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Autore: Pleasance Carroll    09/05/2010    0 recensioni
ciao a tutti!questa è la mia prima ff su twilight che mi è venuta in mente rileggendo BD,parla di Jacob che tenta di uccidere Renesmee dopo il parto di Bella perchè la crede la sua assassina,ma non ci riesce e perciò torna nel parco dove era stato e lì incontra ancora una volta Lizzie(vi ricordate di quella ragazza che era preoccupata che lui avesse rubato la macchina?)ma la ragazza non è chi davvero dice di essere... posterò per prima cosa la trama che siete anche liberi di non leggere,spero vivamente che vi piaccia anche se non sono molto brava a scrivere un baciotto marty23
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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14. il Giorno del Giudizio

 

Avevo il corpo ridotto ad un fascio di nervi, tesissimi. Mi sentivo come un cane che ha appena avvistato la sua preda. La differenza, era che le prede, quelle due figure slanciate ed ammantate di bianco, erano le mie alleate e, fino a quel momento, sembrava che io fossi l’unico ad averle notate.

Ero concentrato con tutto me stesso su di loro; sempre attento a non farmi notare né dai Cullen né dai Volturi, tanto che, anche se non potevo vederne i volti, sapevo istintivamente chi erano quelle due: Erice, il passo agile, quasi lesto come quello dei vampiri, che le permetteva di non essere udita, anche se i suoi piedi affondavano nella neve; e Lizzie, a poca distanza da lei, più lenta ma dignitosa, maestosa e terribile, con una mano che reggeva il grosso oggetto inciso e decorato- datole da Caius- abbandonata lungo un fianco.

Dietro di me sentivo ancora i Cullen ed i loro testimoni che si sceglievano i bersagli da attaccare:

-         a Jane penso io: ha bisogno di essere ripagata con la sua stessa moneta.- stava dicendo Kate.

-         Alec è mio. È in debito con me di parecchie vite. - affermò uno dei romeni. Non seppi mai chi, perché non lo degnai di uno sguardo.

-         Io voglio solo Felix. Sono certa che quel bastardo non aspetta altro che uccidere Irina. Non mi piace come le sta addosso, come la guarda: vorrà giocare con il cibo prima di mangiarlo, e deve pagare, anche solo per aver avuto questo pensiero!- ringhiò Tanya, sporgendosi in avanti, con gli occhi fissi sull’Armadio Volturi che stringeva il braccio di Irina con troppo vigore.

-         Per il bene di tutti, qui: Renesmee…Alice…Jasper…io devo uccidere Demetri.- soggiunse Bella, un sadico sorriso sulle labbra e i denti scoperti.

-         Ti terrò lontani gli altri.- fece Edward, sorpreso dal vigore di sua moglie; poi cercò lo sguardo di Zafrina, probabilmente perché doveva essersi reso realmente conto di quanti fossero gli avversari che doveva tenere lontano.

-         Tranquillo Edward, nessuno toccherà questa ragazza. Le mie illusioni allontaneranno tutti.- lo rassicurò l’Amazzone, passando un braccio attorno alle spalle di Bella.

Solo allora realizzai le parole della mia amica…cosa? Che…che cosa? Se Bella avesse scelto di combattere, chi avrebbe protetto tutti i Testimoni?

-         ehm…scusami sorellina ma…di Demetri voglio occuparmi io. Tu dovresti rimanere qui a proteggere tua figlia e i Testimoni che non combatteranno, col tuo scudo.- intervenne Emmett.

Oddio, fatelo santo subito!

Emmett, il gorillone vampiro tutto muscoli, che aveva detto una cosa spettacolare, logica e, che aveva subito fatto placare la disumana ondata di panico che aveva rischiato di assalirmi non appena avevo sentito che Bella aveva intensione di combattere; diede voce alle mie preoccupazioni.

Bella ringhiò contro suo cognato( perché era suo cognato, vero?), imbronciata.

-         e va bene, va bene, non mettermi il broncio, dai! Potrai pensare a Renata. In fondo, avete lo stesso potere, no? Combattereste ad armi pari- replicò il compagno di Rosalie, sorridendo.

Era incredibile come riuscisse a stare calmo nonostante una battaglia incombesse.

Bella stese le labbra a quelle parole, palesemente soddisfatta.

Quindi- ripetei tra me e me- tutti i bersagli erano assegnati: Renata a Bella( cui coprivano le spalle Edward e Zafrina); Demetri a Emmett; Jane a Kate; Alec ad uno dei romeni…ma chi avrebbe pensato ad Heidi e Sulpicia?

Mi augurai che Erice ne fosse in grado…

-         Bella, attenta! Jane sta per attaccarci.- il tono allarmato di Edward fu come una doccia gelata: per un attimo la mia voglia immane di vedere Lizzie si offuscò, così come l’euforia per una vittoria praticamente sicura.

Fui costretto a voltare il muso verso il lettore di menti, che fissava il sorrisetto perverso di Jane Volturi, con paura.

Alle parole del marito, vidi Bella, tesa, flettersi leggermente sulle ginocchia, forse preoccupata di mantenere integro il suo scudo.

