Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: __Evelyn__    08/05/2010    5 recensioni
È facile pensare che una festa non sia niente di male, solo dopo ti rendi conto che oltre ad essere il luogo perfetto per un attacco di Akuma, potrebbe essere una zona trafficata anche di Noah.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Kanda/Allen, Tyki/Rabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CHAPTER FIVE

 

La testa pulsante come un post – sbornia, le ossa che parevano fratturate e la pelle indolenzita sembravano di mia rutine ad ogni risveglio da qualche avvenimento bizzarro. L’ultimo era stata una bella passeggiata arrancando nella neve. Inutile, oltretutto.

Per la verità erano successe parecchie cosucce, negli ultimi … provai a contare i giorni che potevano essere passati, ma come unica risposta ottenni un’allucinante fitta alle tempie.

Meglio, almeno avrei fatto a meno di scervellarmi per tutto il tempo.

Tentai di appoggiarmi sui gomiti, ma con pessimi risultati. Comunque era bastato per rendermi conto di non trovarmi più nell’orribile buco sotterraneo dove ero stato con quel pazzo.

Prima di tutto era una camera da letto. Lussuosa come solo una suite può esserlo e con segni di rigorosa ricchezza.

Rammentai dei polsi sanguinanti, ma quando alzai le braccia per ricontrollare i danni, trovai con piacere le candide bende che me li avvolgevano. Mi massaggiai la pelle attraverso la stoffa rimasi immobile, sotto delle lenzuola ad accarezzarmi la pelle.

 …

… la pelle?!

Solo allora mi resi conto di non aver su uno straccio d’abito. Ero completante nudo. L’unico indumento, se così si poteva chiamare era la benda all’occhio destro.

Cercai di coprirmi il più possibile, per quanto si potesse fare con delle coperte di seta bianche. Così, raggomitolato e arrotolato come un salame rimasi all’ascolto di ogni possibile estraneo nella stanza. Quest’ultimo non tardò ad arrivare. La porta cigolò piano. Passi leggeri trotterellarono affianco al grande letto.

Percepii una figura sporgersi su di me, quindi finsi di dormire. La cameriera mi squittì nell’orecchio.

«Ancora dorme, poverino.» Il tono della voce era sarcastico. «Menomale che Sir Tyki l’ha trovato. Altrimenti questo era spacciato. In ogni caso vediamo di mettere a posto quelle dannate bende. Ma guarda cosa mi tocca fare! Io! Un livello due dovrei essere in giro ad evolvermi, invece eccomi qui, a fare la babysitter a questo marmocchio!»

Come fece per sollevare le coperte io le sferrai un calcio dritto nello stomaco, sbattendo la donna – Akuma contro la parete poco distante. Mi alzai trascinandomi frenetico le lenzuola e cercai il mio martello per la stanza. L’Akuma, intanto si stava rialzando.

«Come osi! Misero umano! Io ti amma …»

L’esplosione mi fece volare dall’altra parte della stanza.

«Le avevo raccomandato di non toccarti con un dito, ma non ci si può mai fidare nemmeno degli alleati.»

Cercai di rimettermi in piedi, evitando in tutti i modi di lasciare parti imbarazzanti in vista. A quel maniaco non volevo far vedere un fico secco! Ben che meno dopo quella storia nel rifugio estivo dei cacciatori.

La sola sensazione delle sue mani sul mio corpo mi faceva rabbrividire.

Sembrò quasi accorgersene, perché si avvicinò e, alla seconda scarica di brividi, sorrise maliziosamente. Io affatto. Piuttosto stavo pensando a dove poteva essere finita la mia innocence.

Mise una mano in tasca. «Cercavi questo?»

L’oggetto da me tanto agognato era ora tra le sue minacciose mani.

Un altro sorriso.

«Lo vuoi?» Uno sguardo indagatore mi perlustrava. Mossi appena le coperte, tirandole un po’ più su, a celare fin oltre l’ombelico.

«Potremmo fare uno scambio, però o prima accetti o … bye bye innocence!»

Sussultai a quelle parole, ricordando dove le avevo sentite pronunciare la prima volta da quella voce. Aggrottai la fronte.

«Ho un’altra scelta?»

«No, probabilmente. Però potremmo fare un gioco, per decidere chi dei due ha la meglio. Così potresti gradire un po’di più.» Pensai all’allegra chiacchierata che avevamo fatto in precedenza.

«Prima una cosa. Quanto sono andato lontano?» Sorrisi sapendo di aver sorvolato parecchio territorio.

