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Autore: gemini    26/06/2003    2 recensioni
Tre ragazze decidono di partire per un viaggio, per capire meglio se stesse e cosa vogliono realmente dalla loro vita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ON THE ROAD

 

CAPITOLO TRE: PENSIERI

 

Autostrada, 21 giugno ore 12

Sto guidando in direzione di Kyushu, da dove poi prenderemo l’aereo che ci condurrà ad Okinawa. Lascerò la mia auto in aeroporto, tanto abbiamo intenzione di trattenerci ad Okinawa solo per un paio di giorni.Giusto il tempo di salutare Maki e di starcene un po’ al mare, poi torneremo a Kyushu e riprenderemo la macchina per dirigerci verso una nuova meta.Abbiamo deciso di girare così, senza fermarci troppo a lungo in un posto, perché così sarà più difficile che ci trovino, se verranno a cercarci.Inizialmente avevamo pensato di rimanere tutto il tempo ad Okinawa, ma poi c’è venuto il timore che Maki si lasciasse sfuggire con Hiyuga che eravamo lì da lei, e poi lui sarebbe andato a dire tutto a Tsubasa.

Sto ancora pensando a quello che è successo a Narita.Forse sarebbe stato meglio se avessi parlato con Tsubasa, ma proprio non me la sentivo.Non avrei saputo cosa dirgli, e forse sentire la sua voce avrebbe fatto vacillare tutte le mie convinzioni e dissolvere tutta la mia volontà.Lui ha sempre avuto un potere enorme su di me, un potere che mi spaventa, perché ogni volta mi rendo conto di quanto io sia dipendente da lui, di quanto abbia bisogno di lui.Basta solo un suo sguardo, un sussurro, per mandarmi nella confusione più completa, per farmi dubitare di tutte le mie decisioni.Sicuramente parlargli e sentirlo preoccupato per me, per la mia partenza così improvvisa, mi avrebbe spinta a tormentarmi ancora di più chiedendomi se la mia scelta sia quella giusta.Capisco che questa è una manifestazione di debolezza da parte mia, e anche di scarsa convinzione delle mie decisioni, perché se veramente fossi certa di quello che voglio fare non mi farei certo problemi per la sua possibile reazione.

Mi è montata addosso una gran tristezza, e un gran nervosismo.Mi sento ancora più tesa, preoccupata, credo di non essere mai stata fragile come in questo momento.Avrei tanto bisogno di appoggiarmi a qualcuno, di sfogare in qualche modo queste sensazioni negative che mi pervadono l’anima, ma questo non sarebbe giusto, perché sono in viaggio proprio per imparare a camminare con le mie gambe, a contare sulle mie sole forze. A tratti rivolgo lo sguardo alle mie compagne di viaggio. Yoshiko, nel sedile posteriore, tiene gli occhi chiusi, forse sta dormendo, oppure sta semplicemente pensando.Ha cercato di mostrarsi tranquilla, ma basta guardarla negli occhi per capire che dentro si sente profondamente nervosa.Si comporta come faccio anch’io, sforzandosi di sorridere e di fingersi serena per non caricarci anche dei suoi problemi, della sua sofferenza.Siamo consapevoli del fatto che stiamo vivendo tutte e tre una situazione difficile, ognuna per motivi diversi e ognuna in modo diverso. Yayoi è seduta accanto a me, e sta guardando fuori dal finestrino, persa in chissà quali pensieri.Ha sul viso un’espressione triste che non le ho mai visto, un’espressione di profonda sofferenza.Mi sono meravigliata anch’io quando l’ ho sentita parlare con Tsubasa con un tono così secco e duro, lei che è sempre stata così pacifica, dolce e disponibile.Evidentemente sta soffrendo veramente moltissimo.Vorrei fare qualcosa di più per lei, se fosse possibile.Certo che sono incorreggibile…per quanto possa stare male, non riesco a fare a meno di preoccuparmi per gli altri.Spero con tutto il cuore che questo viaggio serva a qualcosa…per tutte e tre.Subito mi ritorna alla mente Tsubasa, evidentemente non riesco a stare senza pensare a lui per un periodo che superi i cinque minuti. Chissà come ha reagito, come si sta sentendo in questo momento, se si sta domandando quali sono i motivi che mi hanno spinto a questa decisione. Chissà se sta ripensando ai momenti trascorsi insieme, soprattutto nell’ultimo periodo, chiedendosi cosa ha sbagliato, cosa non ha funzionato. Chissà se gli manco…almeno la metà di quanto lui manca a me.Mi manca già tantissimo…come quando è partito per il Brasile.Quanto mi sono sentita sola in quel momento.Talmente sola che non so nemmeno io dove ho trovato la forza di andare avanti.Forse me l’ ha data quel “mi piaci” detto così spontaneamente prima della sua partenza, quelle due semplici, innocenti parole che per me erano state la realizzazione di un sogno, del sogno che cullavo dentro di me da talmente tanto tempo che ormai avevo smesso di sperarci.Un sogno che credevo si fosse realizzato….ma è davvero questo quello che volevo?Tsubasa è veramente il ragazzo giusto per me, può veramente rendermi felice?O sarà per sempre talmente preso dal pallone da lasciarmi sempre in secondo piano?Questo è il dubbio che non mi fa più vivere, il dubbio che mi mette in crisi.Che si contrappone al mio immenso e fortissimo amore per lui, e al mio desiderio di vivergli accanto per il resto della mia vita.Sono io che devo cambiare, e riuscire ad accontentarmi di quello che può darmi, oppure è lui che deve imparare a tenere più in considerazione me e le mie esigenze?Devo mostrarmi più esigente, io che finora non gli ho chiesto niente ed ho accettato tutto senza riserve?E’ a questo che devo trovare una risposta.E’ questo che devo riuscire a capire.

