Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.
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-Allora un paio morbide, vecchie e logore per sicurezza;
due paia semi usate per il riscaldamento; due paia semi dure per eventuali
prove, due nuove. Scatolina del cucito, raschietto, copri punte, cerotti,
fasce, bende. -Questo è ciò che serve solo per le scarpe?-domandò
il documentarista. -Esatto, ora- proseguì Lauren con la lista- dei
body almeno quattro, collant, scalda muscoli lunghi, scalda muscoli
caviglia con staffa, tuta di lana per restare caldi, scalda cuore portafortuna,
pochette con elastici, forcine e retine di ogni tipo. -Occorre tutto questo? -Sì e vorrei aggiungere altro, vorrei essere
perfetta perché rappresento il Teatro dell'Opera quindi non posso
sbagliare. -Ma il nero è d'obbligo? -No, ma forse più accademico come dire, lo scalda
cuore però è rosa e con qualche fronzolo. Porto anche
un Degas da studio e una ruota. -Come mai? -Potrebbe servirmi per delle prove o delle richieste,
faremo lezione con i ragazzi dell'Accademia del Teatro e con il corpo
di ballo faremo un riscaldamento, vorrei essere pronta a tutto. Lauren fece una pausa poi continuò spiegando
al documentarista: - Io mi definirei previdente, i miei amici paranoica,
precisina, miss perfettina. Il punto è che se non ho tutto sotto
controllo divento molto nervosa con istinti omicidi, siccome dovremo
ballare in uno dei templi della danza con un pezzo contemporaneo particolarissimo
come si può vedere dal costume, sono agitata, molto agitata quindi
ciò che posso controllare per calmarmi lo organizzo. Erano passati venti giorni di delirio puro, Lauren era
stata seguita dalle telecamere della troupe di Envoyé special
che non le davano tregua, all'inizio l'idea di essere una delle tre
protagoniste di un documentario le era apparsa fantastica, ora cominciava
a rimpiangere. Le telecamere erano in camera sua , mentre faceva la
valigia per andare a Mosca e mostrare la sua vita privata non le sembrava
più divertente. Il documentario doveva essere sul confronto fisico
e sul tipo di allenamento e di sollecitazione che subiscono i corpi
di giovani ragazze. In particolare erano state scelte due ginnaste,
una di ritmica, una di artistica entrambe in preparazione per le Olimpiadi
e una ballerina. Il documentario tuttavia si era allargato e invece
di mostrare la parte fisica degli allenamenti aveva dato ampio spazio
anche alla preparazione mentale alle gare o nel caso di Lauren agli
spettacoli. Invece di una puntata unica, tre puntate dedicate ad ognuna.
Il tempo in cui era stata seguita dalla troupe televisiva quindi era
aumentato e le telefonate con Tom e Bill avevano subito delle variazioni
di durata, modalità con mille escamotage per non essere intercettati.
La privacy era stata messa a dura prova e finalmente quella sera dopo
aver spiegato in ogni minimo dettaglio la composizione della sua valigia
aveva video chiamato con il computer Tom. -Amore- aveva urlato Lauren con affetto- mi manchi da
morire, sono cotta. Tom appariva scuro in volto e per nulla disteso, in
quegli ultimi venti giorni, camion di merda secca si erano rovesciati
sui tre ragazzi in quantità esponenziale e quando una crisi sembrava
superata ecco che si ripresentava qualcos'altro. Il rapporto d'amore
tra i due ragazzi aveva subito alcuni scossoni con scene di gelosia
degne di Otello e la prospettiva di non vedersi per mesi e di doversi
sentire a spizzichi e bocconi, tra un ritaglio ed un altro, non facevano
che incupire il ragazzo. -Ciao- rispose Tom abbozzando un sorriso -No aspetta i tuoi denti mi acciecano! Il tuo sorriso
è abbagliante, amore- rispose divertita la ragazza -Scusa, allora?- fece il chitarrista ritrovando il sorriso-
Fiorellino pronta per la partenza? -Valigia operativa, troupe televisiva sbolognata, che
palle come fate con la Tokio hotel tv? -Dura la vita.- commentò malinconico -Dura- disse Lauren scuotendo la testa I due ragazzi fecero un minuto di pausa, si guardarono
nello schermo del pc scrutando i sentimenti che trasparivano. -Sono nervosa e agitata, sono sul punto di scoppiare,
dormirò pochissimo- ruppe il silenzio Lauren con un piccola lacrima
pronta per scorrere sulla sua guancia. -Non devi- la consolò poco convinto Tom- se sei
preoccupata di dover dividere la camera con Jean Pierre un San Bitter
non preoccuparti, Otello è stato ricacciato nel profondo. -Sì un po' in effetti è quello, ma dovrebbero
aver messo i partecipanti in camere doppie non promiscue. Sul fronte
Royal Ballet tranquillo il mio italiano lo sa, tentacolini a posto,
lo sai, la nostra storia è finita da un pezzo, siamo solo amici. -Lo so tu ripetimelo sempre, ho bisogno di sentirtelo
dire- sussurrò Tom che fingeva distensione per tranquillizzare
il più possibile Lauren. -A proposito di tentacolini fuori posto, devi dirmi
qualcosa?- domandò ironica e anche un po' aspramente la ragazza. -I miei sono adesi e contigui al mio corpicino, al massimo
vanno a trovare il mio Drago. -Senti fai rientrare il piccolo Grisù nei boxer
e raccontami della serata di Gala di due giorni fa- Lauren aveva visto
alcune foto di Tom che conversava felice e disteso con una modella ad
una festa vip del loro amico Bushido. -Ho trattenuto un moto vorticoso di ovaie per due ore,
ma ora la scenata di gelosia la faccio io piccolo Tom- alzò la
voce la ragazza con un piccolo dito minaccioso che si ergeva davanti
alla telecamera del pc. -Ok, ho capito a che cosa ti riferisci. -Oh, che bravo- fece Lauren con tono sarcastico. -Allora la ragazza viene da me, mi offre da bere, mentre
Bill felice, ubriaco perso, è in giro per la festa, io mi godo
il mio cocktail e lei si fa piuttosto insistente, mi dispiace, giuro
