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Autore: Mokuren    10/05/2010    2 recensioni
Di fronte alla restituzione forzata di un tesoro di inestimabile valore - e specialmente quando si conoscono certi segreti - fingere generosità è praticamente un obbligo. O un gioco piuttosto divertente. «Oggi mi sento particolarmente in vena di buone azioni... », le mormorò piano all'orecchio, in modo tale che Juugo non potesse sentire. Karin trattenne il respiro sentendo le dita fredde di lui sistemarle una ciocca di capelli rimastale impigliata negli occhiali. «Quindi... credo proprio che manterrò il tuo piccolo segreto». ["Suika", post cap. 417 del manga]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Karin, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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scheletri neeew
Disclaimer: i luoghi e i personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


S
cheletri nell’acquario




Il ragazzo decisamente poco vestito e intento a girare in circolo come un ossesso non era di certo l’unica stranezza presente in quella stanza.
Già, anche l’enorme vasca trasparente posizionata a ridosso di una delle pareti si “difendeva” piuttosto bene. Quel potenziale acquario gigante, una presenza del tutto stonata in quell’ambiente spoglio rivestito di semplici mattoni a vista e tubature scoperte, non conteneva altro che acqua quasi fino all’orlo. Forse i pesci erano spariti o forse, più semplicemente, quello non era affatto un acquario.
Forse, ancora più semplicemente, si trattava solo del centro di ricovero personale di Suigetsu Hozuki, “il sopravvissuto”.
«Vado a cercarla». La frase risuonò di inequivocabili sfumature d'inquietudine nonostante il tono basso con cui era stata pronunciata. No, non era impazzito e non stava affatto parlando da solo: la persona che gli era stata amorevolmente accanto durante la sua liquida convalescenza gli si era appena parata davanti.
«Cosa stai farneticando? Troppa idratazione ti ha dato forse al cervello?». La non-risposta, proveniente da una voce femminile traboccante acidità, si guadagnò all’istante uno sguardo decisamente poco amichevole.
«La mia Tagliateste, Karin. Il mio cervello, a differenza del tuo, funziona benissimo. Forse la mia lucidità è venuta a mancare solo quando ho deciso di salvare anche la tua di pelle».
«Oh, non farmelo ricordare. Avresti dovuto vederti in formato gelatinoso… Uno spettacolo indimenticabile, te l’assicuro». Scosse la testa per deriderlo, facendo ruotare i capelli rossi imbrigliati in una coda alta sopra la nuca.
Un altro componente della squadra, ignorato nella maniera più totale dai due litiganti, fece il suo silenzioso ingresso nella stanza, portando tra le mani un grosso fardello avvolto da un sottile panno bianco.
«Ecco la tua spada, Suigetsu. Karin l’ha ritrovata sul campo di battaglia», sussurrò la versione tranquilla e pacata di Juugo. Uno Juugo del tutto inconsapevole di essere appena entrato nella personale lista nera di un’ex-sorvegliante dai nervi sensibili. La stessa ex-sorvegliante che, maledicendo mentalmente il nuovo arrivato, aveva appena sentito il suo cuore saltare un battito o forse due.
«Non montarti la testa. L’ho fatto solo per non compromettere il… potenziale offensivo della squadra. Sempre che di “potenziale” si possa parlare nel tuo caso». Formulò il pensiero di allontanarsi il prima possibile, per risparmiarsi il ghigno sottile e compiaciuto sulle sue labbra e, soprattutto, l’ennesima visione di lui con indosso solo un paio di pantaloni di fortuna prestati dal “capo”.
Pantaloni neri, comodi e forse un po’ troppo cadenti sui fianchi.
La vena sulla sua tempia iniziò a pulsare quasi dolorosamente e il pensiero, preciso e acuminato come la lama di un kunai, di essere proprio lei quella ad avere qualche problema iniziò ad affacciarsi timidamente nella sua mente.
Il perché era disarmante nella sua semplicità: lo stava ancora guardando.
«Sono davvero commosso. Dovrò proprio trovare il modo per ringraziarti come si deve.» Lo spadaccino socchiuse gli occhi violetti per un istante, sfiorandosi il mento con le mani come se stesse pensando a qualcosa di particolarmente interessante per lui e di particolarmente scomodo per qualcun altro.
