Titolo:
What do you live for? I live
for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci 12
Capitolo: Sulla bocca di tutti
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Sulla bocca di tutti…
Quella mattina
mi alzai piuttosto tardi; quando sbirciai la sveglia sul mio comodino, mi resi
conto che era quasi mezzogiorno.
Appena fui
abbastanza vigile da rendermi conto di dove mi trovavo e di che giorno fosse,
non potei impedire alle mie labbra di curvarsi in un sorriso radioso, al
pensiero di ciò che era successo il giorno prima.
Io
e Robert c’eravamo
finalmente dichiarati, con immensa gioia dei nostri amici e in modo particolare
di Kellan e Nikki.
- Oh, era ora!
Cominciavo a pensare che fossi gay!- aveva esclamato
il nostro simpatico amico Lutz, quando ci aveva visti arrivare mano nella mano.
- Non ti dirò
“Te l’avevo detto” solo perché sono una persona
educata.- aveva invece osservato Nikki, sussurrando poi un “Io lo sapevo” a
Kris che era seduta accanto a lei.
Quest’ultima
aveva voluto invece sapere tutti i minimi particolari di cos’era
successo, ed io le descrissi tutti i dettagli, contenta di poterlo raccontare a
qualcuno: in fondo sono donna, no?
Alla sera
Robert mi aveva portato a cena fuori, anche se ovviamente il ristorante l’avevo
scelto io, dal momento che lui non avrebbe nemmeno
saputo da che parte iniziare a cercare, ma era stato dolcissimo per tutto il
tempo, anche durante la passeggiata che avevamo fatto mano nella mano prima che
lui tornasse in hotel.
Avevo
appositamente scelto stradine secondarie, per evitare che qualche paparazzo ci
pizzicasse sul più bello, ed entrambi avevamo sperato
che il buio fosse nostro complice.
Mi alzai dal
letto stiracchiandomi, pregustando con il pensiero il momento in cui avrei
rivisto Robert, di lì a pochi minuti; ci eravamo messi
d’accordo per trovarci nel luogo in cui si sarebbe tenuto il servizio
fotografico, che sarebbe avvenuto proprio in una delle piazze centrali.
Sapevo che
quel giorno non sarei stata così fortunata da non trovare nessuno intorno al
set; era proprio nel centro della città, sotto gli occhi di tutti e già temevo
la mandria di fans inferocita che mi sarei ritrovata a dover affrontare.
Mi buttai
sotto la doccia, lasciando che il getto fresco dell’acqua mi scorresse sulla
pelle; il giorno seguente saremmo tornati in America e sinceramente non vedevo
l’ora di lasciare l’Italia, e soprattutto tutti i problemi che mi avevano
spinto per molto tempo a non tornare.
E sperai soprattutto
di non fare altri brutti incontri per quel giorno,
mentre tornavo in camera mia ad indossare un paio di jeans e una canottiera.
Afferrai la
borsa che avevo lasciato sul letto e mi precipitai fuori di casa dopo aver
salutato velocemente mia madre, impaziente di raggiungere Robert.
Appena giunsi
in Piazza Santa Maria Novella, non potei fare a meno di stupirmi di tutta la
gente che era ammassata davanti alle “porte” del set, nonostante mi fossi già
preparata a quell’eventualità.
Solo quando mi
trovavo davanti una distesa di carne umana come
quella, mi rendevo conto del reale successo di Robert e gli altri.
Cercai di
scivolare via senza farmi notare, circumnavigando quella massa umana per
raggiungere il retro del set, dove sapevo di poter entrare senza troppe difficoltà
e lontana da occhi indiscreti.
La sera prima
Robert era stato molto diligente nel parlarmi di quell’entrata: probabilmente
aveva previsto l’assalto delle fans, proprio come avevo fatto io.
Finalmente
giunsi a quella che il mio ragazzo aveva chiamato “entrata secondaria”,
costituita in realtà da una semplice guardia.
Mi avvicinai
titubante, non essendo ben sicura di come dovevo comportarmi; sapeva del mio
arrivo? Se avessi dato il mio nome mi avrebbe lasciato
passare? Mi sarei dovuta mettere a pregare in ginocchio, assicurandolo che ero
la ragazza di uno degli attori impegnati nel servizio fotografico?
L’unico modo
per saperlo era tentare.