neanche per un nano secondo ho pensato a lei come a una possibile preda,
il voglioso Drago non ha fatto neanche un piccolo abbozzo nei pantaloni. -Perché hanno fatto un paio di speciali su Heute
Leute, Rtl e tv spazzatura varie? -Non lo so, non guardo quelle cose. -Anch'io ma mi è stato riferito. -Devi evitare, sai come ingigantiscono le notizie. -Lo so ma fa male vedere le immagini di voi che vi divertite
e i titoli dei giornali scandalistici con in riquadro la mia foto di
cornuta dell'anno. -Ma no- disse stupito Tom - hanno fatto una cosa simile? -Sì le tue fan esagitate si sono scatenate contro
di me con simpatici fotomontaggi. -Forse questo però ti dà un vantaggio. -Sì da scritte “puttana, bagascia &Co,
cornuta, cervo a primavera” e affini? -Ok, hai reso l'idea. -Cucciolo tinto? -Idiota tinto è in fase svacco sul divano con
copertina della nonna, ciotola di pop corn che guarda un film con mamma. -Sta per caso per suicidarsi? -Storia Ruth finita. -Porca vacca, glielo ha restituito? -Esatto oggi è passato Alex e ora la scatola
è sul comodino. -Cavoli, io ho tentato in tutti i modi. -Non dirlo a Bill, ieri ha fatto una telefonata di un'ora
e tre quarti, ha parlato anche con la signora Fisher, a nulla è
valsa la telefonata. -Incredibile -Sai che cosa ha detto l'idiota del fidanzato oltre
a una marea di stronzate giganti? -No, avanti spara. -Che noi abbiamo rovinato la festa dei diciotto di Ruth
perché le abbiamo tolto la scena, i nostri regali erano troppo
pretenziosi e mettevano in ridicolo tutti i loro regali, quelli che
venivano dal cuore e non dal portafogli. -Ma è fuori? -Bill è distrutto, non solo si è sentito
rinfacciare il fatto di non esserci stato alla festa, ma anche il suo
regalo era per mostrare tutta la sua arroganza di Diva. -Già- si udì da dietro le spalle la voce
del ragazzo che fece capolino alle spalle del fratello. -Piccolo Bill- salutò Lauren felice, il ragazzo
cinse il fratello al collo e appoggiando il mento sulla spalla di Tom
cominciò ad interloquire con Lauren -Guarda quando Alex mi ha consegnato la scatolina non
ci ho più visto e siccome Ruth al cellulare non risponde, alle
mail neppure, ho telefonato a casa. Mi ha risposto la signora Fisher
chiedendomi come stavo, esprimendo tutto il suo rammarico per l'incresciosa
situazione. Ha dimostrato tutto il suo affetto per me e mi ha fatto
capire che non è molto d'accordo con la figlia sulla decisione
di restituire il ciondolo e il nuovo ragazzo non le va molto a genio. “-Uh Bill che sorpresa la tua chiamata- disse la
signora Fisher- come mai al telefono di casa? -Scusi se disturbo ma sua figlia non risponde al cellulare
e volevo parlarle, non le dispiace vero?- fece Bill titubante. -No, hai fatto bene, ma ora come stai? -Bene, guarito, ma molto rammaricato di aver perso la
festa di Ruth, ne parlavamo sempre quando eravamo piccoli. -Già, ecco la sua festa nel castello di Neuschwanstein
è abortita però. -Sì e anche la carrozza con i cavalli bianchi-
sorrise divertito Bill. -Sì, ma per il resto è stata una festa
stupenda. -Lo so Tom e Lauren mi hanno fatto il resoconto dettagliato. -Ci sei mancato e il tuo regalo mi dispiace per ciò
che è successo, adesso ti passo Ruth, spero vi chiarirete, guarda
piccolo istrice io aspetto ancora una copia del tuo cd con autografo. -E' vero promesso glielo mando. Bill aspetto che la sua amica rispondesse con il cuore
in gola, ora pensava che non fosse stata una grande idea, ma ormai il
dado era tratto, finalmente l'amica rispose: -Ciao- fece asciutta la ragazza- mi chiami a casa? -Sì, scusa ma era l'unico modo.-tentennò
il ragazzo cercando di riordinare le idee -Mi sembrava di essere stata chiara-Ruth senza batter
ciglio rispose con tono scocciato, non avrebbe voluto certo un confronto
con Bill, troppi ricordi le sorgevano nella mente. -Sì grazie l'sms l'ho ricevuto, ma sai speravo...-Bill
lasciò la frase a metà, sentiva nella voce di Ruth molta
ostilità -Cosa?-domandò con la voce sempre più
acuta -Non so magari parlandone- Bill tentennò, il
suo cuore era gonfio di dolore, sentiva che il mondo intorno a lui continuasse
a girare, ma lui fosse fermo e sempre più solo -Non cambierò idea- fece sicura la ragazza con
tono scocciato -Lo so non è per questo che ho chiamato, il ciondolo
lo sai era molto importante per me, ero sicuro che lo avresti apprezzato,
non voleva essere pretenzioso né essere più bello del
regalo del tuo fidanzato, era solo un ricordo. -Bene il ricordo è nella memoria basta quello. -Sì è vero ma ci tenevo tanto, speravo
che con alcune persone non avrei mai perso i contatti, speravo che per
alcuni io potessi rimanere solo Bill. -Be' tu sei sempre Bill è che forse sei una amicizia
troppo ingombrante -Che cosa posso fare? Non dirmi dimagrire perché
sono già abbastanza smilzo- fece con tono scherzoso il ragazzo
tentando di rimediare alla piega che stava prendendo la conversazione. -Potresti evitare di assillarmi quindi, le nostre strade
ormai si sono divise da tempo, per te non dovrebbe essere difficile
da capire, eri piuttosto bravino a scuola- la frase era stata lanciata
con sarcasmo e una punta di livore, Bill prima di rispondere deglutì,
un nodo alla gola gli impediva di ribattere subito. -Speravo che i miei amici di lunga data rimanessero
tali, ho fatto di tutto per questo, ma mi sbagliavo -Esatto ti sbagliavi, l'amicizia va coltivata. -Lo so che sono lontano, lo so che dimentico le date,
i numeri di telefono, che ho cambiato settecento volte cellulare perdendo
tutti i contatti e che manco spesso eventi importanti per i miei amici,
ma ...- il ragazzo lasciò in sospeso la frase, lui si sentiva