«Sei stato piuttosto bravo. Più di due chilometri, non l’avrei mai immaginato ridotto com’eri. Anzi, come sei. Sono più di tre giorni che non mangi. Così non farai che peggiorare le cose. Adesso ti porterò in pranzo, poi decideremo il da farsi. Non scappare, neh …»

Detto ciò si dissolse in uno sciame di orrende farfalle nere.

Non ci mise molto, mentre io escogitavo (o tentavo di escogitare) una maniera per scappare. Peccato non fossi in grado di sparire come lui. Inoltre aveva io mio martello, quindi ero spacciato. Se avessi riprovato a svignarmela, probabilmente stavolta non mi avrebbe risparmiato. O forse sì? Insomma, se volava arrivare ad uccidermi, non avrebbe atteso così tanto e se voleva farmi morire di fame, non sarebbe andato a prepararmi da mangiare.

Usò la porta, questa volta. Forse per mettermi a mio agio. Sbuffai. Quanti forse!

«Ecco qua, piccolo guercio.»

Mi sorrise, un sorriso sincero, questa volta. Mi venne spontaneo ricambiare e vedendo una risposta sembrò essere ancora più soddisfatto.

«L’hanno preparato i cuochi della reggia. Prometto che non si verificherà più un simile incidente.» Disse indicando la parete sporca di fuliggine dell’esplosione. Doveva aver impedito che mi attaccasse. In breve, mi aveva risparmiato ancora una volta.

Sul vassoio c’erano diverse pietanze. Avrei voluto fare lo sciopero della fame, ma era un po’ troppo tardi, dato che avevo già cominciato ad ingozzarmi, prima di formulare quel pensiero. C’erano un piatto abbondante di minestra, un altro con costolette di maiale, un cesto di pane, due bottiglie da bere ed un vassoio coperto.

«Serviti pure! Direi che disprezzi gli Akuma, ma non il cibo che sanno cucinare, eh!»

Scoppiò a ridere. Era seduto poco distante da me, dalla parte opposta del materasso. Io avevo il vassoio posato sulle gambe, prontamente coperte dal lenzuolo.

«Hai freddo?» Chiese, mentre il suo sguardo scendeva lentamente dal collo verso zone inesplorate.

Mi sentii avvampare e mi mossi appena, per assicurarmi di mantenere una certa distanza. Non sapevo se rispondere di sì o di no. Le due mezze idee che mi frullavano in testa per entrambe le opzioni mi mettevano ancora più a disagio.

«Dunque?» Insistette lui, calmo.

Se rispondevi di sì, poteva pensare a modi strani per scaldarmi e se dicevo no, chissà, magari il maniaco mi toglieva anche il lenzuolo!

«Beh … ehm … ecco …»

Come mi aspettavo scoppiò in una fragorosa risata.

«Sei ancora più carino quando sei confuso, coniglietto!»

Mi irrigidii a quel nomignolo. Farfugliai un lamento di disapprovazione, poi mi rituffai sul cibo. Bevvi tutta la bottiglia d’acqua, mentre l’altra se la prese lui. Non avevo mai pensato che, anche se Noah, avesse bisogno di acqua e cibo. In ogni caso erano pur sempre umani. Pazzi, assassini, indiscutibilmente sadici, ma umani. Dopotutto gli uomini non sono diversi dai Noah, solo quest’ultimi sono la reincarnazione dei peggiori peccati che essi possano commettere.

Il Piacere è un peccato?

Se te lo perdi sì, pensai lasciandomi sfuggire un sorrisetto. Lui non lo ignorò, quindi iniziò ad insistere sul farsi dire ciò che mi frullava per la testa, la stessa cosa che avevo pensato quella sera alla festa.

«No, non ho voglia di dirti nulla.»

«Bene, allora passiamo subito al gioco, ti va?»

Annuii. Che altro potevo fare. Certo, l’idea di non ribellarmi non era il massimo, solo prima di qualsiasi combattimento volevo riavere il mio martello.

Salì a carponi sul letto e poi si sedette a gambe incrociate. Estrasse un mazzo di carte dalla tasca e cominciò a mescolarle. Rabbrividii. Che sapesse della mia pressoché totale ignoranza nel poker?

Sorrise affabile e cominciò a distribuire le carte. Per lo meno erano occidentali, quindi riconoscevo il loro valore. Cominciammo a giocare, ma una carta dopo l’altra, mi avvicinavo ad una inesorabile sconfitta. Tyki non smise di sorridere, guardandomi mentre impacciato mi sfuggivano quasi le carte dalle mani.

«Scala reale.»

Concluse per la terza volta dopo meno di dieci minuti.

«Stai imbrogliando!» L’avevo visto con Allen sul treno.

«Ah, ragazzo. Nessuno ha stabilito le regole. In ogni caso … ho vinto!»

Sgranai gli occhi.

