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Autore: gemini    26/06/2003    2 recensioni
Tre ragazze decidono di partire per un viaggio, per capire meglio se stesse e cosa vogliono realmente dalla loro vita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ON THE ROAD

 

CAPITOLO QUATTRO: INCONTRI

 

Iwate, ore 15.30

Misugi e Matsuyama erano appena arrivati all’aeroporto d’Iwate, dove avevano l’appuntamento con Tsubasa.Mancava ormai poco all’arrivo dell’aereo dell’amico, e poi sarebbero partiti alla ricerca delle ragazze.Anche se non avevano la minima idea di dove andare e da che parte cominciare.

Avevano parcheggiato la macchina di fronte all’ingresso dell’aeroporto, e si erano accomodati nella sala d’aspetto.Erano seduti sul divanetto in silenzio, guardandosi le scarpe e sperando che Tsubasa arrivasse presto.La fretta di ripartire li divorava, anche se erano ben consapevoli del fatto che ci sarebbe voluto un miracolo per trovare le ragazze. Tutto, in ogni modo, era meglio che rimanere in casa divorati dall’angoscia, dai rimorsi e dai sensi di colpa, a domandarsi se avrebbero potuto evitare tutto questo e a torturarsi nell’attesa che loro tornassero, o che perlomeno dessero notizie di sé.

-E’ in arrivo al gate 14 l’aereo 1950 proveniente da Shizuoka-, annunciò in quel momento una voce all’altoparlante, e i due ragazzi si alzarono in piedi avviandosi al cancello.

Pochi minuti dopo videro l’amico, con un borsone da calcio in spalla e l’espressione corrucciata, camminare nella loro direzione.

-Eccoti qui-, disse Misugi, salutando Tsubasa.

Il capitano della nazionale giapponese annuì.-Già. Chi se lo sarebbe mai immaginato-.

-E’ meglio non perdere tempo, ragazzi-, intervenne Matsuyama, accelerando l’andatura in direzione dell’uscita dell’aeroporto.

-Rilassati, tanto non sappiamo nemmeno da che parte incominciare-, gli disse Jun, giocherellando con le chiavi dell’auto.

-Embè?Mica vorrete restarvene qui in aeroporto!-, ribatté nervosamente l’amico.

-No, non stavo dicendo questo.Ma prima dovremmo discutere su una possibile meta che le ragazze potrebbero aver scelto-, proseguì Misugi.

-Tu hai in mente qualcosa?-, gli domandò Tsubasa.

Il ragazzo ci pensò su per qualche istante, poi scrollò la testa con espressione sconsolata.-Buio assoluto, purtroppo-.

-E tu, Hikaru?-, insistette Tsubasa guardandolo speranzoso.

-Ancor meno-, rispose l’interpellato.

Tsubasa sospirò.-Nemmeno io, ragazzi.Tutto quello che mi viene in mente è che a Sanae piace molto il mare-, disse, appoggiando il borsone a terra.

-Beh, potrebbe essere un punto di partenza-, fece Jun pensieroso.

-Un punto di partenza?Ti faccio notare che il Giappone è un’isola, che il mare è praticamente quasi ovunque!-, ribatté Hikaru ansiosamente.

-Questo lo so anch’io!-, fece l’amico, leggermente alterato.-Ma è sempre un punto di partenza.Il problema è…da quale località di mare cominciare?-

-Siamo al punto di prima, insomma-, sospirò Matsuyama sconsolato.

-Visto che siamo ad Iwate, potremmo iniziare a cercare nelle località qui vicino…che ne so, magari Sendai, o Iwaki, o Kashima…-, suggerì Tsubasa.

-Sendai…Yayoi aveva un’amica d’infanzia che viveva a Sendai…mi ricordo che anni fa si spedivano delle cartoline-, intervenne Jun.

-Pensi che potrebbero essere da quest’amica a Sendai?-, domandò Hikaru.

Il ragazzo scosse la testa.-No, Yayoi e questa ragazza non si sentono da parecchio tempo ormai.Ma magari…pensando ad una località di mare dove andare per qualche giorno, può essergli venuta in mente Sendai.Mi disse che una volta, da bambina, era stata lì, ospite dei parenti della sua amica, e che le era piaciuta moltissimo-, disse.

-Potrebbe essere un’idea!-, esclamò speranzoso Tsubasa.

