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Autore: Isotta    15/05/2010    6 recensioni
Cambiato titolo da "Grazie agli sciamani Incas" Ciao! Questa storia mi è venuta in mente in un momento di noia. Mi sono chiesta cosa avrebbe fatto Bella se i Cullen non esistessero. O meglio, se i vampiri non esistessero. Allora tutti i Cullen sarebbero passati al creatore a tempo debito, e Bella che avrebbe fatto? Ma visto che a me non piacciono storie che non sono EdwardxBella ho cercato un modo per farli stare insieme anche con Edward decrepito. Durante una lezione sugli Incas precolombiani, mi è venuto in mente di eliminare i licantropi e trasformare Billy in un discendente degli shiamani Incas. Chissà, magari un modo per sviare la sorte c'è...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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“Alice, ombra, bosco, Port Angeles!” urlai entrando in casa mia.

“Cosa?” Edward comparve all’improvviso dal piano superiore, si era fatto la doccia. Neanche mi accorsi che era senza maglia.

Iniziai a parlare a raffica, come facevo quando ero agitata. “Alice stava nel bosco sola e io l’ho raggiunta, anche se mi faceva male la pancia e mi sentivo in gabbia e credo che sia per quello che il disegno si era fatto di fuoco. Poi ci stava lo spettro, e volevo ucciderlo, ma sono scappata e Alice mi rincorreva, ma non ce la faceva e quando mi sono fermata non c’era, e adesso, adesso.” Mi fermai. “Devo andare a Port Angeles.” Alla fine capii che era quello che dovevo fare e corsi in camera mia.

“Aspetta, Bella.”

Presi una sacca senza dar retta a Edward. “Bella.” Ci ficcai dentro una torcia elettrica, tutti gli strani oggetti che mi aveva dato Piuma di Tortora e il coltello multifunzione.

“Bella ti fermi un attimo?”

“No! Non posso! Ogni secondo è vitale!” urlai uscendo dalla camera scansando in male modo Edward.

Entrai nella camera di Charlie e iniziai a frugare nel cassetto.

“Bella si può sapere che cazzo è successo?” Aveva perso la pazienza.

“Alice è stata rapita. Ne sono sicura. E so anche dove si trova.” Risposi appena mentre mi spostavo a frugare nell’armadio.

“Da chi sarebbe stata rapita?”

“Non lo so, dall’ombra del bosco.”

“Bella, è una pazzia. Se l’hanno rapita non ti avrebbero detto dove si trova, no?”

“Edward è così. STOP.” Dissi scandendo bene le parole. Alice era in pericolo!

“E’ pericoloso.” Mormorò.

“No.” Dissi sfiorando con i polpastrelli l’oggetto che tanto avevo cercato per poi tirarlo fuori.

“Bella, che vuoi fare con quella?” la sua voce era tesa, mi guardava inquieto e allungava le braccia come a contenermi o a prendermi l’oggetto che impugnavo.

“Vado a cercare Alice.” Dissi sicura.

“Bella, chiamiamo la polizia. E’ più sicuro. Posa quella pistola.” Disse calmo, come se stesse parlando con un pericoloso criminale che stava per uccidere una serie infinita di ostaggi.

“NO! L’ha presa in un secondo, Edward! Quel coso non è umano! Ma non lo capisci?” urlai stingendo ancor più forte la pistola. Sapevo che era carica.

“Una ragione in più per non andare, Bella! Se è come dici tu, ti ammazza.”

Strinsi i denti. “E Alice? Non ci pensi a Alice? Se muoio, non fa niente, ho provato a salvare la mia amica!” sbottai. Stavo per mettermi a piangere.

Lui scattò in avanti, come se fosse stato colpito. “E a me? A me non pensi? Che cazzo, Bella! Cosa credi che farò se tu muori? Eh? Ci hai pensato? Tu sei tutta la mia vita! Io ti amo, cazzo! Non so più in che lingua dirtelo! E non ci pensi, a questo? Non è importante?”

