Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: hotaru    16/05/2010    1 recensioni
Non appena Trisha Elric vide il proprio figlio maggiore e la nipote della vicina uscire dal pozzo, per un istante le sembrarono due spiritelli vissuti là sotto per secoli.
Pieni di terra rossa e polvere di cemento, puzzavano di sangue e... urina?
Terza classificata a "A Contest for Faber" indetto da RoyxEd 4Ever
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2- Nel pozzo Nel pozzo


- Ehi, Winry! Winry sei qui? No, mi sa di no... – fu il pensiero che Ed espresse ad alta voce, quando venne a cercarla da quelle parti.
L'ora di cena era già passata, e la nonna di Winry era venuta a casa loro a chiedere se la nipote fosse ancora lì a giocare con lui e Al.
- No, non la vediamo da quando siamo tornati – avevano risposto.
Poi, sentendosi dire che la ragazzina non era nemmeno a casa, Ed aveva detto che forse sapeva dove si trovava ed era andato a cercarla.
Era convinto che Winry fosse tornata al campo, anche se per qualche assurdo motivo non aveva detto niente a sua nonna, facendola preoccupare.
"E poi dice a me e ad Al che siamo degli irresponsabili! Aspetta che la trovi...".
Ma quando arrivò nei pressi del pozzo e non la vide, iniziò seriamente a chiedersi che fine avesse fatto l'amica.
- Ed! - lo chiamò lei. Ma dov'era? - Eeed! -.
- Winry? Ma dove sei? -.
- Qui sotto! -.
- Qui sotto? - qui sotto dove?
- Nel pozzo! -.
Eh? Ed corse alla vera in cemento, sporgendosi a vedere. Tuttavia le ombre della sera si erano ormai allungate, ed era impossibile riuscire a scorgere il fondo, nascosto nel buio.
- Che ci fai lì? - gridò nella bocca del pozzo.
- Ho trovato un cane! - fece lei di rimando.
- Un cane? -.
- Sì! È ferito! Da sola non riesco a portarlo su! -.
- Ma sei matta? Avrebbe potuto morderti! -.
- Non dire sciocchezze! - quest'ultima considerazione di Winry fu accompagnata da un sonoro guaito, che convinse Ed a rispondere:
- Aspetta! Vengo a vedere! -.
Quello strano pozzo, costruito da chissà chi e chissà quando, aveva all'interno una serie di pioli in ferro che sporgevano dal cemento, che Ed utilizzò per scendere nel buio.
- Accidenti, che puzza! - esclamò mentre si calava, attento a dove metteva i piedi.
- Fossi in te starei zitta! - lo apostrofò lei, per nulla spaventata da quella strana situazione – Il cane ha perso del sangue, ma quello che mi fa più schifo è sapere di essere seduta su quello che voi continuate a buttare qui dentro, pensando che io non lo sappia! -.
Ed ridacchiò, mentre raggiungeva il fondo.
- Sì sì, va bene. Winry, dove... AH! -.
Un urlo improvviso fendette l'aria pesante che si respirava là sotto, tanto improvviso che Winry sobbalzò.
- Che cos'hai? - chiese subito, apprensiva – Ed, che ti è successo? -.
- Il... il piede... - mormorò debolmente lui, con un tono che non le piacque affatto.
A tentoni, nel buio della sera, Ed tastò il punto in cui sentiva quel dolore lancinante. E sentì qualcosa di duro e freddo penetrare nella pianta del piede, attraverso il sandalo.
- Ho... ho paura di essermi piantato un chiodo nel piede -.
- Cosa? -.
Winry, che teneva il cane sulle gambe, allungò una mano alla cieca finché incontrò quella dell'amico, tirandolo verso di sé. Il dolore lo stava facendo sudare freddo, ma quando Ed sentì sulle dita le vellutate orecchie del cane e il calore del suo muso, si tranquillizzò.
- Lui come sta? -.
- Adesso è troppo buio, ma prima ho visto che ha una zampa messa male, e ha perso molto sangue -.
In effetti, quando provò a sfiorare quella che sembrava la zona ferita, la sentì viscida e più calda del normale. Il cane uggiolò con un verso acuto, come a chiedersi perché fosse arrivato qualcun altro lì sotto, e nessuno avesse intenzione di tornarsene fuori.
- Beh, direi che siamo bloccati qui – riuscì a dire lentamente Ed, cercando di non pensare a quel pezzo di metallo che gli perforava la carne.
- Sta' tranquillo – lo rassicurò Winry, prendendogli una mano. Anche lei era sudata, e forse iniziava ad avere paura – Sono sicura che ci troveranno. In fondo Al si immaginerà che siamo qui, no? -.

