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Autore: death_princess    09/05/2010    1 recensioni
“Quando rimembro quella notte il mio viso s’illumina con un sorriso, mi ricordo il suo respiro vicino al mio collo, il sapore delle sue labbra, il suo profumo, le ciocche bionde che cadevano sulle mie guance mentre s’inchinava per baciarmi; non so come e perché sia tutto finito, temo addirittura che sia stato uno di quei sogni che ti rapiscono e quando ti svegli pensi che sia stato vero, ma poi scopri, non sempre però, che è stato frutto della tua immaginazione. No! Non può essere stato un sogno, è stato così reale, Valentino, il nome del sogno, è sparito!”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My Dream

Prologo – The first time I see u

 

“Quando rimembro quella notte il mio viso s’illumina con un sorriso, mi ricordo il suo respiro vicino al mio collo, il sapore delle sue labbra, il suo profumo, le ciocche bionde che cadevano sulle mie guance mentre s’inchinava per baciarmi; non so come e perché sia tutto finito, temo addirittura che sia stato uno di quei sogni che ti rapiscono e quando ti svegli pensi che sia stato vero, ma poi scopri, non sempre però, che è stato frutto della tua immaginazione. No! Non può essere stato un sogno, è stato così reale, Valentino, il nome del sogno, è sparito!”.  

Tre anni fa ero andata in Australia, era un viaggio con il mio gruppo, sarei rimasta lì per un mese, e dopo, come solito del mio lavoro avrei scritto un saggio per il giornale sulle tradizioni di tale città, Perth.  

Non era stata la prima volta che viaggi con il mio gruppo di lavoro, ma quella volta mi è bastata per rifiutare di andare in altri viaggi. E’ difficile spiegare come sia tutto successo, come abbia conosciuto Valentino, ma è successo tutto così in fretta e in modo confusionale. Di lui conosco poco, addirittura quasi niente, so che ha origini italiani, ha venticinque anni, era andato a Perth per uno strano motivo, assaggiare la “Vegemite”, una specialità australiana, sebbene non credessi moltissimo a questo motivo non cercai comunque di sapere la verità, perché non m’interessava, rimase poi per alcuni anni e dovette lavorare per mantenersi. Ma bastano davvero così poche cose per innamorarsi? Per cercare una persona di cui non si sa neanche il cognome? Sì, bastano, vi racconto la mia storia con Valentino perché capiate il mio stato d’animo attuale.

Feci di tutto per convincere il mio capo a concedermi di partecipare a quel progetto sull’Australia, solitamente mi mandava nei paesi più etnici dell’estremo oriente, dopo mesi di fatica preparai finalmente le valige. Eravamo pochi, solo in sette, io, Jane, Romeo, Michelle, Alexander, Jacqueleen, e Joseph, il solito gruppo. Io e Jane, la mia migliore amica, ci conosciamo dall’asilo, mentre ho conosciuto al lavoro Michelle, Alex e Jacqueleen, Joseph è mio cugino, e Romeo è il fidanzato e collega di Jane.

Jane (Judy Greer) è alta quasi quanto me, sul metro e settanta, ha i capelli ricci e biondi, è solare, un po’perfettina per i miei gusti. Romeo è castano, non è altissimo per essere un maschio, è serio e riservato.

Jacqueleen è la barbie del nostro reparto, si può dire, è elegante e la classica donna che chiunque uomo desidera! Michelle è rossa, bassa, magrolina e timida. Alex è alto, palestrato, siamo stati insieme per quasi un anno, ma non ha funzionato perché è immaturo, quindi lavorare con lui è dura. Joseph(Jared Leto), mio cugino, lo vedo più di mia madre, abita nel mio stesso palazzo, lavora nell’ufficio accanto al mio; è castano con gli occhi azzurri. Il viaggio durò molto, da Los Angeles a Perth, oltre all’aereo avevamo preso anche due pullman per arrivare alla casa presa in affitto. Arrivammo tardi e quindi il primo giorno fu considerato perso, perché appena vedemmo i letti, precipitammo dalla stanchezza. Il giorno dopo mi svegliai dal rumore del campanello di casa, appena mi svegliai non capivo dove fossi, poi realizzai, la casa era enorme e aveva uno stile piuttosto antico, mi alzai per andare a vedere chi stesse suonando. Aprii la porta e mi trovai davanti ad un uomo, più o meno della mia età, biondo, medio alto, occhi azzurri, cappello da lavoro, maglietta mezza maniche blu, jeans un po’ strappati e la sua moto era appoggiata all’albero di casa, con la colazione; non sapevo che James, il mio capo, avesse organizzato tutto così bene e nei minimi dettagli. Lo guardai senza parlare, non so a cosa stessi pensando, se al fatto che fosse strano che la colazione venisse consegnata a domicilio, o in che lingua avessi dovuto parlare(cosa stupida perché in Australia parlano inglese), o ammiravo la bellezza australiana di quel uomo, a dir poco affascinante; così nella confusione mentale e nel silenzio decise di aprire bocca lui: “buon giorno, temo di aver sbagliato chalet da come mi guarda, ma il signor James Buck..”