Matsuyama si limitò ad annuire.-Beh, tentar non nuoce…considerando che non abbiamo molte altre idee-, disse infine.

-D’accordo, allora, partiamo in direzione Sendai-, disse Jun, e i tre ragazzi si avviarono verso l’uscita ma…qualcosa d’inaspettato stava per accadere.

-Ehi!-, disse una ragazza poco distante dai tre, rivolta all’amica che le stava a fianco, carica di valige.

-Che c’è, Ryoko?-

-Quei tre ragazzi…non sono tre calciatori della nazionale giapponese?-

L’amica lasciò cadere a terra le valige e seguì subito con lo sguardo la direzione indicatele dall’altra. Osservò accuratamente i tre ragazzi e strabuzzò gli occhi.-Eccome!Guarda, quel ragazzo col borsone…è il mitico Tsubasa Ozora!-, esclamò ancora incredula.

-Oddio!Dobbiamo assolutamente farci fare l’autografo!-, esclamò estasiata la ragazza di nome Ryoko.

-Cosa?Tsubasa Ozora è qui?-, disse un’altra voce femminile poco lontana da loro.

-Sì, con due compagni della nazionale!-, si affrettò a confermare l’amica di Ryoko, mentre correva in direzione dei tre giocatori.

In pochi minuti la notizia si sparse in tutto l’aeroporto, e i tre malcapitati si videro correre incontro una massa di ragazzine urlanti che chiamava a gran voce i loro nomi.Alcune di loro brandivano fogli di carta e penne per avere degli autografi, altre invece porgevano ai tre campioni il rossetto per autografare direttamente sul loro braccio.

-Un autografo, vi prego!-, strillavano a gran voce, dopo averli rapidamente accerchiati.

I tre ragazzi si guardavano l’un l’altro sconcertati.

-Ma che diavolo succede?-, domandò Tsubasa spaesato, cercando di sottrarsi a decine di mani che tentavano di toccarlo.

-Credo che siano nostre ammiratrici-, gli spiegò Jun, che era ormai abituato a queste scene da quando giocava nella Musashi e aveva addirittura un fan club personale.

-Nostre ammiratrici?Qui?-, domandò sconcertato Hikaru.

-Siamo giocatori della nazionale, no?-, gli fece notare l’amico, mentre con un sospiro di rassegnazione prendeva un foglio e una penna dalle mani di una ragazza bruna e scarabocchiava svogliatamente la propria firma.

-E adesso che facciamo?-, domandò Tsubasa, mentre due ragazzine si aggrappavano alla sua maglietta implorandolo di fare una foto insieme.

-Non ci sono vie di fuga!-, gemette Matsuyama, mentre firmava qualunque cosa gli capitasse sotto le mani.

-Credo che dobbiamo rassegnarci a firmare un centinaio di questi-, commentò Misugi, cercando di sottrarsi all’assalto di una fan decisamente audace, che stava provando addirittura a baciarlo.

-Ma guarda te se oggi ci mancava anche questa!-, commentò Hikaru scocciato, mentre si faceva scattare una foto con due ammiratrici che affermavano di venire da Hokkaido.

-Cosa ci fate qui a Iwate?Siete in partenza per un viaggio?-, domandò la ragazza di nome Ryoko, che era stata la prima a notare la loro presenza.

I tre ragazzi si guardavano imbarazzati.

-No-

-Si-

-Non proprio-

dissero infine tutti insieme, mentre le ammiratrici li guardavano sbigottite.

-Sì, no o non proprio?-, incalzò Ryoko.

-Ecco…diciamo che siamo qui per una breve vacanza-, disse un po’ esitante Jun.

-Vi fermerete a Iwate?-, domandò speranzosa una ragazza, che era appena arrivata in città.

-No, purtroppo dobbiamo ripartire subito-, intervenne prontamente Matsuyama.

-E dove siete diretti?-, domandò un’altra ammiratrice.

-Se…-, incominciò a dire Tsubasa, ma un’occhiataccia dei due amici lo mise immediatamente a tacere.

-Penso che andremo a Kashima-, disse Misugi in tutta tranquillità, sorridendo gentilmente a una ragazza e riempiendole di autografi un notes intero.

-E siete da soli?-, chiese un’altra ragazza ancora.

Altro momento d’imbarazzo per i tre ragazzi.

-No, a Kashima ci aspettano le nostre fidanzate-, spiegò Jun con disinvoltura.

