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Autore: arual    11/05/2010    1 recensioni
La forza di un amore immenso, capace di superare persino le barriere fisiche tra Narnia e la Terra, permette a Susan e Caspian di ritrovarsi dopo l'ultimo doloroso addio alla fine della guerra contro Miraz.
Ma ai due innamorati non è permesso vivere in pace:una misteriosa e intrigante figura e un Lord traditore tramano contro il Nuovo Regno...
Possono l'amore, l'amicizia, la lealtà e la fedeltà a Narnia e Aslan vincere contro l'inganno e il tradimento?
Qual è il motivo del ritorno di Edmund a Narnia?
(pairing: Susan/Caspian)
ATTENZIONE: nuovo personaggio al capitolo 11!
[capitolo 15: "THE BATTLE OF ETTINSMOOR"]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TRAINING SWORDSMEN

 

Era una brillante mattinata di inizio giugno, il sole si faceva strada tra i verdi rami illuminando una piccola e tranquilla radura punteggiata di piccoli fiorellini e circondata da alti pini.

Un ragazzo stava in piedi al centro del prato con gli occhi chiusi e una lama tra le mani puntata verso terra. Doveva essere in quella posizione ormai da diverso tempo, perché gli animali del bosco, dapprima guardinghi, si erano abituati alla presenza di quello strano individuo e vagavano nella radura intenti alle solite faccende.

Ad un tratto un fringuello cantò, era il segnale che l’uomo stava aspettando: con un urlo improvviso spalancò gli occhi e con una mossa perfetta eseguì un affondo di spada a un nemico immaginario, con tale forza che nessuno scudo né armatura avrebbe potuto fermarlo.
Gli animali scapparono spaventati, mentre i più curiosi rimasero ai margini della radura per osservare gli esercizi del loro signore.

Era una delle rare giornate in cui Caspian si era ritrovato con del tempo libero e aveva deciso di mettere alla prova la sua abilità nella spada per non perdere l’allenamento. Aveva deciso di non farsi accompagnare da nessuno - anche se il centauro Glenstorm avrebbe volentieri incrociato la lama con lui - perché voleva godersi un momento di solitudine, talmente infrequente per il sovrano da fargliene sentire la mancanza.

Il motivo per cui avrebbe potuto beneficiare di quel momento di pace assoluta risiedeva nella risolutezza di una giovane donna dai lunghi capelli castani… Mentre continuava a tirar di spada, il ragazzo sorrise ripensando alla scena della sera prima: lui era rientrato al castello distrutto dopo l’ennesimo giro di ispezione a Beruna, per controllare a che punto fosse l’integrazione tra Narniani e Telmarini, ed era passato a salutare Susan. L’aveva trovata nella sala del trono, intenta a discutere con il maestro Cornelius e Trufflehunter riguardo la necessità di ampliare la biblioteca di corte per renderla accessibile al popolo: la regina era convinta dell’importanza di estendere la cultura ai sudditi del suo regno.

Non appena Caspian era entrato nella stanza, Susan era ammutolita di colpo, l’aveva squadrato da cima a fondo e, alzatasi in piedi, gli si era avvicinata rapidamente. Lui aveva aperto le braccia per accoglierla, ma la regina si era fermata a pochi passi e mettendo le mani sui fianchi gli aveva ordinato di prendersi una giornata di riposo!

Al silenzio sorpreso di Caspian seguirono le proteste: il giorno seguente avrebbe avuto un importante incontro con il consiglio d’amministrazione del reame. Indifferente ad ogni tipo di reclamo, Susan non volle sentire ragioni: dichiarò che ci avrebbe pensato lei alla riunione, che in quel genere di faccende – Caspian lo dovette ammettere suo malgrado – lei era molto più esperta grazie a 15 anni di regno, e che non si sarebbe più fatta abbracciare finché lui non avesse ceduto. Solamente dopo un cenno rassegnato di Caspian, seguito dalle risate sommesse di Cornelius e Trufflehunter ilari nel vedere il loro re comandato a bacchetta, Susan si gettò tra le sue braccia e gli diede un bacio come ricompensa.

 

Ed ora eccolo lì, a tirare fendenti in aria mentre la piccola Pevensie era rinchiusa nel castello discutendo sul raccolto previsto per l’anno e su quanto conservarne in modo da garantire provviste sufficienti per tutti in previsione dell’inverno.

