Allora questa cosetta piccola piccola mi è venuta in mente mentre scrivevo il capitolo di
deep blue.
Chiedo scusa e ringrazio chi segue quella storia, giuro che lunedi metto l’altro capitolo.
Spero che nel frattempo questa cosina vi
piaccia.
AVVERTENZE
La canzone di base è MARINELLA di FABRIZIO DE ANDRé.
Se non la conoscete consiglio sempre di
andarla a sentire, magari dopo aver letto la storia così forse vi immaginate
quello che ho immaginato io con i bellissimi personaggi di Sasuke e Naruto.
Non cercate di metterla in un contesto
storico o temporale perchè non ho badato a queste
cose, è una storiella così senza pretese.
Buona lettura.
QUESTA
DI MARINELLA È LA STORIA VERA
CHE
SVCIVOLÒ NEL FIUME A PRIMAVERA
MA IL
VENTO CHE LA VIDE COSÌ BELLA
DAL
FIUME LA PORTÒ SOPRA UNA STELLA
- Principe che cosa ci fa ancora sveglio a
quest'ora?-
Un giovane
dalla pelle chiara e i capelli corti e neri si presentò sulla soglia della stanza.
Indossava un
completo scuro di una stoffa molto spessa ma al contempo leggera da indossare.
Un completo adatto a facilitare i movimenti ma ottimo per proteggersi dalle lame e per
mimetizzarsi nell’oscurità della notte.
Aveva un portamento fiero e le sue parole non tradivano nessuna emozione,
mai aveva mostrato attaccamento o disprezzo per qualcuno o qualcosa. Eseguiva
solamente gli ordini.
Il principe voltò appena lo sguardo per vedere la
figura della sua guardia del corpo…
Non aveva intenzione di avvicinarsi, ma neanche di
andarsene.
Il principe sospirò ancora appoggiato alla finestra,
intento a fissare il cielo.
Aveva spento tutte le candele tranne quell'unica
che era vicino alla porta. Credeva che In questo modo avrebbe potuto osservare
meglio le stelle.
I suoi occhi scuri si immedesimavano in quel manto immenso e buio, con l'unica
differenza che ogni sera quel buio era animato da una miriade di puntini
luminosi.
Lui guardava il cielo ammirato chiedendosi se anche
lui un giorno avrebbe trovato la sua luce, quella stella pronta ad illuminare
il suo buio.
- Principe Sasuke, mi scusi se insisto, ma le devo
chiedere di andare a riposare e di
allontanarsi dalla finestra, diventa un bersaglio troppo facile in questo modo.
–
Sasuke smise di sbirciare Il cielo e abbassò lo
sguardo sentendo i ciuffi scuri dei suoi capelli sfiorargli il collo. Si mosse
spostandosi dalla finestra nel suo kimono bianco, chiaro quasi quanto la sua
pelle.
Fissò i suoi occhi scuri in quelli tanto simili della persona di fronte a lui.
Ricordò il motivo per cui era stato scelto proprio quel giovane come sua
guardia del corpo, non solo per il suo estremo sangue freddo e la sua mancanza
di emozioni, ma anche per la terribile somiglianza.
Eppure, in quel momento alla luce fioca di quel
'unica candela, sembrava più un fantasma che una persona pronta a proteggerlo a
costo della vita.
- Sai - disse con voce fredda senza però nascondere
una nota di stanchezza.
- Devo sopportare la tua presenza anche quando sono
solo nella mia stanza? –
Sai non si scompose di fronte a quelle parole dure.
-
Mi scusi principe Sasuke, ma non può
rimanere alla finestra troppo a lungo. Se uno dei suoi nemici o dei nemici di
suo padre volesse tenderle un' agguato riuscirebbe a colpirla facilmente con
una freccia senza che io o il resto delle guardie potremmo fare nulla. Sarebbe
una cosa imperdonabile se io permettessi a sua signora di correre un tale
rischio. Se lo capitasse qualcosa suo padre ne rimarrebbe straziato, già la
perdita di suo fratello maggiore lo ha sconvolto profonda....-
- BASTA COSI’ - fece Sasuke autoritario.
- Sto andando a letto, come vedi non sono più alla
finestra quindi qualsiasi pericolo o presunto tale non ha più ragione di
essere. La tua presenza non è più richiesta... –
Sempre senza scomporsi Sai fece un piccolo inchino e
si affrettò ad uscire completamente dalla stanza venendo inghiottito nel buio.
Sasuke richiuse la finestra gettando un’ ultima
nostalgica occhiata al cielo scuro e si gettò sul letto improvvisamente esausto.
