Ma come voi Kaulitz siete così predisposti verso la tazza e
il colorino verde vi dona così tanto- disse divertita Lauren-
e io che già mi vedevo in prua a cantare "My heart will
go on."
-Mi basta già un deficiente con te sul letto che lo fate.
-Ci viene bene, no?
- Sì come tutti i duetti cretini che cantate insieme rompendomi
i timpani- ribatté risentito il ragazzo.
-Comunque andiamo sul fondo della nave ti sdrai per terra prendo dei
sacchetti vuoti così siamo pronti , oggi poi il mare è
calmo vedrai.
-Tu dici?
-Sì, hai visto anche tu la farmacista lo ha confermato.
-Veramente la farmacista ripeteva tutto quello che dicevi tu annuendo
in modo sospetto e subdolo.
-No, che dici- fece la ragazza con un tono risentito come quella che
sta nascondendo qualcosa
- Trovi? no come donna del luogo conosce bene il mare.
-Sì perché guardava sempre te prima di dire qualcosa?
-No, sei in cattiva fede.
-A me sembra che qui balli tutto- disse Tom seguendo la ragazza verso
il fondo della nave.
-Fidati, più giù andiamo e meglio è, più
in alto si va e più si balla.
-Ma finiremo in sala macchine.
-No, guarda qui c'è un bellissimo salottino e c'è anche
la tv.
-Uhm, che figata danno un film dell'era preistorica.
-No è il film figo con la scimmia.
-Oddio no Unser Charly, sbocco solo alla sigla.
-Guarda tu adesso ti sdrai qui, tanto non c'è nessuno e siccome
ci siamo alzati presto vedrai che ti addormenti.
-Lo spero, ma quanto dura la traversata.
-Non tanto.
-Non tanto quantificato in?
-Più o meno, non so, non tanto- fu la risposta evasiva della
ragazza.
-Ok come minimo sarà una traversata di tre ore conoscendoti,
quando tenti di mentire ti si alza il sopracciglio e tergiversi, tu
lo sai minuto per minuto lo so, confessa, ma non me lo vuoi dire.
-Ma no, cucciolo rasta, non è così, dai e poi ci sarà
anche una sosta.
-Quindi la traversata è lunghissima.
-No
-Uffi, sputa il rospo e poi non ti assillo più.
-Un'ora e mezzo, contento?
-Sì, ora mi spalmo, chiudo gli occhi e prego.
Tom si rannicchiò, appoggiando la testa sulle ginocchia di Lauren
che lo accarezzava dolcemente, appena si mosse la nave il ragazzo sgranò
gli occhi lievemente impaurito ma ben presto la stanchezza prese il
sopravvento e si addormentò. Anche la ragazza cullata dalle onde
dell'oceano si rilassò e chiuse gli occhi.
Dopo un'ora e mezza una voce squillante dall'altoparlante li svegliò
di soprassalto.
-Oddio stiamo affondando- si mise a sedere scattante il ragazzo.
-Ma va, siamo arrivati e stanno ormeggiando.
-Sei sicura? I motori non fanno uno strano rumore?
-No, fidati, alzati e avviamoci all'uscita.
-Sì sì, così finisce la tortura- disse Tom alzandosi
e prendendo veloce il suo trolley pronto per risalire sul ponte principale
della nave.
-Coraggio, hai visto che non è successo nulla- fece con un largo
sorriso la ragazza cingendo per la vita Tom e facendo con la testa capolino
sotto la felpa enorme del ragazzo.
-Fino a che i miei piedi non toccano la terra ferma io non gioisco-
Tom aveva il volto tirato, le manovre erano lente e la nave prendeva
alcuni scossoni, ad ogni rumore il ragazzo sobbalzava e il suo cuore
batteva forte. Lauren gli sorrideva felice e gli stringeva forte la
mano per infondergli coraggio, si sentiva un po' in colpa perché
proprio non immaginava che Tom potesse soffrire di mal di mare, ogni
tanto dimenticava che i due gemelli erano per molti aspetti totalmente
diversi.
Finalmente l'aria fresca dell'oceano risvegliò i sensi dei due
ragazzi che con cautela scesero dalla nave.
-Terra, terra, che bello, solido terreno che non si muove- esclamò
sollevato il ragazzo che respirava a pieni polmoni.
Lauren per puro sadismo si mise di fronte al ragazzo e oscillando come
un pendolo cominciò.
-Bene, ora andiamo in albergo, poi ci aspetta una stupenda passeggiata
per questi lidi e mille attività entusiasmanti.
-Piantala- ululò Tom fermando la ragazza per le spalle- mi vuoi
far sboccare.
-No, assolutamente- la ragazza si divincolò e con malignità
continuò ad ondeggiare mentre camminava con il trolley- coraggio
ho adocchiato il signor Ingo.
-Piantala, Lauren ti odio quando fai così.
-Così come?- si girò sorridente Lauren
-Ondeggi apposta per farmi sboccare.
-Dai, piaghetta rasta datti una mossa- Lauren lo prese per mano e lo
trascinò assieme al suo trolley verso un signore e un mini pulmino
nero.
-Il signor Ingo?
-Sì, la signorina Bart?
-Sì- Lauren diede la mano - piacere, finalmente un volto alle
mail.
-Già, prego salite, credevo avevate perso il battello, non vi
vedevo più scendere.
-No, il mio ragazzo soffre di mal di mare.
-Ah, allora la traversata sarà stata dura?- chiese il signore
di mezza età rivolgendosi al ragazzo che finora era stato in
silenzio in disparte.
-No, tutto bene-rispose timidamente il ragazzo
-L'ho tramortito con una dose da elefante di xamamina- spiegò
Lauren
-Già sono ancora semi in coma- rispose Tom allungando la mano
per salutare il signore.
- Benvenuto ad Amrum, l'aria di mare vi sveglierà subito.
-Difficilmente- ironizzò la ragazza- il mono neurone e spesso
in pausa.
-Ah, ah- fece Tom caricando il trolley nel porta bagagli mentre il signor
Ingo si occupava della valigia della ragazza.
I due ragazzi salirono a bordo. Una famiglia di tre persone mamma, papà
e una bimba di otto anni erano seduti sui tre posti dietro, una coppia
di anziani era seduta sul sedile di mezzo, Lauren e Tom si divisero.
Il ragazzo prese posto accanto al guidatore, Lauren si sedette accanto
agli anziani signori. L'atmosfera si stemperò subito il signor
Ingo cominciò subito a raccontare la storia dell'isola e della
sua popolazione. Lauren lo ascoltava rapita, già si vedeva passeggiare
mano nella mano con Tom sulla lunghissima spiaggia deserta dell'isola,
finalmente soli nella loro prima vacanza da fidanzati felici.
Quando arrivarono di fronte all'albergo tutti scesero, il signor Ingo
si dilungò con Lauren che aveva parecchie domande da rivolgergli.
La famiglia e la coppia di anziani signori fecero il checkin, Tom ancora
intontito aspettava Lauren.
-Cucciolo che fai?- domandò Lauren prendendo il suo trolley.
-Non c'è il facchino?- domandò Tom guardandosi intorno.
-Sei idiota? È un albergo a conduzione familiare ci sono quindici
camere.
-Ah- fu la risposta secca del ragazzo che presagiva guai.
Lauren e Tom entrarono nella hall, l'atmosfera era accogliente, subito
sulla sinistra c'erano quattro piccoli salottini e in fondo il bar,
accanto l'entrata della sala da pranzo, sulla destra il bancone dell'accoglienza.
Una ragazza sui vent'anni bionda, molto carina, sicuramente la figlia
del signor Ingo, era alla reception.
-Buongiorno- fece Lauren avvicinandosi- ho prenotato per due, nome Bart.
La ragazza guardò a computer le informazioni, poi disse- perfetto
la 108, stanza per due, due notti.
-Esatto- confermò Lauren
-Dovrei cortesemente chiederle i documenti di entrambi- la ragazza non
aveva ancora alzato la testa dal pc e dalle carte che intanto stava
compilando, quando si ritrovò in mano la carta di identità
di Tom sgranò gli occhi e guardò sorpresa i due ragazzi.
Controllò più volte il documento e il volto del ragazzo
incredula di avere di fronte Tom Kaulitz, quasi tremava e balbettando
diede a Lauren la chiave della stanza.
-I documenti dopo- disse con un filo di voce.
Lauren sorrise divertita mentre Tom era ancora piuttosto stanco e poco
reattivo.
-Hai visto- disse Lauren sottovoce al ragazzo prendendolo a braccetto-
stava per morire.
-Chi?- chiese indifferente Tom
-Ma come non hai visto, la ragazza?
-No- disse asciutto.
-Ok, uscirai prima o poi dalla modalità screen saver con i pesci?-
chiese Lauren a Tom scuotendo la mano davanti alla faccia del ragazzo
che chiamò l'ascensore - uh la bacheca con tutte le attività
dell'albergo- gridò estasiata Lauren bloccando il ragazzo- aspetta
devo leggere.
-Ma io proporrei un ripasso generale del Kamasutra con pause pranzo
tra una sessione e l'altra.
-Se- fece ironica Lauren- conoscendo la tua tenuta e il tuo fisico a
pagina 10 saresti già morto.
-Scommettiamo?
-Ma anche no, riprendi l'ascensore e schiaccia 1, idiota.
I due ragazzi salirono in ascensore erano soli e Lauren si guardò
allo specchio commentando:
-Be' siamo una bella coppia non trovi?
-Due fighi da paura, anche se non capisco molto il tuo look.
-Sono in modalità vacanza on the road.
-Ma siamo in un albergo?- domandò preoccupato il ragazzo che
temeva per alcune idee un po' estreme della fidanzata.
-Sì, ma ho in serbo numerose sorprese.
-Se sono tutte come la giarrettiera e il corsetto dell'altro giorno,
ben vengano.
-Non esattamente.
-Frustino e manette?
-Pervertito, entra e fan culizzati!
I due ragazzi entrarono in camera, Tom rimase sulla soglia.
-Oddio sono atterrato in un catalogo dell'ikea?- esclamò.
-No, è la camera Katerina con mobili stile Biedermeier.
-Sembra Ikea- confermò Tom avvicinandosi al telefono posto sul
comodino.
-Che fai?
-Chiamo il servizio in camera mi faccio portare una bistecca, tu vuoi
qualcosa?
-Ma sono le undici.
-Sì, ma il mio stomaco grida vendetta, mi mangerei un bue in
corsa.
-Uhm, parliamo- disse Lauren mettendo giù la cornetta del telefono
e tirando il ragazzo sul letto- allora, riassumendo, siamo in un albergo
a conduzione familiare che è vero ha tante cosine simpatiche
come puoi vedere da questo piccolo depliant illustrato: sauna, piscina
coperta con idromassaggio e a questo piano anche la possibilità
di prenotare dei massaggi, fanghi e tant'altro, ma resta un piccolo
albergo, quindi non c'è il servizio in camera e c'è la
pensione tre/quarti.
-Oddio e questo implica?- chiese Tom che non ne capiva molto.
-Implica che c'è una colazione pantagruelica e una cena.
-Niente pappa a mezzogiorno?- fece sbiancando Tom
-No, c'è una merenda servita dalle 15 alle 17.
-Cosa?- esclamò il ragazzo allibito- ma siamo nel nulla.
-Esatto, solo sabbia, dune, verde e simpatici gabbiani.
-Ma io ho una voragine al posto dello stomaco che palle di posto- esclamò
Tom irritato.
Lauren montò su tutte le furie e incavolata nera cominciò
a sciolinare una serie di insulti:
-Insomma, mi stai totalmente sulle palle, il signorino è abituato
ai cinque stelle? povero, non c'è il bar con lo champagne, il
cesto di frutta e il caviale che lo attendono? come farà? povero,
sai che ti dico, prenditi una camera singola perché io con te
non ci sto un minuto di più, sei scemo o cosa? In macchina ti
ho raccontato delle mie difficoltà in teatro, ti ho raccontato
dell'orribile esperienza a Capodanno e tu che fai? La nostra prima vacanza
e dopo due secondi la rovini, va fan culo, idiota.
Lauren si alzò dal letto e con rabbia si chiuse in bagno a piangere.
Tom ammutolito sedeva sul letto, poi prese il cellulare:
-Ciao idiota- disse Tom
-Ciao altra metà del mio cervello come va?
-Male.
-Male?
-Sì, ho aperto le porte dell'inferno e Lauren si è scatenata.
-Ti ha sciolinato quanto sei stupido e ha chiuso per sempre le porte
dell'eden?
-Riassumendo, sì.
I due gemelli fecero una lunga pausa poi Tom chiese:
-Che faccio?
-Cospargiti il capo di cenere, striscia sulle rotule fino a farle sanguinare
e chiedi scusa.
-Sì, lo so, ma si è chiusa in bagno.
-A proposito dove siete?
-In una minuscola isola inculata nell'oceano, Amrum.
-Isola?- chiese Bill incredulo- Hai preso una nave?
-Esatto.
-E hai sboccato?
-No, mi sono tramortito con la xamamina, il valium, il travelgum e tutto
il masticabile possibile.
-Eri in coma farmacologico?
-Esatto.
-Capisco il tuo umore, ma lo sai la tua fragolina come è fatta,
lei è romantica, avrà scelto un albergo inculato nel nulla
con letto a baldacchino e tappezzeria molto fiorata.
-No, ma catalogo ikea sì.
-Ikea?- chiese icredulo Bill
-Sì, Ikea fa più atmosfera- ironizzò Tom
-Be' potresti appellarti all'infermità mentale dovuta ai calmanti-
suggerì Bill
-Sì, farò così, ma tu?
-Vegeto- disse il ragazzo con un filo di voce, era già metà
mattina e lui giaceva ancora in pigiama a letto.
-Alex?
-Arriverà più tardi, ha trovato neve.
-Cavoli, be' tanto so che risprofonderai nel coma appena riagganciato,
vero?
-Esatto, ho un sonno da paura.
-Scemo ci sentiamo più tardi.
Tom si alzò dal letto e si avviò verso il bagno.
-Tesoro, sono un idiota, chiedo venia, perdonami, se apri ne parliamo
meglio.
Lauren aprì subito la porta gli occhi arrossati e vide il ragazzo
in ginocchio gli prese il volto tra le mani e disse rattristata:
-A volte non ti capisco, diciamo sempre di fare cose da ragazzi normali,
dei ragazzi della nostra età non vanno in luoghi costosi, già
questo mi sembra un albergo carino, piccolo e con una certa atmosfera.
-Sì, ogni tua singola scelta si trasforma in un momento magico,
ma io sono uno stupido lagnoso e quando dormo poco e con lo stomaco
vuoto sragiono, ti prego, perdonami.
-Ti perdono, ma tanto so già che quando ti annuncerò le
attività che ho previsto e che voglio realizzare ci saranno altrettanti
va fan culo.
-Ok, cercherò di ricevere meglio le notizie ferali che mi dai
e adottare il viso " che bello" anche se mi sembrerà
di avere un riccio tra i marroni.
-Sì la tua filosofia mi piace- Lauren prese nelle mani il viso
del ragazzo lo baciò a lungo e con trasporto, poi staccandosi
si avviò verso la finestra e aprì le finestre
-Guarda, si sente ruggire l'oceano, alle tredici ci aspettano per la
gita nelle dune.
