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Autore: Lalla Aya    15/09/2010    0 recensioni
Due ragazzini intrappolati in un tranquillo paesino tedesco con gli occhi sempre rivolti ad un orizzonte lontano. Una ragazzina strappata dalle mille luci di Parigi che mostra la sua diversità con orgoglio e sfrontatezza. Tom, Bill e Laure vogliono le luci della ribalta, ma il cammino verso il successo sarà più duro di quanto immaginano. Insieme cercheranno la forza per seguire i propri sogni e rimanere se stessi, nonostante tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 14

-Allora un paio morbide, vecchie e logore per sicurezza; due paia semi usate per il riscaldamento; due paia semi dure per eventuali prove, due nuove. Scatolina del cucito, raschietto, copri punte, cerotti, fasce, bende.

-Questo è ciò che serve solo per le scarpe?-domandò il documentarista.

-Esatto, ora- proseguì Lauren con la lista- dei body almeno quattro, collant, scalda muscoli lunghi, scalda muscoli caviglia con staffa, tuta di lana per restare caldi, scalda cuore portafortuna, pochette con elastici, forcine e retine di ogni tipo.

-Occorre tutto questo?

-Sì e vorrei aggiungere altro, vorrei essere perfetta perché rappresento il Teatro dell'Opera quindi non posso sbagliare.

-Ma il nero è d'obbligo?

-No, ma forse più accademico come dire, lo scalda cuore però è rosa e con qualche fronzolo. Porto anche un Degas da studio e una ruota.

-Come mai?

-Potrebbe servirmi per delle prove o delle richieste, faremo lezione con i ragazzi dell'Accademia del Teatro e con il corpo di ballo faremo un riscaldamento, vorrei essere pronta a tutto.

Lauren fece una pausa poi continuò spiegando al documentarista:

- Io mi definirei previdente, i miei amici paranoica, precisina, miss perfettina. Il punto è che se non ho tutto sotto controllo divento molto nervosa con istinti omicidi, siccome dovremo ballare in uno dei templi della danza con un pezzo contemporaneo particolarissimo come si può vedere dal costume, sono agitata, molto agitata quindi ciò che posso controllare per calmarmi lo organizzo.

Erano passati venti giorni di delirio puro, Lauren era stata seguita dalle telecamere della troupe di Envoyé special che non le davano tregua, all'inizio l'idea di essere una delle tre protagoniste di un documentario le era apparsa fantastica, ora cominciava a rimpiangere. Le telecamere erano in camera sua , mentre faceva la valigia per andare a Mosca e mostrare la sua vita privata non le sembrava più divertente. Il documentario doveva essere sul confronto fisico e sul tipo di allenamento e di sollecitazione che subiscono i corpi di giovani ragazze. In particolare erano state scelte due ginnaste, una di ritmica, una di artistica entrambe in preparazione per le Olimpiadi e una ballerina. Il documentario tuttavia si era allargato e invece di mostrare la parte fisica degli allenamenti aveva dato ampio spazio anche alla preparazione mentale alle gare o nel caso di Lauren agli spettacoli. Invece di una puntata unica, tre puntate dedicate ad ognuna. Il tempo in cui era stata seguita dalla troupe televisiva quindi era aumentato e le telefonate con Tom e Bill avevano subito delle variazioni di durata, modalità con mille escamotage per non essere intercettati. La privacy era stata messa a dura prova e finalmente quella sera dopo aver spiegato in ogni minimo dettaglio la composizione della sua valigia aveva video chiamato con il computer Tom.

-Amore- aveva urlato Lauren con affetto- mi manchi da morire, sono cotta.

Tom appariva scuro in volto e per nulla disteso, in quegli ultimi venti giorni, camion di merda secca si erano rovesciati sui tre ragazzi in quantità esponenziale e quando una crisi sembrava superata ecco che si ripresentava qualcos'altro. Il rapporto d'amore tra i due ragazzi aveva subito alcuni scossoni con scene di gelosia degne di Otello e la prospettiva di non vedersi per mesi e di doversi sentire a spizzichi e bocconi, tra un ritaglio ed un altro, non facevano che incupire il ragazzo.

-Ciao- rispose Tom abbozzando un sorriso

-No aspetta i tuoi denti mi acciecano! Il tuo sorriso è abbagliante, amore- rispose divertita la ragazza

-Scusa, allora?- fece il chitarrista ritrovando il sorriso- Fiorellino pronta per la partenza?

-Valigia operativa, troupe televisiva sbolognata, che palle come fate con la Tokio hotel tv?

-Dura la vita.- commentò malinconico

-Dura- disse Lauren scuotendo la testa

I due ragazzi fecero un minuto di pausa, si guardarono nello schermo del pc scrutando i sentimenti che trasparivano.

-Sono nervosa e agitata, sono sul punto di scoppiare, dormirò pochissimo- ruppe il silenzio Lauren con un piccola lacrima pronta per scorrere sulla sua guancia.

-Non devi- la consolò poco convinto Tom- se sei preoccupata di dover dividere la camera con Jean Pierre un San Bitter non preoccuparti, Otello è stato ricacciato nel profondo.

-Sì un po' in effetti è quello, ma dovrebbero aver messo i partecipanti in camere doppie non promiscue. Sul fronte Royal Ballet tranquillo il mio italiano lo sa, tentacolini a posto, lo sai, la nostra storia è finita da un pezzo, siamo solo amici.

-Lo so tu ripetimelo sempre, ho bisogno di sentirtelo dire- sussurrò Tom che fingeva distensione per tranquillizzare il più possibile Lauren.

-A proposito di tentacolini fuori posto, devi dirmi qualcosa?- domandò ironica e anche un po' aspramente la ragazza.

-I miei sono adesi e contigui al mio corpicino, al massimo vanno a trovare il mio Drago.

-Senti fai rientrare il piccolo Grisù nei boxer e raccontami della serata di Gala di due giorni fa- Lauren aveva visto alcune foto di Tom che conversava felice e disteso con una modella ad una festa vip del loro amico Bushido.

-Ho trattenuto un moto vorticoso di ovaie per due ore, ma ora la scenata di gelosia la faccio io piccolo Tom- alzò la voce la ragazza con un piccolo dito minaccioso che si ergeva davanti alla telecamera del pc.

-Ok, ho capito a che cosa ti riferisci.

-Oh, che bravo- fece Lauren con tono sarcastico.