Allentò la cintura che teneva insieme il kimono con
urgenza, come se da questo gesto dipendesse la sua riserva d'aria, eppure il
kimono era tenuto già sufficientemente allargato e scopriva generose porzioni
di pelle a livello delle spalle e del petto glabro.
Stava sfocando.
L'aria era fredda e la sentiva perfettamente mentre
riempiva i polmoni, eppure non potè che ripetere il
suo pensiero precedente.
Stava soffocando.
La parete di quella stanza diventava ogni secondo
improvvisamente più piccola e il suo respiro sempre più affannoso.
Il kimono stavo diventando di impiccio anche se era
fatto di una stoffa leggera e fresca.
Lui aveva bisogno di uscire da quel mondo, di
respirare dell'aria pulita, limpida, libera!
Non poteva essere un cielo se non possedeva stelle,
non poteva essere un buon principe, sarebbe diventato un pazzo.
Dovevano lasciarlo libero di cercare la sua stella.
Come se una mano invisibile gli avesse premuta con
forza la testa nell'acqua, senti l'aria fuoriuscire con prepotenza dai suoi
polmoni e rifiutarsi di rientrare.
Aprì la bocca e inspirò più forte che potè sollevando leggermente il capo.
Fortunatamente l'aria decise che poteva tornare a
entrare e a fuoriuscire normalmente dai suoi polmoni, sebbene avesse il cuore
che batteva ancora furiosamente, si sentiva leggermente più rilassato e si
ributtò completamente esausto sul letto.
Non poteva continuare così, quella specie di prigionia
lo stava uccidendo, la voglia di libertà lo stava uccidendo.
Guardò la stanza intorno a lui che pareva ancora
più smorta e vuota ora che anche la luce dell'unica candela, ormai quasi del
tutto consumata, si andava affievolendo.
Quasi come un ancora di salvezza notò su una
sedia dei pantaloni ripiegati con cura
sotto una camicia bianca.
Accanto c'erano il panciotto, il suo mantello e la
sua corona completamente di oro, ma questa sfigurava dinnanzi alla semplicità di
quella camicia e quel pantalone.
Prima che la candela si estinguesse completamente,
Sasuke aveva preso la sua decisione.
La mattina dopo Sai, entrando in camera, avrebbe trovato
solo un letto vuoto.
SOLA
SENZA IL RICORDO DI UN DOLORE
VIVEVI
SENZA IL SOGNO DI UN AMORE
MA UN
RE SENZA CORONA E SENZA SCORTA
BUSSO’
TRE VOLTE UN GIORNO ALLA TUA PORTA
- Cazzo-
Sasuke stava
correndo da un albero all'altro per trovare riparo.
Possibile che quell 'unico
giorno che aveva scelto per assaporare una parvenza di libertà il cielo, che
tanto gli assomigliava di sera e che tanto invidiava, avesse deciso di
prendersela con lui?
Perché quel dannato cielo non gli dava la
possibilità di cercare la sua stella in santa pace? Era forse invidioso?
-Non voglio rubartene una! Tieniti le tue stelle,
io ne voglio una mia, mia e di nessun altro! – gridò a mo’ di sfogo, rivolto alla
grande nuvola grigia che lo sovrastava in quel momento, sentendosi
immediatamente stupido per averlo fatto.
Non solo sembrava che stesse parlando da solo ma il
cielo si rifiutava di ascoltarlo.
Da quella mattina, da quando aveva lasciato di nascosto
la sua stanza, aveva iniziato a diluviare e non accennava a smettere.
Aveva indossato quei pantaloni a quella camicia bianca
sentendola improvvisamente più leggera e meno opprimente per il suo povero
petto, senza quegli ornamenti regale che facevano riconoscere la sua figura da
lontano.
Si sentiva così leggero senza quella corona che
premeva insistentemente sul suo capo,
quasi in grado di sorridere. Perché quando aveva quel peso in testa non aveva
la forza di alzare il capo, il suo volto non era illuminato, era sempre scuro.
Ora invece sembrava quasi allegro... Quasi in grado
di sorridere.
Sentì un altro tuono e decise di spostarsi e camminare,
non era prudente rimanere troppo tempo sotto un albero...
Gli avevano raccontato dei fulmini terribili e
dispettosi e sinceramente non voleva verificare con i suoi occhi quella storia.
La camicia si era ormai completamente impregnata di
acqua piovana, diventando terribilmente pesante e terribilmente sottile.