Il ragazzo si avvicinò alla finestra e cinse alla vita Lauren,
cominciò a baciarla sul collo e ad accarezzarla dolcemente su
tutto il corpo, ma un rumore strano interruppe le effusioni.
-La voragine va colmata o il primo capitolo del kamasutra non lo superi.
Tom arrossì rivoltando la ragazza e ricoprendole il viso di baci
cercò di continuare, ma lo stomaco reclamava. Imbarazzato arrossì.
-Dai scendiamo al bar e ci prendiamo qualcosa, abbiamo tempo per tutto.
-Va bene- fece il ragazzo un po' a malincuore, voleva veramente farsi
perdonare e coccolare il suo fiorellino, ma la fame era più forte.
Lauren con il sorriso ritrovato prese per mano il ragazzo e insieme
si avviarono al bar. Tom si fece fare un panino, prese una fetta di
torta e bevve un cappuccio con caffè forte, Lauren rubò
parte della torta del ragazzo rischiando di prendersi una forchettata
sulla mano da Tom che difendeva la panna a costo della vita e bevve
un tè. I due ragazzi poi tornarono in camera per riprendere il
discorso da dove l'avevano lasciato.
***
-Cazzo che colpo ancora la mandria di cavalli- urlò Tom spaventato
ridestandosi di soprassalto.
-Coraggio raccogli i vestiti la passeggiata nel parco naturale con la
guida ci aspetta- lo sollecitò la ragazza dando un bacetto affettuoso
alla guancia del ragazzo.
-Ma poltrire ancora un po', fino alle tre per il buffet merenda? Magari
una pausa in sauna o idromassaggio? -Suggerì timidamente
-No, caro mio, alza le chiappette recupara i tuoi boxer fetidi e infilati
vestiti caldi, 10 chilometri ti aspettano.
-Dieci?- fece il ragazzo slogandosi la mascella per la sorpresa.
-No, un po' meno, dai, dai!- Lauren si era alzata scattante, si era
messa dei pantaloni neri pesanti impermeabili, un pile rosa sgargiante
e una giacca nera con profili rosa pesante, ai piedi delle scarpe da
trekking.
-Ok modalità trekking ora ho capito perché hai infilato
quelle orribili scarpe che ho usato in Baviera nella mia valigia.
-Non vorrai fare come quel deficiente di Bill a Fontainebleau?
-No, obbedisco mi infilo gli scarponcini e taccio.
-Ah, proposito, hai parlato con la tua dolce metà?
-Sì, è vivo, in coma letargico.
-Lo ritroveremo imbalsamato a letto?
-Temo, ma domani credo vada la schiava Isaura, seppellirà lei
il cadavere.
-La sciava? Ma non ti vergogni? La schiavitù è stata abolita
nell' ottocento.
-Ma è il suo nomignolo affettuoso, credimi, le vogliamo un mondo
di bene per sopportare due gemelli disordinati e incasinati ci vuole
solo la pazienza di Isaura.
-Sarà ma non dirlo troppo ad alta voce se no ti prendono per
un nazzi.
-Secondo te la ragazza della reception si sarà ripresa o dovrò
rifare la carta d'identità?
-Non preoccuparti il padre lo sapeva che sarei venuta con una persona
famosa e ha fatto giurare a sua figlia di non dirlo a nessuno, solo
che non le aveva detto chi e credo sia stato un infarto, il padre non
lo sapeva ma lei è una vostra fan, a quanto pare però
adora Bill.
-Ok, quindi sono salvo.
-Sì anche perché se prova solo a sfiorarti la gambizzo.
-Lievemente gelosa?
-Chi io? No assolutamente, sono una pacifista, ma se qualcuno ti tocca
mi incazzo.
Il ragazzo adorava la sua fragolina quando parlava così, anche
lui aveva dimostrato più volte un'estrema gelosia per tutti i
ballerini che gironzolavano intorno a Lauren, la prese per la vita la
baciò dolcemente sugli occhi e poi scesero.
La hall, che prima era deserta, era molto animata, molti avevano scelto
di fare la passeggiata con la guida esperta in botanica nel parco dell'isola:
la famiglia e la coppia di anziani che erano arrivati con Tom e Lauren
erano del gruppo, in attesa vi erano due coppie di ragazzi giovani e
altre due famiglie. Lauren e Tom si misero in un angolo per non dare
troppo nell'occhio, per l'occasione Tom aveva raccolto i capelli in
una coda bassa molle, aveva messo un cappello di lana e portava una
giacca pesante, pantaloni larghi bianchi con il cavallo quasi normale.
Per non sbandierare troppo la sua notorietà aveva abbandonato
il suo look abituale.
La passeggiata cominciò tra i migliori auspici, faceva freddo,
ma il cielo era limpido, un vento lieve leggermente freddo rendeva l'atmosfera
incantevole, Lauren fotografava mille cose, le spiegazioni della guida
erano piacevoli e mentre Tom appariva abbastanza annoiato la ragazza
non perdeva una virgola, era un continuo esclamare, "che bello",
"che interessante", "ma dai, non lo sapevo". Mano
nella mano i due ragazzi apparivano come una coppia di fidanzati felici,
Tom adorava vedere il volto di Lauren illuminarsi di fronte all'oceano
e benché non fosse il suo ideale di vacanza, si stava rilassando.
-Benissimo, per l'occasione abbiamo organizzato la merenda in un famoso
bar ricavato in una vecchia casa tipicamente frisone.
-Il momento della gita che preferisco- disse sottovoce Tom.
-Ma hai fame?- chiese stupita Lauren.
-Diciamo che lo iodio ha aperto la voragine.
-Ma tu rumini sempre?
-Devo crescere- disse Tom- e la ginnastica di prima mi ha fatto bruciare
molte energie.
Lauren sorrise divertita e stringendosi al braccio del ragazzo entrarono
nel bar.
-Benissimo i tavoli con il cartellino sono i nostri, potete scegliere
un piatto dagli antipasti, uno tra i dessert e prendere da bere.
Lauren e Tom si sedettero nello stesso tavolo delle due coppie di giovani.
Dopo le presentazioni cercarono di intavolare una conversazione normale.
-Che cosa fate nella vita?- chiese Paula una delle due ragazze.
-Io sono una ballerina e lui è un musicista.
-Ma dai cosa suoni?- domandò curioso Eduard, il fidanzato di
Paula.
-La chitarra- fece asciutto Tom
-Ma va?- esclamò Gilbert l'altro ragazzo- anch'io per anni ho
suonato la chitarra, adesso è ad ammuffire in un armadio.
-E voi che fate?- chiese Lauren sperando di sviare il discorso da Tom.
-Noi studiamo medicina a Freiburg- disse Irma l'altra ragazza.
-Io studio veterinaria- spiegò Eduard
-Io lavoro in una agenzia di viaggi.
Dopo questo breve giro di presentazioni arrivò la cameriera.
-Oddio io non ho scelto- esclamò Lauren in panico. Mentre tutti
avevano le idee chiare.
-Tu che fai?- domandò Lauren a Tom.
-Io prendo il piatto di salmone, la torta della casa e una birra media.
-Io non so- ribadì Lauren guardando la cameriera che appariva
stupita e senza fiato mentre non toglieva gli occhi da Tom.
-Dai, fiorellino, invecchieremo.
-Ma io- fece indecisa Lauren- un piatto di salmone è troppo per
me.
-Ci sono io, tranquilla.
-Ok, allora anche io un salmone, un tè e i biscotti caserecci.
La cameriera non prendeva nota di nulla e appariva rapita, come in estasi,
mentre aveva tutti gli occhi puntate su di lei, si riprese e imbarazzata,
ripeté l'ordine sbagliando praticamente tutto.
-Ma è fuori quella?- commentò acidamente Gilbert.
-Che tipo di ballerina sei?- chiese Paula che cominciava ad osservare
attentamente Tom.
-Sono una ballerina classica- rispose Lauren.
-Ah ecco perché ci hai messo così tanto a decidere- commentò
ancora scocciato Gilbert.
-Siete tutte anoressiche- aggiunse malignamente Eduard.
-Già dicono che controllano il peso, un modo velato per nascondere
disordini alimentari- fece con tono altezzoso Paula.
-Mi spiace ma vi devo contraddire, è solo un luogo comune, se
non mangiassimo non potremmo reggere i ritmi a teatro.
-Sarà ma le statistiche parlano chiare- tagliò corto Eduard
non accettando minimamente la spiegazione di Lauren.
-In che teatro balli?
-All'Opera di Parigi.
-Orca- esclamò sorpresa Irma- sei nel corpo di ballo?
-Sì sono Coryphée.
-Ovvero?- chiese Paula.
-Faccio delle piccole parti di assolo nel gruppo del corpo di Ballo,
è difficile da definire.
-Ma sei giovane, quanti anni hai?
-Diciotto.
-Cavolo- fece sorpreso Gilbert.
La cameriera poco dopo giunse con le bevande e ancora una volta indugiò
con lo sguardo su Tom, poi prese coraggio e titubante domandò:
-Posso chiederti un autografo?
-Uhm- rispose Tom che non voleva scoprire la sua identità.
I quattro ragazzi si incuriosirono e cominciarono ad osservare il ragazzo
che avevano di fronte cercando di scavare nella memoria chi potesse
essere.
-Sì, dopo- tagliò corto Tom sperando di distogliere l'attenzione
da lui.
La cameriera se ne andò felice, i quattro però erano interdetti,
poi Paula esclamò.
-Oddio Tom, ok Tom Kaulitz.
-Oh, cavoli i Tokio Motel- fece scortesemente Gilbert.
-Cavoli il gemello di quello scemo che urla.
-Sì, lo sfigato che sembra una ragazzina, ma è un po'
frocio o sbaglio?
-Ok, scusate, ma lo sfigato è mio fratello e poi- Tom si stava
alterando, ma Lauren lo precedette.
-Allora Tokio Hotel, uno- fece Lauren alzandosi furente- lo sfigato
che sembra una ragazzina intanto ha vinto dischi d'oro, di platino e
numerosi premi, per cui rispetto, possono non piacere, ma offendere
con nomi gratuiti è da persone piccole. Non sopporto chi offende
cucciolo tinto, mi fate schifo, trovo la gente che giudica dall'aspetto
inutile.
-Oh ragazzina calmati- fece Gilbert inalberato trattenendo Lauren per
un braccio
-Tu non tocchi la mia fidanzata- intervenne Tom alzandosi rabbioso-
frocio lo tieni per te, stronzo.
-Calmiamoci ragazzi che sta succedendo?- intervenne prontamente il signor
Ingo che stava facendo il giro dei tavoli dei suoi ospiti.
-Nulla- disse Lauren con la voce tremante, prese per mano Tom, recuperarono
le giacche e si allontanarono.
-Dove andate?- li bloccò il padrone dell'albergo
-Scusi ma l'aria è diventata irrespirabile- fece Lauren nervosa
mentre teneva stretta la mano di Tom per non far degenerare la situazione.
I due ragazzi uscirono, l'aria fresca placò la rabbia che si
tradusse in due grosse lacrime che solcarono il viso di Lauren, mentre
un Tom contrito la abbracciò forte dicendo:
-Mi dispiace.
Ma Lauren con la testa affondata nel caldo petto di Tom:
-Non devi chiedere scusa, dovrebbero loro vergognarsi, sono sempre le
stesse frasi da quando eravamo piccoli, sinceramente non ne posso più,
non ne posso più di pazze esaltate che mi scrivono appellativi
lusinghieri sul marciapiede di casa o sulla facciata del palazzo, non
ne posso più che dicano parolacce a Bill e insultino la vostra
musica.
-Non si può piacere a tutti d'altronde- fece Tom le cui parole
della ragazza entravano come spilli nel cuore, non sapeva come esserle
di conforto e immaginarla ferita per causa sua lo faceva sentire impotente.
-Ragazzi- sopraggiunse quasi subito il signor Ingo- venite dentro, vi
trovo un altro tavolo, bello tranquillo, lontano da tutti e da tutto.
-No, non si preoccupi- disse Tom che non voleva rientrare per non sottoporre
Lauren agli sguardi curiosi degli avventori del bar.
-Insisto, coraggio ragazzi.
Il signor Ingo condusse Tom e Lauren ad un tavolo in un luogo appartato
del locale con una vista sull'oceano, in mezzo al tavolo un piccolo
bouquet. La cameriera portò i piatti che i due ragazzi avevano
ordinato.
-Scusate- disse sommessamente.
-Di che?- chiese Tom
-No è che io sono venuta a una decina dei vostri concerti fin
dal 2005, insomma impazzisco e quando ti ho visto e riconosciuto mi
è venuto un infarto, sto ancora defibrillando.
-Va bene calmati- disse Lauren con una punta di nervosismo.
-Sei qui con tutta la band? C'è Georg?
-No sono solo- disse Tom.
-Ah, posso lo stesso chiederti l'autografo.
-Sì, certo- Tom prese il block notes che gli porgeva la ragazza,
firmò rapidamente poi la sua attenzione si spostò rapidamente
sulla ragazza che le stava di fronte. Prese per mano Lauren che guardava
il suo piatto ancora scossa e nervosa:
-Uhm, che buono questo piattino di salmone- disse cercando di far cambiare
l'atmosfera- e adesso che apro la voragine come la colmo?
-Vuoi anche il mio?- fece flebilmente Lauren che giocherellava con le
dita del ragazzo.
-No, assolutamente, al massimo ordino un brontosauro e lo pago a parte.
-Io non mi riempirei troppo, hai visto il menù di sta sera? Serata
tipica frisone.
-Non ci si deve vestire in modo strano o non verremo trascinati in attività
ricreative di accompagnamento che richiedano, ballo, canto o amenità
varie?
-No, non siamo in un villaggio vacanze, al massimo farai la macarena.
-Ok, se mi fanno ballare la macarena, ti lascio.
-Gioirà Bill allora, a proposito, testa di minchia tinta?
-L'ectoplasma giaceva a letto, prima, quando tu eri chiusa in bagno,
ora sono le tre per cui dovrebbe essersi traslato sul divano con Alex
a giocare ai video giochi o a guardare qualche film.
-Ti manca?
-No, per ora no, sopravviviamo quando siamo soli è vero che tre
giorni sono tanti, ma siamo abituati.
-L'autonomia è di ?
-Non so, non siamo mai stati divisi tanto, certo c'è stato il
ricovero di Bill quando si è aperto la testa come un melone,
ma lo hanno tenuto solo una notte in osservazione, poi ce lo hanno riconsegnato,
mannaggia.
-Ma dai, ecco spiegato il motivo per la sua deficienza acuta, ma che
cosa è successo?
-Bella storia, era un pomeriggio d'inverno buio e piovoso nella nostra
casa di Magdeburgo, quella di papà, avevamo circa sei anni e
vivevamo ancora insieme. Il papà e la mamma avevano un letto
fighissimo di ottone con un materasso e una rete a molle. L'ideale per
saltarci su. Stavamo facendo il circo e mia mamma stava sbraitando di
smetterla ma noi, boing, boing, saltellavamo come matti. Poi mi è
venuto in mente un nuovo gioco.
-Ho come la sensazione che il tuo gioco fosse "come rimanere figlio
unico".
-Sì, debbo dire l'ho fatto spesso con Bill, ma cavoli ha la pellaccia
dura. - fece Tom ridendo con ironia- Comunque ho fatto una pila di cuscini,
quattro, me lo ricordo ancora poi ho detto a Bill "io mi lancio
dalla pila di cuscini e tu vedrai che salto farai di rimbalzo".
