TRAINING
SWORDSMEN
Era
una brillante mattinata di inizio giugno, il
sole si faceva strada tra i verdi rami illuminando una piccola e
tranquilla
radura punteggiata di piccoli fiorellini e circondata da alti pini.
Un
ragazzo stava in piedi al centro del prato
con gli occhi chiusi e una lama tra le mani puntata verso terra. Doveva
essere
in quella posizione ormai da diverso tempo, perché gli
animali del bosco,
dapprima guardinghi, si erano abituati alla presenza di quello strano
individuo
e vagavano nella radura intenti alle solite faccende.
Ad
un tratto un fringuello cantò, era il segnale
che l’uomo stava aspettando: con un urlo improvviso
spalancò gli occhi e con
una mossa perfetta eseguì un affondo di spada a un nemico
immaginario, con tale
forza che nessuno scudo né armatura avrebbe potuto fermarlo.
Gli animali scapparono spaventati, mentre i più
curiosi rimasero ai margini della radura per osservare gli esercizi del
loro
signore.
Era
una delle rare giornate in cui Caspian si era
ritrovato con del tempo libero e aveva deciso di mettere alla prova la
sua
abilità nella spada per non perdere l’allenamento.
Aveva deciso di non farsi
accompagnare da nessuno - anche se il centauro Glenstorm avrebbe
volentieri
incrociato la lama con lui - perché voleva godersi un
momento di solitudine,
talmente infrequente per il sovrano da fargliene sentire la mancanza.
Il
motivo per cui avrebbe potuto beneficiare di
quel momento di pace assoluta risiedeva nella risolutezza di una
giovane donna
dai lunghi capelli castani… Mentre continuava a tirar di
spada, il ragazzo
sorrise ripensando alla scena della sera prima: lui era rientrato al
castello
distrutto dopo l’ennesimo giro di ispezione a Beruna, per
controllare a che
punto fosse l’integrazione tra Narniani e Telmarini, ed era
passato a salutare
Susan. L’aveva trovata nella sala del trono, intenta a
discutere con il maestro
Cornelius e Trufflehunter riguardo la necessità di ampliare
la biblioteca di
corte per renderla accessibile al popolo: la regina era convinta
dell’importanza
di estendere la cultura ai sudditi del suo regno.
Non
appena Caspian era entrato nella stanza, Susan
era ammutolita di colpo, l’aveva squadrato da cima a fondo e,
alzatasi in
piedi, gli si era avvicinata rapidamente. Lui aveva aperto le braccia
per accoglierla,
ma la regina si era fermata a pochi passi e mettendo le mani sui
fianchi gli
aveva ordinato di prendersi una
giornata di riposo!
Al
silenzio sorpreso di Caspian seguirono le
proteste: il giorno seguente avrebbe avuto un importante incontro con
il
consiglio d’amministrazione del reame. Indifferente ad ogni
tipo di reclamo,
Susan non volle sentire ragioni: dichiarò che ci avrebbe
pensato lei alla
riunione, che in quel genere di faccende – Caspian lo dovette
ammettere suo
malgrado – lei era molto più esperta grazie a 15
anni di regno, e che non si
sarebbe più fatta abbracciare finché lui non
avesse ceduto. Solamente dopo un
cenno rassegnato di Caspian, seguito dalle risate sommesse di Cornelius
e
Trufflehunter ilari nel vedere il loro re comandato a bacchetta, Susan
si gettò
tra le sue braccia e gli diede un bacio come ricompensa.
Ed
ora eccolo lì, a tirare fendenti in aria mentre
la piccola Pevensie era rinchiusa nel castello discutendo sul raccolto
previsto
per l’anno e su quanto conservarne in modo da garantire
provviste sufficienti
per tutti in previsione dell’inverno.