Il rapporto con Susan si era evoluto con rapidità in quei mesi, Caspian se ne rendeva conto, e spesso si chiedeva come aveva fatto a vivere fino a quel momento senza di lei. Durante le lunghe notti primaverili, erano soliti passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia antistante Cair Paravel, e su quel bagnasciuga illuminato dal chiaro di luna era riuscito finalmente ad aprirsi e a rivelare alla sua ragione di vita pensieri che altrimenti non avrebbe nemmeno confessato a se stesso, come il dolore per la morte precoce dei suoi genitori, o la paura di non riuscire a gestire la difficile integrazione tra i suoi due popoli…

Avevano imparato a conoscersi meglio sfruttando il tempo che non era stato concesso loro all’inizio: Caspian amava ogni singolo pregio e difetto della bella regina, il suo sguardo concentrato quando, ostinata, voleva convincerlo a tutti i costi delle sue idee, il dolce sorriso che le illuminava il volto quando lo osservava credendo di non essere vista…
Tuttavia, pensò Caspian sospirando e fermandosi in mezzo alla radura, le serate trascorse insieme a sognare il loro futuro sembravano troppo brevi, e con riluttanza il giovane si separava da lei, per ritrovarla poi nei suoi sogni…

 

Improvvisamente, il piatto di una lama scivolò rapido sulla sua spalla. Caspian, allarmato, gettò uno sguardo alle sue spalle per poter vedere il volto del suo nemico, ma si ritrovò a fissare un paio di occhi chiari che lo scrutavano divertiti, allora si voltò completamente verso lo spadaccino.

“Mai abbassare la guardia, soldato.” sorrise Susan

“Non è colpa mia se sono vittima di un incantesimo: una fata mi ha stregato e ora occupa tutti i miei pensieri!”

“Ah, si? E chi sarebbe” chiese la ragazza con tono fintamente sospettoso e geloso “Dimmi il suo nome, così da poterle dare una lezione perché ha osato prendere ciò che non è suo!”

“Ma ce n’è più di una! Vediamo, da chi comincio?” disse Caspian portandosi una mano al mento e fingendo di rimuginare; poi, notando lo sguardo sorpreso di Susan, iniziò a ridere:

“Amore, ma ci credi veramente? Lo sai che per me esisti unicamente tu… Comunque mi piace…”

“Che cosa?” domandò più rilassata lei

“Quando ribadisci che sono solo tuo!”

Susan arrossì, ma sostenne il suo sguardo. D’altra parte, pensò la ragazza, lui aveva semplicemente detto la verità.

“Dunque …” cominciò l’ex principe spezzando il silenzio lievemente imbarazzato tra i due “Hai intenzione di allenarti?”

Recentemente Susan si era messa in mente di imparare i rudimenti dell’arte della spada, con somma disperazione di Caspian. Ogni volta che lei scendeva alla spiaggia per allenarsi con Trumpkin, il ragazzo era incapace di concentrarsi su altro e approfittava di ogni balcone o finestra di Cair Paravel per vegliare sull’incolumità della regina: da quando si erano ritrovati, in lui si era manifestato un senso di protezione che a volte appariva eccessivo agli occhi della corte, soprattutto perché l’oggetto delle sue attenzioni era la regina guerriera che non aveva nulla da invidiare ai combattenti più esperti dell’esercito.

Fortunatamente, Susan continuava a preferire di gran lunga arco e frecce dicendo che si adattavano meglio al suo modo di combattere, leggero e veloce, e questo nel linguaggio di Caspian si traduceva in meno tempo dedicato a spade affilate.
Tuttavia i gusti personali della ragazza non l’avevano fermata: aveva fatto forgiare su sua misura una spada a una mano e mezza più leggera del normale ed era quindi decisa a riprendere l’ addestramento.

 

“Certo!” rispose Susan alla domanda del re “Ho chiesto a Ripicì dov’eri, visto che abbiamo finito prima del previsto la riunione, e saputo che ti stavi esercitando ho pensato di approfittare dell’occasione. Non ho mai avuto il piacere di averti come maestro, mi sembra!”