 

 

Il paesaggio che compare fuori dal finestrino è sempre uguale e sempre diverso.Mi viene da pensare che assomiglia moltissimo a quello che c’è dentro di me…sempre uguale, ma soggetto a mutamenti continui.I miei sentimenti non sono cambiati, ma sono cambiata io. O forse non sono nemmeno io a essere cambiata.Forse ho semplicemente deciso di smettere di fingere di essere quella che non ero.Faccio fatica anch’io a capire cosa mi sta succedendo.Mi dispiace moltissimo di essere stata così aggressiva con Tsubasa prima, al telefono, di avergli parlato così duramente.Certo non se lo meritava, ma anche se lo avesse meritato per come si è comportato con Sanae, non spettava in ogni caso a me rimproverarlo.Mi sento così stupida, e anche in colpa.Non faccio altro che sentirmi in colpa, da questa mattina.E’ come se mi sentissi colpevole di fronte al mondo intero, e che tutti quanti fossero i miei giudici.Se chiudo gli occhi li vedo tutti davanti a me pronti a rinfacciarmi le mie colpe una a una e a condannarmi.E’ una sensazione terribile, che mi lacera dentro.Ma l’immagine che più mi tormenta è il suo sguardo accusatore.Me lo immagino in piedi davanti a me, con il viso segnato dalla sofferenza e dal rancore, che mi accusa di averlo preso in giro.E’ una visione che mi distrugge, come se fosse reale, come se veramente Jun si trovasse di fronte a me pronto a condannarmi per sempre, per tutte le mie colpe, prima di tutte per come mi sono comportata stanotte.

Non dovevo restare, non dovevo…ma è inutile starsene qui a pentirsi, a recriminare.Ero perfettamente capace di intendere e di volere in quel momento e di fare le mie scelte liberamente, quindi la responsabilità è mia e soltanto mia.Nessuno mi ha costretto.Sono io che l’ ho voluto.La verità è che io sono una drogata, e lui è la mia droga…già in questo momento, dopo appena poche ore, sta iniziando a tormentarmi un terribile senso di vuoto, d’assenza….come se avessi perso una parte di me.Devo smettere di pensare, smettere. Così continuo a farmi solo del male, e non arrivo a capo di niente.Sicuramente avrà parlato con Tsubasa….sicuramente anche lui sarà rimasto stupito dal mio comportamento.Come ho fatto ad arrivare a questo punto, come?Non vedo l’ora di essere ad Okinawa.Di vedere il mare, sdraiarmi sulla sabbia, crogiolarmi al sole e cercare di non pensare più a niente e a nessuno.Ho bisogno prima di tutto di rilassarmi, di lasciarmi alle spalle le angosce e i cattivi pensieri, devo riuscire a guardare le cose sotto una luce diversa. Okinawa….quanto manca ancora ad Okinawa?(eheh…immagino che ve lo starete chiedendo tutti J )

 

 

