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Autore: Elizabeth9    13/05/2010    2 recensioni
“Ogni cosa ha il suo tempo, tuo fratello e tua sorella hanno imparato tutto quello che potevano da questo mondo, ora è il momento che vivano nel loro” Io invece non trovavo più motivo di vivere nel mio mondo. Ora che avevo imparato ad amare. E se Susan potesse tornare a Narnia?Perchè?Tutto ciò che sembra non è, e il confine tra bene e male si spezzerà molte volte in questa battaglia dove l'incertezza di essere se stessi potrà essere superata solo dall'amore. Un nuovo nemico incombe, bisogna solo saperlo riconoscere...NUOVO CAPITOLO!!!!!!!!!!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Kingdom of Caspian: She and He – The breath before the tempest

Caspian poteva riposare tranquillo nella sua stanza sotto l’attenzione dei miei pensieri. Lo lasciai lì per qualche istante, dopo ore e ore di vicinanza. Avevo bisogno di pensare, di capire. Mi ero lasciata ammaliare dal tramonto silenzioso e fugace della mia gente. Una brezza leggera addolciva le curve dei miei capelli. Rimasi immobile, con lo sguardo fisso a nord, quello stesso che nord che ora apparteneva a lei. Per quanto mi sforzassi di dimenticare il nostro incontro in battaglia, non ci riuscivo. I suoi occhi continuavano minacciosamente a perseguitarmi. Un brivido mi salì lungo la schiena, ma improvvisamente venne intiepidito dalla morsa delle sue braccia che mi cingevano il ventre. Mi voltai di soprassalto.

Caspian!Perchè ti sei alzato…non posso lasciarti solo un attimo, sei ancora troppo debole!” il suo viso era ancora sfregiato dalle ferite, che sembravano richiudersi con lentezza. Mi voltò leggermente verso di lui per poi toccarmi le labbra. Sentivo di amarlo, di riaverlo, ma avevo il presentimento che non sarebbe continuato a lungo. Cedetti al calore delle sue braccia.

Susan…ti devo la vita”

“Non direi. Diana aveva già deciso di risparmiarti” abbassai lo sguardo un po’ delusa dalla verità.

“Cosa?Non è possibile…

“ E’ così invece. Ha lasciato vivere anche me. Non so il perchè…ora in verità non mi interessa…” continuavo a ripassare i contorni del suo viso sotto le mie dita. Avevo deciso che non avrei ma voluto più perderlo. “Ma di una cosa sono certa, me lo ha detto lei stessa, tornerà e quando lo farà non avrà intenzione di risparmiarci…

“E’ per questo Susan che te ne devi andare, ora! Non voglio perderti, non voglio lasciarti, ma so che non potrei proteggerti…non so combattere la sua magia”

“Troveremo un modo per estirpargliela e renderla debole, troveremo il modo per sconfiggerla costi quel che costi…E NON INTENDO LASCIARTI!” non sembrava prendere sul serio le mie parole.

“Così ami Narnia più di quanto tu non voglia far apparire…

“Così amo te…solo te, è per questo che sono tornata” mi stringevo al suo collo. Incominciai a baciarlo fino a raggiungere di nuovo la sua bocca. Niente ci avrebbe potuto separare sotto le luci introverse e timide del crepuscolo. “ La prossima battaglia non tarderà, ti prego…resta con me!” gli chiusi gli occhi, facendogli assaporare il candore delle mie mani. Sentivo il suo cuore battere come il mio.

Lo condussi dal balcone in cui ci trovavano ai piedi di quell’albero che ci aveva separati. Passammo la notte insieme sotto le stelle serene del cielo, con la visione di quella foresta che ci aveva fatto incontrare per la prima volta mesi or sono. Tutto sembrava idilliaco, tutto prefigurava avere un senso, ora che lo avevo ritrovato. I miei sogni si nutrivano del suo corpo, della sua presenza.

Riaprì gli occhi. Era ancora notte fonda. Mi voltai e Caspian non c’era più.

Caspian, Caspian…” disorientata mi guardai attorno, e solo un istante dopo mi resi conto che il suolo cominciava a svanire sotto i miei piedi. L’erba sembrava inghiottita da una nube di nebbia, la stessa che mi aveva strappata dal viale di Londra. Con sguardo puntato verso l’orizzonte cercavo di fissare ogni particolare, ogni angolo che mi circondava e che perdeva i propri contorni di sicurezza. Il gelo cominciava di nuovo a impossessarsi dei miei arti. Ero terrorizzata, al pensiero di rivederla, ora che ero sola. D’un tratto mi sento trasportata alla sala centrale del castello, di fronte a quel quadro che raffigurava noi, i quattro re di Narnia.

“Diana! Esci fuori! Ora so che sei tu…che COSA VUOI DA ME! AFFRONTAMI NON HO PAURA DI TE…” se solo fosse stato vero le mie gambe avrebbero smesso di tremare. Osservai meglio quel quadro al quale avevo dato solo un’occhiata di sfuggita, dietro ai nostri troni, dietro alla mia corona, lei. Mi sentì invasa da un brivido di terrore. Cosa poteva mai significare.

“Non lasciarlo combattere solo all’ultima battaglia…morirà!”

“COSA?CHI?” continuavo a cambiare orizzonte visivo ma quella voce non assumeva contorni palpabili.”NARNIA NON E’ TUA!!! NOI SIAMO STATI I RE DI QUESTO POSTO, ANCHE IO!”

