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Autore: Minina    17/05/2010    2 recensioni
[MIKA] Il giovane cantante libanese si trova a trascorrere una vacanza nelle isole Canarie, ospite di un'anziana e simpatica coppia amica del manager e insieme all'inseparabile amica batterista Charisse. Ciò che non si aspetta è che il più che inaspettato ritorno della nipote della coppia lo porterà a cambiare la sua vita iniziando da una semplice amicizia, e trasformandosi in una romantica, ma divertente stroia d'amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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luna                                           -MoonLight-

La luna splendeva argentata nel cielo, facendo brillare la acque scure del mare come se tante e piccole stelle ci fossero cadute al suo interno; le acque erano tranquille e lisce per tutta la loro estensione, a parte la riva adiacente agli scogli dove queste sembravano più mosse che mai.

La causa di tanta agitazione marina?
Il terrorizzato Mika che, fermo immobile da ormai troppo tempo, non decideva a schiodarsi da quel piccolo spiazzo di sabbia bagnata che ormai aveva inghiottito i piedi fino alla caviglia.

Vani erano i continui tentativi delle ragazze nell’impresa di smuoverlo, dato che nemmeno la psicologia inversa aveva dato i sui frutti.

 

“ok, fai quello che vuoi, noi andiamo a farci una nuotata…da sole!” gli gridò contro Charisse, afferrando l’avambraccio di June e trascinandola verso il largo.

“ma che vuoi fare? Lo lasci la così, quasi sull’orlo di un attacco d’ansia?” le domandò June indicando quel pover’uomo che, portando le braccia avanti come per tenersi a un qualcosa di impossibile, se ne stava fermo fermo come un pezzo di marmo.

“tranquilla, userò la psicologia inversa!”

“psicologia inversa?!” si stupì la ragazza “sei cosciente che funziona praticamente solo con i bambini di tre anni!?”

“certo!” le rispose Charisse in modo tremendamente ovvio, colmando quel silenzio che per un istante si era venuto a formare.

“oh…” fu l’unico commento, esasperato, di June.

 

Intanto Mika, che non si curava affatto delle ragazze perché troppo preso da quel suo momento, cercò di sollevare i piedi dall’interno della sabbia.

Inizialmente non si mossero di un centimetro, così il ragazzo fu costretto ad aumentare la forza per cercare di liberarsi da quella fanghiglia, provando a liberare un piede, ma senza alcun risultato.

Strinse forte i denti e con tutta la forza che aveva in corpo cercò nuovamente di estrarre il piede dalla sabbia, ottenendo solo un piccolo spostamento.

Era bloccato e le ragazze si erano ormai fatte lontane.

“e adesso che faccio?”

si guardò gli arti inferiori con preoccupazione per guardare poi alle figure delle due amiche che, in lontananza, parlavo di chissà che cosa dandogli le spalle.

Inizialmente agitò le braccia cercando di farsi notare, stando ben attendo a non cadere di faccia nell’acqua perché, con i piedi bloccati, sarebbe stato alquanto doloroso.

June notò subito i segnali d’aiuto del cantante e presa da un senso di tenerezza, cercò di girarsi e andargli incontro, ma venne immediatamente fermata da Charisse che, con sguardo sicuro, le fece cenno di starsene buona dov’era, dicendole che se Mika avesse avuto davvero bisogno, sarebbe andato li da loro; ma era proprio quello il problema.

 

“ma…” cercò di contestare June. Le si stringeva il cuore vederlo agitarsi come un forsennato in cerca d’aiuto.

“no! Non cedere June!”

 

“ok, passiamo al piano B…urliamo!”

“hei voi due!!!!!” urlò con voce il ragazzo, continuando a muovere nervosamente le braccia.

 

Niente, Charisse non si ostinava a dargli ascolto e di conseguenza nemmeno June poteva farlo, perciò Mika non poteva essere salvato da quelle “sabbie mobili” che lo rendevano prigioniero di muoversi. Era sfociato tutto in un circolo vizioso.

 

“ragazze!!” continuò a chiamarle a gran voce il pover’uomo cercando di liberarsi da se.

“e dai Charisse…”  cercò di convincerla June guardandola con degli occhini da cerbiatta, imploranti.

“no!” rispose secca la mora.

“ragazze, sono bloccato!!”

 

Charisse si voltò di scatto, fulminando il ragazzo e incrociando le braccia in petto; stava per gridargli dietro qualcosa quando venne fermata dall’immagine dell’amico che si afferrava i polpacci tirandoli forte verso l’alto.

 

“ma che stai facendo?!”

“sono bloccato!”
”come –bloccato-?”

 

Charisse e Mika si stavano urlando da una certa distanza per farsi sentire dall’altro, sotto lo sguardo esasperato di June che, girando gli occhi al cielo, lasciò la mora per andare incontro al cantante.