-Allora la ragazza viene da me, mi offre da bere, mentre Bill felice, ubriaco perso, è in giro per la festa, io mi godo il mio cocktail e lei si fa piuttosto insistente, mi dispiace, giuro neanche per un nano secondo ho pensato a lei come a una possibile preda, il voglioso Drago non ha fatto neanche un piccolo abbozzo nei pantaloni.

-Perché hanno fatto un paio di speciali su Heute Leute, Rtl e tv spazzatura varie?

-Non lo so, non guardo quelle cose.

-Anch'io ma mi è stato riferito.

-Devi evitare, sai come ingigantiscono le notizie.

-Lo so ma fa male vedere le immagini di voi che vi divertite e i titoli dei giornali scandalistici con in riquadro la mia foto di cornuta dell'anno.

-Ma no- disse stupito Tom - hanno fatto una cosa simile?

-Sì le tue fan esagitate si sono scatenate contro di me con simpatici fotomontaggi.

-Forse questo però ti dà un vantaggio.

-Sì da scritte “puttana, bagascia &Co, cornuta, cervo a primavera” e affini?

-Ok, hai reso l'idea.

-Cucciolo tinto?

-Idiota tinto è in fase svacco sul divano con copertina della nonna, ciotola di pop corn che guarda un film con mamma.

-Sta per caso per suicidarsi?

-Storia Ruth finita.

-Porca vacca, glielo ha restituito?

-Esatto oggi è passato Alex e ora la scatola è sul comodino.

-Cavoli, io ho tentato in tutti i modi.

-Non dirlo a Bill, ieri ha fatto una telefonata di un'ora e tre quarti, ha parlato anche con la signora Fisher, a nulla è valsa la telefonata.

-Incredibile

-Sai che cosa ha detto l'idiota del fidanzato oltre a una marea di stronzate giganti?

-No, avanti spara.

-Che noi abbiamo rovinato la festa dei diciotto di Ruth perché le abbiamo tolto la scena, i nostri regali erano troppo pretenziosi e mettevano in ridicolo tutti i loro regali, quelli che venivano dal cuore e non dal portafogli.

-Ma è fuori?

-Bill è distrutto, non solo si è sentito rinfacciare il fatto di non esserci stato alla festa, ma anche il suo regalo era per mostrare tutta la sua arroganza di Diva.

-Già- si udì da dietro le spalle la voce del ragazzo che fece capolino alle spalle del fratello.

-Piccolo Bill- salutò Lauren felice, il ragazzo cinse il fratello al collo e appoggiando il mento sulla spalla di Tom cominciò ad interloquire con Lauren

-Guarda quando Alex mi ha consegnato la scatolina non ci ho più visto e siccome Ruth al cellulare non risponde, alle mail neppure, ho telefonato a casa. Mi ha risposto la signora Fisher chiedendomi come stavo, esprimendo tutto il suo rammarico per l'incresciosa situazione. Ha dimostrato tutto il suo affetto per me e mi ha fatto capire che non è molto d'accordo con la figlia sulla decisione di restituire il ciondolo e il nuovo ragazzo non le va molto a genio.

“-Uh Bill che sorpresa la tua chiamata- disse la signora Fisher- come mai al telefono di casa?

-Scusi se disturbo ma sua figlia non risponde al cellulare e volevo parlarle, non le dispiace vero?- fece Bill titubante.

-No, hai fatto bene, ma ora come stai?

-Bene, guarito, ma molto rammaricato di aver perso la festa di Ruth, ne parlavamo sempre quando eravamo piccoli.

-Già, ecco la sua festa nel castello di Neuschwanstein è abortita però.

-Sì e anche la carrozza con i cavalli bianchi- sorrise divertito Bill.

-Sì, ma per il resto è stata una festa stupenda.

-Lo so Tom e Lauren mi hanno fatto il resoconto dettagliato.

-Ci sei mancato e il tuo regalo mi dispiace per ciò che è successo, adesso ti passo Ruth, spero vi chiarirete, guarda piccolo istrice io aspetto ancora una copia del tuo cd con autografo.

-E' vero promesso glielo mando.

Bill aspetto che la sua amica rispondesse con il cuore in gola, ora pensava che non fosse stata una grande idea, ma ormai il dado era tratto, finalmente l'amica rispose:
-Ruth ciao- Bill cercò di essere disteso e gentile

-Ciao- fece asciutta la ragazza- mi chiami a casa?

-Sì, scusa ma era l'unico modo.-tentennò il ragazzo cercando di riordinare le idee

-Mi sembrava di essere stata chiara-Ruth senza batter ciglio rispose con tono scocciato, non avrebbe voluto certo un confronto con Bill, troppi ricordi le sorgevano nella mente.

-Sì grazie l'sms l'ho ricevuto, ma sai speravo...-Bill lasciò la frase a metà, sentiva nella voce di Ruth molta ostilità

-Cosa?-domandò con la voce sempre più acuta

-Non so magari parlandone- Bill tentennò, il suo cuore era gonfio di dolore, sentiva che il mondo intorno a lui continuasse a girare, ma lui fosse fermo e sempre più solo

-Non cambierò idea- fece sicura la ragazza con tono scocciato

-Lo so non è per questo che ho chiamato, il ciondolo lo sai era molto importante per me, ero sicuro che lo avresti apprezzato, non voleva essere pretenzioso né essere più bello del regalo del tuo fidanzato, era solo un ricordo.

-Bene il ricordo è nella memoria basta quello.

-Sì è vero ma ci tenevo tanto, speravo che con alcune persone non avrei mai perso i contatti, speravo che per alcuni io potessi rimanere solo Bill.

-Be' tu sei sempre Bill è che forse sei una amicizia troppo ingombrante

-Che cosa posso fare? Non dirmi dimagrire perché sono già abbastanza smilzo- fece con tono scherzoso il ragazzo tentando di rimediare alla piega che stava prendendo la conversazione.

-Potresti evitare di assillarmi quindi, le nostre strade ormai si sono divise da tempo, per te non dovrebbe essere difficile da capire, eri piuttosto bravino a scuola- la frase era stata lanciata con sarcasmo e una punta di livore, Bill prima di rispondere deglutì, un nodo alla gola gli impediva di ribattere subito.

-Speravo che i miei amici di lunga data rimanessero tali, ho fatto di tutto per questo, ma mi sbagliavo

-Esatto ti sbagliavi, l'amicizia va coltivata.