“E non ti sei mai chiesta come mai?”

“Mi pare che quando c’era da allenarsi con l’arco non ci fossero problemi!”

“Si, ma qui si tratta di lotta corpo a corpo, Sue…”

“Sono sicura che non potresti mai farmi del male, Caspian! Su, fallo per me, per favore…” supplicò sfoderando il suo dolce sguardo, l’unica arma che riusciva a sconfiggere il sovrano.

“E va bene!” sbottò Caspian “Vediamo cosa sa fare questa nuova spada… Prima però ripassiamo le basi fondamentali. Se vuoi che io sia il tuo maestro, ci sono alcune regole da rispettare, ok?”

“Si”

“Regola  numero uno: devi prestare massima attenzione e fare esattamente quello che ti dico. Per esempio: se ti ordino di parare una stoccata subito, tu cerchi di farlo all’istante. Le spade sono pericolose, Susan, ma se mi ascolterai andrà tutto bene.”

“D’accordo. Numero uno: attenzione e ubbidienza.”

“Regola numero due: decido io quando iniziare e quando finire l’allenamento. Credo di sapere quali sono i tuoi limiti e non ti spingerò mai a fare di più di quello che è necessario, anche se tu vorrai certamente continuare ogni volta fino allo sfinimento…”

“Uff” sbuffò Susan “Tu mi sottovaluti, Caspian!”

“Non credo, Susan! L’ultima volta che l’ho fatto mi hai battuto di fronte a una ventina di arcieri narniani, non ripeterò più questo errore! Allora, accetti questa regola? Oppure devo trovarti un altro maestro?”

“Va bene…” sbottò lei “Non insisterò per continuare.”

“Ottimo, allora possiamo cominciare! Assumi la posizione di guardia”

“Così?”

“Si, bene… Gamba destra avanti, così, piegati di più sulle ginocchia per portare il peso al centro, brava… Impugna bene l’elsa con entrambe le mani e piega le braccia in modo da avere la spada puntata davanti a te verso l’alto! No, non così Susan, sei sbilanciata in avanti, basterebbe solo un fendente per farti perdere la presa… Aspetta, ti faccio vedere”

In un attimo, quasi senza rendersene conto, Caspian le si avvicinò da dietro, circondandola con le sue braccia in modo da afferrare saldamente le mani della ragazza per correggere la presa.

“Ecco, così. La lama deve essere a circa 45° sull’orizzonte” disse dolcemente premendo leggermente sui palmi di Susan per spostare la spada.

La ragazza trattenne il fiato, sentiva il corpo caldo e forte di Caspian contro la sua schiena, il suo profumo le inebriava la mente, rendendola incapace di pensare ad altro se non al desiderio bruciante di toccare i suoi capelli e il petto muscoloso, perdendosi tra le sue braccia. D’istinto voltò il capo verso di lui, sfiorando con il naso e la bocca la morbida pelle del collo del giovane. Obbedendo a un impulso incontrollato, iniziò a delineare il contorno del mento di Caspian con le labbra passando delicati baci lungo il percorso…

“Regola numero 3: mai distrarre il maestro durante la lezione” mormorò il re con voce roca prima di lasciar cadere la spada. Caspian cinse con un braccio Susan per avvicinare ancora di più la sua schiena al torace, mentre con l’altra mano le scostava i capelli dal viso accostandolo al suo. Le loro labbra si incontrarono e, mentre approfondivano il bacio, la mano della ragazza trovò finalmente i capelli di lui e cominciò ad accarezzarli.

Quando, tempo dopo, si separarono per riprendere fiato, Susan esclamò: “E la terza regola? Non l’abbiamo appena infranta?”

“Tecnicamente l’allenamento non era ancora iniziato, comunque si può sempre fare un’eccezione ogni tanto, se tutte le eccezioni sono così meravigliose!” rispose malizioso lui sfoderando il suo miglior sorriso.

“Sono, d’accordo, però non riuscirai a distrarmi sempre in questo modo a tal punto da far saltare l’allenamento, ricordalo!” disse lei minacciosa puntandogli il dito contro. Caspian, sentitosi smascherato, assunse un’espressione di finta colpevolezza senza smettere di sorridere: Susan era così bella quando si arrabbiava…

“Comunque oggi ti perdono, visto che dovrebbe essere il tuo giorno libero e tu non dovresti lavorare nemmeno con me… A proposito, non ho ancora avuto l’occasione per chiederti cosa è successo a Beruna! E’ da molto tempo ormai che non ti vedo così preoccupato come ieri sera.”

