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Autore: Yu_Kanda    10/05/2010    2 recensioni
Un ufficiale Giapponese, Yuu Kanda, viene inviato in Germania prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale per coadiuvare l'alleato Tedesco nelle indagini su alcune fughe di notizie.
Assegnato suo malgrado alle SS del Reich, si trova ad eseguire compiti che non condivide.
Durante una di queste missioni incontra Lavi, del quale fa arrestare un familiare, scatenando una reazione a catena.
[World War II, YAOI, Kanda/Lavi]
[Fanfiction Classificata 2° e Vincitrice del "Premio Fantasia" allo "Zodiac Contest" indetto da redseapearl sul Forum di EFP]
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D .Gray-man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi e Kanda sarebbero assieme da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!

ATTENZIONE! Razzismo e violenza! Per restare fedele al periodo storico scelto mi devo adeguare al modo di pensare del tempo, quindi se i riferimenti al Nazismo e alla sua ideologia vi offendono, non leggete. Ci tengo a precisare che non approvo in alcun modo il loro operato, sto solo usando l'ambientazione come sfondo.




Chapter 3 - Decisioni




Il Generale Tiedoll sedeva dietro una pesante scrivania, circondato da mucchi di scartoffie, la tazza del caffè ormai vuota da tempo abbandonata in un angolo tra una pila e l'altra; con ampi gesti delle braccia li invitò ad entrare, un'espressione gioviale sul volto.

- Vedo che mi hai portato la nuova recluta come ti avevo chiesto, bene, bene. - disse l'uomo sorridendo mentre valutava il nuovo arrivato.

Kanda sollevò un sopracciglio, ma non contraddisse il suo superiore.

- Signore, il soldato Michael Der Finder mi ha parlato di un giovane corrispondente alla sua descrizione - si intromise il Comandante Link indicando Lavi - che ha ostacolato Herr Kanda ieri durante il sequestro dei libri. Credo dovrebbe controllare...

- Oh, è tutto a posto Herr Link, il ragazzo è in regola. - affermò Tiedoll sotto lo sguardo strabiliato di Kanda. - Ora se vuoi scusarci, abbiamo delle cose da discutere sul suo assegnamento.

- Ah, certamente... Con permesso Herr General. - l'uomo si inchinò, quindi lasciò la stanza.

Seguendo con lo sguardo Link che usciva, il Giapponese prese nota che avrebbe dovuto spellare vivo quel Michael per aver fatto la spia... Dannatissima recluta assillante!

- Perché? - chiese subito Kanda.

- Bé, non vogliamo che questo povero ragazzo finisca male, vero? - Tiedoll fece loro cenno di sedersi, ma solo Lavi lo fece.

- Non mi ha risposto, Signore. Perché ha mentito? - insistette Kanda.

- Yuu-kun, Herr Link è una persona infida. - l'uomo fece una pausa, fissando Kanda negli occhi con espressione seria. - E sono sicuro che se mi hai portato qui questo ragazzo hai una buona ragione.

Il Giapponese sospirò, avanzando di un passo verso la scrivania del superiore, affiancando Lavi.

- Herr Link diceva il vero. Lui è il nipote del libraio che abbiamo arrestato ieri. - rivelò al Generale senza tanti giri di parole.

- Oh, davvero? - Tiedoll si fece improvvisamente molto interessato alla vicenda, e Kanda si maledisse per aver portato Lavi da lui. Sarebbe finita male, se lo sentiva.

- Sì. - confermò cercando di non apparire irritato dalla curiosità di Tiedoll. - Pare che siano due storici, e si erano mescolati agli Ebrei del ghetto per studiarne il modo di vivere. - Kanda ignorò l'espressione supplice di Lavi, continuando il resoconto dei fatti. - Il vecchio è un fanatico dei libri e si è opposto al sequestro, quindi l'ho fatto arrestare.

- Ed ora ti senti in colpa. - concluse il Generale, annuendo bonariamente.

- No! - scattò subito Kanda, sulla difensiva. - Io ho fatto solo il mio dovere. - precisò serrando i pugni, quindi puntò il dito contro Lavi. - Poi è comparso lui e ci ha raccontato questa storia fantasiosa.

- Tutto qui? - l'ufficiale annuì. Tiedoll sorrise all'altro giovane, spostando totalmente su di lui la sua attenzione. - E tu? Come ti chiami figliolo?

- L-Lavi. - rispose Bookman junior, incerto se usare più quel nome vista la piega che stava prendendo la situazione.

