Gli
occhi corvini della
detective scrutavano veloce lo schermo del computer della collega,
aspettava un
qualsiasi indizio su cui cominciare a lavorare. La sua
abilità era sempre stata
l’intuizione: non dava mai niente per scontato ed esaminava
con attenzione
anche i particolari più insignificanti. Non lasciava nulla
al caso, ed odiava
chi portava avanti teorie senza avere la possibilità di
ragionare su fatti
anche solo lontanamente concreti. La sua abilità di
osservare e dedurre era
unica, sotto i suoi occhi scuri tutto prendeva improvvisamente colore,
un buio
illuminato dalla grande mente che la rendeva particolare.
Seraphine trovò finalmente qualcosa:
“Arthur
Bradley: medico
chirurgo.. a quanto vedo si è fatto una fama internazionale
con la sua grande
abilità ed esperienza. L’ho trovato su un sito
privato usato per memorizzare le
diagnosi dei casi più particolari”
“Un
sito privato? E come
sei entrata?”
“Mi
è bastato bypassare
il codice della fonte della pagina e tramite un virus che ho ideato con
alcuni
codici sono riuscita a scombussolare la protezione del sito.
Così facendo sono
risalita all’ultimo medico entrato in questa pagina e ho
rubato nome utente e
password. In questo momento sono Gary Furham!”
La
giovane ragazza
sembrava essere soddisfatta del suo lavoro ma senza farsi sovrastare
dall’entusiasmo cominciò ad elencare al suo capo
tutte le notizie rilevanti sul
signor Bradley:
“Allora
capo, come dicevo
è un medico di questa comunità. Ha studiato
medicina a Yale ed ha completato
gli studi con il massimo dei voti, wow.., classe 1956. Un ottimo
curriculum
direi.. cosa ne pensi?”
Samantha
aveva preso
posto in una sedia dello studio e aveva cominciato ad appuntare
informazioni
fin dalla prima parola di Seraphine. Poi si scostò di lato i
suoi corti capelli
rossi e cominciò a pensare a qualche collegamento:
“Un
medico.., beh con la
precisione con cui è stato eseguito il misfatto non mi
stupirei se l’assassino avesse
una qualche base medica”
“Stai
dicendo che potrebbe
essere stato Arthur??”
“Prova
a riflettere un
attimo Seraphine.., ho dato una rapissima occhiata al cadavere e sono
subito
arrivata alla conclusione che la vittima conoscesse
l’assalitore. Non ha segni
sulle mani né sul resto del corpo. Non ha opposto resistenza
e vista la posizione
del taglio non è neppure stato preso alle spalle.. Insomma
se non un parente
qualcuno che conoscesse e che non gli avrebbe mai fatto del male,
almeno
secondo la vittima. Devo solo informarmi se la stanza è
stata forzata o era
semplicemente aperta.. Bene non mi resta che scoprire se questo Arthur
sia
davvero imparentato con la vittima”
“Se
posso permettermi,
vive proprio qui a L.A. quindi credo ci siano buone
probabilità”
“Ottimo, andrò a dare un’occhiata
più approfondita al cadavere in obitorio,
dopodichè andrò a fare una visitina al nostro
caro dottore. Non sarà contento
di sapere che un suo familiare è morto.. o forse
si!”