Ho dormito, anche se solo per pochi minuti.Ho fatto un sogno…ho sognato di camminare nel vuoto. I miei piedi non riuscivano a trovare la terra su cui poggiarsi, e io cercavo di proseguire, ma precipitavo sempre più verso il basso, verso un precipizio senza fondo. Precipitavo, ma non arrivavo mai a toccare il fondo.Sentivo una voce che mi diceva “non cadere, non devi cadere”, una voce sconosciuta, ma dolce, carezzevole, una voce che mi dava tanta sicurezza.”Puoi volare…muovi le ali, muovile”, diceva la voce, e io mi accorgevo di avere delle ali bianche e larghe sulla schiena, e movendole riuscivo a volare. Volavo, e quello che vedevo sotto di me era la mia vita.Mi rivedevo bambina, quando giocavo con le amichette nel giardinetto di casa.Mi rivedevo manager della Furano, mentre pulivo un pallone e guardavo con la coda dell’occhio i ragazzi che si allenavano sotto la neve.Mi rivedevo, sola e in lacrime, a New York.Mi rivedevo con Hikaru, finalmente serena e allegra, mentre mano nella mano andavamo in giro per negozi a fare i regali di Natale.Mi rivedevo anche a Parigi, su quel letto d’ospedale, dopo l’incidente. E infine…infine potevo vedermi adesso, addormentata sul sedile posteriore dell’auto di Sanae.Mi sono svegliata con una stranissima, inspiegabile sensazione di pace.Non capisco il significato del mio sogno.Forse voleva dirmi che devo ripartire dal passato per costruire un nuovo futuro.Il passato…ripercorrendo con la mente il passato, posso ritrovare momenti di tristezza e angoscia, ma anche tanti momenti felici, sereni, spensierati. E ripercorrendo il mio passato con Hikaru, vedo solo momenti belli.Lui ha saputo regalarmi tanta felicità, tanto affetto.E’ il punto fermo da cui devo ripartire per ritrovare me stessa, questo lo so, ma…ma sono lo stesso venuta via da lui.Perché non devo addossargli il peso delle mie preoccupazioni, delle mie ansie, delle mie piccole e grandi insicurezze, anche se magari il mio potrà sembrargli un gesto egoista, anche se gli sembrerà che voglio tagliarlo fuori dalla mia vita.Eppure mi manca già così tanto….Sono sicura che anche le altre stanno provando la stessa sensazione di vuoto che sento ora dentro di me, un vuoto che mi toglie l’aria, e mi stringe il cuore.Ma non devo lasciarmi abbattere, non devo farmi prendere dallo sconforto.Vedo la sagoma dell’aeroporto davanti a noi.Siamo arrivate, tra poco saremo ad Okinawa.

 

Okinawa, 21 giugno, ore 15.

 

Le ragazze erano arrivate ad Okinawa nel primo pomeriggio, e la prima cosa che avevano fatto, una volta scese dall’aereo, era stata fermarsi in un bar a fare uno spuntino.Erano affamate, anche se fino a quel momento erano state talmente prese dai propri pensieri da non accorgersene.Durante il pranzo avevano cercato di conversare allegramente d’argomenti futili, evitando accuratamente di nominare i tre ragazzi. L’aria di mare le aveva subito un po’ rasserenate, si sentivano meglio, più leggere, meno angosciate rispetto a quando erano partite.

Finito lo spuntino avevano raggiunto con un taxi la casa di Maki. L’amica era stata molto sorpresa di vederle, e aveva ascoltato attentamente il loro racconto.

-Ma certo, potete fermarvi tutto il tempo che volete, fate come se foste a casa vostra-, disse poi sorridendo.-Domani dovrebbe arrivare anche Kojiro, ma state tranquille, gli dirò di non dire nulla a Tsubasa e agli altri-.

Le tre ragazze le sorrisero riconoscenti.-Grazie, Maki, sei davvero un’amica-.

-Figuratevi!-, rispose l’amica, mostrando loro la stanza in cui le avrebbe ospitate.

Subito dopo aver sistemato i bagagli, le ragazze indossarono il costume da bagno e andarono in spiaggia.Andarono a distendersi in riva al mare, osservando con un sorriso i bambini che giocavano a costruire castelli di sabbia.

-Anche a me, da piccola, piaceva moltissimo costruire castelli di sabbia-, disse Yayoi pensierosa, sollevandosi a sedere.

-Mi sento molto meglio, ora che siamo qui-, osservò Sanae.

Le due amiche annuirono.

-Non so spiegare…mi sento più leggera, più rilassata…non che abbia dimenticato i miei problemi, ma credo di sentirmi più ottimista-, proseguì la ragazza.

-E’ stata una buona idea cambiare aria e venire qua-, approvò Yoshiko.

-Eppure…eppure qualcosa dentro di me continua a dirmi che sto sbagliando-, disse Yayoi, assumendo un’espressione triste e corrucciata.

-Ti senti ancora in colpa per ieri sera?-, chiese cautamente Sanae.

L’amica annuì.-Sì, ma non è solo questo.Non so, forse sono solo nostalgica-, disse la ragazza.

Lo sguardo di Sanae cadde su una coppietta che si stava baciando sotto un ombrellone proprio di fronte a loro.Per un attimo il suo cuore fu attraversato da una violenta fitta di nostalgia.-Sì, ti capisco benissimo. Anch’io sento una sorta di vuoto dentro di me. E questo vuoto mi spaventa.E’ come se mi mancasse una parte di me-, mormorò.

-Sentite, ragazze, io penso che parlando apertamente, sfogandoci tra di noi forse potremo trovare una soluzione, o perlomeno sentirci meglio.Che ne pensate?-, disse Yoshiko, giocherellando distrattamente con un granello di sabbia.