il solito Bill, certo ora era spesso lustrini e borchie, ma era il solito
ragazzo simpatico e divertente di sempre, almeno fino a quel momento
si era sentito così, ma ora cominciava fortemente a dubitarne,
possibile che i soldi la fama lo avessero così cambiato? Poi
riprese- ho bisogno di voi per sentirmi normale, mi sento ingabbiato
in un mondo dorato che mi soffoca. -L'hai scelta tu la tua gabbia- fece asciutta la ragazza. -L'ho scelta io e scusa se pensavo di poter mantenere
qualche contatto con il mondo reale. -Bill mi spiace ma ho fatto la mia scelta, Klaus mi
piace molto e tra un amico lontano e un ragazzo vicino, capirai anche
tu la mia scelta. -Certo il ragazzo è più importante, ma
una persona che chiede alla propria ragazza di sacrificare un amico...-Bill
lasciò la frase in sospeso non voleva insultare con tutto un
campionario di parolacce il “caro” Klaus. -Credo che adesso abbiamo chiarito, la ragazza con cui
hai fatto la prima volta l'amore e che ha deluso le tue aspettative
si ritira. -Non ho mai detto questo, nelle interviste sparo cazzate
per nascondere la verità, la mia prima volta è stata stupenda
e tu lo sai, è stata perfetta e con la persona giusta, non ho
rimpianti e tu lo sai, lo dico solo... -Sì, sì lo fai per proteggere la verità,
be' avrei preferito esser sparata in prima pagina come colei che ha
sverginato Bill piuttosto che passare per la sfigata che non sa fare
l'amore. -Ti assicuro che non è bello esser messo in prima
pagina per questioni intime e riservate, fa molto male e ho preferito
mentire e conservare il nostro ricordo. -Bene allora accontentati del ricordo, non servono orpelli. -Già non servono monili e cianfrusaglie- fece
Bill senza quasi più voce per il groppo in gola che bruciava
come un fuoco- sappi che da parte mia avrai sempre una porta aperta. -Per ora da parte mia hai una porta chiusa- Ruth interruppe
così la telefonata” Per Bill era l'ennesima perdita importante e ancora
non si spiegava il perché, si era illuso di poter avere dei fidati
amici che mai lo avrebbero tradito e invece si accorgeva che la strada
del successo era costellata da infiniti ostacoli i più grandi
dei quali erano la perdita delle vecchie amicizie e degli affetti. -Già, ora vi lascio tubare- fece Bill allontanandosi
con la coperta sulle spalle- ci sentiamo quando sarai in quel di Mosca. -No cucciolo ho bisogno di una tua consulenza fashion
rapida- Lauren sapeva che a Bill avrebbe fatto piacere aiutare l'amica
e la sua cera rivelava una voglia di normalità e semplicità. -Spara sono tutto orecchi. -Questo è l'abito che ho scelto per il Gala,
meglio questo copri spalla o questo? -Vediamo?- esitò il ragazzo- allora metti qualche
orpello al collo? Ad esempio quel bel collier con bracciale lungo che
ti ha regalato tuo padre? -No, troppo pretenzioso, avevo intenzione di mettere
il solito, quella dozzinale collanina che mia ha regalato uno sfigato
e il bracciale con gingilli di un amico sciroccato. -Oh, signur,- esclamò ridacchiando- monili pacchiani. -Lo so quindi sentenza- attese Lauren sorridendo -Direi quindi lo scalda cuore di chiffon con sbuffo
per rendere più ricco l'abito semplice. -Giusto- annuì Lauren mostrando l'insieme scelto-
un abito semplice con un ricco scalda cuore, ti adoro. Bill le sorrise felice, era contento di esserle stato
d'aiuto e con la copertina sulle spalle si diresse sul divano accoccolandosi
tra le braccia della madre che lo baciò sulla fronte. -Sì, non promette bene. -Mi raccomando idiota stagli con il fiato sul collo
o ti castro. -Neanche da dirmelo. I due ragazzi si intrattennero a lungo, Lauren aveva
bisogno di conforto, era molto agitata per il balletto e preoccupata
per il fatto di esser seguita dalle telecamere e poi sentiva la mancanza
del ragazzo per cui le sue chiacchiere fiume si spensero solo dopo una
buona ora. Lauren era a Mosca e quando fu finalmente in stanza
la prima cosa che fece fu telefonare a Tom, la ragazza si era alzata
prestissimo e il volo era durato parecchio ma l'adrenalina e l'entusiasmo
la tenevano ben sveglia, la prima cosa che voleva fare era condividere
le sue emozioni con la persona a lei più cara Tom. Prese il suo
cellulare ed inoltrò la video chiamata. -Uhm- mugugnò il ragazzo -Mi hai detto tu di svegliarti -Lo so ma per ora sono in modalità zombie quindi
abbi molta pazienza. -Comunicazione di servizio al mono neurone, a Otello
e a Grisù imbalsamato, la mia compagna di camera sarà
anche colei che dividerà con me il camerino, ovvero una ragazza
del teatro alla Scala. -Bene così puoi far pratica. -Già ormai è parecchio che non parlo italiano. -Mi spieghi quante lingue sai? -Francese e tedesco madrelingua ovviamente, inglese
e italiano a scuola, ma quando ero piccola avevo la tata italiana e
ho fatto il mio secondo anno di elementari a Roma, mi sono scordata
molto e quindi dirò stronzate. -Ok mi sento un verme -Lo so tu a mala pena parli Hochdeutsch. -Grazie. -Di nulla amore, comunque ora andiamo in teatro, posiamo
i costumi e nel pomeriggio la nostra prima lezione in Accademia con
gli allievi del Bolshoi. Sono stata assegnata ai più piccoli
sarà stupendo. -Uhm, bene. -Cucciolo rasta ti lascio ritrovare la tua fase rem
profonda- fece Lauren con tenerezza-è sempre bello poter parlare
con te il tuo campionario di mugugni è molto ricco. -Lo so fiorellino, scusami quando hai finito lezione
ti chiamo, ho impostato il fuso di Mosca, così non sbaglio. -Bravo cucciolo dal pollice opponibile, fai progressi. -Questo sarcasmo non mi piace. Lauren e Tom chiusero la telefonata con un bacio anche
se il ragazzo dallo schermo del cellulare non sembrava proprio sveglio,
i capelli gli circondavano il viso e il soprannome pastore bergamasco