“Ah” sospirò il giovane, sentendo che tutte le preoccupazioni, allontanatesi dalla sua mente per un breve periodo, gli ricadevano pesantemente sulle spalle.
Lentamente, si avvicinò a un grande masso levigato, l’unico della radura, e si sedette sopra. Susan si rannicchiò al suo fianco.

“Questa volta ci ha chiamati Ironhoof, il figlio di Glenstorm che è diventato il suo luogotenente stanziato a Beruna per controllare il guado: un gruppo di soldati telmarini stava organizzando una rivolta contro i narniani che si sono stabiliti definitivamente nella città. Stavano tentando di convincere la popolazione umana a schierarsi dalla loro parte, e questa è stata la nostra fortuna, Susan.”

“Immagino che la gente non abbia accettato di appoggiarli”

“Infatti, per loro la convivenza con i narniani non è un peso da sopportare! Al contrario, hanno capito più velocemente di quanto pensassi che le creature di Narnia non sono quegli orrendi mostri di cui hanno sentito parlare per molti anni.”

“E inoltre preferiscono di gran lunga il tuo regno al dominio dittatoriale di Miraz. E’ grazie alla tua bontà e saggezza che sei così rispettato e ammirato, Caspian!”

“Si, ma non tutti la pensano così. Alcuni generali telmarini non vedono di buon occhio la mia gestione dell’esercito. Erano abituati a ricevere da mio zio onori e ricchezze e potevano disporre liberamente del loro potere. Ho il serio sospetto che dietro al complotto ci sia lord Donnon: lui in particolare considera i narniani come esseri inferiori e non accetta la convivenza; inoltre è l’unico lord generale ad aver mantenuto una certa influenza sul suo contingente di soldati, che sono stati irrimediabilmente plagiati dal suo modo di pensare.”

“Dunque ieri l’avete fermato?”

“Magari l’avessi potuto fare!” esclamò il re alzando gli occhi al cielo “Purtroppo non ho prove se non le testimonianze degli abitanti di Beruna che hanno avvertito Ironhoof del complotto. Ho potuto solamente riportare sotto controllo la situazione e mettere in stato di fermo temporaneo i sospettati, tranne ovviamente lord Donnon. Ha usato ogni mezzo a sua disposizione per prendere le distanze dalla cospirazione, ma non appena le mie guardie avranno raccolto prove sufficienti farò avviare un processo per incastrarlo definitivamente. Troppo a lungo ho sopportato la sua condotta… Per ora ho fissato un’udienza preliminare per dopodomani in modo da sentire ancora una volta le ragioni di entrambe le parti.”

“Andrà tutto bene, ne sono sicura. L’importante è averli fermati in tempo, nel processo dimostreremo la loro infedeltà e lord Donnon non sarà più un pericolo per la pace di Narnia!”

“Vorrei essere ottimista come te” sospirò il giovane portando una mano sugli occhi “Credevo che regnasse l’armonia tra i nostri popoli, invece Beruna è sempre stato un punto critico… Avrei dovuto accorgermene prima…”

“Basta!” esclamò Susan scostando delicatamente la mano di Caspian che gli copriva il volto per guardarlo direttamente negli occhi “Non tormentarti così, non hai nessuna colpa. Affronteremo insieme tutti gli ostacoli, come abbiamo sempre fatto del resto. Sono qui per condividere con te ogni difficoltà, permettimi di starti accanto!”

Lui la guardò intensamente negli occhi, le strinse le mani e sussurrò: “Ti amo, Susan Pevensie, cosa farei senza di te?”

Leggermente imbarazzata, Susan si alzò in piedi: “Basta pensieri negativi per stamattina, ti ho osservato prima mentre ti allenavi e mi sembri un po’ arrugginito…” disse raccogliendo la sua lama abbandonata in mezzo al prato “Che ne dici se ti misuri con una persona in carne ed ossa piuttosto che tirare affondi al vento?”