Arrivatogli davanti lo squadrò come poté, soffermandosi sulle caviglie e sui piedi scomparsi all’interno della sabbia; lo guardò negli occhi confusa.

 

“ma che hai combinato?!” gli domandò incredula.

“sono affondo con i piedi nella sabbia e non riesco più ad uscirne!”

“ti do una mano”

 

la ragazza scosse la tessa; nemmeno un bambino era mai riuscito a intrappolarsi da solo nella sabbia, lui si!

 

“ok, tiriamo insieme al tre” gli ordinò June afferrandogli il polpaccio destro con entrambe le mani. “uno, due…tre!”

 

e al fatidico “tre” entrambi tirarono verso l’alto con tutta la forza che avevano finché, dopo qualche istante, il piede di Mika non sentì nuovamente la brezza marina, per poi passare a quello sinistro.

 

“certo che sei una frana eh” lo riprese June

“se non mi aveste obbligato a venie in acqua ora non saremmo qua a cercare di liberarmi un piede”

 

June non rispose finché il ragazzo non fu completamente libero e finché con lui non raggiunse nuovamente la terra ferma, seguiti da Charisse che, assistendo alla scena, pensò di averle viste proprio tutte.

Si sedettero tutti vicino al falò che ancora ardeva a bordo riva, asciugando quel po’ di loro che era bagnato; era ormai notte e le stelle brillavano in cielo mentre un leggiero venticello donava loro un po’ di sollievo da quel caldo estivo che, poco a poco, si faceva sentire anche di notte.

Se ne stettero un po’ a chiacchierare su argomenti piuttosto strani e fuori dal comune (tipici di Michael) finché Charisse, senza preavviso, iniziò a vestirsi coprendosi dal costume.

 

“perché ti vesti?” le chiese incuriosita June cingendosi le ginocchia con le braccia

“mi è venuta un’idea” rispose con un certo sorrisetto in volto.

 

Mika e June si guardarono nello stesso momento, leggendo nello sguardo dell’altro una certa nota di paura.

 

“che genere di idea?” le domandò Mika sperando non fosse qualcosa che riguardasse l’acqua ne il mare in alcun caso.

“andiamo a prenderci qualche buona bottiglia di liquore in un locale poco distante da qua”

 

sia Mika che June si sentirono decisamente più sollevato, abbracciando volentieri l’idea della ragazza e vestendosi. Tuttavia, raggiunto il locale, June capì il motivo di tanta frenesia della ragazza che, appena messo piede all’interno di questo, si fiondò al piano bar mostrano uno sdolcinato sorriso a trentadue denti al barman che, stranamente, contraccambiava.

 

“ecco il vero motivo per cui ci ha fatto venire in questo piccolo locale a circa un chilometro di distanza dov’eravamo, passando oltre a quelle altre centinaia di bar” disse June sorridendo divertita all’espressione cotta e stra cotta dell’amica mentre parlava con il bel ragazzo.

“lo noto” aggiunse Mika imitando la ragazza e sorridendo a sua volta “bhe, vogliamo prenderci qualcosa da bere?”

“assolutamente!”

 

i due si diressero ad un piccolo frigo pieno di bottiglie e dopo averne scelte alcune andarono a pagare dal ragazzo intendo a scambiarsi occhiate dolci con Charisse che, con mano tenuta a sorreggere il mento, non accennava a distogliere lo sguardo dal barman che intanto le parlava.

Sembrava esserci feeling tra i due.

 

“Charisse abbiamo lasciato tutte le cose alla spiaggia e…” iniziò a dirle June cercando di ottenere la sua attenzione, ma senza successo.

“ok, ok…voi andate, io starò qua” la interruppe la mora.

“non possiamo lasciarti qua da sola Charisse!” cercò di convincerla nuovamente June.

“non è da sola, è con me” si intromise il bel ragazzone mentre puliva un boccale di birra vuoto.

 

Sia Mika che June erano piuttosto titubanti sul lasciarla la da sola con quel tipo che minimamente conoscevano, così, dopo averci perlato per qualche minuto e assicuratasi che non fosse un malintenzionato, lasciarono a malincuore Charisse in quel bar dopo averla salutata e dopo aver ricevuto un occhiataccia assassina.

 

“mi raccomando Chairsse” si raccomandò Mika “tiragli un calcio dei tuoi se hai problemi”

“mamma, papà…sono maggiorenne sapete? E poi gli avete fatto un interrogatorio con i controfiocchi, state tranquilli!” fece del sarcasmo la mora spingendo via a forza i due ragazzi che, soli, si misero a camminare in direzione del loro piccolo pezzo di spiaggia.

 

Entrambi si erano aspettati che sarebbero rimasti in silenzio quasi completo per tutto il percorso, ma non fu affatto così.