era quanto mai indovinato. Per Lauren si apriva invece una giornata
emozionante, nonostante il lungo viaggio e il fuso orario per fortuna
di sole due ore, era pronta per dare il massimo, nella Hall dell'albergo
ritrovò il suo Maître e il suo compagno, Jean Pierre, pronti
per raggiungere la scuola di Ballo del Bolshoi. Il freddo era pungente
anche se non nevicava, il cielo era coperto e grigio, Lauren indossava
un cappotto foderato di pelliccia con maniche impellicciate, colletto
di pelo e un bellissimo colbacco, tutto rigorosamente sintetico ovviamente,
la fattura era tuttavia così ricercata da sembrare pelliccia
vera. Come sempre era elegante e sofisticata poiché sapeva di
dover entrare nel regno delle apparenze, nel Bolshoi infatti le ragazze
erano molto attente al gusto e alla raffinatezza, mai uscivano non truccate
e con abiti che non fossero impeccabili, mentre Lauren spesso arrivava
a teatro con la tuta da ginnastica, qui si presentavano alle prove molto
eleganti. Sotto al cappotto indossava uno dei suoi abiti fioriti stravaganti
con calze ultra pesanti di licra e stivali imbottiti per proteggersi
dal gelo, nonostante tutto il freddo era pungente e il brevissimo tragitto
tra la porta dell'albergo e il taxi era stato un trauma. Il viaggio
verso l'accademia non fu molto lungo per fortuna, l'hotel era vicino
al teatro e vicino alla accademia. Quando Lauren scese dal taxi e si
ritrovò davanti all'imponente edificio moderno, un po' grigio
e tetro, ebbe un tuffo al cuore, le sembrò di essere tornata
indietro di due anni quando era stata ammessa alla scuola del Teatro
dell'Opera nonostante avesse quindici anni. Quando varcarono il protone moderno e furono squadrati
da cima a fondo da alcuni agenti della sicurezza, Lauren capì
di esser entrata in un altro mondo. Subito furono accolti da una segretaria
che rilasciò loro un pass straordinario come ospiti e condusse
i due ragazzi verso lo spogliatoio affinché potessero prepararsi
per la lezione. Lauren entrò nel semplice e nudo spogliatoio
con Jean Pierre, si guardarono intorno e videro che altri effetti personali
erano appesi a semplici attaccapanni, i classici degli spogliatoi, panche
vecchio stile di legno e ferro. Senza scambiarsi una parola i due ragazzi
si prepararono, pronti per la lezione, le gambe erano due pezzi di legno,
un po' per il freddo un po' per la stanchezza del viaggio: -Mi sento un ciocco di legno oggi- commentò Lauren -Io ho la voglia sotto le scarpe- fece laconico Jean
Pierre. -Nonostante tutto sono emozionata- continuò Lauren
con un sorriso- chissà con chi faremo lezione. -Temo con i poppanti, che due palle. -No, che dici, con i bimbi sarebbe bellissimo -Scherzi piuttosto un calcio nei maroni senza sospensorio. -Come sei acido, io sono gasatissima -Io no, quindi taci e infilati quelle cavolo di scarpette,
prima finiamo meglio è. Lauren con il gelo nel cuore si preparò, infilò
le scarpette da mezza punta perché ancora fredda non se la sentiva
di indossare le punte che si portò nella borsa. La sua collanina,
quella del suo chitarrista preferito, la ripose in una tasca segreta
accanto al cuore, ogni suo body aveva una piccola tasca per contenere
la collanina questo era il suo modo per avere sempre con sé il
suo Tommichou. Usciti dallo spogliatoio li accolse una signora di una
certa età che aspettava con il loro Maître: -Signorina Lauren, Jean Pierre, questa è la direttrice
dell'Accademia Marina Leonova I due ragazzi in lieve imbarazzo risposero solo con
un inchino, come erano abituati a fare con i loro insegnanti, la signora
ringraziò i due ragazzi per la loro presenza e comunicò
loro che avrebbero fatto lezione con i bimbi del primo anno, a Lauren
si illuminò il volto, mentre Jean Pierre ebbe un conato di vomito.
Il gruppo seguito dalle telecamere di Envoyé Spécial si
mosse nei lunghi corridoi, fino ad arrivare davanti ad un aula dal quale
proveniva un lieve vociare, sulla soglia ad attenderli Nathalia Georganovic
l'insegnate del primo corso. Quando Lauren e Jean Pierre furono introdotti
nella classe il vociare si placò improvvisamente, i bambini e
le bambine tutte vestite di bianco si misero subito alla sbarra, pronti
per lavorare, la direttrice, prima, e l'insegnante, poi, introdussero
i due estranei. Lauren era felicissima, lei non aveva mai ballato da
piccola in classe di danza e quindi si sentì onorata e nello
stesso tempo leggeva le ansie e i timori che provavano negli occhi di
quei bimbi. Jean Pierre con estrema indifferenza a tutto questo si mise
ad un lato della sbarra dove vi erano i maschietti, mentre Lauren prese
posto davanti a tutte le bambine. Poi come per incanto la lezione cominciò,
la musica di un pianoforte portò via tutte le paure e come immersi
nel loro mondo i piccoli corpicini cominciarono a muoversi all'unisono
accompagnati dalla voce squillante dell'insegnante. Alla fine della
lezione l'insegnate Nathalia chiese ai due ospiti se volevano fare per
i bambini una piccola variazione, Lauren suggerì il pas de deux
del cigno nero, passo a due che avevano ballato insieme in alcune occasioni,
Jean Pierre dimostrò la sua voglia facendo spallucce. -Mi sembra un'ottima scelta signorina- fece il maître -Posso farlo a modo mio?- domandò titubante Lauren -Prego signorina, sono curiosa- rispose pronto l'arcigno
maestro La ragazza si diresse verso la sua borsa, tirò
fuori la ruota bianca se la infilò e sopra ci mise la sua gonnellina
nera di voile, si mise in posizione ad un lato della grande sala insieme
a Jean Pierre e quando le note del pianoforte risuonarono i due ragazzi
cominciarono la loro danza. Lauren fu impeccabile, precisa, puntuale
senza sbavature, Jean Pierre invece fece la variazione come un esercizio.
