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Autore: Feel Good Inc    12/05/2010    17 recensioni
{ IV classificata a pari merito nel 'Patt Contest: che mondo sarebbe senza i papà?' di Roby_Marauder97 }
« Papà? »
Nevicava. Nel salotto caldo e illuminato dal riverbero delle fiamme nel caminetto, un bambino dai capelli impossibili faceva ridere la mamma con smorfie buffe, mentre lei pettinava amorevole le lunghe ciocche rosse della sorellina. L’altro bambino, quello di mezzo, quello più silenzioso, era seduto sul pavimento accanto alla poltrona del padre, stretto a un orso di peluche, gli occhi fissi sulle mani con cui l’uomo stava tenendo una rivista a rovescio.
Harry Potter si voltò a guardare suo figlio, sorridente. « Cosa, Al? »
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Truth ~ Non devo dire bugie

 

 

 

« Papà? »

Nevicava. Nel salotto caldo e illuminato dal riverbero delle fiamme nel caminetto, un bambino dai capelli impossibili faceva ridere la mamma con smorfie buffe, mentre lei pettinava amorevole le lunghe ciocche rosse della sorellina. L’altro bambino, quello di mezzo, quello più silenzioso, era seduto sul pavimento accanto alla poltrona del padre, stretto a un orso di peluche, gli occhi fissi sulle mani con cui l’uomo stava tenendo una rivista a rovescio.

Harry Potter si voltò a guardare suo figlio, sorridente. « Cosa, Al? »

Albus esitò. Non riusciva a staccare lo sguardo dai sottili segni bianchi sulla sua mano destra…

« Perché hai quella cosa scritta sulla pelle? »

Gli occhi verdi così simili ai suoi si dilatarono appena per lo stupore. Si posarono sulle lisce cicatrici

{  Non devo dire bugie  }

e per un attimo sembrarono perdersi, lontani nello spazio e nel tempo, lasciando Albus là solo a domandarsi se forse non aveva osato chiedere troppo – come quella volta che gli aveva domandato della cicatrice, proprio così, la sua cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e lui gli aveva detto che era una storia troppo lunga e che gliel’avrebbe raccontata quando sarebbe stato più grande, per renderle merito.

Infine, suo padre lo guardò di nuovo, senza più sorridere.

« Perché ho sempre detto la verità. »

Il bambino aggrottò la fronte, stupito e contrariato.

« Ma… Ma allora perché…? »

Lui chiuse Il Cavillo – la foto incantata di Luna Lovegood sorrise vaga al soffitto – e andò ad inginocchiarsi di fronte ad Albus, che fu sorpreso dall’ombra scura appena calata negli occhi verdi così simili ai suoi.

« Queste cicatrici sono opera di una donna che, molto tempo fa, non volle credere – non volle che nessuno credesse ad una verità scomoda. A me non importava di cosa ne pensasse lei. Fui molto impulsivo; avevo più o meno l’età di Teddy ora » sorrise, e Albus sentì affiorare alle labbra un lieve sorriso in risposta, immaginandosi suo padre a quindici anni. « Mi alzai e le urlai addosso quella cosa che nessuno sembrava voler accettare. Come vedi, è facile travestire una realtà da menzogna, quando si ha paura. »

Il bambino strinse un po’ più a sé l’orso. La mamma, James e Lily ancora ridevano insieme sul divano, senza far caso a loro.

« Ancora non capisco… »

« Capirai. »

Una mano sui capelli, il suo tocco rassicurante. L’ombra era sparita. Albus annuì, semplicemente.

« C’è solo una cosa che voglio chiederti » proseguì suo padre, sempre sorridente ma nel tono che usava quando parlava di cose importanti, o quando raccomandava a James di comportarsi bene con la mamma mentre lui era via. « Non avere mai paura di dire la verità, Al. Anche quando lei ti si ritorce contro, anche quando fa male – non avere mai paura della verità. »

Albus lo guardò e annuì di nuovo, fiducioso. Il papà lo sollevò tra le braccia e lo portò con sé sulla poltrona, mentre riprendeva a leggere il giornale della sua vecchia amica di scuola dall’espressione buffa.

Accoccolandosi sul petto di suo padre, le braccia strette all’orsetto e le orecchie piene dello scoppiettio del fuoco e delle risate della sua famiglia, Albus Severus guardò per un’ultima volta le sue cicatrici bianche e le accarezzò con delicatezza. Poi posò la guancia sul suo cuore e guardò verso la finestra. Nevicava ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice

 

Per la primissima volta mi cimento con la nuova generazione. Adoro Al; lo trovo così dolce e fragile che non potevo – non potevo – non scrivere su lui e Harry (per quanto mi sia ripromessa di non strafare e non star lì a immaginare il dettagliato futuro degli eredi dei Potter… che forse non conosceremo mai). Il loro rapporto, appena accennato nell’epilogo de I Doni della Morte, mi ispira troppa tenerezza. Spero solo di averne trasmessa un po’ in questa breve shot.

 

- Il fatto che Harry voglia “rendere merito” alla storia della cicatrice che ha sulla fronte è un voluto omaggio da parte sua ad Albus Silente, che ne Il Principe Mezzosangue gli porta più o meno la stessa motivazione per non rivelargli subito il motivo della sua mano ferita.

- La foto di Luna Lovegood sul Cavillo vuole testimoniare la sua nomina a direttrice della rivista; ho anche scoperto che Luna da adulta si sposerà con il nipote di Newt Scamandro, ricercatore di creature magiche, ma ho preferito mantenere ‘Lovegood’ anziché ‘Scamandro’ perché ho immaginato che Harry avesse parlato ad Albus Severus di lei come della sua “vecchia buffa compagna di scuola, Lunatica Lovegood”.

- Dal momento che Teddy Lupin ha otto anni più di Albus, se in questo contesto Teddy ha quindici anni Al ne ha circa sette.

 

Grazie infinite a chiunque leggerà <3




EDIT 11/10/2011: questa storia si è classificata quarta nel Patt Contest - che mondo sarebbe senza i papà? indetto da Roby_Marauder97 per edite e inedite.
   
 
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