Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Clovely    14/05/2010    8 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Salve ragazze!!! Vi chiedo scusa se ci metto tanto ad aggiornare, ma in questo perioda ho poca ispirazione, perchè la suola mi stressa davvero un sacco... l'ultimo mese!!!
Ma non preoccupatevi, non abbandonerò mai la mia storia, e anche se ci vorrà molto, prima o poi arriverò alla fine!!! Oramai mi ci sono affezionata!!! ^^
Allora, premetto che il seguente capitolo sarà un po più differenete dagli altri, spero vi piaccia, e spero con tutto il cuore di non ricevere minacce mortali da voi!!!! xD
Buona lettura!


Light and Darkness

Capitolo 7

Damon non si voltò quando lo chiamai. Si fermò semplicemente, ma sapevo che mi stava ascoltando, tanto quanto sapevo che non ne aveva il tempo.
«Damon… mi dispiace. Voglio che tu sappia che mi fido di te. So che non sei stato tu.» Fissai la sua schiena immobile, sperando che potesse perdonarmi.
Lentamente si voltò, i suoi occhi erano inespressivi e concentrati. Fissai il mio sguardo in essi.
Mosse qualche passo verso di me, e sorrise. Il suo sorriso strafottente e vittorioso gli illuminò il volto, e per quanto di solito quel suo sorriso potesse irritarmi, ora mi rendeva solo felice.
Non disse nulla e si voltò di nuovo.
«Fai attenzione, ti prego!»
«Stai tranquilla, Elena. Sono io il cacciatore qui.»
Ed era vero. Non potevo immaginarmi nessuno che potesse mettere in difficoltà Damon.
Lo guardai mentre si allontanava, e poco più lontano sparì, trasformandosi in uno splendido corvo nero, che volava di nuovo in direzione del vecchio cimitero.
Mi sentivo leggera e libera, perché sapevo che una volta tornato, tutto si sarebbe sistemato, avremmo parlato e chiarito ogni equivoco, e io avrei trovato il modo di farmi perdonare.
Entrai in casa, come gli avevo promesso, sorridendo.
 