L’affermazione suscitò cori di proteste e delusione da parte delle ammiratrici assiepate intorno ai tre calciatori.

-E come mai non sono con voi adesso?-, incalzò una ragazza vestita di rosso.

-Ehm…ecco….-, borbottò il ragazzo colto alla sprovvista.

-Sono partite prima di noi, perché siamo stati trattenuti per i nostri impegni sportivi-, intervenne Hikaru, cercando di fingersi disinvolto come aveva fatto prima l’amico.

La delusione si dipinse sui volti delle giovani fans.

-Beate loro!-, sospirò con aria sognante Ryoko.

I tre amici fecero un risolino nervoso.

-Ora dobbiamo proprio andare, ragazze.Spero che continuerete a fare il tifo per noi!-, disse Jun, cercando di farsi un varco tra la folla che li circondava.

-No, aspettate!Restate ancora con noi!-, esclamarono le ragazze a gran voce, stringendosi ancora di più intorno ai tre giovani.

I poveretti sospirarono.Sarebbe stata molto dura liberarsi da quelle ragazze scatenate, pensarono infastiditi.

 

Okinawa, ore 16

A quanto pare, quel tipo di nome Masaro se n’è andato.Meno male, almeno possiamo rilassarci qui in spiaggia come ci eravamo proposte quando siamo arrivate.Ma tu guarda se dovevamo incontrare un tipo così seccante!Tutte quelle moine, quei commenti disgustosi….mio Dio, se ci ripenso lo attaccherei veramente nel muro!

Poi ci ripenso…non è da me essere così aggressiva, veramente.Mi sto comportando in un modo che faccio fatica a riconoscermi io stessa.

Forse sono stata un po’ troppo brusca con lui, ma mi ha veramente infastidita.In primo luogo, non sono abituata alle attenzioni e alla corte dei ragazzi.Da quando avevo dieci anni sono sempre stata innamorata di un solo ragazzo, e sono sempre stata soltanto con lui.Certi apprezzamenti che detti da lui mi suonano piacevoli e del tutto normali, detti da un altro ragazzo mi sembrano seccanti e fuori luogo.

Ma la cosa peggiore probabilmente è quella somiglianza…almeno per me, ha reso tutto ancora più sgradevole.Già i complimenti di quel farfallone erano davvero pesanti e inopportuni, se poi ci aggiungiamo che per me era penoso anche solo guardarlo in faccia…

Guardare Masaro mi faceva tornare in mente Jun, e tutte le domande che mi stanno perseguitando…come sta, dove è adesso, come ha preso la mia decisione di andare via…Se è arrabbiato con me, se è triste, se mi sta cercando.In un angolo remoto del mio cuore spero che mi stia cercando, che sia da qualche parte in giro per il Giappone nella speranza di trovarmi e parlare con me, ma poi mi rendo conto che la mia è un’idea assurda, insensata.Il Giappone è vasto, e lui non saprebbe nemmeno da che parte cominciare. Jun è un ragazzo razionale, riflessivo, e non si imbarcherebbe mai in un’impresa già impossibile in partenza…ma ne sono poi così sicura?Non era una battaglia che sembrava già persa in partenza quella contro la sua malattia al cuore?Non sembrava un sogno irrealizzabile che potesse giocare a calcio per una partita intera?Eppure ce l’ ha fatta, ha lottato per realizzare il suo sogno e non si è arreso.Ma se lo avesse fatto…se davvero fosse partito per venire a cercarmi…vorrebbe dire che ci tiene veramente a me, moltissimo…che io sono importante per lui, quanto lui lo è per me.Allo stesso tempo però ho paura di essere trovata…ho paura che, rivedendolo, mi butterei subito tra le sue braccia senza pensarci un solo secondo, e poi ricomincerebbe tutto come prima, tornerei a torturarmi con i soliti dubbi e le solite angosce.

Ma perché, perché continuo a pensarci?

Dannato Masaro…è stato lui a farmi tornare tutto in mente…

Ma che dico?Come se fosse possibile per me non pensarci….

 

 

Yayoi è seria e pensierosa, dopo l’episodio di Masaro non ha più detto una parola.Accidenti a quell’idiota, proprio quando ci stavamo rilassando e stavamo iniziando a pensare al nostro futuro con più serenità!Doveva proprio mettersi in mezzo a turbare il nostro precario equilibrio?

