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Autore: Cicci 12    15/05/2010    3 recensioni
Elettra Bertani, una ragazza italiana, da poco trasferitasi a Los Angeles, ma con tanta voglia di fare nuove esperienze e di conoscere gente nuova. Ed è proprio quello che le accadrà, anche se nel suo piano non era previsto un certo attore famoso dagli occhi cristallini che tante volte l’ha fatta sognare. Si incontrano per caso, sotto il sole californiano; come si dice, quando il destino ci mette lo zampino....
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- Scusami, non volevo. Tutto bene?- chiese una voce roca e profonda. Sollevai gli occhi per guardarlo in viso e il cuore mi si fermò per quelli che mi sembrarono almeno 5 secondi. Due occhi azzurri e profondi mi osservavano con un misto di preoccupazione e fastidio. Ma quello che mi fece rischiare l’infarto fu il fatto che io conoscevo quegli occhi, anche se li avevo sempre e solo visti in fotografie, film e programmi TV. Quegli stessi occhi azzurri che spesso tormentavano i miei sogni da ormai 2 anni, da quando li avevo incrociati nel film cult dell’anno precedente, “Twilight”. Quelli erano gli occhi di Robert Pattinson, il mio sogno proibito ed impossibile. (Capitolo 2)
Salve a tutti!! Bè, negli ultimi tempi le ff su Robert si sprecano,
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 31 Sulla bocca di tutti

Titolo: What do you live for? I live for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci 12
Capitolo: Sulla bocca di tutti
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me

 

What do you live for? I live for you

…Sulla bocca di tutti…

Cap. 31 Sulla bocca di tutti

 

Quella mattina mi alzai piuttosto tardi; quando sbirciai la sveglia sul mio comodino, mi resi conto che era quasi mezzogiorno.

Appena fui abbastanza vigile da rendermi conto di dove mi trovavo e di che giorno fosse, non potei impedire alle mie labbra di curvarsi in un sorriso radioso, al pensiero di ciò che era successo il giorno prima.

Io e Robert c’eravamo finalmente dichiarati, con immensa gioia dei nostri amici e in modo particolare di Kellan e Nikki.

- Oh, era ora! Cominciavo a pensare che fossi gay!- aveva esclamato il nostro simpatico amico Lutz, quando ci aveva visti arrivare mano nella mano.

- Non ti dirò “Te l’avevo detto” solo perché sono una persona educata.- aveva invece osservato Nikki, sussurrando poi un “Io lo sapevo” a Kris che era seduta accanto a lei.

Quest’ultima aveva voluto invece sapere tutti i minimi particolari di cos’era successo, ed io le descrissi tutti i dettagli, contenta di poterlo raccontare a qualcuno: in fondo sono donna, no?

Alla sera Robert mi aveva portato a cena fuori, anche se ovviamente il ristorante l’avevo scelto io, dal momento che lui non avrebbe nemmeno saputo da che parte iniziare a cercare, ma era stato dolcissimo per tutto il tempo, anche durante la passeggiata che avevamo fatto mano nella mano prima che lui tornasse in hotel.

Avevo appositamente scelto stradine secondarie, per evitare che qualche paparazzo ci pizzicasse sul più bello, ed entrambi avevamo sperato che il buio fosse nostro complice.

Mi alzai dal letto stiracchiandomi, pregustando con il pensiero il momento in cui avrei rivisto Robert, di lì a pochi minuti; ci eravamo messi d’accordo per trovarci nel luogo in cui si sarebbe tenuto il servizio fotografico, che sarebbe avvenuto proprio in una delle piazze centrali.

Sapevo che quel giorno non sarei stata così fortunata da non trovare nessuno intorno al set; era proprio nel centro della città, sotto gli occhi di tutti e già temevo la mandria di fans inferocita che mi sarei ritrovata a dover affrontare.

Mi buttai sotto la doccia, lasciando che il getto fresco dell’acqua mi scorresse sulla pelle; il giorno seguente saremmo tornati in America e sinceramente non vedevo l’ora di lasciare l’Italia, e soprattutto tutti i problemi che mi avevano spinto per molto tempo a non tornare.

E sperai soprattutto di non fare altri brutti incontri per quel giorno, mentre tornavo in camera mia ad indossare un paio di jeans e una canottiera.

Afferrai la borsa che avevo lasciato sul letto e mi precipitai fuori di casa dopo aver salutato velocemente mia madre, impaziente di raggiungere Robert.