Il
rapporto con Susan si era evoluto con rapidità
in quei mesi, Caspian se ne rendeva conto, e spesso si chiedeva come
aveva
fatto a vivere fino a quel momento senza di lei. Durante le lunghe
notti
primaverili, erano soliti passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia
antistante
Cair Paravel, e su quel bagnasciuga illuminato dal chiaro di luna era
riuscito
finalmente ad aprirsi e a rivelare alla sua ragione di vita pensieri
che
altrimenti non avrebbe nemmeno confessato a se stesso, come il dolore
per la
morte precoce dei suoi genitori, o la paura di non riuscire a gestire
la
difficile integrazione tra i suoi due popoli…
Avevano
imparato a conoscersi meglio sfruttando il
tempo che non era stato concesso loro all’inizio: Caspian
amava ogni singolo
pregio e difetto della bella regina, il suo sguardo concentrato quando,
ostinata, voleva convincerlo a tutti i costi delle sue idee, il dolce
sorriso
che le illuminava il volto quando lo osservava credendo di non essere
vista…
Tuttavia, pensò Caspian sospirando e fermandosi in
mezzo alla radura, le serate trascorse insieme a sognare il loro futuro
sembravano troppo brevi, e con riluttanza il giovane si separava da
lei, per
ritrovarla poi nei suoi sogni…
Improvvisamente,
il piatto di una lama scivolò
rapido sulla sua spalla. Caspian, allarmato, gettò uno
sguardo alle sue spalle
per poter vedere il volto del suo nemico, ma si ritrovò a
fissare un paio di
occhi chiari che lo scrutavano divertiti, allora si voltò
completamente verso
lo spadaccino.
“Mai
abbassare la guardia, soldato.” sorrise Susan
“Non
è colpa mia se sono vittima di un
incantesimo: una fata mi ha stregato e ora occupa tutti i miei
pensieri!”
“Ah,
si? E chi sarebbe” chiese la ragazza con tono
fintamente sospettoso e geloso “Dimmi il suo nome,
così da poterle dare una
lezione perché ha osato prendere ciò che non
è suo!”
“Ma
ce n’è più di una! Vediamo, da chi
comincio?”
disse Caspian portandosi una mano al mento e fingendo di rimuginare;
poi,
notando lo sguardo sorpreso di Susan, iniziò a ridere:
“Amore,
ma ci credi veramente? Lo sai che per me
esisti unicamente tu… Comunque mi
piace…”
“Che
cosa?” domandò più rilassata lei
“Quando
ribadisci che sono solo tuo!”
Susan
arrossì, ma sostenne il suo sguardo. D’altra
parte, pensò la ragazza, lui aveva semplicemente detto la
verità.
“Dunque
…” cominciò l’ex principe
spezzando il
silenzio lievemente imbarazzato tra i due “Hai intenzione di
allenarti?”
Recentemente
Susan si era messa in mente di
imparare i rudimenti dell’arte della spada, con somma
disperazione di Caspian.
Ogni volta che lei scendeva alla spiaggia per allenarsi con Trumpkin,
il
ragazzo era incapace di concentrarsi su altro e approfittava di ogni
balcone o
finestra di Cair Paravel per vegliare
sull’incolumità della regina: da quando
si erano ritrovati, in lui si era manifestato un senso di protezione
che a
volte appariva eccessivo agli occhi della corte, soprattutto
perché l’oggetto
delle sue attenzioni era la regina guerriera che non aveva nulla da
invidiare ai
combattenti più esperti dell’esercito.
Fortunatamente,
Susan continuava a preferire di
gran lunga arco e frecce dicendo che si adattavano meglio al suo modo
di
combattere, leggero e veloce, e questo nel linguaggio di Caspian si
traduceva in
meno tempo dedicato a spade affilate.
Tuttavia i gusti personali della ragazza non
l’avevano fermata: aveva fatto forgiare su sua misura una
spada a una mano e
mezza più leggera del normale ed era quindi decisa a
riprendere l’
addestramento.
“Certo!”
rispose Susan alla domanda del re “Ho
chiesto a Ripicì dov’eri, visto che abbiamo finito
prima del previsto la
riunione, e saputo che ti stavi esercitando ho pensato di approfittare
dell’occasione.
Non ho mai avuto il piacere di averti come maestro, mi
sembra!”
“E
non ti sei mai chiesta come mai?”
“Mi
pare che quando c’era da allenarsi con l’arco
non ci fossero problemi!”
“Si,
ma qui si tratta di lotta corpo a corpo,
Sue…”
“Sono
sicura che non potresti mai farmi del male,
Caspian! Su, fallo per me, per favore…”
supplicò sfoderando il suo dolce
sguardo, l’unica arma che riusciva a sconfiggere il sovrano.