- Salve.-
salutai: come inizio non era male.
Ora dovevo
solo aspettare di scoprire se avrei dovuto aggiungere qualcosa o se
quell’omaccione che mi stava davanti era abbastanza informato senz’alcun
dettaglio supplementare.
- Lei è la
signorina Bertani?- mi domandò lui in italiano.
Tirai un sospiro di sollievo, mentre annuivo: a quanto pareva Robert
aveva fatto le cose per bene.
- Potrei
vedere un documento? Sa, non è che non mi fidi, ma
viste le circostanze…- mi chiese, lasciando poi in sospeso la frase, lanciando
un’occhiata nella direzione in cui si trovava la mandria di ragazzine
impazzite.
- Ma certo, si figuri. Mi sembra più che logico.- acconsentii,
regalandogli un sorriso ed estraendo la mia carta d’identità dal portafoglio.
Dopo averla
osservata per solo pochi secondi (probabilmente aveva controllato solo il
nome), mi lasciò passare, augurandomi buona giornata.
Raggiunsi
senza fatica il punto in cui Robert e gli altri erano in posa per gli scatti
fotografici, curandomi di rimanere tuttavia nascosta; prevenire è meglio che
curare, e non ero sicura che un braccio staccato a morsi fosse curabile.
Fui fortunata,
dal momento che arrivai giusto pochi attimi prima che
il fotografo concedesse agli attori una pausa.
Vidi Robert
allontanarsi dal set sbuffando, bellissimo nella sua camicia grigia, i capelli
sempre indomabili, seguito a poca distanza ed imitato
da Kris, che si passò una mano tra la lunga chioma.
Rimasi a
guardarlo per un po’, senza farmi notare, mentre afferrava una bottiglietta d’acqua lì vicino, sorseggiandone il suo contenuto.
Ci vollero
pochi secondi prima che il suo sguardo intercettasse il mio, accorgendosi così
della mia presenza.
Un sorriso
abbagliante gli illuminò il viso, mentre si dirigeva veloce verso di me.
- Piccola.
Perché non mi hai detto che eri arrivata?- mi domandò lui, afferrandomi per la
vita e posandomi un casto bacio sulle labbra.
- Sono appena
arrivata. E poi mi piace guardarti.- gli risposi, sussurrando a pochi
millimetri dalla sua bocca, per poi impossessarmene.
- Ehi,
piccioncini, mi sta venendo il diabete.- commentò Kellan, che ci aveva raggiunti.
- Ci hai rotto
le scatole per mesi e mesi perché non ci decidevamo a dichiararci, e ora che
l’abbiamo fatto devi ancora assillarci con le tue
frecciatine, scimmione?- mi rivolsi a lui, mentre Robert mi abbracciava da
dietro, affondando il volto nei miei capelli.
- Mi sembrava
di averti avvisato fin da subito che il mio scopo sarebbe sempre stato quello
di assillarti fino alla morte.- mi fece notare
sogghignando, ripercorrendo il nostro primo incontro.
- Touchè.-
risposi io ridendo, imitata dai due uomini.
Passai la
pausa pranzo in loro compagnia e il pomeriggio appostata in un angolo a guardali seguire le istruzioni del fotografo, stando ben
attenta a non entrare nel campo visivo delle belve inferocite.
Verso le 8 li
accompagnai in un pub, poco lontano dall’albergo, per una cena veloce, dal momento che erano tutti quanti molto stanchi.
Obbligai
Robert a tornare in hotel con gli altri, dal momento che
non volevo essere la causa della sua stanchezza, dandoci appuntamento per la
mattina seguente, pronti a tornare in California.
Quando arrivai
davanti alla porta di casa, infilai le chiavi nella toppa, facendo scattare la
serratura, ma non feci nemmeno in tempo ad accendere
la luce che mi trovai davanti mio padre, il volto deformato dalla rabbia e una
rivista aperta nella mano destra.
- Pensi ancora
che sia troppo paranoico? Hai ancora il coraggio di dire che mi sbagliavo?- mi
urlò contro, schiaffandomi davanti il giornale.
Lo afferrai
senza capire, posando lo sguardo su di esso; quando mi resi conto a cosa si
riferiva, strabuzzai gli occhi, incredula.