-Sono d’accordo-, disse Sanae, e si sollevò a sedere, rivolgendo lo sguardo verso il mare.-Per quanto mi riguarda, sapete benissimo qual è il mio problema. All’inizio ero così felice che ricambiasse i miei sentimenti, che pensavo di poter affrontare qualunque cosa.In fondo, sapevo fin dall’inizio che amava il calcio molto più di quanto amasse me.Ma saperlo non rende meno facile sopportarlo.Mi sento messa da parte in continuazione, nella sua vita c’è sempre qualcosa di più importante di quanto non lo sia io.Il pallone viene sempre al primo posto, sempre.Come se per me non ci fosse spazio nella sua vita, tanto che certe volte mi domando se ci tenga davvero a me-, disse in tono triste.

-Ma se non ti volesse bene, non ci terrebbe ad averti sempre al suo fianco, no?-, intervenne Yoshiko.

-Tu pensi che il comportamento di Tsubasa sia quello di una persona che mi vuole bene?-, domandò Sanae esitante.

-Il calcio è la vita di Tsubasa, e su questo non c’è ombra di dubbio.Però…io vedo nei suoi occhi una luce particolare, una felicità particolare quando è insieme a te.Vedo che quando segna un gol guarda sempre dalla tua parte per vederti esultare, e che sei la prima persona a cui pensa quando finisce una partita-, rispose l’amica.

-Però non ha esitato a rinunciare ad un appuntamento con me per giocare una partita-, disse amaramente Sanae.

-Questo è vero, e immagino che per te sia una cosa molto spiacevole.Ma cerca di metterti nei suoi panni per un attimo.E’ stato lontano dai suoi amici per tantissimo tempo, ed è normale che voglia trascorrere un po’ di tempo con loro prima di tornare in Brasile-, insistette Yoshiko.

-E’ stato lontano tantissimo tempo anche da me!-, ribatté Sanae imperterrita.

-Ma io sono sicura che voglia chiederti di andare con lui in Brasile, quando partirà-, disse l’amica.

-E come fai a dirlo con tanta sicurezza?-

-Ti ha chiesto di sposarlo no?Quindi è ovvio che voglia chiederti di seguirlo-, osservò Yoshiko con naturalezza.

-Se ti chiedesse di andare in Brasile con lui, tu lo faresti?-, intervenne Yayoi.

L’espressione di Sanae cambiò.-Non lo so.Fino a pochi mesi fa ero convinta che l’avrei seguito in capo al mondo, pur di stare con lui.Ma ora….andare in Brasile per me significherebbe lasciare tutto.Il mio paese, la mia famiglia, i miei amici, le mie abitudini. E in questo momento, che non mi sento neppure certa dei suoi sentimenti……non lo so-, disse esitante.

-Cosa dovrebbe fare o dirti per rassicurarti sui suoi sentimenti?-, le chiese Yoshiko.

-Ti sembrerà assurdo, ma non lo so nemmeno io.Forse vorrei sentirmi dire che sono più importante del calcio, o che non potrebbe vivere senza di me…-, sussurrò la ragazza.

-Quando sei con lui non ti senti amata?-, chiese ancora l’amica.

Sanae abbassò lo sguardo.-E’ sempre impacciato quando è con me.Quando siamo soli lo vedo imbarazzato, intimidito, non è per niente naturale.E’ come se non sapesse come comportarsi.Da un lato mi fa tenerezza….ma dall’altro mi domando perché…ci conosciamo praticamente da sempre, non dovrebbero esserci imbarazzi e falsi pudori tra di noi-.

-Tu hai mai provato….non so a spronarlo, per fare in modo che superasse l’imbarazzo?-, indagò cautamente Yoshiko.

-Delle volte….provavo a prendere io l’iniziativa.Come dire…provavo ad accarezzarlo, ad avvicinarmi…diventava rosso come un gambero, era evidente che era a disagio-, rispose la ragazza arrossendo.

-Tsubasa è un ragazzo molto timido…probabilmente non sapeva nemmeno da che parte cominciare…per quasi vent’anni della sua vita ha pensato solo al pallone-, intervenne Yayoi.

-Misugi si è mai comportato con te in questo modo?-, le chiese Sanae.

-Beh sì, all’inizio era impacciato, intimidito…poi le cose sono andate avanti da sole, come posso dire…pian piano siamo riusciti a superare l’imbarazzo e la timidezza-, rispose l’amica.

-Anche per me è stato così Sanae-, le confermò anche Yoshiko.

-Quindi voi dite che non è una dimostrazione del fatto che non mi ama e che non gli importa niente di me?-, domandò Sanae assumendo un’espressione confusa.

-Sinceramente io non lo credo-, disse Yoshiko.- Credo che Tsubasa ti voglia molto bene, ma che a causa della sua timidezza, e anche della sua inesperienza, faccia fatica a dimostrartelo.Magari ha anche paura di restare da solo con te, poverino-.

-Però in certi momenti si comporta da persona insensibile-, intervenne Yayoi. -Ci ha messo una vita ad accorgersi dei sentimenti di Sanae, e anche adesso la trascura per il pallone.Posso capire l’imbarazzo e la timidezza, ma mi sembra che in certi momenti dia la presenza di Sanae troppo per scontata-

-E’ quello che a volte penso anch’io-, annuì Sanae.