Un attimo dopo, dalla sua espressione sofferente compresi che Jane ci stava attaccando per davvero; alzai lo sguardo mentre il mio ruggito rabbioso copriva ogni suono: gli occhi di quell’indemoniata mi fissarono mentre rideva beffarda.

Giurai a me stesso che avrei staccato di persona la testa dal resto del corpo, a quella piccola stronza.

Chiusi gli occhi, aspettando, tremante, l’arrivo del dolore…

Tuttavia, trascorsi alcuni secondi capii che non era accaduto nulla: lo scudo stava funzionando!

In segno di ringraziamento strusciai la mia grossa testa di lupo contro le spalle della mia amica vampira, e Remesmee mi afferrò un orecchio, ridendo divertita.

-         sta’ pronta, amore: ora è il turno di Alec…- la avvisò ancora, la voce di Edward.

Io, come sempre non avvertii nulla ma, a quanto sembrava, neppure Bella: si guardava attorno, spaesata, come se non sapesse esattamente cosa doveva cercare; di tanto in tanto fissava il gemello di Jane, che aveva gli occhi ridotti a fessure dietro la corta capigliatura castana.

Poi, all’improvviso la mia amica aguzzò gli occhi verso qualcosa che strisciava tra l’erba, come una lenta serpe, e digrignò i denti in segno di sfida.

Poco dopo la vidi ancora una volta flettere le ginocchia per predisporre lo scudo a parare il colpo.

-         ora stanno iniziando a stancarmi…- proclamò Benjamin.

Con un ringhio seccato il vampiro egiziano sedette in terra a gambe incrociate, simile ad un maestro zen e parò una mano davanti a sé, le dita allargate e il palmo aperto…

All’improvviso, avvertii la terra che mi franava sotto i piedi. Se da una parte sembravo pervaso dalla gioia di vedere per la prima volta il potere di Ben, in azione; dall’altra avevo il cuore stretto in una morsa di paura.

Sollevai istintivamente lo sguardo verso le schiere dei Volturi: sapevo che quell’attacco era diretto a loro- anche se, serafico, il trio degli Anziani ancora stretto in cerchio, pareva non essersi accorto di nulla- per spaventarli, e intimare loro di smettere; ma mi augurai che Erice e Lizzie non ne venissero colpite.

Con difficoltà, a causa della terra che tremava, le trovai con gli occhi, ed a stento resistetti all’istinto di balzare al loro fianco…

Erice e Lizzie erano alle spalle delle due mogli e né Sulpicia o Antenodora, né Heidi sembravano essersi accorte di loro. Erano vicine ad un vampiro alto e possente, dalla pelle olivastra e una massa corvina di ricci che gli adombravano gli occhi rossi. Erice aveva estratto un pugnale dalla lama scintillante, mentre Lizzie stava pronta, col suo strano oggetto, che avrebbe arso tutti i resti dei vampiri.

Chi diavolo era quel vampiro? Che le avesse scoperte?

Alzai le orecchie, teso, curioso di scoprire cosa stesse succedendo:

-         Per gli Immortali la vittoria è certa, è dovuta! Noi siamo nel giusto: questa vittoria è nostra, di diritto!- stava declamando Sulpicia, la moglie di Aro.

Componeva poesie? Strano passatempo per un vampiro sanguinario…

-         mi chiedo se per un Immortale, che non è puro, né nel corpo o nella mente, che non è più degno di errare su questa terra; all’ombra della morte, sia invece oggi giunto non un giorno di vittoria, ma il Giorno del Giudizio!- gli rispose Erice, sempre declamando, come se avesse completato la poesia della “zia”.

Trasalendo al suono di quella voce, Sulpicia, Anthenodora ed Heidi si voltarono lentamente.

Da allora, tutto avvenne in pochi attimi, ma riuscii a scorgere tutto in maniera distinta: Erice afferrò Sulpicia per i lunghi capelli biondi, costringendola ad inginocchiarsi e, con una scintilla d’odio negli occhi verdi, fendette l’aria con la sua arma finchè non riuscì a far rotolare lontano la testa della vampira.

Che pugnale poteva aver usato perché riuscisse a distruggere la pelle di granito di un succhiasangue?

Osservai quella ragazza che continuava ad accanirsi sul corpo acefalo della moglie di Aro, facendolo a pezzi, come fosse stato un semplice pezzo di carne.

Quante angherie doveva aver subito da Sulpicia e suo marito, per arrivare a tanto!

Mentre la ragazza Volturi, era tutta concentrata nella sua opera di smembramento, Heidi, che dapprima proteggeva Anthenodora col suo stesso corpo, decise di avventarsi sull’umana, per punirla di quanto aveva fatto…

Ma, velocissimo, il vampiro riccioluto- che fino a quel momento aveva nascosto Lizzie dietro le sue spalle- si frappose fra Erice ed Heidi, e lo scontro tra i due corpi, produsse il fragore di un tuono.

