I
personaggi di cui scrivo non mi appartengono e non ho contatti con loro. Non
pretendo di descriverli come sono in realtà, né di descrivere situazioni
realmente vissute da loro.
Quanto
scrivo non è a scopo di lucro.
Le
mie sono opere di fantasia e rivendico i miei diritti su esse solo in quanto
sono state partorite dalla mia immaginazione.
Le
Bambole Non Hanno Sentimenti
Jasmine You entrò nella stanza come un uragano.
Hizaki fu preso talmente alla sprovvista che per poco il pennello con
cui stava ritoccando il fard gli cadde dalle mani, effetto saponetta.
Teru lo fissò sbalordito.
Jasmine You non riusciva ad essere così irruento neanche quando era agitato
per qualcosa… e già vederlo agitato era un evento. Jasmine You era l’essenza
stessa dell’eleganza e della compostezza.
«Cosa è successo?» chiese cauto Kamijo.
Jasmine You si fermò di botto, «Niente. Gomen se vi ho interrotto.»
«Kudasai, sembravi rincorso da Enma Daiou in persona» disse Yuki con il
classico tono Perché farci perdere tempo?
Il bassista, anche lui già pronto per l’ennesimo servizio fotografico, respirò
profondamente, «Ho incrociato un tizio che non era propriamente un fan. Mi ha…»
«Ti ha messo le mani addosso??» esplose Kamijo.
Jasmine You scosse la testa.
Il bassista era il più giovane del gruppo, veniva naturale a tutti
quanti proteggerlo… anche se si avviava a passi da gigante verso i trent’anni!
Inoltre, nel gioco dei Versailles, Jasmine You e Hizaki erano le dame,
Teru, Kamijo e Yuki i cavalieri… quindi erano doppiamente protetti.
Senza contare che Kamijo, il re indiscusso, più di una volta aveva
detto che Jasmine You era l’equivalente della preferita.
Il solista era profondamente affezionato al bassista. D’altra parte era
facile voler bene a Jasmine You.
«Mi ha detto che sono solo una stupida bambola.»
Un coro di sospiri rassegnato saturò l’aria.
«E mi ha rotto il ventaglio facendomelo cadere.»
Kamijo masticò un qualcosa di molto simile ad una bestemmia. «Allora ti
ha toccato!»
«Ma no!»
«Non sei una bambola, Jasmine You» mormorò perplesso Yuki.
«Il suo modo strafottente mi ha infastidito» ammise Jasmine You. «Almeno
non mi ha rotto quello viola.»
«Pausa pranzo!» annunciò un’assistente del fotografo.
Un lampo illuminò gli occhi di Kamijo. «Pensi che il tizio possa
lavorare qui?» chiese.
Jasmine You lo fissò per qualche secondo, «Mi sembra che avesse un
cartellino al collo, ma non l’ho mai visto sul set.»
«Vi portiamo qualcosa?» chiese il responsabile della loro sicurezza
facendo capolino.
«No» rispose risoluto Kamijo. «Andiamo al bar.»
«Vestiti così?» chiese Teru comicamente perplesso.
«Sicuro. Qui qualcuno ha le idee un po’ confuse… occorre decisamente
schiarirgliele.»
Dopo venti minuti, successivamente alla spiegazione di Kamijo circa cosa
intendeva fare, erano tutti e cinque seduti ad un tavolo, sistemati in pose con
delle tazze di tea davanti.
Avevano convinto anche il loro apparato di sicurezza a lasciarli fare.
Hizaki e Jasmine You addirittura tenevano elegantemente in mano le
tazze (vuote per renderle più leggere possibile), il primo nell’altra mano
teneva il piattino, il secondo un ventaglio aperto.
Kamijo aveva assunto la posa del
re pensatore, come la chiamava lui, Yuki sembrava fissare il vuoto con un
dito a sfiorare la guancia, Teru era languidamente abbandonato sulla sedia con
aria profondamente annoiata.
In realtà tutti potevano intravedere tutti.
Si erano messi apposta in cerchio.
L’idea di Kamijo era di dimostrare cosa significasse essere una bambola. Aveva ordinato
specificatamente di non muoversi per niente al mondo, tranne a Jasmine You che
avrebbe mosso appena il ventaglio quando quel tizio fosse apparso all’orizzonte
per avvisarli.
Jasmine You e Hizaki erano stati blindati contro il muro, per arrivare
a loro avrebbero dovuto alzare di peso Teru o Yuki.
«Ma che carini!» commentò una voce dieci secondi dopo il segnale di
Jasmine You.
L’allegro chiacchierio di sottofondo, buona parte del quale erano
commenti meravigliati riguardanti loro e la scenetta in atto, si chetò all’istante.
