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Autore: micina82    14/05/2010    6 recensioni
Una visione alternativa... ma non troppo di quello che lega Bunny e Marzio.... ma soprattutto di come arriveranno a capirlo. Buona lettura! - AGGIUNTO CAPITOLO 11 -
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
Grazie a tutte le persone che hanno letto e soprattutto a quelle che hanno recensito. Mi scuso per aver creato un po' di caos col capitolo precedente, effettivamente mi sono resa conto che dividerlo in due parti era una grossa scocchezza e così ho anche seguito il consiglio di Maryusa pubblicandolo interamente. Confesso che mi aspettavo un numero maggiore di commenti visto che il capitolo contiene anche molti spunti di riflessione per quel che riguarda i futuri sviluppi della storia e di questo capitolo, anche perchè le varie parti della storia sono state lette in totale da più di 1000 persone. Vabbè pazienza! Adesso vi lascio alla lettura di questo capitolo, augurandomi che abbia una seguito maggiore del precedente...

 
Il viaggio in moto sembrava non giungere mai a termine, ma se da un lato il disagio per quell'assurda situazione cresceva, dall'altro lato Bunny non poteva negare che stava iniziando ad apprezzare l'essere cullata dall'andamento della moto che, nonostante fosse di grossa ciilindrata, sembrava piegarsi docilmente alle disposizioni del centauro. Non era mai andata in moto, ma doveva ammettere che il modo in cui guidava Marzio era molto rassicurante. Ma era rassicurante soprattutto il ritmo del suo cuore che lei riusciva a sentire distintamente, eppure più di una volta aveva persino pensato quel ragazzo avrebbe potuto tranquillamente non averlo per come si burlava di lei ridicolizzandola in ogni occasione. Eppure oggi poteva essere quasi scambiato per un'altra persona tanto era stato gentile e premuroso con lei: soccorrerla quando aveva perso i sensi, offrirsi di accompagnarla in ospedale e poi anche a casa, impuntarsi sul controllarle almeno la pressione, e per questo portarla persino a casa sua. Rea aveva raccontato alle ragazze che non era mai riuscita a visitare l'appartamento del moro, lui era stato sempre molto evasivo sulla sua vita strettamente privata e lei aveva avuto qualche dubbio sulla riuscita di quella storia, se così si poteva chiamare. "Bunny.... siamo arrivati... stai bene? Hai bisogno di aiuto per scendere?" le disse Marzio con una nota di apprensione nella voce, ma lei fu lesta a dimostrare che era in grado di farcela da sola e rispose "Sto perfettamente bene, mi sembra di avertelo già detto alla galleria !" ma si pentì subito del tono usato e continuò con timidezza "Non era il caso che ti preoccupassi oltre, sei già stato gentile ad occuparti di me alla mostra, magari ti avrò anche rovinato il sabato... Mi dispiace". Marzio la guardò con i suoi profondi occhi cobalto e le porse un mazzo di chiavi abbozzando un sorriso "Quarto piano, prendi l'ascensore, vado in garage a parcheggiare la moto e ti raggiungo subito." Bunny le guardò scivolare nelle sue mani e lui scomparve dietro l'angolo verso l'ingresso dei sotteranei. Non ci poteva credere: lui le aveva dato accesso al suo tempio, senza che lei glielo chiedesse, proprio a colei che non perdeva occasione di stuzzicare, Rea non avrebbe mai dovuto sapere questo particolare di quella giornata; odiava tenere nascosto qualcosa alle sue amiche ma Rea avrebbe travisato tutto quanto e lei non voleva rischiare di perdere la sua migliore amica. Quando le porte dell'ascensore si aprirono rivelarono che Marzio era già dentro e quindi avrebbero coperto il resto della distanza insieme in un metro e mezzo quadrato diretti all'appartamento di lui. Che situazione! Se glielo avessero predetto si sarebbe sbellicata dalle risate, e invece...