-Lo so che sono lontano, lo so che dimentico le date, i numeri di telefono, che ho cambiato settecento volte cellulare perdendo tutti i contatti e che manco spesso eventi importanti per i miei amici, ma ...- il ragazzo lasciò in sospeso la frase, lui si sentiva il solito Bill, certo ora era spesso lustrini e borchie, ma era il solito ragazzo simpatico e divertente di sempre, almeno fino a quel momento si era sentito così, ma ora cominciava fortemente a dubitarne, possibile che i soldi la fama lo avessero così cambiato? Poi riprese- ho bisogno di voi per sentirmi normale, mi sento ingabbiato in un mondo dorato che mi soffoca.

-L'hai scelta tu la tua gabbia- fece asciutta la ragazza.

-L'ho scelta io e scusa se pensavo di poter mantenere qualche contatto con il mondo reale.

-Bill mi spiace ma ho fatto la mia scelta, Klaus mi piace molto e tra un amico lontano e un ragazzo vicino, capirai anche tu la mia scelta.

-Certo il ragazzo è più importante, ma una persona che chiede alla propria ragazza di sacrificare un amico...-Bill lasciò la frase in sospeso non voleva insultare con tutto un campionario di parolacce il “caro” Klaus.

-Credo che adesso abbiamo chiarito, la ragazza con cui hai fatto la prima volta l'amore e che ha deluso le tue aspettative si ritira.

-Non ho mai detto questo, nelle interviste sparo cazzate per nascondere la verità, la mia prima volta è stata stupenda e tu lo sai, è stata perfetta e con la persona giusta, non ho rimpianti e tu lo sai, lo dico solo...

-Sì, sì lo fai per proteggere la verità, be' avrei preferito esser sparata in prima pagina come colei che ha sverginato Bill piuttosto che passare per la sfigata che non sa fare l'amore.

-Ti assicuro che non è bello esser messo in prima pagina per questioni intime e riservate, fa molto male e ho preferito mentire e conservare il nostro ricordo.

-Bene allora accontentati del ricordo, non servono orpelli.

-Già non servono monili e cianfrusaglie- fece Bill senza quasi più voce per il groppo in gola che bruciava come un fuoco- sappi che da parte mia avrai sempre una porta aperta.

-Per ora da parte mia hai una porta chiusa- Ruth interruppe così la telefonata”

Per Bill era l'ennesima perdita importante e ancora non si spiegava il perché, si era illuso di poter avere dei fidati amici che mai lo avrebbero tradito e invece si accorgeva che la strada del successo era costellata da infiniti ostacoli i più grandi dei quali erano la perdita delle vecchie amicizie e degli affetti.


-Cucciolo dai non preoccuparti- aggiunse Lauren con voce rotta dalle lacrime- quello è solo un povero stronzo che non capisce nulla e Ruth vedrai prima o poi rinsavirà.

-Già, ora vi lascio tubare- fece Bill allontanandosi con la coperta sulle spalle- ci sentiamo quando sarai in quel di Mosca.

-No cucciolo ho bisogno di una tua consulenza fashion rapida- Lauren sapeva che a Bill avrebbe fatto piacere aiutare l'amica e la sua cera rivelava una voglia di normalità e semplicità.

-Spara sono tutto orecchi.

-Questo è l'abito che ho scelto per il Gala, meglio questo copri spalla o questo?

-Vediamo?- esitò il ragazzo- allora metti qualche orpello al collo? Ad esempio quel bel collier con bracciale lungo che ti ha regalato tuo padre?

-No, troppo pretenzioso, avevo intenzione di mettere il solito, quella dozzinale collanina che mia ha regalato uno sfigato e il bracciale con gingilli di un amico sciroccato.

-Oh, signur,- esclamò ridacchiando- monili pacchiani.

-Lo so quindi sentenza- attese Lauren sorridendo

-Direi quindi lo scalda cuore di chiffon con sbuffo per rendere più ricco l'abito semplice.

-Giusto- annuì Lauren mostrando l'insieme scelto- un abito semplice con un ricco scalda cuore, ti adoro.

Bill le sorrise felice, era contento di esserle stato d'aiuto e con la copertina sulle spalle si diresse sul divano accoccolandosi tra le braccia della madre che lo baciò sulla fronte.


-Messo male- commentò Lauren sola con Tom.

-Sì, non promette bene.

-Mi raccomando idiota stagli con il fiato sul collo o ti castro.

-Neanche da dirmelo.

I due ragazzi si intrattennero a lungo, Lauren aveva bisogno di conforto, era molto agitata per il balletto e preoccupata per il fatto di esser seguita dalle telecamere e poi sentiva la mancanza del ragazzo per cui le sue chiacchiere fiume si spensero solo dopo una buona ora.


***

Lauren era a Mosca e quando fu finalmente in stanza la prima cosa che fece fu telefonare a Tom, la ragazza si era alzata prestissimo e il volo era durato parecchio ma l'adrenalina e l'entusiasmo la tenevano ben sveglia, la prima cosa che voleva fare era condividere le sue emozioni con la persona a lei più cara Tom. Prese il suo cellulare ed inoltrò la video chiamata.


-Pericolo scongiurato- fece Lauren a Tom- ma ci sei?

-Uhm- mugugnò il ragazzo

-Mi hai detto tu di svegliarti

-Lo so ma per ora sono in modalità zombie quindi abbi molta pazienza.

-Comunicazione di servizio al mono neurone, a Otello e a Grisù imbalsamato, la mia compagna di camera sarà anche colei che dividerà con me il camerino, ovvero una ragazza del teatro alla Scala.

-Bene così puoi far pratica.

-Già ormai è parecchio che non parlo italiano.

-Mi spieghi quante lingue sai?

-Francese e tedesco madrelingua ovviamente, inglese e italiano a scuola, ma quando ero piccola avevo la tata italiana e ho fatto il mio secondo anno di elementari a Roma, mi sono scordata molto e quindi dirò stronzate.

-Ok mi sento un verme

-Lo so tu a mala pena parli Hochdeutsch.

-Grazie.

-Di nulla amore, comunque ora andiamo in teatro, posiamo i costumi e nel pomeriggio la nostra prima lezione in Accademia con gli allievi del Bolshoi. Sono stata assegnata ai più piccoli sarà stupendo.