«Sembrano proprio delle bambole!» disse una seconda voce.
«Siete ridicoli» stabilì la prima voce.
Nessuno si mosse.
«Mi avete sentito?» riprese la solita voce.
Niente.
Immobili.
«Ma… sono riproduzioni?» chiese una terza voce improvvisamente cauta e
perplessa.
«Macché riproduzioni!» sbottò la prima voce «Guarda come sono riprod…!»
Così dicendo colpì Kamijo ad una spalla.
Il cantante si reclinò da un lato seguendo la direzione della spinta,
il braccio, liberato dall’appoggio della testa, scivolò di lato rimanendo a
penzoloni.
L’espressione di Kamijo non cambiò di una virgola, solo la testa si
piegò come se non ci fosse una colonna vertebrale a sorreggerla.
Silenzio.
«Ma sono morti??» esplose la terza voce agitata.
Qualcuno diede una leggera scossa a Yuki che imitò il cantante cadendo
di lato, anche il suo braccio scivolò seguendo la forza di gravità.
«Lo scherzo è bello finché dura poco» riprese nervoso la prima voce. «Piantatela.
Ehi, tu con il ventaglio!»
Jasmine You non mosse un muscolo.
Dentro di sé stava osannando Kamijo e il suo genio e sapeva di non
essere il solo.
Doveva ricordarsi di offrirgli da bere!
Anche Teru fu strattonato.
L’espressione annoiata non cambiò di un millimetro, ma il suo corpo
seguì la traiettoria delle sollecitazioni e scivolò appena fuori dalla sedia in
una posa scomposta.
Il silenzio si poteva tagliare con il coltello.
«Andiamocene» si lamentò la seconda voce.
Uno dei tre si sporse verso Hizaki e con un gesto rabbioso gli strappò di
mano la tazzina.
Il chitarrista lasciò che il braccio seguisse il movimento dello
strappo, poi lo riportò naturalmente alla posizione originale, come se il
braccio fosse stato bloccato in quella posa e non potesse cambiarlo da solo, l’espressione
vuota e fissa.
«Non è possibile…» farfugliò il tipo.
Si concentrò su Jasmine You.
Ovviamente i tre tizi non poterono vederlo, perché quello concentrato
su Jasmine You era spostato troppo in avanti e gli altri due erano alle spalle
del solista, ma gli occhi di Kamijo si mossero orientandosi verso Jasmine You.
Un cenno di preoccupazione dell’amico e lo avrebbe steso, quello
stronzo.
Il tizio sventolò una mano a pochi centimetri dal naso di Jasmine You,
che non ebbe reazione.
«Parlami kso, ti sei anche incazzato poco fa!!»
Niente.
In quel preciso momento Kamijo si alzò sfiorando il tizio che stava
fissando Jasmine You.
«Oh cazzo attento!!!» esplose uno dei due dietro il cantante.
Il tizio con un salto indietreggiò di due metri.
Immediatamente anche gli altri quattro sembrarono risvegliarsi da un
lungo sonno.
«Paura eh?» chiese Kamijo ironico.
Il tizio aveva il fiatone.
«Hai capito adesso che differenza c’è fra noi e delle bambole?» s’informò
poi cordiale.
«Siete pazzi…» farfugliò il tizio dopo essersi passato il dorso della
mano sulla bocca «siete completamente pazzi…»
«Meglio pazzo che baka» lo informò Hizaki, «mi renderesti la tazzina
kudasai?» aggiunse gentilmente.
Il tizio guardò la tazzina che aveva ancora in mano come se non ne
avesse mai vista una.
«E’ evidente che non sei molto… aperto
di mente» riprese Kamijo girando intorno alla sedia e sedendosi quasi sullo
schienale, bilanciandosi elegantemente contro.
«Madre Natura ti ha mai chiesto scusa per il brutto scherzo che ti ha tirato?»
s’informò Jasmine You partecipe facendosi aria con il ventaglio.
«Effettivamente ha un po’
esagerato con lui…» convenne Hizaki rassegnato.
«Vedi, noi cinque siamo contro l’idiozia e la stupidità, ma questo non
ci porta a venirti a cercare per offenderti…» riprese Kamijo dopo una breve
risata collettiva, «non capiamo cosa ci fai esattamente al mondo, ma ti
lasciamo vivere… vedi di accordarci la stessa cortesia… perché se pensi che oggi
ti abbiamo spaventato… ti informo che ancora non sai cosa sia la paura.»
«Kamijo-chan» disse dolcemente Jasmine You nel silenzio che seguì, «non
parlare troppo ricercato… che non ti capiscono.»
Stavolta scoppiarono a ridere tutti i presenti.