La sua incredibile somiglianza con Jun sarebbe già bastata a metterci a disagio, figuriamoci le sue battute, i suoi apprezzamenti e i suoi tentativi di approccio.

E’ proprio come diceva Yoshiko…dobbiamo tenere in considerazione l’idea che qualche altro ragazzo possa interessarsi a noi, e quindi essere pronte ad agire di conseguenza.Non penso che nessuna di noi sia sfiorata anche solo vagamente dalla tentazione di cedere alle lusinghe di quel Masaro…io, perlomeno, non ho il benché minimo interesse nei suoi confronti, anzi, i ragazzi come lui mi hanno sempre dato sui nervi.

Certo com’è diverso da Tsubasa…dopo quasi dieci anni che ci conosciamo, lui è ancora imbarazzato anche solo ad avvicinarsi a me, a darmi un bacio, una carezza, a camminare mano nella mano.Mentre Masaro non si fa alcun problema a provarci con tre ragazze appena conosciute, e che tra l’altro non gli danno il benché minimo incoraggiamento.

Ecco…sapevo che mi sarei messa a fare dei confronti con Tsubasa. E’inevitabile, qualsiasi ragazzo che conosco viene irrimediabilmente paragonato a lui.Ed è quasi sempre Tsubasa ad uscirne vincitore, ma non è certo un confronto alla pari, poiché lo amo, anche con tutti i suoi difetti e le sue insicurezze.

Mi è inevitabile pensare a lui, ma ora, stranamente, ci penso con più serenità.Mi starà cercando?Da un lato avrei voglia di vederlo, ma dall’altro…beh, ho paura che finirebbe per tornare tutto come prima, lui felice con il suo amato pallone e io ad elemosinare le briciole del suo tempo e della sua attenzione.Come se fosse un circolo vizioso, che non si riesce a spezzare.

La giornalista sportiva…quell’idea era nata in me da parecchio tempo, ma oggi è stata la prima volta che l’ ho espressa a voce alta, che l’ ho confidata a qualcun altro.Non ne avevo mai parlato nemmeno con Tsubasa, non so perché.Potrebbe essere la mia strada…una strada che mi consentirebbe di realizzarmi e allo stesso tempo di restare al suo fianco, una strada che posso percorrere anche in Brasile, ovunque.

Chissà….forse finalmente ho trovato il punto d’inizio della mia nuova vita.La prima pietra del mio futuro…

 

Sto fingendo di prendere il sole, rilassata e semi-addormentata, ma in realtà sto osservando quasi di nascosto le mie due compagne di viaggio. Yayoi è tesa e di malumore, l’incontro con Masaro deve averla turbata parecchio.Quel tipo proprio non ci voleva, dannazione!

Povera Yayoi…già ha mille problemi e angosce che la tormentano, aggiungici un ragazzo assolutamente identico a Jun che la corteggia con apprezzamenti pesanti e assolutamente inopportuni…dev’ essere durissima, accidenti.

Sanae invece mi sembra un po’ più tranquilla. Certo, l’incontro con Masaro è stato sgradevole anche per lei, e da come osserva Yayoi si capisce chiaramente che è molto preoccupata per lei, ma la vedo anche più serena.Forse l’averci confidato il suo desiderio di diventare una giornalista sportiva la sta aiutando, la sta spronando a cercare quelle che potrebbero essere le fondamenta della sua nuova vita, del suo nuovo futuro.

E’ la stessa prospettiva in cui devo riuscire a guardare anch’io.Cosa mi piacerebbe fare, come mi immagino se penso a me stessa tra dieci anni?

Mmm…ecco, ci risiamo, la prima cosa che mi è venuta in mente è Hikaru. Io, lui e i nostri figli.Ok, questa è una parte del mio futuro, la parte che desidero più intensamente.Stare con lui e creare insieme una famiglia.Questo lo so per certo da tanto tempo.Ma a parte questo?

Mi piacerebbe aiutare la gente che soffre, questo è un pensiero che mi è venuto mentre mi trovavo in ospedale per la convalescenza, dopo l’incidente.Però vorrei aiutare chi soffre non solo a livello fisico, ma anche e soprattutto a livello mentale, psicologico. A chi si sente spaesato, destabilizzato, incapace di riprendere in mano la propria vita dopo un evento che ha fatto crollare tutte le sue convinzioni e i suoi progetti per il futuro.Ho visto tanta gente in queste condizioni in ospedale.Persone che si sentivano finite, perdute.Io vorrei poter fare qualcosa per queste persone, aiutarle a ricominciare, a riscoprire i lati positivi della vita, a guardare oltre il dolore, la malattia, la sofferenza fisica.