Mi bloccai all’improvviso, guardando quei tratti che tanto amavo segnati dalla rabbia, dalla sofferenza e dalla paura. Vidi chiaramente il jet privato che portava i miei neuroni in viaggio ai Caraibi.

E il mio corpo si mosse da solo. Ultimamente tutto stava succedendo troppo in fretta. Gli passai la mano sulla nuca e lo avvicinai.

Lo bacia, piano, appena appena. Solamente un attimo. Un dolce attimo certo. Mala pena un respiro, sulle labbra di Edward. “Tornerò. Con Alice.” Sussurrai quando mi stacca ida lui.

“Non andare.” Mormorò sfiorandomi i capelli, come a trattenermi. “Vado e torno.” Gli risposi scappando nel mio catorcio.

Destinazione? Port Angeles.

 

Il Magazzino Vecchio era uno stanzone dove si stipavano gli ingredienti per la fabbrica di cioccolato che stava lì vicino, ormai chiusa. La fabbrica aveva chiuso proprio a colpa del magazzino. Avevano scoperto che alcuni macchinari erano stati impiantati lì per poter raggirare le tasse che sarebbero aumentate se quelle stesse macchine fossero stati impiantati nello stabile vero e proprio. Ma nel magazzino vivevano allegramente intere famiglie di topi che si andavano mescolando con il cioccolato liquido che veniva preparato dai marchingegni.

Lo scandalo del mese: una signora aveva trovato la coda di un topo nella sua tavoletta di cioccolato. Dopo un sopra luogo le forze dell’ordine avevano fatto chiudere i battenti alla fabbrica.

Un luogo isolato, che andava in malora, dove nessuno si sognerebbe mai di andare.

Era davanti quel luogo dimenticato da ogni divinità del cielo e della terra che stavo, pregando la mia buona stella di una buona riuscita del salvataggio.

Sospirai e entrai.

Shock.

“Bella!”

Shock.

Guardai la bambina che mi veniva in contro saltellando, con un sorriso allegro disegnato sul faccino, le codine bionde proprio come le ricordavo.

“Molly?” chiesi abbracciando la piccola che mi veniva incontro e notando un particolare che mai prima d’ora avevo visto: una stellina nera, appena sotto l’orecchio, fra il lobo e la mandibola.

“Piccola, che ci fai qui?”

“Papà mi ha detto di aspettarti e di portarti sopra dove c’è l’altra ragazza, così la Triade si riunisce!” squilla tutta contenta.

“Phil è qui?” Ma che cosa stava succedendo?

“Vieni!” trilla tutta contenta mentre mi prendeva per mano e mi faceva salire per una stretta scala a chiocciola.

“Bella! Da quanto tempo!” un brivido del tutto spiacevole mi percorre la schiena. No! Quella voce no!

“Sono così contento di rivederti.” Disse con un ghigno il mio, ormai, ex patrigno.

Sorrisi falsamente. “Vorrei poter dire lo stesso.”

Phil rise, ma di un riso lugubre. “Sai qual è la proprietà della Triade?”

“Non so neanche che è, la Triade.” Risposi inacidita.

Phil sorrise, o meglio, ghignò.

“La Triade è un componimento di tre persone, ragazze, con un segno indelebile a forma di stella. Tu, mia figlia Molly e la tua amichetta.” Disse indicando con il braccio una specie di gabbia dove stava rinchiusa… “Alice!”

“Ogni membro della Triade ha dei poteri speciali, ma a quanto pare voi ancora non li avete scoperti. Una speciale particolarità, però, è che se la Triade viene riunita e uccisa insieme nel medesimo momento regala eterna vita all’assassino. Un po’ come il sangue di unicorno o come la pietra filosofale.” Inconsciamente tremo.

“E tu vuoi uccidere tua figlia per eterna vita?” chiesi disgustata.

Il suo ghigno si allargò. “Farei di peggio.”

Mi viene da vomitare. Inizio a frugarmi in tasca alla ricerca della cimice che mi ha regalato Piuma di Tortora. La presi fra le dita, la percorsi per tutta la sua grandezza cercando quel punto strategico che l’aveva attivata.