Si appiccicava sulla sua pelle rallentando i
movimenti. Persino le scarpe erano inzuppate. Poteva sentire le dita dei piedi umide
e mollicce per il contatto prolungato con l'acqua.
In teoria avrebbe
dovuto trovare molta più difficoltà nei
movimenti, rallentato da quei vestiti bagnati, ma la realtà era che si sentiva
impregnato di un'allegria illusoria ma molto appagante.
Si sentiva vivo.
Poteva muoversi quanto voleva nella direzione
desiderata .
Finalmente senza scorta, senza guardia del corpo,
senza stupidi servitori intorno.
Il continuava
a ruggire.
Prese a correre ancora inoltrandosi nei boschi...
doveva trovare un rifugio, e anche in fretta se non voleva ammalarsi.
Quando vide quella piccola baita di legno in
lontananza, nascosta tra 2 grandi alberi, credette
fosse un'allucinazione visiva, un dispettoso effetto ottico dovuto alla pioggia
che tremenda imperversava.
Si diresse comunque in quella direzione.
Già si stava chiedendo se era abitata e se le
persone che vi abitavano potevano, o
meglio volevano, offrirgli riparo.
E allora lo vide.
Era affacciato alla finestra con un aspetto sereno
e rilassato, le guance paffute, con una carnagione così diversa dalla sua, più
calda e colorata, con quella bocca spalancata e rivolta al cielo e la linguetta
rossa protesa verso l'alto a voler forse catturare il sapore di quelle gocce
che cadevano copiose dal cielo, che fino ad un momento fa stava odiando ma che
adesso invidiava poiché sembrava lasciare una leggera carezza sul volto del
giovane.
Si fermò sotto la poggia come abbagliato dalla
visione.
Sasuke fu attratto da un particolare che non
credeva vero.
Quel ragazzo aveva i capelli del colore dell' oro!
Non gli occorreva una corona per illuminare e impreziosire il suo capo, aveva i
capelli del colore del sole, come... come una stella!
Sasuke sgranò gli occhi accorgendosi che forse
aveva trovato la sua stella. E come incantato, con un sorriso stupido in volto,
si diresse verso la casetta.
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Naruto amava la pioggia.
Quando c'era la pioggia i profumi, gli odori e i
colori venivano momentaneamente coperti dall'odore intenso della pioggia, ma
poi tornavano prepotenti più vivi e intensi che mai.
Adorava anche il sapore della pioggia, ogni volta metteva
la sua testolina fuori della finestra, ignorando il fatto che si bagnasse il
capo, e spalancava la bocca cercando di raccogliere il maggior numero di gocce per
poter affermare di aver assaggiato un pezzettino di cielo.
Anche quel giorno era intento a fare ciò quando 3
colpi forti alla sua parto lo distrassero.
Spalancò gli occhi azzurrissimi e sentì le goccioline di pioggia che avevano impregnato
i capelli scivolare libere lungo il collo e fermarsi al bordo della sua larga
maglia arancione.
Chi poteva essere? Nessuno bussava mai alla sua porta, soprattutto non con quella
terribile pioggia…
Aprì la
prova trovandosi di fronte un ragazzo
stupendo bagnato come un pulcino.
Non credeva nell'amicizia, ne nell'amore, non aveva
legami con molte persone e questo gli aveva
molte volte evitato di soffrire… Eppure vedendo quel giovane sul ciglio della
sua parte inzuppato completamente dalla testa ai piedi, con quell'espressione
quasi felice, così intensa ma così fragile, con quegli occhi profondi, provò
una sorta di empatia istantanea e non poté far altro che sorridere e
accoglierlo in casa, offrendogli un caldo rifugio.
BIANCO
COME LA LUNA IL SUO CAPPELLO
COME
L'AMORE ROSSO IL SUO MANTELLO
Naruto si sentiva strano, aveva accolto uno
sconosciuto in casa, un bellissimo sconosciuto.
Si erano scambiati poche parole, il loro era molto
un gioco di sguardi.
Gli aveva fatto togliere i vestiti bagnati e gli
aveva fatto indossare un lenzuolo per coprirsi.
Era stupefacente come quel semplice rosso lenzuolo pareva essere un regale mantello di velluto addosso a quel
giovane della pelle nivea…E l'asciugamano leggero che gli aveva messo in testa
pareva un elegante cappello.
Con le sue mani calde prese a massaggiargli
dolcemente i capelli in una lieve carezza.
Era da quando l'aveva visto che provava l'inspiegabile desiderio di
toccarlo, sentire il calore di quella pelle che pareva alla vista ghiacciata
,ma che era sotto i suoi polpastrelli bollente e viva.