-Penso che dovresti affrontare chiaramente il discorso con lui, Sanae-, disse Yoshiko.

-Lo so anch’io questo.Ma prima avevo bisogno di fare chiarezza in me stessa.Ho bisogno di avere una conferma.La conferma che il mio amore per lui è più forte di qualunque dubbio, di qualunque momento di sconforto-.

-Dubiti del tuo amore per lui?-, chiese Yayoi.

-Assolutamente no-, disse in tono fermo la ragazza.-Ma dubito di poter continuare così a lungo.Io sono paziente, e il mio amore per lui mi ha dato la forza di affrontare tante prove difficili.Però non posso passare la vita ad elemosinare un attimo del suo tempo, una briciola del suo affetto-.

-Se un altro ragazzo ti corteggiasse, tu come ti comporteresti?-, domandò Yoshiko.

Sanae scoppiò a ridere.-Mi riesce difficile solo immaginarmi una situazione del genere.Sono dieci anni che penso solamente a Tsubasa, tanto da non accorgermi nemmeno che esistono al mondo altri ragazzi.Non so davvero dirti come mi comporterei.Probabilmente gli direi chiaro e tondo che amo un altro-.

-Quindi il tuo amore è così forte da resistere ad ogni tentazione-, osservò l’amica.

-Mio Dio, non sono venuta qua per cadere in tentazione!-, esclamò Sanae ridendo.

-Lo so benissimo, nessuna di noi è qui per questo!-, ribatté Yoshiko un po’ offesa.-Ma è un’eventualità che potrebbe capitare, e che perciò possiamo tenere in considerazione-.

-Tu cosa faresti?-, le domandò Yayoi.

-Che non ho nessun’intenzione di cercarmi un altro ragazzo.Anche se sono insoddisfatta della mia vita, non ho certamente smesso di amare Hikaru-, disse con fermezza.

-Cosa realmente ti fa sentire insoddisfatta della tua vita?-, le domandò Sanae.

-Ecco, su questo punto devo ancora fare chiarezza dentro di me.Forse quello che mi rende confusa e insicura è che non ho ancora trovato la mia strada, non ho in mente cosa vorrei fare del mio futuro.Fino a non molto tempo fa pensavo che stare per sempre con Hikaru fosse l’unica cosa che volevo dalla vita, e che mi sarebbe bastato lui per essere felice.Poi però c’è stato l’incidente…e da allora c’è un pensiero che mi perseguita.Il pensiero che potevo morire senza aver realizzato niente, senza aver lasciato traccia di me, del mio passaggio.Senza aver realizzato nessuno dei miei sogni…e mi sono resa conto che non avevo dei sogni, o meglio, che quelli che avevo riguardavano Hikaru, non me-, spiegò, tenendo gli occhi fissi verso il basso.

-E’ la stessa sensazione che provo io-, mormorò Yayoi scostandosi una ciocca di capelli dalla fronte.

-Vedi, io penso sempre più spesso…che senza di lui io non sarei nulla, non saprei cosa fare, dove andare, come comportarmi.Senza di lui la mia non sarebbe più vita, solo sopravvivenza.Mentre lui…lui ha il calcio, la nazionale, i suoi sogni, i suoi progetti per il futuro…progetti in cui ha messo tutto se stesso, tutto il suo impegno, tutto il suo entusiasmo.Ha trovato quella strada che io ancora non riesco nemmeno ad immaginare.Lui ha già costruito la sua vita, mentre io non ho nemmeno gettato le fondamenta della mia-.

-Ti capisco…Io ho passato gli ultimi anni della mia vita a vivere il riflesso della vita di Jun.Stavo in ansia quando lui stava male, quando giocava, quando semplicemente correva per allenarsi.Ero felice quando vinceva un incontro, o quando dopo una visita il dottore gli diceva che andava tutto bene e che poteva giocare tranquillamente.Non ho pensato a me stessa nemmeno per un minuto, tutto quello che mi bastava era sapere che stava bene ed era felice.Certe notti, quando eravamo insieme…lo guardavo dormire, e mi assaliva un’angoscia tremenda…la paura di perderlo.Era irrazionale, ma era più forte di me.Ho iniziato a domandarmi cosa avrei fatto se un giorno lui si fosse stancato di me.Cosa ne sarebbe stato della mia vita. E mi sono resa conto che se ciò si fosse realizzato mi sarei sentita perduta.Non avevo dei sogni da realizzare, tranne quello di stare con lui per sempre.Non avevo speranze per il futuro, tranne che lui stesse bene e fosse felice.Non avevo progetti per la mia vita, tranne prendermi cura di lui finchè avesse avuto bisogno di me. Jun invece aveva tanti sogni, tanti progetti, tante speranze…e soprattutto il coraggio e la forza di realizzarli, di lottare contro tutti gli ostacoli che si fossero posti sul suo cammino. E mi sono chiesta se un giorno non si sarebbe reso conto di meritare una donna più indipendente, più attiva.Una donna che avesse anche una vita propria, e non si accontentasse dell’ombra della sua.E’ sbagliato vivere come ho fatto finora-.