-Uhm, bene.

-Cucciolo rasta ti lascio ritrovare la tua fase rem profonda- fece Lauren con tenerezza-è sempre bello poter parlare con te il tuo campionario di mugugni è molto ricco.

-Lo so fiorellino, scusami quando hai finito lezione ti chiamo, ho impostato il fuso di Mosca, così non sbaglio.

-Bravo cucciolo dal pollice opponibile, fai progressi.

-Questo sarcasmo non mi piace.

Lauren e Tom chiusero la telefonata con un bacio anche se il ragazzo dallo schermo del cellulare non sembrava proprio sveglio, i capelli gli circondavano il viso e il soprannome pastore bergamasco era quanto mai indovinato. Per Lauren si apriva invece una giornata emozionante, nonostante il lungo viaggio e il fuso orario per fortuna di sole due ore, era pronta per dare il massimo, nella Hall dell'albergo ritrovò il suo Maître e il suo compagno, Jean Pierre, pronti per raggiungere la scuola di Ballo del Bolshoi. Il freddo era pungente anche se non nevicava, il cielo era coperto e grigio, Lauren indossava un cappotto foderato di pelliccia con maniche impellicciate, colletto di pelo e un bellissimo colbacco, tutto rigorosamente sintetico ovviamente, la fattura era tuttavia così ricercata da sembrare pelliccia vera. Come sempre era elegante e sofisticata poiché sapeva di dover entrare nel regno delle apparenze, nel Bolshoi infatti le ragazze erano molto attente al gusto e alla raffinatezza, mai uscivano non truccate e con abiti che non fossero impeccabili, mentre Lauren spesso arrivava a teatro con la tuta da ginnastica, qui si presentavano alle prove molto eleganti. Sotto al cappotto indossava uno dei suoi abiti fioriti stravaganti con calze ultra pesanti di licra e stivali imbottiti per proteggersi dal gelo, nonostante tutto il freddo era pungente e il brevissimo tragitto tra la porta dell'albergo e il taxi era stato un trauma. Il viaggio verso l'accademia non fu molto lungo per fortuna, l'hotel era vicino al teatro e vicino alla accademia. Quando Lauren scese dal taxi e si ritrovò davanti all'imponente edificio moderno, un po' grigio e tetro, ebbe un tuffo al cuore, le sembrò di essere tornata indietro di due anni quando era stata ammessa alla scuola del Teatro dell'Opera nonostante avesse quindici anni.

Quando varcarono il protone moderno e furono squadrati da cima a fondo da alcuni agenti della sicurezza, Lauren capì di esser entrata in un altro mondo. Subito furono accolti da una segretaria che rilasciò loro un pass straordinario come ospiti e condusse i due ragazzi verso lo spogliatoio affinché potessero prepararsi per la lezione. Lauren entrò nel semplice e nudo spogliatoio con Jean Pierre, si guardarono intorno e videro che altri effetti personali erano appesi a semplici attaccapanni, i classici degli spogliatoi, panche vecchio stile di legno e ferro. Senza scambiarsi una parola i due ragazzi si prepararono, pronti per la lezione, le gambe erano due pezzi di legno, un po' per il freddo un po' per la stanchezza del viaggio:

-Mi sento un ciocco di legno oggi- commentò Lauren

-Io ho la voglia sotto le scarpe- fece laconico Jean Pierre.

-Nonostante tutto sono emozionata- continuò Lauren con un sorriso- chissà con chi faremo lezione.

-Temo con i poppanti, che due palle.

-No, che dici, con i bimbi sarebbe bellissimo

-Scherzi piuttosto un calcio nei maroni senza sospensorio.

-Come sei acido, io sono gasatissima

-Io no, quindi taci e infilati quelle cavolo di scarpette, prima finiamo meglio è.

Lauren con il gelo nel cuore si preparò, infilò le scarpette da mezza punta perché ancora fredda non se la sentiva di indossare le punte che si portò nella borsa. La sua collanina, quella del suo chitarrista preferito, la ripose in una tasca segreta accanto al cuore, ogni suo body aveva una piccola tasca per contenere la collanina questo era il suo modo per avere sempre con sé il suo Tommichou.

Usciti dallo spogliatoio li accolse una signora di una certa età che aspettava con il loro Maître:

-Signorina Lauren, Jean Pierre, questa è la direttrice dell'Accademia Marina Leonova

I due ragazzi in lieve imbarazzo risposero solo con un inchino, come erano abituati a fare con i loro insegnanti, la signora ringraziò i due ragazzi per la loro presenza e comunicò loro che avrebbero fatto lezione con i bimbi del primo anno, a Lauren si illuminò il volto, mentre Jean Pierre ebbe un conato di vomito. Il gruppo seguito dalle telecamere di Envoyé Spécial si mosse nei lunghi corridoi, fino ad arrivare davanti ad un aula dal quale proveniva un lieve vociare, sulla soglia ad attenderli Nathalia Georganovic l'insegnate del primo corso. Quando Lauren e Jean Pierre furono introdotti nella classe il vociare si placò improvvisamente, i bambini e le bambine tutte vestite di bianco si misero subito alla sbarra, pronti per lavorare, la direttrice, prima, e l'insegnante, poi, introdussero i due estranei. Lauren era felicissima, lei non aveva mai ballato da piccola in classe di danza e quindi si sentì onorata e nello stesso tempo leggeva le ansie e i timori che provavano negli occhi di quei bimbi. Jean Pierre con estrema indifferenza a tutto questo si mise ad un lato della sbarra dove vi erano i maschietti, mentre Lauren prese posto davanti a tutte le bambine. Poi come per incanto la lezione cominciò, la musica di un pianoforte portò via tutte le paure e come immersi nel loro mondo i piccoli corpicini cominciarono a muoversi all'unisono accompagnati dalla voce squillante dell'insegnante. Alla fine della lezione l'insegnate Nathalia chiese ai due ospiti se volevano fare per i bambini una piccola variazione, Lauren suggerì il pas de deux del cigno nero, passo a due che avevano ballato insieme in alcune occasioni, Jean Pierre dimostrò la sua voglia facendo spallucce.