In quel momento, tutto il Corpo di Guardia si voltò, sussultando e mormorando, come un mare agitato. Mentre alcuni accorrevano in aiuto di Erice e del vampiro ricciuto, altri si preoccupavano di ostacolare Felix e Demetri che, a quel suono, avevano gettato a terra Irina, per correre in soccorso di Heidi.

Mi sentivo assolutamente sconvolto: desideravo ardentemente andare a proteggere Lizzie, ora che lei era accanto ad Erice ed insieme avevano acceso una pira per distruggere i resti di Sulpicia; ma probabilmente dovevo rimanere fermo, altrimenti le avrei denunciate all’intero clan dei Cullen, ed agli unici tre vampiri che sembravano non essersi accorti di nulla.

Alec, Jane e Renata, infatti, parevano estranei a quanto accadeva loro attorno, poiché i primi due erano troppo presi dagli attacchi che ci stavano sferrando contro, e l’altra, a fare da scudo ai suoi signori.

 

Tirai fuori la lingua e scossi la testa, nel tentativo di schiarirmi le idee; subito dopo mi sforzai di tenere gli occhi aperti, per vedere quanto stesse succedendo…

Un vampiro dalla disordinata chioma biondo rame e le labbra sottilissime, stava in piedi, leggermente distante dagli altri e, assieme al vampiro riccioluto- che aveva lasciato Erice e Lizzie a rassicurare la pallida, bionda Anthenodora, perché pensava che fosse giunto anche il suo momento di morire- si stava battendo con Heidi.

-         lascia fare a me, Santiago…- disse il vampiro dalla chioma ramata, che- notai solo allora- indossava lo scuro mantello dei Volturi come fosse una tonaca, tipica dei consoli dell’antica Roma.

Il vampiro dalla pelle olivastra, chiamato Santiago, si fermò e fece un passo indietro, imitato a ruota dal vampiro Console romano.

Heidi, che sino ad allora aveva lottato contro di loro con foga, in una pressante danza, si acquattò in posizione d’attacco.

Scoprì i denti, ringhiando, e poi attaccò…

All’ultimo momento, proprio mentre sentivo i muscoli pronti a scattare in loro soccorso, il vampiro Console levò una mano davanti a sé, quasi con fastidio, e la vampira che stava fronteggiando rimase sospesa in aria.

Però! Quel vampiro dai capelli ramati e l’aspetto di un ventenne, aveva un potere!

-         Heidi…Heidi…hai idea di cosa significhi il mio nome in Sabino?- le domandò, fissandola con un cipiglio di fiero disgusto.

Non ottenne risposta, era come se Heidi fosse stata afferrata per la gola, mentre levitava…

-         lancia. – continuò allora il Console- e…hai idea di quanto possa pungere una lancia sulla pelle?-

detto questo, sollevò l’altra mano, mentre Heidi boccheggiava, e la lasciò fluttuare nell’aria, come se stesse scacciando delle mosche. Solo quando sentii Heidi urlare, compresi quale fosse il suo potere: la stava dilaniando, senza il minimo sforzo.

-         bel lavoro, Corin!- si complimentò Santiago, dandogli una pacca sulla spalla e portandosi una mano alla rada barbetta che gli ornava il mento.

-         Lizzie, vieni! Ho un’altra pira da farti allestire.- il vampiro Console, di nome Corin, chiamò la mia ragazza(con tono troppo confidenziale, per i miei gusti), e lei, dopo aver gettato un ultimo sguardo ad Anthenodora, lo raggiunse con una leggera corsa, seguita da Erice, mentre alle loro spalle le due si lasciavano la tomba ardente della moglie di Aro.

Nel momento in cui Lizzie si fermò davanti a Corin, e una vampata di fiamme eruttava dal suo “accendino” sui resti di Heidi; il cappuccio bianco che la proteggeva, le scivolò sulle spalle, ed allora tutti i Cullen proruppero in un’esclamazione di sorpresa.

-         cosa ci fa Lizzie, lì?- domandò Edward, apparentemente a nessuno in particolare, ma mi fissava bieco, con fare accusatorio.

-         È proprio forte quella ragazza! Ma…non è giusto che lei stia combattendo ed io devo rimanere qui, senza fare niente…voglio andare ad aiutarla!- farfugliò Emmett, mettendo il broncio come un bambino capriccioso.

-         No Emmett, non te lo lascerò fare: anche se apprezzo che tu voglia aiutare Lizzie, che voglia divertirti con qualche bello scontro…non è saggio che tu ti muova ora. Alec e Jane ci stanno attaccando e, senza il mio scudo, non saresti immune ai loro poteri.- sussurrò Bella, e con quelle poche, assennate parole, impedì sia a me che ad Emmett di agire.

Mi fece piacere che lo scimmione compagno della Biondina nutrisse per Lizzie una tale stima e simpatia, ed avrei voluto comunicarglielo, ma sapevo di dover stare in silenzio, altrimenti avrei insospettito i due Gemelli Volturi e, l’attacco a sorpresa organizzato da Erice, avrebbe perso il suo effetto sorpresa.