Ecco abbiamo calcolato male la parabola del lancio e in effetti Bill
ha preso il volo, ma invece di atterrare sul letto è atterrato
sul calorifero vecchio di ghisa aprendosi in due la testa come un melone.
Io sono rimasto impietrito poi ho urlato, mia madre è sopraggiunta
e si è presa un infarto grondava sangue e in pochi secondi il
suo vestito ne era inondato.
-Povero, piccolo, ma sei un deficiente.
-Corsa all'ospedale, rasato, ricucito e per una notte tenuto in osservazione.
-Comunque ci sono stati altri tentativi di omicidio premeditato che
non sono andati a buon fine, ma sai Bill è così ingenuo,
io facevo esperimenti con lui e l'idiota tinto si prestava.
-Povero, ma dai, che fratello maggiore stronzo.
-Senti ogni tanto una pausa ne avevo bisogno, tu prova a viverci 24
ore su 24, 365 giorni su 365 per18 anni.
-Un incubo- concluse divertita Lauren.
-Un'altra spettacolare è stata quando abbiamo deciso di fare
il traino bici - skate.
-Scommetto che hai trascinato Bill e si è schiantato.
-Allora a mia discolpa posso solo dire, vostro onore, se lui ha mollato
la presa non è colpa mia.
-Ma dai- esclamò Lauren divertita.
-Comunque la scena è la seguente, strada dritta cazzutissima
di Loitsche, quella inculata, te la ricordi?
-Si quella dove non passava un cane, lievemente in discesa?
-Esatto quella dove giocavamo in mezzo, tanto passava una macchina ogni
duecento anni.
-Comunque lo stavo trascinando a tutta velocità perché
avevamo messo giù una rampa e volevamo provare un salto, ok Bill
in effetti ha preso il decollo ma è atterrato di culo, praticamente
ora al posto della C3 ha l'osso sacro.
-Rendi bene l'idea, comunque bisogna dire che il piccolo è aerodinamico.
-Sì, decolla che è un piacere.
-Povero- commentò Lauren finendo il suo salmone in allegria ritrovata.
-Il volo del secolo però lo abbiamo realizzato in triciclo insieme,
perché così all'ospedale ci siamo finiti in due.
-Chissà la povera Simone.
-No, questa volta l'infarto spetta alla nonna Helen.
-La moglie di tuo nonno?
-Sì, eravamo sul triciclo a forma di cagnolino con le orecchie
azzurre, era una figata, lo adoravo, ci siamo messi in due e ci siamo
lanciati tipo bob a due giù dalla discesa del garage.
-Immagino la fine.
-Tragica, il cane si è ribaltato e noi siamo stati catapultati
verso il cielo, abbiamo rotolato rovinosamente, sbucciandoci lo sbucciabile.
Due maschere di sangue.
-Ma del valium nel latte la mattina?
-Ci voleva, ce ne venivano in mente di cotte e di crude, ma ti giuro
il più delle volte Bill ci andava di mezzo, povero. Dopo di che
i nonni si sono rifiutati di fare i babysitter.
-Ma poveri nonni- commentò Lauren
-Già poverini, avevano deciso di dividerci uno dai nonni paterni
e uno dai nonni materni, ma poi urlavamo perché volevamo vederci.
-Carini, avevate nostalgia.
-Sì, molta.
I due ragazzi si stavano divertendo tantissimo, raccontandosi tante
storie della loro infanzia, ogni tanto si rubavano vicendevolmente le
cose dal piatto e ingaggiavano una battaglia di forchette, che culminava
in sonore risate.
-Allora ragazzi, vi state divertendo?- chiese il signor Ingo.
-Sì- risposero in coro Tom e Lauren.
-Adesso dobbiamo tornare verso l'albergo.
-Bene chiudiamo il giro delle dune e del parco.
-Sì, passeremo sul bellissimo stagno, dove potremo ammirare un
tipo di flora e fauna acquatica particolare.
I due ragazzi si tennero a distanza dal gruppo, Lauren scattava tantissime
foto, finché la signora che aveva preso la nave con loro si avvicinò:
-Volete che vi faccia una foto?
-Volentieri- fece Lauren sorridendo felice.
La signora prese la macchina digitale di Lauren, la ragazza le spiegò
dove schiacciare ed eventualmente lo zoom, poi si mise in posa con Tom.
I due erano abbracciati teneramente, Lauren completamente immersa nella
felpa del ragazzo che se la teneva stretta appoggiando la sua guancia
sulla chioma castana della ragazza.
-Bene, bellissimi così- disse la signora- ecco.
-Uh, grazie - disse Lauren, poi guardando lo schermo con Tom si scambiarono
uno sguardo di soddisfazione.
-Siamo belli- aggiunse Tom baciando la ragazza affettuosamente.
-Bellissimi- saltellò felice la ragazza.
-No, ti prego- esclamò Tom che sulla passerella di legno lungo
la laguna si sentiva poco stabile.
-Perché?- domandò Lauren con un lampo maligno
-Odio tutto ciò che dondola sull'acqua.
-Ma no- fece Lauren ondeggiando sadicamente.
-Piantala stronza- la afferrò il ragazzo.
-Uh, questo e per i tentativi di omicidio al povero cucciolo.
-Ma uffi, se ho un gemello idiota non è colpa mia- protestò
Tom ridendo- a proposito, parli del diavolo e spuntano le corna- il
ragazzo rispose al cellulare, era il fratello che voleva fare due chiacchiere.
I due gemelli cominciarono una fitta conversazione, proprio non riuscivano
a stare lontani.
-Finalmente siamo in albergo- esclamò Tom lasciandosi scivolare
su una poltrona stanco morto mentre Lauren recuperava la chiave e i
documenti.
-Coraggio, mollusco, alzati- Lauren lo prese per mano cercando di far
sollevare il ragazzo, ma lui tirò più forte facendola
cadere tra le sue braccia. Lauren per divincolarsi dall'abbraccio di
Tom cominciò a fargli il solletico, il ragazzo rispose con altrettanta
veemenza, le risate riscaldavano l'atmosfera e attiravano l'attenzione
degli altri ospiti. Quando la coppia se ne rese conto si fermò
improvvisamente, si alzarono insieme di scatto e poi silenziosamente
corsero su per le scale e si chiusero in camera, scoppiando in una fragorosa
risata quando furono soli.
-Bene ora mi cambio e andiamo in palestra, tu potrai farmi da dj, mi
devo allenare.
-Cosa?- Tom afferrò alla vita la ragazza spingendola verso il
letto con dei baci calorosi.
-Dai- tentò di divincolarsi la ragazza- devo proprio, almeno
un'ora, devo fare degli esercizi, dai, ti prego, voglio ballare per
te.
-Ma se invece ce ne stessimo un po' qui e riprendessimo da dove abbiamo
lasciato prima?- il ragazzo aveva sfilato il pile rosa di Lauren accarezzandole
la schiena da sotto la maglietta attaccando il reggiseno, un istante
e la ragazza si divincolò
-Direi che possiamo riprendere il discorso dopo cena- fece Lauren chiudendosi
in bagno per cambiarsi, a Tom non rimase che cambiarsi le scarpe e mettersi
comodo.
-Perfetto andiamo- lo afferrò dal braccio- non vedo l'ora di
poterti mostrare il mio assolo che farò al Bolshoi.
-Ma mostrarmi un altro tipo di assolo qui in camera-suggerì il
ragazzo con sguardo malizioso e desideroso di coccole.
-Abbiamo tempo per tutto, mi dispiace, ma non resisto senza fare un
po' di esercizio per due giorni di fila.
-So già che dopo il secondo piegamento che farai starò
ronfando- spiegò il ragazzo deluso.
-Lo so, ma poi ti sveglierò- Lauren affondò le mani nella
coda del suo chitarrista avvicinando a sé il volto per baciarlo
dolcemente sulla bocca. Rassegnato Tom seguì Lauren e fu così
gentile da portarle la borsa delle scarpe e altre accessori.
-Come mai ti sei raccolta i capelli, stai così bene con la tua
chioma fluente?- domandò tenendole affettuosamente la mano.
-Lo so, ma la danza è rigore, sono abituata così, devo
raccogliermi i capelli in modo perfetto, se no non mi sento a posto
con me stessa.
-Strana tipa sei, ma hai scelto l'albergo anche in base alla palestra?
-Esatto, no, dai- si corresse la ragazza- l'ho scelto perché
è bello, nel nulla, ha molte attività e domani ti aspetta
una delle cose che amo di più fare quando sono nella mia casa
a Biarritz o in Normandia.
-Uhm- fece una faccia dubitativa Tom.
-Uffi non è quello che pensi tu, perché hai dei pensieri
perversi?
-Io?-si difese il ragazzo
-Dai la conosco bene la tua faccia di quando pensi a cose sconce.
-No, che dici- si difese Tom mentre spintonava lievemente la ragazza
che apriva la porta di una piccola palestra, mostrando imbarazzo- Bill
mi ha parlato di una doccia strana, quindi.
-Vedi che hai pensieri impuri, lo sapevo, ormai conosco le tue espressioni
facciali, leggo nella tua mente, sei un idiota con un chiodo fisso.
-Scusa- fece contrito il ragazzo togliendosi a stento il sorrisino maligno
dal volto.
-Dovresti veramente pensare ad appendere la chitarra al chiodo e darti
ai film porno.
-E tu mi lasceresti fare?
-No, ti lascerei e basta.
I due si guadarono a fondo negli occhi e risero felici, Lauren si infilò
le scarpette da mezza punta, inserì un cd in un lettore che vi
era su un piccolo tavolo, si attaccò alle spalliere e cominciò
a fare i suoi esercizi, Tom la guardò per un po' ma la musica
classica messa come base per gli esercizi ebbe la meglio, il ragazzo
crollò addormentato come un elefante.
-Pastore Bergamasco, riesci a recuperare il tuo neurone e a farlo girare
per guardarmi?- lo scrollò Lauren dopo circa un'ora e mezza che
si esercitava.
Il ragazzo a fatica aprì un occhio, lentamente si riprese e vide
che una sedia era posta nel centro della sala.
-Uhm- si stiracchiò- quella sedia è per me?
-Esatto, vedrai il mio assolo come se tu fossi Jean Pierre un San Bitter.
-Ma anche no- disse il ragazzo risentito.
-Ti ricordi che ti ho detto che balliamo con un nastro rosso attaccati
l'uno all'altro, il filo del destino, nel mio assolo lui è seduto
sulla sedia, mentre nel suo sono io seduta, mi serve che tu mi tenga
il nastro come se fossi lui.
-Be' solo perché ti devo tenere il nastro.
-Dai c'è una sorpresa alla fine.
-Me la dai.
-Uffi, ma è un chiodo fisso.
-Ci credo, sei così sensuala.
-Ok, nuovo termine?
-Amore sei bellissima, mi fai impazzire e quando ti dimeni così
davanti a me, salgono le pulsazioni.
-E il sangue ti finisce tutto lì.
-Esatto, cioè che dico- il ragazzo arrossì- uffi, volevo
dire che insomma le tue gambe chilometriche che mi si buttano di qui
e di là mia fanno impazzire, mi spiace se ti trovo irresistibile.
-Sì, dai lo so Grisù urla nei boxer, ora siediti o mi
raffreddo.
Il ragazzo prese posto sulla sedia, Lauren gli infilò nel polso
un capo del nastro.
-Devo fare qualcosa?- domandò guardandosi il ragazzo.
-Assecondare il movimento del nastro per non farlo attorcigliare, ma
non dovrebbero esserci problemi.
-Perfetto allora mi concentro solo su di te.
-Ecco non troppo o Grisù esplode.
-Piantala di chiamarlo così- protestò Tom.
-Ma è carino, adoro chiamarlo così.
Il ragazzo arrossì, mentre Lauren fece partire la musica, la
sarabande di Bach per violoncello dalla suite numero 1. La ragazza cominciò
ad eseguire strani e complicati movimenti seguendo la musica lenta e
soave, la sua era danza classica con movenze di contemporaneo, era sbalorditivo
come la classicità del pezzo si fondesse con la modernità.
Il sentimento che il movimento lasciva intravedere era quello di un
amore sofferto.
Dopo meno di tre minuti l'assolo si concluse, Lauren affaticata terminò
sulle gambe del ragazzo baciandolo dolcemente, il momento fu semplicemente
perfetto, i due ragazzi chiusero gli occhi e con dolcezza si lasciarono
trasportare dalle emozioni. Improvvisamente un pensiero.
-Che ore sono- urlò Lauren sciogliendosi dall'abbraccio di Tom
-Le otto passate!
-Cosa!- fece la ragazza allarmata- cazzo, cazzo, cazzo, è tardi!-
urlò poco elegantemente
Tom si alzò a sua volta chiedendo:
-Fino a che ora servono la cena?
-Le nove, ma nella serata a buffet non sarà rimasto molto?
-Buffet? Molto? Ma io ho fame- fece in tono da lattante- svengo.
-Uffi, idiota invece di stare lì impalato corri a cena, io vado
in camera, mi lavo, mi sistemo, mi rendo presentabile e ti raggiungo,
prendimi dell'insalata mista che arrivo.
-Corro- fece Tom uscendo, poi tornò sui suoi passi e diede un
ultimo bacio a Lauren:
-Mi basta il tuo amore- disse dolcemente Tom, ma poi il suo stomaco
brontolò improvvisamente.
-Sì, ma vai a nutrire il tuo corpo o mi svieni nel pieno dell'amplesso.
Il ragazzo arrossì lievemente, quando tentava degli slanci romantici
affettuosi, veniva sempre riportato a terra dalla salacità della
ragazza, l'averla vista ballare così aveva riempito il suo cuore,
era da tempo che lei non ballava solo per lui, era da tempo che non
condividevano dei momenti così speciali e quando raggiunse il
salone ebbe un attimo di ripensamento, avrebbe voluto raggiungere la
ragazza e rivivere quell'istante magico con lei per sempre. Poi il suo
stomaco lo richiamò alla realtà, si avviò nel salone,
dove stavano servendo le carni e tutti erano in fila per servirsi, il
ragazzo rimase disorientato, poi un giovane cameriere lo invitò
ad accomodarsi, il loro tavolo era apparecchiato in un luogo sopraelevato
rispetto agli altri ed era in un angolo buio della sala, questo dava
loro tutta la privacy che Lauren aveva richiesto. Poco dopo il padrone,
il signor Ingo, si avvicinò.
-Avete fatto tardi- lo riprese amorevolmente- ah le donne si fanno sempre
attendere.
-No, siamo rimasti troppo in palestra, Lauren di solito è sempre
la prima ad essere pronta.
-Purtroppo vi siete persi i primi piatti, se vuole però qualcosa
è rimasto.
-Sì, grazie per me, Lauren invece vuole un'insalata.
-Perfetto le insalate e le crudité sono al buffet, può
servirsi e da bere?
-Io una bionda media.
-Le consiglio una birra locale molto buona.
-Perfetto volentieri e poi una bottiglia di acqua naturale.
-Arrivano subito.