Parlarono fluidamente su ogni cosa passasse loro in mente, ridendo e scherzando, finché non arrivarono da dove erano partiti, con le bottiglie ancora da aprire.

Si sedettero a bordo riva, così che l’acqua potesse bagnare loro i piedi, prendendo fra le mani una bottiglia di Room Cooler e una di Malibù Cola.

 

La luna era magnifica al centro del cielo punterellato di stelle, senza nemmeno una nuvola che andasse a interrompere quel intenso blu scuro; il rumore delle onde che andavano ad infrangersi sulla sabbia era un suono confortevole e rilassante, così come lo era quel leggero solletico che entrambi i personaggi sentivano sulle piante dei rispettivi piedi.

 

“allora…” ricominciò a parlare Mika “andrai al matrimonio di Fernando?”

 

June si voltò di colpo verso il suo interlocutore, mai avrebbe creduto che gli avrebbe posto una domanda del genere, tuttavia le sembrava giusto rispondere ed essere sincera, anche se ciò le provocava una lieve fitta al cuore.

 

“non credo andrò” rispose pacata prendendo un altro sorso di Room Cooler. “almeno non da sola”

“in che senso?”

“se andrò, vorrei che ci fosse qualcuno con me, da sola non ce la farei”

“è così dura?”

“non lo so, sono molto confusa”

June si portò una mano alla fronte, come colta da un improvviso dolore.

“scusami, non dovrei farti queste domande” si scusò Mika colto da un senso di sconforto, in fondo non erano affari suoi.

“è tutto ok, anche se forse non sembra, tu mi dai una mano mettere tutto in ordine dentro di me” gli sorrise cingendosi le ginocchia con le braccia e guardando verso lo scuro orizzonte.

“sul serio?” le chiese perplesso.

Lei annuì.

“felice di darti una mano allora” fece tutt’orgoglioso Mika.

 

June sorrise divertita dal tono e dall’espressione assunta dall’amico, ma poi si fermò, rendendosi conto di quanto poco sapesse di lui e sentendosi un senso di vuoto in petto; lo guardò che ancora sorrideva tenendo per il collo la bottiglia e andandola a sorseggiare di tanto in tanto.

Lo osservò meglio capendo quanto poco importasse conoscere i reciproci passati, perché loro stavano bene insieme, avevano ottenuto un buon rapporto in soli tre giorni e chissà come questo si sarebbe trasformato nel giro di un mese…o nel giro di una sola nottata.

 

Il ragazzo, sentendosi osservato, si voltò nella direzione della ragazza che non smise di guardarlo negli occhi, sentendosi bene; anche Mika in quello sguardo sentì una piacevole sensazione di benessere a cui mai si sarebbe sottratto volontariamente.

Il suono delle onde infrante era l’unico gradito rumore che i due in quel momento sentivano, finché il martellare dei loro cuori non sovrastò il canto delle acque, e un lucido rosso non prese possesso delle gote di entrambi che, dopo quei momenti di pace e di agio che aveva trovato nel reciproco sguardo, li fece istintivamente voltare nella direzione opposta.

Lentamente portarono il viso in direzione dell’orizzonte, senza più proferire parola, tenuti in ostaggio da un forte imbarazzo a braccetto con una certa confusione che li fece rimanere immobili per parecchio tempo, movendo solamente le braccia per portare le bottiglie alle rispettive bocche, per poi ingoiare il liquore che, man mano, si faceva sentire.

 

Stanca di quell’odioso silenzio, fu June a tornare a parlare per prima.

 

“credi che Charisse sia ancora viva?”

“si, più che altro temo per il tizio del bar” scherzò lui “ti ricordi il suo nome per caso?”

“no!” rispose immediatamente June, sorridendo nel pensare a cosa in quel momento Charisse avrebbe potuto far fare al quel povero ragazzo.

“riesce ad attaccare bottone così bene con i ragazzi lei?!”

“eh si” rispose Mika prendendo un altro sorso dalla bottiglia “buon per lei!”

“già, dovrò farmi dare lezioni da lei allora”

“perché?” domandò Mika perplesso.

“bhe, non sono certo la maga del rimorchio maschile io” gli rispose in modo piuttosto ovvio andando poi o sorseggiare la metà piena della bottiglia.

“dici davvero? Strano..” disse Mika credendo di aver solo pensato quell’ultima sua affermazione.

“perché strano?” chiese allora June incuriosita.

“come?!”

“hai detto che è strano…perché?”

“io non l’ho…l’ho detto!?” “accidenti ero convinto di averlo solo pensato!”

“si”

 

Quell’unico si di June fece bloccare completamente Mika.

E adesso cosa le diceva?

“La verità”

“mi è difficile credere che tu abbia problemi a rimorchiare, se così vogliamo intendere. Sei una bella ragazza, sei simpatica, dolce, divertente, gentile e generosa e…”

 

Si fermò.