Sanae le guardò entrambe con sguardo serio.-Forse il nostro problema comune è la mancanza di indipendenza.In questi anni abbiamo vissuto come se non ci fosse niente per cui vivere, tranne i ragazzi che amiamo-.

Le due amiche annuirono.

-Sanae, pensa un istante al tuo futuro.Escludendo la vita privata, e quindi Tsubasa….c’è qualcosa che ti piacerebbe fare?Un lavoro, un’esperienza…-, le domandò Yayoi, asciugandosi le lacrime che le erano spuntate dagli occhi.

-Beh, ecco…a parte Tsubasa, ho scoperto che il calcio mi piace molto come sport.Magari vivo le partite con tanta emozione e trepidazione solo perché c’è lui, ma….mi piacerebbe occuparmi di sport, ecco, magari fare la giornalista sportiva-.

-Ti ci vedrei bene sai?-, disse Yoshiko tornando allegra.-Gentili telespettatori, benvenuti allo stadio, è la vostra Sanae Nakazawa che vi parla…-, esclamò, e Sanae ridendo le tirò una manciata di sabbia addosso.

-Smettila di prendermi in giro!-, disse, poi si voltò verso Yayoi, e vide che l’amica aveva cambiato espressione, e stava guardando un punto imprecisato di fronte a lei come imbambolata.

-Ehi, Yayoi, che ti succede?-, domandò, cercando di seguire la direzione dello sguardo della ragazza.

-Jun…-, mormorò Yayoi come ipnotizzata.

-Eh, cosa?!-, esclamò Sanae stupita.”Possibile che ci abbiano già trovato?”, pensò, con il cuore stretto in una morsa d’ansia.

Finalmente riuscì a individuare ciò che aveva scatenato la reazione dell’amica…e trattenne il fiato vedendo un ragazzo assolutamente identico a Misugi, solo più abbronzato, avanzare con fare sicuro verso la spiaggia tenendo tra le braccia un’enorme tavola da surf.

-Mio Dio, gli somiglia in maniera incredibile…-, sussurrò Yayoi, ritornando faticosamente alla realtà.

Anche Yoshiko stava scrutando attentamente il ragazzo.-Hai ragione…sembra il suo gemello-, disse.

-Per un attimo ho pensato che fosse lui…e che ci avessero trovate-, disse Yayoi ancora scombussolata.

In quel momento il ragazzo le aveva notate, e, sorridendo soddisfatto, si era avviato nella loro direzione.

-Sta venendo verso di noi!-, esclamò Yoshiko sorpresa.

-Come?-, esclamò Sanae sconcertata.

-Oh mio Dio!-, gemette Yayoi. L’ultima cosa che le ci voleva al mondo era avere a che fare con un sosia perfetto di Jun.

Ma le loro preghiere non furono ascoltate.Il ragazzo arrivò di fronte a loro, sorrise e si sedette sulla sabbia appoggiando di fianco a sé la tavola da surf.

-Buongiorno.Siete appena arrivate, vero?Non vi avevo mai viste qui, e tre belle ragazze come voi non passano certo inosservate-, disse in tono affabile, scrutandole attentamente.

Sanae fece una smorfia infastidita.-Devo dedurre che tieni il conto di tutte le ragazze che frequentano la spiaggia?-, chiese in tono sostenuto.

Il giovane sorrise.-No, solo di quelle carine come voi-, rispose.

Le tre ragazze non risposero.

-Beh, io mi chiamo Masaro-, proseguì il ragazzo.

-Io sono Sanae-, disse la ragazza dopo un istante di esitazione.

-E le tue belle amiche non hanno la lingua?-, insistette Masaro.

-Io mi chiamo Yoshiko-.

-Io Yayoi-.

-Perfetto!Ora sappiamo i nostri nomi. E, lasciatevelo dire, avete dei bellissimi nomi, proprio adatti a voi-, fece in tono galante.

Yayoi non riuscì a trattenere una smorfia. L’aspetto era molto simile a quello di Jun, ma l’atteggiamento e il modo di fare erano quanto di più diverso potesse immaginare.Sperava solo che quel galletto da strapazzo se ne andasse il prima possibile e le lasciasse in pace.Incrociare il suo sguardo la metteva terribilmente a disagio, era come avere il suo ragazzo davanti agli occhi.

-Siete qui da sole?-, proseguì il giovane surfista.

Sanae annuì.-Siamo ospiti di un’amica, staremo solo pochi giorni-.

-Tre ragazze come voi senza fidanzati?Non posso crederci!-esclamò con un radioso sorriso.