Le foto mie e
di Robert scattate il giorno prima nel parco in cui c’eravamo
baciati la prima volta, occupavano entrambe le pagine, mentre un articolo
scritto a caratteri minuscoli descriveva la nuova love story dell’attore
inglese.
Lo lessi
rapidamente, più di una volta: non erano a conoscenza del mio nome, ovviamente,
ma il mio viso si poteva distinguere benissimo accanto a quello del ragazzo
dagli occhi azzurri.
Tuttavia, quel
primo momento di sbalordimento scemò in fretta; in fondo avevo sempre saputo
che il rischio sarebbe stato quello, non potevo pretendere di restare nascosta
per sempre.
Certo, avrei
sperato di avere più tempo, ma ormai quel che era fatto era fatto e nessuno
poteva farci niente.
- Allora, come
ti giustifichi?- urlò ancora mio padre, forse notando il mio sguardo
stranamente rilassato.
- Non urlare, papà.- lo ammonii, puntando i miei occhi nei suoi.
- Rispondimi.-
insistette lui.
- Non mi
giustifico in nessun modo. Io e Robert ci amiamo, e se
stargli accanto significa rinunciare alla mia privacy, sono disposta a farlo.-
Non sapevo se
erano state le mie parole o il mio sguardo deciso a scatenarlo, ma lo vidi
avanzare di un passo verso di me, una mano alzata pronto
a schiaffeggiarmi.
E fu quello
che fece; lo schiaffo arrivò forte e potente sulla mia guancia destra,
obbligandomi a voltare la testa.
Erano anni che
mio padre non mi picchiava, nemmeno quando ero piccola
l’aveva mai fatto spesso.
Lacrime di
rabbia cominciarono a rigarmi le guance, mentre riportavo lo sguardo su di lui.
- Se questo è
tutto ciò che mi sai dire, me ne vado. Non mi vedrete più.- gli urlai contro,
la rabbia che mi schizzava da ogni poro.
Mi diressi
furente verso la mia stanza, incontrando sulla mia strada mia madre, che tentò
di fermarmi, avendo assistito alla scena da una certa distanza.
Gettai in
valigia i pochi vestiti che mi ero portata e dopo aver lanciato un ultimo
sguardo alla mia camera, uscii sbattendo la porta e dirigendomi verso l’uscita.
- Se esci da
quella porta, non ti azzardare a mettere mai più piede in questa casa.- mi ringhiò contro mio padre.
Gli lanciai
uno sguardo di sfida, per poi rivolgermi a mia madre, in lacrime sulla soglia
del salotto.
- Ciao mamma.-
la salutai, triste come lei, ma decisa.
Uscii
nell’aria calda di Firenze, decisa a non tornare sui miei passi.
Mentre le
lacrime mi scorrevano sul viso, mi affrettai a prendere il tram che mi avrebbe portata lontana da lì.
* * *
Fissai le
stelle sopra la mia testa; quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto
il cielo italiano.
Il giorno seguente
saremmo tutti tornati in California e dovevo ammettere che non vedevo l’ora.
Tirai una
lunga boccata dalla sigaretta che tenevo in mano, senza distogliere lo sguardo
dalla città.
Era una cosa
brutta da pensare, anche un po’ egoista forse, ma volevo allontanare Elettra
dal suo passato e da tutto ciò che l’aveva fatta soffrire: per lei, certo, ma
anche un po’ per me.
Non volevo più
vederla versare lacrime per il suo ex, mi faceva troppo male.
Cercai di
distogliere il pensiero da quelle congetture, mentre mi rimbombavano ancora in
testa le frecciatine di Kellan; era rimasto nella mia stanza fino a pochi
minuti prima, con il solo intento di rompermi le scatole.
Sorrisi
tuttavia divertito, mentre aspiravo un’ultima boccata di fumo.
In quello
stesso istante, sentii bussare alla porta: mi voltai verso di essa stupito,
mentre spegnevo il mozzicone di sigaretta nel posacenere.
- Kellan, se
sei venuto a fare ancora il coglione…- cominciai avviandomi verso la porta,
convinto che si trattasse ancora del mio collega, ma quando l’aprii
mi trovai davanti Elettra.
Aveva gli
occhi gonfi e rossi, segno che aveva pianto fino a pochi attimi prima, le
guance ancora bagnate di lacrime e la valigia alla mano.
- Elettra,
tesoro, cos’è successo?- le chiesi preoccupato,
spalancando gli occhi.