L’espressione di June era sorpresa, allibita e ciò bloccò Mika nel procedere la descrizione “per fortuna”

Ma ben presto tale espressione venne sostituita da un dolce e sincero sorriso e da piccole lacrime che con forza June stava arginando nei limiti dei suoi occhi.

 

“grazie” riuscì solamente a dire. “grazie davvero”

 

Mika non rispose, era troppo preso a capacitarsi di aver detto davvero tutte quelle belle cose, sintetizzate al minimo, perché lui, se ne avesse avuto il tempo e soprattutto il coraggio, avrebbe tirato fuori dal suo cuore tali frasi che avrebbero fatto paura ad un ormai deceduto Dante Alighieri.

 

“è…è la verità” riuscì a dire dopo qualche istante.

 

I loro occhi si incrociarono nuovamente, così come i battiti dei loro cuori andarono ancora a sovrastare il suono delle onde; il respiro ad entrambi si fece affannoso mentre lo stesso color porpora andava ad intingere le gote dei due ragazzi che, poco poco, andavano ad annullare le loro distanze sentendo i cuori che quasi volevan loro scappare dal petto, finché tra le loro bocce non rimase solo la distanza di un alito di vento, vento che andava a scompigliare i loro capelli, mentre le mani, adagiate sulla sabbia, andarono a sfiorarsi; e quando gli occhi si decisero finalmente a chiudersi, lasciandoli in balia delle loro emozioni, fu allora che tutto ebbe nuovamente fine.

Il telefono di lui cominciò a squillare facendo destare entrambi da quel momento magico che stava per avere luogo; Mika si allontanò da June goffamente, completamente rosso in volto andando ad afferrare quell’arnese che aveva interrotto tutto e che in quel momento detestava come non mai.

Guardò il display che lampeggiava e lesse la scritta:

 

Charisse Call.

 

Nuovamente la fine, si chiamava Charisse.

 

 

-ANGOLO AUTRICE-

 

Buenos Dias A Todos, Amigos!

Ecco qua il nuovo capitolo di “My Happy Ending” spero piaccia tutti quelli che stanno continuando a leggere questa mia storia!

Grazie a tutti (sono una maniaca dei ringraziamenti!!XD)

La povera Charisse :( le sto facendo fare il ruolo ella guastafeste, ma vedrete che poi sarà lei l’ingrediente segreto dello sbocciare di Mika e June ;)…almeno credo!

 

Masquette:

Il mio carissimo Fernando alla uomini e donne non me l’ero proprio immaginato, ma ci sta proprio bene! Mika al matrimonio lo accompagniamo in due ok? XD

Sai, riascoltandomi il pezzo dove Mika sente THE BATTLE mi sono immaginata la povera June circondata da un aureola luce mistica…ho preso paura da sola per come sto trasformando ste situazioni; io l’amico “fine” me lo porto seeeeeeempre dietro…alla nuvolette dei lavoratori di fantozzi.

La storia di Robbie Williams non la sapevo. Conoscevo il fatto della casa discografica, del rifiuto e del suo comunque “andare avanti”, ma del pezzo dove gli hanno detto che doveva assomigliare al cantante da me citato non lo sapevo proprio, ho scritto lui come potevo scrivere di Michael Jackson, il primo cantante che mi è venuto in mente.

Uff, io dovrò ancora aspettare per vedere il signorino da vivo. Sono Padovana e tra scuola, impegni sportivi seri e la mia età mi è praticamente impossibile arrivare a i vari concertuoli…ma in un futuro non molto lontano sicuramente andrò a vederlo!

Se ti riconosce, fammi un fischio! XD

In conclusione spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se –sinceramente- non mii sembra essere venuto sto granché! Fammi sapere :)

Biscotti! ;)

 

Chocco:

eli, ogni volta che leggi una mia qualsiasi fanfiction ti metti a ridere XD (soprattutto quella di Reid che tira fuori le palle XD)

Ahahaha, ti immagino seduta in bus che ti metti a ridere da te ascoltando la canzone e tutti ti guardano male…ah, povera eli XD XD

Eh, June è la tipica gattina indifesa e Mika è l’eroico pompiere…oddio, ti immagini Mika vestito da pompiere solo con la tutina, sudato e scomparso di venere e fuliggine?!? :Q____

Non so, ma io Mika –in fondo in fondo- ce lo vedo troppo come un bambinone.

Bhe, spero che ti piaccia come capitolo anche se non è dei migliori.

Sappimi dire (attenta alla recensioneeeeeeee!!!)

Bscotti:*

p.s: ti ricordi il Room Cooler e la Mlibù Cola vero!?!? X)

 

Biscotti a tutti e buone giornate!! :*

   
 
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