Tom solo al tavolo si alzò subito per preparare a Lauren la sua
insalata, ci rifletté a lungo e mise sul piatto una quantità
di verdurine miste che sicuramente sarebbero piaciute alla ragazza,
poi tornò al tavolo dove trovò ad attenderlo un bellissimo
boccale di birra. Aveva ancora il boccale alla bocca quando vide entrare
Lauren al ristorante. Portava un abitino corto leggero e svolazzante
lilla con fiorellini tenui, un bellissimo copri spalle di lana d'angora,
al collo la catenina con il peltro che le aveva regalata Tom che toglieva
solo per ballare e al polso il bracciale di Bill al quale si erano aggiunti
altri monili. Il ragazzo rimase con il boccale di birra a mezz'aria
e un baffo di schiuma sul labbro superiore lo facevano sembrare ancora
più sciocco.
-Tesoro, eccomi- fece la ragazza sedendosi di fronte a Tom, poi si rialzò
e senza indugio con un sorrisino baciò il ragazzo pulendogli
la schiuma della birra.
-Che ti succede?- chiese poi.
-Mi devo riprendere, sei stupenda- fece timidamente Tom, Lauren arrossì,
felice di aver ricevuto quel complimento.
La cena si svolse tranquillamente, i due ragazzi telefonarono a Bill
che si stava riempiendo di schifezze con Alex, i due fratelli parlarono
a lungo e Tom tutto esaltato spiegò al gemello che aveva avuto
una illuminazione per la canzone che aveva scritto, ora aveva la melodia
e non vedeva l'ora di fargliela ascoltare. Poi i due ragazzi si ritirarono
in camera e continuarono il discorso interrottò più volte
in quella giornata.
***
-Porca paletta mi verranno i capelli come mio fratello alla fine della
vacanza!- urlò Tom svegliato di soprassalto dalla malefica sveglia
della ragazza con il nitrito di cavalli. Lauren la spense subito e si
alzò veloce avviandosi verso il bagno pronta per affrontare una
nuova giornata, mentre una parolaccia uscì dalla bocca del ragazzo:
-Cazzo le sette! Ma sei fulminata!
Lauren sorrise guardandosi allo specchio e continuò la sua toilette,
si preparò al meglio sapendo come convincere il suo Tom ad alzarsi.
Si vestì con una bellissima tuta rosa con le righe bianche, infilò
un paio di scarpe comode e poi con un balzo saltò sul letto direttamente
sopra il ragazzo.
-Coraggio il mondo ci attende.
-Vuoi farmi morire!- esclamò spaventandosi per il colpo che aveva
ricevuto.
-Dai, cucciolo, alzati, una buonissima colazione ci attende.
-Anche un comodo e caldo letto dove possiamo restare e sollazzarci con
attività varie.
-No, ricordati il discorso che abbiamo fatto ieri.
-Ho il neurone in standby.
-Vedi di metterlo in funzione o Grisù resterà all'asciutto.
Il ragazzo bofonchiò tentando di far finta di nulla e cercando
di ripiombare nella fase rem, ma Lauren gli faceva i dispetti, gli soffiava
sul viso, gli mordicchiava i lobi delle orecchie, gli tirava i capelli,
al ragazzo non rimase che alzarsi. Lauren l'aveva vinta. Dopo essersi
lavato velocemente con Lauren che lo dirigeva come un generale, si vestì,
la ragazza lo obbligò a mettersi una tuta da ginnastica, elegante,
ma lievemente fuori dal genere che soleva indossare il ragazzo. Quando
i due ragazzi scesero, erano le sette e mezza passate, il salone della
colazione era deserto.
-Bene- fece la ragazza avviandosi al tavolo per prendere i cereali e
la frutta- è tutto per noi.
-Appunto, la gente è tutta a letto perché si è
in vacanza.
-Vacanza appunto, bisogna godersela appieno.
-Sì ma uno dei piaceri delle vacanze è dormire ad oltranza.
-Errato è vivere ogni istante per portare tanti ricordi con sé
e nutrire così i momenti di lontananza che ci saranno.
-Sarà ma io avrei preferito nutrirli tra le coperte calde e sdraiato
su un bel materasso.
-Invece ti tocca una fidanzata che ti tira giù dal letto all'alba
e ti porterà alla scoperta dell'oceano.
-Oddio, inizio a tremare, forse non dovrei prendere le uova con la salsiccia,
facciamo qualche attività faticosa per cui potrebbe riproporsi
il simpatico wurstel?
-No, non dovrebbe essere troppo faticoso, non ho ben chiara però
la tua resistenza fisica dal punto di vista sportivo.
-Eppure quando il cane della signora Schumann mi ha raggiunto dopo 50
metri che correvo dovresti aver capito la mia resistenza.
-Ok, direi che la pancetta e le uova fritte faranno capolino fra poco-
fece Lauren ridendo al ricordo del cane Schwarz che aveva azzannato
le chiappe di Tom dopo che Bill lo aveva aizzato tutto il pomeriggio
suonando la trombetta fastidiosa e acuta della sua bicicletta. I due
ragazzi si sedettero al tavolo e fecero colazione, anche il signor Ingo
si era stupito per la loro presenza così mattutina, cosa che
avallava la tesi di Tom che uno in vacanza si deve riposare.
Lauren però riuscì a trascinare Tom dove voleva lei e
mano nella mano si diressero verso la spiaggia. Il mare era lievemente
agitato e il suo grigio colore non lasciava presagire nulla di buono
per la giornata, ma Lauren disse:
-Tempo ideale, adoro questi colori.
-Ok, se adori venir travolta da un acquazzone furioso chi sono io per
discutere i tuoi gusti, ma io di acqua ne prendo già abbastanza.
-Tranquillo, niente monsoni, vedrai fra un po' splenderà il sole.
Tom guardò scettico il cielo plumbeo sopra le loro teste, ma
non volle mettere in dubbio le doti da metereologo della ragazza che
sorrideva spensierata stringendogli la mano. Dopo un lunga passeggiata
i due ragazzi arrivarono ad una casupola di legno sferzata dalle onde
accanto a delle dune maestose, un ragazzo era indaffarato con degli
strani marchingegni.
-Ciao- lo interrupe Lauren- sono quella ragazza che ha telefonato per
noleggiare un land-yachting.
-Ah, Bart, vero?
-Esatto, ti stavo aspettando- fece il ragazzo guardando stupito Lauren-
il land-yatching grande è qui, la vela puoi sceglierla, ti consiglio
questa.
Tom era rimasto in disparte mentre si svolgeva quella conversazione,
ancora si domandava cosa volesse fare la ragazza e quando vide uscire
quella specie di imbarcazione con delle ruote spinta dal ragazzo mentre
Lauren sceglieva una vela ebbe un colpo al cuore.
-Tom, aiutami, non stare lì impalato- lo sollecitò la
ragazza- prendi, dobbiamo montare la vela.
-Ok- Tom si avvicinò alla ragazza, prese un capo della vela ancora
avvolto intorno alla randa- ho come l'impressione che ci lascerò
giù la colazione a sto giro.
-Ma no, coraggio aiutami- Lauren cominciò a trafficare come una
che sapeva esattamente cosa fare e dettava degli ordini al ragazzo che
non capiva nulla.
-Mettiti il casco va, che è meglio.
-No, mi spettino.
-Idiota, mettitelo è meglio- Lauren fu perentoria e infilò
sulla testa del ragazzo un casco.
-Uffi, mi stringe- bofonchiò Tom come un lattante.
-Certo il tuo cervello è così piccolo che si comprime
facilmente- fece Lauren ridendo e allungandogli un bacio per indorargli
la pillola.
-Riuffi- fece Tom mettendo il muso e allentandosi il casco che gli stringeva
alla gola.
-Infila pure questi
-Giammai, i guanti da cazzone di mio fratello mai- Tom fu perentorio
-Te ne pentirai secondo me- fece spallucce Lauren che non voleva discutere,
lei aveva infilato un bellissimo paio di guanti senza dita neri con
profili rosa ovviamente, poi riprese:
-Bene poche parole per spiegarti come funziona il tutto- disse Lauren
come una perfetta insegnante in cattedra. Il ragazzo seguiva attento
le mille spiegazioni di Lauren, la terminologia, il vento, le corde
che si chiamavano scotte, drizze e un infinito discorso di cui non capì
molto.
-Ci sei?- terminò Lauren dopo il suo panegirico .
-Poco.
-Ok faccio tutto io, ricordati solo quando io dico "preparasi alla
virata, virata"
-Devo abbassare la capoccia.
-Bravo esatto, sappi che questo coso è veloce.
-Ma a me sembra una stronzata.
Lauren si posizionò e fece accomodare anche Tom che non si sentiva
per nulla invogliato a fare quella nuova esperienza.
-Ecco cominciamo piano, tanto per prendere su la mano, io sono abituata
ad un altro modello più performante, d'altronde in due su questo
trabicolo non è divertente.
-Allora perché mi ci hai portato.
-Nel senso che è bello sfidarsi uno a uno, ma non è facile
capire per un principiante, quindi fai bene attenzione così potremo
prenderne uno più figo dopo.
La ragazza cominciò a prender sicurezza con il mezzo e quando
Tom la sollecitò con la malaugurata frase: "Ma su sto coso
è un mortorio, corre più veloce Bill" Lauren fece
sul serio e tirando al massimo sulle scotte cominciò a prendere
velocità.
-Che ne dici ora- urlò mentre il mezzo correva veloce lungo la
spiaggia deserta, il vento sferzava sui loro volti. Tom ora sgranava
gli occhi, quel trabicolo era capace di raggiungere una discreta velocità
e il fatto di essere piuttosto in bilico lo spaventava un poco stringeva
forte le scotte e non mollava per paura di essere catapultato fuori
dall'abitacolo.
-Preparasi alla virata- urlò ad un certo punto Lauren- virata.
L'ordine fu veloce e perentorio, ma Tom non lo fu altrettanto. Il ragazzo
fu colpito in testa dal boma e catapultato fuori bordo, rotolò
rovinosamente per qualche metro. Lauren subito si fermò, mise
il land-yachting contro vento e si precipitò verso il ragazzo.
-Tom, sei vivo? - fece inginocchiandosi accanto al ragazzo bocconi-
Tom- lo scosse e rigirò.
-Cazzo che male- fece il ragazzo riaprendo gli occhi e guardando Lauren
incredulo di esser ancora vivo- che botta!- aveva perso il casco e perdeva
sangue.
-Aspetta- lo fermò Lauren mentre un rivolo di sangue usciva dalla
fronte, dal naso e dal labbro ricoperti di sabbia.
-Ho mangiato mezza spiaggia di Amrum- scherzò il ragazzo. Lauren
tuttavia era preoccupata, si avviò di corsa verso il mare, vi
inzuppò il suo fazzoletto poi dalla tasca della sua giacca a
vento estrasse una piccola pochette.
-Fammi vedere- fece secca la ragazza che pallida cercava di non perdere
la lucidità. Passò sul volto il fazzoletto e vide che
sulla fronte c'era solo una piccola escoriazione, il labbro sanguinava
perché il piercing aveva sbattuto violentemente contro i denti
e il naso era tutto intero, solo una piccola epistassi.
-Metti la testa così- suggerì Lauren reclinando la testa
del ragazzo in avanti e tamponando con il fazzoletto freddo per fermare
tutto.
-Cavoli- fu il commento di Tom mentre, inginocchiata accanto a lui,
Lauren lo medicava- il tuo ordine è stato veramente veloce, non
ho capito nulla so solo che la sabbia non è male, sa di gamberetto.
La ragazza non parlava, taciturna con il cuore in gola si sentiva in
colpa per esser stata così avventata. Tom percepì la tensione
e aggiunse.
-Piccola tutto bene, ci vedo, ti riconosco, so che giorno è-
poi aggiunse- oddio no, ma io ho un fratello gemello vero? Non ho i
ricordi doppi?
-Idiota- lo redarguì quando lo ebbe risistemato, il naso non
colava più sangue, dalla pochette aveva preso un cerotto e medicato
la fronte, mentre dal labbro aveva svitato il piercing e pulito la ferita.
-Cazzo- esclamò infine quando la paura era passata- perché
ricasco sempre nel solito errore, sono recidiva, voi Kaulitz siete totalmente
e irrimediabilmente negati per qualsiasi attività sportiva che
non sia mangiare bere e dormire.
-E fare l'amore- aggiunse Tom che avrebbe voluto usare un termine più
salace.
-Fidati anche questo, non sempre vi riesce bene.
-Va fan culo, no aspetta e di Bill che ne sai?
-Sentito dire, voci di corridoio.
-Perché è timido e impacciato e non si allena spesso.
-Ha parlato il drago delle lenzuola- commentò acidamente Lauren
-Comunque sei fulminata hai gridato prepararsi alla virata, virata in
due nano secondi.
-Certo si fa così, dovevo forse aspettare il banditore con le
trombe?
-No però…
-Il tuo tempo di reazione è quella di un bradipo.
-Senti lo sapevi benissimo.
-Cavoli adesso ne ho la prova, la conferma e ho veramente toccato con
mano la tua inutilità.
-Uffi, sei una stronza- fece simpaticamente offeso Tom- mi fa male tutto.
-Minchia che lagna senza precedenti, su, su, adesso alzati torniamo
alla base.
-E' fuori discussione che io risalga su quel coso infernale- disse risoluto
Tom incrociando le braccia come un bambino capriccioso.
-Perfetto- rispose Lauren alzandosi e dirigendosi verso il land-yatching-
ti aspettano dieci chilometri di passeggiata, siamo alla fine dell'isola
praticamente. A quelle parole Tom scattò in piedi come un grillo
pronunciando la frase con tono di supplica:
-No aspetta, ho cambiato idea- tra il male di tornare a piedi e riprendere
quel trabicolo Tom scelse il male minore, intanto il vento aveva cambiato
leggermente direzione e il cielo plumbeo aveva lasciato il posto ad
uno limpido e azzurro.
-Che ti avevo detto ?- fece Lauren sedendosi accanto al ragazzo.
-Sei un lupo di mare- concluse Tom stupito.
-Anni e anni di vacanze in Normandia e a Biarritz ti forgiano, soprattutto
se hai uno zio con la barca.
-Mi stupisci ogni giorno di più- concluse Tom intenzionato a
non cadere più fuoribordo e a portare a casa la sua pelle.
-Tranquillo, farò stiracchiare la signorina quando ti avrò
depositato al capanno-disse Lauren.
Quando infatti giunsero in prossimità della rimessa Lauren scese
e si avviò verso il ragazzo preposto al noleggio:
-Scusa, posso lasciare giù questo e prendere quello ?- Lauren
indicò un land-yatching piccolo, leggero, affusolato, molto più
aerodinamico di quello da cui era appena scesa.
-Sì certo- fece asciutto il ragazzo, mentre scrutava da cima
a fondo Tom che rientrava con la faccia gonfia.
Lauren sicura si infilò nella fusoliera del land- yatching e
tirando sulle scotte cominciò a volare nel vento, presto fu lontana
tanto aveva preso velocità e sfrecciando incurante del pericolo
faceva compiere vere e proprie acrobazie al veivolo.
-Cavoli!- esclamò il ragazzo del noleggio.
-Cavoli, sì- si stupì Tom
-Porca paletta quella lì ci sa fare, ma che tu sappia fa le gare?
-Non so, è la prima volta che la vedo e che sento che guida quegli
aggeggi.