“Se la tocchi fra le antenne si attiva e sarà come un tuo muscolo. Devi solo immaginare di fare ciò che vuoi che faccia.” Così mi aveva detto.

Sfiorai appena i due filamenti tesi e toccai con il dito proprio lì in mezzo. Allora mi vidi mentre correvo, veloce e invisibile, verso la gabbia di Alice. Mi vidi slegarla e poi aprirle la gabbia. All’improvviso, non sentii più niente in mano.

“E non ti fai schifo?” chiesi.

“No.” Risposta secca, che mi fece vedere tutto rosso.

Volevo ucciderlo, ma questa volta non era l’istinto a dirmelo. Era il mio vero e proprio desiderio di far tremare la terra per far saltare quell’individuo fuori dall’universo.

“Molly, vieni qui.” La chiamò con un sorriso. La bambina fece un sorrisone e gli si avvicinò.

“NO!” urlai prendendola per le spalle e avvicinandola a me. “E’ il mio papà!” disse semplicemente Molly divincolandosi dalla mia presa e correndo verso il padre.

Phil ghignò. “Bene e già due belle legate. Manchi solo tu, Bella.”

Io scattai scendendo velocemente le scale e girando a destra, sopra una specie di impalcatura. Lo sentii borbottare e lanciarsi al mio inseguimento. Mi cadde la sacca dove avevo la pistola.

Cazzo! Adesso come facevo? Mi ricordai di Edward. Gli avevo promesso che sarei tornata.

“Fregata!” sentii la voce allegra di Phil. Mi bloccai e vidi che la strada era bloccata da una ringhiera e, sotto, c’era uno di quei macchinari. Mi girai di scatto, per vedere Phil, anche se in realtà ero come cieca.

“Ho scelto questo posto proprio perché non ci sono vie di uscita. Non sono stato un genio?”

Chiusi gli occhi e pensai a Edward. Se doveva finire, volevo andare all’aceto con la sua immagine davanti agli occhi.

“Sei stata una stupida.”

Scusa, Edward.

“E adesso ti prometto una cosa: mi divertirò nella mia eternità anche per te.”

Scusa, Edward, ti amo.

Uno scoppio risuonò per il capannone, penetrando nei miei pensieri. Aprii piano gli occhi quando sentii di nuovo la cimice fra le dita. Non vidi Phil.

Davanti a me c’era Alice, con la pistola in mano ancora fumante.

Phil era a terra in una pozza di sangue, ma non era più lì.


Ciao!!! Oggi sono di buon umore, ma ho tanta voglia di piangere (?). Chi mi capisce è bravo. Questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l'epilogo. Questa storia è stata un valore affettivo per me: la mia prima vera storia. Con 'sta cosetta qua ho fatto esperienza e la prossima vedrò di farla migliore, migliorandola là dove questa ha fallito. Già ho qualche idea per una nuova storia, ma prima voglio anticiparmi un po' di capitoli. Adesso rispondo alle vostre recensioni così non vi annoio con queste scemenze XD.

chi61: Seguirò tutti i tuoi consigli, sperando che riesco veramente a migliorare! Una volta mia zia mi disse 'il proprio giudizio fa bene all'anima' XD. Kiss.

Austen95: Per il punto 1) non ti preoccupare ;) per il punto 2) non sono l'onnipotente! Solo Gesù sa far resuscitare i morti! Kiss.

Rebussiii: Jasper sarà la medicina di Alice. Eccoti qua la dischiarazione, un po' striminzita, no? MA mglio di niente MUAAAAAA. Kiss.

Dreamerchan: Forse a furia di volerti bene ho assimilato i tuoi complessi ;). Mai parole furono più veritiere! Non puoi imparare a far qualcosa se non la fai! Grazie mille!!! Kiss.

kandy_angel: :$. Ma graziee! Eccola la dichiarazione... un po' bruttina, vero? Sono onorata che la mia storiella sia fra le poche delle tue preferite! Quando ho letto il tuo commento mi si è stampato un sorriso in faccia che andava da un orecchio all'altro!!! Kiss.

 

   
 
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