E’ un’idea che non ho mai preso in considerazione seriamente, fino ad ora.Un pensiero che a tratti mi è balenato nella mente, ma che poi accantonavo per dedicarmi agli aspetti più felici della mia vita, alle persone che amavo. Un’idea che però potrebbe essere un punto di partenza.Chissà…non so perché, ma ora mi sento più leggera.

 

Iwate, ore 17

Finalmente ci siamo liberati da quel branco di ragazze assatanate!Non ne potevo più, credevo di diventare assolutamente pazzo. E firmami un autografo qui, e un bacio lì, e una foto insieme. Accidenti!Ci hanno fatto perdere un sacco di tempo prezioso. A quest’ora saremmo stati in viaggio per Sendai, magari saremmo già quasi arrivati…e se la fortuna ci assiste, potevo essere a un passo dal riabbracciare Yayoi.

Dio, fai che siano a Sendai.Fai che io possa ritrovarla.Devo vederla, devo parlarle, devo dirle tutto ciò che sento dentro di me, prima che sia troppo tardi.Questa paura mi accompagna immancabilmente in ogni istante.La paura che sia troppo tardi, che lei abbia già deciso di lasciarmi. E se conoscesse qualcun altro?Una ragazza bella e dolce come lei non passa sicuramente inosservata, magari qualcuno si è già fatto avanti per portarmela via. Maledizione!

Com’è diversa la mia Yayoi da quelle ragazze scatenate…non sarebbe certo il tipo di donna che si appiccica a un personaggio famoso per avere un autografo, o un bacio.Lei si è innamorata di me come Jun, dopo avermi conosciuto a fondo come persona, e non solamente perché ero il Principe del Calcio.Se avessi veramente dovuto abbandonare il calcio a causa della mia malattia, tutte queste fans si sarebbero tirate indietro, mi avrebbero voltato le spalle.Finito come calciatore, finito tutto.Lei no, lei sarebbe rimasta con me.Lei è sempre rimasta con me, senza chiedere nulla in cambio. E io le ho dato veramente troppo poco rispetto a quello che ha dato lei a me.Ma voglio rimediare, se ne avrò la possibilità.Voglio darle tutto, tutto l’amore del mondo, tutta la felicità del mondo.Voglio sposarla, subito, immediatamente, perché voglio averla accanto in ogni istante, a ogni ora del giorno e della notte, non mi bastano più quelle notti rubate quando i miei genitori sono fuori per lavoro.Voglio addormentarmi stringendola tra le mie braccia, voglio averla accanto a me quando mi sveglio, voglio darle il buongiorno con un bacio e portarle la colazione a letto.

Dio, ti prego, fai che anche lei voglia ciò che voglio io.Fa che anche lei desideri sposarmi, stare accanto a me per sempre, darmi dei figli, costruire un futuro insieme.Fa che non abbia deciso di scrivere la parola fine alla nostra storia, non lo sopporterei.Lei è l’unica donna che voglio al mio fianco, che potrei mai volere accanto a me.Dovessi scegliere tra una vita intera senza di lei, o solamente un’altra notte con lei non avrei esitazioni.Perché anche la vita più lunga di questo mondo non avrebbe significato per me, se non ci fosse Yayoi al mio fianco. Dio, ti prego…ascoltami…

 

Non mi era mai capitato di subire un assalto in piena regola da parte delle ammiratrici.E’ stata una cosa strana, sotto tutti i punti di vista.Non avrei mai immaginato che il fatto di giocare a calcio avesse anche quest’altra faccia, non avrei mai immaginato di essere considerato “il grande Tsubasa Ozora” anche fuori dallo stadio.Da un lato mi fa piacere che tutta questa gente mi apprezzi e riconosca il mio valore di calciatore.Ma da un lato ho provato anche un certo fastidio, davanti a quelle ragazze che cercavano senza vergogna di toccarmi, di baciarmi, e che strillavano a gran voce di essere innamorate di me.Innamorate di me?E perché?Perché sono Tsubasa Ozora, un giocatore professionista, il capitano della nazionale, un mito, l’eroe dei mondiali.Perché sono un’icona, un simbolo, un personaggio di successo, alla pari di un attore, di un divo del cinema. E che ne sanno queste ragazze di me?Di chi sono fuori dal campo di calcio?

