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Autore: CrazyGuitar    15/05/2010    0 recensioni
Storia scritta da me e il mitico Psyker. Tratta della squadra di Samantha Tyler, detective di successo a L.A., alle prese con un caso molto particolare. Presto Sam imparerà a conoscere l'assassino da piccoli particolari, con i quali traccerà pezzo per pezzo un identikit dell'animo omicida dell'uomo.
Genere: Thriller, Suspence, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve miei cari lettori! Quest’oggi vi posto una storia a cui sto lavorando insieme a Psyker_ (che potete trovare sul sito sotto questo nome): questo è il nostro secondo lavoro insieme (il primo lo potete trovare tra le opere di Psyker_ e riguarda Final Fantasy VIII). Detto questo vi lascio alla lettura!

 

L’alba di un nuovo giorno a Los Angeles, una nuova e afosa giornata era appena cominciata.

Samantha Tyler, una leggenda nel suo campo, si era appena svegliata. Andò in bagno,e si lavò la faccia davanti ad uno specchio. Era ignara di cosa la aspettasse.

Il lato negativo dell’essere una Detective pubblica, era quello di doversi alzare ogni giorno, volente o nolente, per investigare sulle morti della brava gente. Ma a lei non importava più. La morte era ormai una collega di lavoro, e non si sentiva più a disagio ad affrontarla.

“Ehi ciao! Non ci si vede da tanto eh? Non ti preoccupare, tra qualche settimana sarò in città e verrò a trovarti! “ Trovò una cartolina nella cassetta della posta.

“Idiota.” Quello era un suo amico, un partner che l’aveva accompagnata per cinquantatre dei ben novantanove casi che Sam era riuscita a risolvere.

Detective privati? Ecco un’altra motivazione per odiarli! Non concepiva che qualcuno potesse averla abbandonata, lasciando il proprio posto di lavoro, per fuggire verso nuovi rosei orizzonti.

Si stava dirigendo verso il suo ufficio, ma durante il tragitto fu fermata da una telefonata.

“Ehi Sammy! Sono orgoglioso di affibbiarti il tuo centesimo caso! Inutile dire che mi aspetto un successo da te! Ti manderò un sms con tutti i dettagli del luogo del delitto, la tua squadra è già sul posto.”

Samatha raggiunse il luogo del delitto in dieci minuti di automobile.

Sul luogo fu accolta da Brendon Farrel.

“Ehi Sammy! Come butta?”

“Non chiamarmi Sammy, e non perdiamoci in chiacchiere ragazzino.”

Non era una cattiva persona questo Brandon, era solo un po’ giovane ed inesperto.  Era nel gruppo di Samantha, sotto la sua tutela, da circa tre mesi. Aveva vissuto a New York, e si era trasferito da circa un annetto a Los Angeles per fare un tutorato: avrebbe dovuto imparare sul campo, ciò che aveva già studiato in teoria. Nonostante si rivolgesse a Samantha in maniera informale, non era indisponente, anzi assumeva con grande interesse il suo umile compito: era li semplicemente per spiegare la situazione trovata al momento del ritrovamento.

“Dimmi tutto Farrel.”

“Bene, la vittima è William Bradley,  è stato ritrovato morto da sua figlia Lauren nella sala della cassaforte. Apparentemente è stato ucciso da un taglio netto a livello della carotide. La cassaforte presenta dei danni in superficie, ma non è stata aperta.”

“Perfetto.”

La detective Tyler proseguì verso la scena del crimine.

“Che mi dici Nate?”

Nate era quanto di meglio potesse chiedere una detective: insieme valeva quanto la più attrezzata delle squadre della scientifica. Era con Samantha quasi dal principio, ed è dovuto anche a lui l’ampio numero dei suoi successi. Aveva un dono, per quanto fosse macabro: era capace di capire la situazione al momento preciso dell’assassinio con una rapida occhiata.

“Eccoti arrivata Sam. Ho dato una rapida occhiata alla situazione. Posso dirti che la vittima è stata colta di sorpresa: ha probabilmente sentito un rumore alle sue spalle, e per questo ha compiuto una rapida rotazione facendo perno sulla gamba destra, come testimoniato dalla torsione del tappeto sotto il suo piede. Per il resto ti posso dire che è stato probabilmente ucciso da un coltello lungo tra i 15-20 centimetri.. è stato un rapido colpo partito da in basso a sinistra, che ha poi colpito la gola, percorrendo una traiettoria obliqua verso l’alto e la destra. A giudicare dallo schizzo di sangue, il colpo è stato particolarmente violento, e ha sezionato la carotide. Più di questo al momento non posso dirti.. permettimi di fare qualche ulteriore analisi.”

“Fai come credi Nate.”

Dopodichè prese in mano il cellulare, per chiamare l’ultimo membro del suo staff.

“Pronto? Ci sei  Seraphine?”

Seraphine Connors. Origini francesi. Era una delle menti più brillanti che Sam avesse mai incontrato. Era con lei da una cinquantina di casi, ed era una persona molto disponibile. Usciva poco con gli altri ragazzi. Per lo più se ne stava nello studio, racimolando informazioni. Si poteva considerare una banca dati vivente; era laureata in ingegneria informatica, e non c’era niente che non fosse in grado di fare con un computer a sua disposizione.

“Dimmi tutto Sam”

“Ho bisogno di un favore: devi dirmi tutto ciò che scopri sulla famiglia Bradley.. voglio da subito sapere se ci sono precedenti in famiglia, e ancora meglio se ci sono aspetti oscuri che probabilmente nessuno qui dentro sarà disposto a confidarmi.”

“Fidati di me!”

A quel punto tirò fuori un taccuino; ciò in cui Samantha era imbattibile infatti erano le indagini: era capace di venir fuori pure dai più intricati enigmi, ed era capace di farsi un quadro completo dei sospettati quasi istantaneamente. Si poteva definire una persona sospettosa, seppur onesta.

“Adesso tocca a me!”

  
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