“Susan…” sbottò Caspian spazientito

“Non dirmi che hai paura di me… Sai, Trumpkin mi ha insegnato dei trucchetti garantendomi che usandoli avrei battuto persino sua maestà re Caspian X!”

“Ah, davvero? “ rispose lui punto nell’orgoglio “Il nano avrebbe trovato un modo per battermi? D’accordo, allora, vediamo cosa sai fare!” concluse scattando in piedi e afferrando Rhindon, la spada di re Peter.

“In guardia, mia regina!” disse dando un leggero colpo alla lama di Susan per saggiare la sua presa sull’elsa.

“Preferisco attaccare per prima!” esclamò lei slanciandosi in avanti eseguendo un affondo impeccabile che Caspian parò facilmente senza però nascondere un moto di sorpresa. Iniziarono così a duellare e il ragazzo dovette ammettere che Susan, nonostante la tecnica grezza e una certa titubanza nei movimenti, non se la cavava per niente male:
“Accidenti a te Trumpkin!” pensò tra sé “Doveva essere seriamente intenzionato a fare di Susan un’abile spadaccina… Appena torno a casa farà i conti con me”.

Susan volteggiava rapida attorno a Caspian, determinata a trovare un punto debole nella difesa perfetta del ragazzo, che si limitava a parare i colpi senza attaccare.

“Caspian impegnati!” gridò esasperata.

“Come vuoi, tesoro…”

Senza difficoltà, il giovane passò al contrattacco, eseguendo un fendente dietro l’altro. Susan si difendeva egregiamente, con le sopracciglia graziosamente aggrottate dalla concentrazione che disegnavano un lieve solco verticale sulla fronte altrimenti perfetta, tuttavia iniziava a perdere terreno, costretta ad arretrare sotto i colpi del re.

D’un tratto, nell’arco di un secondo accaddero più eventi contemporaneamente: la ragazza urtò un piccolo masso con il piede, inciampando nel lungo abito e perdendo stabilità sulle gambe, e Caspian decise di mettere fine al duello. Il re eseguì una perfetta mossa di disarmo la quale causò a Susan non solo la sottrazione della spada, ma anche la perdita definitiva dell’equilibrio, che la fece cadere goffamente a terra!

“Maledetto vestito! Una gonna lunga non è adatta ai duelli” borbottò a denti stretti la nobile regina mentre Caspian l’aiutava a rialzarsi.

“Guarda!” esclamò mostrando al ragazzo il lungo strappo del sottile tessuto creatosi sul fianco destro lasciando nuda la gamba fino a metà della coscia.

Il re arrossì alla vista della candida pelle scoperta dal lungo squarcio nella veste.

“Già” rispose vagamente “Avere due metri quadrati di tessuto avvolto attorno alle gambe non è l’ideale per i movimenti. Però…” continuò facendosi più ardito “…devo ammettere che apprezzo questa miglioria all’abito” disse indicando i lembi strappati.

“Umpf” sbuffò Susan alzando le spalle “Troverò una soluzione… Ora però devo tornare al castello, non posso andare in giro in questo modo”

“Direi che è la soluzione migliore. Inoltre è già ora di rientrare, purtroppo” rispose lui tornando serio

“Dai, amore” lo confortò lei regalandogli un piccolo bacio “Ci saranno altre occasioni per stare insieme”.

...

Il sole era ormai alto nel cielo quando il re e la regina di Narnia giunsero cavalcando alle porte di Cair Paravel. Non appena entrarono  nel cortile antistante le stalle, vennero raggiunti da Glenstorm.
L’espressione sul viso del saggio centauro cancellò di colpo il sorriso dal volto dei due giovani, che allarmati si affrettarono ad avvicinarsi a lui.

“Vostre maestà, per fortuna siete tornati! Stavo per mandare qualcuno a chiamarvi” esordì con tono concitato: “Sire, è successo un fatto gravissimo!”

 

 

 

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Ola! Approfitto per ringraziare Queen Susan, Jinevra, Valef1995, sappir_ama_ben, edwardina twalentina, debbie97, Elizabeth9, MissMasenCullen per tutti i bei commenti che mi lasciate, e ovviamente ringrazio anche tutti gli altri che leggono!!

Piaciuto l’allenamento?

A presto!!!

- Laura -

  
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