Incredibile! Quante cose irrazionali aveva fatto quel giorno e tutte dovute alla sua semplice presenza e tutte istintivamente senza pentirsene neppure un momento. L'aveva soccorsa, era stato in ansia per lei, le aveva imposto di accertarsi personalmente delle sue condizioni di salute, le aveva affidato persino le chiavi del suo appartamento, lui che non permetteva a nessuno di avvicinarlo e di scorgere la sua solitudine. Eppure quando si trattava i quella Testolina buffa il suo proverbiale raziocinio andava a farsi benedire e la cosa sorprendente era che lei non facesse alcunchè per avvicinarlo o interessarsi alla sua vita. Il fatto era che, quando lui era con lei, aveva la sensazione che fosse nell'ordine naturale delle cose e, di conseguenza lo fossero anche tutte le decisioni che prendeva. La cosa più eccezionale era che provava un calore e un senso di completamento che non aveva mai provato prima, o forse sì. In un tempo lontano di cui non conservava memoria. Neppure Rea con la sua intelligenza, il suo buon gusto, la sua raffinatezza, il suo fascino riusciva a suscitare in lui quelle emozioni, Bunny era l'esatto contrario eppure ci riusciva alla perfezione senza esserne neppure cosciente. Rea! Avrebbe dovuto parlarle quanto prima, spiegarle tutto, non voleva ferirla e tantomeno creare delle tensioni tra le due ragazze, l'amicizia era un bene di inestimabile valore e andava preservato e difeso. Lui lo sapeva perchè il suo unico amico era Moran.
Arrivati al piano avanzarono verso l'appartamento e solo davanti alla porta Bunny si ricordò di avre ancora le chiavi quindi le restituì a Marzio che dischiuse l'usciò e la invitò ad entrare. La fece accomodare e disse che si allontanava per andare a prendere il misuratore di pressione. Bunny ne approfittò per studiare l'ambiente e fu colpita da quanto fosse anonimo e impersonale, quasi asettico. Che Marzio fosse un tipo ordinato e preciso ci avrebbe scommesso, ma si intristì nel notare ad esempio la totale assenza di foto di famiglia, neppure una con Moran che lei sapeva essere suo amico. "Cosa osservi?", il ragazzo era tornato e l'aveva colta in flagrante. "Pensavo....Scusa non ti avevo sentito arrivare" rispose vaga. Lui preferì sorvolare e si limitò a testarle i valori della pressione. Valutandoli nella norma la rassicurò e le offrì una bibita fresca - non era ancora pronto a lasciarla andare via. Bunny accettò volentieri e dopo averne sorseggiata un po' Marzio le chiese come mai fosse andata ad una mostra, visto che non era un ambiente dove lei potesse esprimere la sua vitalità e la sua allegria. Vitalità ed allegria, sembrvano quasi un complimento, non c'era ironia ad accompagnare quelle parole perciò decise di renderlo partecipe dei motivi che l'avevano spinta fin lì.