“E
va bene!” sbottò Caspian “Vediamo cosa
sa fare
questa nuova spada… Prima però ripassiamo le basi
fondamentali. Se vuoi che io
sia il tuo maestro, ci sono alcune regole da rispettare, ok?”
“Si”
“Regola
numero uno: devi prestare massima attenzione e fare
esattamente quello
che ti dico. Per esempio: se ti ordino di parare una stoccata subito,
tu cerchi
di farlo all’istante. Le spade sono pericolose, Susan, ma se
mi ascolterai
andrà tutto bene.”
“D’accordo.
Numero uno: attenzione e ubbidienza.”
“Regola
numero due: decido io quando iniziare e
quando finire l’allenamento. Credo di sapere quali sono i
tuoi limiti e non ti
spingerò mai a fare di più di quello che
è necessario, anche se tu vorrai certamente
continuare ogni volta fino allo sfinimento…”
“Uff”
sbuffò Susan “Tu mi sottovaluti,
Caspian!”
“Non
credo, Susan! L’ultima volta che l’ho fatto
mi hai battuto di fronte a una ventina di arcieri narniani, non
ripeterò più
questo errore! Allora, accetti questa regola? Oppure devo trovarti un
altro
maestro?”
“Va
bene…” sbottò lei “Non
insisterò per
continuare.”
“Ottimo,
allora possiamo cominciare! Assumi la
posizione di guardia”
“Così?”
“Si,
bene… Gamba destra avanti, così, piegati di
più sulle ginocchia per portare il peso al centro,
brava… Impugna bene
l’elsa con entrambe le mani e piega le braccia in modo da
avere la spada puntata
davanti a te verso l’alto! No, non così Susan, sei
sbilanciata in avanti,
basterebbe solo un fendente per farti perdere la presa…
Aspetta, ti faccio
vedere”
In
un attimo, quasi senza rendersene conto,
Caspian le si avvicinò da dietro, circondandola con le sue
braccia in modo da
afferrare saldamente le mani della ragazza per correggere la presa.
“Ecco,
così. La lama deve essere a circa 45°
sull’orizzonte” disse dolcemente premendo
leggermente sui palmi di Susan per
spostare la spada.
La
ragazza trattenne il fiato, sentiva il corpo
caldo e forte di Caspian contro la sua schiena, il suo profumo le
inebriava la
mente, rendendola incapace di pensare ad altro se non al desiderio
bruciante di
toccare i suoi capelli e il petto muscoloso, perdendosi tra le sue
braccia.
D’istinto voltò il capo verso di lui, sfiorando
con il naso e la bocca la
morbida pelle del collo del giovane. Obbedendo a un impulso
incontrollato, iniziò
a delineare il contorno del mento di Caspian con le labbra passando
delicati
baci lungo il percorso…
“Regola
numero 3: mai distrarre il maestro durante
la lezione” mormorò il re con voce roca prima di
lasciar cadere la spada.
Caspian cinse con un braccio Susan per avvicinare ancora di
più la sua schiena
al torace, mentre con l’altra mano le scostava i capelli dal
viso accostandolo
al suo. Le loro labbra si incontrarono e, mentre approfondivano il
bacio, la mano
della ragazza trovò finalmente i capelli di lui e
cominciò ad accarezzarli.
Quando,
tempo dopo, si separarono per riprendere
fiato, Susan esclamò: “E la terza regola? Non
l’abbiamo appena infranta?”
“Tecnicamente
l’allenamento non era ancora
iniziato, comunque si può sempre fare un’eccezione
ogni tanto, se tutte le
eccezioni sono così meravigliose!” rispose
malizioso lui sfoderando il suo
miglior sorriso.
“Sono,
d’accordo, però non riuscirai a distrarmi
sempre in questo modo a tal punto da far saltare
l’allenamento, ricordalo!”
disse lei minacciosa puntandogli il dito contro. Caspian, sentitosi
smascherato, assunse un’espressione di finta colpevolezza
senza smettere di
sorridere: Susan era così bella quando si
arrabbiava…
“Comunque
oggi ti perdono, visto che dovrebbe
essere il tuo giorno libero e tu non dovresti lavorare nemmeno con
me… A
proposito, non ho ancora avuto l’occasione per chiederti cosa
è successo a
Beruna! E’ da molto tempo ormai che non ti vedo
così preoccupato come ieri
sera.”