***

 
Le parole di Elena lo avevano tranquillizzato e determinato ancora di più a trovare quell’idiota e a staccargli la testa senza pensarci due volte.
Poi sarebbe finalmente tornato dalla sua principessa delle tenebre.
Planò sopra il cimitero, aguzzando i sensi, riuscì a percepire la sua presenza verso la parte più vecchia e abbandonata. Fu li che andò, e in una radura appena prima dell’entrata, si trasformò in umano.
“Il nascondino è finito. E’ ora di mettere fine a questa storia.”
Mosse qualche passo tra le vecchie e decrepite lapidi, guardandosi attorno e ascoltando,  ma non riuscì più a percepirlo. Da nessuna parte.
“Ma che accidenti…?!”
Sentì un rumore proprio alle sue spalle, spostarsi verso sinistra, ma quando si voltò era già sparito.
Si stava prendendo gioco di lui? Damon era davvero arrabbiato e stanco di questi stupidi giochetti.
«Dove sei, codardo? Fatti vedere! Lo so che ti nascondi tra le lapidi.»
Urlò lui all’oscurità, facendo scattare impercettibilmente gli occhi da destra a sinistra.
Di nuovo sentì un fruscio alle sue spalle e…
«Buona sera, Damon Salvatore.» La voce era bassa e mielosa, con una finta tonalità da amico di vecchia data.
Damon osservò il vampiro che gli aveva dato tutti questi problemi. Sembrava un ragazzino, forse era anche più piccolo di Elena, non lo sapeva. I suoi occhi erano rossi ed assetati, e i canini gli graffiavano il labbro inferiore. La pelle era bianca lattea e portava i capelli leggermente lunghi, riccioli e castani.
“Dove? Dove ho già visto questa faccia?”
«Scommetto che ti ricordo qualcuno, vero? Ma non ricordi chi!» Il ragazzino si mise a ridere, e Damon rispose inclinando il suo ringhio feroce in un sorrisetto di scherno.
«Quindi sei tu, a causare tutti questi problemi, vero, ragazzino?»
«Ragazzino?! Io?! Salvatore, sei ingenuo come all’ora!»
Ciò che disse lo lasciò spiazzato, ma non fece in tempo a pensarci, perché il ragazzo gli saltò addosso.
Damon lo schivò prontamente, e lo afferrò per il collo, sbattendolo con violenza contro ad un albero.
«Non - provarci - mai - più! » Disse, ogni parola intervallata dal tonfo della testa del vampiro contro il
duro tronco dell’albero.
D’un tratto lo riconobbe.
«Sei quello che ha dato fastidio ad Elena. Il barista del locale.»
«Già, proprio io, Jonathan.» Il ragazzo rise di nuovo. «La tua memoria deve avere qualche problema però, ma è passato molto tempo. Come potresti ricordare? Probabilmente non ti eri nemmeno accorto di me, visto che eri talmente preso con i tuoi affari… Ahahah!» Continuava a ridere, e questo faceva infuriare ancora di più Damon, che strinse la presa sul suo collo, quasi soffocandolo.
«Di che diavolo stai parlando?!»
«Ahahaha!» Continuò a ridere, anche se la voce si affievoliva lentamente, notò Damon con estremo piacere . Continuò a sbattergli la testa contro il tronco.
«Parla stronzo!»
D’un tratto il vampiro smise di ridere e si immobilizzò, fissando intensamente Damon.
Il ragazzo pensò di aver stretto troppo la presa e di averlo soffocato in qualche modo, ma non fu così.
Con un movimento fulmineo e inaspettato il vampiro ribaltò la situazione, sbattendo con molta più violenza la testa di Damon contro l’ormai ammaccata corteccia.
Damon era allibito.
Jonathan rincominciò a ridere.
«E adesso cosa mi dici, stronzo? Pensavi davvero che fossi un povero deficiente ed incapace, vero? Siete così facili da imbrogliare, voi Salvatore!»
Disse lui sorridendo malvagiamente. Damon provò a divincolarsi, ma senza successo.
«Chi sei?»
Jonathan tornò di nuovo serio. «Non lo sai? Mi dispiace. In realtà non mi dispiace affatto, però. Sappi solo che presto andrò a far visita ad Elena.»
Quelle parole fecero montare l’ ira di Damon.
«NO!» Si trasformò in un corvo, sfuggendo alla presa del vampiro, volando verso l’alto, poi iniziò a scendere, veloce come un proiettile, verso Jonathan, graffiandolo.
Ma il vampiro era molto più forte di quanto lui avesse pensato, e lo scagliò lontano.
Si ritrasformò in umano, rialzandosi a fatica e reggendosi il braccio destro, che sanguinava. Osservò il nemico, che invece era uscito quasi del tutto illeso dal suo attacco, solo con qualche graffio in faccia e su un braccio.
«Mi è stato detto di non ucciderti, ma non ho mai simpatizzato troppo per voi Salvatore, quindi mi sa che farò uno strappo alle regole.» Disse dirigendosi lentamente verso di lui. A meno di un metro fece uno scatto verso Damon, cercando di colpirlo, ma il ragazzo lo schivò prontamente. Jonathan si voltò con un movimento fulmineo, spingendolo contro una grande lapide, che si frantumò con l’impatto del suo corpo.
Damon si rialzò a fatica e coperto di polvere, sentendo solo silenzio attorno a se.
“Dov’è sparito, ora?”
Sentii un fruscio e si voltò, ma commise un errore.
«Sorpresa.» Il sussurro veniva da dietro le sue spalle. Damon si voltò con uno scatto, una mano già tesa verso il collo del nemico, ma lui agì per primo.
Sentì qualcosa perforargli la pelle all’altezza del cuore. “Legno… dannazione! Un paletto di legno!”
Si portò le mani al cuore, preso alla sprovvista, sentendo le ginocchia cedere sotto al suo peso.
Quello non era un vampiro nomale, non era affatto un novellino. Era potente, potentissimo. Era addirittura in grado di celare la sua aura a piacimento, in pochi secondi. I suoi riflessi erano troppo sviluppati per lui se era in quelle condizioni, e si poteva muovere troppo velocemente, tanto da riuscire ad aggirarlo nella casa della fiera, commettendo l’omicidio in meno di qualche secondo. Aveva sbagliato tutto, non avrebbe dovuto affatto sottovalutare il nemico.
“Chi accidenti è? Che cosa vuole? Cosa ci fa qui?” Pensò Damon, prima di cadere in ginocchio.
Il vampiro si mise alla sua altezza, e spinse il paletto ancora più dentro. Damon gemette.
«Potrei anche stare qui a guardarti morire, Salvatore, oppure potrei bere ogni singola goccia del tuo sangue. Ma ho di meglio da fare. Quella Elena sembra così appetitosa. E posso fare di lei ciò che voglio. Potrei trasformarla in un vampiro, scommetto che sarebbe fenomenale. Sarebbe davvero uno spreco ucciderla… Ma si vedrà, deciderò sul momento.» Il suo sorriso nauseò ulteriormente Damon.
«N-no! Non az-azzardarti a toccarla!»
Ma in tutta risposta quello lo sollevò e lo mandò a sbattere contro un’altra lapide.
Mentre gli occhi gli si chiudevano e sentiva le forze abbandonarlo, vide il sorriso del vampiro e la sua ombra incombere su di lui.
«Addio Salvatore.»
Damon sperò solo che Elena mantenesse la sua promessa e restasse in casa.
Poi non vide più nulla.
 