Appena giunsi in Piazza Santa Maria Novella, non potei fare a meno di stupirmi di tutta la gente che era ammassata davanti alle “porte” del set, nonostante mi fossi già preparata a quell’eventualità.

Solo quando mi trovavo davanti una distesa di carne umana come quella, mi rendevo conto del reale successo di Robert e gli altri.

Cercai di scivolare via senza farmi notare, circumnavigando quella massa umana per raggiungere il retro del set, dove sapevo di poter entrare senza troppe difficoltà e lontana da occhi indiscreti.

La sera prima Robert era stato molto diligente nel parlarmi di quell’entrata: probabilmente aveva previsto l’assalto delle fans, proprio come avevo fatto io.

Finalmente giunsi a quella che il mio ragazzo aveva chiamato “entrata secondaria”, costituita in realtà da una semplice guardia.

Mi avvicinai titubante, non essendo ben sicura di come dovevo comportarmi; sapeva del mio arrivo? Se avessi dato il mio nome mi avrebbe lasciato passare? Mi sarei dovuta mettere a pregare in ginocchio, assicurandolo che ero la ragazza di uno degli attori impegnati nel servizio fotografico?

L’unico modo per saperlo era tentare.

- Salve.- salutai: come inizio non era male.

Ora dovevo solo aspettare di scoprire se avrei dovuto aggiungere qualcosa o se quell’omaccione che mi stava davanti era abbastanza informato senz’alcun dettaglio supplementare.

- Lei è la signorina Bertani?- mi domandò lui in italiano.

Tirai un sospiro di sollievo, mentre annuivo: a quanto pareva Robert aveva fatto le cose per bene.

- Potrei vedere un documento? Sa, non è che non mi fidi, ma viste le circostanze…- mi chiese, lasciando poi in sospeso la frase, lanciando un’occhiata nella direzione in cui si trovava la mandria di ragazzine impazzite.

- Ma certo, si figuri. Mi sembra più che logico.- acconsentii, regalandogli un sorriso ed estraendo la mia carta d’identità dal portafoglio.

Dopo averla osservata per solo pochi secondi (probabilmente aveva controllato solo il nome), mi lasciò passare, augurandomi buona giornata.

Raggiunsi senza fatica il punto in cui Robert e gli altri erano in posa per gli scatti fotografici, curandomi di rimanere tuttavia nascosta; prevenire è meglio che curare, e non ero sicura che un braccio staccato a morsi fosse curabile.

Fui fortunata, dal momento che arrivai giusto pochi attimi prima che il fotografo concedesse agli attori una pausa.

Vidi Robert allontanarsi dal set sbuffando, bellissimo nella sua camicia grigia, i capelli sempre indomabili, seguito a poca distanza ed imitato da Kris, che si passò una mano tra la lunga chioma.

Rimasi a guardarlo per un po’, senza farmi notare, mentre afferrava una bottiglietta d’acqua lì vicino, sorseggiandone il suo contenuto.

Ci vollero pochi secondi prima che il suo sguardo intercettasse il mio, accorgendosi così della mia presenza.

Un sorriso abbagliante gli illuminò il viso, mentre si dirigeva veloce verso di me.

- Piccola. Perché non mi hai detto che eri arrivata?- mi domandò lui, afferrandomi per la vita e posandomi un casto bacio sulle labbra.

- Sono appena arrivata. E poi mi piace guardarti.- gli risposi, sussurrando a pochi millimetri dalla sua bocca, per poi impossessarmene.

- Ehi, piccioncini, mi sta venendo il diabete.- commentò Kellan, che ci aveva raggiunti.

- Ci hai rotto le scatole per mesi e mesi perché non ci decidevamo a dichiararci, e ora che l’abbiamo fatto devi ancora assillarci con le tue frecciatine, scimmione?- mi rivolsi a lui, mentre Robert mi abbracciava da dietro, affondando il volto nei miei capelli.

- Mi sembrava di averti avvisato fin da subito che il mio scopo sarebbe sempre stato quello di assillarti fino alla morte.- mi fece notare sogghignando, ripercorrendo il nostro primo incontro.

- Touchè.- risposi io ridendo, imitata dai due uomini.

Passai la pausa pranzo in loro compagnia e il pomeriggio appostata in un angolo a guardali seguire le istruzioni del fotografo, stando ben attenta a non entrare nel campo visivo delle belve inferocite.

Verso le 8 li accompagnai in un pub, poco lontano dall’albergo, per una cena veloce, dal momento che erano tutti quanti molto stanchi.