La detective si diresse velocemente verso l’obitorio e
ricevendo il consenso da
parte dei medici legali raggiunse la camera con il cadavere di William
Bradley:
“Proprio
come
ricordavo.., nessun segno nelle mani e nessuna ulteriore ferita a parte
qualche
taglio sulla testa dovuto sicuramente alla caduta post-assassinio.. E
mi sa che
devo dare torto anche a Nate.. la vittima non si è voltata
all’ultimo momento
perché accortasi dell’istantanea aggressione ma
perché essendo impegnata ad
aprire la sua cassaforte, voleva che nessuno lo vedesse fin quando non
avesse
finito. Non ha chiuso la porta però... e
l’assassino era già dentro casa sua! Questo
è strano.. In seguito ha sentito qualcuno che stava per
entrare nella camera e
spaventato si è girato di scatto provocando quella curiosa
posizione del
tappeto. Non può che essere andata così
poiché alcune delle chiazze di sangue
cominciano già a pochi passi dalla porta della stanza, che
è situata abbastanza
lontano dalla cassaforte e dal segno sul tappeto.. a giudicare poi
dalla
posizione del taglio alla carotide e del corpo per terra è
improbabile pensare
a degli schizzi portati in quella direzione. Questo vuol dire che per
evitare
di mostrare dove fosse custodita la sua cassaforte ha provato ad andare
incontro all’assassino, nel tentativo di condurlo
immediatamente fuori… questo
però ha subito preso il suo coltello e ha colpito a morte la
vittima, che
barcollando all’indietro, prima di cadere, si è
riportata nuovamente sopra al
tappeto smosso.. Nessun‘ arma del delitto ritrovata e nessun
segno di scasso
alla porta. E’ davvero un caso più unico che
raro..”
Sam
lasciò in seguito
l’obitorio e prima di risalire nella sua auto
chiamò al cellulare la collega
Hacker:
“Seraphine,
sono io. Mi
sai dire l’indirizzo di Arthur Bradley?”
“Certo,
l’ho trovato. Sta
nel Wilshire al 27° di Burton Way”
“Wilshire..,
zona
lussuosa, non credo fosse intenzionato a rubare in quella cassaforte.
Beh
avvisami quando Nate o la polizia riusciranno ad aprire quella cassa
blindata”
“Certo,
a dopo capo!”
Sam
si diresse
immediatamente in direzione del Wilshire, aveva intenzione di
interrogare
Arthur poichè era assolutamente convinta che
l’assassino fosse un conoscente
dell’ucciso, stretto o meno.
La
zona interessata fu
raggiunta nel giro di mezzora e la detective si avviò verso
la porta
dell’abitazione. Sistemò la sua pistola e con il
giusto garbo suonò il
campanello. Ad aprire la porta fu un’anziana signora sulla
sessantina,
probabilmente la domestica, che fece accomodare molto cordialmente
l’ospite.
Sam la squadrò e accertatasi che non nascondesse nulla di
sospetto addosso
chiese di Arthur Bradley.
“Oh
certo signora, è una
sua cliente? Il signor bradley mi ha però detto che
l’ambulatorio è stato
spostato a qualche isolato più avanti..”
“No
signora, sono della
polizia di L.A. detective Samantha Tyler, posso parlargli o devo fare
ricorso
ai segugi per rintracciarlo?”
“Oh
santo cielo! Ha fatto
qualcosa di male il signor Bradley?”
“Se
non mi farà parlare
con lui sono sicura che qualcosa di male la farò
io!”
La
domestica si scusò ed
avviandosi verso l’altra stanza lasciò Sam sola in
salotto.
“Mmh..,
una bella casa,
marmi pregiati ed un’ottima collezione di spade di ogni
epoca. Il camino è
anonimo, in questa parte dell’anno e con questo clima
è stato sicuramente
trascurato per molto tempo. Lampadario con pezzi unici e vari trofei
sullo
scaffale.., sembra un uomo benestante nella norma”
Qualche
secondo dopo ecco
finalmente giungere il signor Arthur Bradley che preso posto davanti
alla bella
detective chiese il motivo della sua presenza quel giorno.
“Salve
Signor Bradley.
Sono giunta dal Westwood per chiederle informazioni su un certo William
Bradley.., lo conosce?”
A
quel nome l’interlocutore
sobbalzò:
“Ah
quel maledetto!!, mi
è sempre stato contro per qualsiasi decisione prendessi!!.
È davvero un
sollievo sapere che partirà tra qualche giorno!”
“Lo
conosce?”
“Certo
che lo conosco, è
mio fratello!”
“Capisco..,
diceva che
sta per partire.. dove?”
“Non
lo so maledizione, è
sempre stato un po’ lunatico ed è indebitato fino
al collo, probabilmente sta
partendo per questo!”
“Beh
non credo ne avrà
più la possibilità.., è stato
ritrovato morto nella camera della cassaforte in
casa sua. Assassinato!”