“Lo so…

D’un tratto la nebbia si diradò. Sbarrai gli occhi al cielo e mi aggrappai alla prima cosa che mi sentivo accanto, ancora in preda al terrore. Caspian era vicino a me. Le nostre spalle erano ancora rasenti a quell’albero. Era solo un incubo, o almeno così speravo. Mi strinsi forte a lui, al suo petto, stando ben accorta di non derubarlo del suo sonno.

La mattina seguente le trombe di battaglia ci privarono dei nostri attimi sereni assieme. Mi alzai e vidi già Caspian con lo sguardo all’orizzonte. Preoccupato, senza luce, quella luce che sapeva donarmi in ogni istante nonostante le difficoltà.

“Io devo andare…

“ NO!Aspetta! le tue condizioni sono a mala pena migliorate, rischierai di morire questa volta!” inconsapevolmente le parole del sogno violarono la mia freddezza. E se fosse lui a perdere la vita. No, non lo avrei mai permesso.

“NON POSSO ESIMERMI DAI MIEI DOVERI DI SOVRANO!”

“MA NON PUOI ESIMERTI DAL NON FAR SOFFRIRE CHI AMI!” le lacrime a stento riuscirono a frenarsi. Il mio respiro si fece più inteso. Le sue mani facevano intravedere le vene cariche di tensione. Non avevamo neanche il tempo per confrontarci, per decidere. Una guardia si era già imposta con la sua presenza, e con essa il verdetto sembrava già preso. Bisognava rischierarsi gli uni contro gli altri. Con lo sguardo basso Caspian tentò di evitarmi, ma non gli fu utile. Riuscì a fermarlo ancora una volta.

“VENGO CON TE! Non accetto alcuna obiezione!Neanche io posso esimermi dai miei compiti di regina e di donna che ti ama…” il suo sguardo era deciso. Questa volta non avrebbe obiettato la mia richiesta.

Pochi minuti e già ci trovavamo l’uno affianco all’altro a galoppo verso il nemico, verso colei che voleva derubarci di noi stessi, della nostra permanenza a Narnia. Il suo sguardo fiero e impassibile celava il dolore delle ferite ancora aperte. Non si sarebbe tirato indietro, è per questo che non potevo abbandonarlo.

Davanti a noi la spiaggia di Landmer. L’immenso squadrone di ghepardi, tigri, aquile erano pronti ad attaccarci. Al centro della prima fila, Diana con la sua spada. I suoi riflessi tagliavano le nubi grigiastre del cielo. Niente l’avrebbe fermata, ne ero certa. Mi accostai con il mio cavallo a quello di Caspian, per strappargli un ultimo bacio prima dell’inizio della fine. “Non lasciarmi! PROMETTIMELO!” mi rassicurò con un tremolante sorriso per poi stringermi con tutte le sue forze. Un solo istante e i tamburi rullarono, il vento si agitò impetuosamente. La tempesta stava per scatenarsi sotto i nostri occhi. Il nitrito dei cavalli si fece fragore e i loro zoccoli cominciarono a trinciare l’erba. Il mio cuore pulsava a mala pena il sangue per farmi restare cosciente. Avevo paura di perderlo.

Lo scontro si protrasse per ore. I nostri soldati erano ormai esausti. Le mie frecce puntavano al bersaglio senza indugio, senza sosta. Non fallivano, come avevano sempre fatto. I nostri sguardi erano sempre puntati. Caspian non mi perdeva per un istante e così io mi sforzavo di farlo. Diana gli si stava avvicinando. Ogni passo più vicino a noi era una lamina di terrore nei miei occhi. Schivai diversi colpi dei miei avversari. Nessuno per ora mi aveva ferito ma sapevo che se lui sarebbe stato colpito, avrei avuto ben poche speranze di sopravvivere. Distratta dalla presenza di Diana alle spalle di Caspian, mi sentì trascinare giù dal cavallo. L’urto con il suolo mi aveva stordita ma ero ancora pronta a difendermi. Le loro spade si stavano limando ancora. Bagliori di luce sputavano fuori da quell’arma impregnata di magia. Voltai la mia attenzione per un istante altrove, fin quando un boato di voci non si alzarono in cielo.

“ E’ STATA FERITA!!RE CASPIAN HA COLPITO DIANA!” il ghepardo inferocito che avevo di fronte si dileguò come l’ultima volta. Caspian era in piedi. Lei non c’era. Corsi verso di lui a più non posso per guardare fiera il suo volto, ma una fitta al ventre mi immobilizzò’ a terra. Gridai un urlo di dolore. Sentivo la mia carne lacerarsi come se fossi stata colpita io stessa. L’armatura era intatta, ma il mio corpo spasmava dai gemiti. Le mie unghie bucarono il terreno. Sentivo perdere le forze.

“CASPIAN!” continuavo a contorcermi a terra. Finalmente lo sentì sopraggiungere.

“SUSAN!SUSAN!” riversò il mio volto in alto. Riuscivo a distinguere ancora i suoi lineamenti. “ SUSAN, SEI FERITA?” la gioia della vittoria sembrava perdere ogni significato per i suoi occhi, ora che vedeva soffrirmi inspiegabilmente. “…tranquilla, tranquilla, ci sono io!”

Piccolo spazio dell’autrice

Grazie a tutti per il vostro sostegno!!!!E grazie per avermi fatto notare gli errori di stesura dell’altro capitolo che non avevo avuto il tempo di correggere!Vi prego di commentare numerosi anche questa volta! Spero che anche questo capitolo vi abbia interessato! Mi raccomando fatemi sapere! Al prossimo capitolo! (Fino ad ora quale avete preferito???per curiosità J)

  
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