Obbligai Robert a tornare in hotel con gli altri, dal momento che non volevo essere la causa della sua stanchezza, dandoci appuntamento per la mattina seguente, pronti a tornare in California.

Quando arrivai davanti alla porta di casa, infilai le chiavi nella toppa, facendo scattare la serratura, ma non feci nemmeno in tempo ad accendere la luce che mi trovai davanti mio padre, il volto deformato dalla rabbia e una rivista aperta nella mano destra.

- Pensi ancora che sia troppo paranoico? Hai ancora il coraggio di dire che mi sbagliavo?- mi urlò contro, schiaffandomi davanti il giornale.

Lo afferrai senza capire, posando lo sguardo su di esso; quando mi resi conto a cosa si riferiva, strabuzzai gli occhi, incredula.

Le foto mie e di Robert scattate il giorno prima nel parco in cui c’eravamo baciati la prima volta, occupavano entrambe le pagine, mentre un articolo scritto a caratteri minuscoli descriveva la nuova love story dell’attore inglese.

Lo lessi rapidamente, più di una volta: non erano a conoscenza del mio nome, ovviamente, ma il mio viso si poteva distinguere benissimo accanto a quello del ragazzo dagli occhi azzurri.

Tuttavia, quel primo momento di sbalordimento scemò in fretta; in fondo avevo sempre saputo che il rischio sarebbe stato quello, non potevo pretendere di restare nascosta per sempre.

Certo, avrei sperato di avere più tempo, ma ormai quel che era fatto era fatto e nessuno poteva farci niente.

- Allora, come ti giustifichi?- urlò ancora mio padre, forse notando il mio sguardo stranamente rilassato.

- Non urlare, papà.- lo ammonii, puntando i miei occhi nei suoi.

- Rispondimi.- insistette lui.

- Non mi giustifico in nessun modo. Io e Robert ci amiamo, e se stargli accanto significa rinunciare alla mia privacy, sono disposta a farlo.-

Non sapevo se erano state le mie parole o il mio sguardo deciso a scatenarlo, ma lo vidi avanzare di un passo verso di me, una mano alzata pronto a schiaffeggiarmi.

E fu quello che fece; lo schiaffo arrivò forte e potente sulla mia guancia destra, obbligandomi a voltare la testa.

Erano anni che mio padre non mi picchiava, nemmeno quando ero piccola l’aveva mai fatto spesso.

Lacrime di rabbia cominciarono a rigarmi le guance, mentre riportavo lo sguardo su di lui.

- Se questo è tutto ciò che mi sai dire, me ne vado. Non mi vedrete più.- gli urlai contro, la rabbia che mi schizzava da ogni poro.

Mi diressi furente verso la mia stanza, incontrando sulla mia strada mia madre, che tentò di fermarmi, avendo assistito alla scena da una certa distanza.

Gettai in valigia i pochi vestiti che mi ero portata e dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla mia camera, uscii sbattendo la porta e dirigendomi verso l’uscita.

- Se esci da quella porta, non ti azzardare a mettere mai più piede in questa casa.- mi ringhiò contro mio padre.

Gli lanciai uno sguardo di sfida, per poi rivolgermi a mia madre, in lacrime sulla soglia del salotto.

- Ciao mamma.- la salutai, triste come lei, ma decisa.

Uscii nell’aria calda di Firenze, decisa a non tornare sui miei passi.

Mentre le lacrime mi scorrevano sul viso, mi affrettai a prendere il tram che mi avrebbe portata lontana da lì.

 

* * *

 

Fissai le stelle sopra la mia testa; quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto il cielo italiano.

Il giorno seguente saremmo tutti tornati in California e dovevo ammettere che non vedevo l’ora.

Tirai una lunga boccata dalla sigaretta che tenevo in mano, senza distogliere lo sguardo dalla città.

Era una cosa brutta da pensare, anche un po’ egoista forse, ma volevo allontanare Elettra dal suo passato e da tutto ciò che l’aveva fatta soffrire: per lei, certo, ma anche un po’ per me.

Non volevo più vederla versare lacrime per il suo ex, mi faceva troppo male.

Cercai di distogliere il pensiero da quelle congetture, mentre mi rimbombavano ancora in testa le frecciatine di Kellan; era rimasto nella mia stanza fino a pochi minuti prima, con il solo intento di rompermi le scatole.

Sorrisi tuttavia divertito, mentre aspiravo un’ultima boccata di fumo.

