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Autore: crystalemi    09/05/2010    4 recensioni
«Sai Remus, James e Sirius hanno quegli specchi gemelli,» Remus aveva annuito vagamente e Lily lo aveva imitato prima di riprendere a parlare. «dovremmo avere qualcosa di simile anche noi, ma non così malignamente gay» Lily aveva sorriso gentilmente, quasi come una scusa in ritardo e Remus aveva semplicemente scrollato le spalle.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Per un paio di gemelli in argento




«Sai Remus, James e Sirius hanno quegli specchi gemelli,» Remus aveva annuito vagamente e Lily lo aveva imitato prima di riprendere a parlare. «dovremmo avere qualcosa di simile anche noi, ma non così malignamente gay» Lily aveva sorriso gentilmente, quasi come una scusa in ritardo e Remus aveva semplicemente scrollato le spalle.
«Ho trovato dei gemelli, a dir la verità me li ha regalati papà per James, ma lui, lo sai, non metterebbe cose simili nemmeno da morto»
Remus restò in silenzio, mentre Lily tirava fuori dalla tasca due gemelli d’argento, solo allora sorrise tristemente.
«Lily, sono allergico» mormorò fiocamente, osservando la ragazza realizzare tristemente cosa quello implicasse, per la prima volta in otto anni.
«Ah, ah!, sì, scusa. Avrei dovuto capirlo» Ed entrambi sapevano chiaramente di non riferirsi al fatto che Remus fosse allergico all’argento, non nel modo più diretto.
«Allora tenterò di farli indossare a James» replicò minuti dopo, quando al silenzio teso aveva cominciato a sostituirsi l’imbarazzo.
«Non li vorrà mettere nemmeno da morto» sorrise Remus, e Lily annuì sconsolata con lui.