“Ah”
sospirò il giovane, sentendo che tutte le
preoccupazioni, allontanatesi dalla sua mente per un breve periodo, gli
ricadevano
pesantemente sulle spalle.
Lentamente, si avvicinò a un grande masso
levigato, l’unico della radura, e si sedette sopra. Susan si
rannicchiò al suo
fianco.
“Questa
volta ci ha chiamati Ironhoof, il figlio
di Glenstorm che è diventato il suo luogotenente stanziato a
Beruna per
controllare il guado: un gruppo di soldati telmarini stava organizzando
una
rivolta contro i narniani che si sono stabiliti definitivamente nella
città.
Stavano tentando di convincere la popolazione umana a schierarsi dalla
loro
parte, e questa è stata la nostra fortuna, Susan.”
“Immagino
che la gente non abbia accettato di
appoggiarli”
“Infatti,
per loro la convivenza con i narniani
non è un peso da sopportare! Al contrario, hanno capito
più velocemente di
quanto pensassi che le creature di Narnia non sono quegli orrendi
mostri di cui
hanno sentito parlare per molti anni.”
“E
inoltre preferiscono di gran lunga il tuo regno
al dominio dittatoriale di Miraz. E’ grazie alla tua
bontà e saggezza che sei
così rispettato e ammirato, Caspian!”
“Si,
ma non tutti la pensano così. Alcuni generali
telmarini non vedono di buon occhio la mia gestione
dell’esercito. Erano
abituati a ricevere da mio zio onori e ricchezze e potevano disporre
liberamente del loro potere. Ho il serio sospetto che dietro al
complotto ci
sia lord Donnon: lui in particolare considera i narniani come esseri
inferiori
e non accetta la convivenza; inoltre è l’unico
lord generale ad aver mantenuto
una certa influenza sul suo contingente di soldati, che sono stati
irrimediabilmente plagiati dal suo modo di pensare.”
“Dunque
ieri l’avete fermato?”
“Magari
l’avessi potuto fare!” esclamò il re
alzando gli occhi al cielo “Purtroppo non ho prove se non le
testimonianze
degli abitanti di Beruna che hanno avvertito Ironhoof del complotto. Ho
potuto
solamente riportare sotto controllo la situazione e mettere in stato di
fermo
temporaneo i sospettati, tranne ovviamente lord Donnon. Ha usato ogni
mezzo a
sua disposizione per prendere le distanze dalla cospirazione, ma non
appena le
mie guardie avranno raccolto prove sufficienti farò avviare
un processo per incastrarlo
definitivamente. Troppo a lungo ho sopportato la sua
condotta… Per ora ho fissato
un’udienza preliminare per dopodomani in modo da sentire
ancora una volta le
ragioni di entrambe le parti.”
“Andrà
tutto bene, ne sono sicura. L’importante è
averli fermati in tempo, nel processo dimostreremo la loro
infedeltà e lord
Donnon non sarà più un pericolo per la pace di
Narnia!”
“Vorrei
essere ottimista come te” sospirò il
giovane portando una mano sugli occhi “Credevo che regnasse
l’armonia tra i
nostri popoli, invece Beruna è sempre stato un punto
critico… Avrei dovuto
accorgermene prima…”
“Basta!”
esclamò Susan scostando delicatamente la
mano di Caspian che gli copriva il volto per guardarlo direttamente
negli occhi
“Non tormentarti così, non hai nessuna colpa.
Affronteremo insieme tutti gli
ostacoli, come abbiamo sempre fatto del resto. Sono qui per condividere
con te
ogni difficoltà, permettimi di starti accanto!”
Lui
la guardò intensamente negli occhi, le strinse
le mani e sussurrò: “Ti amo, Susan Pevensie, cosa
farei senza di te?”
Leggermente
imbarazzata, Susan si alzò in piedi:
“Basta pensieri negativi per stamattina, ti ho osservato
prima mentre ti
allenavi e mi sembri un po’
arrugginito…” disse raccogliendo la sua lama
abbandonata in mezzo al prato “Che ne dici se ti misuri con
una persona in
carne ed ossa piuttosto che tirare affondi al vento?”
“Susan…”
sbottò Caspian spazientito
“Non
dirmi che hai paura di me… Sai, Trumpkin mi
ha insegnato dei trucchetti garantendomi che usandoli avrei battuto
persino sua
maestà re Caspian X!”
