Truth ~
Non devo dire bugie
« Papà? »
Nevicava.
Nel salotto caldo e illuminato dal riverbero delle fiamme nel caminetto, un
bambino dai capelli impossibili faceva ridere la mamma con smorfie buffe,
mentre lei pettinava amorevole le lunghe ciocche rosse della sorellina. L’altro bambino, quello di mezzo, quello
più silenzioso, era seduto sul pavimento accanto alla poltrona del
padre, stretto a un orso di peluche, gli occhi fissi sulle mani con cui l’uomo
stava tenendo una rivista a rovescio.
Harry Potter
si voltò a guardare suo figlio, sorridente. « Cosa, Al? »
Albus esitò. Non riusciva a staccare lo
sguardo dai sottili segni bianchi sulla sua mano destra…
« Perché
hai quella cosa scritta sulla pelle? »
Gli occhi
verdi così simili ai suoi si
dilatarono appena per lo stupore. Si posarono sulle lisce cicatrici
{ Non devo dire bugie }
e per un
attimo sembrarono perdersi, lontani nello spazio e nel tempo, lasciando Albus là solo a domandarsi se forse non aveva osato
chiedere troppo – come quella volta che gli aveva domandato della
cicatrice, proprio così, la sua cicatrice a forma di saetta sulla
fronte, e lui gli aveva detto che era una storia troppo lunga e che gliel’avrebbe
raccontata quando sarebbe stato più grande, per renderle merito.
Infine,
suo padre lo guardò di nuovo, senza più sorridere.
« Perché
ho sempre detto la verità. »
Il
bambino aggrottò la fronte, stupito e contrariato.
« Ma… Ma allora perché…?
»
Lui chiuse
Il Cavillo – la foto incantata
di Luna Lovegood sorrise vaga al soffitto – e andò
ad inginocchiarsi di fronte ad Albus, che fu sorpreso
dall’ombra scura appena calata negli occhi verdi così simili ai suoi.
« Queste
cicatrici sono opera di una donna che, molto tempo fa, non volle credere –
non volle che nessuno credesse ad una
verità scomoda. A me non importava di cosa ne pensasse lei. Fui molto
impulsivo; avevo più o meno l’età di Teddy
ora » sorrise, e Albus sentì affiorare
alle labbra un lieve sorriso in risposta, immaginandosi suo padre a quindici
anni. « Mi alzai e le urlai addosso quella cosa che nessuno sembrava
voler accettare. Come vedi, è facile travestire una realtà da
menzogna, quando si ha paura. »
Il bambino
strinse un po’ più a sé l’orso. La mamma, James e
Lily ancora ridevano insieme sul divano, senza far caso a loro.
« Ancora
non capisco… »
« Capirai.
»
Una mano
sui capelli, il suo tocco rassicurante. L’ombra era sparita. Albus annuì, semplicemente.
« C’è
solo una cosa che voglio chiederti » proseguì suo padre, sempre sorridente
ma nel tono che usava quando parlava di cose importanti, o quando raccomandava
a James di comportarsi bene con la mamma mentre lui era via. « Non avere
mai paura di dire la verità, Al. Anche quando lei ti si ritorce contro,
anche quando fa male – non avere mai paura della verità. »
Albus lo guardò e annuì di
nuovo, fiducioso. Il papà lo sollevò tra le braccia e lo portò
con sé sulla poltrona, mentre riprendeva a leggere il giornale della sua
vecchia amica di scuola dall’espressione buffa.
Accoccolandosi
sul petto di suo padre, le braccia strette all’orsetto e le orecchie
piene dello scoppiettio del fuoco e delle risate della sua famiglia, Albus Severus guardò per
un’ultima volta le sue cicatrici bianche e le accarezzò con
delicatezza. Poi posò la guancia sul suo cuore e guardò verso la
finestra. Nevicava ancora.
Note dell’autrice
Per la
primissima volta mi cimento con la nuova generazione. Adoro Al; lo trovo
così dolce e fragile che non potevo – non potevo – non scrivere su lui e Harry (per quanto mi sia
ripromessa di non strafare e non star lì a immaginare il dettagliato
futuro degli eredi dei Potter… che forse non
conosceremo mai). Il loro rapporto, appena accennato nell’epilogo de I Doni della Morte, mi ispira troppa
tenerezza. Spero solo di averne trasmessa un po’ in questa breve shot.
- Il
fatto che Harry voglia “rendere merito” alla storia della cicatrice
che ha sulla fronte è un voluto omaggio da parte sua ad Albus Silente, che ne Il
Principe Mezzosangue gli porta più o meno la stessa motivazione per
non rivelargli subito il motivo della sua mano ferita.
- La foto
di Luna Lovegood sul Cavillo vuole testimoniare la sua nomina a direttrice della
rivista; ho anche scoperto che Luna da adulta si sposerà con il nipote
di Newt Scamandro,
ricercatore di creature magiche, ma ho preferito mantenere ‘Lovegood’ anziché ‘Scamandro’
perché ho immaginato che Harry avesse parlato ad Albus
Severus di lei come della sua “vecchia buffa
compagna di scuola, Lunatica Lovegood”.
- Dal
momento che Teddy Lupin ha otto anni più di Albus, se in questo contesto Teddy
ha quindici anni Al ne ha circa sette.
Grazie
infinite a chiunque leggerà <3
EDIT 11/10/2011: questa storia si è classificata quarta nel Patt Contest - che mondo sarebbe senza i papà? indetto da Roby_Marauder97 per edite e inedite.