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Autore: living_in_wonderland    17/05/2010    0 recensioni
La prima ff che posto...
Rivista,corretta e bho...mi piace sempre di più!*___*
Un sussurro raggiunse il cuore, più che la mente di Alec: "Lei è mia."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tutta la grande casa era silenziosa. L’unico rumore era il ticchettio ovattato degli orologi sparsi in quasi ogni stanza e che riusciva a sentire nonostante fosse in garage.
Alec era convinto di essere solo finchè non udì una risata in lontananza, non una qualsiasi: la sua. La stessa risata che aveva immaginato di sentire ogni volta che restava solo e camminava tra la gente, che l’aveva fatto guardare intorno attento e forse anche speranzoso di rivederla. Adesso lei era nella sua stanza al piano di sopra e lui era immobile nella calma notturna, tre piani più in basso.
Tornò indietro a quei giorni e quando si scosse corse più veloce che poté per raggiungerla.
Con il battito accelerato arrivò sulla terrazza della camera di Irys. Piano, senza fare il minimo rumore si avvicinò alla porta finestra aperta sbirciando attraverso la tenda sottilissima, semitrasparente. Ciò che vide lo bloccò.
La stanza era illuminata dal chiaro di luna ma invece di andar via restò lì, incapace di muoversi e ancor meno di pensare. Chiuse la mente, non poteva far altro che restare lì nonostante non volesse guardare. Una forza senza nome lo tratteneva e, senza tentare di respingerla si rese conto di ciò che aveva davanti agli occhi. Irys era sdraiata sul suo letto, seminuda, le braccia ai lati della testa e gli occhi chiusi; a volte rideva e mandava indietro la testa, esponendo la sua gola candida all’uomo che le stava sopra e le cingeva i polsi con le mani. L’uomo era a petto nudo e le baciava ogni centimetro di pelle disponibile, la sua pelle sembrava gesso e i lunghi capelli biondi gli coprivano il viso . Si concentrò ancora: la risata di Irys bassa e musicale e il suo cuore potente che correva all’impazzata con qualcuno che non era lui era tutto quello che percepiva. Senza volerlo abbassò la guardia per appena il tempo che tre parole si formassero nella sua testa: “Chi sei, tu?”.
La silenziosa risposta non tardò ad arrivare: “Sono Marius. Salve, Alec.”
In un istante tutto apparve chiaro, Marius inviò lampi di pensiero capaci di rispondere a tutte le altre silenziose domande di Alec.
Che egoista era stato.
Aveva pensato che Irys fosse tornata alla villa per ritrovarlo, andando contro ogni logica e orgoglio. Che illuso era stato.
E che illuso, perso a tal punto nei suoi pensieri da non rendersi conto di quello che sarebbe successo di lì a qualche istante.
Sarebbe dovuto andare via subito, saltare giù dalla terrazza, sparire nella notte silenzioso e insignificante così com’era arrivato ma non lo fece. La forza che lo obbligava a restare lì si fece più intensa per un istante e Marius, aprì la sua mente per condividere tutto con Alec. Passione, gelosia e un senso di appartenenza che gli impediva di distinguere i contorni dei due corpi sul letto. Una fiamma viva, da secoli, alimentata da un legame che centinaia di anni prima era stato suggellato da un bacio eterno, immortale.
Lentamente, con dolcezza, Marius scostò i capelli dorati di Irys dal suo seno sinistro e cancellando la gentilezza di quel gesto ci affondò le zanne. Alec fu investito da un uragano di sensazioni, indescrivibile, che durò troppo, troppo poco. Improvvisamente Marius aveva chiuso la sua mente lasciando che Alec si scontrasse contro il muro antico e impenetrabile dei suoi pensieri: voleva rendere chiaro più che mai il messaggio. L’estasi che un’estate fa gli era stata negata, questa volta gli era stata strappata via quasi con crudeltà e prima che Irys mordesse il polso che Marius le stava offrendo, un sussurro raggiunse il cuore, più che la mente di Alec: “Lei, è mia.”
In silenzio, respinto, balzò giù dalla terrazza e guardò il cielo.

A Est il cielo cominciava a rischiararsi.

  
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