Quando ebbero finito, nella posa finale Lauren esagerò nel cambré
proprio come una ginnasta e non come una ballerina, il maestro arricciò
il naso pronto a riprendere la ragazza anche se la signora Nathalia
rimase sorpresa. I bambini applaudirono in modo caloroso, le bambine
sognanti guardavano Lauren come a una musa ispiratrice, la circondarono
e le fecero mille complimenti anche se la lingua era per loro un ostacolo,
la ragazza si prestò volentieri a giocare un po' con loro senza
perdere di vista che erano pur sempre in un' aula di studio. La signora
Nathalia infatti richiamò all'ordine gli alunni che disciplinati
si misero in fila per il saluto finale, Lauren e Jean Pierre ai lati
si unirono a loro. -Signorina Bart, non le sembra di aver esagerato nel
cambré?- fece il maestro di Lauren quando la ragazza si fermò
per togliersi la ruota e infilarsi la tuta pesante per tener caldi i
muscoli. -Sì, scusi- sospirò Lauren abbassando
lo sguardo. -Comunque ottima performance- fece il maestro non avvezzo
ai complimenti. Lauren sorrise soddisfatta e si diresse fuori dall'aula,
Jean Pierre si era già dileguato, percorrendo il lungo corridoio
si diresse mesta verso gli spogliatoi ma fu bloccata da due forti mani. -Indovina chi è? Lauren sorrise felice e con sicurezza: -Vito! Il ragazzo la lasciò libera, Lauren si voltò
e senza indugio lo abbracciò con affetto baciandolo dolcemente
sulla bocca, dimostrando tutto il suo affetto. -Devo aspettarmi un chitarrista tedesco che mi accoltella
nel sonno. -No, sei fortunato il chitarrista è impegnato,
fra due giorni va a Cannes per gli NRJ music Award, comunque sa tutto
di noi, sa anche dell'abitudine di baciarci sulla bocca per saluto.
Lauren sorrise al ragazzo alto moro davanti a lei, rivederlo dopo più
di un anno le diede un enorme gioa e tra i due si ricreò l'atmosfera
amichevole che vi era stata a Londra. -Benissimo, comunque devo ancora capire cosa ci trovi
in lui- chiese senza mezzi termini il ragazzo con un tono acido tipico
delle persone gelose. -Uffi, è dolce, carino, affettuoso, coccolone,
sensibile. -Sei sicura?- domandò con sguardo poco convinto
il ragazzo -Certo- rispose affermativamente Lauren -Io lo avrei definito: antipatico, strafottente, maschilista,
fan cazzista, ridicolamente vestito e agghindato, caccia palle. -Sì è vero ma sotto la maglia XXL e i
pantaloni “me la sono fatta nelle mutande” nasconde un cuore
d'oro. -Sarà. -E poi lo sai noi eravamo lontani, sempre impegnati
nelle carriere, non avrebbe funzionato. -Perché con lui non è lo stesso? -Sì, ma è diverso -In cosa? -Già in cosa? Non so, io ti sentivo lontano,
mentre Tom lo sento sempre vicino, è difficile da spiegare. -Sì ho capito. Mi togli una curiosità? -A letto è bravo?- fece Lauren risultando come
sempre diretta e mettendo in imbarazzo il suo interlocutore. -Cavoli non smetti mai, la solita senza peli sulla lingua. -No, vorrai dire la solita diretta, colei che va al
punto, siccome un interrogatorio simile l'ho già avuto con il
capello rasta, prevedo. -Se la mettiamo su questo piano ed eleviamo la mente
ai massimi sistemi, in effetti è una curiosità che mi
pongo quando vedo quei due cretini durante le interviste. -Oddio sono sconvolta- Lauren sorrideva felice al braccio
del ragazzo che molto cavallerescamente le aveva preso la borsa e insieme
percorrevano il corridoio lunghissimo che li separava dallo spogliatoio. -Sono gemelli i due cretini rasta e capello sparato. -Sì, gemelli identici- rispose con voce squillante
Lauren mentre il suo interlocutore era titubante. -Uhm. -Ok ho capito, è la domanda che mi fanno tutti,
ce l'hanno lungo uguale?- la ragazza guardò negli occhi l'amico
che avvampò come scoperto nei suo pensieri più profondi. -Ma che ca...- Lauren lo interruppe -Guarda che ho affrontato lo stesso tipo di interrogatorio
dall'idiota rap mancato quindi sono abituata, è inutili che arrossisci
e per risponderti, anche se ho visto entrambi nudi non li ho messi vicini
per confronti, quindi la tua domanda esistenziale rimarrà senza
risposta. -Lauren, ti odio- concluse il ragazzo ancora cremisi
per l'imbarazzo- poi la prese per il collo e la stritolò affettuosamente,
mentre erano abbracciati in quel modo ridicolo fece capolino dall'aula
una vecchia conoscenza della ragazza. -Oh, sentivo uno schiamazzo e poteva solo provenire
da una contadina tedesca. -Franco tedesca- corresse Lauren divincolandosi dalla
presa del ragazzo- ciao cara Sasha- continuò la ragazza stampandosi
un sorrisetto falso. -Sempre in compagnia di uomini diversi.- disse ironica
la ragazza russa squadrando il ragazzo accanto a Lauren -Ti senti forse minacciata? Non preoccuparti io sono
fedele, non passo da un fiore all'altro, come te- rispose in modo esplicito
Lauren -Sei ancora con il bifolco rasta?- domandò con
astio la ballerina russa mostrando puro disprezzo per Tom. -Esatto- confermò Lauren fiera del suo amore -Caspita, povero ragazzo, ho quindi la conferma che
è un totale idiota- Sasha scandì le parole sottolineando
l'ultima, voleva innervosire Lauren che rimase impassibile. -Esatto è un cretino integrale, per fortuna-
rispose pronta la ragazza. -Comunque il Teatro dell'Opéra deve essere messo
male se manda te come giovane promessa a rappresentarlo- Sasha tentò
di giocare un'altra carta per mettere in ridicolo Lauren di fronte alle
persone che numerose avevano invaso il corridoio. -Veramente è il Bolshoi ad esser messo male se
mi ha invitato nominalmente.- Lauren sapeva che con questa risposta
avrebbe definitivamente fatto tacere la sua rivale che in effetti ebbe
un lampo di sorpresa che riuscì a mala pena a celare. -Devono aver preso un abbaglio non è così
Yuri? -Sono contenta che pensiate che la signora Leonova si
possa esser sbagliata, che allievi modello. Yuri e Sasha si guardarono poi tentarono di replicare,
ma furono interrotti proprio dalla direttrice che chiamò gli
ospiti per una riunione nel salone principale della scuola, i ragazzi
quindi si diressero verso il salone, Vito, il ballerino italiano aveva
assistito al duello verbale con aria esterrefatta chiese spiegazioni. -Lunga storia. -Lo immagino, credo che quella biondina ti adori. -Sì, follemente- disse con un filo di malinconia
