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Autore: Piccolo Fiore del Deserto    08/05/2010    0 recensioni
Sara è una ragazza che ha perso la voglia di sorridere e sognare. Tradita dagli amici, preferisce passare il suo tempo da sola, senza riuscire più a vedere i lati positivi della vita. Fino a quando Michele, un ragazzo allegro e pieno di fantasia, non entra nella sua esistenza e la porterà a raggiungere quella felicità che aveva perso. Realtà o Fantasia? Chissà... - Storia che prende ispirazione dalla Canzone "Così Vicini" di Come d'Incanto, e partecipante attualmente al Contest "Colonne sonore dei film d'animazione Disney", di Harriet.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1


{“Noi siamo insieme e ciò che voglio è qua. Il mondo passa e va, intorno a me.
Così vicini, solo io e te, il mio destino sei tu.”}*

« Sara? »
La musica continua a suonare, rendendomi sorda al mondo. Non capisco che qualcuno mi sta chiamando, e non vedo neanche, dato che ho chiuso i miei occhi per entrare in completa armonia con quelle note.
Ma poi sento qualcuno sfiorarmi la spalla destra. Mi riscuoto, apro gli occhi, e davanti a me c’è lui.
Sorride. Lui sorride sempre. Un sorriso delizioso, che su di me non sembra suscitare nulla.
« Finalmente ti sei risvegliata dal tuo mondo, principessina triste, eh? » la sua voce vellutata prende il posto della musica, che cessa nel momento esatto in cui premo il pulsante “off” e sfilo dalle mie orecchie gli auricolari, che mi permettevano di essere lontana dal mondo.
« Se il principe sorridente mi sfiora, mi riporta, ahimè, nel mondo reale. » commento io, senza dar mostra del minimo sorriso, ma neanche di una smorfia. Impassibile, come una statua.
« Non volevo disturbarti, ma non sopporto di vederti qui sola in un angolo, con quell’espressione vuota nel tuo viso. Vieni con me, voglio far qualcosa, per permetterti di ritrovare il sorriso e vedere di nuovo brillare quei tuoi splendidi occhi grigi. » in passato sarei arrossita di fronte a parole simili, ma in quel momento mi limito solo a sospirare. Le mie mani si occupano di riavvolgere il filo delle cuffiette, per poi riporre l’mp3 nella tasca della mia giacca di jeans.
« Non voglio essere scortese con te, Michele, ma preferisco rimanere qui da sola. La solitudine ha un non so che di attraente. » ribatto con un tono neutro, senza spessore.
« Ed io non voglio essere scortese con te, Sara, ma non posso fare a meno di tentare in ogni modo di rendere gli altri felici. Quindi, ora vieni con me. » mi afferra la mano all’improvviso, e so bene che anche opponendo resistenza, lui l’avrà vinta. Ergo lo lascio fare, come se alla fine non m’importasse.
« Portami dove vuoi, ma non riuscirai ad aiutarmi. Ormai sono un caso perso, e poi sto bene come sto. Senza emozioni, senza sogni, così almeno non rischio di star male. »
Lui scuote il capo, ma le sue labbra danno mostra di un nuovo, luminoso sorriso.
« Non mi do per vinto tanto facilmente. Se voglio una cosa, so ottenerla. »
Un tempo avevo l’impressione che lui non mi avrebbe mai presa in considerazione, ma da quando ero sprofondata in quel senso di vuoto, lui aveva iniziato a dimostrare interesse. Non riuscivo quasi più a staccarmelo di dosso, e avvertivo gli sguardi d’odio o d’invidia che mi lanciavano le altre ragazze, come ora, del resto.
« Contento tu, contenti tutti. » concludo, mentre mi guardo intorno, cercando di capire dove mi porta.