Sì, Al se l'era immaginato fin dall'inizio, ma sapeva anche che sarebbero incappati in una bella punizione per essere andati così lontano di sera, perciò aveva sperato fino all'ultimo che Ed e Winry si decidessero a tornare per conto loro.
Cosa che non avvenne, e che iniziò a far preoccupare anche lui finché non si decise a dirlo a sua madre.
E quando li trovarono, l'unico che riuscì a tirarli fuori fu quel marcantonio del signor Curtis, il loro vicino.
Non appena Trisha Elric vide il proprio figlio maggiore e la nipote della vicina uscire dal pozzo, per un istante le sembrarono due spiritelli vissuti là sotto per secoli. Pieni di terra rossa e polvere di cemento, puzzavano di sangue e... urina? E quando vide il piede di Ed, temette quasi che avrebbero dovuto amputarglielo, tanto quella ferita sembrava sporca.
Winry non volle saperne di mollare il cane finché non l'ebbero portato da un bravo veterinario, e anche allora gli rimase accanto fino alla completa guarigione.


- Ehi, Ed, potresti controllare se in fondo al pozzo ci sono ancora delle tracce di urina – disse Al appoggiato alla vera in cemento, guardando giù.
- O del sangue di Den – fece lui – A proposito, come sta? -.
- È morto qualche anno fa. Avrei voluto seppellirlo qui, ma adesso sono contenta di non averlo fatto. Non avrei mai voluto imbattermi nelle sue ossa piazzando le trivelle -.
Ed tacque un momento, guardando confusamente verso il fondo.
- Anche se noi ci rifiutiamo, sarà qualcun altro a fare il lavoro. Non risolverebbe niente -.
- Sì, lo so – disse piano Winry.
- Sapete, io non credo sia un caso che siamo stati mandati proprio noi ad analizzare questo terreno – disse a un tratto Al – Possibile che dei tre team chimico-geologico, di ingegneria e di impatto ambientale siamo stati scelti noi per il sopralluogo e i primi campioni? Non lo trovate strano? -.
Winry sorrise, per poi sporgersi dal bordo e gridare verso quella bocca oscura:
- Ehi, pozzo magico! Cosa vuoi da noi? -.
- Winry, quanti anni hai? - chiese Ed, massaggiandosi le tempie.
- La tua stessa età, se non te lo ricordi... – guardò Al, e a entrambi venne da ridere nello stesso momento - ... Braccio d'Acciaio -.
Ed assunse un'espressione corrucciata, come se si trovasse ad avere a che fare con due bambini.
- Ancora con quello stupido soprannome? Ma quanti anni sono passati? -.
- Beh, sai – rispose Winry – Rivedere il pozzo mi ha fatto tornare in mente un sacco di cose -.
- Già – convenne Al.


Ed se ne stava seduto fuori, sotto la finestra, con il piede fasciato. Accanto a lui era sdraiato il cane salvato dal pozzo, con la zampa fasciata.
C'era un certo spirito solidale, fra loro.
- Ed, vuoi del succo di frutta? - chiese Al dalla porta.
- Sì, grazie -.
- Ehi! - Winry arrivò trafelata e raggiante, come avesse appena scoperto una nuova legge della fisica – Ho trovato un nome per il cane! -.
- Davvero? -.
Si schiarì la voce, per poi declamare:
- Dentro il pozzo
  Edward Elric si calò e
  Nel piede un chiodo si piantò -.
- Non è un po' lungo? - chiese Al senza battere ciglio.
- Ma no, è un acronismo! Se si prende l'iniziale di ogni verso, si ottiene il nome abbreviato: Den. Vi piace? -.
- Innanzitutto si dice “acronimo” - la corresse Ed, per poi scuotere lentamente la testa – Tu sei completamente pazza -.
- Ma, chissà perché, quando mi sono calata io nel pozzo, non mi è successo niente – gli ricordò lei.
Ed afferrò la stampella appoggiata alla sedia e tentò di correrle dietro, anche se non ottenne altro che far ridere a crepapelle lei e Al.
Finché non fu guarito se ne rimasero fra le case, giocando più che altro agli Indiani. Dato che non poteva muoversi più di tanto, il suo ruolo usuale era quello dello sciamano con accanto il proprio fido cane-spirito.
E fu allora che, nello scegliere i nomi Sioux per il gioco, Ed si vide appioppare il nome "Braccio d'Acciaio". Un nome che fu piuttosto duro a morire.