"Sai Marzio? Io so di essere una frana rispetto a tutte le mie amiche che hanno una dote particolare, un obiettivo nella vita, una passione da coltivare. Sono sbadata, pasticciona, svogliata, golosa, ritardataria, infantile se vuoi, sogno ancora ad occhi aperti e spero ancora di poter incontrare il mio principe azzurro un giorno.... Dio non so neppure perchè ti racconto queste cose.... quando ho visto il servizio al tg sull'esposizione di Jolanda, ho pensato che forse vedere quelle opere così vicine al mio modo di guardare la realtà con occhi sognanti potesse farmi sentire meno strana  e potesse ridarmi un po' di fiducia in me stessa! ... " Seguì uno strano silenzio in cui lei continuo a tenere lo sguardo basso incapace di sostenere un eventuale espressione canzonatorio sul viso del giovane che al contrario la guardava con una sincera espressione di tenerezza... "Bunny tu sai dare fiducia alle persone, sai sognare, sei generosa, allegra, solare, curiosa, altruista... queste sono doti importanti e soprattutto sono innate... e sono sicuro che un giorno troverai la persona che le apprezzerà, perchè sono altrettanto certo che le tue amiche e le persone che ti conoscono ti vogliono bene anche per questo tuo modo di essere.". Solo dopo queste parole la ragazza trovo il coraggio di alzare lo sguardo verso il suo interlocutore e fu felice di vedere che la guardava con un sorriso tutto per lei, proprio Marzio che non ricordava di aver mai visto sorridere. Superando quel momento di imbarazzo decise di soddisfare anche la sua di curiosità e gli chiese "Tu perchè ci sei andato? Pensavo che quel tipo di cose fossero un po' troppo sdolcinate per un tipo tutto d'un pezzo come te!". Non riusciva a capirene il perchè ma vide il viso del ragazzo contrarsi e assumere un'aria tra l'indeciso e il costernato, il suo sorriso spegnersi, dopo un memento in cui sembrò eterno, quando Bunny aveva già deciso di scusarsi e andare via, Marzio rispose "Mi hai confidato delle cose molto intime, quindi meriti la stessa fiducia che hai dimostrato, anche se non pensavo che avrei mai raccontato questa storia a qualcuno... perciò testolina buffa puoi ritenerti onorata" terminò per smorzare un po' la tensione che sentiva. Bunny lo guardò di traverso ma poi gli sorrise per incoraggiarlo, aveva capito che per lui non doveva essere semplice parlarne.
"Devi sapere che vivo qui da solo particamente da quando avevo sette anni, beh fino a qualche anno fa mi accudiva una tata e avevo anche un tutore... ma partiamo dall'inizio. Sono rimasto orfano a sei anni, i miei genitori sono morti in un incidente d'auto - almeno questo è quello che mi è stato raccontato -, sono rimasto in coma un anno e al mio risveglio non ricordavo più nulla. Dei primi sei anni della mia vita non ho memoria. Il giorno delle mie dimissioni trovai ad ad attendermi un uomo che si identificò come mio tutore legale, anche se precisò che io non lo avrei più rivisto ma si sarebbe assicurato che io avessi sempre tutto ciò di cui potessi avere bisogno. Mi portò in questo appartamento in cui mi presentò Midori, la tata, dicendomi che si sarebbe presa cura di me, come infatti fece finchè non l'ho praticamente mandata via. Nonostante non ricordassi nulla facevo domande sulla mia famiglia ma nessuno sembrava saperne niente e neppure i giornali riportarono la notizia di quanto accaduto, come ebbi modo di appurare dalle numerosi ricerche che cominciai a fare crescendo. Al compimento della maggiore età ricevetti una busta depositata a mano nella mia cassetta delle lettere, era da parte del mio "tutore" il quale mi comunicava che il suo compito era giunto al termine, all'interno della busta c'era anche la chiave di una cassetta di sicurezza dell'istituto della Banca Centrale del Giappone dove avrei potuto sincerarmi del mio patrimonio. Quando andai in banca fui trattato con tutti i riguardi, mi ricevette il direttore in persona, firmai tutti i cocumenti del caso - non so come spiegarmelo ma il mio patrimonio personale ammonta a diverse decine di milioni di yen -  e finalmente fui lasciato solo con la mia cassettina. al suo interno speravo di poter trovare qualcosa che mi aiutasse a risalire alla mia famiglia, magari dei documenti... invece vi trovai soltanto un orologio da taschino, di antica manifattura, finemente cesellato, a forma di stella. Lo scorrere dei secondi era scandito dal movimento di una mezzaluna e, cosa ancora più strana, vi era incorporato un carillon con una melodia dolce ma triste. Infinitamente triste. Sotto il coperchietto a protezione del quadrante un'incisione, lo stemma di famiglia suppongo... una mezzaluna e una rosa incrociate tra loro. Ho fatto ricerche negli archivi nazionali, nei musei araldici, in internet.... ovunque! Ma di questo blasone nessuna notizia e neppure del mio cognome. I Chiba sembrano non essere mai esistiti e questo stemma sembra uscito fuori dal nulla! Questo strano disegno è tutto ciò che ho della mia famiglia. Quando ho sentito parlare di questa misteriosa pittrice ho pensato che forse avrei potuto scoprire qualcosa di più sulle mie origini, e forse ho fatto centro, anche se non ho fatto in tempo ad approfondire..."