Dopo diversi minuti di cammino, ci ritroviamo in una sorta di casetta. Dalle finestre si possono vedere diversi disegni infantili, opera di bambini sicuramente. Sembra quasi un asilo e, ricordo solo in quell’attimo, che lui ci va spesso, per rallegrare i bambini con una storia, o un’opera teatrale. O giochi, canti, portare una ventata di allegria, e suscitare un sorriso in quei bambini che spesso hanno visto cose orrende nella loro breve vita.
« Hanno dai pochi mesi ai dieci anni. Sono molto piccoli, eppure molti di loro non hanno mai visto i loro genitori, altri, invece, hanno subito violenze e perso il sorriso. Se vengo qua, è perché voglio consentire loro di vivere qualche ora migliore, di far credere loro ancora nelle favole e nelle bellezze della vita. I bambini sono tenere creature, indifese, che devono ancora sognare. Come tutti del resto. Non si deve mai smettere di sognare, sai, Sara? Neanche quando diventi adulta e scopri la sofferenza. Neanche quando diventi anziana e ti avvicini alla morte.
Bisogna sempre sorridere. Sognare. Lottare per quel che si crede; e cercare di aiutare chi non è capace di farlo. »
Ascolto le sue parole e, sebbene non do segno di provare alcuna emozione all’esterno, dentro di me sento una specie di “crack”, come se un pezzo di ghiaccio si spezzasse.
So bene che le sue parole sono vere, tuttavia io non voglio crederci. Sognare? Per cosa? Per poi soffrire?
Non dico una parola.
Tenendomi sempre per mano, mi conduce all’interno del luogo, verso una sala grande. Lì, ci sono bambini di ogni età, e anche di diverse razze, che giocano insieme. Alcuni stanno in disparte, sui loro volti non compare il sorriso, come se qualcosa dentro li trattenesse. Ma quando vedono Michele, risuona un tonare di voci che invocano il suo nome, e corrono felici verso di lui. Solo in quel momento non sento più il tocco della sua mano sulla mia. Lui allarga le braccia, consentendo ai piccoli di abbracciarlo e accerchiarlo.
Io mi sposto di qualche passo, guardando come uno spettatore distante il tutto.
Un altro “crack” dentro di me. Altro ghiaccio che si scioglie.
La vista di tale amore e affetto suscita in me qualcosa, ma io lotto per non permettere a quella nuova emozione di prendere il sopravvento.
Vorrei fuggir via da lì, ma qualcosa mi trattiene. Sento due occhi puntanti su di me.
Abbasso lo sguardo, e vedo proprio di fronte a me, una piccola bambina dai grandi occhi color miele e dai capelli rossicci, fissarmi. Tiene tra le braccia un orsetto di peluche, e non dice una parola. Mi scruta attenta, e al sol guardarla è difficile non provare una tenerezza assurda, ma io mi ostino a combattere contro le emozioni.
« Perché sei triste? » mi chiede, una vocina così piccina che mi penetra nel cuore. Non so bene che rispondere. E’ come se quella piccola volesse conoscere la mia anima, con quello sguardo insistente.
« N-non sono triste… piccolina. Sono… » mi trovo in difficoltà nel rispondere, quando odo di nuovo la voce di… lui.
« Ashley, lei è Sara. Una nostra nuova amica. Ed è qui perché anche lei vuole giocare con noi, e sorridere. E noi l’aiuteremo, non è vero? » Michele è di nuovo vicino a me, e parla in maniera così gentile con quella piccola, che ora gli rivolge un adorabile sorriso.
« Sììì! » esclama la piccina, prima di tendere una manina ad afferrare la mia. « Vieni Sara, che bel nome che hai. Ora andiamo a giocare, e pooi Michi ci racconta una beeella favola, con tante principesse e ca... cavalieri sì! »
Sento la sua manina stringere la mia e, dopo un attimo di titubanza, guardo Michele. Lui annuisce, cercando di rivolgermi un sorriso d’incoraggiamento. In quell’attimo un nuovo “crack” e succede qualcosa d’impensabile…
io sorrido. Sorrido alla bimba, come non facevo da qualche tempo. E mi sento bene. Non riesco a descriverlo a parole, ma forse semplicemente dire che mi sento bene, basta.
Mi siedo a terra accanto alla piccola Ashley, e osservo i suoi giocattoli, in particolare quell’orsetto.
« Lo sai che anch’io avevo un orsetto quando ero piccola come te? Si chiamava Puck, e ogni volta che avevo paura, lo stringevo forte, forte, e lui mi aiutava. Anche il tuo orsacchiotto ti aiuta? »
« Lei non è un maschietto! È una femminuccia! » trilla con quella sua vocina « si chiama Giselle, come il nome di una principessa! » una principessa Disney.
Da quanto non vedo un cartone della Disney, non so. Da quando ho smesso di sognare, probabilmente. Non volevo più credere a storie così assurde come quelle che ci propinava la Disney, e così… eppure, bastava quella semplice bambina, a farmi riaffiorare i ricordi d’infanzia.