Dopo mezz'ora Lauren tornò, era stanca, sporca, ma soddisfatta,
fermò il mezzo facendogli compiere una mezza giravolta su una
ruota esultando felice uscì dall'abitacolo.
-Questo senza Tom, la zavorra- fece sorridente- hai visto?
Ma a Tom non fu dato il tempo di replicare il ragazzo del noleggio le
si avvicinò e la inondò di complimenti e di domande alle
quali Lauren rispondeva volentieri. Con i capelli sciolti fluttuanti
nel vento e stretta nella bellissima tuta rosa era affascinante, il
ragazzo fu sensibile alla sua bellezza e subito non perse l'occasione.
-Sai, noi ragazzi del club ci troviamo al "Flippen" un localino
niente male- la invitò cortesemente il ragazzo- sei una forza,
peccato non fossero qui a vederti.
-Ma scherzi, era da almeno tre anni che non salivo su un land yatching,
ero completamente arrugginita.
-Non ti piacerebbe entrare nella nostra squadra? Sei solo di passaggio?
Quanto ti fermerai?
-Poco- interruppe Tom la cui gelosia stava salendo a ritmo vertiginoso-
la mia ragazza- sottolineando il tono della voce e mettendo le mani
sulle spalle della ragazza per rendere chiaro il concetto- è
occupatissima e domani ripartiamo.
-Allora devi proprio venire questa sera, il locale è grandioso.
-Sì, se ho voglia verrò volentieri
-E' il ritrovo di noi ragazzi, tutti appassionati di vela, land yatching
e kitesurf.
-Figo kitesurf, ho visto una volta una gara a Tarifa.
-Cavolo sei stata a Tarifa? È il mio sogno sto mettendo via i
soldi per andarci, per questo faccio questo lavoro e tanti altri.
-Sì Tarifa è un sogno per il vento, una totale figata
spaziale.
-Sì.
-Già- aggiunse Tom che cominciava a fumare dalle narici come
un toro di una corrida- adesso Lauren andiamo, ho mal di testa.
-Uh, è vero, il tuo naso e la tua testa dura, se non ti riporto
intero piccolo Bill fa "Don't jump"
-Idiota- fece Tom abbracciando la ragazza per segnare bene il territorio.
-Allora ti aspetto- disse il ragazzo del noleggio salutando Lauren,
dopo che ebbero pagato.
-Sono furioso- fece Tom quando furono sulla via del ritorno.
-Perché cucciolo?- domandò ingenuamente Lauren attaccandosi
al braccio del chitarrista.
-Perché!?- ribadì con forza come se fosse evidente- quello
ci stava spudoratamente provando come se io fossi trasparente.
-Ma che dici!- fece arrossendo Lauren.
-Sì, faceva il provolone e tu, uffi giocavi come una gattina.
-Ma no, oddio, ti giuro non l'ho fatto apposta- fece Lauren che cominciava
a perdere il suo sorriso. I due ragazzi per qualche minuto stettero
in silenzio, assorti nei loro pensieri.
-Tommichou- disse poco dopo Lauren usando un tono dispiaciuto- te lo
giuro, io non volevo, non ci pensavo minimamente.
-Lo so quello era un gran figo- esordì Tom- spallato, biondo,
occhi azzurri, pelle sferzata dal vento, il tuo ideale.
-Scherzi vero?
-Lo so come quell'altro italiano ballerino, tutto muscoli e un pacco
messo in rilievo dal conchiglione.
-Tommichou, allora non capisci nulla, a me piacciono i rachitici imbranati,
con i capelli da fumati.Quelli che hanno i riflessi di bradipi, quelli
che hanno un piccolo, ma tosto Grisù, quelli che hanno due fossette
dove dico io.
-Ma a te piacciono gli avambracci muscolosi, lo so.
-Anche i tuoi se coltivati bene possono diventare attraenti.
-Uffi, torno a casa con la faccia sfigurata e la virilità frustrata.
-No, scusa mi piace prenderti in giro un po' come fai tu con Georg.-
Lauren fece una pausa diede un bacio fugace al ragazzo poi disse- oddio
sei innamorato di Georg ora capisco!
-Ma va fan culo idiota -la scrollò violentemente tra le sue braccia
il ragazzo, ma Lauren divincolandosi urlò:
-Chi arriva primo decide cosa fare tutto il giorno!
Tom allora cominciò a correre, raggiunse Lauren, la superò,
ma sulla distanza ebbe la peggio.
***
-Tesoro- Lauren lo aspettava leggermente accalorata e con il fiatone-
ho vinto!- poi aggiunse- abbondantemente vinto!
Tom stava arrancando verso l'entrata dell'hotel e incurante degli astanti
rispose con un elegante dito medio, mentre Lauren gli porse la chiave
trionfante. Tom entrò e come il giorno precedente si stravaccò
nel salottino della hall.
-Maschera d'ossigeno, presto intubiamo, lo stiamo perdendo, pupille
fisse e dilatate- Tom non aveva la forza e rispose con il suo collaudato
dito medio.
-Bonjour finesse Monsieur Kaulitz- fece Lauren, poi sorridendo si avvicinò
al barista e chiese del ghiaccio e una bottiglia d'acqua.
-Tieni o stramazzerai- gli porse la bottiglia d'acqua e aggiunse- mettiamo
un po' di ghiaccio sulla ferita il naso si sta gonfiando, sembra che
tu abbia fatto un incontro di box.
-E invece ho una fidanzata sadica che rasenta la follia omicida, se
sopravvivo a questa vacanza sarà un miracolo.
-Un ottuagenario dentro e fuori- concluse Lauren passando dolcemente
il ghiaccio sul viso del ragazzo che aveva ripreso fiato- per farmi
perdonare per la levataccia ti porto nell'idromassaggio.
A queste parole Tom si alzò pieno di energie, finalmente avrebbe
coccolato la sua fragolina tra le bollicine rilassanti, la prospettiva
lo allettava. I due ragazzi si avviarono verso la loro camera per cambiarsi
e andare a rilassarsi nel solarium dove era posta la piscina con idromassaggio.
-Che cavolo di costume indossi?- commentò Lauren quando vide
Tom uscire dal bagno.
-Figo, no?
-Porca paletta rimpiango il costume nero con borchie di tuo fratello-
Lauren lo scrutò da cima a fondo poi aggiunse- no, quello mai,
comunque è veramente truzzo.
-Uffi, ne vado fiero del mio costumino, Bill ce l'ha uguale in blu.
-Sai che sballo- commentò acidamente la ragazza lanciandogli
l'accappatoio- infilati l'accappatoio, andiamo le bollicine ci attendono
e non sono quelle prodotte dal tuo fondoschiena- aggiunse Lauren.
-Idiota- fece Tom arrossendo- ma sei sicura che si possa andare in giro
in accappatoio?
-Certo siamo in un alberghetto che è un centro wellness, tutti
ci vanno in giro, e poi dobbiamo solo salire in ascensore.
I due ragazzi uscirono con le ciabatte da camera avvolti nei caldi e
candidi accappatoi, chiamarono l'ascensore e Lauren schiacciò
4, Tom però in avvertitamente si appoggiò ai comandi e
selezionò 0. Mentre baciava teneramente la ragazza, l'ascensore
cominciò a muoversi con i due che abbracciati si scambiavano
effusioni amorose, quando si aprì la porta i due ragazzi si ritrovarono
nella hall di fronte alla famiglia felice che era arrivata con loro.
Quando si accorsero, si staccarono con un salto girandosi di scatto.
La signora li squadrò con stupore, mentre il signore li fulminò,
la bambina si mise a ridere, Lauren e Tom diventarono rossi e senza
dire una parola si appallottolarono in un angolo dell'ascensore guardando
verso il basso. Il padre di famiglia schiacciò 2 e l'ascensore
si mise in moto, i 45 secondi più lunghi della vita di Lauren
e Tom che fecero quel viaggio senza proferire verbo, solo un sommesso
saluto pronunciato tra i denti quando la famiglia scese.
-Che figura di merda gigante.
-Porca paletta se con quei cazzo di tentacolini avessi fatto più
attenzione! schiacciare lo zero? Che cavolo ti è passato per
la mente.
-Non ho fatto apposta, che figuraccia.
-Spaziale, hai visto la faccia della signora?
-Sì ci voleva incenerire.
-Perché invece il signore?
-Porca aveva lo sguardo assassino.
-Un figura di merda galattica.
I due si ripresero quando giunsero nel solarium, Lauren si tolse l'accappatoi
mostrando il suo corpo, chiedendo un commento per il suo costume:
-Allora ti piace il mio costumino stile samba brasiliana.
-Veramente i volant fanno più stile Lauren ai vecchi tempi con
gonne da bambolina dell'ottocento, però ti fanno due tette da
paura.
-Va fan culo- rispose risentita Lauren- i tuoi soliti commenti da uomo
delle caverne, il tuo è un chiodo fisso allora.
-No, che dici, hai frainteso- Tom si sentiva sulle sabbie mobili, sapeva
che dopo quella frase la ragazza non gli avrebbe fatto neanche sfiorare
un centimetro del proprio corpo, fece un tentativo quindi per rimediare-
no lo sai che hai un fisico spaziale e il tuo seno è piccolo
e proporzionato e mi piace molto.
-Piccolo?
-Sì, ma proporzionato e con una forma tonda e carnosa fantastica,
nella botte piccola c'è il vino buono- si affrettò a dire.
-Hai presente un qualcuno che si arrampica sui vetri.
-Sì- annuì il ragazzo ormai rassegnato e mimando il gesto
aggiunse- hiiiiiiii.
-Esatto, coraggio inutile uomo, andiamo la jacuzzi ci aspetta!
Tom si guardò in giro, ma vedeva una sola piscina piccola posta
in una bellissima mansarda tutta di legno, in un angolo una cascata,
ma le bollicine non le vedeva.
-Andiamo- Lauren salì sulla scaletta ed entrò nella piscina,
seguita da uno scettico Tom che per l'occasione si era legato bene i
suoi dreadlock per non bagnarli. La ragazza si avviò sicura nella
parte della piscina che finiva fuori dove era posta la parte con le
bollicine.
-Ma sei fulminata? Fuori ci saranno si e no 2 gradi.
-Ma dai, è la parte calda con le bollicine, vedrai non sentirai
nulla.
-Certo perché sarò morto prima di raggiungerla- protestò
il ragazzo fermandosi sulla scaletta.
-Uffi ma sei una totale piaga umana- Lauren si tuffò e nuotò
verso la jacuzzi
-Sì sono lagnoso, ma quando pensavo a bollicine rilassanti speravo
fossero calde- sottolineò il ragazzo con tono di viva protesta.
-Ma lo sono vedi sono fumanti- mostrò Lauren con il dito verso
il fumo che si levava esternamente.
-Sì ma sono fuori all'aperto!- protestò preoccupato.
-Io mi lancio- Lauren senza indugio entrò nella zona calda con
le bollicine, Tom titubante fu più lento, ma poi capì
che era caldo abbastanza e quindi si rilassò
-Scusa- disse sommessamente raggiungendo la ragazza e prendendola tra
le braccia- sono un idiota.
-Esatto- fece Lauren baciandolo affettuosamente.
-Ahi- protestò Tom per il labbro che doleva.
-La botta sul naso sta diventando violetta.
-Grazie, sarò bellissimo.
-Avete impegni lavorativi? Tipo servizio fotografico? Girare un video?
Apparizione televisiva?
-No, non penso comunque non c'è problema riescono a rendere figo
perfino Georg.
-Senti bello sappi che Georg ha un fisico da paura, un viso splendido
e un carattere d'angelo a sopportare due gemelli cretini, io mi domando
come faccia, per non parlare poi di Gu, prima poi vi ficca le bacchette
nel didietro .
-Adesso però mi devi raccontare la tua abilità con quell'aggeggio,
cavoli ogni volta mi stupisci, credevo di conoscere tutto su di te e
invece.
-Sai che per il mio asma da piccola vivevo spesso o in campagna o al
mare. Mia nonna ha un castello nel sud della Francia verso Bordeaux,
poi ha una casa a Biarritz.
-E poi c'è la casa in Normandia.
-Con altri possedimenti sparsi nella campagna di cui non ti ho detto.
-Porca paletta, ma mi spieghi che cazzo ci siete venuti a fare a Loitsche?
-Sadismo teutonico di mia madre? No, i nonni materni ti ricordo abitano
a Magdeburgo.
-Già che sfiga.
-Veramente, avrei fatto a meno di aver dei vicini deficienti e poi fidanzarmi
con uno di loro.
-Ed io mi starei ripassando un intero fan club di ragazzine.
-Esatto, entrambe sfigati. Comunque ho sempre fatto vela in vacanza,
sul mare, sul lago ovunque. Infatti ho un'esperienza di affondamento
di barche da record?
-Ma il gioco non è affondare, almeno che tu non sia la figlia
segreta del capitano del Titanic.
-Lo so ma capita, il mio primo affondamento avvenne alla tenera età
di sette anni nella baia di Santa Giulia, in Corsica
-Ma dai- commentò curioso Tom immaginandosi la sua fragolina
in barca.
-Già il mio primo optimist, Lady Marion, affondato per un errore
di manovra. Con un'amica un po' più in carne ho iniziato a fare
una bolina strettissima e a imbarcare acqua, da qui l'affondamento.
-Una bolina?
-Ok, quando si risale il vento, insomma è una andatura della
barca.
-Ok, non raccontarmi il velense, tanto non ci capisco una cippa.
-La mia seconda imbarcazione, nove anni, sempre un optimist, Susy.
-Nomi del cazzo.
-Già da quelli si capiva che erano destinati all'affondamento.
-Si sono suicidati?
-Più o meno. Quella volta, baia di Caprera, Sardegna, mare piuttosto
agitato e vento fortissimo, una figata totale. Il maestro scettico e
titubante non voleva farci uscire, ma poi mi ha guardato e ha convenuto
che fossi pronta.
-Ti ha guardato male.
-Esatto, ha valutato male, non ha letto il mio lampo maligno pronta
a tutto pur di divertirsi come una scellerata. Perché vedi, mia
madre mi chiudeva in una gabbia dorata quindi appena io fuggivo facevo
cose sconsiderate, anche quella volta una bolina azzardata, una scuffiata
da paura, perdita della randa e affondamento.
-Mi immagino tua mamma.
-Un coccolone, quando mi ha vista tornare sul gommone del maestro e
non sulla barchetta.
-Povera signora Bart.
- Perché non sai quando sono tornata a bordo di una cayak perché
avevo distrutto il mio laser fun contro un idiota di 480!
-Ovvero- chiese stupito Tom che non ne capiva nulla di imbarcazioni.
-Avevo la precedenza, avevo le mura a dritta cazzo e quello stronzo
non mi ha dato la rotta, speronamento e relativo affondamento del mio
piccolo laser, Giudy, al largo di Maiorca.
-Ok il Mediterraneo è costellato dalle tue barche.
-Sì, ci sono un po' di miei relitti sparsi, l'ultimo a Corfù.
-Ok allora come è andata?
-Oh il mio laser fun, Mimì, affondato causa incontro ravvicinato
con uno scoglio, affondamento record di due secondi, non mi sono neanche
accorta, il Titanic in confronto bazzecole.
-Chi ti ha salvato?
-Sono tornata a riva a nuoto e poi a piedi percorrendo tutta la baia
per raggiungere la spiaggia dove mia madre e mio padre mi aspettavano
ignari.