-         amore, tu sapevi che sarebbe successo?- chiese d’un tratto Edward a sua moglie, notando che non perdeva d’occhio Lizzie un solo attimo.

La mia amica annuì, senza voltarsi verso di lui, sorridendo mentre carezzava una guancia a Renesmee; Emmett aveva ancora il broncio, così Rosalie lo stava consolando dicendo che avrebbero avuto la loro occasione di dimostrare il loro valore; Esme fissava preoccupata la mia ragazza, stretta tra le braccia di Carlisle, probabilmente che potessi farsi male…

Avevo attorno a me un mosaico di emozioni contrastanti o che fluivano in mille sfumature, ma per la prima volta eravamo tutti come una sola persona mentre assistevamo a quanto stava accadendo tra le fila dei Volturi.

-         ben fatto!- udii che si complimentava Corin con Lizzie, mentre del fumo nero si levava dalla pira di Heidi, scurendo il cielo.

Ma lei non ci prestò attenzione, guardava solo verso di me.

-         interessante la trovata del pugnale dalla lama di diamante per dilaniare Sulpicia…- distinsi la voce di Santiago, in quel momento mentre portava Erice sulle spalle, e la depositò a terra solo quando fu accanto a Lizzie.

-         Grazie, amore: era l’unica arma che potevo usare perché mi difendesse da un vampiro, senza il tuo aiuto…anche se…mi sei mancato immensamente.- scherzò Erice, per poi tornare seria e premere le sue labbra carnose contro quelle del vampiro.

Allora, le difese di Santiago, la sua freddezza, sembrarono crollare. Nonostante fosse alto più di dieci centimetri rispetto a quell’umana, si chinò su di lei ed ebbi la sensazione che perdesse la propria lucidità, come se avesse a lungo atteso, sperato, agognato quel bacio, ed ora se ne stesse abbeverando sulle labbra di Erice.

Dal modo in cui la stava stringendo tra le braccia, traspariva disperazione ed il suo desiderio.

Pensai che avesse sentito la mancanza della sua “compagna”, e che forse Marcus non ci aveva mentito accennando al fatto che aveva dovuto allontanare Erice per proteggerla da Aro.

Magari a Sntiago era venuta una vera e propria crisi d’astinenza a causa della lontananza della ragazza Volturi.

-         andiamo, romanticone. Non è il momento di perdere di vista tutto, per un bacio. Il resto del gruppo ha bisogno di noi per fare fuori Felix e Demetri.- soggiunse Corin, trascinando via Santiago dopo avergli afferrato un braccio – quanto a voi, siete state brave fin ora, ma adesso non potete competere con il Segugio e il suo compare; neppure con un pugnale dalla lama di diamante. Lasciate fare a noi, poi venite a bruciare i loro resti.- concluse infine, rivolto alle due ragazze. Poco prima di svolazzare via, e tornare accanto ai suoi compagni, il Console strizzò l’occhio a Lizzie; che, tuttavia, di nuovo non se ne accorse, perché troppo intenta a distogliere lo sguardo da Erice e Santiago, con fare schifato, mentre sembrava chiedersi: “bleah! Come si fa a baciare un vampiro?”

ero certo che molti dei vampiri che ora la circondavano, si domandavano invece, come poteva lei, baciare un licantropo.

Scossi la testa, scacciando quel leggero velo di malinconia, concentrandomi su Erice: quella ragazza doveva avere davvero parecchi segreti, e poi…wow! Davvero non mi aspettavo che nel clan dei sanguinari Volturi, fosse “concessa” una relazione tra un vampiro e un’umana; che, in teoria doveva essere il loro cibo. Ma, a quanto sembrava, poiché Erice era considerata una Volturi a tutti gli effetti, questo le era permesso.

Nonostante quei pensieri, nel momento in cui Corin mi passò davanti agli occhi, mantenni un’espressione dura e gli ringhiai contro: doveva capire che Lizzie era mia.

 

Mi resi conto, con una frazione di secondo di ritardo che Erice e Lizzie si erano voltate verso uno stretto cerchio di mantelli multicolore, che si stava formando in fondo alla radura, cui avevano preso fisicamente parte tutti gli alleati di Erice, per non lasciare la possibilità a Felix e Demetri di fuggire. Ci davano entrambe appena le spalle, ma vedevo le loro espressioni.

La terra continuava a tremare ma a Lizzie sembrava non importare; fissava rapita tutti quei vampiri che, velocissimi assestavano a turno colpi ai due malcapitati, e di tanto in tanto quella cerchia si faceva più serrata.

Ai suoi occhi, quegl’infidi -ma efficaci, a giudicare dalle urla di Felix e Demetri – attacchi di guerriglia, dovevano sembrare un’esotica danza tribale che, da lenta e magnetica si faceva via via più incalzante.

Per la seconda volta nella mia vita, temetti di perderla; ebbi paura che, con occhi adoranti mi avrebbe abbandonato per Corin, e le sue affascinanti maniere decise…

-         e così…tu e quel vampiro…Santiago, state insieme?- sentii che osava chiedere Lizzie, mentre guardava confusamente Erice e si torturava le mani.