« Oh che bel nome. E ti piace molto quella principessa? » chiedo, sorprendendomi del tono gentile che dimostro.
« Sì! Lei ha anche i capelli come i miei! Anch’io voglio essere una principessa! » esclama, e proprio in quel momento una voce affiora alle nostre spalle.
« Tu sei una principessa. Tutte le bambine lo sono, e continuano a esserlo anche quando diventano grandi. Anche Sara lo è. E tutti i bambini sono dei cavalieri. » Michele, ancora la sua calda voce, che inizia ad entrarmi nell’anima. Ma la cosa strana è che ora io non lotto.
Alzo lo sguardo verso di lui e non riesco a capire cosa provo. Lui mi sorride di nuovo e sento una punta di rossore affiorare sulle gote. Che mi succede?
Sento qualcosa sfiorarmi i capelli. Una piccola manina, quella di Ashley, che accarezza quella lunga chioma color onice.
« Che bei capelli che hai. Sono così lisci. » commenta, mentre io la lascio fare.
« Grazie piccola Ashley, ma anche i tuoi sono splendidi. Che ne dici se te li spazzolo? Così li rendiamo ancora più belli! »
« Sì, sì, sì! » trilla per poi battere allegra le manine. A quella visione, sento di nuovo palesarsi un sorriso sulle mie labbra.
Prendo una spazzola e inizio a districare dei piccoli nodi tra quella chioma rossa. La piccola fa delle buffe smorfie, quando mi ritrovo a tirare forse un pochino i suoi capelli, ma poi sorride, perché in fondo vuole avere degli splendidi capelli morbidi, come quelli di una principessa. Come i miei.
Io, una principessa?
Il mio nome lo dice. Ma io ho perso quel sogno, insieme a tutti gli altri. E se… ora riprendessi a sognare?
Le ore passano rapide, quando stai bene. Risate, giochi, sorrisi, e un gran calore nel petto. Sento che il ghiaccio dentro di me si è in parte sciolto, ma sarei stata in grado di non lasciarlo riaffiorare?
Michele mi vede turbata. Accanto a me, ha deciso di riaccompagnarmi a casa. Parliamo della giornata, eppure i dubbi mi assalgono. Lui lo nota, ovviamente.
Mi prende le mani tra le sue, costringendomi così a fermarmi. La luna in alto brilla e sembra illuminare proprio il punto in cui ci siamo solo noi.
Noi due insieme, e tutto il resto del mondo che intorno passa e va via. Ma io lo sento così vicino a me, che non mi importa di quello che accade intorno.
« Piccola, dolce Sara. Sei turbata, vero? Temi forse di non riuscire a scioglierti del tutto? » a quelle domande, mi limito ad annuire ed abbassare lo sguardo. Lui, con un gesto della mano, mi spinge a risollevarlo. « non abbassare i tuoi occhi, permettimi di vederli, senza non riesco a star bene. » proprio lui che dice parole simili? E cos’è quel calore che sento sulle gote, e quel cuore che batte? « Oggi, quei piccoli angeli ti hanno aiutata, ma io voglio fare di più. Ora, chiamo la luna a me testimone, e ti prometto che ti aiuterò a ritrovare te stessa, le tue emozioni, i tuoi sogni, la tua felicità e il tuo adorabile sorriso che in passato ho visto, e oggi ho ritrovato. Fidati di me, Sara, e lasciati condurre verso la vita. Non lasciarti andare al vuoto. Ti farò ricredere nei lati belli della vita. E non ti lascerò sola mai. Afferra la mia mano e grida il mio nome. Io sarò lì con te, sempre. »
Non riesco ad allontanare il mio sguardo dal suo. Mi perdo in quel verde smeraldo, e sento calde lacrime affiorare nei miei occhi. Ma questa volta non lotto. Le lascio scorrere, perché sento che sono dovute al ghiaccio che si scioglie.
Siamo soli. Mi lascio stringere forte, sentendomi di colpo una bambina in preda alla paura e bisognosa di affetto. Così vicini, così stretti l’uno all’altra, sento i nostri cuori battere all’unisono.
Poi, d’un tratto, lui rialza il mio viso e lo avvicina al suo. In pochi istanti le nostre labbra si uniscono, lasciandosi andare a un bacio così dolce, capace di sciogliere del tutto, o quasi, la mia fredda anima. Che sia il bacio del vero amore?
Sì, sento che lo sia.
E in quel momento, capisco che il mio destino sei proprio tu. Mio splendido Cherubino. Mio Cavaliere.



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Moselyn:  Ti ringrazio per il commento, gentilissima. Tranquilla, la storia l'ho già tutta completata e ogni giorno posterò un capitolo. Non sono molti, perchè ho dovuto rispettare un limite di pagine per il contest, ma spero che comunque potrà piacerti :)


*Da questo capitolo in poi, inizierò a postare anche dei pezzi della canzone che ho scelto, "Così Vicini" di Come D'incanto, per far meglio comprendere, come già detto, da cosa ho tratto ispirazione!

   
 
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