-Mi sembra un'ottima scelta signorina- fece il maître

-Posso farlo a modo mio?- domandò titubante Lauren

-Prego signorina, sono curiosa- rispose pronto l'arcigno maestro

La ragazza si diresse verso la sua borsa, tirò fuori la ruota bianca se la infilò e sopra ci mise la sua gonnellina nera di voile, si mise in posizione ad un lato della grande sala insieme a Jean Pierre e quando le note del pianoforte risuonarono i due ragazzi cominciarono la loro danza. Lauren fu impeccabile, precisa, puntuale senza sbavature, Jean Pierre invece fece la variazione come un esercizio. Quando ebbero finito, nella posa finale Lauren esagerò nel cambré proprio come una ginnasta e non come una ballerina, il maestro arricciò il naso pronto a riprendere la ragazza anche se la signora Nathalia rimase sorpresa. I bambini applaudirono in modo caloroso, le bambine sognanti guardavano Lauren come a una musa ispiratrice, la circondarono e le fecero mille complimenti anche se la lingua era per loro un ostacolo, la ragazza si prestò volentieri a giocare un po' con loro senza perdere di vista che erano pur sempre in un' aula di studio. La signora Nathalia infatti richiamò all'ordine gli alunni che disciplinati si misero in fila per il saluto finale, Lauren e Jean Pierre ai lati si unirono a loro.

-Signorina Bart, non le sembra di aver esagerato nel cambré?- fece il maestro di Lauren quando la ragazza si fermò per togliersi la ruota e infilarsi la tuta pesante per tener caldi i muscoli.

-Sì, scusi- sospirò Lauren abbassando lo sguardo.

-Comunque ottima performance- fece il maestro non avvezzo ai complimenti. Lauren sorrise soddisfatta e si diresse fuori dall'aula, Jean Pierre si era già dileguato, percorrendo il lungo corridoio si diresse mesta verso gli spogliatoi ma fu bloccata da due forti mani.

-Indovina chi è?

Lauren sorrise felice e con sicurezza:

-Vito!

Il ragazzo la lasciò libera, Lauren si voltò e senza indugio lo abbracciò con affetto baciandolo dolcemente sulla bocca, dimostrando tutto il suo affetto.

-Devo aspettarmi un chitarrista tedesco che mi accoltella nel sonno.

-No, sei fortunato il chitarrista è impegnato, fra due giorni va a Cannes per gli NRJ music Award, comunque sa tutto di noi, sa anche dell'abitudine di baciarci sulla bocca per saluto. Lauren sorrise al ragazzo alto moro davanti a lei, rivederlo dopo più di un anno le diede un enorme gioa e tra i due si ricreò l'atmosfera amichevole che vi era stata a Londra.

-Benissimo, comunque devo ancora capire cosa ci trovi in lui- chiese senza mezzi termini il ragazzo con un tono acido tipico delle persone gelose.

-Uffi, è dolce, carino, affettuoso, coccolone, sensibile.

-Sei sicura?- domandò con sguardo poco convinto il ragazzo

-Certo- rispose affermativamente Lauren

-Io lo avrei definito: antipatico, strafottente, maschilista, fan cazzista, ridicolamente vestito e agghindato, caccia palle.

-Sì è vero ma sotto la maglia XXL e i pantaloni “me la sono fatta nelle mutande” nasconde un cuore d'oro.

-Sarà.

-E poi lo sai noi eravamo lontani, sempre impegnati nelle carriere, non avrebbe funzionato.

-Perché con lui non è lo stesso?

-Sì, ma è diverso

-In cosa?

-Già in cosa? Non so, io ti sentivo lontano, mentre Tom lo sento sempre vicino, è difficile da spiegare.

-Sì ho capito. Mi togli una curiosità?

-A letto è bravo?- fece Lauren risultando come sempre diretta e mettendo in imbarazzo il suo interlocutore.

-Cavoli non smetti mai, la solita senza peli sulla lingua.

-No, vorrai dire la solita diretta, colei che va al punto, siccome un interrogatorio simile l'ho già avuto con il capello rasta, prevedo.

-Se la mettiamo su questo piano ed eleviamo la mente ai massimi sistemi, in effetti è una curiosità che mi pongo quando vedo quei due cretini durante le interviste.

-Oddio sono sconvolta- Lauren sorrideva felice al braccio del ragazzo che molto cavallerescamente le aveva preso la borsa e insieme percorrevano il corridoio lunghissimo che li separava dallo spogliatoio.

-Sono gemelli i due cretini rasta e capello sparato.

-Sì, gemelli identici- rispose con voce squillante Lauren mentre il suo interlocutore era titubante.

-Uhm.

-Ok ho capito, è la domanda che mi fanno tutti, ce l'hanno lungo uguale?- la ragazza guardò negli occhi l'amico che avvampò come scoperto nei suo pensieri più profondi.

-Ma che ca...- Lauren lo interruppe

-Guarda che ho affrontato lo stesso tipo di interrogatorio dall'idiota rap mancato quindi sono abituata, è inutili che arrossisci e per risponderti, anche se ho visto entrambi nudi non li ho messi vicini per confronti, quindi la tua domanda esistenziale rimarrà senza risposta.

-Lauren, ti odio- concluse il ragazzo ancora cremisi per l'imbarazzo- poi la prese per il collo e la stritolò affettuosamente, mentre erano abbracciati in quel modo ridicolo fece capolino dall'aula una vecchia conoscenza della ragazza.

-Oh, sentivo uno schiamazzo e poteva solo provenire da una contadina tedesca.

-Franco tedesca- corresse Lauren divincolandosi dalla presa del ragazzo- ciao cara Sasha- continuò la ragazza stampandosi un sorrisetto falso.

-Sempre in compagnia di uomini diversi.- disse ironica la ragazza russa squadrando il ragazzo accanto a Lauren

-Ti senti forse minacciata? Non preoccuparti io sono fedele, non passo da un fiore all'altro, come te- rispose in modo esplicito Lauren

-Sei ancora con il bifolco rasta?- domandò con astio la ballerina russa mostrando puro disprezzo per Tom.

-Esatto- confermò Lauren fiera del suo amore

-Caspita, povero ragazzo, ho quindi la conferma che è un totale idiota- Sasha scandì le parole sottolineando l'ultima, voleva innervosire Lauren che rimase impassibile.

-Esatto è un cretino integrale, per fortuna- rispose pronta la ragazza.

-Comunque il Teatro dell'Opéra deve essere messo male se manda te come giovane promessa a rappresentarlo- Sasha tentò di giocare un'altra carta per mettere in ridicolo Lauren di fronte alle persone che numerose avevano invaso il corridoio.