-         Può sembrarti strano, e in effetti anch’io non mi capacito di come tu possa stare con un licantropo, ma…sì, stiamo insieme; da quando sono entrata a far parte del clan Volturi…- raccontò la ragazza, sorridendo timidamente. Per la prima volta mi parve una semplice, timida ragazza di 21 anni, che stesse confessando ad un’amica una sua storia d’amore.

-         Non sei sempre stata con loro? Insomma…Marcus ti adora…- bisbigliò meditabonda la mia ragazza, arricciando le labbra, come faceva sempre quando pensava.

-         No. Come saprai ormai, i Volturi si nutrono di sangue umano. Io, inizialmente, servivo loro solo come fonte di sostentamento, ma poi mia madre Didyme, assieme a mio padre, hanno convinto il Consiglio e la Guardia a lasciarmi vivere, ad essere un membro del clan.

Per capire se fossi all’altezza di quel posto, sono stata sottoposta a dei “test” da parte di ognuno dei Volturi…per tre mesi…- la voce di Erice andò affievolendosi, venata di sofferenza finchè non si zittì.

Mi voltai verso Edward, con fare interrogativo:

-         ciò che dice quella ragazza è vero; anche se non mi aspettavo che i Volturi concedessero un tale “onore”ad un essere umano: il suo destino era essere mangiata, ma Didyme ha convinto tutti gli Anziani, usando il suo potere- una sorta di persuasione(doveva essere simile a quello di Jasper)- a tenerla con loro e da allora, per tre mesi, Erice è stata tenuta nelle celle sotterranee di Volterra, sottoposta a pestaggi e a tutti i poteri della Guardia. Quando si sono accorti che era sopravvissuta…è stata ammessa nel clan. – mi informò il lettore di menti.

Pensando al dolore che Erice doveva aver passato, guaii mentre mi giravo ancora una volta verso di lei, perché aveva ripreso a parlare:

-         poi…una sera Santiago è venuto nella mia cella…mi aspettavo che mi picchiasse, come avevano fatto gli altri, ma…mi baciò. Più tardi si preoccupò di pulirmi le ferite e bevve il mio sangue; mi offrì il suo…su quel gesto si è basata la nostra promessa d’amore.- confessò, sorridendo.

-         Hai bevuto il sangue di un vampiro? Il suo sangue? È per questo che riesci a sentire ciò che dicono i vampiri? A muoverti veloce come loro? Ad essere tanto silenziosa? E…diventerai un vampiro?- volle sapere Lizzie, strabuzzando gli occhi.

Ad essere sincero ero confuso quanto lei. Anche per me- come pure per Edward, a giudicare dal suo atteggiamento- era la prima volta che sentivo parlare di quella “promessa d’amore”.

-         bere il sangue di Santiago mi ha dotato di particolari capacità, come la velocità, la forza…ma le altre mie abilità sono frutto di anni e anni di addestramenti. E…no, non diventerò un vampiro, almeno non finchè Santiago non mi ucciderà, dopo che avrò bevuto il suo sangue. Allora rinascerò a nuova vita, col suo sangue nelle vene. Ma per ora lui non vuole, e così devo limitarmi a bere il suo sangue, e spesso anche, visto che mi resta in corpo per un certo periodo di tempo, e poi svanisce; come anche le mie “superdoti”- rise sinceramente Erice, giunta alla fine della sua storia.

Sentii Lizzie che le faceva eco, ed insieme risero sonoramente…

E così la ragazza Volturi, nata e cresciuta tra i vampiri, desiderava diventare come loro…non resistetti all’impulso di voltarmi verso Bella ed Edward, con un sincero sorriso perché quel desiderio mi aveva improvvisamente ricordato qualcosa che avevo conosciuto e vissuto…

All’improvviso una forte folata di vento abbassò i cappucci di tutte e due le ragazze e ne schiaffeggiò i capelli…

Tutti, all’interno dello scudo di Bella, ci guardammo terrorizzati e, ancor prima che lei aprisse bocca, sapevo cosa stava per succedere: avevo infatti notato le minute figure di Alec e Jane che si fermavano impietriti, e chiudevano gli occhi, annusando l’aria.

Senza pensare mi gettai al loro inseguimento, seguito a ruota da Emmett che, nel frattempo, urlava:

-         Benjamin, fermali!-

A nulla sembravano però servire i tentativi del vampiro egiziano di creare, tramite delle scosse di terremoto, pezzi natanti di terra crepata: i due gemelli avanzavano rapidi, saltando, di tanto in tanto, per evitare i pezzi di terra che franavano sotto i loro piedi.

 

Ero ancora troppo lontano quando loro, quando quelli arrivarono alle spalle di Erice e Lizzie, e il cuore mi vibrò violentemente, per una scossa di paura…

Nonostante la distanza, vidi nitidamente Jane arrivare assieme al fratello alle spalle delle mie due alleate e, muovendosi lestissima tolse il pugnale dalla lama di diamante, dalle mani di Erice, con un unico, semplice gesto.

