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Autore: The_Cow    12/05/2010    3 recensioni
E se...un tramonto, la fine di un'altra estate...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una one-shot che ho scritto per un contest di un forum http://dreamswriters.forumfree.it/?f=8635869

Spero vi piaccia!!!

Ovviamente la storia è di mia invenzione, i fatti riportati anche!

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-Jared… Jared guardami!- la sento chiamarmi alle mie spalle, ma voglio aspettare qualche secondo ancora per girarmi, voglio farla spazientire, è così carina quando si innervosisce, le sue guance prendono un colore roseo che le dona e, chiude i suoi occhi già piccoli a fessura.
A volte la punzecchio apposta per vedere l’espressione contrariata che assume il suo viso.
-Jared!- esclama ancora, si è avvicinata di più e mi batte un dito su una spalla -Ma mi senti quando ti chiamo? Quante persone credi che abbiano il tuo stesso nome su questo traghetto?- mi volto a guardarla, con un piccolissimo sorriso che mi increspa le labbra e, la trovo proprio con l’espressione che mi aspettavo, leggermente diversa però, velata di tristezza.
Già, lo so benissimo che è triste, anche se cerca di nasconderlo, come faccio io d'altronde, ogni anno, ogni fine estate.
Il sole sta tramontando e quando incontrerà il mare, segnerà di nuovo un’altra fine, un’altra fine di noi due insieme.
-Allora, mettiti in posa che ti scatto una foto!- mi ordina alzando leggermente la macchina professionale che porta al collo, un regalo di mio fratello.
-Un’altra?- esclamo fingendo disappunto
-Lo sai che mi piace immortalarti e, non fare finta di essere scocciato, sei così egocentrico che le tue sono solo scene- è l’unica che può dirmelo senza farmi arrabbiare
-Stare troppo con Shan ti fa male!- ribatto, ricevendo in cambio una linguaccia
-E togliti gli occhiali, che voglio vedere i tuoi bellissimi occhi- mi sorride maliziosa, mentre si porta la digitale davanti agli occhi per mettere a fuoco e scattarmi l’ennesima foto ricordo, che si porterà via alla sua partenza, insieme a tutte le altre.

-Allora, hai preparato tutte le tue cose?- scendendo dal traghetto le prendo la mano, lo so che lo odia quando lo faccio, non perché è timida, ma solo perché pensa che lo faccia per trattarla da bambina, anche se ormai non lo è più, a 15 anni mi sembra ben altro che una bambina.
Questa volta però sento le sue dita rilassate tra le mie, forse vuole godersi questi ultimi attimi intensamente, come sto cercando di fare io.
-Sì, tutto pronto, manco solo io…- lascia cadere la frase a metà, non è così forte come vuole apparire
-Vieni, facciamo un’ultima passeggiata sulla spiaggia- le tiro un braccio, quasi trascinandola, mi tolgo le scarpe quando arriviamo sulla sabbia, è fredda al contatto con i miei piedi e anche un po’ umida, non amo questo genere di cose, ma sono sicuro che a riva lei vorrà immergere i piedi nell’acqua, quindi meglio arrivare preparati.
Lei fa lo stesso, senza prima avermi scattato una foto a piedi nudi, vorrei proprio sapere cosa se ne farà di tutte queste immagini.
-Credo che vieterò a Shannon di farti regali l’anno prossimo!- scherzo e lei sorride, indifferente alle mie parole, comincia a dirigersi verso riva, il vento le scompiglia i lunghi capelli, mi mancherà ne sono sicuro, lei è una delle mie poche debolezze, dalla prima volta che l’ho vista.