In quello stesso istante, sentii bussare alla porta: mi voltai verso di essa stupito, mentre spegnevo il mozzicone di sigaretta nel posacenere.

- Kellan, se sei venuto a fare ancora il coglione…- cominciai avviandomi verso la porta, convinto che si trattasse ancora del mio collega, ma quando l’aprii mi trovai davanti Elettra.

Aveva gli occhi gonfi e rossi, segno che aveva pianto fino a pochi attimi prima, le guance ancora bagnate di lacrime e la valigia alla mano.

- Elettra, tesoro, cos’è successo?- le chiesi preoccupato, spalancando gli occhi.

- Robert… abbracciami…- sussurrò piano, gettandosi tra le mie braccia.

La strinsi forte, mentre chiudevo la porta alle sue spalle, trascinandola verso l’interno della camera.

La feci accomodare sul letto, senza lasciarla andare nemmeno per un secondo, lasciando che si sfogasse, prima di chiederle qualcosa.

Finalmente i singhiozzi si placarono, così la scostai da me di pochi centimetri, per poterla guardare in faccia.

- Piccola, cos’è successo?- le domandai nuovamente, spostandole una ciocca di capelli dal volto ed irrigidendomi subito dopo: che si trattasse nuovamente di Claudio?

- Io… h-ho litigato c-con mio p-padre…- iniziò lei, con la voce ancora rotta dal pianto.

Tirai un sospiro di sollievo, senza farmi notare, mentre lei partiva con il suo racconto.

Quando mi rivelò che la causa di tutto era stato un articolo su noi due con tanto di foto, il sangue mi si ghiacciò nelle vene.

- Elettra, mi dispiace. Sono stato uno stupido. Sarei dovuto stare più attento.- cercai di scusarmi, passandomi una mano sul viso.

La cosa che temevo di più al mondo, schiaffare la nostra relazione su tutti i giornali, mettere in pericolo la sua privacy, si era già avverata.

Così presto…

- Rob, non dirlo neanche per scherzo, non è colpa tua.- cercò di consolarmi lei, posandomi una mano sulla spalla.

Che buffo, nel giro di pochi secondi i ruoli si erano invertiti: non ero io quello che doveva consolarla?

- Guardami.- aggiunse poi, scostandomi decisa la mano dal volto e obbligandomi a guardala negli occhi.

- Niente di tutto questo è colpa tua. Quando ho deciso di essere la tua ragazza avevo già messo in preventivo la possibilità di dover rinunciare alla mia privacy. Certo, pensavo di avere più tempo… ma è meglio così. Meglio togliersi il dente subito.-

La fissai negli occhi, prima di avvicinarmi e posarle un casto bacio sulle labbra.

- Mi dispiace per tuo padre.- le sussurrai poi, posando la fronte sulla sua.

- Già, anche a me. Quello che mi ha fatto più male è vedere il dolore negli occhi di mia madre. E quello che mi ha detto lui…-

Non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome.

- È come se mi avesse diseredato come figlia. Ma quello che temeva veramente non era che la mia privacy venisse gettata sulle prime pagine di tutti i giornali, aveva paura della sua di privacy, temeva che mi venissero a cercare anche a casa…-

Le lacrime ripresero a scorrerle lungo le guance, mentre io la stringevo di nuovo a me.

- Cerca di non pensarci. Domani torniamo in America e per un po’ non vedrai più nessuno. Sono sicuro che quando deciderai di tornare, tuo padre ti avrà già perdonata. E io sarò con te, quando accadrà.- aggiunsi poi, incatenando il mio sguardo a quello azzurrissimo di lei.

La mia era una promessa, la promessa di restare con lei a lungo, fino a quando mi avesse voluto al suo fianco.

Si allungò verso di me per baciarmi, approfondendo il bacio quando sentii la sua lingua esplorare le mie labbra e poi la mia bocca.

La feci stendere sul letto ed io accanto a lei, mentre la passione invadeva entrambi.

Quando mi resi conto che stava cercando di sfilarmi la maglietta, mi ci volle tutta la mia forza di volontà per fermarla.

- Aspetta…- sussurrai, con voce roca a causa del desiderio che mi stava invadendo.

- Che c’è?- mi chiese lei, con lo stesso tono, fissandomi con gli occhi sgranati: non si aspettava un mio rifiuto.

- Non pensare che non ti voglia. Anzi, vorrei prenderti qui, adesso.- cercai di tranquillizzarla: non volevo farla sentire respinta.