La ragazza Volturi si accorse del vento innaturale che l’aveva avvolta, con una frazione di secondo di ritardo, e si voltò spaventata verso Jane, che la fissava ridendo crudelmente mentre faceva ondeggiare, vicinissimo al viso di quell’umana, la lama del pugnale in maniera pericolosa.

Alec rimase per un attimo ancora, a braccia conserte, poi con un balzo, invisibile all’occhio umano, intrappolò Erice nella sua stretta di gelido acciaio, bloccandola.

-         sai qual è il tuo problema, Erice? Hai doti abbastanza promettenti per essere un’umana, ma averti innalzato allo stesso piano di noi vampiri, è stato un nostro grandissimo errore, perché ora, piena di tracotanza, credi di essere come noi e pensi di poterti prendere la libertà di sovvertire i nostri ordinamenti. Ma sei solo un’umana e ti lasci sopraffare dai sentimenti…e per questo devi pagare!- urlò infine Jane, dopo aver mantenuto un tono glaciale durante tutto il suo monologo.

Con una risata maligna la vampira fece per lanciare il coltello contro Erice, mentre suo fratello la teneva ferma, ma, all’ultimo momento Lizzie –che era rimasta immobile ed in silenzio sino ad allora- si gettò sulla ragazza Volturi, e l’arma, che era diretta al cuore di Erice deviò, andando a conficcarsi nella spalla della mia amata.

Ringhiai, sconvolto dalla paura e dalla rabbia, così accelerai il passo perché sentivo letteralmente il bisogno di aiutare Lizzie.

Il puzzo di vampiro accanto a me si fece d’un tratto più intenso e mi sentii soffocare: Emmett, da solo non poteva emanare tutto quell’odore, ed ero ancora troppo lontano da Alec e Jane, che stavano fissando Erice e Lizzie, immobili, stese a terra. La mia ragazza, un coltello che le spuntava dalla spalla, non riusciva a muoversi.

Voltai la testa, sentendomi perduto perché la distanza da coprire mi sembrava infinita, e scoprii, non senza sorpresa, che la bionda Kate, del clan dei Denali, si era unita a me e ad Emmett in quella corsa. Questo mi diede una rinnovata energia.

-         mi dispiace per quanto sta succedendo, ma…grazie per quello che hai fatto. Non appena avrò ucciso questi due bastardi, ti toglierò il pugnale…- sussurrò Erice, stesa sull’erba, sotto il peso di Lizzie.

-         Tranquilla, sono abituata al dolore…so sopportarlo.- la rassicurò lei, di rimando; ma dalla sua voce flebile, appariva chiaro che soffriva.

-         Ah sì? Bhè, lo vedremo…- intervenne Jane, improvvisamente interessata.

Le bastò uno sguardo uno sguardo d’intesa con il fratello e, un attimo dopo…

 

Le urla strazianti della mia Lizzie mi riempirono le orecchie, ripetendosi come un’eco mille e mille volte. sotto i miei occhi, si contorceva sofferente a terra, mordendosi le labbra per cercare di non strillare. Mi veniva voglia di piangere, per il suo dolore.

-         Lizzie…Lizzie…dove sei?- la chiamava Erice, allarmata mentre la cercava nonostante fosse rannicchiata su se stessa, gli occhi vitrei, vuoti.

Fu allora che compresi cosa stava succedendo: Jane infliggeva sofferenza a Lizzie, grazie al suo potere; Alec, invece, aveva accecato Erice, facendo uso della sua abilità.

Mancava qualche metro, ed avremmo avuto la possibilità di attaccarli, ma da lì Kate riuscì ugualmente, concentrandosi, ad infliggere a Jane le pene conseguenti al proprio potere.

Perciò quello fu il turno di quella bastarda di urlare. Provai un piacere perverso vedendo quella ragazzina piegarsi sotto il dolore provocato dalle scosse elettriche di Kate, così come mi sentii sollevato udendo il respiro di Lizzie che si regolarizzava, poiché la presenza di Jane non aveva più effetto su di lei.

Con un’unica falcata, fui accanto alla mia ragazza che, seppur a fatica, si mise in piedi appoggiandosi alla mia pelliccia.

Ci fissammo intensamente quando fummo l’uno davanti all’altra, e non resistetti all’impulso di leccarle una guancia: era viscido e squallido, ma era l’unico bacio che potessi darle in quel momento, ed io, inoltre, sentivo la necessità di baciarla.

Lei sorrise. Un attimo dopo mi gettò le braccia al collo e rise contro il mio folto pelo.

Il suo viso, quei gesti, erano lo specchio della felicità che sentivo, nell’averla di nuovo accanto.

Dopo essermi goduto per un attimo il nostro ricongiungimento, approfittando del fatto che il mio muso sporgeva dalla sua spalla, afferrai con i denti il pugnale che la feriva, e lo estrassi.

Lizzie trattenne a stento un gemito di dolore, poi mi fissò con le sopracciglia inarcate, mentre ancora stringevo l’arma in bocca.