Lauren che in un lampo rivide i bellissimi momenti trascorsi ad Amburgo
con i ragazzi e ricordò il video e le cattiverie di cui era stata
vittima. -Sono il gruppo di stronzi di cui mi parlavi nelle mail? -Esatto, uh allora lei è la famosa Denkova. -Hai vinto un giro gratis sulla giostra dell'Amore-
fece ironica Lauren -Speriamo che non mi abbiano assegnato il camerino con
loro, l'altro e Yuri Gregorovich. -No non preoccuparti, lo so per certo sei con i ballerini
della Scala. -Davvero, e tu che ne sai? -Li conosco bene sono due ragazzi stupendi, dopo te
li presento, sono due miei ex-compagni di scuola. -Mi sento sollevata- Lauren ritrovò il sorriso
e con Vito si diresse verso l'auditorium, ad attenderla un buon gruppo
di ballerini e di maestri, in attesa della piccola riunione informale. -Uh, ma che coincidenza la buona e cara Susan Kamph
– esclamò Lauren a bassa voce a Vito -Già l'altra tua migliore amica, scusa non te
lo avevo detto per non farti scivolare l'umore oltre le scarpe. -Sembra il ritorno dei morti viventi, i miei peggiori
incubi si materializzano come d'incanto. -Paiono spuntare come funghi. -Magari fossero funghi almeno sono buoni da mangiare,
queste sono amanite falloide. Vito scoppiò a ridere figurandosi come in un
fumetto Susan, la sua partner, come un fungo velenoso, poi aggiunse
un complimento da vero amico a Lauren che pallida come un cencio rimpiangeva
di non essere a casa. -Il problema Lauren è che tu sei troppo brava
e quindi attiri le invidie della gente. -Meglio essere ciofeche allora- fece ironica Lauren-
comunque sei fuori strada, non sono poi così brava. -La solita modesta. -No, realista e credo si vedrà ampiamente dopodomani. -Smettila di abbatterti la solita catastrofista, ti
ricordo l'offerta del direttore del Royal e dell'Abt alla fine del nostro
stage. -Ti ricordo anche la mia figuraccia alle prove. -Appunto, le prove, lo spettacolo fu stupendo. -Credo tu abbia visto un altro spettacolo, perché
io mi ricordo di una serie di fouetté chiusi male. -Ma sei fuori, fu una piccola incertezza mascherata
con perfetta arguzia da una allora sedicenne. -Ne avevo quasi diciassette e- Lauren fu interrotta
da un dito che si posò gentilmente sulla sua bocca mettendola
a tacere. -La solita disfattista, perfezionista, che critica se
stessa e si abbatte, devi credere di più in te stessa, sei una
ballerina fantastica e l'invito lo dimostra- Vito ebbe un moto di dolcezza
baciando sulla fronte la ragazza, Lauren a quel gesto inaspettato arrossì,
sentì il cuore saltarle direttamente in gola e un pensiero farsi
strada nella mente, no, lei amava troppo Tom, il cuore stava battendo
all'impazzata per l'imbarazzo. -No scusa, Vito- disse Lauren facendo un passo in dietro-
ti ricordo il cane da pastore, il tedesco chitarrista, buzzurro e troglodita. -Non era mia intenzione- si scusò il ballerino
che improvvisamente fu ricondotto alla realtà e prontamente salvato
da un ragazzo -E allora “sospensorio cubico” come butta-?
un ragazzo moro, alto e snello si avvicinò a Vito accanto a una
ragazza anche lei molto alta, longilinea dai capelli neri un po' ricci
che le cadevano fluenti sulle spalle. -Benissimo e a te “Pacco fetido”? -Caspita quanto tempo- i due ragazzi si abbracciarono
forte. -Sempre eleganti nel vostro frasario- commentò
la ragazza che subito si rivolse a Lauren-tu devi essere la partner
di Vito, Susan? -No, per fortuna- intervenne prontamente il ragazzo
facendo le presentazioni -Lei è Lauren Bart. -Ah, quella Lauren?- domandò subito il ragazzo -Sì quella Lauren- fu asciutto il ballerino che
sperava di evitare ulteriori battute eleganti- questo è Roberto
De marchi e questa è Alice Vella Lauren fu felice di conoscere i due ragazzi che avrebbero
condiviso con lei e Jean Pierre il camerino, la prima impressione fu
positiva, Alice era molto bella, fine ed elegante, una ragazza con un
sorriso semplice che denotava una certa timidezza e insicurezza, Roberto
era molto carino e altrettanto alla mano. Le due ragazze si scrutarono un po' imbarazzate poi
insieme esternarono: -Che emozione- si guardarono e risero per aver pronunciato
la stessa parola, poi Lauren proseguì -Già che emozione essere in una delle scuole
di balletto più prestigiose del pianeta. -Sono contenta che anche tu abbia il mio stesso timore
reverenziale per queste mura- aggiunse con genuina ingenuità
Alice. -E domani?- fece Lauren- domani non oso pensare quando
ci ritroveremo nel Teatro. -Al solo pensiero tremo-finì Alice -Veramente mi cago in mano- i tre ragazzi scrutarono
Lauren che come sempre lasciava interdetti i suoi interlocutori, quella
ragazzina così elegante nei modi e negli atteggiamenti, così
apparentemente fine se ne usciva con frasi totalmente all'ossimoro -Non fateci caso- intervenne Vito- è normale,
il suo aspetto da bambolina cela uno scaricatore di porto. -Benissimo allora andremo d'accordo- sentenziò
Roberto- odio le ragazze eleganti e raffinate che si scandalizzano per
piccole e innocenti battute a doppio senso. -Roberto caro- disse Alice con tono gentile- il punto
è che il più delle volte le tue sono scurrili e basta. -Sono vaccinata, i miei migliori amici sono quattro
deficienti il cui solo argomento è il sesso e i film porno. -Benvenuta nel gruppo, la coppia che qui vedi difronte
a te negli anni di Accademia non ha detto e parlato d'altro, se non
avessero sfondato come ballerini avrebbero fatto le recensioni per i
dvd porno. -Esagerata, Alice- intervenne Vito arrossendo. -Forse perché le nostre compagne di Accademia
non ce la davano. -Già- annuì Vito che ricevette una sberla
sulla testa da Alice che in contemporanea tirò un orecchio a
Roberto. -Ecco come volevasi dimostrare- fece acidamente Alice
rivolgendosi a Lauren che concluse scuotendo la testa -Gli uomini, tutti uguali- poi scambiò uno sguardo
di intesa con la ragazza italiana e insieme a braccetto si diressero
verso le prime file del salone lasciando i due ragazzi interdetti con
le loro borse. -Due somarelli, portano anche le nostre borse vero?-
fecero Lauren e Alice allontanandosi. La riunione cominciò, la direttrice dopo un discorso
di benvenuto spiegò il carnet degli impegni previsti e fece distribuire
un riepilogo con gli orari, annunciò infine la scaletta del balletto.