Le sue mani si erano intrecciate nei fili neri e avevano
preso a sfiorare le guance in una timorose e rovente carezza.
Fissò i suoi occhi in quelli immagine angelica che
aveva di fronte
- sembri un principe - disse parlando con sforzo, sorprendendosi di riuscire
a pronunciare ancora parole, che gli erano sembrate tanto inutili dal momento
in cui il suo ospite era entrato in quella casa.
- Sasuke...-disse il giovane.
- cosa?-
- chiamami Sasuke, non principe... solo Sasuke-
- Naruto.... - disse in un sorriso mentre sentiva
l'altro prenderlo per il polso e tirarlo in avanti.
Gli posò un casto bacio sulla mano, poi sul polso con
quelle labbra rosee, risalì il braccio e la spostò la stoffa della maglia
inspirando il suo odore.
Naruto cominciò a vedere l'ambiente attorno a lui
perdere di consistenza, gli odori e i
suoni impallidire di fronte alle sensazioni che provenivano da quel ragazzo...
-... una stella….-
- cosa?-
Aveva sentito il moro mormorare qualcosa ma la sua
testa si era fatto stranamente vuoto e i suoi occhi lucidi e non aveva capito
bene.
- una stella -ripeté Sasuke.
- Dove?-
- tu dobe! tu sembri una
stella..-
-ah..- fece
non sapendo cosa dire e arrossendo appena a quel paragone.
- Sei la mia stella?- chiese speranzoso.
- Io... io non - Sasuke aveva affondato il viso nel
suo petto inspirando forte.
Nasuto si sorprese nel sentire il suo cuore, che
mai prima d'ora aveva avuto quella reazione, accelerare e prendere a battere
come a voler esplodere.
- posso assaggiarti? -
Naruto non sapeva seriamente cosa rispondere, ma
quando incrociò i suoi occhi come zaffiri in quella bui dell'altro seppe che
c'era un’ unica possibile risposta.
TU LO
SEGUISTI SENZA UNA RAGLONE
COME
UN RAGAZZO SEGUE UN AQUILONE
Sasuke si
sentiva estremamente felice mentre muoveva le mani su quel viso, mentre si
assicurava che fosse l'unica cosa che la sua stella potesse avvertire...
Intrecciava la dita nei filamenti d'oro e sostituiva alle mani le sue labbra. Si
sentiva piacevolmente stregato e finalmente completo.
Si impossessò di quelle labbra gustando il suono
cristallino di quella voce.
C'ERA
IL SOLE E AVEVI GLI OCCHI BELLI
LUI Ti BACIÒ LE LABBRA ED I CAPELLI
-
Sa...
Sasuke..e –
Naruto non
aveva più concezione del tempo e dei colori, non sentiva il pavimento di legno che premeva contro la
sua schiena.
Non avverti la pioggia che smise di cadere, ne gli
odori che tanto amava… tutto, tutti i suoi, sensi erano concentrati verso quel
corpo… quelle labbra… l’odore di quel ragazzo…
Sembrava espandersi.
Era mai possibile che l'essenza di una persona
poteva espandersi fino ad occupare l'intero spazio e l'intera area, tutta la
sfera delle percezioni?
E poteva una
persona anche succhiare il tempo? perchè non sapeva
da quanto tempo erano per terra…
C'ERA
LA LUNA E AVEVI Gli OCCHI STANCHI,
LUI POSE
LA SUA MANO SUI TUOI FIANCHI
- che… che stai facendo -
- ti prego... ti prego….Naruto fidati di me...-
- Io... io non… -
- Sei la mia stella...- il suo tono era quasi una
supplica.
- Ah .. -
In quel verso gutturale che fuoriuscì violento
della gola di Naruto, Sasuke trovò un
totale appagamento e una spaventosa bramosia del
suo corpo e capi che s'era perduto.
E non poteva
tornare più indietro.
FURONO
BACI E FURONO SORRISI
POI
FURONO SOLTANTO FIORDALISI
CHE
VIDERO CON GLI OCCHI DELLE STELLE
FREMERE
AL VENTO E AI BACI LA TUA PELLE
Sasuke posò un casto bacio sulla guancia, fissando
il ragazzo addormentato accanto a se.
Lo coprì dolcemente con il lenzuolo rosso che avevano
usato prima per asciugarsi.
A quel gesto tenero Naruto riaprì gli occhi svegliandosi.
- Sasuke? - chiese come per voler confermare che
quello non fosse stato solo un sogno.
- Sono qui -rispose il moro posando un'altro bacio.