***

 
Elena entrò in casa e come aveva promesso a Damon, non uscì. Si sdraiò sul letto in attesa che lui tornasse, e al solo pensiero la ragazza sorrideva, chiudendo gli occhi.
Però sperava che il vampiro non facesse problemi. Si sentiva agitata, ma di sicuro era perché non vedeva l’ora di parlare con Damon.
“Nessun vampiro potrebbe fargli del male.” Pensò la ragazza rotolandosi nel letto, pensando che per fortuna tutto si sarebbe sistemato. “Mi fido di Damon. Mi fido di Damon. Mi fido di Damon.” Queste parole le riecheggiavano nella testa, e sorrideva al pensiero, perché esse erano la verità. Quello che era successo qualche sera fa, era stata solo una sua debolezza.
E tutto si sarebbe risolto.
Era già quasi passata un’ora dalla partenza del ragazzo, e lui ancora non era tornato. Elena provò a controllare che non fosse sull’albero di fronte alla sua finestra, magari in forma di corvo, ma lui non c’era.  Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza in attesa.
Solo dopo qualche minuto sentì chiamare il suo nome.

Elena!
«Damon?» Si rese conto che la voce era nella sua testa. «Damon sei tu?» Disse cercando il ragazzo per la stanza e fuori dalla finestra, ma senza trovarlo.
Sì. Elena ho bisogno del tuo aiuto! Ti prego… devi venire…
Quelle parole stupirono la ragazza, ma reagì subito. Se Damon aveva bisogno di aiuto, lei sarebbe andata.
«Damon, dimmi dove sei!» Ora Elena si sentiva davvero agitata. Cosa poteva essergli successo?

Esci da casa tua, ed entra nel boschetto che c’è di fronte. Veloce…
La ragazza si precipitò al piano di sotto, con il cuore a mille. Se Damon non veniva nemmeno da lei, voleva dire che era davvero grave.
Elena non avvisò nessuno, semplicemente corse fuori sbattendo con violenza la porta e correndo nel bosco. Dopo qualche metro non vide ancora nessuno.
«Damon? Dove sei?!» Era preoccupatissima e non capiva perché Damon si nascondesse in un bosco. Era ferito? Iniziò a penare che qualcosa non andava, che c’era qualcosa di strano, perché Damon non l’avrebbe chiamata nel bosco così.
Decise di tornare indietro, ma sentì un rumore. Damon non si sarebbe nascosto da lei. C’era qualcuno, o qualcosa la fuori, ma qualsiasi cose fosse, non era Damon, realizzò in un istante la ragazza. Ora ne era sicura, non sapeva perché, ma non aveva dubbi. Doveva andarsene.
Si mise a camminare con passo spedito, seguendo a ritroso il percorso, ma qualcosa cadde davanti a lei, che sobbalzò. Non riuscì a vedere, perché li sotto era piuttosto buio, così si girò e iniziò a correre nell’altra direzione. Ora era disperata.
Nell’oscurità, non si accorse di essere andata a sbattere contro… una persona. Immediatamente ci si strinse.
«Damon!» Urlò piena di sollievo. “O dio, o mio dio, per fortuna mi ero sbagliata! Damon è…” Alzò lo sguardo, ma non vide Damon. Urlò e si allontanò dalle braccia dello sconosciuto.
«Calma, Elena. Non c’è bisogno di urlare. Non voglio farti del male.» Disse l’uomo alzando le mani. Il suo tono era falso. Infatti un istante dopo quello iniziò a ridere.
«Chi sei!» Domandò, cercando di vederlo in faccia, mentre i suoi occhi si abituavano all’oscurità.
Dov’era Damon. Quello era il vampiro? Perché era li? Damon non lo aveva trovato?
«Audace. Sono davvero colpito, sei una ragazzina coraggiosa. Ma anche stupida. E’ stato così facile imbrogliarti.» Lui mosse un passo verso Elena, ma lei indietreggiò. Strinse i pugni e si fece coraggio. Doveva temporeggiare, pensò, osservando il ragazzo, e riconoscendolo.
«Dov’è Damon!» Urlò, con le lacrime agli occhi, non sapendo cosa aspettarsi.
«Salvatore? Era il tuo ragazzo?»
“Era? Che accidenti vuol dire?!”
«Già, mi duole dirtelo, ma l’ho appena ucciso, giù al cimitero.»
Le si fermò il respiro. Le ginocchia sembrarono cederle. Il suo cervello, che stava già macchinando un piano di fuga, si fermò. Tutto il suo essere era concentrato su Damon.
“Mente.” Urlò una voce nella sua testa. “Ma Damon avrebbe dovuto ucciderlo, invece lui è qui…”  Pensò con angoscia. Non si accorse nemmeno che si stava avvicinando a lei. “No. No! Mente, è ovvio!”
«Sai Elena, hai un ottimo odore. Scommetto che sei anche … gustosa.»
La ragazza alzò lo sguardo su di lui, e lo riconobbe il barista, quello che già una volta le aveva lanciato sguardi imbarazzanti.
“No, no non può essere!”
«Tu?!»
«Ah, mi hai riconosciuto allora. Mi chiamo Jonathan, comunque.» Disse sorridendo.
«Tu menti!»
«Oh, sul tuo ragazzo? No, non mento affatto. Voleva uccidermi, ma mi aveva sottovalutato. Intrigante, vero? Come la situazione si sia ribaltata.» Disse, mangiandola con lo sguardo. Si faceva sempre più vicino. Elena non sapeva cosa fare, si sentiva male. Damon non poteva essere morto, morto davvero. Era una bugia, doveva resistere, presto lui sarebbe arrivato a salvarla.
«Non essere troppo in pena per lui. I Salvatore sono tutte persone viscide ed egoiste.»
Continuò a guardare Elena. Oramai era così vicino che allungò una mano a sfiorarle la guancia.
«Sei così… non riesco ancora a crederci. Per questo mi pare uno spreco dover… Oh, ma devo attenermi alle regola. Ma sappi che mi dispiacerà davvero. Prima però, nessuno mi vieta di divertirmi un poco…» Disse ridacchiando. Elena tornò in se, e scacciò con un colpo la mano del vampiro, provando a correre verso casa, ma ovviamente lui la bloccò, prendendola per un polso con un movimento velocissimo.
«Non mi credi vero? Hmmm… proviamo questo.»
Improvvisamente Elena vide nella sua mente immagini che lei non aveva mai visto.