I tre se ne andarono senza aggiungere un fiato.
Il responsabile della loro sicurezza si avvicinò, «Kamijo, mi hai fatto
sudare freddo» lo informò.
«Non ci avrebbe mai fatto del male davanti a tanta gente» lo
tranquillizzò Kamijo tornando a sedere.
«Su, mangiate adesso» disse l’uomo allontanandosi.
Apparve dal nulla una bambina con un orsacchiotto in mano. «Gomennasai…»
mormorò.
Seguita a ruota da una donna, «Tokie…» sembrò rimproverarla prendendola
per un braccio.
«Non c’è problema signora, la lasci pure» disse Yuki.
La bambina si voltò verso Jasmine You, «Non… non sei una bambola allora…»
disse delusa.
«No piccola, le bambole non hanno sentimenti, io ne ho anche troppi a
volte» fu la risposta del bassista.
Kamijo lo guardò soddisfatto.
«Vi prego di perdonarla…» riprese la donna, «siamo entrate che eravate
già immobili e… beh, lasciatemi dire che avete ingannato anche me. Siete stati
proprio bravi.»
Ringraziarono con un gesto della testa.
«Io avrei dato Motoru per avere te» disse la bambina, sempre rivolta a
Jasmine You, tendendo il suo orsacchiotto. «Sei bellissimo.»
«Oh, arigatou…» disse Jasmine You sorridendo e inchinandosi appena.
La donna stava fissando la figlioletta con gli occhi fuori dalle orbite
e la bocca aperta, «Tokie!!» esplose «Oh signorina, la prego di perdonarla!!»
aggiunse precipitosamente diventando di tutti i colori.
Stavolta risero tutti, mentre la piccola Tokie riprendeva la madre, «Ma
mamma, sono tutti dei maschi, non vedi!!»
«Ha ragione sua figlia, signora» confermò Kamijo all’occhiata sperduta
della donna.
L’occhiata della donna si concentrò su Jasmine You e Hizaki… «Complimenti
a chi vi trucca…» mormorò incredula, «da non credere…»
«Posso farmi una foto con te?» chiese Tokie sempre ben concentrata su
Jasmine You.
«Oh Tokie…» gemette la madre disperata.
«Signora, mi creda, non ci sono problemi, anzi» la rassicurò Jasmine
You.
Con un elegante gesto del polso chiuse il ventaglio e… «Yuki, potresti
sollevare Tokie per mettermela in collo?»
Yuki eseguì ridendo ancora divertito, «Ma perché il mondo non è popolato
da bambini??» chiese a tutti e a nessuno.
Kamijo seguiva divertito l’evolversi della situazione.
Tokie si sistemò in collo a Jasmine You come se avesse trovato casa. «Anata
mo sei bello» disse rivolta a Hizaki che la fissava incantato.
Il chitarrista si inchinò toccando quasi il tavolo con il naso, «Onorato.»
Finirono con il fare una foto a testa con la piccola, sotto l’occhio
vigile del loro apparato di sicurezza.
Furono costretti a mangiare a tempo di record, ma il buon umore era
tornato sovrano.
Quando si alzarono, Kamijo si rivolse a Jasmine You, «Quindi ci siamo
capiti…» disse con il tono di una conclusione.
«Perfettamente» lo rassicurò il bassista. «Sappi che quando ti ho visto
accasciarti mi sono quasi spaventato!» lo rimproverò poi.
«Ennesima conferma che non sei una bambola…»
Risero come ragazzini.
«Ok, possiamo andare?» chiese Teru.
«Mh…» mugolò Hizaki improvvisamente.
«Che c’è?» chiese Jasmine You.
Il chitarrista sembrava improvvisamente abbattuto.
«Ehi Hizaki, tutto ok?» chiese Kamijo.
«Si è portato via la tazzina» li informò laconico con tanto di
scossetta di spalle.
Scoppiarono a ridere.
«Maddai!!!!» esclamò Yuki «E io ti sto anche a sentire!»
«Su, vorrei finire questo servizio fotografico entro cena!» li richiamò
all’ordine Kamijo.
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NOTE:
Angolo del
vocabolario giapponese/italiano:
Gomennasai o gomen = scusa
(inteso come scusami e tutte le sue varianti: scusatemi, scusate…)
Kudasai = per favore
Kso = maledizione
(l'espressione, non la parola semplice)
Arigatou = grazie
Anata mo = anche tu
Angolo scintoista:
Enma Daiou = è il
signore di Yomi, la Terra dei Morti
E boh… è venuta così.
Non conosco neanche una loro canzone, mi sto… documentando.
Perdonate l’intrusione nel fandom…
*s’inchina e fugge*