Nulla, e nemmeno interessa loro saperlo.Loro sono interessate a quello che rappresento, non a quello che sono. E mentre formulavo questi pensieri, mi è venuto spontaneo confrontare le ragazze che avevo di fronte con Sanae.Lei è sempre stata la mia ammiratrice numero uno la mia prima tifosa, la più accanita.Lei mi dimostrava la sua stima ben prima che diventassi “il grande Capitan Tsubasa”, quando ero ancora un ragazzino delle elementari con una grande passione per il calcio.Lei non si è mai comportata in questo modo, saltandomi addosso con sfacciataggine, chiedendomi baci, autografi o altre diavolerie del genere.Non è stato questo il suo modo di dimostrare che mi amava.Il suo sostegno discreto, affettuoso, costante, è sempre stato importantissimo per me.Non me ne rendevo nemmeno conto, pensavo che il pallone fosse tutto ciò di cui avevo bisogno per andare avanti nella vita, e che fosse solo l’amore per il calcio a spronarmi a raggiungere risultati sempre più elevati.Eh sì, ce ne ho messo di tempo per capire quanta forza, quanta voglia di vincere mi dava la costante presenza di Sanae accanto a me, a gioire e soffrire con me. E adesso mi sento in colpa per non aver saputo ricambiare tutto ciò che lei ha fatto per me, per non averle dato tutto quello che meritava.Ma devo rimediare, posso farlo.Voglio vederla, stringerla tra le braccia, baciarla…e al diavolo la timidezza, l’imbarazzo, il pudore, il disagio, che mi hanno impedito finora di mostrarle in maniera completa quanto fosse importante per me.Al diavolo i timori che mi assalivano tutte le volte che mi sfiorava, che sentivo il suo profumo, che avevo la sensazione del suo corpo vicinissimo al mio. Chissà come deve averla ferita questo mio atteggiamento. Chissà se anche Sanae desiderava toccarmi e baciarmi come quelle ammiratrici di Iwate.Quello che è certo è che io, in questo momento, ho voglia di baciare lei.

 

Uff, finalmente siamo riusciti a liberarci da quelle pazze scatenate.Ci mancava solo l’assalto di un’orda di ragazzine innamorate di noi.Ammetto che la popolarità ha un certo sapore, e che forse in un altro momento un episodio del genere mi avrebbe divertito e inorgoglito.Ma oggi nessuno di noi era dell’umore più adatto per firmare autografi e affrontare le ammiratrici.Sono soltanto le cinque del pomeriggio, ma mi sembra che siano passati secoli da quando mi sono svegliato stamattina.Questa giornata infernale sembra non passare mai. Dio, mi sento veramente esausto, spossato, come se avessi giocato cinquanta partite a calcio tutte di fila. A forza di pensare il mio cervello ha quasi completamente fuso, e sento il mio cuore pesante come se avessi un macigno nel petto.Quelle ragazze mi hanno riportato alla mente Yoshiko, non ho potuto fare a meno di paragonare il loro slancio, il loro entusiasmo così invadente, con la discrezione e la dolcezza con cui lei mi ha sempre seguito da lontano, quando ancora non avevamo avuto il coraggio di dichiararci i nostri sentimenti. Ho ripensato a quello che più mi ha colpito di lei, il suo candore, la sua dolcezza, la sua innocenza, quel suo sguardo timido per me così accattivante, quel suo sorriso che ha la capacità di fermarmi il respiro, le mille espressioni che solo lei è in grado di fare, quelle espressioni così spontanee che mi rendono impossibile staccare gli occhi dal suo volto.Molte delle ammiratrici di oggi erano più appariscenti, più sfrontate, più intraprendenti di Yoshiko, alcune erano anche belle ragazze, ma nessuna è mai riuscita ad attirare il mio interesse come ha fatto lei.Sento la sua mancanza sempre di più ogni momento che passa, e il mio tormento sale.Mi chiedo se sta bene, se è giù di morale, se mi sta pensando…se le manco.Mi assale anche la gelosia in certi momenti, quando penso che magari qualcuno le sta facendo la corte.Mi sento così inutile, mi sento perso senza di lei.Mi manca l’aria.Mi manca la luce.Mi manca tutto.