Con un lampo di lucidità, ripresi le mie forme umane e l’aiutai a sfilarsi il mantello, del quale feci tanti bendaggi, usando la lama di diamante, e le fasciai la ferita.

-         resta distante, avvicinati ad Alec solo quando sarà ridotto in tanti pezzettini e fanne un falò; ma non prima, perché per i Volturi, ora non sei altro che un buon bocconcino…- le dissi, con la voce che vibrava, allarmata.

La baciai, poiché il richiamo delle sue labbra era irresistibile; trascorse un attimo interminabile, in cui la battaglia ed ogni altra cosa che ci circondava, divenne sfocata e perse di significato. C’eravamo solo noi.

Poi, troppo presto, fui costretto a staccarmi e le confessai, convinto:

-         Kuk laule…-

Le diedi le spalle, riluttante, sebbene sapessi che ogni cosa stata per finire e, dopo ciò, saremmo stati sempre insieme; così, mentre con un balzo tornavo ad essere un lupo, la mia ragazza lanciava ad Erice il suo pugnale- accuratamente ripulito- e il suo “accendino”.

-         ti prego, và tu a finire tu a finire il lavoro con ciò che resta di Felix e Demetri, io non posso muovermi, altrimenti mi mangerebbero.- le spiegò, ed Erice, dopo essersi limitata ad annuire, spiccò subito una corsa, diretta al cerchio dei suoi alleati, che erano usciti senza un graffio dallo scontro con il Segugio e il suo compare; e già stavano chiamando Lizzie per accendere la pira dei due vampiri.

Sono certo che da allora Lizzie raccolse le braccia al petto, attenta a non rovinare la fasciatura che le avevo fatto, e mi fissò- sentivo il suo sguardo sulla schiena- mentre mi avventavo sul corpo di Alec, facendolo a brandelli, assistito da Emmett.

Erice tornò accanto a lei proprio quando, rialzato il muso, stavo per chiederle di bruciare i resti di quel vampiro, perciò, senza attendere altri permessi, fece eruttare una vampata di dell’ “accendino” di Caius, allestendo così, nell’immediato, un’altra pira.

 

Trotterellai accanto a Lizzie, ed insieme contemplammo lo spettacolo che ci si parava davanti agli occhi, terrificandoci: tutti i vampiri che avevano accettato di partecipare al piano di Erice, si stavano muovendo, come un corteo funebre, verso la triade degli Anziani, ancora estranei ad ogni cosa; alle spalle si erano lasciati due pire che, con potenza, boccheggiavano fumo nero; accanto a noi, con in sottofondo le urla di Jane – che Kate si stava ancora divertendo a torturare, rivoltandole contro il suo stesso potere- un’altra pira crepitava e, il fumo che ne usciva, diretto verso l’altro, scuriva a tal punto il cielo da far sembrare che l’Inferno fosse salito sulla Terra.

Avevo i brividi. Mi strinsi a Lizzie, per scaldarla con la mia pelliccia, e per non farle capire che ero sconcertato da quanto stava succedendo.

In quel momento, grazie ad un mormorio generale, capii che Aro, Caius e Marcus erano riemersi dal loro stato di emarginati-da-chiacchierata-mentale e fissavano i Cullen, famelici.

Fu allora che il potere di Benjamin tornò a fare il proprio dovere, e la terra si aprì a zig zag sotto i piedi dei tre Anziani, che trasalirono, presi alla sprovvista; e ringraziai il cielo per quel diversivo, perché almeno, setacciando i Cullen, non avevano notato la mia assenza.

Quello stato d’ignoranza però, non sarebbe durato a lungo se Kate avesse continuato a torturare Jane, poiché le sue urla non sarebbero passate inosservate.

Così, cercando lo sguardo di Lizzie, come se mi aspettassi una sua approvazione; un attimo dopo, mi gettai sulla sadica ragazzina vampira del clan Volturi, e scaricai su di lei tutta la mia rabbia, con l’idea di farle pagare la il dolore che aveva inflitto a Lizzie; preoccupandomi anche, di tanto in tanto, di controllare se la mia ragazza aveva gli occhi chiusi, come mi aveva promesso.

Quello stato di vantaggio per noi, sarebbe durato quindi ancora per qualche tempo, se Aro non avesse improvvisamente deciso di guardarsi attorno.

Non vedendo più Felix e Demetri, e scorgendo Irina in salvo accanto alle sorelle, si infuriò ed urlò:

-         Felix! Demetri! Alec! Jane!-

Nessuno dei quattro si presentò al suo cospetto ma, da lontano, io e Lizzie – visto che ora potevamo permetterci il lusso di starcene in disparte- ammirammo un nuvolo di vampiri  che, con passo regale si parò davanti al Consiglio.

Ormai eravamo salvi, non dovevamo più affrontare degli scontri, tuttavia, senza dire nulla all’altro, ognuno di noi sapeva che l’altro voleva rimanere per vedere come sarebbe andata a finire.

 

Come un sol uomo, il nuvolo di vampiri fece un inchino agli Anziani e poco dopo si aprì in due ali, per lasciar passare Erice, che manteneva un’andatura decisa e dignitosa.