- E’ sera Naruto, credo che dovrei tornare, mi staranno cercando…-
- Sera? -fece il biondo spalancando gli occhi,
confuso - E dove sono scappati la mattina e il pomeriggio?
La risata sommessa di Sasuke ebbe il potere di
rallegrare Naruto.
Allegria che non sparì nemmeno mentre si rivestivano,
ma che ebbe un brusco colpo quando venne il momento di separarsi.
- tornerò - disse Sasuke poggiando un bacio sulle
sue labbra.
E a Naruto bastò quello.
Era sicuro che avrebbe mantenuto la promessa.
A lui non servivano le parole, bastava quello sguardo.
Naruto insistette per accompagnarlo fino al
limitare del bosco per evitare che si perdesse, ma la verità era che voleva
bearsi ancora un poco del calore delle dita di Sasuke che stringevano le sue.
Si salutarono con un lungo bacio.
- Aspettami Naruto . -
- Si, lo farò. -
- Grazie...-
- Ah Sasuke!-
Il moro si girò per vedere cosa volesse l'altro.
Naruto si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò
qualcosa.
Si separarono con il sorriso sulle labbra.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°**°*
Naruto stava tornando sereno verso la sua casetta
di legno, che improvvisamente non sembrava più tanto vuota, quando sentì dei
passi dietro di se.
Si voltò curioso e vide un ragazzo della sua età
venirgli incontro con un sorriso.
Sorrise anche lui cordiale. La sua mente gli suggerì
che quel ragazzo assomigliava terribilmente a Sasuke, con gli stessi occhi neri
e capelli scuri.
Si stupì di come il moro avesse invaso
completamente la sua vita, permeando le sue percezioni oltre che i suoi
ricordi.
- Salve, lei è il signorino Naruto gusto?-
- Oh si, e mi scusi lei come fa a saperlo?-
- Oh sono maleducato! Il mio nome è Sai e sono un
amico di Sasuke…-
A Naruto si illuminarono gli occhi.
-
Davvero? – disse.
Voleva fare bella impressione con gli amici di Sasuke.
- si. Lei non sa chi sia veramente Sasuke, vero?-
Il biondo lo guardò interrogativo.
- Immaginavo. Sasuke mi ha mandato da lei proprio
per questo, per dirle la verità. C'è un posto in cui possiamo parlare con tranquillità?
-
Naruto ci pensò su un pochino individuando poi il
luogo adatto.
Non voleva portare quell'estraneo in casa, avrebbe
contaminato il loro odore, l'odore suo e di Sasuke.
Fu contento di aver trovato subito una valida
alternativa.
- Certo! – disse - conosco un posto tranquillo. E da
questa parte vicino al fiume… -
- Perfetto -fece Sai e si incamminò alle spalle del
biondo.
DICONO
POI CHE MENTRE RITORNAVA
NEL
FIUME, CHISSA’ COME, SCIVOLAVA
E LUI
CHE NON LA VOLLE CREDE R MORTA
BUSSO
CENT' ANNI ANCORA ALLA SUA PORTA.
- Aprimi! Maledizione! Apri QUESTA PORTA! Ti prego
Naruto! Avevi promesso che mi avresti aspettato! APRI LA PORTA!-
- Principe Sasuke.... -
- Non toccarmi Sai! Tu non puoi capire! Tu non l'hai
visto, non l’hai conosciuto! non puoi capire... non puoi capire... Parchè Naruto? Chi ti ha dato il permesso di morire?
Perché....?-
Sasuke cadde in ginocchio davanti alle pareti di legno,
versando tutte le lacrime che non
aveva... quelle che non aveva versato neppure alla morte di suo fratello e continuando
a bussare a quella dannata porta in attesa di una risposta che, lo sapeva, non
sarebbe mai arrivata.
QUESTA
E’LA TUA CANZONE MARINELLA
CHE
SEI VOLATA IN CIELO SU UNA STELLA
E COME
TUTTE LE PIÙ BELLE COSE
VIVESTI
SOLO UN GIORNO COME LE ROSE
- Ah Sasuke!-
Il moro si girò per vedere cosa volesse l'altro.
Naruto si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò
qualcosa.
"E’ come se fino adesso io non avessi mai vissuto.
Questo è il primo giorno in cui mi sento così, in cui mi sento vivo... GRAZIE “
E COME
TUTTE LE PIU' BELLE COSE
VIVESTI
SOLO UN GIORNO,
COME LE
ROSE.
Spero che sia stata di vostro gradimento e se si mi lascereste
un commentino?
Grazie e ciao a tutti.