Note dell’autore: Eccovi il
terzo capitolo della mia storia “Alieni sulla Luna” con Rose. Spero vivamente
che stiate apprezzando il mio lavoro, chiedo ancora scusa per gli eventuali
errori di grammatica. Aspetto i vostri commenti, mi raccomando. Come sempre
niente è di mia proprietà, naturalmente non è a scopo lucrativo.
Capitolo 3
Correndo per salvare il mondo
Uscirono dall’ufficio dell’ormai ex primario, il Dottore
sembrava alquanto preoccupato, mentre Rose iniziava a sentire l’assenza di
ossigeno, nonostante l’enorme adrenalina che le scorreva nel sangue.
“Se fossi un plasmivolo
ricercato e circondato dalla polizia che farei.” Rifletté il Dottore, poi alzò
lo sguardo e fu come illuminato.
“Oh, è quasi intelligente come me.” Disse attirando
l’attenzione delle due ragazze.
“Beh, quasi.” Precisò.
“Qual è il piano?” Chiese Rose affaticata.
“Tutto bene?” le chiese il Dottore preoccupato.
“Starò bene quando tutto questo sarà finito.” Gli
rispose.
Sentirono una squadra di Judoon entrare in quel corridoio.
“Maledizione.” Disse il Dottore.
“Adesso cosa facciamo?” chiese Martha preoccupata, il
Dottore prese Rose per le spalle, guardandola negli occhi.
“Rose resta qui, mi serve tempo e tu devi trattenerli.”
Disse non nascondendo la sua preoccupazione.
“Devi fidarti di me.” Disse continuando a guardarla negli
occhi.
“Cosa devo fare?” chiese pronta a tutto pur di aiutarlo.
Il Dottore le prese il viso e la baciò intensamente.
Un brivido le percorse la schiena, il Dottore la stava
baciando, il suo Dottore, un forte sensazione di completezza la pervase.
“Vi sembra il momento più adatto per baciarvi?” chiese
Martha quando i due si separarono.
“Questo non era un bacio. Ero un semplice trasferimento
genetico.” Spiegò il Dottore senza lasciare Rose.
“Fa molta attenzione.” Si raccomandò scappando via. Rose
continuò a guardare davanti a se, sconvolta da quel bacio inaspettato, non le
importava quello che aveva detto lui.
Si svegliò invaso da quel po’ di ossigeno che aveva
ricevuto grazie alla respirazione bocca a bocca fattagli da Martha. Tossì e si
guardò attorno, mentre Martha si accasciava accanto a lui quasi senza respiro,
vide accanto alla ragazza il corpo di Rose, e un enorme paura lo invase.
“Rose!” la chiamò con quel poco di voce che aveva, tossi
ancora.
“La macchina. Ha fatto qualcosa.” Gli ricordò Martha con
forte difficoltà. Il Dottore si alzò sui gomiti per guardare la macchina della
risonanza magnetica. Tossì ancora una volta e vide Martha chiudere gli occhi
stremata. Con difficoltà trascinandosi e aggrappandosi a qualsiasi cosa, si
avvicinò ai comandi, cercò il suo cacciavite sonico, ricordando, poi che non lo
aveva più. Guardò le due prese, rossa e blu non sapendo quale staccare, prese
per prima quella blu, per poi cambiare all’ultimo momento e staccare quella rossa,
spegnendo completamente la macchina.
Si riavvicinò a Rose e la prese in braccio, non poteva
perderla, iniziò a camminare nei corridoi raggiungendo una finestra, sperando
che i Judoon invertissero tutto. Più Rose rimaneva senza ossigeno, meno era la
possibilità di salvarla. Vide le navi dei Judoon lasciare il suolo lunare.
“Avanti, avanti, avanti. Per favore. Forza Judoon, invertitelo.”
Pregò il Dottore mentre li vedeva andare via, per poi sorridere nel vedere la
pioggia ricadere sull’ospedale.
“Sta piovendo. Rose, sta piovendo sulla Luna.” Disse
sorridendo, un lampo di luce lo avvolse e in un attimo tutto l’ospedale era
ritornato sulla Terra.
Appoggiò Rose su un lettino, aprì la finestra permettendo
all’ossigeno di invadere la stanza, tornò da Rose e le accarezzò il viso
sorridendole dolcemente.
“Avanti Rose riprenderti.” Cercò di chiamarla.
I soccorsi, che erano al di fuori della struttura,
entrano per aiutare i superstiti. Uno di loro si avvicinò a loro due.
“Signore devo portarvi fuori di qui.” Disse un
paramedico, il Dottore si voltò notando la bombola di ossigeno che aveva,
gliela strappò dalle mani.
“Ci penso io a lei, sono un medico.” Disse mettendo la
mascherina alla bocca di Rose e aprendo la bombola.
“Nella sala della risonanza c’è una ragazza svenuta,
corra da lei.” Disse senza staccare lo sguardo dalla sua Rose, le strinse la
mano, il paramedico ubbidì e corse via.
“Su Rose, svegliati devi ancora darmi la rivincita a
carte.” Le sussurrò in un orecchio, sperando che reagisse. Ripensò al bacio che
le aveva dato, certo era un semplice trasferimento genetico, ma avrebbe potuto
davvero essere qualcosa di più, quel qualcosa che per tutto questo tempo si era
tenuto dentro di se. Accarezzò il viso della ragazza sorridendo dolcemente.
I suoi pensieri si fermarono, quando sentì che Rose
tentava di stringergli la mano, la guardò in viso e vide che aprì di poco gli
occhi.
“Ciao.” La salutò sorridendole dolcemente, Rose cercò di
togliersi la mascherina, ma il Dottore la fermò.
“No, sei stata troppo senza.” Le disse con dolcezza.
“Riesci ad alzarti?” le chiese, Rose annuì con la testa.
“Bene aggrappati a me, torniamo sul Tardis.” Disse
aiutandola ad alzarsi.
Fine
Capitolo III
Correzione: Ed ecco anche il terzo capitolo aggiornato e sistemato.
Scusate se ci sono ancora errori.