15 febbraio

Adesso piove.

Il lago è trafitto da minuscole goccioline d'argento che diventano parte di esso. Posso vederlo attraverso la larga finestra, seppure è un po' appannata dal calore della stanza. Là fuori è tutto così bello; immagino che sarà meraviglioso respirare l'odore della terra bagnata, più tardi.

Attorno a me il silenzio è rotto soltanto da risate soffocate e sussurri. Chi più, chi meno, è immerso nella lettura. Qualcuno prende appunti. Dovrei farlo anch'io, ma questi piccoli spazi di tempo libero devono essere sprecati, una volta ogni tanto. Forse un giorno trarrò qualcosa di utile da queste memorie giovanili. Per il momento, infatti, l'unica cosa utile in esse è il senso di sfogo che provo nello scriverle. I contenuti li conosco a memoria.

Io conosco il mio destino, e questo fa di me un essere dannato. Conosco ciò a cui vado incontro e so quello che farò. La cosa piacerà a ben pochi. La mia vita mi appare chiara e nitida, posso già immaginare me stesso fra dieci anni. E' inquietante, eppure non sto facendo nulla per evitare che ciò accadi. Se questo è il mio destino, allora mi limiterò a percorrerlo e compierlo. Dovrò eliminare gli ostacoli, le poche cose che amo, anche se questo mi spezzerà il cuore come adesso quel fulmine sta squarciando il cielo.

La mia vita non ha mai conosciuto l'amore. La mia vita è diventata tale solamente dal momento in cui ho varcato la soglia di questo posto. Qui ho capito chi sono.

Non c'è verso di cambiare se stessi. Si può fingere e dissimulare, ma mai cambiare il modo di essere...purtroppo.

Trovo qualcosa di sadico in tutto questo. Dopotutto, mi affascina. Se è il mio destino, allora, vuol dire che sarà la mia gloria.

La mia vita sarà così?

Luci e ombre.

Poi buio.

E potere.