Ricordi che non appartenevano a lei.
E, oddio, vide Damon. Jonathan che impalava Damon. Che lo lanciava lontano, mentre si accasciava al suolo.
Elena si allontanò di scatto, portandosi le mani alla testa e lasciando cadere le lacrime.
«NO! No, no, no!» Non poteva essere vero, no, non poteva.
Sentì le mani del vampiro prenderla per le spalle costringerla a rialzarsi, ma non le importava più nulla. Quelle immagini, quelle orribili immagini…
Quasi non sentiva nemmeno più le parole del vampiro.
«Uno spreco… un terribile spreco. Ma non c’è altro modo.»
Si sentì sorretta dalle sue braccia, e sentì che lui cercava di farle reclinare il collo. Non oppose resistenza, semplicemente non ci riuscì.
“Damon. Damon. Damon!” Non poteva pensare ad altro. Non poteva essere vero! Le  immagini erano li, nitide nella sua testa, poteva vedere il volto di Damon. Il sangue, il dolore, persino. Non era vero. Era una finzione, era tutta una maledetta finzione! Doveva esserlo…
Sentì le labbra del vampiro sulla sua gola, e poi un dolore che risvegliò i suoi sensi, ma era troppo tardi ormai. Cercò di lottare e di liberarsi, ma così faceva ancora più male.
I denti del vampiro erano nella sua gola, e lui succhiava avido il suo sangue.
Ed Elena lo capì, la fine era vicina. Presto sarebbe morta, perché era quello che doveva fare il vampiro. Doveva ucciderla. Lo aveva capito sin dal primo momento che lo aveva visto, ora se ne rendeva conto.
Ma la cosa peggiore era che non avrebbe rivisto mai più Damon. Non sapeva se era vivo o morto. E lei non si era nemmeno scusata dignitosamente con lui. Sarebbe morta lasciando un sacco di faccende in sospeso. Non voleva, non poteva. Damon! Dove sei! Pensò disperatamente con le ultime forze.
E si ricordò che poche ore prima aveva pensato che tutto si sarebbe sistemato, che al ritorno di Damon, tutto sarebbe tornato come prima.

Note d'autrice:

Spero abbiate gradito il capitolo, un poco più dinamico dei precedenti!!! Chissà cosa succederà dopo... mah! xD
Allora, come al solito vorrei ringraziare tutti quelli che leggono la mia storia, e che la recensiscono, come Erika90, okkidacerbiatta, Ila_D, Deliah_, biafin e  Clixa!! ^^ Grazie mille a voi, e a chi l'ha aggiunta apreferiti o seguit!! Grazie mille, mi rendete davvero felice!!!! **
Con questo vi saluto, sperando di riuscire ad aggiornare presto la storia!!!
Baci!
Cecy

ps:
Seguite la serie tv?? Se sì, avete visto l'episodio 1x22 Founder's Day??? Oddio... o.O
Ma c'era una scena che penso abbiate più o meno gradito!!! Più o meno, chi lo ha visto sa il perchè! Però era una scena fantastica... ok, ora vi saluto definitivamente! Kiss!

 

   
 
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