- Robert…
abbracciami…- sussurrò piano, gettandosi tra le mie braccia.
La strinsi
forte, mentre chiudevo la porta alle sue spalle, trascinandola verso l’interno
della camera.
La feci accomodare sul letto, senza
lasciarla andare nemmeno per un secondo, lasciando che si sfogasse, prima di
chiederle qualcosa.
Finalmente i
singhiozzi si placarono, così la scostai da me di pochi centimetri, per poterla
guardare in faccia.
- Piccola,
cos’è successo?- le domandai nuovamente, spostandole
una ciocca di capelli dal volto ed irrigidendomi subito dopo: che si trattasse
nuovamente di Claudio?
- Io… h-ho
litigato c-con mio p-padre…- iniziò lei, con la voce ancora rotta dal pianto.
Tirai un sospiro di sollievo, senza farmi notare, mentre lei partiva
con il suo racconto.
Quando mi
rivelò che la causa di tutto era stato un articolo su
noi due con tanto di foto, il sangue mi si ghiacciò nelle vene.
- Elettra, mi
dispiace. Sono stato uno stupido. Sarei dovuto stare più attento.- cercai di
scusarmi, passandomi una mano sul viso.
La cosa che
temevo di più al mondo, schiaffare la nostra relazione su tutti i giornali,
mettere in pericolo la sua privacy, si era già avverata.
Così presto…
- Rob, non
dirlo neanche per scherzo, non è colpa tua.- cercò di consolarmi lei, posandomi
una mano sulla spalla.
Che buffo, nel
giro di pochi secondi i ruoli si erano invertiti: non ero io quello che doveva
consolarla?
- Guardami.-
aggiunse poi, scostandomi decisa la mano dal volto e obbligandomi a guardala negli occhi.
- Niente di
tutto questo è colpa tua. Quando ho deciso di essere la tua ragazza avevo già
messo in preventivo la possibilità di dover rinunciare alla mia privacy. Certo,
pensavo di avere più tempo… ma è meglio così. Meglio togliersi il dente
subito.-
La fissai
negli occhi, prima di avvicinarmi e posarle un casto bacio sulle labbra.
- Mi dispiace
per tuo padre.- le sussurrai poi, posando la fronte sulla sua.
- Già, anche a
me. Quello che mi ha fatto più male è vedere il dolore negli occhi di mia
madre. E quello che mi ha detto lui…-
Non riusciva
nemmeno a pronunciare il suo nome.
- È come se mi
avesse diseredato come figlia. Ma quello che temeva veramente non era che la
mia privacy venisse gettata sulle prime pagine di
tutti i giornali, aveva paura della sua di privacy, temeva che mi venissero a
cercare anche a casa…-
Le lacrime
ripresero a scorrerle lungo le guance, mentre io la stringevo di nuovo a me.
- Cerca di non
pensarci. Domani torniamo in America e per un po’ non
vedrai più nessuno. Sono sicuro che quando deciderai di tornare, tuo padre ti
avrà già perdonata. E io sarò
con te, quando accadrà.- aggiunsi poi, incatenando il mio sguardo a quello
azzurrissimo di lei.
La mia era una
promessa, la promessa di restare con lei a lungo, fino
a quando mi avesse voluto al suo fianco.
Si allungò
verso di me per baciarmi, approfondendo il bacio quando sentii la sua lingua
esplorare le mie labbra e poi la mia bocca.
La feci stendere sul letto ed io accanto
a lei, mentre la passione invadeva entrambi.
Quando mi resi
conto che stava cercando di sfilarmi la maglietta, mi ci volle tutta la mia
forza di volontà per fermarla.
- Aspetta…-
sussurrai, con voce roca a causa del desiderio che mi stava invadendo.
- Che c’è?- mi
chiese lei, con lo stesso tono, fissandomi con gli occhi sgranati: non si
aspettava un mio rifiuto.
- Non pensare
che non ti voglia. Anzi, vorrei prenderti qui, adesso.- cercai di
tranquillizzarla: non volevo farla sentire respinta.
- Allora
perché…-
- Non voglio
fare le cose di fretta. Stiamo insieme da soli due giorni.-
- Ma io non sono…-
- Lo so.- mi affrettai ad interromperla: non volevo che mi
dicesse che non era più vergine, che era diventata donna con il suo ex.