Quando Lauren e Alice ebbero il foglio in mano rimasero pietrificate,
in silenzio interdette leggevano e rileggevano il programma. -Confermo- disse Lauren a Alice mentre avevano di fronte
due baldanzosi ragazzi che programmavano solo le scorribande per locali
notturni- me la sto facendo nel body. -Già- disse flebilmente Alice- non solo dovrò
ballare al Bolshoi ma nella scaletta ballerò il nostro pezzo
contemporaneo dopo Romeo e Giulietta e come ultimo pezzo prima dell'intervallo-la
ragazza dopo una piccola pausa aggiunse ancora sotto schock- e poi ballerò
dopo questo deficiente di Vito e della bravissima e strabiliante Susan
Kamph. -Perché come la vedi, la mia?- fece Lauren ritrovando
la salivazione- io ballerò dopo il passo a due dal cigno nero,
praticamente un classico immortale dove i ballerini esibiscono doti
di bravura e tecnica, una delle variazioni più difficili del
repertorio classico con il nostro pezzo contemporaneo, ma soprattuto
concludo il balletto, così se è una merda tutti se lo
ricorderanno, dulcis in fundo, the least but not the last, ballerò
dopo la mia migliore amica Denkova! Lauren pietrificata leggeva e rileggeva il programma
del balletto, un bellissimo libretto di pergamena bianco con un cordone
di raso al centro, il disegno del Bolshoi e il simbolo svettavano eleganti
in prima pagina, all'interno il programma con i pezzi e gli interpreti,
l'emozione di vedere il suo nome era sopraffatta dalla paura di fallire
e Alice senza peli sulla lingua le posò una mano sulla spalla
come per consolarla, ma disse: -In effetti a ben guardare sei più sfigata! -Grazie- fu asciutta Lauren, poi guardandola scoppiò
a ridere, Alice sorrise a sua volta e le prese la mano invitandola ad
alzarsi -Dai, coraggio scherzavo andiamo ad ubriacarci solo
una buona dose di Vodka potrà farci affrontare la platea raffinata
del Bolshoi. Le due ragazze seguite da Roberto e Vito si diressero
agli spogliatoi, quella giornata stava volgendo al termine, Lauren fu
felice di poter contare finalmente su un po' di solidarietà femminile
cosa che le mancava tantissimo. Alice infatti conosceva benissimo la
fama di Lauren e non si sentiva per nulla in competizione, era conscia
delle sue possibilità ed era fiera di quello che aveva costruito
con anni di sacrifici. Sapeva che forse non sarebbe mai diventata una
étoile internazionale e quindi si accontentava del risultato
raggiunto, aveva intenzione di vivere quel momento magico come una grande
opportunità di esibirsi e di ballare in uno dei templi della
danza, sapeva che Lauren poteva aspirare all'eccellenza ed era contenta
di poter condividere con lei una bellissima esperienza. -Ero con l'altra metà del mio cervello, sta facendo
la valigia, cioè le valigie. -Condoglianze- commentò Lauren che sapeva la
lungaggine di Bill nel scegliere i vestiti da mettere. -In più avevo io chiamato Lars- fece scocciato
Tom- con me è stato venti minuti, da Bill è più
o meno tre ore. -Per fortuna lo stipendio di Lars è lauto perché
se no... -Già, ma per lavorare con Bill non è mai
troppo, è estenuante, grazie per il tuo tempismo mi hai salvato
da “non trovi che questa sfumatura di nero non stia bene con questo
disegno nero della maglietta bianca?” oppure “ questo bianco
non è proprio bianco ghiaccio come piace a me, insomma la maglietta
la pensavo più bianca, questo è bianco sporco” -Ok era una t-shirt bianca senza nessun dubbio -Esatto, ma secondo la testa vuota no, insomma sperava
fosse diversa. -Quando Bill ci si mette è un gran rompi cazzi. -Pensa diciotto anni! -Purtroppo ti tocca. -Già, ma tu fiorellino, spara, raccontami, sono
impaziente. -Tutto bene, cioè, sì, allora la mia compagna
di stanza e di camerino è carinissima, ora è sotto la
doccia. -Davvero? -Porco pervertito, cos'è quel tono di voce? -Ma sei fuori, il mio tono di voce era normale, senza
nessuna inflessione -Lo so ma il tuo sguardo è entrato subito in
modalità pervertita e lo so che pensi che noi ballerine facciamo
la doccia insieme e già ti stavi facendo un film porno in testa,
scurrile- Lauren riattaccò il telefono, Tom rimase interdetto
subito fece partire la richiamata, il capo cosparso di cenere, l'aria
da cane bastonato. -Ah- vide Lauren felice e sorridente dall'altro capo
del cellulare- così la telefonata la paghi tu, sono un genio. -Che stronza galattica che sei- fece Tom in collera
che per un nano secondo aveva temuto di aver commesso un crimine. -Ti amo- fece Lauren sorridente- mi sono divertita un
mondo. -Senti la mancanza di sonno e sesso apre la tua vena
sadica? -Esatto, comunque chi ti dice che mi manchi il sesso?-
lanciò Lauren divertita. -Ecco lo sapevo il tuo ballerino italiano- fece Tom
al limite dell'esplosione vulcanica il suo volto tradì una tensione
che da ore gli attanagliava lo stomaco, Lauren avrebbe rivisto il suo
primo ragazzo e conoscendo la loro storia sapeva che era stata molto
bella e romantica, un po' Tom era invidioso perché con Vito Lauren