-Veramente è il Bolshoi ad esser messo male se mi ha invitato nominalmente.- Lauren sapeva che con questa risposta avrebbe definitivamente fatto tacere la sua rivale che in effetti ebbe un lampo di sorpresa che riuscì a mala pena a celare.

-Devono aver preso un abbaglio non è così Yuri?

-Sono contenta che pensiate che la signora Leonova si possa esser sbagliata, che allievi modello.

Yuri e Sasha si guardarono poi tentarono di replicare, ma furono interrotti proprio dalla direttrice che chiamò gli ospiti per una riunione nel salone principale della scuola, i ragazzi quindi si diressero verso il salone, Vito, il ballerino italiano aveva assistito al duello verbale con aria esterrefatta chiese spiegazioni.

-Lunga storia.

-Lo immagino, credo che quella biondina ti adori.

-Sì, follemente- disse con un filo di malinconia Lauren che in un lampo rivide i bellissimi momenti trascorsi ad Amburgo con i ragazzi e ricordò il video e le cattiverie di cui era stata vittima.

-Sono il gruppo di stronzi di cui mi parlavi nelle mail?

-Esatto, uh allora lei è la famosa Denkova.

-Hai vinto un giro gratis sulla giostra dell'Amore- fece ironica Lauren

-Speriamo che non mi abbiano assegnato il camerino con loro, l'altro e Yuri Gregorovich.

-No non preoccuparti, lo so per certo sei con i ballerini della Scala.

-Davvero, e tu che ne sai?

-Li conosco bene sono due ragazzi stupendi, dopo te li presento, sono due miei ex-compagni di scuola.

-Mi sento sollevata- Lauren ritrovò il sorriso e con Vito si diresse verso l'auditorium, ad attenderla un buon gruppo di ballerini e di maestri, in attesa della piccola riunione informale.

-Uh, ma che coincidenza la buona e cara Susan Kamph – esclamò Lauren a bassa voce a Vito

-Già l'altra tua migliore amica, scusa non te lo avevo detto per non farti scivolare l'umore oltre le scarpe.

-Sembra il ritorno dei morti viventi, i miei peggiori incubi si materializzano come d'incanto.

-Paiono spuntare come funghi.

-Magari fossero funghi almeno sono buoni da mangiare, queste sono amanite falloide.

Vito scoppiò a ridere figurandosi come in un fumetto Susan, la sua partner, come un fungo velenoso, poi aggiunse un complimento da vero amico a Lauren che pallida come un cencio rimpiangeva di non essere a casa.

-Il problema Lauren è che tu sei troppo brava e quindi attiri le invidie della gente.

-Meglio essere ciofeche allora- fece ironica Lauren- comunque sei fuori strada, non sono poi così brava.

-La solita modesta.

-No, realista e credo si vedrà ampiamente dopodomani.

-Smettila di abbatterti la solita catastrofista, ti ricordo l'offerta del direttore del Royal e dell'Abt alla fine del nostro stage.

-Ti ricordo anche la mia figuraccia alle prove.

-Appunto, le prove, lo spettacolo fu stupendo.

-Credo tu abbia visto un altro spettacolo, perché io mi ricordo di una serie di fouetté chiusi male.

-Ma sei fuori, fu una piccola incertezza mascherata con perfetta arguzia da una allora sedicenne.

-Ne avevo quasi diciassette e- Lauren fu interrotta da un dito che si posò gentilmente sulla sua bocca mettendola a tacere.

-La solita disfattista, perfezionista, che critica se stessa e si abbatte, devi credere di più in te stessa, sei una ballerina fantastica e l'invito lo dimostra- Vito ebbe un moto di dolcezza baciando sulla fronte la ragazza, Lauren a quel gesto inaspettato arrossì, sentì il cuore saltarle direttamente in gola e un pensiero farsi strada nella mente, no, lei amava troppo Tom, il cuore stava battendo all'impazzata per l'imbarazzo.

-No scusa, Vito- disse Lauren facendo un passo in dietro- ti ricordo il cane da pastore, il tedesco chitarrista, buzzurro e troglodita.

-Non era mia intenzione- si scusò il ballerino che improvvisamente fu ricondotto alla realtà e prontamente salvato da un ragazzo

-E allora “sospensorio cubico” come butta-? un ragazzo moro, alto e snello si avvicinò a Vito accanto a una ragazza anche lei molto alta, longilinea dai capelli neri un po' ricci che le cadevano fluenti sulle spalle.

-Benissimo e a te “Pacco fetido”?

-Caspita quanto tempo- i due ragazzi si abbracciarono forte.

-Sempre eleganti nel vostro frasario- commentò la ragazza che subito si rivolse a Lauren-tu devi essere la partner di Vito, Susan?

-No, per fortuna- intervenne prontamente il ragazzo facendo le presentazioni

-Lei è Lauren Bart.

-Ah, quella Lauren?- domandò subito il ragazzo

-Sì quella Lauren- fu asciutto il ballerino che sperava di evitare ulteriori battute eleganti- questo è Roberto De marchi e questa è Alice Vella

Lauren fu felice di conoscere i due ragazzi che avrebbero condiviso con lei e Jean Pierre il camerino, la prima impressione fu positiva, Alice era molto bella, fine ed elegante, una ragazza con un sorriso semplice che denotava una certa timidezza e insicurezza, Roberto era molto carino e altrettanto alla mano.

Le due ragazze si scrutarono un po' imbarazzate poi insieme esternarono:

-Che emozione- si guardarono e risero per aver pronunciato la stessa parola, poi Lauren proseguì

-Già che emozione essere in una delle scuole di balletto più prestigiose del pianeta.

-Sono contenta che anche tu abbia il mio stesso timore reverenziale per queste mura- aggiunse con genuina ingenuità Alice.

-E domani?- fece Lauren- domani non oso pensare quando ci ritroveremo nel Teatro.

-Al solo pensiero tremo-finì Alice

-Veramente mi cago in mano- i tre ragazzi scrutarono Lauren che come sempre lasciava interdetti i suoi interlocutori, quella ragazzina così elegante nei modi e negli atteggiamenti, così apparentemente fine se ne usciva con frasi totalmente all'ossimoro

-Non fateci caso- intervenne Vito- è normale, il suo aspetto da bambolina cela uno scaricatore di porto.