Seduti sullo scivolo di una torretta dei guardaspiaggia, osserviamo l’orizzonte insieme, in silenzio.
Vorrei dirle qualcosa, non le solite parole di circostanza, le parole giuste, quelle che lei si aspetta da me, ma tutto quello che mi passa per la mente mi sembra ridicolo, per fortuna ci pensa lei a spezzare questo silenzio scomodo -Mi mancherai…- girandomi dalla sua parte, la trovo sdraiata che sta fissando il cielo, mi abbasso per avvicinarmi a lei, poggiandomi su di un gomito
-Anche tu mi mancherai…- le rispondo
-Ma piantala! Tu avrai le tue donne di cui occuparti- non capisco se scherza oppure è seria
-Donne?-
-Sì, pensi che non conosca la tua fama?- la guardo allibito -Ne hai frequentate tante nell’ultimo anno?-
-Non ti sembra una domanda sconveniente?-
-Non ti sembra che ad una domanda non si risponde con un'altra domanda?- la sua espressione non è cambiata di un millimetro, sorrido, con lei è inutile cercare di vincere, sarebbe come lottare contro se stessi
-Un po’- ammetto -ma niente di serio-
-Lo immaginavo-
-In che senso?-
-Bè, tu non sei una persona da storie serie…guarda noi due-
-Cosa centriamo noi due?-
-Ti sembra una cosa seria quello che c’è tra noi?- non mi lascia il tempo di riflettere che aggiunge -Ogni anno diventa sempre più difficile, devo aspettare sempre troppi mesi prima di poterti rivedere- la sua frase mi lascia senza parole, più che altro per l’aggettivo che ha scelto di usare, “troppi” e non “tanti” un altro segno di debolezza che mi colpisce al petto
-Ti ho chiesto di trasferirti qui, mi pare- sorride, un po’ amara
-E lasciare la mia vita in Italia? I miei amici? Le mie abitudini? La mamma?- già, sono anni che non la vedo, ma nei suoi occhi, nei suoi lineamenti, nei suoi modi di fare, riconosco ogni anno sempre di più lei, ritrovo un po’ di Monica sempre di più -E comunque l’attesa rende tutto più emozionante, se ci vedessimo tutti i giorni, forse non sarebbe tutto meraviglioso come lo è adesso no?- il sorriso sembra esserle ritornato
-Già, forse- in realtà vorrei dirle anche io che ogni anno diventa sempre più difficile lasciarla andare via, così lontana, per qualche tempo la casa mi sembra vuota senza di lei, che la riempie dal primo giorno che arriva con i suoi sorrisi, le sue parole, le sue manie… mentre rifletto facendo perdere il mio sguardo all’orizzonte, non mi accorgo che lei si è sollevata e ricevo l’ennesimo scatto -Ti devo piacere davvero tanto, se hai riempito la tua digitale con un milione di foto mie… posso sapere cosa ci farai? Le venderai al miglior offerente?- sorrido malizioso, quando sfoggio il mio egocentrismo con lei, sono sempre sicuro che mi arrivi una frecciatina in risposta, e infatti
-Davvero credi che qualcuno pagherebbe per queste?- sfotte -Comunque ho intenzione di tenerle tutte per me-
-Hai paura di dimenticarti come sono fatto?-
-Credo sia piuttosto difficile, e se fossi stato meno concentrato su te stesso, ti saresti posto prima questa domanda, hai provato a contare quante te ne ho fatte?-
-Sarebbe stato impossibile anche volendo- rispondo acido
-Sai quanti giorni ci saranno da domani, al giorno in cui io tornerò qui con te?- non riesco a comprendere il suo discorso, ne dove vuole arrivare, lei lo capisce e continua -Le stamperò tutte e ne guarderò una al giorno, come se tu fossi sempre con me, quando guarderò l’ultima foto, vorrà dire che è arrivato il tempo di ritornare- ed è in quel momento che voltandosi dalla mia parte, mi accorgo delle lacrime che le gonfiano gli occhi, ma sembra non vogliano uscire, rimango impietrito senza sapere come comportarmi, non aveva mai pianto davanti a me e soprattutto non mi aveva mai esposto, in maniera così esplicita, i suoi sentimenti.
Certo, immaginavo ci fossero, ma a volte si danno per scontate certe cose senza percepirne veramente la profondità.
Allungo una mano verso il suo viso, ma la ritiro prontamente, quando leggo nella sua espressione la paura di toccare un punto che tra di noi non è mai esistito, allora mi alzo di scatto levandomi la maglietta, per riportare di nuovo la leggerezza che ci tiene uniti -Vieni, facciamo un ultimo bagno insieme, prima della tua partenza!- esclamo, cominciando a camminare frenetico verso riva, ma prima che io possa essere troppo lontano sento che mi chiama
-Papà!- e voltandomi la ritrovo dietro la sua macchina fotografica, un’ultima volta.
Click!

  
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