aveva fatto l'amore per la prima volta. La ragazza infatti aveva, fin
da principio, raccontato a Tom la sua prima volta con dovizia di particolari,
questo, se da una parte aveva tranquillizzato il ragazzo, ora lo rendeva
molto insicuro. -Dai, Tom ti prendo un po' in giro perché mi
manchi e non volevo scocciarti con le mie paranoie che sono numerose. -Lo so che scherzi, ti prego infliggimi le tue paranoie,
le preferisco. Lauren allora inondò il ragazzo descrivendo con
dovizia di particolari tutta la sua giornata, non nascose al ragazzo
neanche le gentilezze che Vito le aveva riservato -E poi mi ha chiesto- aggiunse Lauren -Scommetto che ti avrà fatto la domanda da duecentomila
dollari. -Sì, chi ce l'ha più lungo Tom o Bill? -Ok ho deciso adesso li fotografo e li metto su internet
così tagliamo la testa al toro. -Sì grazie così evito di rispondere che
non lo so, posso solo presumere e fare delle ipotesi perché anche
se li ho visti non sono stata a fare comparazioni di lunghezza, diametro
e altre amenità. -Scusa puoi ripetere?- domandò Tom- da quando
hai visto il pistolino di Bill? -Tom guarda che il termine pistolino va bene per quando
avevi cinque anni ora lo puoi chiamare con il suo nome. -Pisellino di Bill? -Dai, piantala che stronzo, guarda che dico a tutti
che siccome Bill è più alto di te di qualche centimetro
ce l'ha in proporzione. -Va fan culo! E comunque quello di Bill è poco
usato- fece Tom con tono da bambino piccolo che deve sempre rimarcare
il suo territorio. -Cos'è poco usato?- fece una voce alle spalle
di Tom -Ciao cucciolo!- esclamò Lauren -La smettete di parlarmi alle spalle- fece Bill ridendo -Noi?- fecero in coro Tom e Lauren -Come sta andando in quel di Mosca?- tagliò corto
il ragazzo -Bene- Lauren ricominciò il racconto, i tre ragazzi
risero a lungo tra battute e scherzi. -Ecco fatto- disse Alice uscendo dalla doccia- ti lascio
il bagno, scusa se ci ho messo un'eternità ma ho i capelli ricci
e talmente lunghi, ma ti ho sentito parlare in una strana lingua. -Tedesco, ero al telefono con i miei amici. -Parli anche tedesco? -Sì ho la mamma tedesca e ho vissuto per un lungo
anno in Germania. -Ah si dove? -In un piccolissimo paesino nella regione più
sfigata, inculata e povera della Germania. -Ma dai da come lo dipingi sembra un postaccio. -Meno male che ho incontrato i gemelli più balordi
del mondo. -Ah, sì? -Già, uno di loro è il mio fidanzato e
l'altro è il mio migliore amico. -Carini. -No se ti riferisco i pensieri impuri che hanno appena
partorito su di te che fai la doccia. -Immagino, non sei mai stata in classe di danza con
quei due cretini di Roberto e Vito, se poi ci aggiungi Gregorio, Luca
e gli latri sporcaccioni, scommetto che rivaluteresti i tuoi amici. -Dubito i loro cervelli valgono per uno. Le due ragazze si scambiarono racconti della loro vita
e Lauren comprese che Aliceaveva fatto mille sacrifici, lontana da casa
da quando aveva otto anni, aveva studiato all'accademia della Scala,
era vissuta a casa di una signora che affittava camere a giovani promesse
della danza arrivate nel capoluogo meneghino per studiare. La vita di
Lauren invece era totalmente diversa e il suo affacciarsi alla danza
tardivo, quando Alice scoprì tutto ciò ne fu ancora più
sorpresa, le due ragazze si addormentarono in tarda nottata travolte
dalle loro chiacchiere, si scambiarono confessioni delle loro pene d'amore,
ma soprattutto si sentirono vicine per la paura del giorno dello spettacolo
che si avvicinava. -Uhm -Salutino veloce, oggi giornata full, non avrò
il tempo per respirare quindi ti chiamo sta sera mi sa. -Mh. -Conversazione interessante con uno che produce monosillabi. -Scusa, fragolina tu non puoi capire l'idiota mi ha
tenuto sveglio fino alle calende per decidere che giacca mettere e poi... -Scommetto una “cose che voi umani” -No, Lauren tu non puoi capire, penso di farmi venire
un mal di pancia improvviso e molto grave, appena la vedrà Gustav
per contrappasso si metterà dei bermuda fiorati. -E' più terribile della rana verde fluoro? -Vedrai. -No, non ci credo, credevo che il dolcevita argentato
che ho visto fosse il top. -Ebbene Bill darà il meglio con questa giacca
e per fortuna il dolcevita di lurex argentato per questa volta l'abbiamo
schivato, ma temo che si materializzerà presto, pensa era stato
messo sul letto per esser messo in Canada. -Oddio e poi. -Ma si è convinto che doveva optare per un look
più rock. -Grazie al cielo. -No, che dici è lì che ha giocato il jolly
della giacca, voglio morire, tu lo sai gli voglio bene e non interferisco
mai con il suo look, ma qui... -Tom mi stai spaventando. -Sorpresona! -Meno male che non avrò il tempo per pensare
al look di Bill, ma la curiosità mi uccide. -No, la giacca uccide. -E' sempre bello parlar con te di primo mattino, sappi
che i miei due sciroccati mi mettono sempre di buon umore, grazie e
fammi in bocca al lupo. -In bocca lupo lupaccio e lupacchione. -Crepi il lupo, lupaccio lupacchione. |