 

Miyagi, ore 19

-Credo che quest’albergo non sia male per passare la notte-, disse Jun accostando l’automobile e fermandosi a osservare l’edificio, un palazzo di cinque piani dalla facciata marroncina e dalle ampie finestre.

-Non sarebbe meglio arrivare a Sendai stasera?-, domandò Hikaru stiracchiandosi sul sedile posteriore.

-Mi dispiace ragazzi, ma non ce la faccio più a guidare.Sono stanco morto-, disse l’amico, adocchiando un parcheggio libero e iniziando subito a fare manovra.

-Hai ragione, scusami-, fece Matsuyama contrito.

-Siamo tutti molto stanchi, e quindi credo anch’io che sia meglio fermarci a riposare qui stanotte e ripartire domattina per Sendai-, intervenne Tsubasa, aprendo la portiera e scendendo dall’automobile.

Gli amici lo imitarono, e insieme raggiunsero la hall dell’albergo.Li accolse un signore sulla cinquantina, piuttosto distinto ed elegante, che sorrise loro e gentilmente domandò se avessero bisogno di qualcosa.

-Vorremmo una camera per dormire stanotte-, disse Misugi.

-Benissimo.Siete solo voi tre o c’è qualcun altro con voi?-, domandò l’uomo.

-Siamo solo noi-, risposero i ragazzi.

-Perfetto.Camera 165-, disse, e porse a Jun le chiavi della stanza. I tre ragazzi andarono a prendere le proprie borse in macchina e salirono nella camera.Una volta entrati, si lasciarono cadere pesantemente sul letto.

-Sono veramente a pezzi-, disse Jun guardando il soffitto con aria inespressiva.

-Per forza, è da stamattina che guidi in giro per il Giappone-, intervenne Tsubasa preoccupato.-Non credo che questo faccia bene per la tua salute-.

-Tsubasa ha ragione.Vuoi che domattina guidi uno di noi?-, chiese Matsuyama trascinando la borsa fino ai piedi del letto.

-Non preoccupatevi, sto bene.Almeno fisicamente-, li rassicurò l’amico con un lungo sospiro.

-Credete che dovremmo provare a richiamarle?-, disse Hikaru stendendosi.

-Pensi che ci risponderebbero?-, fece Tsubasa, ripensando alla conversazione avuta con Yayoi quella mattina.

-Non so.Ma tentar non nuoce-, insistette il capitano della Furano.

-Posso provare io, se vuoi-, si offrì Misugi.

I due amici annuirono.

Il ragazzo prese il telefonino dal marsupio che aveva gettato sulla sedia accanto al letto, e compose rapidamente il numero di Yayoi.Dopo alcuni squilli la ragazza rispose con voce esitante.

 

Okinawa, ore 19.

Sanae, Yayoi e Yoshiko avevano lasciato la spiaggia da una ventina di minuti circa, ed erano tornate a casa di Maki.Avevano fatto la doccia, e ora erano distese sui rispettivi letti con la televisione accesa, in silenzio, ciascuna persa nei propri pensieri.La giornata al mare aveva fatto loro piuttosto bene, si sentivano più rilassate e serene, nonostante l’inconveniente dell’incontro con Masaro. L’angoscia che le tormentava da quella mattina si era attenuata, e le ragazze riuscivano a guardare al loro futuro con maggiore obiettività, o almeno così pareva loro. Certo, la vocina interna continuava a ripetere loro di tornare a casa, ma stavolta erano ben convinte a tenere duro e andare fino in fondo.

La quiete che regnava nella stanza venne interrotta da una suoneria.

Yayoi, che se ne stava sdraiata sul proprio letto con la testa affondata nel cuscino, si sollevò a sedere di colpo, riconoscendo il familiare trillo del proprio cellulare.Lo prese rapidamente in mano, e vide comparire sul display un numero che conosceva benissimo.

-Jun…-, mormorò la ragazza, mentre il cuore iniziava a batterle con furia.

-Cosa?-, esclamarono all’unisono le due amiche sollevandosi anche loro a sedere.

-Il telefono…è Jun -, ripeté Yayoi guardando il telefonino come ipnotizzata.

-Pensi di rispondere?-, domandò Sanae scrutando il volto dell’amica.

La ragazza tacque per qualche istante, poi premette il tasto per accettare la chiamata.