«Ci sono!», esclamò piegando leggermente la testa di lato.
Karin assottigliò le palpebre, cercando disperatamente di fingere indifferenza.
«Se vuoi davvero ringraziarmi… perché non ti levi di torno?».
«Oh, farò molto di più, credimi». In un secondo fu davanti a lei, rapido e letale come quando librava colpi nell’aria facendo piovere teste dal cielo. Letteralmente. La presenza di Sasuke lo obbligava a reprimere in parte la sua vera natura, ma lei sapeva di cosa poteva essere capace. L’aveva visto combattere in ben altre situazioni e adesso la stava mettendo sinceramente in ansia. L’ansia si trasformò in iperventilazione quando le appoggiò una mano sulla spalla, attirandola più vicino a sé.
«Oggi mi sento particolarmente in vena di buone azioni…», le mormorò piano all’orecchio, in modo tale che Juugo non potesse sentire. Karin trattenne il respiro sentendo le dita fredde di lui sistemarle una ciocca di capelli rimastale impigliata negli occhiali. «Quindi… Credo proprio che manterrò il tuo piccolo segreto».
 La ragazza, paralizzata sul posto alla stregua di una scultura di ghiaccio, sgranò gli occhi per la sorpresa. Si riprese all’istante sentendo l’odiosa risata di lui vibrare nell’aria con irritante leggerezza.
«Almeno per il momento». Si affrettò ad aggiungere con finta innocenza e questa volta ad alta voce, guadagnandosi un’occhiata di puro odio da parte di Karin. Staccò poi con riluttanza la mano dalla spalla di lei, iniziando a fissare Juugo con fare pensoso.
«Juugo… non hai affatto una bella cera. Forse è meglio andare a cercare Sasuke».
«In effetti iniziò a sentirmi… strano. Meglio cercare Sasuke», mormorò in fretta Juugo con voce quasi strozzata. Gli occhi sbarrati e un tremolio degli arti crescente non erano affatto un buon segno. Suigetsu si affrettò a sottrargli la Tagliateste dalle mani, accompagnandolo fuori dalla stanza e mormorando sottovoce qualcosa come: «Lo troveremo non preoccuparti, vedrai… lontano da Karin ti sentirai subito meglio».
«Faremo i conti non appena avrai “risolto”, Hozuki». Lo squadrò con lo stesso sguardo con cui la morte in persona avrebbe potuto osservare la sua prossima vittima. Le era costato uno sforzo immenso resistere al desiderio di trasformarlo nuovamente in una poltiglia gelatinosa, ma certe cose avevano semplicemente la priorità. Già, in fondo, a nessuno dei due andava a genio l’idea di essere nelle vicinanze dello Juugo “cattivo” e fuori controllo. Si conficcò le unghie nei palmi delle mani sfoderando il sorriso più falso del mondo.
«Ci conto», disse lo spadaccino mimando le parole con le labbra, sorridendole a sua volta prima di svanire del tutto.
«Non ti piacerà».
«Questo è da vedersi…» La voce, flebile ma con un’inconfondibile punta di malizia, la raggiunse dal corridoio. Si toccò inconsciamente la spalla percorrendo la linea della clavicola con le dita. Non faceva eccessivamente caldo, eppure aveva la sensazione che la pelle in quel punto preciso le stesse quasi andando a fuoco.
Si girò con uno scatto nervoso verso la vasca ricolma d’acqua, alzando un braccio a mezz’aria. Sferrò poi un piccolo pugno contro la superficie, immaginando Suigetsu intento a galleggiare, a provocarla e a prendersi gioco di lei.
Si era trattenuta: non aveva esagerato né concentrato chakra in quel piccolo pugno eppure… ora una piccola crepa si stagliava sul vetro, innocente e quasi invisibile. Proprio una di quelle che non si fanno notare subito ma che possono potenzialmente degenerare all'improvviso.
Karin fissò la superficie della vasca con un sorriso cattivo, pregustando mentalmente la scena.
Oh, sì. Non si sarebbe persa per nulla al mondo l’occasione di separare quella gelatina ambulante dai frammenti di vetro di quello stupido acquario.






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La storia è collocata dopo lo scontro con Killer Bee (post capitolo 417 del manga). A proposito del "segreto": mi riferisco alla battuta ambigua che Suigetsu rivolge a Karin nel n. 39. L'uscita che gli ha fatto guadagnare il primo pugno in faccia, tanto per intenderci ^__^...

Un grazie speciale alle persone che hanno letto e commentato la mia prima “Suika”, Unexpected Shivers!
  
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