-Benissimo allora andremo d'accordo- sentenziò Roberto- odio le ragazze eleganti e raffinate che si scandalizzano per piccole e innocenti battute a doppio senso.

-Roberto caro- disse Alice con tono gentile- il punto è che il più delle volte le tue sono scurrili e basta.

-Sono vaccinata, i miei migliori amici sono quattro deficienti il cui solo argomento è il sesso e i film porno.

-Benvenuta nel gruppo, la coppia che qui vedi difronte a te negli anni di Accademia non ha detto e parlato d'altro, se non avessero sfondato come ballerini avrebbero fatto le recensioni per i dvd porno.

-Esagerata, Alice- intervenne Vito arrossendo.

-Forse perché le nostre compagne di Accademia non ce la davano.

-Già- annuì Vito che ricevette una sberla sulla testa da Alice che in contemporanea tirò un orecchio a Roberto.

-Ecco come volevasi dimostrare- fece acidamente Alice rivolgendosi a Lauren che concluse scuotendo la testa

-Gli uomini, tutti uguali- poi scambiò uno sguardo di intesa con la ragazza italiana e insieme a braccetto si diressero verso le prime file del salone lasciando i due ragazzi interdetti con le loro borse.

-Due somarelli, portano anche le nostre borse vero?- fecero Lauren e Alice allontanandosi.

La riunione cominciò, la direttrice dopo un discorso di benvenuto spiegò il carnet degli impegni previsti e fece distribuire un riepilogo con gli orari, annunciò infine la scaletta del balletto. Quando Lauren e Alice ebbero il foglio in mano rimasero pietrificate, in silenzio interdette leggevano e rileggevano il programma.

-Confermo- disse Lauren a Alice mentre avevano di fronte due baldanzosi ragazzi che programmavano solo le scorribande per locali notturni- me la sto facendo nel body.

-Già- disse flebilmente Alice- non solo dovrò ballare al Bolshoi ma nella scaletta ballerò il nostro pezzo contemporaneo dopo Romeo e Giulietta e come ultimo pezzo prima dell'intervallo-la ragazza dopo una piccola pausa aggiunse ancora sotto schock- e poi ballerò dopo questo deficiente di Vito e della bravissima e strabiliante Susan Kamph.

-Perché come la vedi, la mia?- fece Lauren ritrovando la salivazione- io ballerò dopo il passo a due dal cigno nero, praticamente un classico immortale dove i ballerini esibiscono doti di bravura e tecnica, una delle variazioni più difficili del repertorio classico con il nostro pezzo contemporaneo, ma soprattuto concludo il balletto, così se è una merda tutti se lo ricorderanno, dulcis in fundo, the least but not the last, ballerò dopo la mia migliore amica Denkova!

Lauren pietrificata leggeva e rileggeva il programma del balletto, un bellissimo libretto di pergamena bianco con un cordone di raso al centro, il disegno del Bolshoi e il simbolo svettavano eleganti in prima pagina, all'interno il programma con i pezzi e gli interpreti, l'emozione di vedere il suo nome era sopraffatta dalla paura di fallire e Alice senza peli sulla lingua le posò una mano sulla spalla come per consolarla, ma disse:

-In effetti a ben guardare sei più sfigata!

-Grazie- fu asciutta Lauren, poi guardandola scoppiò a ridere, Alice sorrise a sua volta e le prese la mano invitandola ad alzarsi

-Dai, coraggio scherzavo andiamo ad ubriacarci solo una buona dose di Vodka potrà farci affrontare la platea raffinata del Bolshoi.

Le due ragazze seguite da Roberto e Vito si diressero agli spogliatoi, quella giornata stava volgendo al termine, Lauren fu felice di poter contare finalmente su un po' di solidarietà femminile cosa che le mancava tantissimo. Alice infatti conosceva benissimo la fama di Lauren e non si sentiva per nulla in competizione, era conscia delle sue possibilità ed era fiera di quello che aveva costruito con anni di sacrifici. Sapeva che forse non sarebbe mai diventata una étoile internazionale e quindi si accontentava del risultato raggiunto, aveva intenzione di vivere quel momento magico come una grande opportunità di esibirsi e di ballare in uno dei templi della danza, sapeva che Lauren poteva aspirare all'eccellenza ed era contenta di poter condividere con lei una bellissima esperienza.


***


-Porca paletta idiota rasta quanto ci hai messo a rispondere?- domandò Lauren mentre sdraiata sul letto aspettava di poter fare la doccia dopo la sua compagna di stanza.

-Ero con l'altra metà del mio cervello, sta facendo la valigia, cioè le valigie.

-Condoglianze- commentò Lauren che sapeva la lungaggine di Bill nel scegliere i vestiti da mettere.

-In più avevo io chiamato Lars- fece scocciato Tom- con me è stato venti minuti, da Bill è più o meno tre ore.

-Per fortuna lo stipendio di Lars è lauto perché se no...

-Già, ma per lavorare con Bill non è mai troppo, è estenuante, grazie per il tuo tempismo mi hai salvato da “non trovi che questa sfumatura di nero non stia bene con questo disegno nero della maglietta bianca?” oppure “ questo bianco non è proprio bianco ghiaccio come piace a me, insomma la maglietta la pensavo più bianca, questo è bianco sporco”

-Ok era una t-shirt bianca senza nessun dubbio

-Esatto, ma secondo la testa vuota no, insomma sperava fosse diversa.

-Quando Bill ci si mette è un gran rompi cazzi.

-Pensa diciotto anni!

-Purtroppo ti tocca.

-Già, ma tu fiorellino, spara, raccontami, sono impaziente.

-Tutto bene, cioè, sì, allora la mia compagna di stanza e di camerino è carinissima, ora è sotto la doccia.

-Davvero?

-Porco pervertito, cos'è quel tono di voce?

-Ma sei fuori, il mio tono di voce era normale, senza nessuna inflessione

-Lo so ma il tuo sguardo è entrato subito in modalità pervertita e lo so che pensi che noi ballerine facciamo la doccia insieme e già ti stavi facendo un film porno in testa, scurrile- Lauren riattaccò il telefono, Tom rimase interdetto subito fece partire la richiamata, il capo cosparso di cenere, l'aria da cane bastonato.

-Ah- vide Lauren felice e sorridente dall'altro capo del cellulare- così la telefonata la paghi tu, sono un genio.