Buckendoly” lo aiutai a pronunciarlo. “sì, allora è giusto, la colazione è per sette persone” finì di parlare, io stupidamente non risposi e presi la colazione, con il suo aiuto, la posai sul tavolo del giardino dell’appartamento. “allora, è tutto, alla prossima” mi sorrise e se né andò. Maledettamente mi odiavo, perché non riesco mai a cogliere momenti come questi per conoscere uomini, o almeno parlarci, lui, infatti, non capiva, fortunatamente, se non rispondevo perché ero affascinata da lui o perché mi ero appena svegliata, spero la seconda. Quando seppi che eravamo nel bel mezzo del deserto australiano allora capì perché James avesse chiesto che tutti i pasti fossero portati in chalet. Decisi di iniziare a fare ricerche su quel deserto e non andare in giro, come invece decisero di fare tutti gli altri. Rimasi lì tutto il tempo nel giardino col portatile. All’ora di pranzo non erano ancora tornati, e arrivò di nuovo “il consegna pasto”. Lo notai da abbastanza lontano mentre veniva con la moto e capì che era lui, perché chi altro poteva essere in quel posto abbandonato da tutti? Appoggiò la moto all’albero, tolse il casco, la sua bellezza era divina, le ciocche bionde dei suoi capelli lunghi brillavano con i raggi solari, tolse gli occhiali, e si videro i suoi occhi color verde acqua, li socchiuse, nonostante il sole non fosse fastidioso in quel momento, pensai allora che gli desse fastidio per il fatto di averli molto chiari. Si avvicinò a me e mi sorrise: “ciao, sono venuto per il pranzo, si ricorda di me, vero?”. “sì, stamattina ero ancora assonnata e per questo che ero in confusione, e anche scortese!”. “no, si figuri, lo sono sempre anch’io, solo che stamattina mi sono svegliato alle cinque del mattino, quindi ero abbastanza sobrio alle dieci quando sono venuto a darle la colazione” continuò lui. “dammi del tu, non sono così vecchia” scherzai. “mmm, no, non lo sei, sarai anche più giovane di me!” rispose lui. “so che vuoi chiedermelo, e a me non dà fastidio, ho ventitré anni!”. “eh, proprio così, io venticinque”. Ci fu un silenzio che durò poco: “ma quanto tempo ci impieghi per venire qua?” chiesi fingendomi curiosa, ma in realtà volevo solo attaccare bottone, come si suol dire. “un’ora e mezza, neanche tanto rispetto ad altri chalet; ma gli altri non sono in casa?” chiese. “no, sono andati a fare dei giri esplorativi qua nei dintorni, quindi se non hai niente da fare, siediti pure a farmi compagnia”. “certo, volentieri…” “Stacey, tu come ti chiami, invece?” “Valentino!”.

“Valentino, australiano?” chiesi stupita. “no, no, sono italiano, sono qui da tre anni, prima abitavo ad Agrigento, poi a Londra, a Singapore e alla fine sono venuto qua, solo per assaggiare la vera vegemite, e per motivi vari sono rimasto qua a lavorare.” Valentino rimase con me fino alle sette a parlare, il tempo però sembrava volare, pensandoci bene avevamo parlato per ben sei ore consecutive, arrivarono poi gli altri e Valentino se né andò: “beh, io ora vado, oddio, sono già le sette, è così volato il tempo” disse rivolgendosi a me e agli altri, che entrarono subito nel chalet. “E’ stato un vero piacere, Stacey, verrò domani mattina, spero che questa volta sia più sobria!” scherzò. “Ci sarò, e da sveglia!” “ci conto!”. Così quel giorno anch’esso stava per finire, entrai nelchalet, decidemmo di guardare un film tutti insieme. Nel bene o nel male conobbi colui che avrebbe cambiato la mia vita per l’eternità.

 

  

N.B.


Stacey: 04/08/1980(23anni), Los Angeles

Valentino: 02/03/1978(25 anni), Agrigento

  

Alex: 05/10/1977(26 anni), Ely(Australia)

Romeo: 13/02/1978(25 anni), Roma

 

Jacqueleen: 25/09/1979(24 anni), New York

Joseph: 03/11/1979(24 anni), Los Angeles

 

Michelle: 22/07/1981(22 anni), Northfield


 

Jane: 25/08/1980(23 anni), Ohio


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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