- Senti, Winry – disse Ed, dopo averci rimuginato un po' su – Se il terreno risultasse troppo argilloso, le trivelle verrebbero piazzate comunque? -.
Lei scrollò le spalle.
- Dipende da quanto si guadagnerà con l'estrazione. Guarda che le trivelle si possono piazzare anche in mezzo al deserto, soprattutto se lo faccio io -.
- Già – mormorò lui, la mente assorta che sembrava percorrere quel campo avanti e indietro.
Poi guardò Al, che capì all'istante.
- Ed, no. Sarebbe un rischio troppo grande. Non importa che fine farà questo posto, noi sappiamo che c'è stato. È questo che importa -.
Winry girò la testa dall'uno all'altro, guardandoli confusa.
- Che significa? - poi, d'un tratto, sembrò capire – Sei tu che hai in mano l'analisi dei terreni, giusto? -.
Ed annuì.
- Ed, no – ripeté lei – Al ha ragione, lascia perdere. Non importa -.
- Sì che importa. E poi degli impianti eolici sarebbero molto più utili, no? Tranquilli, non mi scopriranno -.
Al e Winry non dissero nulla, ma sapevano per esperienza che non sarebbero riusciti a fargli cambiare idea.
- Comunque sia... - Ed fece una smorfia – Fosse almeno un bosco, ci sarebbe più gusto a salvarlo -.
Non si accorse che Winry gli si era avvicinata finché non sentì una pacca sulle spalle:
- Adesso sì che ti riconosco. Stavo cominciando a preoccuparmi, sai? -.
- Sì, figurati – ghignò lui.
Il vento, che aveva continuato imperterrito a riempire i loro capelli di terra rossa, si fece ancora più forte. Un turbine di polvere si alzò sulla bocca del pozzo, danzando nel vuoto.
Ed lanciò un'occhiata critica alla vera in cemento, per poi saltarci sopra.
- Io proporrei un'ultima sfida. Che ne dici, Al? -.
- Non ci pensare neanche! - strillò subito Winry, mentre suo fratello scoppiava a ridere – Guarda che, se anche l'altra volta hai avuto la fortuna di uscirne, stavolta Al non andrebbe a chiamare proprio nessuno! -.
- Dai, stavo scherzando! Una volta mi avevi detto di diventare "civile" prima dei vent'anni, ricordi? Bene, ho provveduto -.
- E io ho imparato ad essere puntuale – ribatté lei, stando al gioco – Ti sei accorto che sono arrivata per prima? -.
Al guardò entrambi, per poi intervenire:
- Beh, magari la prossima volta potremmo incontrarci per conto nostro, non credete? -.
- Intendi non per motivi di lavoro? - domandò Winry, mentre Ed scendeva dalla vera.
Al scrollò le spalle:
- Voglio dire che magari non dovremmo aspettare che un pozzo magico ci chiami al suo cospetto -.
- Anche tu con questa storia? Ma figurati! - esclamò Ed – Siamo tutti laureati per niente? -.
- Ed, fossi in te starei zitta – mormorò Winry, fingendo di rivelargli chissà quale segreto – Non si parla male di un pozzo nel cui fondo ci sono la tua urina e il tuo sangue, me lo diceva sempre la nonna. Potrebbe impadronirsi di te quando vuole -.
- Ma che stai dicendo? -.
- Che è come se là sotto ci fosse il tuo cuore – spiegò Al, semplicemente – La nonna di Winry l'aveva raccontato anche a me -.
- D'accordo... - sospirò Ed, resosi conto di essere in minoranza.
Gli sembrava che quei due si fossero fatti prendere un po' troppo dai ricordi: d'accordo, incontrarsi lì dopo tanti anni era una strana coincidenza. Per l'appunto, nient'altro che una coincidenza.
Eppure... eppure se Winry l'avesse sfidato a calarsi di nuovo nel pozzo, non era sicuro che l'avrebbe fatto. Non con quel fischio assurdo del vento in superficie.

Se davvero c'era, il suo cuore sarebbe rimasto là sotto.







Beh, credo che il ruolo del "pozzo di piscio e cemento" sia chiaro.
Per quanto riguarda il primo verso, "Il cuore rallenta la testa cammina", non so se si è capito il significato che ho voluto dargli: all'inizio Ed rallenta nel raggiungere il campo, rallenta inconsapevolmente a causa di tutti i ricordi che questo risveglia; "la testa cammina" nel senso che tutti e tre sono cresciuti, arrivando anche a svolgere un determinato lavoro, andando avanti nella vita. Mentre il cuore, in qualche modo, è rimasto legato al campo col pozzo.
Inoltre spero si capisca che il motivo del nome "Braccio d'Acciaio" sta nella stampella. XD

In realtà non so se si possa definire "storia" una fic così breve: è semplicemente un miscuglio di frammenti del presente e ricordi del passato, e visto com'è nata (l'ho spiegato nel capitolo precedente) non vuole essere niente di pretenzioso.
Spero comunque che sia piaciuta!
Ah, una cosa! Posso chiedervi in che carattere vedete i brani riferiti al passato? Perché dal mio computer vedo una cosa, mentre un altro che mi è capitato di usare mi dava un font enorme. Voi cosa vedete?



mery_wolf: come hai visto si tratta di una storia molto breve e, fra parentesi, la dovevo basare solamente sui versi riportati nello scorso capitolo, non su tutta la canzone di De André. Sì, Ed in effetti si è fatto male, ma d'altra parte ha ancora braccio e gamba interi, quindi gli è andata fin troppo bene! ^^
Spero che la storia ti sia piaciuta!
CaskaLangley: se ti interessa- adesso mi faccio pubblicità! XD- ne ho scritte un altro paio di storie sul trio Ed-Al-Winry... basta che guardi sul mio account!
Rinalamisteriosa: sono davvero contenta di rivedere una tua recensione! Questa è talmente breve da non potersi nemmeno definire "storia", però ti annuncio che fra un po' dovrei pubblicare un'altra long, che adesso sta partecipando ad un contest, sulla quale mi farebbe davvero piacere avere una tua opinione. Quindi tieni d'occhio il fandom... e spero che questa fic, per quanto corta e semplice, ti sia piaciuta!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: hotaru