Quando sarebbe
giunto il momento per noi due, volevo far finta che non fosse così, che sarei
stato io il primo.
- Lo so, non è
questo quello che intendevo. Ma
non voglio che succeda così, adesso. Per me sei importante, Elettra,e non voglio che tra noi succeda troppo velocemente. Ci
saranno altre occasioni, vedrai.- l’assicurai,
sfiorandole la fronte con le labbra e chiudendo gli occhi.
La sentii
annuire ed ero sicuro che avesse capito le mie motivazioni.
- D’accordo,
come vuoi. Anzi, ammetto che sono d’accordo con te. Voglio che sia importante.
Prima mi sono fatta prendere un po’ la mano dalla situazione.- mi confessò,
facendomi sorridere.
Ci baciammo
ancora, poi si allontanò dalle mie labbra, appoggiando la testa sul mio petto.
- Posso
restare qui stanotte?- mi chiese, sospirando.
- Ma certo. Non devi neanche chiedermelo.-
Le accarezzai
i capelli fino a quando non sentii il suo respiro farsi regolare, avvertendomi
che si era addormentata.
Così mi
rilassai anche io, abbandonandomi poco dopo alle
braccia di Morfeo.
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Eccomi tornata!!!!
Scusate
l’enorme ritardo, ma questo è un periodo, non pessimo, di più… -.-
Tra studio,
esami e trasloco, penso che mi rinchiuderanno in manicomio molto presto.
Cooooomunqueeeeeee!!!
Che ne dite
del capitolo???
Lo so, starete
pensando che Rob è uno stupido per averla respinta, voi volete la parte hot!!! XDXD
Ma cercate di capirlo, stanno insieme da
due giorni, sarebbe sembrata una cosa da una botta e via.
E non è quello
che volete, vero??? ;)
Certo che
rileggendo il capitolo devo trovarmi d’accordo con Kellan: fanno
venire il diabete sti due. O.o
Ma sono agli inizi, tutti sono così,
andando avanti miglioreranno. ^^
Ma sapete che
mi sono resa conto che non manca tantissimo all’uscita di Eclipse??? Ma che meraviglia!! *.*
Devo dire che
io ho un doppio motivo per aspettare il film con ansia; prima di tutto, per il
film in se… sono troooooooppooooo curiosa, caspita!!!
*.*
In secondo
luogo…. Finisco gli esami!!!!!!
Quindi… 30
giugno, ti aspetto con ansia!!!!! XDXD
Cris91: Mmmmh… cercherò di non farti spaventare,
ma la loro storia non sarà tutta rose e fiori. Però tranquilla, niente di troppo spaventoso! ;) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e spero
tanto che valga lo stesso anche per questo, per il prossimo, per il prossimo
ancora… insomma, per tutta la storia. XDXD Un bacioneeeeeee
Zizzicullen: vi siete baciati?????
Eeeeeeh, magariiiiiii!!! *.* Non dirmi certe cose che
poi mi vengono i bollori. XDXD eh, già, finalmente ce l’hanno
fatta, ma x la parte più hot, si dovrà aspettare ancora un po’. Prima che tu
possa uccidermi, ricorda che la pazienza è la virtù dei forti! XDXD un
bacioneeee
Lyla_: tesoro mioooooooooooooo!!!!!
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che sia stato proprio come te
l’eri immaginato!! ^^ tesoro, ma così mi fai
commuovere… ç_ç anche tu sei fantasticaaaaaaa!!!!!!!
>.< eh, già, esami del cavolo!! Lunedì inizia il
tour de force e fino al primo di luglio sono trooooppo incasinata! Spero
comunque di riuscire a postare il più frequentemente possibile. Con questi
esami ci sentiamo anche poco… ç_ç dobbiamo rimediareeeeee! >.< ti
adoroooooooooooooo un bacione immenso!!!!!
Lampra: Woooooow!!
Una nuova lettrice, che meraviglia!! *.* eh, già, pure
io mi stupisco… -.- no, sto skerzando!!! Le recensioni
sono poche, ma buone, quindi mi va bene così! ;) poi
vedo che c’è un sacco di gente che legge o che mi ha messo tra i preferiti
senza commentare, quindi sono contenta così. ^^ spero che continuerai comunque
a recensire, qualche commento in più non mi disp. :P
un bacioneeee