Nella vita ho sempre
avuto ciò che desideravo, tutti mi
accontentavano in ogni mio piccolo capriccio di bambino, non sono
abituato a
lottare per ottenere delle cose, e penso che non mi ci
abituerò nemmeno mai,
dopotutto non è difficile percorrere una strada quasi tutta
sul piano.
Quasi appunto.
Perché
stavolta invece c’era una cosa che desideravo, ma
che non avrei potuto avere mai, supponevo. Infatti, nessun metodo che
conoscevo
era adatto al mio fine.
Provai con la forza, con la prepotenza, e ciò, invece di
aiutarmi ad averla la allontanarono, lei odia queste cose, ed in tutti
questi
anni ho imparato a capire quali sono, io sono fra queste.
Innumerevoli volte mi sono soffermato a guardarla in
silenzio, mentre affondava il viso in un polveroso tomo di rune
antiche, mentre
il sole calava indisturbato dietro le colline di hogwarts, mentre la
biblioteca
si tingeva di rosso.
- Scorpius, sei con
noi? .. –
-Uh?! .. Sisi, Ci sono, ero solo sovrappensiero..- oh,
sapessi Samuel, cosa mi frulla in testa, sono convinto che smetteresti
di
parlarmi per tutta la vita. Dopotutto Zabini e Malfoy, ormai sono le
uniche
famiglie che continuano la stirpe dei pregiudizi contro mezzosangue
eccetera.
Cosa mi diresti se io ti confessassi di essere innamorato
da una vita, della Wesley?. Per cominciare mi picchieresti.
- Ehm, Samuel, vi
lascio.. ho bisogno di un po’ d’aria,
senza che la puzza di sangue sporco mi infetti le narici..-
- Si, Scorpius, tuo padre sarebbe fiero di te..-
sentenziò ghignando, e facendomi l’occhiolino.
Feci prima ad abbandonare la
sala grande, di quanto ci metterebbe la McGranit a togliere punti a
serpeverde.
Camminando velocemente
raggiungevo il lago nero,
sedendomi sull’erba umida e piuttosto fredda, nel contempo
accendevo una
sigaretta, tanto per rilassare le membra.
Il mio riflesso mi arrivò distorto ma percepibile, ero
solo la fotocopia sbiadita di un giovane Draco Malfoy,
null’altro. E certo, le
colpe dei padri vanno ai figli no? Come eredità.
Poi, mi sdraiai, e mi
bagnai i capelli. Ero al mio sesto
anno, li in quella scuola. Purtroppo per me, di amici veri non ce
n’erano, ma
sarebbe potuto andare bene lo stesso. Tutti mi vedevano come la
fotocopia
sputata di mio padre, senza contare che avevo in tutto preso le maniere
del mio
defunto nonno, Lucius.
- Oh, santa morgana.. – mio padre doveva sicuramente
essere fiero di me, suvvia, tutti mi conoscevano come il re delle
serpi, ed
oltretutto, un tatuaggio ne dimostrava la veridicità.
Sul mio avambraccio destro, ormai da un anno spiccava un verde tatuaggio. Un serpente che con le sue spire, ghermiva la scritta
Rex
Serpentium.
Mio padre era stato
fiero anche di quella manifestazione
di fierezza. Ciò che non aveva notato, era che
nell’iride del serpente, era
incisa a nero una piccola R gotica.
Beh, mi stavo di nuovo perdendo, ma i proverbi incalzano,
quindi parli del diavolo e spuntano le corna, o meglio, spunta lei.
- Oh, Malfoy, Cosa ci
fa un re come te, sdraiato
sull’erba umida?- tenendo gli occhi chiusi, comunque riuscivo
a immaginarla
bella come sempre. Se da bambina Rose Wesley non era niente male,
adesso era
bellissima. Potevo sentire il suo profumo di cioccolato persino da li.
- Oh, Wesley, cosa ci fa una principessa come te, fuori a
quest’ora, senza le sue fedeli guardie del corpo?- imitai la
sua voce
finalmente alzando lo sguardo. Mi sorpresi nel vedere che aveva gli
occhi gonfi
di pianto.
- hey, Wesley, che
è successo?-
- Fatti i fatti tuoi Malfoy!.. – si mise a sedere lontano
da me. Nel senso, mi ritrovai a pensare, non è che tutto
d’un tratto diventi
gentile con lei, quando invece cono anni che la perseguiti no?.
Così non potevo
fare poi molto.
La fissai un’ultima volta prima di alzarmi e andarmene, colto improvvisamente da un gelo nello stomaco. Mi tolsi il mantello, e tornando indietro silenziosamente glie lo poggiai sulle spalle con delicatezza. Dopotutto io sono un re, pensai.
Mi allontanai,
velocemente, tirando su le maniche della
camicia, perché quel gesto mi aveva provocato un prurito
inconsulto, io non
riesco ad essere gentile, poco, o mai.
Tutti sbirciavano il tatuaggio, a cena, cosa che mi
dispiaceva alquanto.
- Malfoy, senti ehm..-
la Wesley, con in mano il mio
mantello, stava dietro di me, con imbarazzo. Non l’avevo
sentita arrivare, e
rimasi stupito, del fatto che avesse raccolto così tanto
coraggio fino ad
arrivare al tavolo dei serpenti, e giuro, da come mi guardava, riuscivo
a
capire l’enorme disagio dietro tutto ciò.
Mi alzai, e troneggiai su di lei. Mi arrivava al petto, e
lo guardava fisso, senza incontrare il mio sguardo.
- Dammelo..- le intimai
gelido. Oh diamine, non era
quello il tono che volevo usare con lei, ma non mi era venuto fuori
altro che
quel sibilo.
- Si, non avevo intenzione di tenermelo..- me lo porse, e
lo afferrai frettolosamente. Lei non se ne andò, e
fissò il braccio.
- Rex
Serpentium..-
- Si Wesley so leggere grazie.. – stizzita se ne
andò.
- L’ho notato sai?..- mi disse voltandosi improvvisamente
e alzando la voce. –
Nell’iride del
serpente c’è una lettera..- mi disse saccente.
- si principessa, è una R..-
Girai sui tacchi
rimettendomi il mantello e dirigendomi
in sala comune. Mi sedetti su un divanetto di pelle nerissima,
guardando le
fiamme verdi del camino. Tutti si muovevano intorno a me con riverenza,
mentre
dovevano rivedere in me mio padre, e mio nonno prima di me.
Una generazione intera di re dei serpenti, ed io, io mi
ero innamorato di un. GRIFONE
Accidenti a me …