Per tutto il tempo in cui aveva parlato Marzio, Bunny era rimasta in religioso silenzio guardandolo nel tentativo di interromperlo se il rievocare certi annedoti fosse stato oltremodo doloroso per il ragazzo. Non c'era dubbio che a prima vista Marzio potesse essere scambiato per un blocco di ghiaccio - certo, al di là del suo aspetto fisico -, ma forse cominciava ad intuire che tutta quella freddezza potesse essere solo un modo per nascondere la tempesta che gli imperversava dentro. Che sciocca era stata a giudicarlo senza conoscerlo, ma come avrebbe potuto? Era inavvicinabile! Cominciava a guardarlo sotto una lue diversa, gli faceva tenerezza e provava una strana empatia per lui. Adesso cominciava a capire l'ambiente impersonale, l'assenza di foto, la mancanza di colore nella sua vita. Marzio non conosceva l'amore. Anche se uscendo con Rea... forse...Oddio! Rea! Si ricordò della sua amica e si sentì in colpa per aver avuto accesso a una parte così intima della vita del ragazzo di cui la sua migliore amica si stava innamorando; convenne che era meglio andare prima che fosse troppo tardi e che cominciasse a subire ulteriormente il fascino di quel ragazzo dagli occhi profondi. Non voleva soffrire - per lei l'amore era qualcosa di bello e gioioso - e non voleva incrinare il rapporto con Rea. Cercò il modo più indolore per recidere quel legame che sentiva di aver instaurato con Marzio e prendendo il coraggio a due mani gli disse  "Marzio... io non ho parole che possano alleviare il dolore per tutto quello che ti è successo e penso di essere anche la persona meno adatta, se vuoi possiamo chiedere anche a Amy di aiutarti con le tue ricerche - sai è un vero genio - e sono sicura che anche Rea saprà regalarti un po' di serenità attraverso la vostra storia. Tu però cerca di non isolarti dal resto del mondo e permetti alle persone di conoscerti... infondo non sei così male come pensavo! Adesso però sta facendo buio ed è meglio che mi appresti a rincasare" Aveva parlato guardando un punto imprecisato oltre la sua spalla con gli occhi lucidi e un sorriso mal disegnato sulle labbra, per non cedere alla tentazione di piangere e abbracciarlo nel tentativo di trasmettergli un po' d'amore e calore. Il ragazzo si accorse della sua espressione e non fece niente per incoraggiarla - non voleva destabilizzarla ulteriormente, d'altronde anche lui si sentiva piuttosto scosso - quindi riprese con tono accondiscendente "Grazie Bunny e scusami se ti ho turbata con la mia storia. Non ne avevo mai parlato a nessuno - neppure a Moran - e non so perchè l'abbia raccontata proprio a te, forse perchè sai arrivare al cuore delle persone. Per quanto riguarda l'aiuto di Amy e Rea, ti prego di non far parola con nessuno di quanto hai ascoltato. So che sono le tue amiche e ti chiedo tanto ma te lo chiedo a titolo di risarcimento di tutte le scarpe e i compiti andati male che ho preso sulla testa, ok?" Le fece un occhiolino abbozzando un sorriso " visto che sta per imbrunire... sicura di non volere un passaggio? ti accompagno in auto se non vuoi rischiare in moto...." Bunny declinò gentilmente l'invito e fu accompagnata alla porta, quando arrivò l'ascensore vi entrò e prima che si chiudessero le porte non potè fare a meno di dire "Marzio... buonanotte!" - Da quanto tempo nessuno gli augurava la buonanotte, chissà se in realtà qualcuno gliel'aveva mai augurata! - pensò chiudendo la porta dietro di sè e appoggiandovisi  sorridendo al pensiero di aver trascorso un intera giornata in maniera tanto imprevista. "Grazie Bunny" mormorò tra sè e sè...
  
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