°°°



C’erano macerie ovunque. Remus non riusciva a sostenere la vista di quella che era stata la parte più importante della sua vita. O almeno, lo erano stati i suoi abitanti.
James e Lily. Comunque la guardasse, non poteva crederci. Sapeva che avrebbe dovuto piangere, disperarsi perché la sua vita ora faceva davvero schifo. James, Lily e Peter andati. Sirius ad Azkaban. Harry in mano ai Dursley. La sua famiglia non c’era più.
Sorrise con mesta autoironia: forse stava diventando melodrammatico e quello era il ruolo di Sirius.
Sapeva di doverlo odiare, razionalmente lo sapeva, ma la sua perdita era forse la più sentita assieme a quella di Harry; forse perché erano entrambi vivi, eppure lo avevano abbandonato.
Harry non aveva avuto molta scelta, ma Sirius, Sirius aveva avuto una scelta; ed aveva scelto Voldemort sui Marauders, su Harry, su Lily.
Marauders in trouble forever.
Un cazzo.
Ringhiò quando il volto di Sirius gli si formò netto in mente. Ora lo odiava, ora, mentre stava sul retro della coda per il funerale dei Potter e di Peter, incapace di piangere come avrebbe voluto. Piangere, urlare, maledirli tutti e poi svegliarsi con il pianto assordante di Harry nelle orecchie e la consapevolezza che era il suo turno di tenergli compagnia. Ora lo odiava. Ma poi? Non aveva odiato Sirius più a lungo di due settimane quando aveva rischiato di farlo finire ad Azkaban, quanto sarebbe durato ‘stavolta? E per questo si odiava ancora di più.
Con un altro ringhio che attirò parecchi sguardi oltraggiati cominciò a farsi spazio fra la folla di disgustosi ipocriti che festeggiavano la morte delle persone più care che aveva avuto. Erano lì così in tanti, ma quanti di loro erano veramente addolorati per la scomparsa di quelle persone? A chi poteva importare davvero non c’era. I Longbottom erano al St. Mungo, Dumbledore era già ripartito per Hogwarts, dopo aver fatto il suo discorso sul valore morale e civile di questi funerali. Almeno, aveva notato i Weasley, da qualche parte, mentre spintonava per arrivare davanti. Era il suo fottuto posto, accanto ai suoi amici, fino all’ultimo.
Quando fra spinte e insulti sottovoce (a cui non aveva dato peso, perché tutta quella gente non contava nulla) riuscì a raggiungere le bare ancora aperte e il suo cuore saltò un battito.
Lily era terribilmente bellissima. L’abito bianco che indossava era quello da sposa e fra le sue mani giacevano degli splendidi gigli, un pessimo tentativo di ironia o sarcasmo. In quell’abito era bellissima, ma la sua pelle era bianca quasi quanto un lenzuolo e facevano un terrificante contrasto con i capelli rossi che scivolavano elegantemente sulle spalline imbottite. Alla sua sinistra c’era James, anche lui con il vestito del matrimonio, un gessato nero, in stile babbano, come avevano preferito tenere tutto il matrimonio, per i parenti di Lily che non accettavano o conoscevano la sua “stranezza”. Infine, al fianco di James c’era Peter. Beh, in realtà c’era un piccolo cofanetto che conteneva un dito e della polvere (e al pensiero di cosa Sirius avesse fatto a Peter gli scappò un altro ringhio), ma valeva lo stesso, ed era stata molto gentile la madre di Peter a permettere che venisse seppellito assieme ai Potter. Il vecchio Pete ne sarebbe stato orgoglioso.
Remus distolse in fretta lo sguardo dalla scatola e tornò a guardare James. Era strano senza occhiali, faceva più che impressione. O forse era il colore della sua pelle (ora così simile a quello di Lily) o lo strano modo in cui portava disinvolto i suoi soliti capelli ingarbugliati (ora solo un po’ meno agguerriti) con quell’abito estremamente elegante. Lasciò scorrere lo sguardo su James e mentre riceveva qualche condoglianza sentì le lacrime trovare uno sbocco, finalmente.
Emise un solo singhiozzo, ma fu più che altro di sorpresa quando notò qualcosa luccicare al sole smorto dei primi di novembre. Sui polsi di James vi erano due piccoli gemelli e Remus non riuscì a non riconoscere come quelli che Lily gli aveva offerto poco tempo fa. Sì chinò sulla bara, suscitando l’indignazione di qualcuno alle sue spalle, e li rimosse, soffocando il dolore dell’irritazione che l’argento gli dava alle dita.
La madre di James si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, con delicatezza. Remus le mostrò ciò che teneva in mano e lei spalancò gli enormi occhi rossi e bagnati in sorpresa.
Glieli strappò di mano e li avvolse in un fazzoletto mentre, con aria abbastanza desolata Remus si tirava in piedi. Con un sorriso sghembo la donna gli porse il pacchetto.
«Non ho idea di chi lo abbia vestito, ma-»non riuscì a continuare la Signora Potter, così si limitò ad abbracciare con disperazione Remus, che ricambiò, rivedendo in lei sua madre al funerale di suo padre.
E allora le parole che si erano scambiati poco prima che anche lei morisse gli tornarono in mente, facendolo star male per la madre di James.
Una madre non dovrebbe essere costretta a seppellire il proprio figlio!, aveva urlato sua madre una sera, dopo l’ennesima discussione sulle missioni dell’Ordine. E Remus si chiese se fosse lecito che un ventenne dovesse seppellire tre amici della stessa età nello stesso giorno.
Sciolse l’abbraccio con la signora Potter e fece scivolare i gemelli in tasca e gli dispiacque un poco non averli accettati quando Lily glieli aveva offerti, se alla fine li aveva comunque presi.

°°°



Erano nella stessa stanza, ma erano anni che non si parlavano, che non si vedevano.
Quella notte alla Stamberga Strillante non contava, nemmeno in minima parte. Dopo quasi mezzo anno però era chiuso in una stanza con Sirius, che sembrava più vivo di prima, ma comunque troppo morto per essere Sirius. James probabilmente avrebbe urlato ad entrambi quanto deficienti sembrassero in quel preciso momento.
E in un certo senso James lo stava facendo, mentre Remus lasciava che i gemelli in argento gli bruciassero nuovamente il palmo della mano, la stessa di così tanti anni prima. Il dolore era solo una sensazione vaga e pungente, in confronto al disagio che provava in quel momento. Si sentiva un ragazzino ed era Sirius a farlo sentire così, Sirius che era fuori dal tempo, Sirius che fissava il muro da una mezz’ora buona e non dava più segni di vita. Sirius che era sempre stato innocente ed in un qualche modo Remus lo aveva sospettato inconsciamente, o così gli piaceva pensare da mesi a quella parte.
Remus si alzò dalla sedia su cui aveva riposato dopo essersi smaterializzato da Londra fino al Sud Africa e si avvicinò a Sirius, lasciandogli cadere davanti uno dei gemelli.
L’amico alzò lo sguardo dubbioso e Remus sorrise con un mare di emozioni recalcitranti in fondo al torace.
Emozioni ribelli che gli impedivano di pensare chiaramente.
«Li indossava James al funerale, Lily voleva che li tenessimo io e lei. Li ho stregati, ora.» mormorò accucciandosi davanti a Sirius, quasi stesse discutendo con un bambino di pochi anni.
«E cosa farebbero?» aveva domandato stancamente Sirius. Sembrava stanco di lui, di Remus. Stanco del passato, o forse del presente. O forse era Remus che pensava troppo e metteva sul volto di Sirius sentimenti ed espressioni che non esistevano pur di cancellare quella rassegnata disperazione che entrambi provavano al pensiero di voler risistemare il loro rapporto.
«Se è caldo, l’altro possessore sta soffrendo, se si distruggono è perché uno dei due è morto.»
Sirius aveva ghignato lievemente, alla spiegazione di Remus.
«Saranno sempre caldi, per lo meno il tuo.» mormorò Sirius prima di afferrare il suo gemello e notare che si trattava di un ovale con sopra l’araldica del giglio. In argento.
Notò così la mano di Remus, leggermente tremante a causa del dolore, e si sentì un po’ triste al pensiero di quello che ancora volevano condividere. Nel frattempo anche Remus si era alzato e ora cercava i suoi occhi con lo sguardo, senza una vera risposta alle domande che si stavano ponendo entrambi, in un turbine di stanchezza e desiderio. Di ricominciare, di vivere, di sorridere davvero.
Sirius si tese leggermente verso il vecchio amico e lo baciò a stampo.
L’unico vero contatto che si sarebbero scambiati in ricordo dei giorni in cui erano stati amanti. Prima di ricostruire quel rapporto avevano bisogno della pace. Era un accordo silenzioso il loro, che Remus avrebbe poi in parte rimpianto.