Non appena la vide, Aro le ringhiò contro d fece per attaccarla- forse dopo averle detto qualcosa- ma fu prontamente fermato da Marcus e Caius, che gli afferrarono ognuno un braccio, costringendolo ad inginocchiarsi tra la neve.

-         non hai più nessuno a proteggerti, ti ho privato anche di tua moglie, per farti capire cosa si prova…ed ora, confessa: hai ucciso tua sorella Didyme, la mia Didyme, perché pensavi che per me fosse una distrazione. Erice era lì, ha scoperto la verità, e tu le hai dato la caccia perché nessuno doveva scoprire questo tuo scheletro nell’armadio. Poi hai costretto Chelsea ad annullare il legame che avevo con mia moglie, così che potessi dedicarmi unicamente ai tuoi interessi- il potere e la continua ricerca di vampiri con delle doti. – Marcus parlò per la prima volta con fermezza, durezza, decisione e digrignando i denti di tanto in tanto.

Aro fissò suo cognato, spaventato. Evidentemente non credeva che Marcus potesse “risvegliarsi” dal suo stato di noia perenne.

-         Aro, è giunto per te il Giorno del Giudizio…mi dispiace solo di non avere abbastanza veleno nelle labbra, altrimenti metterei io stessa fine alla tua vita. - decretò bisbigliando, Erice con gli occhi verdi che le fiammeggiavano. In quell’occasione notai che erano venati di nero e per la prima volta feci caso anche alle sue labbra: anche quelle erano diventate tanto scure da sembrare nere.

Possibile che avesse veramente del veleno nelle labbra? E chi poteva avercelo messo?

La ragazza, allora si fece da parte e, mentre Caius e Marcus rinvigorivano la loro stretta attorno alle braccia di Aro, fu Santiago a prendere il posto della sua compagna.

Dopo una sola, muta smorfia di disgusto prese la testa di quel vampiro folle tra le mani, e gliela staccò dal resto del corpo.

In breve gli altri componenti della guardi si preoccuparono di allestire una pira, e dopo solo un secondo di stupore generale e silenzio, i Volturi proruppero in urla di gioia e vi danzarono attorno.

Era uno spettacolo macabro, ma in un certo senso lo comprendevo: dopo aver accumulato odio per millenni, quello era l’unico modo che quei vampiri avevano per salutare la fine della tirannia di Aro.

Restai impietrito, come pure Lizzie, accanto a me, ma nessuno dei due sembrava riuscire a staccare gli occhi da quella scena.

Quando finalmente i Volturi decretarono di averne abbastanza, si voltarono verso i Cullen e gli altri testimoni- Kate era tornata accanto ad Irina e Tanya, ed Emmett vicino alla Biondina- e scomparvero, lasciando un mucchio di cenere dietro di loro.

Finalmente, il silenzio:  mi accorsi che, con nessuno che urlava più, col rumore, ormai assente del fuoco delle pire che crepitava, eravamo circondati dal silenzio.

Solo qualche secondo più tardi, notai che rimaneva ancora qualcuno nella radura: Erice, Marcus e Santiago, che ci fissavano con un misto di costernazione e soddisfazione.

Erice fu l’unica a parlare, perché il suo anziano padre era troppo contento  di aver ottenuto giustizia per l’omicidio della moglie, per parlare; e Santiago era invece, troppo preso dalla presenza- troppo a lungo mancatagli- della compagna, per proferire parola:

-         mi dispiace per l’orribile spettacolo cui avete dovuto assistere, sono costernata per avervi procurato dello schoc, ma vi ringrazio infinitamente per averci aiutato a fare giustizia…- a me rivolse un sorriso, e a Lizzie posò con riconoscenza una mano sulla spalla.

Infine, anche loro se ne andarono, portando via con sé anche la violenza, che ci aveva tanto offuscato la mente e spaventato.

A noi rimanevano solo la pace e la felicità.

 

Lizzie ed io- di nuovo in forme umane- ci dirigemmo abbracciati verso i Cullen, che si azzardavano appena a festeggiare l’esito della battaglia, perché ancora attoniti per gli avvenimenti imprevisti di quel giorno.

Qualcuno mi guardava sconvolto, spaventato, come se fossi un mostro, solo Bella, Edward, Renesmee, Emmett e Rosalie mi rivolsero sorrisi sinceri, mentre si complimentavano con Lizzie per la sua impresa.

Eravamo tutti liberi, ormai.

Presto sarebbero tornati anche Alice e Jasper, e la felicità nella famiglia di Bella, sarebbe diventata tangibile.

-         devi spiegarmi una cosa…- fece d’un tratto, Lizzie.- cosa significa “Kuk Laule”?-

-         ti amo…- e la baciai, al culmine della felicità, finalmente libero di amarla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti ragazzi!

Con questo cap si conclude la storia “la spia ed il licantropo” mi auguro che non sia stata troppo macabra nelle descrizioni, fatemi sapere che ne pensate.

Un baciotto

Marty23

  
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