- Oh. Un nome Ebreo. - commentò Tiedoll, pensieroso.

- N-no, non sono Ebreo, che dannato guaio! - gemette Lavi prendendosi la testa tra le mani.

- CHE. Sii uomo e dì al Generale quel che hai detto a me. - sibilò Kanda con disprezzo. - Quest'idiota vorrebbe che liberassimo il suo vecchio.

- Yuu-kun, non essere rude e lascialo parlare. - Tiedoll si rivolse al giovane dai capelli rossi con fare paterno. - Coraggio Lavi, come mai sei qui? Non sei un soldato vero?

- Ecco, alcuni studenti che conosco mi hanno consigliato - notò lo sguardo di Kanda che lo fulminava, e modificò quel che stava per sfuggirgli di bocca - di chiedere clemenza al Comandante che aveva prelevato mio nonno, così sono venuto qui.

- Da solo? Che coraggio. - Tiedoll sorrise divertito. - E la divisa?

- Bé... Un soldato mi ha visto spaesato, ed ha chiesto cosa cercassi, e quando gli ho spiegato, lui ha - ehm - detto una cosa come 'non riuscirai mai ad avvicinare Herr Kanda vivo conciato così' e mi ha portato in un posto pieno di divise, dandomene una...

Tiedoll scoppiò a ridere, con sommo disappunto di Kanda e sotto lo sguardo stupito di Lavi.

- Toma, era di sicuro Toma, vero Yuu-kun? - indovinò il Generale tra le lacrime, cercando di porre un freno alle risa.

- L'idiota numero due, sì. - confermò il giovane ufficiale in tono tagliente, incrociando le braccia al petto.

- Lavi, hai documenti con te? - chiese Tiedoll, ora di nuovo serio, riflettendo su come risolvere al meglio quella faccenda aiutando il giovane; questi annuì, porgendo una tessera al Generale. - Ah, sei Italiano. Questo ci aiuta molto.

- Sono... Italiano? - mormorò Lavi, pensando a cosa diavolo avesse combinato il vecchio con i loro documenti.

- Ascolta figliolo, non c'è modo di far liberare tuo nonno se non si dimostra senz'ombra di dubbio che è un fedele suddito del Reich. - Bookman junior sospirò, abbattuto. - Ma se ti arruoli proverai di essere leale alla nazione, ed entro un mese tuo nonno sarebbe discolpato.

Kanda sgranò gli occhi: quell'idiota? Arruolato?

Anche Lavi era senza parole, ma capiva assolutamente la situazione: ormai aveva già addosso la divisa, non faceva poi molta differenza cosa diventava, se la cosa lo manteneva in vita.

- Accetto. - disse semplicemente.

- Ma Generale, non ha senso! - protestò energicamente Kanda, vedendosi già costretto a fargli da balia. - Non sappiamo nemmeno chi sia veramente costui!

- Suvvia Yuu-kun, questo giovane parla perfettamente il giapponese, è perfetto per diventare il tuo attendente personale.

- C-cosa? - Kanda non credeva alle proprie orecchie. Quell'idiota? Ad assillarlo ogni dannatissimo giorno della sua vita?

- Inoltre è Italiano, un alleato. Il suo arruolamento non sarà rigettato. - il Generale agitò la mano con aria condiscendente. - Sai anche il tedesco vero ragazzo? - Lavi annuì. - Benissimo! Allora è deciso.

Kanda scosse la testa sconsolato, mentre il giovane Bookman si chiedeva se i suoi guai fossero finiti o stessero appena per iniziare.

- Sarò al suo servizio quindi? - domandò temendo la risposta.

- Certamente. Gli farai da assistente ed interprete e magari riuscirai anche ad infilargli nella zucca un po' di tedesco! - l'uomo annuì ripetutamente, ed il suo pupillo gli rivolse uno sguardo rovente.

Kanda grugnì un'imprecazione, seguita da una seconda, una terza... Lavi, notando il profondo disappunto del suo futuro superiore, non poté fare a meno di sentirsi incastrato in una situazione più grande di lui, che lasciava presagire unicamente sviluppi spiacevoli.

- Posso andare? - chiese infine il Giapponese.

- Direi di sì, - consentì Tiedoll, strofinandosi il mento con fare pensieroso, come se stesse cercando di riepilogare mentalmente tutte le cose che doveva discutere con Kanda per assicurarsi di non aver tralasciato niente - ma lui viene con te. - aggiunse rivolgendo a Lavi uno dei suoi sorrisi, quindi spostando di nuovo lo sguardo su Kanda. - Da oggi è sotto la tua responsabilità. Occupati delle formalità necessarie, Yuu-kun.