- Allora perché…-

- Non voglio fare le cose di fretta. Stiamo insieme da soli due giorni.-

- Ma io non sono…-

- Lo so.- mi affrettai ad interromperla: non volevo che mi dicesse che non era più vergine, che era diventata donna con il suo ex.

Quando sarebbe giunto il momento per noi due, volevo far finta che non fosse così, che sarei stato io il primo.

- Lo so, non è questo quello che intendevo. Ma non voglio che succeda così, adesso. Per me sei importante, Elettra,e non voglio che tra noi succeda troppo velocemente. Ci saranno altre occasioni, vedrai.- l’assicurai, sfiorandole la fronte con le labbra e chiudendo gli occhi.

La sentii annuire ed ero sicuro che avesse capito le mie motivazioni.

- D’accordo, come vuoi. Anzi, ammetto che sono d’accordo con te. Voglio che sia importante. Prima mi sono fatta prendere un po’ la mano dalla situazione.- mi confessò, facendomi sorridere.

Ci baciammo ancora, poi si allontanò dalle mie labbra, appoggiando la testa sul mio petto.

- Posso restare qui stanotte?- mi chiese, sospirando.

- Ma certo. Non devi neanche chiedermelo.-

Le accarezzai i capelli fino a quando non sentii il suo respiro farsi regolare, avvertendomi che si era addormentata.

Così mi rilassai anche io, abbandonandomi poco dopo alle braccia di Morfeo.

 

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Eccomi tornata!!!!

Scusate l’enorme ritardo, ma questo è un periodo, non pessimo, di più… -.-

Tra studio, esami e trasloco, penso che mi rinchiuderanno in manicomio molto presto.

Cooooomunqueeeeeee!!!

Che ne dite del capitolo???

Lo so, starete pensando che Rob è uno stupido per averla respinta, voi volete la parte hot!!! XDXD

Ma cercate di capirlo, stanno insieme da due giorni, sarebbe sembrata una cosa da una botta e via.

E non è quello che volete, vero??? ;)

Certo che rileggendo il capitolo devo trovarmi d’accordo con Kellan: fanno venire il diabete sti due. O.o

Ma sono agli inizi, tutti sono così, andando avanti miglioreranno. ^^

Ma sapete che mi sono resa conto che non manca tantissimo all’uscita di Eclipse??? Ma che meraviglia!! *.*

Devo dire che io ho un doppio motivo per aspettare il film con ansia; prima di tutto, per il film in se… sono troooooooppooooo curiosa, caspita!!! *.*

In secondo luogo…. Finisco gli esami!!!!!!

Quindi… 30 giugno, ti aspetto con ansia!!!!! XDXD

Cris91: Mmmmh… cercherò di non farti spaventare, ma la loro storia non sarà tutta rose e fiori. Però tranquilla, niente di troppo spaventoso! ;) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e spero tanto che valga lo stesso anche per questo, per il prossimo, per il prossimo ancora… insomma, per tutta la storia. XDXD Un bacioneeeeeee

Zizzicullen: vi siete baciati????? Eeeeeeh, magariiiiiii!!! *.* Non dirmi certe cose che poi mi vengono i bollori. XDXD eh, già, finalmente ce l’hanno fatta, ma x la parte più hot, si dovrà aspettare ancora un po’. Prima che tu possa uccidermi, ricorda che la pazienza è la virtù dei forti! XDXD un bacioneeee

Lyla_: tesoro mioooooooooooooo!!!!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che sia stato proprio come te l’eri immaginato!! ^^ tesoro, ma così mi fai commuovere… ç_ç anche tu sei fantasticaaaaaaa!!!!!!! >.< eh, già, esami del cavolo!! Lunedì inizia il tour de force e fino al primo di luglio sono trooooppo incasinata! Spero comunque di riuscire a postare il più frequentemente possibile. Con questi esami ci sentiamo anche poco… ç_ç dobbiamo rimediareeeeee! >.< ti adoroooooooooooooo un bacione immenso!!!!!

Lampra: Woooooow!! Una nuova lettrice, che meraviglia!! *.* eh, già, pure io mi stupisco… -.- no, sto skerzando!!! Le recensioni sono poche, ma buone, quindi mi va bene così! ;) poi vedo che c’è un sacco di gente che legge o che mi ha messo tra i preferiti senza commentare, quindi sono contenta così. ^^ spero che continuerai comunque a recensire, qualche commento in più non mi disp. :P un bacioneeee

  
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