°°°



Era caduto poco prima che Sirius scomparisse oltre il velo, staccato dalla veste dall’incantesimo di Bellatrix.
Harry aveva chiesto una volta a Sirius perché indossasse un solo gemello, ma lui si era limitato a sorridere tristemente e negargli una qualunque risposta.
Dopo quella nefasta nottata, Remus avrebbe voluto tornare indietro a prendere il piccolo monile, ma non ne aveva avuto mai il tempo. Poi era cominciata la sua relazione con Tonks e dopo il matrimonio e il bambino si era sentito in colpa per quel gemello che ancora lo legava a Sirius, alla promessa che si erano fatti. Perciò aveva messo da parte quei pensieri e si era concentrato su Tonks, su Tonks che l’amava e che si meritava il meglio da quel poco che poteva offrire.
Un morto non poteva pretendere che Remus gli rimanesse fedele per sempre.

Eppure il gemello in argento brillava sinistramente sul suo comodino, ogni volta che la luce del sole lo sfiorava.

°°°



Poi c’era stato un giorno che nella stanza delle profezie qualcosa si era rotto.
La polvere d’argento era stata spazzata via dagli elfi domestici molti giorni e festività dopo, senza che nessuno vi desse molto peso.
Harry li aveva poi cercati quei gemelli, conscio che dovevano essere divisi fra Remus e Sirius, ma non ne aveva trovato nessuno. Solo un mucchietto di polvere sul comodino del licantropo.
Ci era rimasto un po’ male, Harry. Su quei gemelli c’era il giglio, e gli sarebbe piaciuto averli con sé, per ricordarli sempre, così legati a sua madre, tanto da portare dei gemelli con su un giglio.
Eppure Remus lo aveva polverizzato e quello di Sirius era sparito del tutto, come se ora che loro non esistevano più nemmeno i gemelli avevano il diritto di esistere.

Ad Harry rimase sempre quella curiosità, non potendo chiedere a nessuno.






Note finali: Deve ammettere di aver fatto un errore a causa della mia perpetua ignoranza. Il Velo dietro cui scompare Sirius ho scoperto solo di recente che è un animale (Lethifold) che sbrana le persone che vi cadono attraverso, quindi i gemelli dovrebbero essere scomparsi con Sirius. Chiaramente, non sapendolo, mentre scrivevo ero ancora certa che Sirius fosse "caduto" nel mondo dei morti, ma che fosse ancora vivo. L'errore è questo.

Come ultimo appunto, ci tengo a ringraziare chiunque recensirà, in quanto dopo aver letto il commento del contest mi sono sentita parecchio stupida, considerando che ho sempre scritto in un certo modo per colpire a livello di lettura il lettore. E' stato uno smacco, sì, e ci tengo a ringraziare chiunque recensirà (o ha già recensito). Di solito non rispondo alle recensioni, a meno che non abbiano una certa accuratezza o non sollevino dubbi o domande, più che altro perché non so cosa potrei rispondere ad un "che carina, brava!", non per altro ♥
Sappiate che recensendo fate solo la mia felicità ♥
   
 
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