- CHE. - digrignando i denti, Kanda afferrò Lavi per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza quasi di peso, ignorandone le lamentose proteste.

Tiedoll li guardò uscire sempre sorridendo, soddisfatto del proprio operato.

 


- Dove mi stai portando? - chiese Lavi in tono supplice.

- Sta zitto e cammina. - sibilò Kanda visibilmente furente, strattonando la sua nuova palla al piede.

"Me e le mie brillanti idee," recriminava tra sé l'ufficiale.

- Ma Yuu... - il giovane dai capelli rossi non fece in tempo a terminare la frase che si ritrovò sbattuto contro il muro più vicino, un braccio dolorosamente piegato dietro la schiena. - AWW! Perché? - gemette pietosamente, confuso.

- Non osare mai più chiamarmi per nome. - gli ruggì contro Kanda, rispondendo in tal modo alla domanda, il volto a pochi millimetri dal quello del giovane per essere sicuro che questi cogliesse la luce letale nei suoi occhi. - Mai più, capito?

- Ma il Generale... - protestò debolmente Lavi, ottenendo soltanto che la stretta sul suo braccio si inasprisse.

- Al Generale non posso impedirlo, a te sì. - dichiarò Kanda in tono mortale, aggiungendo l'altra mano a stringergli la gola, e Lavi non dubitò che avrebbe messo in atto quelle minacce.

Tuttavia era più forte di lui, doveva scoprire perché lo infastidiva così essere chiamato per nome.

- Hai un bel nome, è un peccato. - rantolò Lavi, voltandosi, per quanto gli era possibile in quella morsa d'acciaio, a guardare il suo torturatore e rivolgendogli un sorriso malizioso.

Risultato? Un altro giro.

Ancora un po' e gli avrebbe spezzato il braccio, eppure il giovane stolto continuava a guardarlo con quell'aria di sfida. Un cambiamento interessante, osservò Kanda compiaciuto.

- Non ti riguarda. Vedi di stare al tuo posto e non avrai guai. Altrimenti... - gli sussurrò all'orecchio sempre più minaccioso.

- Herr Kanda! - chiamò una voce da in fondo il corridoio. - Che succede?

Toma. Maledizione.

- E' tutto a posto. - rispose gelido il Giapponese, lasciando lentamente andare il suo futuro attendente personale. - Stavamo puntualizzando una cosa.

- Oh, Lavi... Vedo che avete già fatto amicizia. - commentò Toma in tedesco, riconoscendo il giovane e scambiando con lui un sorriso complice.

- Già. Siamo amici intimi. - convenne Bookman junior nella stessa lingua e in tono altrettanto ironico, massaggiandosi il braccio offeso.

- Se continuate a parlare tedesco in modo che io non capisca vi farò frustare. - li informò candidamente Kanda.

- Sì, Signore! - scattò sull'attenti Toma, scusandosi nel suo giapponese approssimativo. - Non lo farò più, Signore!

Lavi lo fissò costernato, chiedendosi a quel punto cosa esattamente lo aspettasse.

Era passata la mezzanotte quando infine Lavi fece ritorno al suo alloggio, se così lo poteva definire.

 


Cercò di fare meno rumore possibile, ma una volta dentro si accorse che era assolutamente inutile: tutti erano intenti ad adempiere i più disparati compiti e nemmeno si erano accorti del suo arrivo.

- Hey. - salutò il giovane Bookman, avvisando in tal modo che era rientrato.

In molti si voltarono per ricambiare il saluto e chiedere com'era andata, ma si bloccarono raggelati dallo spettacolo che si trovarono di fronte.

- A-Allen... - un ometto con gli occhiali spessi si aggrappò alla manica dell'Inglese, che, percependo la nota di panico nella voce del compagno, si girò subito verso di lui.

- Che ti prende Johnny? - chiese l'albino notando l'espressione terrorizzata dell'amico, e questi gli indicò in direzione di Lavi.

Ad Allen cadde la mascella quando il suo sguardo si posò su Bookman junior.

- Lavi! Che diavolo è successo! - esclamò gesticolando verso l'altro giovane, interrompendo qualunque cosa stesse facendo un attimo prima ed avvicinandosi a lui.

Lavi notò il silenzio che era caduto improvvisamente nella stanza, realizzò che tutti lo stavano fissando, e di riflesso si guardò addosso: "Oddio, la Divisa!"