-Ma i tuoi vedendoti a piedi?
-Mia madre dose doppia di ansiolitici e mio padre due bypass.
-Ci credo poveri signori Bart.
-Ma io volevo fare il mozzo.
-Il mozzo?
-Sì, era il mio sogno, il mozzo sull'Amerigo Vespucci.
-Su che?
-Allora ero a passeggio con il mio papà sugli Champs Elysées
quando ho visto venirmi incontro il mio principe Azzurro, un marinaio
dell'Amerigo Vespucci nella sua uniforme da cerimonia e il suo pugnale
d'oro, un sogno, poi ho capito che non ero italiana ed ero una ragazza
due piccoli particolari non trascurabili e difficilmente sormontabili,
ed eccomi ballerina.
-Gli italiani decisamente mi stanno sulle palle.
-Uh, il piccolo gelosone, dai non fare così anche i mangiatori
di crauti e wurstel hanno il loro fascino.
I due ragazzi si coccolarono felici e rilassati, non vi era nessuno
nella piscina: quelle bollicine, il cielo terso e il vento freddo che
sferzava il viso contrastavano con il calore emanato dall'acqua, Lauren
e Tom erano felici, avrebbero voluto che quel momento non finisse mai.
-Domani a quest'ora sarà tutto finito- sussurrò Lauren
stringendo a sé il ragazzo.
-No, ti prego non dire così o mi prende male.
Rimasero abbracciati ancora un po', ma purtroppo furono riportati alla
dura realtà quando altri ospiti affollarono la piscina, erano
di ritorno dalla visita guidata all'isola e al museo della pesca. Subito
i due ragazzi si sciolsero dall'abbraccio e decisero di riprendere le
coccole in un ambiente più intimo come la loro camera.
***
Alle tre puntuale lo stomaco di Tom cominciò a protestare.
-Merenda- si alzò scattante per una volta tanto il ragazzo avviandosi
in bagno.
-Avessi questa lena anche la mattina-commentò Lauren indugiando
ancora tra le lenzuola.
-Devo riprendere forze per finire gli ultimi capitoli del Kamasutra-
disse eccitato il ragazzo.
-Ma se non hai ancora superato l'introduzione- disse ironica Lauren
raccogliendo il suo costume che era stato tolto senza troppo riguardo-
comunque vestiti pesante e infilati le scarpe da trekking, ci aspetta
una bella passeggiata dopo la merenda.
-Cosa?- urlò il ragazzo dal bagno, poi fece capolino- ho dimenticato
le mutande, me le passeresti?
-Biondo, toh, i tuoi boxer fetidi, verdi? Meno male che prima avevi
su il costume perché mi sarebbe scesa la catena.
-Questo verde mi dona.
-Cacca di bimbo, color diarrea sciolta? Direi di no.
-Uffi, sono alla moda e poi guarda che forme mi fanno.
-Sì il tuo pacco sembra un'oliva.
-Va fan culo stronza- rispose Tom le cui doti maschile venivano spesso
messe in dubbio dalla ragazza.
Poco dopo uscì dal bagno.
-Minchia una maschera d'ossigeno avrò bisogno per entrare a pettinarmi.
-Esagerata.
-Capisco Bill risparmia sulle meches bianche, basta che entri in bagno
dopo che hai evacuato ed ecco fatto.
-Uffi, tutta salute.
-Sì per il tuo intestino, non per i miei polmoni- la ragazza
si diresse verso la finestra della camera e la spalancò- aeriamo
il locale prima di soggiornarci.
-Uh, per così poco.
-No, ti ho sopportato abbastanza, mi immagino sul vostro tour bus, chissà
che olezzo.
-Porca miseria, sì tra i miasmi di lacca di Bill, il deodorante
per cani di Georg, le flatulenze di Gustav e le mie proverbiali espulsioni
-Il tour bus va a reazione.
-Più o meno- fece ridendo Tom.
***
-Lauren mi ricordi perché siamo qui?
-Il diplomino.
-Cosa?
- Il diplomino, io devo salire sul faro così avrò il diplomino
che sono salita sul faro più alto della Germania.
-Il va cagare lo vuoi adesso o quando saremo dentro.
-Insomma, sei un pappamolla, abbiamo solo fatto sette chilometri circondati
da un paesaggio magnifico di dune stupende tra colori fantastici e ora
ci aspettano 265 gradini, cosa vuoi che sia per uno che si è
scofanato nell'ordine: due panini, uno con prosciutto di Praga e uno
con salame; due fette di torta: per prima una sacher e poi, non pago,
una fudge al caramello con colata lavica di panna.
-Appunto, sono talmente appandorato, ogni tanto sento la sacher che
mi chiama.
-Insomma l'ho promesso a piccolo Bill.
-Va fan culo malefico fratello gemello dovevo tirare meglio sul cordone
ombelicale, lo sapevo.
-Cattivo- fece Lauren appioppando un pugno al ragazzo- uffi, piccolo
Bill è così carino e indifeso, che fratello gemello crudele.
-No, no, anche da lontano riesce a rovinarmi la vita- scherzò
Tom ben sapendo che quel giorno si erano sentiti solo tre volte e che
Bill gli mancava molto.
- Coraggio- Lauren trascinò nel Faro il ragazzo, alla cassa del
museo una signora bionda alta e grossa con le gote rosse li accolse.
-Due studenti?
-Sì.
-Signora, per il diploma come si fa?
-Allora ditemi i vostri nomi e quando scenderete li troverete pronti,
costano 10 euro l'uno.
-Cavoli, non solo devo sgobbare, devo pure pagare per l'idiota.
-Senti uno che ha un truzzo catorcio, la macchina più inquinante
dell'universo che beve come un cammello, 10 euro per il gemello scemo
li sborsa.
-Non sono i soldi è il principio.
-Lagnoso pastore bergamasco, sgancia la pecunia e taci.
-Uffi- bofonchiò il ragazzo tirando fuori il portafogli.
-Se ne possono avere tre?- domandò Lauren.
-Perché?- domandò curiosa la signora.
-Volevo regalarne uno al gemello di questo troglodita accanto me.
-Non si potrebbe, perché non è presente, ma chiuderò
un occhio, solo perché sono gemelli e so come diventano gelosi.
-Per nulla- bofonchiò Tom.
-Puah- commentò acidamente Lauren- quante volte ho assistito
alla scena "perché a lui hai dato il muffin più grande?"
"perché lui ha la bistecca più alta?" "perché
lui ce l'ha più lungo?" ah non questo non è mai accaduto-
fece sorniona mentre riceveva una sberla sulla testa dal ragazzo che
arrossiva di fronte alla signora del faro che lo squadrava divertita.
I due ragazzi lasciarono i nomi e si avviarono verso le scale, pronti
per salire, dopo circa venti gradini Tom ne aveva già piene le
scatole, per tutto il tragitto porconava in sette lingue, aveva finito
il campionario di insulti, imprecazioni ed esclamazioni.
-Coraggio, pappamolla- lo sollecitava Lauren che aveva fiato da vendere-
oh issa, oh issa.
Tom ormai in apnea rispondeva solo con gestacci.
-Dai facciamo un gioco-propose Lauren- ogni venti gradini ti do un bacio.
-Ok- fece con un filo di voce il ragazzo con un lampo di concupiscenza
nello sguardo. Lauren cominciò a salire contando poi si fermava
per aspettare il ragazzo e come promesso lo baciava appassionatamente.
Il resto della salita fu compiuto in silenzio, il ragazzo faceva i gradini
con più lena.
-Eccoci, esclamò Lauren ormai in cima.
-Be' che aspetti andiamo sulla terrazza- la sollecitò il ragazzo
con poco fiato nei polmoni.
-Soffro di vertigini- fece ferma la ragazza.
-Cosa?- ululò il ragazzo ormai senza più forza- tu mi
hai fatto fare settecento gradini e poi non guardi il panorama? Ma sei
sciroccata?
-No, vai tu a fare le foto- lo sollecitò la ragazza.
-Ma veramente- fece titubante il ragazzo- soffro un po' anch'io.
-Cosa?
-Lo so ti confondi di gemello.
-Cazzo Tom sei più inutile e insulso dell'idiota emo punk rock.
-Insomma cosa ti devo dire, sono diverso da Bill ormai dovresti averlo
chiaro.
-Già, ma Bill in questo è più utile di te, uffi,
dai, se mi dai la mano e stiamo rasenti il muro riusciamo a fare il
giro e forse una fotina ci scappa- Lauren prese per mano il ragazzo
e acquistata sicurezza i due si mossero.
-Dai non è poi così tremendo- confessò Tom
-Sì, se non guardo troppo giù e mi concentro sull'orizzonte,
ce la posso fare.
-Foto?- suggerì Tom.
-Sì, autoscatto- gioì Lauren, poi tirò fuori la
sua macchina e un piccolo cavalletto pieghevole, lo posizionò
su una cornice di una finestra, mise a posto l'inquadratura e diede
il via. I due ragazzi si misero in posa da fidanzati, abbracciati stretti
con un sorriso largo.
-Un' altra- invitò Lauren.
Questa volta si baciarono amorevolmente mentre la macchina scattava.
I due ragazzi ammiravano il paesaggio quando un forte vento aveva cambiato
direzione e stava portando delle minacciose nuvole nere sulle loro teste,
i due ragazzi tuttavia non ci fecero caso. Dopo aver esplorato con lo
sguardo ogni centimetro dell'orizzonte che si apriva davanti a loro
e averne fissato i colori, le forme e i profumi, i due si decisero a
scendere. Le scale furono affrontate con più lena e le proteste
del ragazzo furono più pacate, ogni tanto si lamentava di alcuni
dolori dovuti alla caduta della mattina che stavano vendendo fuori.
Quando ebbero completato anche la visita al museo, Lauren si avviò
contenta a ritirare il diplomino, fiera lo srotolò e lo lesse.
-A piccolo Bill piacerà un sacco.
-Certo perché comodamente dal divano di casa ha ottenuto un riconoscimento.
-Cucciolo se lo merita.
-No, fidati, cucciolo è un essere inutile.
-Ragazzi- li interrupe la signora- io dovrei chiudere, ma come siete
venuti?- domandò.
-A piedi- rispose secco Tom.
-Ah- commentò laconica la signora.
Poi un colpo forte sui vetri colse di sorpresa i due ragazzi, un vento
seguito da una pioggia sferzante aveva cominciato a cadere copiosa.
-Porca paletta- poté solo esclamare Tom.
-Ci bagneremo fino alle mutande- considerò Lauren
-Ecco, lo sapevo- disse Tom risentito con il solito tono da lattante-
mi trascini in situazioni al limite del sopportabile, ma un pomeriggio
tranquillo tra le lenzuola?- poi accorgendosi di esser ascoltato arrossì,
prese in mano una penna e la passò tra le dita cercando di controllare
l'imbarazzo, mentre la signora sorrideva divertita
-Vi do un passaggio, se avete la pazienza di aspettarmi. Chiudo la cassa,
dove siete alloggiati?
-Hotel Erlebnis
-Ah, dal signor Ingo.
-Sì, è stupendo, piccolo, pulito, si mangia benissimo
e sono tutti così cortesi.
-Lo so bene, ottima scelta per due giovani che non vogliono spendere
molto ma nello stesso tempo trattarsi bene.
-Esatto, ottima qualità prezzo servizio- confermò Lauren
fiera della sua scelta mente Tom scettico avrebbe preferito qualcosa
di molto più raffinato ed elegante.
-Aspetta Tom io mi prendo anche questo- Lauren aveva in mano uno stupendo
calendario con i fari più belli del mondo.
-Questo è il mio preferito, il faro in mezzo al mare sferzato
dalle onde, guarda, come mi piacerebbe passare una notte lì dentro.
Tom sgranò gli occhi solo ad ammirare quelle foto gli veniva
da sboccare, ma guardando gli occhi luminosi della ragazza comprese
l'amore infinito che Lauren provava per il mare, proprio faceva parte
del suo dna, cosa che lo stupì molto. Insomma la credeva una
perfetta cittadina parigina, invece aveva scoperto il lato "lupo
di mare" di una ragazzina apparentemente fragile e delicata. Quella
commistione di contrasti lo aveva interessato fin dal primo giorno quando
aveva visto quella ragazzina cambiarsi alla pensilina ed indossare quella
buffa gonna a balze, delicata e forte allo stesso tempo, fine ed elegante
e nel contempo rude e aggressiva. Il suo amore cresceva a dismisura
ogni minuto di più, l'idea che il giorno dopo alla stessa ora
Lauren avrebbe preso un aereo e sarebbero stati lontani per mesi, lo
uccideva, no, non voleva, aveva bisogno delle chiacchiere fiume della
ragazza, aveva bisogno di finire nei guai e in esperienze stravaganti
con lei ogni due secondi. Aveva bisogno del profumo intenso della sua
pelle contro il suo petto, del sudore che imperlava il suo splendido
corpo dopo aver fatto l'amore, ne aveva bisogno come l'ossigeno, quei
pensieri tristi lo pervasero e come in un lampo Lauren lesse nella sua
mente e disse abbracciandolo:
-Dai ci sentiremo come al solito settecento volte al giorno e faremo
chattate fiume con skype.
-Lo so, lo so, ma ti amo che ci posso fare?
-Godiamoci il momento ti prego, al domani ci penseremo.
-Ragazzi andiamo ho fatto tutto.
-Signora come possiamo ringraziarla, ci salva la vita.
-Qui il tempo cambia in fretta e fa freddo, fra un po' si trasformerà
pure in nevischio.
-Grazie signora lei ci salva la vita, ci saremo surgelati.
***
Dopo la solita sessione di esercizi, questa volta più breve,
Lauren e Tom andarono a cena. Ad attenderli una tavola romanticamente
apparecchiata: tovaglia bianca con sopra un sottile tulle rosso, petali
di rosa e piccoli cuoricini di carta velina sparpagliati, due candele
rosse accese.
-Ma questo- esclamò la ragazza prendendo posto.
-Ti piace?- domandò fiero Tom.
-Uhwa, da morire proprio un romanticone sotto le magliette hip-pop-
Lauren perdendo il suo solito controllo indugiò in un bacio lunghissimo
che attrasse più di uno sguardo curioso.
-Tesoro, lo sai che ti amo sempre più.
-Lo so il tuo ballo di prima sulle note di Avril "Keep holding
on", mi ha semplicemente ucciso.
-Esagerato, per me esprimere le emozioni con il corpo è normale,
quando torno a casa dopo una dura giornata, mi piace andare nella mia
palestra e ballare sulle mie musiche pensando a te, mi sento più
vicina al mio amore.
-Ma adesso mangiamo, questa sera siamo stati bravi.
-Già anche se il bagno nelle bollicine con le candele ha rischiato
di farci saltare la cena.
-Sì ha risvegliato istinti potenti, ma siamo stati bravi.
Lauren e Tom cenavano rilassati come due innamorati qualunque, poi ricevettero
una telefonata:
-Alex testa di minchia mi hai finalmente eliminato il fratello?
-No, ma Bill ci ha quasi ucciso.
-Lo avete fatto guidare?
-No lo abbiamo portato al bowling.
-Oddio, condoglianze, quando ci giochiamo con la wii è totalmente
e irrimediabilmente negato.