-I nostri fidanzati non sono potuti venire-, intervenne Yoshiko.

-Quindi siete fidanzate-, fece Masaro in tono vagamente deluso.

-Fidanzatissime-, disse in tono noncurante Yoshiko.

-Che peccato. In ogni modo, i vostri ragazzi sono davvero idioti se lasciano venire in vacanza da sole tre ragazze così belle.Io la mia fidanzata me la terrei ben stretta-, disse lanciando alle tre un’occhiata penetrante.

-Sono molto impegnati-, disse Yayoi.

-E posso chiedervi quale impegno è più importante di una vacanza con voi?-, insistette imperterrito Masaro.

Le ragazze si irrigidirono.La conversazione con quel tipo si stava facendo davvero fastidiosa.

-Sono calciatori-, disse Sanae sperando di poter tagliare corto con quel discorso.

-Davvero?Pensa che coincidenza, anche mia cugina esce con un calciatore. O almeno così mi ha detto. E giocano ad alti livelli?-, continuò.

Sanae sospirò infastidita, ma il ragazzo non se ne avvide.-Nella nazionale giapponese-.

-Non posso crederci!Allora sto parlando con le ragazze di tre celebrità!Anzi…non ditemi che una di voi è la fidanzata del celebre capitano, il mitico Tsubasa Ozora-, esclamò meravigliato.

Sanae divenne rossa come un peperone, e cercò di sfuggire allo sguardo di Masaro.

-Tombola!Però…-, commentò soddisfatto il ragazzo.

-Senti, Masaro, non vorremmo essere scortesi…ma siamo venute qua per rilassarci-, intervenne Yayoi, notando l’imbarazzo di Sanae.

-Vuoi che ti faccia un bel massaggio rilassante?-, domandò Masaro sfoderando il più seducente dei sorrisi.

-No, grazie-, disse seccamente la ragazza.

-E ditemi, da dove venite di bello?-, proseguì come se nulla fosse.

-Shizuoka-, borbottò Sanae cercando di riprendere un colorito normale.

-Anche voi due?-, chiese Masaro guardando con interesse le altre due.

-Io vengo da Hokkaido-, disse Yoshiko di malavoglia.

-E io da Tokyo-, disse Yayoi.

-Oh, Tokyo, la capitale!Sai, anch’io vivo a Tokyo.Frequento l’università lì.Potremmo vederci, finite le vacanze-, propose cercando di avvicinarsi alla ragazza.

-Ne dubito-, rispose a bruciapelo la ragazza, scostandosi bruscamente.

-Perché, il tuo fidanzato è geloso?-, ridacchiò Masaro.

-Senti, potresti risparmiarti questi commenti per favore?-, disse Yayoi irritata.

-Scusami, non volevo farti arrabbiare. Scusami. E poi, una bella ragazza come te sta meglio col sorriso-, ribatté il ragazzo.

La ragazza sospirò rassegnata.

-Finita questa vacanza tornerete a casa?-, domandò Masaro.

Le tre ragazze si guardarono per un istante, prese alla sprovvista.-No, penso che proseguiremo andando da qualche altra parte-, disse infine Sanae.

-E non temete che i vostri fidanzati sentano la vostra mancanza?-, domandò il ragazzo.

“Ma che impiccione”!pensò Sanae infastidita.-Sono al corrente dei nostri progetti, e sono felici che abbiamo occasione di rilassarci-, mentì cercando di sembrare disinvolta.

Masaro le lanciò una strana occhiata.-Quel che si dice una relazione emancipata-, commentò sogghignando, come se non credesse ad una parola di quello che gli aveva detto.

Yayoi, che iniziava a non poterne più, si alzò di scatto dall’asciugamano.-Mi è venuto caldo, vado a farmi un bagno-, disse alle due amiche evitando di guardare il giovane, e si avviò rapidamente verso la riva.

Ma, con suo grande disappunto, si accorse che il ragazzo l’aveva seguita.Allora si fermò, e si girò di scatto verso di lui.

-Che hai intenzione di fare?-, gli domandò bruscamente.

-Ehi, come sei scortese però!Volevo solo farmi un bel bagno anch’io, è vietato?-, ribatté il giovane sorridendo.

-Certo che no-, rispose la ragazza, e si tuffò in acqua iniziando ad allontanarsi dalla riva con ampie bracciate.Quando si fermò, notò, sempre più irritata, che Masaro l’aveva raggiunta.

-Ma allora sei proprio insistente!-, sbuffò, scostandosi dalla fronte una ciocca di capelli bagnati.

-Il mare è di tutti-, rispose tranquillamente il ragazzo, girandole attorno.

-Il mare è grande, se è per questo.E hai tutto lo spazio che vuoi senza startene appiccicato a me-, ribatté Yayoi in tono secco.

-Certo che sei strana tu.Di solito le ragazze vanno in brodo di giuggiole quando io le corteggio, e tu invece ti infastidisci-.