-Pronto?-, disse con voce esitante, tormentandosi con le dita una ciocca di capelli, ben conscia dello sguardo delle due amiche puntato su di lei.

-Yayoi…-, mormorò la voce di Misugi dall’altra parte.

Lei non rispose nulla.La voce le era mancata di colpo.

-Finalmente…mi mancava tanto il suono della tua voce-, disse dolcemente il ragazzo.

Yayoi fece uno sforzo enorme per ricacciare indietro le lacrime, che iniziarono a sgorgarle spontaneamente al solo suono di quella voce tanto amata.-Jun…-, sussurrò soltanto.

-Come stai?-, le domandò lui.

-Bene…bene e tu?-

-Male, anzi malissimo-, rispose il ragazzo.

-Come?-, si allarmò immediatamente Yayoi.

-Sta tranquilla, la mia salute è a posto.Sto malissimo perché sono preoccupato per te-.

-Non c’è ne’è bisogno, credimi.Noi stiamo bene-, ribatté la ragazza tranquillizzandosi un poco.

-Dove siete?-, le chiese lui.

-Questo non possiamo dirtelo.Non ancora-, disse Yayoi cercando di mantenere fermo e tranquillo il tono della voce.

-Ma perché?-, esclamò Jun in tono di disperazione.

Lei sentì che il cuore le si stringeva nel petto, e afferrò con le unghie le lenzuola.Doveva tenere duro.-Ti prego, cerca di capire…abbiamo bisogno di tempo-, mormorò, cedendo alle lacrime e iniziando a piangere.

Il ragazzo la sentì singhiozzare sommessamente, e il suo corpo fu attraversato da un’intensa fitta di dolore.-D’accordo, capisco…non piangere, ti prego-.

-Mi dispiace…mi dispiace tanto-, disse la giovane con voce colma di tristezza.

-Dispiace tanto anche a me.Per tutto-, rispose lui.

Yayoi iniziò a singhiozzare più forte.-Ora devo andare-, disse a fatica.

-Ti amo-, disse il ragazzo con voce dolce.

La ragazza chiuse la conversazione senza rispondere.Si gettò distesa sul letto con la testa nascosta nel cuscino e iniziò a piangere a dirotto, con il corpo scosso da violenti singhiozzi.Le due amiche si avvicinarono, preoccupate, e Sanae le accarezzò i capelli con dolcezza.

-Non fare così, Yayoi-, le disse in tono affettuoso.

La ragazza annuì, ma non riusciva a fermare i singhiozzi.-Perdonatemi…perdonatemi, vi prego…ma sentire la sua voce…parlare con lui….-, disse a fatica tra un singhiozzo e l’altro.

Sanae continuò ad accarezzarle i capelli in silenzio, lasciandola sfogare.

-E poi oggi Masaro…sembra che tutto il mondo sia contro di me…per farmi capire che stupida sono…-, continuò la ragazza, mentre piano piano il pianto iniziava a calmarsi.

-Non sei affatto stupida, stai solo passando un momento difficile-, le disse con tenerezza Yoshiko, prendendole una mano e accarezzandola.

-Ma anche voi state passando un brutto momento…e state qui a consolare me-, mormorò con voce rotta.

-E a cosa servono allora le amiche?-, intervenne Sanae in tono di rimprovero.Costrinse l’amica a sollevarsi a sedere, e poi a guardarla negli occhi.

-Senti, Yayoi, noi ci conosciamo da tanti anni e siamo amiche. E nel momento del bisogno, della sofferenza, del dolore, puoi sempre contare su di noi.Appoggiati a noi, quando hai bisogno, capito?E non sentirti in colpa di farlo.Noi ti aiutiamo molto volentieri, perché ti vogliamo bene-, disse in tono deciso.

Yayoi le sorrise affettuosamente tra le lacrime.-Anch’ io vi voglio bene, amiche mie-, disse, abbracciandole entrambe.

 

Il primo giorno è passato(sospiro di sollievo generale….J ), ma le avventure non sono certo finite…e una gita in barca con l’affascinante Masaro metterà non poco in crisi le nostre amiche.Ma anche i ragazzi incontreranno una bellissima ragazza che fa l’autostop…peccato che abbia un hobby non proprio piacevole!!

Restate sintonizzati in attesa del quinto capitolo di “ON THE ROAD”!! J

 

 

  
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