-Esatto, la prossima volta lasciaci un libretto delle istruzioni d'uso-
scherzò Alex che conosceva Bil dalla scuola materna per cui non
aveva segreti- ora ne abbiamo le prove, vi agevolo il filmato, ne abbiamo
fatti tantissimi, abbiamo intenzione di montarli e ritrovarci per riderne.
I due ragazzi guardarono il video e cominciarono a ridere a crepapelle,
Bill tirava una palla e inciampava rovinosamente rotolando appresso
alla sfera.
-Senti ma tuo fratello c'è tutto o nelle numerose cadute ha perso
qualche rotella?- domandò Lauren con le lacrime agli occhi.
-Credo la seconda, secondo me una parte del suo cervello è irrimediabilmente
incancrenita dal troppo eccesso di lacca.
-Passami il cretino- Tom sollecitò Alex- Bill ho visto il video,
complimenti, dovresti farti pagare come pagliaccio.
-Senti fratello stronzo, mi hanno preso in giro per tutto il pomeriggio,
gradirei che mi tirassi su il morale, -ah be' allora ti passo Lauren.
-Cucciolo, hai un futuro- lo salutò Lauren- diventerai un campione,
sei una specie di genio della sfera.
-Ma che video hai visto?
-Quello che hai buttato giù tutti i birilli catapultandoti insieme
alla sfera, ecco forse non ti hanno spiegato le regole, i birilli vanno
buttati giù con la palla non con i denti. Comunque consolati
domani rivedrai tuo fratello è ridoto molto male, ha lividi,
escoriazioni e un naso da Rudolf la renna che da viola diventerà
giallino. Un bijou.
-A che tipo di prestazioni sessuali lo hai sottoposto? Avete tentato
la posizione della tigre.
-Ciao, tuo fratello muore sul missionario figurati!- Lauren ci stava
andando giù pesante e al tavolo vicino la coppia di anziani si
stava facendo quattro risate a sentire le conversazioni dei due ragazzi-
una ameba ha più verve sessuale di tuo fratello sappilo.
Tom prese il suo cellulare e si difese:
-La questione è solo una: ho una fidanzata fulminata che mi sta
spompando, mi distrugge con passeggiate estenuanti, attività
sportive al limite e mi succhia tutte le energie, quindi quando raggiungo
il letto, collasso.
Lauren riprese il cellulare:
-Allora tuo fratello anche con tutta la volontà del mondo ha
una durata degna di Flash Gordon, non c'è speranza.
-Va fan culo- inveì Tom strappando il suo cellulare- non darle
retta, allora hai mostrato tutta la tua infinita deficienza?
La conversazione fu lunga e piena di risate, i due ragazzi avevano voglia
di condividere con Bill tutti i momenti che stavano vivendo, furono
interrotti solo dall'arrivo del cibo e da una proposta inaspettata.
-Ragazzi nella sala giochi del piano inferiore proietteremo un film
"Becoming Jane"- annunciò il signor Ingo.
-Bellissimo, lo adoro, lo andiamo a vedere?
-Ma è un film pizzoso, strappalacrime, mieloso da taglio di vene?
-Certo è la storia romanzata di Jane Austen.
-No- urlo Tom prendendo il coltello e simulando un suicidio- Jane Austen
no!
-Uffi, sappi che è bellissimo l'ho già visto cinque volte
ed è così romantico.
-Perfetto quindi non hai bisogno di vederlo una sesta.
-Sì, ma sai condividere con te un momento dolce e romantico,
mi fa essere più ben disposta dopo, in camera, soli.
-Perché mi tieni sempre per le palle?
-Con te è così semplice, hai solo il cervello primordiale!-
fece Lauren grattando la testa al ragazzo- e poi in modalità
Tom Kaulitz non riusciamo ad andare al cinema, almeno qui possiamo farlo,
sarà come esserci veramente, ci sono i pop corn, le bibite.
-Le caramelle gommose?- chiese con tono infantile.
-Adesso non allarghiamoci- commentò Lauren.
-Va be', hai vinto tu, come sempre.
***
-Adesso tu mi spieghi perché quella scena ti fa piangere sempre
anche dopo la sesta volta che la vedi.
-Non so, non è bellissima?
-No, è normale, una scena come le altre.
Lauren si mise davanti al ragazzo, erano soli in camera, lo baciò
teneramente poi aggiunse:
-Sono stata brava?- riprendendo le parole del film- almeno per una volta
vorrei farlo bene.
Tom arrossì, era stato un bacio bellissimo, allora capì
quanto Lauren fosse romantica e dolce, si sentì uno stupido,
per averla derisa e ricambiò il bacio, i due si sdraiarono sul
letto e guardandosi nella penombra, rischiarati solo dalle luci che
provenivano da fuori, si accarezzavano dolcemente. Volevano imparare
uno dell'altro ogni cosa, volevano assaporare fino in fondo quei colori,
quelle luci , quei profumi per portare a casa più sensazioni
felici possibili.
***
-Oh, finalmente, l'ultimo nitrito!- esultò Tom, mentre Lauren
spegneva la sveglia, questa volta non si alzò pronta e scattante,
ma cominciò a coccolare il ragazzo che aveva una capacità
di ricadere nella fase rem rapidissima. Tom sentendo le carezze percorrergli
il corpo si ridestò, decisamente, quella mattina, cominciava
a piacergli era il suo ideale di inizio giornata.
-Porca miseria ladra- urlò Lauren quando si ridestò- cazzo
sono le 9
-Cazzo, la colazione, ho fame io.
-Ma tu sei veramente con un cervello primordiale, mangiare bere, dormire,
cagare e scopare.
-Bonjour finesse madame la comtesse- esclamò Tom lievemente in
imbarazzo- ebbene sì lo confesso, muoviamoci, ho una fame e dopo
la nostra sessione mattutina lo stomaco ha una voragine che solo un
buffet come quello dell'albergo può colmare.
Lauren scosse la testa si alzò e insieme al ragazzo si prepararono,
per quella mattina li attendeva l'ultima follia macinata dalla testa
della ragazza, nel primo pomeriggio avevano la nave del ritorno.
-Mettiti per questa mattina la tuta nera e le scarpe da trekking, lascia
fuori dalla valigia un cambio.
-Che cosa mi attende? Perché devo lasciare fuori un cambio?-
fece preoccupato Tom che aveva effetti personali sparsi per tutta la
stanza.
-Sorpresa.
-Perché dietro questo simpatico tono sento come aleggiare una
mannaia che mi ribalterà un carico di merda enorme?
-Il mio tono no, perché, una sorpresina così da nulla,
veramente ti assicuro, dell'isola ci manca solo la parte ovest da esplorare.
-Ho già capito come minimo mi aspetta l'ascensione in cordata!
-No, nulla di fisicamente pesante.
-Perfetto come minimo una passeggiata corroborante di 20 chilometri-
ipotizzò il ragazzo conoscendo il suo fiorellino e la sua ironia.
I due ragazzi si vestirono e uscendo dalla porta si ritrovarono la coppia
di anziani signori davanti, anche loro avevano appena lasciato la camera.
-Buongiorno- disse Lauren sorridendo gentilmente.
-Oh, per voi è iniziato molto bene questo giorno!- commentò
indiscretamente il signore.
Lauren e Tom si guardarono e arrossirono.
-Ah, siamo stati giovani anche noi- aggiunse sorridendo.
Sempre più imbarazzati e confusi Lauren e Tom non sapevano più
dove guardare, forse in questi giorni avevano dato prova del loro amore
più volte durante la giornata e le effusioni non erano passate
inosservate per questo si sentirono il volto avvampare.
-Coraggio, riprendetevi- lo sollecitò il signore anziano dando
una gomitata di intesa a Tom- bisogna vivere a fondo la giovinezza.
I due ragazzi, mentre scendevano le scale, non avevano ancora riacquistato
il colore normale, quando si ritrovarono nella hall videro che c'era
non poco via vai. La mattina precedente avevano fatto colazione così
presto, che solo i camerieri erano presenti, ora la gente affollava
il salone, vi erano i fiori freschi e nei salotti non pochi uomini leggevano
i quotidiani in attesa delle mogli e dei figli. Il signor Ingo quando
vide i due ragazzi li accolse con calore e li scortò al loro
tavolo al quale era stato aggiunto una specie di paravento per aumentare
la privacy. Il padrone poi scambiò qualche parola con la coppia
di signori e annunciò ai due ragazzi che, per motivi di sovraffollamento
inaspettato, al loro tavolo si sarebbero seduti, se non recava disturbo,
anche la coppia di anziani. Lauren e Tom accolsero la prospettiva con
piacere anche se l'imbarazzo non era passato, Tom si mordicchiava il
piercing come faceva quando era nervoso, mentre Lauren si strofinava
le mani, a rompere il silenzio fu il signor Ingo:
-Signorina Lauren le comunico che da quel luogo che lei sa, hanno confermato,
vi attendono per le dieci, i bagli li potete lasciare nella apposita
sala.
-Grazie -sorrise Lauren confortata.
-Che tipo di giornata mi aspetta?- chiese Tom con la voce un po' roca-
ci lascerò un arto?
-No, almeno spero, dai ci manca solo da scalare la grande scogliera-
fece ridacchiando la ballerina.
-Scalare?- disse Tom con sguardo alquanto terrorizzato- aspetta mi prendi
per u culo, soffri di vertigini.
-Ah, però, il neurone lo credevo molto meno performante- asserì
sorpresa Lauren.
-Diciamo che l'attività di questa mattina…- quando ebbe
terminato la frase ritornò del colore rosso pomodoro che si era
appena sfumato, era stato proprio uno sciocco a dare il la per altre
battute, per fortuna i due signori furono clementi e l'intervento del
signor Ingo provvidenziale.
-Oggi, novità- spiegò- ditemi quello che volete voi giovani
per colazione e noi ve lo daremo.
-Un fidanzato sportivo.
-Una ragazza bionda, un po' sciocca e…- si interruppe subito poiché
aveva già ricevuto una sonora sberla sulla testa- ahi- protestò
Tom- uffi, non avevo finito.
-So già dove volevi arrivare e quindi questo- e mollò
un calcio sotto il tavolo- è per il pensiero poco lusinghiero.
-Ma, io - protestò Tom.
-Ma io taci e ordina se non vuoi che la tua carriera da chitarrista
finisca qui perché ti spezzo tutte le falangi, falangine e falangette
e ci faccio uno xilofono.
-Violenta la ragazza- commentò l'anziano signore che guardava
l'alterco dei giovani con aria divertita.
-Non l'ha vista quando per sbaglio mi cade l'occhio su qualche davanzale-
fece Tom a bassa voce ricevendo un secondo calcio negli stinchi- ahi-
esclamò con disappunto.
-Questo è per l'uso del termine davanzale.
-Orca mi servono le gambe devo poter usare i pedali della mia chitarra!-
protestò il ragazzo.
La colazione proseguì in armonia, Lauren e Tom furono serviti
e riveriti e fecero non poche risate in compagnia dei signori Lindemann,
poi fu la volta di chiudere i bagagli e partire per l'ultima avventura.
***
-Ecco mannaggia a me e mio fratello che quel giorno sotto la pidocchiosissima
pensilina del bus abbiamo rivolto la parola a quella pazza dalla gonna
fiorata, mannaggia.
-Idiota piantala e ascoltami, non si può andare via da Amrum
senza fare l'esperienza dei cavalli che corrono sulla spiaggia circondati
dalle onde, il vento e i gabbiani che si librano nel cielo.
-Certo, come no, ma io ho il terrore dei cavalli!
-Oh cazzo, minchia, ma che uomo sei?
-Inutile lo so…- confermò Tom avvicinandosi al maneggio
con cautela
-Che trauma infantile hai subito?
-Perché sfotti?
-Con te ci sono traumi infantili ovunque
-Ebbene se mi ritrovo un fratello gemello totalmente e irrimediabilmente
idiota non è colpa mia.
-Assodato che la tua dolce metà tinta sia idiota che ha fatto?
-Avevamo cinque anni.
-Figa ma è già un miracolo quindi che abbiate compiuto
i diciotto, quante volte avete attentato alla vostra vita?
-Insomma nonna Claire ci ha portati ai giardinetti, sia quelli piccoli
e carini in centro a Magdeburg.
-Quelli con il teatrino dei burattini, le giostre, e i cavallini a pedale
dove andavamo a fare le gare ignoranti?
-Esatto, mitici i cavallini a pedali.
-Mitici? Scherzi? ma se quasi mi uccidevate una volta con la vostra
mania di competizione.
-Dettagli sei solo volta sulla biga di Bill.
-Grazie al cazzo idiota, mi hai ribaltato in modo scorretto per eliminare
la concorrenza fraterna.
-Esagerata, comunque una volta c'erano anche i pony, quelli veri e Bill
ed io siamo stati messi in groppa ad un piccolo, biondo, carino, dolce,
tranquillo " il più tranquillo" a detta del padrone,
talmente tranquillo che quando Bill ha esclamato, mentre trotterellavamo
felici, " ciao nonna guarda sembro un cowboy" il simpatico
quadrupede ha cominciato a correre e Bill si è schiantato mentre
io sono rimasto aggrappato urlante e piangente alla criniera fin tanto
che quello stronzo non si è fermato.
-Insomma la tua carriera di cow boy era finita ancor prima di iniziare.
-Io me la sono fatta nei pantaloni e Bill ha perso il dente davanti.
-Ah, che buffo.
-Sì, ma io su quel coso non ci salgo.
-Uffi, ha la sella all'americana, è il cavallo più docile
del mondo, guarda!- esclamò Lauren coccolando il cavallo che
era stato assegnato a Tom- avete i capelli uguali.
-Va fan culo- disse Tom- io non ci salgo.
-Dai, sarà stupendo.
-No.
-Uffi, dai è l'ultimo sacrificio, mi sembra che questa mattina
io ti abbia dato prova del mio grande amore.
-Sì, ma uffi, io ho paura.
-Ma è un cavallo! Guarda- Lauren stava coccolando il cavallo
di Tom dimostrando molta dimestichezza con quegli animali.
-Immagino che tu sia una amazzone perfetta, ma io non mi fido.
-Dai, vieni metti la manina piatta e dagli lo zuccherino, vedrai ti
amerà.
Il cavallo mangiò lo zuccherino dalla mano in un batter d'occhio
mentre Tom era sempre più scettico, neanche il contatto delicato
con la lingua rugosa e il nasone umido lo rassicurarono. Lauren lo sollecitò:
-Dai, metti il tuo inutile piedone qui, aggrappati e issati. Tom si
lasciò guidare e con sforzo si issò in sella- che bellino,
ora metti le redini così e respira, calmo adesso ti raggiungo
e ci accodiamo, ti faccio notare usciamo in passeggiata con i bimbi
di dodici anni.
-Questo comporta che farò una figura di merda.
-Esatto se cadi da questo cavallo sei irrimediabilmente bollato come
inutile peggio di tuo fratello con il bowling.
-No idiota come lui con una palla in mano mai!- fece Tom aggrappandosi
forte alla sella e alle redini.
Lauren si affiancò a lui con la sua montura, un cavallo marrone
stupendo dalla lunga criniera, lei montava all'inglese e da perfetta
cavallerizza cercò di far rilassare il ragazzo che con occhi
spalancati e terrorizzati si teneva forte, facendo condurre il gioco
al suo cavallo.
-Tesoro, respira, sei in apnea.