-La modestia non è certo il tuo forte. E comunque, sì da il caso che non sono minimamente interessata ad essere corteggiata da te-, rispose la ragazza guardandolo dritto negli occhi.

-Quel che si dice un due di picche in piena regola!-, esclamò il ragazzo senza perdere il sorriso.

La ragazza era molto a disagio.Quel tipo non sembrava minimamente intenzionato a lasciarla in pace, e come se non bastasse, più lo guardava e più notava la sua somiglianza con Jun.La situazione non le piaceva per niente.

-Senti, Yayoi…io ti trovo una ragazza molto carina, e quindi è normale che io voglia corteggiarti-, insistette lui.

-Ma io non voglio che tu mi corteggi!-, ribatté Yayoi sempre più infastidita.

-Non mi trovi un ragazzo carino?-.

-Tutto questo è ridicolo!-, esclamò lei, e riprese a nuotare in direzione della riva. Masaro però non aveva intenzione di demordere, e la raggiunse con poche bracciate.

-Sembra che non faccia altro che farti arrabbiare-, osservò il ragazzo.Poi le si avvicinò un po’ di più.-Sei molto sexy con i capelli bagnati-, le sussurrò all’orecchio.

La ragazza avvampò.-Ma…come…come ti permetti?-, si inalberò, furibonda.

-Su, cosa mai sarà!Non dirmi che il tuo ragazzo non ti fa mai simili complimenti!-, disse Masaro per nulla turbato.

-Non è affar tuo che genere di complimenti mi fa il mio ragazzo!-, esclamò lei rossa come un gambero.

-Scusami, scusami!Ma quanto sei permalosa!-, ridacchiò il giovane.

Nel frattempo, Yoshiko e Sanae stavano seguendo la scena dalla riva, pronte ad intervenire in soccorso dell’amica.

-Sembra che Yayoi sia stata presa di mira da quel mandrillo-, osservò Yoshiko.

-Ci mancava solo questo idiota!Tra l’altro, hai notato quanto somiglia a Misugi?-, fece Sanae preoccupata, osservando l’amica che diventava rossa e cercava di allontanarsi da Masaro.

-E questo non fa che rendere la situazione più imbarazzante per lei-, disse l’amica.

In quel momento Yayoi, ancora rossa in viso, uscì dall’acqua e raggiunse le due amiche.

-Basta, maledizione!Non lo sopporto più!-, esclamò furente, prendendo l’asciugamano e iniziando ad asciugarsi i capelli.

-Ti ha fatto qualcosa che non doveva?-, domandò subito Sanae preoccupata.

-E’ solo uno stupidissimo idiota!Sai cosa mi ha detto?Che sono sexy con i capelli bagnati!E si è pure stupito perché mi ero arrabbiata!Ma come, il tuo ragazzo non ti fa mai simili complimenti!-, disse la ragazza con voce alterata.

-Ma pensa tu!-, esclamò Yoshiko.

Anche Masaro uscì dall’acqua.-Yayoi, scusami, non volevo farti arrabbiare-, disse, ma il suo viso non esprimeva affatto dispiacere.Continuava a sorridere, e ad ammiccare alle tre ragazze.

-Per favore, Masaro, sta lontano da me!-, esclamò la ragazza, e si allontanò rapidamente in direzione delle docce.

-E’ piuttosto suscettibile la vostra amica!-, esclamò sorridendo Masaro.

-Sentimi bene, Masaro!-, disse Sanae facendosi seria, e fronteggiando il giovane.-Noi siamo qui per starcene in pace, per rilassarci e per non pensare a…alla routine di tutti i giorni.Siamo fidanzate, e non siamo in cerca d’avventure estive o sciocchezze del genere. Quindi, sei pregato di lasciarci in pace!-, concluse in tono severo.

Il sorriso sparì dalla faccia di Masaro. -Io non volevo…infastidirvi.Volevo solo fare amicizia-, si difese.

-Noi non vogliamo essere scortesi con te, Masaro, ma preferiamo starcene in pace per conto nostro.Senza offesa-, disse la ragazza, e si allontanò in direzione delle docce seguendo Yayoi.

-Credo che Sanae ti abbia già detto tutto, ma vorrei aggiungere una cosa.I tuoi apprezzamenti sono pesanti e piuttosto sgradevoli, quindi gradiremmo che ce li risparmiassi-, aggiunse Yoshiko, prima di seguire le sue amiche.

Masaro le osservò allontanarsi, e un vago sorrisetto fece di nuovo capolino sul suo volto.-Ragazze interessanti!-, mormorò tra sé e sé soddisfatto.-Spero proprio di rivederle-.

 

E adesso?Che cosa cambierà nelle menti e nelle vite delle nostre tre amiche dopo l’incontro con Masaro?E i ragazzi…anche a loro ne succederanno delle belle, soprattutto all’aeroporto!!!

Non perdetevi il quarto capitolo di “ON THE ROAD”!!! J

 

  
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