-Che stronza galattica che sei- fece Tom in collera che per un nano secondo aveva temuto di aver commesso un crimine.

-Ti amo- fece Lauren sorridente- mi sono divertita un mondo.

-Senti la mancanza di sonno e sesso apre la tua vena sadica?

-Esatto, comunque chi ti dice che mi manchi il sesso?- lanciò Lauren divertita.

-Ecco lo sapevo il tuo ballerino italiano- fece Tom al limite dell'esplosione vulcanica il suo volto tradì una tensione che da ore gli attanagliava lo stomaco, Lauren avrebbe rivisto il suo primo ragazzo e conoscendo la loro storia sapeva che era stata molto bella e romantica, un po' Tom era invidioso perché con Vito Lauren aveva fatto l'amore per la prima volta. La ragazza infatti aveva, fin da principio, raccontato a Tom la sua prima volta con dovizia di particolari, questo, se da una parte aveva tranquillizzato il ragazzo, ora lo rendeva molto insicuro.

-Dai, Tom ti prendo un po' in giro perché mi manchi e non volevo scocciarti con le mie paranoie che sono numerose.

-Lo so che scherzi, ti prego infliggimi le tue paranoie, le preferisco.

Lauren allora inondò il ragazzo descrivendo con dovizia di particolari tutta la sua giornata, non nascose al ragazzo neanche le gentilezze che Vito le aveva riservato

-E poi mi ha chiesto- aggiunse Lauren

-Scommetto che ti avrà fatto la domanda da duecentomila dollari.

-Sì, chi ce l'ha più lungo Tom o Bill?

-Ok ho deciso adesso li fotografo e li metto su internet così tagliamo la testa al toro.

-Sì grazie così evito di rispondere che non lo so, posso solo presumere e fare delle ipotesi perché anche se li ho visti non sono stata a fare comparazioni di lunghezza, diametro e altre amenità.

-Scusa puoi ripetere?- domandò Tom- da quando hai visto il pistolino di Bill?

-Tom guarda che il termine pistolino va bene per quando avevi cinque anni ora lo puoi chiamare con il suo nome.

-Pisellino di Bill?

-Dai, piantala che stronzo, guarda che dico a tutti che siccome Bill è più alto di te di qualche centimetro ce l'ha in proporzione.

-Va fan culo! E comunque quello di Bill è poco usato- fece Tom con tono da bambino piccolo che deve sempre rimarcare il suo territorio.

-Cos'è poco usato?- fece una voce alle spalle di Tom

-Ciao cucciolo!- esclamò Lauren

-La smettete di parlarmi alle spalle- fece Bill ridendo

-Noi?- fecero in coro Tom e Lauren

-Come sta andando in quel di Mosca?- tagliò corto il ragazzo

-Bene- Lauren ricominciò il racconto, i tre ragazzi risero a lungo tra battute e scherzi.

-Ecco fatto- disse Alice uscendo dalla doccia- ti lascio il bagno, scusa se ci ho messo un'eternità ma ho i capelli ricci e talmente lunghi, ma ti ho sentito parlare in una strana lingua.

-Tedesco, ero al telefono con i miei amici.

-Parli anche tedesco?

-Sì ho la mamma tedesca e ho vissuto per un lungo anno in Germania.

-Ah si dove?

-In un piccolissimo paesino nella regione più sfigata, inculata e povera della Germania.

-Ma dai da come lo dipingi sembra un postaccio.

-Meno male che ho incontrato i gemelli più balordi del mondo.

-Ah, sì?

-Già, uno di loro è il mio fidanzato e l'altro è il mio migliore amico.

-Carini.

-No se ti riferisco i pensieri impuri che hanno appena partorito su di te che fai la doccia.

-Immagino, non sei mai stata in classe di danza con quei due cretini di Roberto e Vito, se poi ci aggiungi Gregorio, Luca e gli latri sporcaccioni, scommetto che rivaluteresti i tuoi amici.

-Dubito i loro cervelli valgono per uno.

Le due ragazze si scambiarono racconti della loro vita e Lauren comprese che Aliceaveva fatto mille sacrifici, lontana da casa da quando aveva otto anni, aveva studiato all'accademia della Scala, era vissuta a casa di una signora che affittava camere a giovani promesse della danza arrivate nel capoluogo meneghino per studiare. La vita di Lauren invece era totalmente diversa e il suo affacciarsi alla danza tardivo, quando Alice scoprì tutto ciò ne fu ancora più sorpresa, le due ragazze si addormentarono in tarda nottata travolte dalle loro chiacchiere, si scambiarono confessioni delle loro pene d'amore, ma soprattutto si sentirono vicine per la paura del giorno dello spettacolo che si avvicinava.


°°°


-Buongiorno Tommichou.

-Uhm

-Salutino veloce, oggi giornata full, non avrò il tempo per respirare quindi ti chiamo sta sera mi sa.

-Mh.

-Conversazione interessante con uno che produce monosillabi.

-Scusa, fragolina tu non puoi capire l'idiota mi ha tenuto sveglio fino alle calende per decidere che giacca mettere e poi...

-Scommetto una “cose che voi umani”

-No, Lauren tu non puoi capire, penso di farmi venire un mal di pancia improvviso e molto grave, appena la vedrà Gustav per contrappasso si metterà dei bermuda fiorati.

-E' più terribile della rana verde fluoro?

-Vedrai.

-No, non ci credo, credevo che il dolcevita argentato che ho visto fosse il top.

-Ebbene Bill darà il meglio con questa giacca e per fortuna il dolcevita di lurex argentato per questa volta l'abbiamo schivato, ma temo che si materializzerà presto, pensa era stato messo sul letto per esser messo in Canada.

-Oddio e poi.

-Ma si è convinto che doveva optare per un look più rock.

-Grazie al cielo.

-No, che dici è lì che ha giocato il jolly della giacca, voglio morire, tu lo sai gli voglio bene e non interferisco mai con il suo look, ma qui...

-Tom mi stai spaventando.

-Sorpresona!

-Meno male che non avrò il tempo per pensare al look di Bill, ma la curiosità mi uccide.

-No, la giacca uccide.

-E' sempre bello parlar con te di primo mattino, sappi che i miei due sciroccati mi mettono sempre di buon umore, grazie e fammi in bocca al lupo.

-In bocca lupo lupaccio e lupacchione.

-Crepi il lupo, lupaccio lupacchione.




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