“Ah,
davvero? “ rispose lui punto nell’orgoglio
“Il
nano avrebbe trovato un modo per battermi? D’accordo, allora,
vediamo cosa sai
fare!” concluse scattando in piedi e afferrando Rhindon, la
spada di re Peter.
“In
guardia, mia regina!” disse dando un leggero
colpo alla lama di Susan per saggiare la sua presa sull’elsa.
“Preferisco
attaccare per prima!” esclamò lei
slanciandosi in avanti eseguendo un affondo impeccabile che Caspian
parò
facilmente senza però nascondere un moto di sorpresa.
Iniziarono così a
duellare e il ragazzo dovette ammettere che Susan, nonostante la
tecnica grezza
e una certa titubanza nei movimenti, non se la cavava per niente male:
“Accidenti a te Trumpkin!” pensò tra
sé “Doveva
essere seriamente intenzionato a fare di Susan un’abile
spadaccina… Appena
torno a casa farà i conti con me”.
Susan
volteggiava rapida attorno a Caspian, determinata
a trovare un punto debole nella difesa perfetta del ragazzo, che si
limitava a
parare i colpi senza attaccare.
“Caspian
impegnati!” gridò esasperata.
“Come
vuoi, tesoro…”
Senza
difficoltà, il giovane passò al
contrattacco, eseguendo un fendente dietro l’altro. Susan si
difendeva
egregiamente, con le sopracciglia graziosamente aggrottate dalla
concentrazione
che disegnavano un lieve solco verticale sulla fronte altrimenti
perfetta,
tuttavia iniziava a perdere terreno, costretta ad arretrare sotto i
colpi del
re.
D’un
tratto, nell’arco di un secondo accaddero più
eventi contemporaneamente: la ragazza urtò un piccolo masso
con il piede,
inciampando nel lungo abito e perdendo stabilità sulle
gambe, e Caspian decise
di mettere fine al duello. Il re eseguì una perfetta mossa
di disarmo la quale
causò a Susan non solo la sottrazione della spada, ma anche
la perdita
definitiva dell’equilibrio, che la fece cadere goffamente a
terra!
“Maledetto
vestito! Una gonna lunga non è adatta
ai duelli” borbottò a denti stretti la nobile
regina mentre Caspian l’aiutava a
rialzarsi.
“Guarda!”
esclamò mostrando al ragazzo il lungo
strappo del sottile tessuto creatosi sul fianco destro lasciando nuda
la gamba
fino a metà della coscia.
Il
re arrossì alla vista della candida pelle scoperta
dal lungo squarcio nella veste.
“Già”
rispose vagamente “Avere due metri quadrati
di tessuto avvolto attorno alle gambe non è
l’ideale per i movimenti.
Però…”
continuò facendosi più ardito
“…devo ammettere che apprezzo questa miglioria
all’abito” disse indicando i lembi strappati.
“Umpf”
sbuffò Susan alzando le spalle “Troverò
una
soluzione… Ora però devo tornare al castello, non
posso andare in giro in
questo modo”
“Direi
che è la soluzione migliore. Inoltre è
già
ora di rientrare, purtroppo” rispose lui tornando serio
“Dai,
amore” lo confortò lei regalandogli un piccolo
bacio “Ci saranno altre occasioni per stare
insieme”.
...
Il
sole era ormai alto nel cielo quando il re e la
regina di Narnia giunsero cavalcando alle porte di Cair Paravel. Non
appena
entrarono nel
cortile antistante le
stalle, vennero raggiunti da Glenstorm.
L’espressione sul viso del saggio centauro
cancellò
di colpo il sorriso dal volto dei due giovani, che allarmati si
affrettarono ad
avvicinarsi a lui.
“Vostre
maestà, per fortuna siete tornati! Stavo
per mandare qualcuno a chiamarvi” esordì con tono
concitato: “Sire, è successo
un fatto gravissimo!”
---------------
Ola!
Approfitto per ringraziare Queen Susan, Jinevra,
Valef1995,
sappir_ama_ben, edwardina twalentina,
debbie97, Elizabeth9,
MissMasenCullen per tutti i bei commenti che mi
lasciate, e ovviamente ringrazio
anche tutti gli altri che leggono!!
Piaciuto
l’allenamento?
A presto!!!
-
Laura -