«Signor Neo, voglio la rivincita!» Cercai in tutti i modi di allungare quel momento, prima che arrivasse quello fatale.

Scosse il capo. «Non do mai rivincite. H-O V-I-N-T-O. Adesso prenderò ciò che mi spetta.»

Altri brividi percossero la mia schiena scoperta, mentre le sue mani si avvicinavano alla pelle. Cominciai a sudare freddo. Dentro di me, qualcosa non andava. Qualcosa mi stava impedendo di ritrarmi, eppure avrei potuto saltar giù dal materasso ed allontanarmi.

Ebbi un fremito al nostro primo contatto. Non so per quale motivo, ma mi aspettavo che la sua mano fosse gelida. Mi ero fatto ingannare da quel colorito abbronzato e cadaverico allo stesso tempo.

Mi attirò a sé ed io non protestai. Sarebbe stato inutile?

Mi tenne stretto in un breve abbraccio, dove percepii i battiti accelerati del Noah. Anche quello non me lo sarei aspettato.

Che idiota, pensai.

Il suo respiro caldo mi carezzava l’orecchio sinistro e la spalla. Le labbra non erano molto distanti dal lobo e le mani stavano percorrendo il tragitto dai miei fianchi ai capelli.

Il mio viso ribolliva per l’imbarazzo. E stavo anche immobile?!

Provai a respingerlo e a colpirlo, ma non si smosse di un solo millimetro.

«Sta’ tranquillo …»

Mi tirò la testa all’indietro e cominciò ad accarezzarmi il collo con la punta del naso. Su e giù, lentamente. Al naso, si sostituirono presto le labbra morbide e la lingua. Cominciai ad ansimare, sferrando pugni a destra e a manca.

«La – lasciami! Ah!»

Mi morse il labbro inferiore, dopodiché infilò nella mia bocca spalancata la sua umida e calda lingua. Cercai di respingere quella presenza indesiderata, ma finii per rispondere a quel bacio che di casto non aveva proprio niente.

«Non hai niente di cui lamentarti, per ora. Risparmia la voce per più tardi.»

Premette il corpo contro il mio, le mani che scorrevano sul mio corpo, tracciando disegni infuocati. Tutto bruciava! Di passione. Di rabbia. Di piacere!

Presto i suoi suntuosi abiti finirono a terra. La cosa sconvolgente? Glieli avevo sfilati io! Le lenzuola che mi coprivano non tardarono a raggiungerli.

L’unica cosa che indossavo erano le varie bende bianche più quella sull’occhio. Quando Tyki fece per toglierla, mentre mi faceva scorrere le labbra lungo il viso, scostando i ciuffi rossi ribelli, voltai la testa di scatto e mugugnai quasi impercettibilmente.

«Se non vuoi proprio levartela, sarà per un’altra volta.»

Mi baciò ancora, dolcemente, stavolta. Questa volta, più che una lotta sembrava una lenta e sensuale danza. Mi tolse letteralmente il respiro.

Sorrise soddisfatto quando prese a torturare zone più sensibili ed io cominciai a gemere in modo incontrollato. Penso si sia divertito parecchio a sentirmi urlare a causa dei suoi giochetti successivi.

Dopo avermi ripetuto lo stesso trattamento circa due o tre volte, cademmo esausti sul materasso. Mi ero abbandonato sul suo petto. Mentre respirava pesantemente, io venivo trasportato su e giù, più dolcemente di quello che mi aveva fatto fare prima.

L’aria era ancora bollente, io ero ancora bollente. Tyki era ancora più bollente.

Si sfilò da sotto di me, la pelle imperlata di sudore, i capelli arruffati. Mi sorrise quando notò il mio sguardo sul suo corpo scoperto.

Ero distrutto. Avevo bisogno di una bella dormita, come se non fossi stato nel mondo dei sogni per abbastanza tempo! Tutto era così irreale in quella stanza quasi magica. Sospirai e rabbrividii.

Il Noah si avvicinò e mi circondò con le braccia. Mi accoccolai contro il suo petto.

«Sì, come amante sei decisamente meglio …»

Lo colpii con un pugno dritto nello stomaco, poi mi lasciai trasportare dalla stanchezza,il battito del suo cuore a cullarmi.

Che idiota!, mi ripetei.

 

 

 Grazie mille mhoran per avermi aiutata e sostenuta nella pubblicazione del capitolo. Altri ringraziamenti a coloro che gentilmente seguono la mia storia e quello che l'hanno messa nei preferiti. Mi date la soddisfazione di andare avanti a scrivere questa fic. Spero che per chi nelle recensioni mi ha domandato che fine avrebbe fatto Lavi questo capitolo sia una risposta.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: __Evelyn__