Rise nervosamente grattandosi la nuca, mentre pensava a come giustificare l'accaduto e rassicurarli.

- Ecco, non è come credete...

- Indossi un'uniforme delle SS Lavi, non mi dirai che è uno scherzo o che l'hai rubata! - lo incalzò Allen in tono accusatorio.

- No... - rispose debolmente il giovane dai capelli rossi.

- Sanno che sei qui? - prima ancora che Lavi potesse obiettare, Allen continuò. - Lascia stare, ti avranno senz'altro fatto seguire.

- No, impossibile, solo Yuu sa che vivo nel ghetto, e non... - l'Inglese lo interruppe, sempre più allarmato.

- Chi è questo tizio? - chiese a bruciapelo; vedendo che Lavi abbassava lo sguardo con aria colpevole, Allen fece subito due più due. - Kanda? E' lui? Ti permette di usare il suo nome? - il giovane era allibito da quella scoperta.

- Ehm, sì e no... - confessò Lavi; il suo interlocutore apparve confuso. - Sì, è il nome di Kanda, e no, non mi permette di usarlo, ma ogni tanto mi scappa detto...

- Lavi che significa? Parli di quel Kanda come se foste amici... - il ragazzo albino lo prese per le spalle, scuotendolo con forza. - Quell'uomo è un mostro, faresti meglio a stargli lontano! Invece? Vuoi spiegarmi?

- A me non sembra che Kanda sia terribile come dici... - obiettò Lavi, subito sulla difensiva. "Certo, se si ignora la sua tendenza a diventare violento," aggiunse mentalmente.

- Lavi! Ti prende in giro, ti sta usando! - lo mise di nuovo in guardia Allen, sperando di riuscire a farlo ragionare questa volta, e il giovane dai capelli rossi sollevò lentamente il capo a guardarlo.

- Non sono sicuro. - rispose; a quelle parole Allen scosse il capo con aria rassegnata, ma Lavi continuò. - Ciò di cui invece sono certo è che non avevo altra scelta per far liberare mio nonno.

- Non capisco. - il giovane albino temeva di ascoltare quel che l'altro gli avrebbe risposto, ma pose ugualmente la domanda. - Dove vuoi arrivare?

- Dovevo dimostrare la mia fedeltà al regime, mi sono arruolato Allen. - l'Inglese lo fissò a bocca aperta, era peggio di quel che pensava. Molto peggio. - Non fare quella faccia, sai anche tu che è così. Ora le accuse cadranno.

- Non ci contare. - Allen scosse il capo, guardandolo come si fa con un povero illuso.

- Sono l'attendente personale di Kanda, non hanno motivo di dubitare di me. Riuscirò a far liberare il mio vecchio.

- Kanda ha voluto... - mormorò Allen.

- No, mi ha assegnato a lui il Generale Tiedoll. In realtà a Yuu non sono affatto simpatico... - si strinse nelle spalle. - Non ho potuto evitarlo, è la mia unica speranza.

- Finirai nei guai Lavi. - Allen scambiò occhiate eloquenti con tutti gli altri presenti. - Domani non ci troverai più qui. Spero per te che ciò che hai fatto serva a qualcosa.

La sera dopo, al suo ritorno, Lavi trovò l'appartamento vuoto.

 


Kanda si accorse subito che qualcosa non andava nella sua nuova palla al piede, perché.. la suddetta seccatura quella mattina non era affatto seccante. Per la precisione, non aveva proferito parola da che era entrato nel suo ufficio con dei documenti da visionare.

L'ufficiale era rimasto molto sorpreso di riceverli in giapponese, e si domandava come avesse fatto Lavi a trascriverli in così breve tempo. Ora il giovane era in piedi alle sue spalle, immobile, in attesa che finisse di leggere, e Kanda trovava la cosa estremamente irritante.

- CHE. - sbottò esasperato dal prolungarsi del silenzio. - Allora?

- C-come? - Lavi trasalì, colto di sorpresa dalla domanda.

- Sei distratto. Deconcentrato. - il Giapponese incontrò lo sguardo del suo attendente, e vi lesse incertezza. - La vita privata è affar tuo, ma se influenza il tuo rendimento allora diventa anche mio. - Lavi distolse lo sguardo mordendosi un labbro, ma non rispose. - Se non vuoi dirmi qual'è il problema perché temi di essere punito, prometto di non farlo. - Kanda sospirò, smise di prestare attenzione ai documenti e tirò indietro la sedia intenzionato ad alzarsi.