-Mi fa male il culo e gli attributi.
-Ecco appunto cerca di assecondare il movimento, tieni le spalle rilassate,
le mani pure, ti stai irrigidendo troppo.
-Ti odio lo sai?
-Ma no, dai vedrai, è stupendo, goditi rilassato le dune, il
vento e poi guarda nevica, è stupendo la sabbia mista a neve.
-Appunto, nevica si gela, e sono su un cavallo, morirò.
-Una lagna di dimensioni epocali- Lauren tentava di far rilassare il
ragazzo ma non ci riusciva, quella che sperava essere una vacanza indimenticabile
si stava per trasformare in un incubo per Tom suo malgrado. I due ragazzi
rimasero in silenzio, Lauren si era rattristata, provava un gran senso
di vuoto, di tristezza, per qualche istante pensò che forse Tom
l'avrebbe lasciata dopo questa vacanza, tra di loro si stava creando
forse un vuoto incolmabile.
-Fiorellino- fece Tom lievemente rigido- sei triste?
-Un po'- fece Lauren
-Non preoccuparti, l'aria fresca, l'ondeggiare lento e questo paesaggio
stanno sortendo i loro frutti- confessò il ragazzo pallido in
volto e teso.
-Lo dici solo per consolarmi, hai una faccia come se avessi visto uno
spettro.
-No, ti giuro, piano piano sto cominciando ad apprezzare tutto questo.
-Sicuro?
-Sì, il pallore è dovuto ad un pensiero triste che mi
è balenato in mente.
-Quale?
-Vorrei che Bill potesse essere qui, questa atmosfera è fantastica,
il contrasto del grigio mare con la neve bianca e la sabbia giallina
è surreale.
Lauren sorrise finalmente felice, quel velo di tristezza che l'aveva
attraversata era stato fugacemente superato.
-Il mio dispiacere nasce per la mancanza dell'appendice tinta.
-Cavoli sono quasi gelosa?
-No, questa malinconia è di natura diversa da quella che mi assale
quando non ci sei tu.
-Certo quella nasce nelle parti basse.
-Uffi, cavoli quanto sei scurrile- esclamò Tom avvampando di
vergogna- però un po' hai ragione, comunque io non l'avrei espressa
con quei termini.
-Sentiamo allora con che termini poetici l'avresti espressa.
-La mancanza della mia fragolina è di natura diversa, di te mi
manca il tuo tepore nel letto quando dormo, il tuo respiro soave sul
mio petto dopo che abbiamo fatto l'amore, le carezze mentre mi aiuti
ad avere cura dei miei dread, le tue faccine buffe quando spari cavolate,
la tua mania di rubarmi il cibo dal piatto, insomma i tuoi piccoli difetti
che adoro.
Lauren non disse nulla quelle parole erano semplicemente una stupenda
dichiarazione d'amore che le era entrata profondamente nel cuore, il
ragazzo che cavalcava accanto a lei l'aveva semplicemente stregata.
-Anch'io vorrei che cucciolo tinto fosse accanto a noi, sicuramente
rovinerebbe l'atmosfera con una delle sue idiote trovate da fumato o
come minimo sarebbe già stato disarcionato dopo il primo minuto,
ma sì, vorrei che fosse qui, per lui però sarebbe stata
una grossa sofferenza.
-Già dopo il fattaccio con papà è sempre più
taciturno e rompi coglioni, mi sono accorto che qualcosa non va, ma
non so come aiutarlo.
-Il fatto poi che provi qualcosa per me non aiuta, abbiamo provato ad
allontanarci, ma non so se è servito a molto.
-Concordo, più che aiutarlo lo ha reso più triste.
-Già, dobbiamo cercare di rimediare, sta sera prima di partire
chiariamo.
-Sarà meglio.
Quando il gruppo arrivò sulla punta estrema dell'isola, lo spettacolo
sotto gli occhi di tutti era magnifico: la neve aveva coperto la sabbia
e sembrava gettarsi sulle onde, una coltre bianca rifletteva la luce
del sole che penetrava a stento tra le nuvole grigie che si fondevano
con il mare. Poi il capo gruppo sollecitò la sua montura e cominciò
a galoppare veloce lungo quella deserta distesa di neve e sabbia, i
cavalli in gruppo cominciarono a muoversi veloci, dopo il primo attimo
di panico e terrore, Tom si lasciò trasportare, aveva superato
le sue iniziali paure ed ora si godeva il vento gelido sulle guance,
il paesaggio incantato e la sensazione di libertà data dalla
corsa gli fecero provare un ebbrezza strana. Lauren accanto sorrideva
felice, il suo volto rilassato infondeva serenità al ragazzo,
quell'esperienza di totale immersione nella natura selvaggia fu come
una scossa. Quando si ritrovarono al maneggio e furono con i piedi ben
piantati per terra Tom si avvicinò a Lauren e circondandola alla
vita le sussurrò dolcemente:
-Grazie.
Poi la baciò sul collo stringendola forte a sé. I due
ragazzi avevano trascorso una mattinata stupenda, la passeggiata tra
le dune verso l'albergo fu piacevole, i due ragazzi mano nella mano
camminarono silenziosi assorti nei loro pensieri, arrivati in prossimità
dell'albergo entrarono per sbrigare le ultime formalità e lasciare
la camera. Attraversando la hall Lauren vide un giornale aperto su un
tavolino con una foto grande che attrasse subito la sua attenzione e
un titolo in grande "Bill Kaulitz perde la guerra in amore".
La foto in grande mostrava Tom e Lauren la sera precedente mentre cenavano
romanticamente mano nella mano, altre più piccole mostravano
la sequenza di una bacio e infine una scattata tra le bolle della jacuzzi
concludevano il quadro.
-Che succede?- fece Tom quando vide Lauren impietrita davanti al tavolino
da fumo all'entrata. La ragazza non rispose, solo due lacrime rigavano
il suo volto, il ragazzo si avvicinò allarmato, diede una scorsa
veloce all'articolo poi afferrò la mano della ragazza e la allontanò
da quel giornale.
-E adesso?- chiese flebilmente la ragazza.
-Nulla, che ti frega- fece spallucce Tom abituato ad avere la sua foto
sparata a pagina intera sui giornali.
-Nulla?- disse alterata Lauren- fan culo sono io che mi becco tutte
le fan incazzate sotto casa!
-No, non intendevo quello.
-Ah no? Va fan culo- Lauren si stava alterando e per non dar sfogo alla
rabbia all'entrata si stava dirigendo in camera.
-Mi dispiace- disse la figlia del signore Ingo- non siamo stati noi.
-Non importa- fece Lauren con due grosse lacrime che le solcavano il
viso- ormai è andata.
-Veramente mio padre oggi ha fatto mettere quel paravento e vi ha fatto
sedere con i signori Lindemann proprio per questo, sperava che così
facendo foste meno esposti.
-Grazie- disse Tom che provava molta tristezza per Lauren.
-Grazie- fece a sua volta tra le lacrime la ragazza- quello che fa male
è il titolo stupido e il fatto che dei momenti strettamente personali
siano stati spiattellati così davanti a tutti. Speravo di poter
vivere qualcosa intensamente in piena libertà senza finire come
una cretina sui giornali.
-Immagino sia dura.
-Dura è un eufemismo- confessò Tom rammaricato-la foto
però sembra fatta dall'interno del locale.
-Sì io ho un sospetto- spiegò la figlia del padrone- ieri
nel pomeriggio vi sono state delle persone che si sono connesse ad internet
per lungo tempo, abbiamo un sistema in cui vediamo il tempo e la quantità
di byte scambiate per conteggiare il pagamento, ovviamente non abbiamo
accesso alle pagine web, comunque gente che in una settimana di soggiorno
non avevano mai usato internet, ieri lo ha fatto in modo massiccio.
-Ho come un sospetto- fece Lauren- sono quegli stronzi di Paula e Eduard,
o gli altri due deficienti.
La figlia del signor Ingo non proferì verbo, ma la sua faccia
fu alquanto eloquente, i colpevoli erano proprio loro, lo si capiva
anche dall'inquadratura della foto, era senza dubbio scatta da un tavolo
laterale, quelli occupati dai ragazzi sospettati.
-Lasciamo perdere- fece Tom posando una mano sulla spalla di Lauren,
la ragazza a quel contatto fu come assalita da un'ondata di tristezza
e, affondando la testa nella felpa del ragazzo come soleva fare quando
cercava conforto, lasciò sfogare quel dolore.
-Non è giusto, non è giusto- diceva stringendosi al ragazzo
come per entrare nella sua carne per sparire- speravo che portandoti
in un'isola remota nessuno potesse disturbarci, perché?
-Già perché?- potè solo dire Tom- scusa e il titolo?
-Già cucciolo che c'entra?
-Appunto ci mancava che titolassero "Bill Kaulitz è gay"
perché suo fratello si è trombato la sua ragazza.
-Meglio " Bill Kaulitz re del rock criniera cornuta sempre piaciuta"
-Oppure "Bill Kaulitz condivide tutto anche la sua ragazza"
-"Bill Kaulitz, ecco come fanno a stare su i suoi capelli, lacca?
No, corna!
I due ragazzi lasciarono sbalordita la figlia del signor Ingo, in poco
avevano trasformato quel momento di sconforto in un motivo piacevole
dando titoli ridicoli ai giornali, dimostrando di poter superare tutto
e voler sfidare tutto e tutti come facevano da sempre.
***
-Allora vecchio Tom?- lo sollecitò Bill sedendosi accanto al
fratello sul divano e appoggiando la mano sul ginocchio cercando un
contatto affettuoso con il gemello- riassumi i tre giorni tra le grinfie
della fragolina.
-Tre parole: passeggiate, land yatching, cavallo.
-Ok, non sono termini dal Kamasutra.
-Insomma due neuroni is meglio che one, evitiamo discorsi di livello
basso e parliamo di cose serie.
-Bene avete usato le manette?
-Bill va fan culo- inveì scherzosamente Lauren- ti sei appena
giocato il tuo regalino.
-Già parliamo di regalino- fece Tom prendendo per il collo il
fratello- ho come un istinto omicida nei tuoi confronti, ti ho maledetto
ogni istante, ogni gradino che ho fatto, sappi ti odio.
-Uffi, ma cosa ho fatto?- chiese Bill che non capiva
-Ecco il primo regalino- Lauren tirò un piccolo tubo dorato con
un fiocco rosso.
Bill tolse il tappo e srotolò un foglio:
-Figo un diploma!- esclamò con gli occhi luccicanti- grazie
-Lo abbiamo tutti e tre!- fece trionfale la ragazza che sapeva bene
che le cose così apparentemente stupide piacevano tanto a Bill.
-Ecco un'altra stronzata per te- fece Lauren presentando un pacchettino.
-Un anello!- esclamò Bill che aveva intuito.
-Come cazzo hai fatto? Hai un radar?- domandò Tom sconvolto dal
fratello.
-No conosco bene la mia Lauren sa bene cosa mi piace- Bill aprì
la scatolina e ne estrasse un bellissimo anello con delle incisioni
particolari nere su argento- starà da dio accanto al teschio
che metto spesso.
-Già e ti starà d'incanto con quella maglietta bianca
con inserti celtici, guarda.
-Giusto, hai ragione, ti adoro- fece Bill abbracciando Lauren, nel profondo
però nascondeva un'infinita tristezza che mascherava con un largo
sorriso.
-Ecco- aggiunse Tom fingendo indifferenza come se quel regalo lo avesse
preso perché obbligato e non perché in realtà quando
lo aveva visto aveva intuito che a suo fratello sarebbe sicuramente
piaciuto.
Bill scartò il pacchetto e ne estrasse un paio di guanti di pelle
neri con una rete sul dorso, erano guanti da vela ma si addicevano perfettamente
al look del ragazzo, Tom li aveva visti in una vetrina al rientro dalla
passeggiata dopo il land- yatching e li aveva comprati al volo.
-Ma mamma e papà Gordon?- domandò perplesso Tom.
-Arriveranno domani- fece Bill flebilmente- hanno deciso di prolungare
la vacanza credo ci saranno novità al loro rientro- aggiunse
Bill ancora più malinconico.
-Quindi eri solo soletto- concluse Tom
-Già- rispose semplicemente il ragazzo senza nascondere un velo
di tristezza.
-Cavoli a saperlo tornavamo prima- disse Lauren
-Ecco mi sarei risparmiato un male al culo tremendo per i prossimi tre
giorni.
-Sei andato a cavallo?
Lauren e Tom battibeccando come due perfetti innamorati raccontarono
tutto a Bill, davanti a tè, biscotti e dolcetti.
-Coraggio, vatti a vestire-lo sollecitò Lauren- mi devi accompagnare
con pastore bergamasco in aeroporto! La ragazza lo trascinò in
camera e quando furono soli chiese:
-Bill che facciamo?
-Come mi trascini in camera mia per farmi vestire e poi me lo domandi?
-No, intendevo un'altra cosa- fece Lauren tirando un sospiro, pronta
per il suo discorso- vorrei capire
-Ok, intendo infilarmi dei pantaloni e una felpa, dei calzini…
-Dai idiota- lo sollecitò Lauren con un sorriso malinconico.
-Ho capito- fece lentamente Bill- in questi giorni ho pensato molto…
-Vedo- aggiunse Lauren asciutta con la voce strozzata da un nodo in
gola
-Insomma, dopo quello che è successo con il papà a Natale,
be' ci eravamo detti che potevamo tornare ad essere migliori amici-
Bill pronunciò quella parola con una fatica insormontabile, ma
mentire a quanto pare gli riusciva benissimo
-Sì- disse Lauren rassicurata - speravo che dicessi così-
sorrise felice e rilassata- sai in questo momento così importante
ho bisogno del mio migliore amico, sarò tanto sotto pressione-
Lauren gli afferrò le mani e guardandolo dolcemente continuò-
ho bisogno che tu mi dia tutte le dritte per sopportare una troupe televisiva
che ti segue ovunque, qualcuno che mi dica come gestire l'ansia da prestazione.
-Un esperto in questo - fece Bill cercando di dominarsi il più
possibile per non mostrare la sua voglia matta e irrefrenabile di buttare
sul letto Lauren e baciarla con tutte le sue forze, la gola gli bruciava,
perché quel titolo di quel maledetto giornale aveva colpito così
nel segno? Lo aveva trovato scorrendo le pagine internet dei quotidiani,
"Bill Kaulitz perde la guerra in amore".
In quei giorni senza suo fratello aveva potuto soppesare quanto fosse
grande la distanza che lo separava da Tom, si sentiva solo irrimediabilmente
solo, ma non voleva far preoccupare le persone intorno a lui e così
mentiva, era riuscito in poco tempo ad affinare una tecnica infallibile
per fingere. Aveva mentito ad Alex, a sua madre, a Gustav, a Georg,
era diventato bravissimo ad indossare la maschera del perfetto ragazzo,
il cantante in carriera che nessun titolo, nessuna foto, nessuna domanda
posta dai giornalisti può scalfire. Un muro forte e alto per
proteggere il suo io dagli attacchi esterni, un muro per difendere i
suoi veri sentimenti e non lasciarli trasparire.
-Certo anch'io voglio tornare ad essere il tuo miglior amico- pronunciando
queste parole Bill sentì il cuore per un istante fermarsi, si
guardò allo specchio e ammirato pensò "complimenti,
ottimo attore".