- Non ho più un posto dove stare. - disse semplicemente il giovane dai capelli rossi. - O meglio, sono rimasto solo e credo che dovrò andarmene da dove vivevo, non posso più permettermelo.

- Capisco. - Kanda sollevò un sopracciglio. - I tuoi amici studenti sono scappati appena vista la divisa. - Lavi annuì, l'espressione triste. - Allora puoi fare a meno di loro, non ti erano affatto amici.

Il commento dell'ufficiale sorprese molto il giovane Bookman, non credeva avesse considerazione per i sentimenti degli altri, amicizia inclusa.

- Ritengo che una sessione di addestramento ti possa giovare. Seguimi. - senza aspettare risposta Kanda si alzò guadagnando la porta. - Risolveremo la questione alloggio più tardi. - aggiunse mentre uscivano.

 


Lavi non aveva mai faticato tanto in vita sua. Non si aspettava che il Giapponese intendesse insegnargli i rudimenti del combattimento corpo a corpo, ma doveva dargli ragione: ora si sentiva molto meglio.

Inoltre, sembrava che Kanda avesse apprezzato molto il suo impegno, a giudicare dal ghigno soddisfatto che gli incurvava appena le labbra.

Altrettanto soddisfatto era stato il loro pubblico, tutte le reclute avevano smesso di esercitarsi per guardarli, e Lavi immaginava che avrebbero avuto materiale su cui sparlare per mesi; non dovevano aver visto spesso - vale a dire MAI - il loro Comandante addestrare personalmente una recluta...

Fuori dalle docce, Kanda riprese distrattamente l'argomento 'alloggio' mentre si asciugavano.

- Appena sei pronto andiamo a prendere le tue cose. - stabilì l'ufficiale, senza neanche degnarsi di chiedere il parere dell'attendente. - Starai nel dormitorio con le altre reclute.

- Ah... Ecco... - Lavi lo guardò imbarazzato non sapendo come rifiutare.

- Che c'è? - sbuffò il Giapponese visibilmente irritato.

- Io ho... molti libri. - Bookman junior vide che il suo superiore sembrava quasi divertito da quella confessione.

- Certo, rari e preziosi. Li terrai nel mio ufficio per ora, insieme a tutto ciò che hai di valore. - Kanda immaginava che ci fossero in mezzo molti titoli 'proibiti' ma non gli importava affatto.

- Grazie. - Lavi gli sorrise, lieto di poter conservare al sicuro le cose del suo mentore fino al ritorno di quest'ultimo.

- Non ringraziarmi. Lo faccio solo perché mi sei utile. - precisò Kanda in tono piatto, stringendosi nelle spalle. Ma Lavi ormai si era convinto che il giovane Giapponese non fosse così spietato come voleva far credere a tutti, quindi non smise di sorridergli.

Kanda sbuffò seccato dall'atteggiamento sempre così informale dell'attendente, facendogli cenno di seguirlo appena furono pronti.


Allen vide un'auto delle SS fermarsi davanti al loro ex-rifugio, e sebbene si aspettasse una cosa del genere, rimase scioccato nel vederne scendere Kanda in persona, seguito obbedientemente da Lavi, mentre l'autista aspettava a motore acceso. Osservò mentre entravano, ed aspettò pazientemente di vedere cosa succedeva: dopo nemmeno mezz'ora Kanda e Lavi uscirono, e quest'ultimo aveva con sé una valigia. Poi l'autista scese e caricò nel bagagliaio tre scatoloni, che l'Inglese era sicuro dovessero contenere i libri di Bookman.

E così Lavi era passato completamente al nemico. Kanda l'aveva plagiato senza difficoltà, rifletté il ragazzo albino mentre faceva cenno al compagno accanto a sé di avvisare Johnny. L'uomo, che rispondeva al nome di Tup annuì e corse via, per quanto la sua stazza gli permettesse di fare. Lavi sembrava davvero in confidenza con quel Kanda, da come gli sorrideva e gli parlava e lui lo lasciava fare, il che aveva dell'incredibile considerato che l'ufficiale delle SS era famoso per non fidarsi di nessuno e non legare con nessuno.

Allen sospirò. Forse Lavi era più bravo di quel che credeva a farsi benvolere dal prossimo, e la cosa poteva tornargli molto utile. Con un ghigno soddisfatto abbandonò la sua postazione di guardia, non appena la camionetta militare fu ripartita.

   
 
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